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sabato 25 luglio 2015

Sui sentieri dell'Oasi Lipu di Cesano Maderno

Fioriture nel bosco - Foto arch. Oasi Lipu Cesano M.
Domenica 9 e 30 agosto 2015 alle ore 15.30 con le guide volontarie LIPU, i partecipanti potranno scoprire le numerose specie vegetali e animali presenti nell’Oasi naturalistica di Cesano Maderno.

Il ritrovo è fissato presso il Centro Visite “Langer” 15 minuti prima della partenza.
Durata attività max 3 ore.

Donazione a partecipante: € 3,50; bambini e Soci LIPU € 2.
GRADITA PRENOTAZIONE

Per maggiori informazioni: tel 0362.546827

Notte delle stelle all'Oasi Lipu di Cesano Maderno


Sabato 8 Agosto 2015 nelle Oasi e Riserve LIPU di tutta Italia si festeggia la “notte delle stelle”.

A Cesano Maderno la serata inizierà alle ore 21 con una passeggiata sui sentieri dell’Oasi e si concluderà con un rinfresco sul terrazzo del Centro Langer … il tutto, alla ricerca delle stelle cadenti… e ovviamente di allocchi e civette.

Prenotazione obbligatoria, posti limitati.
Donazione: € 5 a persona; € 3 Bambini e Soci LIPU.
Informazioni e prenotazioni: 0362.546827

martedì 21 luglio 2015

Lambrada 2015: ecco il "Manifesto del Lambro"


di Michele Cazzaniga e Mattia Lento

Anche quest’anno si svolgerà, per il quinto anno consecutivo, la marcia ecologica denominata “Lambrada”. La “Lambrada” è uno strumento volto a sensibilizzare l’opinione pubblica sullo stato delle acque del fiume e più in generale sulla salute dell’intero ecosistema legato al fiume. Quest’anno gli organizzatori, raccolti nel gruppo informale Lambrada, hanno stilato un manifesto del Lambro (vedi sotto) per rimarcare l’esigenza irrevocabile di rilanciare il territorio brianzolo dal punto di vista ecologico proprio a partire dal fiume e dal relativo parco.

Il programma, come di consueto, prevede un percorso lungo il fiume Lambro che in due giorni (il 25 e il 26 luglio) porta dalla Basilica dei Santi Pietro e Paolo ad Agliate fino alla fonte del Lambro, la Menaresta, in località Magreglio, con deviazione lungo il fiume Bevera e utilizzo del battello ecologico da Bosisio Parini a Pusiano e sosta notturna sulle sponde del Segrino, nel comune di Eupilio.

MANIFESTO DEL LAMBRO


Il manifesto del Lambro è una dichiarazione d’intenti e insieme di lotta in difesa del fiume, del Parco della Valle Lambro e del territorio brianzolo nel suo complesso. I suoi sostenitori sono consapevoli che molti dei punti elencati sono già in essere o comunque oggetto di discussione.

Fiume, affluenti e laghi
1- Il miglioramento della qualità delle acque deve essere continuamente perseguito perché il fiume, gli affluenti e i laghi tornino a essere sorgente vitale per le diverse forme di vita floreali e faunistiche.
2- Fauna e flora autoctone devono essere tutelate e rispettate.
3- Il fiume e i laghi propinqui devono tornare a essere balneabili e devono essere consentite solo forme di navigazione a impatto zero.
4- Gli interventi di valore storico compiuti dall’uomo su fiume, affluenti e laghi propinqui come ponti, chiuse, canalizzazioni devono essere valorizzati e conservati.

Parco
5- Il Parco della Valle del Lambro è un’area di tutela ambientale fondamentale che deve restare aperta a una presenza umana rispettosa del contesto che la ospita. Il Parco non deve essere soltanto difeso contro qualsiasi abuso di tipo ambientale ed edilizio, ma deve essere esteso il più possibile a quelle aree verdi limitrofe che necessitano di una tutela più certa. Il Parco deve perseguire una politica di consumo di suolo “zero” e prevedere la creazione di oasi naturali con accesso limitato.
6- Gli edifici storici e di alto valore archeologico-industriale devono essere portati a nuova vita e messi al servizio della comunità. L’eventuale recupero degli edifici in funzione abitativa deve avvenire nell’assoluto rispetto del contesto e non deve comportare alcuna estensione di superfici edificate né aumenti di volumetria.
7- Le persone che abitano nel parco devono essere coinvolte nella tutela del fiume e del parco. Il Parco deve diventare un contesto in cui sperimentare modelli di vita altamente sostenibili e solidali.
8- Il Parco è un contesto di sviluppo delle conoscenze scientifiche, storiche e artistiche e come tale deve essere valorizzato, promuovendo la fruizione attiva da parte di singoli cittadini, scolaresche, associazioni e appassionati.

Territorio
9- Il Parco della Valle del Lambro è il centro nevralgico da cui partire per un rilancio ecologico e paesaggistico della Brianza.
10- Il Parco deve diventare lo snodo centrale da cui si dipanano corridoi verdi, sentieri ecologici e percorsi di mobilità alternativa sul territorio che raggiungano altre importanti aree di tutela ambientale della zona.
11- Il Parco è una risorsa insostituibile per promuovere forme di turismo sostenibile e a chilometro zero e come tale deve essere valorizzato.
12- Il fiume, gli affluenti e i laghi propinqui, il Parco stesso devono diventare il luogo della memoria storica dell’intero territorio, nonché fonte di benessere per le future generazioni.

Pedemontana, piani B e chimere nel cielo di Brianza

Vignetta di Kap tratta da "Il Cittadino MB"
Comunicato stampa del Comitato NO Pedemontana

Apprendiamo dal sito della Provincia di Monza e Brianza (cliccare qui) che il 14 luglio, nell'incontro svoltosi nella sede della Provincia tra Presidente Ponti, Comuni della Brianza e Assessore Regionale Sorte, è stato ipotizzato un cosiddetto Piano “B” per la realizzazione della Pedemontana, volto a fronteggiare le evidenti difficoltà economiche (già utilizzato oltre l’80% del contributo pubblico per completare il 30% dell’opera) garantendo un completamento parziale.

L'ipotesi prevede una riduzione del tracciato (niente tratta D), la rinuncia alla terza corsia, la limatura di alcune opere accessorie (come il mantenimento dello svincolo di Desio) per realizzare - come si dice nel comunicato della Provincia MB  - la "Pedemontana che serve".

Per noi questo cosiddetto Piano “B” è un maldestro tentativo di salvare il salvabile di fronte alla sproporzione tra un opera faraonica e risorse disponibili nell'immediato pari più o meno a zero. Lo spreco di risorse verrebbe contenuto l'impatto sul territorio appena attenuato. Quanto alla questione dei flussi di traffico che si riverserebbero dalla tratta B1 (in fase di ultimazione) sulla Milano  Meda, (giustificazione della richiesta di completamento della Autostrada in versione ridotta) gli studi  andrebbero forse approfonditi, visto lo scarso utilizzo della tratta A e la fine che hanno fatto BreBeMi e Tem.

E comunque basta non mettere in esercizio la B1 e farla smantellare poi a carico di chi, a vari livelli, si è accanito in questi anni nel portare avanti questo disastroso pasticcio, e semmai si deve promuovere un progetto alternativo e partecipato di mobilità sostenibile.

Certo nel comunicato vengono menzionati il potenziamento del trasporto pubblico e la riqualificazione della viabilità esistente; ma queste cose si possono e si devono fare comunque e non come accessori della Pedemontana.

