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sabato 27 maggio 2017

La Brianza scomparirà sotto una colata di cemento


La Lista per Biassono, con il suo Consigliere Comunale Alberto Caspani, ha informato il coordinamento ambientalista de l'Osservatorio PTCP dell'avvenuta approvazione nel CC del 2 maggio 2017 di un Masterplan concernente previsioni edificatorie sulla porzione biassonese di un'area sovraccomunale oggetto di piani di trasformazione.
Una prima ricerca a mezzo di accesso agli atti nei comuni interessati ha evidenziato che da circa un anno è stato attivato presso la Provincia di MB un tavolo di discussione ai fini della procedura d'intesa (art. 34) prevista nel Piano Territoriale di Cooordinamento Provinciale (PTCP) con i Comuni di Biassono, Vedano al Lambro, Lissone e Monza.
Oggetto della discussione, l'intenzione, riportata anche nei PGT, di operatori privati di edificare su aree ancora libere facenti parte degli Ambiti di Interesse Provinciale (AIP) nella fascia di confine dei comuni sopracitati.
Si sono tenuti già 3 incontri e sono risultate palesi le pressioni esercitate in particolare dalle amministrazioni di Vedano e di Biassono affinchè l'intesa sia concretizzata, possibilmente "al ribasso" (poche compensazioni ambientali, poca riduzione volumetrica e poche fasce di ricostruzione del verde).
A Biassono, a guida Lega Nord, la maggioranza ha dunque approvato il Masterplan che delinea le previsioni d'interventi consentiti sui terreni ricadenti nei confini comunali biassonesi.
Sono interventi preoccupanti. Si tratta di una colata di cemento costituita da capannoni ad uso produttivo industriale, commerciale e terziario direzionale con due torri di 10 piani e un certo grado di "libertà" nella configurazione dei lotti.
L'intervento, suddiviso in due fasi, dovrebbero sorgere a ridosso dell'ipotetica SP6, strada facente parte della viabilità complementare dell'autostrada Pedemontana Lombarda.
Sugli altri comuni i dettagli di quanto previsto negli AT non ci sono ancora noti.
Complessivamente per l'area AIP interessata si tratta nel complesso di 429.700 mq di CONSUMO DI SUOLO pari al 31% della superficie ancora non urbanizzata (1.391.644 mq su 1.939.440 totali) distribuiti come segue:

  • 129 000 mq su Vedano al Lambro rispetto ai 258.333 mq liberi
  • 257.036 mq su Biassono rispetto ai 293.875 mq liberi
  • 42.836 mq su Lissone rispetto agli 828.364 mq liberi
  • 0 mq su Monza dove sono previsti Servizi (che non fanno consumo di suolo ndr) su 11.072 mq liberi.
E' evidente che gli interventi più pesanti riguardano i Comuni di Biassono e di Vedano.
Il 26 maggio 2017, per accendere i riflettori sull'ennesimo pericolo di consumo di suolo per questa zona della Brianza, già pesantemente urbanizzata e sulle debolezze costituite dalla normativa provinciale sugli AIP, il coordinamento ambientalista Osservatorio PTCP ha tenuto unitamente con la Lista per Biassono (che in CC s'è espressa contro il Masterplan) e la partecipazione della Lista LabMonza una conferenza stampa distribuendo