Per non parlare della questione diossina che - a pochi giorni dall'anniversario del disastro di Seveso - viene appena accennato, ipotizzando un ridotto (???) impatto sull'area ex Icmesa. Come se la presenza di diossina fosse limitata solo a quella piccola zona, mentre invece è ovunque tra Meda, Seveso, Cesano Maderno, Bovisio Masciago e Desio. Ci si risponderà che per quello ci sono le caratterizzazioni dei suoli previste dalla prescrizione 3 del Cipe e l'immancabile Tavolo, in cui gli amministratori chiedono, migliorano, implementano. Ma è evidente che non basta la prescrizione 3 relativo allo smaltimento delle terre inquinate,  perchè questo non ci può proteggere dalla movimentazione - durante i lavori - di enormi quantità di terra e  di polveri intrise di diossina.

Insomma si propone una versione ridotta della Pedemontana; un po' di autostrada, che butti al vento un po' di soldi pubblici, che distrugga un po' di suolo, e inquini un po' l'aria, ed esponga un po' al rischio diossina la popolazione !

Che tristezza. E' di pochi giorni fa la commemorazione del "maledetto 10 luglio 1976" quando le nostre comunità furono travolte dal disastro diossina; ma a quanto pare sotto la retorica di circostanza delle istituzioni non c'è niente.

"Il progresso ha i suoi inconvenienti" diceva il Presidente di Hoffmann Roche quasi quarant'anni fa, commentando infastidito il disastro di cui la sua multinazionale, proprietaria di Icmesa, era responsabile.
Oggi siamo punto e a capo; l'impatto ambientale e i rischi della salute sono appena menzionati, e a prevalere sono solo i conti economici, le "misure" di un'opera che non serve e il voler dimostrare che la politica è ancora capace di portare a casa i famosi "risultati".

Invitiamo gli amministratori locali a cogliere quella che forse è l'ultima occasione (l'attuale impasse economica di Pedemontana) per dare una svolta alla loro azione, smettendola  di inseguire chimere; un tempo era la Pedemontana sostenibile, le mitigazioni, le compensazioni; oggi il tavolo delle caratterizzazioni o il ridimensionamento del progetto; senza che i veri problemi vengano affrontatati, nella ricerca del compromesso per il compromesso. Si accetti la realtà: comunque la si rigiri Pedemontana con tutti i suoi tentacoli (opere connesse comprese) è un inutile ecomostro.

NIENTE COMPROMESSI SULLA NOSTRA SALUTE - L'UNICO MODO PER PROTEGGERE IL TERRITORIO E LA POPOLAZIONE E' FERMARE PEDEMONTANA !

Coordinamento No Pedemontana

domenica 19 luglio 2015

L'Icmesa, la diossina e la Pedemontana


Il 10 luglio 2015 in occasione dei 39 anni dal disastro ICMESA, il coordinamento ambientalista INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE ha attivato una serie di iniziative affinché la memoria sia anche un'occasione utile per informare sull'autostrada Pedemontana e sul connesso rischio diossina.
S'è cominciato con la conferenza stampa di Insieme in Rete con il Sindaco di Seveso Butti cui erano presenti anche Sindaci e Assessori di Desio, Bovisio Masciago, Barlassina, Lentate sul Seveso e Seveso.
Conferenza stampa che non è stata un puro momento rituale ma ha di nuovo comunicato le preoccupazioni e le critiche degli ambientalisti all'inutile autostrada. S'è poi proseguito con una visita guidata alla mostra del "Ponte della Memoria" nel Bosco delle Querce con a seguire l'illustrazione della mostra di Insieme in Rete sulla Pedemontana e il rischio diossina collocata presso la Petitosa di Seveso. Finale con il concerto de "Il Tango della Memoria" a cura di Musicamorfosi.

In conferenza stampa il Sindaco di Seveso Butti ha comunicato la ricezione della revisione del Piano di Caratterizzazione dei suoli delle aree (ex zone A, B, R) interferite dall'autostrada.
Insieme in Rete lo analizzerà in modo puntuale e dettagliato quanto prima.

PEDEMONTANA E DIOSSINA:
DAL PASSATO IL MONITO PER IL PRESENTE

A 39 anni di distanza dall’incidente ICMESA, l’autostrada Salerno – Reggio Calabria del Nord è arrivata alle porte della zona interessata dalla ricaduta della diossina e bussa per entrare.
L’avevamo chiamata Salerno – Reggio Calabria sin dal 2007 e ora non ci consola essere stati lungimiranti – l’autostrada Pedemontana si presenta proprio così: un’opera senza capo né coda che avanza con tempi indipendenti da accordi e normative, squarcia il territorio e lo abbandona ma non si ferma.

E’ accaduto proprio così per la Tratta B1, avviata in tutta fretta nella primavera dello scorso anno,  partita senza copertura economico – finanziaria e, soprattutto, senza le necessarie autorizzazioni da parte del Ministero (che sono arrivate ad opera in stato di avanzamento, e peraltro segnalando la mancata ottemperanza di alcune importanti prescrizioni CIPE) e ora in fase di completamento del solo nastro autostradale e con apertura “annunciata” al prossimo novembre 2015 mentre i paesi che attraversa giacciono esanimi ai suoi lati e le promesse Compensazioni Ambientali, a parziale risarcimento del disastro ambientale perpetrato, sono ancora al palo.

Tutto in un panorama estremamente confuso dove appare completamente persa l’idea di “autostrada europea con ricucitura del territorio” di cui tanto si è parlato nelle varie fasi progettuali e all’inizio dei lavori.
Il Coordinamento Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile continua a vigilare sul territorio, già ferito pesantemente 39 anni fa, e ancora una volta è tornata a far sentire la propria voce in Senato grazie all’intervento del senatore Bartolomeo Pepe che il 9 giugno ha presentato una interrogazione con una cronistoria dettagliata e nella quale si chiede se non sia opportuno fermare l’opera lì dove è arrivata e, con le risorse residue, risanare i danni ambientali prodotti e indennizzare il territorio anche con le opere di compensazione.

Il quesito si pone opportunamente proprio ora che l’ingresso di Pedemontana nel territorio “diossinato” implica una prima fase di indagini – la caratterizzazione – sul quantitativo di diossina ancora presente nell’area, già rilevato nelle precedenti analisi del 2008.

Queste indagini saranno costose e la loro copertura e completezza da verificare, ma ben vengano per fare aprire gli occhi su un rischio  ambientale finora sottovalutato, quello della movimentazione di terra contaminata che può rimettere in circolo la diossina TCDD penetrata nel terreno e lì sepolta.

Se si decidesse di procedere con l’autostrada, sarebbe necessario affrontare un’opera di bonifica molto dispendiosa e impattante sul territorio: un’opera di bonifica che, diversamente da quanto accaduto per il Bosco delle Querce di Seveso e Meda – che ricordiamo è forse l’unica bonifica ambientale di area vasta completata in Italia - non servirà a restituire al territorio danneggiato un ambiente qualificato e vivibile ma farà aumentarne il danno solo per permettere l’ampliamento di un inutile tratto autostradale.
A 39 anni dall’incidente ICMESA, il monito del passato torna a dare la sveglia al tempo presente: invertire la rotta di una ormai desueta idea di sviluppo è l’unica via praticabile per il bene delle future generazioni.

Coordinamento ambientalista INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE

venerdì 17 luglio 2015

Brianz-exit da Pedemontana


Lo scorso martedi la Provincia di Monza e Brianza ha denunciato pubblicamente la crisi di Pedemontana chiedendo alla Regione di ripensare l’opera. Il timore è quello che i lavori si fermino al 30% del tracciato previsto e realizzato (ma per il quale è stato già speso l'80% del contributo pubblico dell'intera opera) scaricando il  peso dell'incompiuta sulle spalle dei comuni: i cantieri della gigantesca infrastruttura sono infatti attestati alle porte della Brianza, salvo nuovi slittamenti a novembre è prevista l'inaugurazione di quella che è stata improvvidamente chiamata 'variante Expo', ovvero la tratta B1 che origina a Lomazzo e termina a Lentate sul Seveso. Un tratto che, collegando il traffico dell'area varesotta con la superstrada Milano-Meda, minaccia di paralizzare completamente questa infrastruttura già più che satura.

Gli amministratori brianzoli, per bocca del presidente della provincia Ponti, non hanno chiesto di fermare Pedemontana, un'infrastruttura che essi stessi a suo tempo avevano sostenuto a gran voce, ma di avere il coraggio di accontentarsi di “quello che serve”, che vuol dire un’autostrada meno lunga (eliminando la tratta finale da Vimercate a Osio di Sotto, parallela sia alla A4 che alla Brebemi), meno larga (due corsie invece di tre: bastano anche per il futuro e sono meglio di nessuna, che è il rischio vero) e quindi meno impattante e meno costosa per chi la deve costruire, per le casse pubbliche e anche per i cittadini.

Legambiente aveva presentato la stessa proposta  al Presidente Maroni il giorno stesso del suo insediamento  allora avevamo parlato di praticare una spending review su progetti autostradali troppo impattanti e costosi per l'ambiente; gli amministratori ora parlano di exit strategy, ma se non si interviene si inizierà a parlare di Briaz-exit da Pedemontana. Se l’idea di ridimensionare il progetto si concretizza, i risparmi potrebbero consentire di affrontare con successo molti ostacoli che ora appaioni insormontabili nel prosieguo dell'opera". Sono molti i problemi sui quali Pedemontana finora ha sorvolato: dai terreni contaminati dalla diossina di Seveso, lungo l'intera tratta da Meda a Desio, all'impatto sul Bosco delle Querce di Seveso, alla necessità di riqualificare la tratta sud della Milano-Meda, che nelle condizioni attuali non può farsi carico di aumenti di traffico indotti dalla Pedemontana, al ridimensionamento del gigantesco svincolo di Desio che non richiederebbe di essere quadruplicato come prevede il progetto a 3 corsie, allo svincolo di Agrate tra la est e la A4 che potrà essere finalmente completato “salvando” il territorio dall’assedio di migliaia di veicoli al giorno. Si eviterebbero poi del tutto gli impatti della tratta terminale sul vimercatese, sul Parco dell’Adda (con un ponte da 1300 metri!) e sull’Isola bergamasca, dove invece si potrebbe razionalizzare la viabilità già esistente.

I conseguenti minori costi andrebbero a garantire le compensazioni, finora mancate, per ridare all’opera la prospettiva che venga completata e che non diventi la palla al piede di Serravalle come dimostra il bilancio 2014 appena approvato: entrate che tornano a salire ma debiti che esplodono per colpa di Pedemontana. "Ora che l'opera è costruita al 30%, con grande sacrificio ambientale e di risorse, è assurdo che la Pedemontana resti incompiuta a danno di tutti o ancora peggio che venga realizzata in trent’anni devastando il territorio come per la Salerno-Reggio. Ma se deve essere completata deve essere, come per la prima volta anche la Regione ha riconosciuto, non “il progetto faraonico” ma “quella che può essere utile”, dopo aver discusso con la comunità del territorio”- dichiara Dario Balotta, responsabile trasporti di Legambiente Lombardia - .

Il Ministro Delrio ha rottamato le pretese faraoniche delle concessionarie autostradali a favore delle piccole opere necessarie avviando il  passaggio 'dalla cultura del fare, alla cultura del fare quello che è utile'.
Se così fosse, ridimensionando il progetto, "Regione Lombardia, Provincia di Monza e società Pedemontana, non farebbero un passo indietro, ma un passo avanti, per una volta nella direzione giusta. Hanno dimostrato di non essere chiusi e bisogna dargliene atto. I tempi sono cambiati  e l’esempio di quanto  avvenuto per BreBeMi e TEM, costrette ad aprire la stagione dei saldi sulle tariffe autostradali per ripianare i loro debiti, sono un errore da non ripetere. Per quanto ci riguarda, Legambiente è disponibile a partecipare senza pregiudizi ad un tavolo che ridiscuta e ridimensioni l’opera" conclude Damiano Di SImine, presidente di Legambiente Lombardia.

"Diossina 2.0" a Seregno


Sabato 25 luglio 2015 - ore 21,30

Diossina 2.0
Seveso, dall'Icmesa alla Pedemontana
Monologo Civile di Massimiliano Vergani


Cinema Estate 2015 - Seregno
c/o Centro Professionale Sandro Pertini
via Monterosa, 4
Ingresso posto unico € 4,00

A volte basta un attimo per scordare una vita, ma alle volte non basta una vita per scordare un attimo.
Jim Morrison


“Questa è una storia di fantasmi. Entità quasi indefinite e molto potenti.
Questa è una storia di mezze verità. Cose mai svelate. Mostri.
Questo è un film horror della peggior specie. Un film nel quale si conosce sin da subito l'assassino, ma
nessuno, proprio nessuno, ha il coraggio di rivelarlo.
Questa, in ogni caso, è una brutta faccenda. Che dura da quarant'anni”.


(MV) “Diossina 2.0” non è l'ennesimo racconto sul disastro dell'esplosione dell'Icmesa di Seveso del 1976, ma racconta il “dietro le quinte” di una brutta vicenda, purtroppo tornata di stretta attualità in seguito al progetto dell'Autostrada Pedemontana lombarda, che dovrà passare sullo stesso territorio già martoriato molti anni fa.
Negli anni è stato scritto e detto tantissimo sul disastro di Seveso: libri, documentari, film, pure spettacoli teatrali. Molto è stato detto, non tutto però. Nessuno ha mai messo in fila, in modo semplice, “raccontabile”, tutti i pezzi di un puzzle che trasferiscono una verità molto più oscura e inquietante di quella che è passata attraverso i mezzi di informazione.

Lo spettacolo è sostanzialmente un'inchiesta che ricostruisce ruoli, responsabilità e scenari che stanno nascosti fra le pieghe del dramma dell'Icmesa e che, oggi, vengono riproposti a causa del progetto dell'Autostrada.

“Diossina 2.0” è un progetto “civile”, un monologo drammatico e documentato. Una frustata per le coscienze, una storia in cui, purtroppo, tutto è realmente accaduto. In una delle zone più ricche ed avanzate d'Italia.

Non è una vicenda locale, perché Seveso '76 è stato il più grave disastro industriale italiano della storia. Tristemente noto in tutto il mondo.

“Questa storia era dentro di me da tanti e tanti anni. L’ho marginalmente vissuta da bambino e quelle sensazioni, quei ricordi non mi hanno mai abbandonato. Cercavo un modo per raccontarla e ora credo di averlo trovato”.

“La mia versione di questa brutta storia è scritta per essere ‘raccontata’, soprattutto ai più giovani, nell’arco di poco più di un’ora, quindi non approfondisce alcune delle tematiche pur importanti legate al disastro della diossina del 1976, che avrebbero sicuramente arricchito di drammaticità il testo, ma lo avrebbero reso meno fruibile, meno incalzante. Ho scelto un taglio molto preciso, che lega il disastro di quasi quarant’ anni fa alla cronaca di questi giorni ed ho raccontato ciò che ho ritenuto più funzionale alla completa comprensione di una vicenda per certi versi inquietante. Il mio è un ‘monologo civile’ che spero possa tener viva la memoria di ciò che è stato e che purtroppo ancora è. Dimenticare il passato è il peggior modo di andare incontro al futuro, e nel mio testo questo aspetto emerge in tutta la sua meschinità”.

“Diossina 2.0 – Seveso, dall’Icmesa alla Pedemontana” è una frustata. Che non viene dalla mia fantasia, ma dalla cruda realtà dei fatti”.

Meda: il cemento non cementa la maggioranza



Riceviamo e pubblichiamo il seguente intervento di Sinistra e Ambiente - Meda

L’approvazione da parte della giunta di Meda del piano attuativo dell’AC4 di via Piave, con la costruzione di tre nuovi capannoni e il conseguente consumo di suolo su un’area verde, libera ed importante che meritava altra destinazione, è l’ultimo atto di una lunga serie che non ci consente più di restare, nemmeno formalmente, in una maggioranza ormai preda delle decisioni di stampo oligarchico attuate dalla giunta monocolore PD, con il supporto acritico da parte dei Consiglieri Comunali del Pd.

Diciamo ultimo atto perché nella realtà degli accadimenti  l’elenco è lungo e contiene tutti i comportamenti del Sindaco Caimi e dei suoi Assessori nel prendere decisioni in modo unilaterale, escludendo a priori qualsivoglia rapporto dialettico con il gruppo di Sinistra e Ambiente,  sin dai primi giorni dall’insediamento.
Macroscopici gli errori commessi sul PGT, a partire dalla sua approvazione il 26-04-2012, senza stralciare gli ambiti di trasformazione così come Sinistra e Ambiente chiedeva.
Errore o decisione presa scientemente ? Difficile dirlo, sta di fatto che proprio per questo, si è concretizzato il piano attuativo sull’AC4 con ulteriore consumo di suolo approvato direttamente dalla giunta e da Caimi che si assumono così la responsabilità del nuovo cemento spalmato sulle aree verdi.
Che dire sull AT1 dell’area ex-Medaspan dove la trattativa con la proprietà (la PABEL spa) è stata condotta praticamente come se fosse un argomento “privato” di un ristretto gruppo se non di un solo individuo.
Nessuna trasparenza, nessun coinvolgimento, nessun confronto sui contenuti di una Variante Parziale (quella sull’AT1) che si avvia ormai alle battute finali della VAS e del primo passaggio (dal risultato scontato) in CC per l’adozione.

Un progetto che ripropone vecchie configurazioni, con una Grande Superficie di Vendita, tanto per usare un altro aggettivo che è però l’equivalenza di un centro commerciale, attorno a cui è costruito un albergo con tanto di area fitnees e benessere. Stralciare gli AT voleva dire fermare il consumo di suolo con la possibilità di ridiscutere con una variante "pulita" e partecipata anche i contenuti dell'AT1.
Nemmeno a livello di cariche istituzionali è stato possibile introdurre cambiamenti di metodo.
A nulla sono valsi i tentativi del nostro Consigliere Comunale di ampliare i momenti istituzionali di confronto proponendo i dovuti approfondimenti  con discussioni in sede di Commissione Territorio e Ambiente su temi quali la pedemontana , i contenuti della variante al PGT, gli ambiti di trasformazione. Dopo due soli incontri sulla pedemontana il Sindaco e l’Assessore alla Pianificazione Territoriale e ai Lavori Pubblici non si sono più resi disponibili al confronto, impedendo nei fatti un lavoro proficuo della Commissione e dimostrando così di avere una visione limitata delle potenzialità operative delle Commissioni consiliari. Risultato: Meda buco nero della trasparenza e dell’informazione.
Poi il recente passato che si fa di nuovo presente con una tassazione oltremisura che ha ignorato i nostri richiami all’attuazione di forme di esenzione per le situazioni di maggiore difficoltà e che si ripropone parimenti con il nuovo Bilancio Preventivo.
Insomma, questo esecutivo ha nei fatti, sempre stoppato qualsiasi proposta avanzata da Sinistra e Ambiente, comprese quelle sul PAES (Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile) e quelle sugli Orti Urbani Condivisi.
Un esecutivo chiuso in se stesso, un gruppo consiliare del Pd e una segreteria che non hanno fatto nulla per tentare di trovare soluzioni che tenessero dentro nelle decisioni da prendere la coalizione nella sua interezza.
Oltre a questo, spesso e  con rammarico, assistiamo alle intemperanze e ai momenti di protagonismo personalista di questo Sindaco che sempre più sta dimostrando di non aver compreso il suo ruolo e di come i gravi problemi di cui è afflitta Meda andrebbero risolti INSIEME, perlomeno con chi gli ha consentito di diventare Sindaco.

Non era quello che auspicavamo quando abbiamo scelto di elaborare insieme al Pd un programma per la nostra città che ci consentisse di amministrare INSIEME.
Per questo abbiamo atteso, prima di formalizzare questa dolorosa scelta, auspicando che qualcuno all’interno della compagine del Pd, sia a livello amministrativo sia a livello politico, si rendesse conto del continuo e costante degenerare dei rapporti di coalizione e, bontà sua, cercasse di fare qualcosa per recuperare. Nulla invece è stato fatto.

Così, dinanzi ad una simile situazione e prendendo atto delle ultime scelte attuate dall’amministrazione  abbiamo deciso d’essere chiari: le scelte che Caimi e il suo esecutivo stanno compiendo non sono da noi condivise, non sono coerenti con  il programma elettorale del centrosinistra al quale noi non possiamo rinunciare.

Come soggetto politico prendiamo quindi le distanze dal PD, rimanendo coerenti con i nostri principi ed il nostro programma, anche se questo significa uscire dalla maggioranza di governo, dove peraltro non ci è mai stato consentito di entrare a pieno titolo.

Il gruppo di SINISTRA e AMBIENTE

Pedemontana e diossina: chi non ha memoria non ha futuro!


Comunicato stampa del Coordinamento No Pedemontana

Cantate uomini la vostra storia: graffiatela sui muri con le unghie se necessario. Ma non rimanete in silenzio; il silenzio si addice alle tombe. ( V. Maiakovskij)

Venerdi 10 luglio di fronte al muro dell’ICMESA di Meda si è svolta l’iniziativa “Quel maledetto 10 luglio…” che il Coordinamento No Pedemontana ha organizzato insieme a Cinema Ambulante e l’associazione BMovies e durante la quale sono state proiettate immagini e interviste che raccontano cosa accadde il 10 luglio 1976 e dopo.

E’ stata una iniziativa riuscita da tutti i punti di vista nei numeri (tra 80 e 100 persone) e nella capacità di coinvolgere tante persone diverse. Non è stata un’iniziativa rituale e tantomeno una commemorazione imbalsamata dove la memoria viene sterilizzata degli aspetti più scottanti e scomodi. Alle immagini inedite girate dall’Ing. Riva sono seguite le testimonianze di chi allora volle battersi per la verità e per l’accertamento delle responsabilità a tutela della salute e della dignità. Temi, questi, universali e attuali, soprattutto oggi che sul nostro territorio incombe un altro “10 luglio”: quello che potrebbero provocare i cantieri dell' opera autostradale  Pedemontana se dovessero aprire e movimentare tonnellate di terra ancora piena di diossina.

Mai come oggi la memoria è uno strumento di consapevolezza per il presente. Mai come oggi si può ben dire chi non ha memoria non ha futuro.

Ringraziamo quanti hanno reso possibile l’iniziativa insieme a noi, a cominciare da Cinema Ambulante e BMovies. Ringraziamo gli amici di No Varesina Bis per il supporto tecnico.

Ringraziamo Marco Riva per aver concesso la visione del video girato da suo padre, Michele Riva; e ringraziamo ovviamente Stefano Cereser, Pierluigi Nobili, Fernando Ragazzon e Nicoletta Meroni per averci parlato – attraverso il video – della loro intensa esperienza di lotta.

Ringraziamo inoltre l’Amministrazione comunale di Desio ufficialmente rappresentata dall’Assessore Borgonovo e l’Amministrazione di Meda e l’Assessore Nava per aver concesso lo spazio.

Ma soprattutto ringraziamo le tante persone presenti, che hanno dimostrato che Seveso non ha dimenticato.

A breve concluderemo la campagna di adesioni per il Muro della Memoria e proseguiremo l’attività di informazione e iniziative per fermare la realizzazione di Pedemontana e scongiurare cosi un altro maledetto 10 luglio.

A questo link il bel servizio andato su Tg 3 Lombardia la sera di sabato 11 luglio (dal minuto 10)

sabato 11 luglio 2015

Acqua, terra ed erbe per la nostra salute con il Comitato Bevere


Domenica 19 luglio 2015 a  Naresso di Besana Brianza ( Loc. La Sbianca) il  Comitato Bevere organizza un momento di festa e ristoro con la possibilità di passeggiare lungo il sentiero “Felice”

Programma
  • ore 10.30 - ritrovo
  • ore 10.45 - Incontro con CORRADO TANZI  ( naturoigienista)
La terra, le piante e l'acqua sono di fondamentale importanza per la vita e contribuiscono a ridare salute.
Bisogna imparare ad utilizzarle.

La partecipazione è aperta a tutti ed al termine seguirà il consueto momento conviviale di ristoro.

N.B. In caso di maltempo, la manifestazione verrà sospesa ed il tema verrà riproposto in una serata che organizzeremo dopo il periodo estivo.

Contributo per il pranzo completo  € 15,00.  Per esigenze organizzative relative al servizio ristoro, è necessario dare conferma entro giovedì 16 luglio 2015

Per informazioni e prenotazioni: tel. segr. 0362 915359 - email: info@comitatobevere.org

Meda avrà tre capannoni in più e un'area verde in meno

Il Piano Attuativo approvato dalla Giunta Caimi
LA GIUNTA CAIMI RESPINGE L'OSSERVAZIONE DEGLI AMBIENTALISTI E APPROVA ALTRO CEMENTO SU MEDA

di Sinistra e Ambiente - Meda


Il 10 luglio 2015 è stata pubblicata sull'albo pretorio del Comune di Meda la Delibera di Giunta n° 144/2015 in cui si RESPINGE controdeducendo, l'osservazione presentata dal coordinamento ambientalista Osservatorio PTCP di MB, dal WWF e da Sinistra e Ambiente.
Nella stessa delibera la Giunta ha approvato il Piano attuativo sull'ambito di trasformazione AC4 di via Piave, così come era configurato nella Delibera di adozione.

La giunta monocolore PD ha quindi tuttala responsabilità politica di concorrere a nuovo consumo di suolo a Meda, Comune già pesantemente urbanizzato e dove sono numerosi i capannoni e le strutture produttive anche di recente edificazione vuote.

La localizzazione dell'AC4
Una responsabilità che arriva da lontano, dalla scelta fatta il 23 giugno 2012 dalla Giunta e dai Consiglieri del PD di approvare il PGT (della precedente amministrazione Taveggia) senza stralciare gli Ambiti di trasformazione consentendo nei fatti la possibilità di presentare Piani Attuativi sugli stessi per poter edificare.

Certo, ora diranno che "s'è limitato per quanto possibile il consumo di suolo con la cessione di alcune aree", che "si sono diminuite le volumetrie" che "era facoltà della proprietà presentare un progetto e che non si poteva fare altrimenti", insomma, le solite giustificazioni.
Però tutto questo non sarebbe avvenuto se nel 2012 il PD avesse approvato il PGT stralciando gli ambiti di trasformazione così come proponeva Sinistra e Ambiente (vedi qui) e anche l'AC4 poteva avere una destinazione d'uso differente, in un contesto di verde urbano

Ora Meda avrà tre capannoni in più e un pezzo di area verde e libera in meno.

Per visualizzare la delibera di Giunta cliccare qui.

Seregno Carioca con Legambiente


Il centro estivo di Legambiente Seregno ha vissuto una settimana ricca di musica brasiliana. Soddisfazione è stata espressa dagli organizzatori: "Abbiamo avuto la fortuna di ospitare un grande maestro Pepe Barcellos, che fa parte del "DUO CARIOCA" e che ha gentilmente seguito 4 incontri la settimana scorsa per arrivare al saggio con tutti i parenti dei bambini che hanno frequentato il centro estivo".

Segnaliamo anche che il DUO CARIOCA si esibirà sabato 18 luglio a Seregno in occasione del cinema all'aperto di via Monterosa.

Pedemontana e la moria dei pesci nel Lura


Comunicato stampa di Domà Nunch

Il Lura, torrente di Saronno, è in secca. Ciò non sorprende a causa delle temperature sopra la media di questo inizio luglio. La spiegazione non sembra però esaurirsi col dato naturale, che per quanto incontrovertibile, non considera il fatto che la portata d'acqua, fino al confine tra le provincie di Como e Varese risultava essere nella media del periodo, mentre a Saronno essa è scomparsa.

Come ventilato dalla stampa locale, che ha raccontato anche della conseguente moria di pesci, l'anomalia potrebbe rintracciarsi nel cantiere dell'autostrada Pedemontana presso Lomazzo, i cui lavori, in queste settimane, hanno intercettato il Lura. Sembra anche che le operazioni, seppur a norma di legge, non abbiano tenuto totalmente conto dell’equilibrio idrografico, causando l'ostruzione o il drenaggio della già scarsa quantità d’acqua.

Inutile sottolineare l'ironia del destino, che proprio in questi primi giorni di insediamento del nostro assessore all'ecologia Gianpietro Guaglianone, ha voluto che il primo rappresentante di Domà Nunch in un'amministrazione comunale si dovesse imbattere in due temi cari e storici del nostro movimento, ossia la tutela delle acque e la Pedemontana.

Ora che la questione è risolta, perlomeno nella sua emergenza, riteniamo sia importante informare circa il lavoro svolto. Guaglianone, nel giorno stesso del suo insediamento, si presentato al cantiere della Pedemontana ottenendo di eseguire un sopralluogo con i tecnici comunali al fine di riscontrare la natura degli accumuli di materiale a cavallo del torrente, cosa che è stata riscontrata, come tuttavia il fatto che ciò fosse eseguito secondo le pur generose leggi vigenti.

Curiosamente, poco dopo la visita, il flusso d'acqua è aumentato, sebbene non abbastanza per fermare la moria di pesci. I vaironi, che avevano recentemente ripreso a popolare il Lura, sono considerati un significativo segnale del miglioramento della qualità dell'ecosistema fluviale.

Guaglianone ha dunque sollecitato la Provincia a eseguire la rimozione delle carcasse dal letto del torrente; si è dunque adoperato affinché i vaironi superstiti fossero tenuti in vita nella pozza di via Tommaseo, alimentandola con acqua della rete idrica cittadina. Una parte dei pesci è stata infine trasferita nel fiume Olona. Qualora non si dovesse presto verificare un aumento del livello dell’acqua, anche i rimanenti verranno trasportati.

Come militanti di Domà Nunch, esprimiamo soddisfazione per la sensibilità del nostro assessore, proseguendo l'impegno a lavorare per il Bello e per l'Equilibrio di cui così tanto ha bisogno il nostro territorio. Restiamo sempre a disposizione e ringraziamo le associazioni che hanno già dimostrato di condividere questi obiettivi comuni; invitiamo ognuno a monitorare la situazione, avvicinandosi con noi a queste importanti ma troppo celate problematiche.

venerdì 10 luglio 2015

Più verde e più parchi in Brianza!


di Pino Timpani, tratto da vorrei.org

Il coordinamento ambientalista Osservatorio Ptcp di MB chiede ampliamenti dei Plis e riduzione del consumo di suolo

Gli ambientalisti di Monza e Brianza hanno presentato, in una conferenza stampa tenuta lunedì 6 luglio presso il Circolo Libertà di Monza, proposte, segnalazioni e allarmi sui temi dell'ambiente e dell'urbanistica in Monza e Brianza. Alla conferenza erano presenti: Gemma Beretta, presidente di Legambiente Seveso, Giorgio Majoli, di Legambiente Monza e Alberto Colombo di Sinistra e Ambiente Meda. L’Osservatorio continua da tempo il confronto sia sul PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) sia sull’argomento Parchi con l’Area Vasta di Monza e Brianza (ex Provincia). Gli ambientasti chiedono ai soggetti istituzionali di accogliere e approfondire le proposte. L'obbiettivo è fermare il consumo di suolo in Brianza e tutelare le aree verdi ancora libere.

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Giorgio Majoli di Legambiente Monza: “ Lo scorso anno il Consiglio Comunale di Monza aveva approvato una variante parziale al Piano dei Servizi e al Piano delle Regole del PGT. La finalità era l’individuazione di aree da inserire nei Plis. Si trattava nel complesso di circa due milioni di mq di aree libere. In gran parte riguardavano l’accorpamento al Plis del Grugnotorto Villoresi. Ma erano presenti anche 790 mila mq per l’adesione al Parco della Media Valle del Lambro. Inoltre la variante prevedeva la riclassificazione di circa cento mila mq di aree in agricole, in linea con le previsioni del Ptcp di MB.

Prosegue Alberto Colombo, Sinistra e Ambiente Meda: “Dallo scorso anno si è saputo ben poco sulla reale adesione a quei Plis. Sappiamo che il Comune di Desio ha avviato un percorso per inserire le proprie aree a verde all’interno del Plis del Grugnotorto Villoresi. Sollecitiamo quindi la conclusione degli iter per adesione ai due Plis. Rivolgiamo all’amministrazione comunale la richiesta che, contestualmente alla verifica di compatibilità del nuovo PGT con il Ptcp, le aree dei due PLIS, citati prima e anche le altre, vengano destinate ad AAS (Ambiti Agricoli Strategici), strumento urbanistico provinciale. In questo modo non si lascia spazio ad interpretazioni dubbie o alla sovrapposizione di retini (Rete Verde e/o Ambiti di Interesse Provinciale) che potrebbero portare ad una ambigua lettura delle carte e dei possibili interventi consentiti. Riteniamo che il vincolo di AAS sia più forte e cogente tra quelli attualmente disponibili.

20150707 osservatorio ptcp

Giorgio Majoli: “Di recente l’amministrazione comunale di Monza ha presentato alla stampa il nuovo Documento di Piano del PGT. Si tratta di una variante generale in riduzione. Tuttavia presenta macroscopiche carenze: non sono ancora stati presentati il nuovo Piano dei Servizi e il Piano delle Regole. Anche l'iter per la VAS (Valutazione Ambientale Strategica) non è stato completato. Senza questi strumenti, purtroppo, è difficile dare un giudizio complessivo sul nuovo piano. Infine, se è pur vero che gli AT (Ambiti di Trasformazione) vengono ridotti nel numero e individuati soprattutto su aree dimesse, alcuni progetti non ci lasciano tranquilli.
Ci riferiamo in particolare ai sette Ambiti compatibili con la Trasformazione (AcT), collocati su aree libere in diverse zone della città: Bettola, Taccona, Guerrina, Novella, Viale delle Industrie. Il più rilevante è il cosiddetto “Parco del Riciclo”, situato nella zona est della città, vicino al cimitero. Li ancora oggi si svolgono attività legate ad alcune lavorazioni di inerti. In particolare la destinazione di questo ambito è fortemente osteggiata dai comitati di quei quartieri, San Donato e Sant'Albino, che ne chiedono una destinazione a verde, tramite una riqualificazione ambientale.
Siamo preoccupati per gli undici Piani Attuativi previsti: sono un numero elevato! Di questi, sei sono attualmente in corso di esecuzione. Se venissero attuate tutte le previsioni edificatorie contenute, a nostro parere ci sarebbe inevitabilmente un peggioramento della situazione urbanistica cittadina. Essendo le destinazioni soprattutto residenziali, ne risentirebbe di conseguenza la vivibilità, condizionata da un incremento dei flussi di traffico e relative ricadute in inquinamento. Va ricordato che che la popolazione di Monza è ferma da 35 anni a circa 120.000 abitanti e che il mercato edilizio è in forte crisi di sovra produzione.
Sosteniamo, quindi, la necessità improrogabile portare a compimento, non solo gli atti di adesione a Plis, ma anche il PGT di Monza. Solo in un quadro complessivo di programmazione urbanistica si può fermare la casualità e la discrezionalità nella scelta degli interventi edificatori e di riqualificazione”.

 20150707 gemma beretta
Gemma Beretta nel Bosco delle Querce

Gemma Beretta, Legambiente Seveso: “Non sono aperte partite importanti solo nel comune di Monza: noi del coordinamento ambientalista Osservatorio Ptcp di MB stiamo intervenendo su diversi versanti. Abbiamo stabilito una relazione istituzionale con la Provincia di Monza e Brianza. In particolare ci siamo incontrati più volte con il consigliere delegato al territorio Domenico Guerriero. Abbiamo avuto conoscenza di altre amministrazioni (Lissone, Meda, Seveso, Villasanta etc) che hanno in programma, o stanno elaborando, varianti ai PGT. In queste situazioni l’osservatorio Ptcp ha presentato suggerimenti e osservazioni sia per evitare ulteriore consumo di suolo, sia per ampliare i Plis esistenti, Brianza Centrale e i parchi regional, Bosco delle Querce di Seveso-Meda.
Da tempo un altro coordinamento a noi affiliato, il Comitato per il Parco Regionale della Brughiera, lavora per raggiungere una tutela di livello regionale sulle zone della Brughiera monzese e comasca. Si sta raggiungendo il risultato consistente nella annessione nel Parco Regionale Groane di queste aree”. Qui il servizio di approfondimento sul tema. 

"A Seregno abbiamo forti preoccupazioni per il Plis Brianza Centrale, istituito nel 2001. La precedente amministrazione aveva palesato l’idea di consentire un ridimensionamento e permettere la realizzazione di box altri manufatti all’interno delle aree del Plis. Idea non ancora smentita dalla attuale amministrazione in carica. Chiediamo alla Provincia di non avallare queste intenzioni".
"Pensiamo sia necessario ampliare il Parco Brianza Centrale, inserendo terreni dei comuni di Carate Brianza, Meda, Albiate, Lissone, Macherio e Sovico così come richiesto da tempo dai gruppi ambientalisti locali. Sono anche possibili ulteriori inserimenti di aree di pregio naturalistico e paesaggistico per realizzare connessioni trasversali est-ovest dei parchi esistenti, Plis Molgora e Rio Vallone. Bisogna puntare a un maggior grado di tutela delle aree verdi tra Bernareggio Carnate e Ronco Briantino”. Qui il servizio sul progetto PANE.

Per leggere il testo integrale del Comunicato Stampa cliccare qui.

domenica 5 luglio 2015

Pedemontana e diossina: dal passato il monito per il presente


10 Luglio 1976 - 10 Luglio 2015

A 39 anni di distanza dall’incidente dell’ICMESA di Meda che provocò la fuoriuscita di una nube di diossina TCCD, sostanza tra le più tossiche mai rilasciata nell’ambiente, un territorio ferito dall’inquinamento è di nuovo in pericolo: l’Autostrada Pedemontana potrebbe risollevare il problema diossina e dalle autorità competenti non ci sono ancora notizie certe su come verrà affrontato questo rischio.
 

Nel giorno della ricorrenza dell’incidente del 1976 ne parliamo insieme e proponiamo una visita guidata al Percorso della Memoria nel Bosco delle Querce di Seveso e Meda e, a seguire, dopo la visita alla mostra su Pedemontana e diossina, invito al concerto “Il tango della memoria”  presso Villa Dho di Seveso.

PROGRAMMA

VENERDI’ 10 LUGLIO 2015

Ore 16.30
Centro visite Parco Naturale Regionale del Bosco delle Querce via Ada Negri  - Seveso
Conferenza stampa sullo stato dell’arte del progetto dell’Autostrada Pedemontana. Intervengono il Sindaco di Seveso, Paolo Butti, Alberto Colombo, coordinamento Insieme in Rete, Gianni del Pero, WWF Lombardia e Insieme in Rete, Gemma Beretta, portavoce di Insieme in Rete e presidente Circolo Legambiente Laura Conti di Seveso

Ore 17.15
Centro visite Parco Naturale Regionale del Bosco delle Querce via Ada Negri  - Seveso
VISITA GUIDATA LUNGO IL PERCORSO DELLA MEMORIA a cura di Legambiente

ore 18.30
Centro Ricreativo LA PETITOSA Via dei Castagni 1, Seveso (PARCO DHO)
VISITA GUIDATA ALLA MOSTRA PEDEMONTANA E DIOSSINA
a cura del coordinamento  INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE

dalle ore 19.00
Villa DHO, via dei Castagni 1, Seveso (PARCO DHO)
CONCERTO “IL TANGO DELLA MEMORIA” a cura di MUSICAMORFOSI nell’ambito della stagione Suoni Mobili

Le iniziative di luglio all'oasi Lipu di Cesano Maderno


10 e 17 luglio, ore 21
VISITE GUIDATE NOTTURNE IN OASI: “I VENERDI’ NEL BOSCO”
In ciascuna serata i volontari Lipu, dopo una breve presentazione sulla fauna presente in Oasi, accompagneranno i visitatori in una passeggiata alla ricerca di civette, allocchi e di altri piccoli abitanti del bosco. 
Donazione a partecipante, per singola serata: € 5; bambini e Soci LIPU € 3.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA, POSTI LIMITATI.
Per maggiori informazioni: tel 0362.546827


Domenica 12 luglio, ore 9.30
VISITA GUIDATA: “PIC-NIC SUL PRATO”
I partecipanti potranno scoprire le numerose specie vegetali presenti nell’Oasi naturalistica di Cesano Maderno. E dopo le fatiche della mattinata si pranzerà tutti insieme nel prato accanto al centro visite (pranzo a carico dei partecipanti).
Il ritrovo è fissato presso il Centro Visite “Langer” 15 minuti prima della partenza.
Durata attività max 3 ore. 
Donazione a partecipante: € 3,50; bambini e Soci LIPU € 2.
GRADITA PRENOTAZIONE


Domenica 26 luglio, ore 9.30
VISITA GUIDATA: “MICROCOSMO (MAXIAVVENTURA)”
I partecipanti potranno scoprire le numerose specie vegetali e animali presenti nell’Oasi naturalistica di Cesano Maderno. In particolare si focalizzerà l’attenzione sulla microfauna, poco visibile ma fondamentale per l’ecosistema bosco.
Il ritrovo è fissato presso il Centro Visite “Langer” 15 minuti prima della partenza.
Durata attività max 3 ore. 
Donazione a partecipante: € 3,50; bambini e Soci LIPU € 2.
GRADITA PRENOTAZIONE

Missaglia: "Nutrire il pianeta. Un grande passo verso la pace"


Il 3 e 4 luglio 2015 presso l’Ex Convento della Misericordia di Missaglia si sono svolte due giornate di condivisione, riflessioni e progettazione sul tema “Nutrire il pianeta. Un grande passo verso la pace”  a cura del Consorzio Brianza che Nutre e con il patrocinio di Expo 2015.

Sabato 3 luglio dopo il saluto di benvenuto del Sindaco di Missaglia Bruno Crippa, ha aperto il convegno Rosadele Galbiati,  presidente del Consorzio Brianza Che Nutre “Alcuni dati ci dicono che 800 milioni di persone nel mondo non hanno cibo a sufficienza, questo sta a significare che le politiche di sviluppo a livello internazionale hanno mancato l’obiettivo. Il Cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, per otto anni alla guida di Caritas Internationalis sostiene  che <> e che la fame si vincerà con i piccoli agricoltori cui mancano risorse (terra, semi, tecniche, prestiti, accesso ai mercati) perché stiamo assistendo allo spettacolo delle multinazionali del cibo che firmano contratti con i Governi dei paesi più poveri, si accaparrano le terre costringendo la gente ad abbandonare le campagne e a rifugiarsi nelle favelas delle città. Di contro finora nel cosiddetto mondo occidentale il mondo dell'economia ha preferito creare un bisogno di consumismo sfrenato e di spreco vergognoso, infatti un recente studio dell’Università di Milano Bicocca e della Federazione medici pediatri della Lombardia rivela che il 30% dei bambini brianzoli tra i 6 e gli 11 anni supera i limiti di peso per l’età, che il 20% è in netto sovrappeso e il 6% è obeso.”

Flavio Domenico Ronzoni, storico, docente e giornalista,  ha tracciato un ponte ideale  Expo 1906 e 2015 attraverso la figura di Ernesto Teodoro Moneta, unico Premio Nobel italiano, personaggio dimenticato e purtroppo trascurato,  sepolto a Missaglia, sostenitore della costruzione del Padiglione della Pace in contrapposizione a quello delle armi e dei cannoni. Un padiglione utopistico perche già iniziava la corsa agli armamenti. Otto anni più tardi sarebbe scoppiata la prima guerra mondiale. “Moneta partecipò all’Unione Lombarda per la Pace con un’attività trentennale fatta di congressi, conferenze, pubblicazioni, con messaggi antimilitaristi e pacifisti, nella convinzione che i libri e i giornali fossero strumenti di educazione per i popoli.“

Vittorio Mariani, docente di pedagogia presso l’Università Cattolica a Milano e presidente nazionale del Movimento Laicale Guanelliano ha sviluppato il rapporto tra fame e pace in tre punti partendo dall’attualità di Pacem in Terris, Lettera Enciclica di Giovanni XXIII del 1963. Innanzitutto parlando di diritti, quelli veri, come il diritto all’esistenza, all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, al riposo, alle cure mediche, ai servizi sociali e alla sicurezza.  “Oggigiorno assistiamo ad una confusione totale e all’oblio di questi fondamentali diritti e l’affermarsi sempre più dell’edonismo.” Ha poi sviluppato i temi della verità, giustizia, amore, libertà e di quanto essi siano diventati valori vuoti, senza sostanza. E per concludere ha discusso dello sviluppo integrale della persona, dall’educazione motoria a quella dell’intelletto, da quella affettiva a quella religiosa. Per formare uomini e donne che sappiano godere di una libertà autentica fatta di educazione al dialogo, alla solidarietà, alla cooperazione, al senso di giustizia.

E’ intervenuto in chiusura Padre Kizito Sesana, con una panoramica sulla sua Africa. “Un paese per essere indipendente deve essere in grado di produrre il cibo altrimenti si crea una pericolosa dipendenza da terzi. Purtroppo in Africa si è verificato uno sviluppo di progetti fondati su economie sbagliate, perché non basate sulla produzione alimentare. Come in Zambia, paese con un enorme potenziale agricolo, ma che al contrario, ha investito risorse economiche nell’estrazione del zinco e con il crollo dei mercati si è ritrovato in ginocchio.“
“La guerra arruola gli affamati” prosegue il missionario lecchese “Al-Shabaab in lingua somala Movimento di Resistenza Popolare nella Terra delle Due Migrazioni» (MRP), è un gruppo insurrezionalista islamista attivo in Somalia. Recluta ragazzini, poco più che bambini, per un piccolo pasto al giorno. L’alternativa è la fame, la malattia, la morte. Non solo la guerra strumentalizza il cibo. Anche il Movimento di Liberazione usava la distribuzione del cibo per condizionare la gente e portarla dalla propria parte, così come alcune organizzazioni internazionali facevano ‘politica’ aiutando le fazioni per simpatie e somministrando cibo là dove c’erano i capi che obbedivano alle loro direttive, mentre altre zone restavano dimenticate. Le guerre e le rivolte nascono perché lo stato confisca le terre, fonte di alimentazione, e le stesse sono anche obiettivo di bombardamenti continui  proprio per impedirne la coltivazione e diffondere terrore. Anche l’acqua è mal distribuita e quindi motivo di conflitto, pensate che l’Egitto in virtù di un vecchio trattato è ancora l’unico utilizzatore delle acque del Nilo mentre gli stati confinanti con il lago Victoria ne hanno il divieto.
In Africa, si stanno sempre più diffondendo coltivazioni di terre acquistate e gestite da compagnie cinesi o arabe, che utilizzano le terre fertili per produrre ed esportare direttamente tutto il raccolto nei loro paesi. Nairobi con i suoi sei milioni di abitanti versa in una povertà assoluta e molte famiglie non possono dare da mangiare ai loro figli. I ragazzi e le ragazze di strada sono circa 150.000 dormono sui marciapiedi, lasciano la famiglia volontariamente perché si rendono conto di essere un peso per i genitori che non hanno cibo a sufficienza per tutti i figli. Appena raggiungono la consapevolezza di questa triste realtà, si rendono autonomi, vivendo alla giornata, tra la dipendenza alla colla e alla benzina, le malattie come l’ Aids, il degrado, e spesso non raggiungono i 30 anni.
La ridistribuzione del cibo è davvero la condizione per avere un mondo più giusto per tutti. Le comunità africane vivevano fondamentalmente in armonia con le altre comunità e la natura. La struttura sociale della tribù è stata distrutta e sostituita dalle regole occidentali, lo stato è visto come qualcosa di esterno, che non fa parte di loro.”


Al termine del convegno è seguita la cena povera, con un menù ispirato alla semplicità e sobrietà, alla quale hanno partecipato un’ottantina di persone, cenando con i prodotti del territorio del Consorzio Brianza che Nutre. Il ricavato è stato devoluto a favore di Padre Kizito.

La tavola rotonda del 4 luglio è stata dedicata alla costruzione di un’iniziativa benefica a favore della popolazione africana dove è già attivo l’impegno del missionario lecchese, che ha parlato della sua comunità  e dei suoi 450 ragazzi, molti disabili, provenienti dalla strada. Lui li accoglie, li sfama, provvede alla loro educazione e formazione scolastica e professionale, per renderli autosufficienti e garantire loro un futuro.
“Nairobi è un cimitero di progetti avviati ed abbandonati. E’ importante che in Africa i progetti una volta realizzati siano seguiti e curati, con  il trasferimento di know how, quindi conoscenze e competenze, a medio termine.”

Nelle due giornate del convegno le stanze dell’Ex Convento hanno ospitato la mostra “Le tredici sedie mai dipinte nell’Ultima cena di Leonardo”.

sabato 4 luglio 2015

Seregno: sette associazioni chiedono di abbandonare la cattiva strada

L'area interessata (vista da via Milano)
Sette associazioni del territorio (Comitato per l’ampliamento del Parco Brianza Centrale, WWF Comitato Groane, Legambiente Seregno, Coordinamento ambientalista Osservatorio PTCP, Associazione “Dare un’anima alla città”, ACLI di Seregno Circolo Leone XIII, Associazione Culturale “Punto Rosso”) si sono unite per cercare di salvare dalla cementificazione un'area verde compresa tra le vie Milano, Toselli e allo Stadio.

Il complesso commerciale che andrebbe a realizzarsi (vista da via Milano)
L'attuale PGT (Piano di Governo del Territorio) prevede su quest'ambito l'edificazione di un nuovo fabbricato commerciale di 1000 mq e la realizzazione di un parcheggio di circa 90 posti auto. La previsione del PGT viene ulteriormente peggiorata dal Piano Attuativo (PAc-1) approvato negli ultimi giorni della Giunta Mariani.

Rendering della nuova struttura con i parcheggi e la strada di ingresso da via allo Stadio
Su di esso le associazioni hanno presentato nei giorni scorsi all'amministrazione comunale una serie di osservazioni.

Secondo le associazioni: "La previsione del PGT, già negativa, viene ulteriormente peggiorata dal Piano Attuativo approvato dalla Giunta. Infatti il progetto spezza e riduce la superficie rimasta a verde con una strada d’accesso alla nuova struttura commerciale e di ristorazione. Questa significativa modifica (la realizzazione della nuova strada) avrebbe reso necessaria la procedura di variante al PGT, quindi di competenza del Consiglio Comunale, non consentendo la semplice approvazione del Piano Attuativo da parte della Giunta."

Inoltre: "Tra la documentazione della delibera di Giunta risulta mancante lo studio sulla mobilità ed in particolare sugli effetti del traffico generato, obbligatorio per il progetto di nuova apertura di una media struttura di vendita, quale andrebbe ad istallarsi nell’area."

Altre osservazioni sono invece tese a tutelare l’integrità dell’area verde e la sua naturalità.

La fascia alberata lungo via allo Stadio
Le associazioni ricordano infatti che: "L’area verde prevista dalla scheda d’ambito PAc-1 fa parte della Rete Ecologica Comunale come punto d’appoggio della rete di connessione. È evidente che interrompere la sua continuità con una strada contrasta appunto con gli scopi della rete di connessione. È inoltre importante, a nostro parere, che in quest’area venga conservata l’alberatura esistente, anche se non di pregio, che venga evitata qualsiasi impermeabilizzazione del suolo e che non venga consentita la posa di cartelli pubblicitari o similari."


Per consultare la delibera di Giunta e la relativa documentazione riguardante il PAc-1 cliccare qui.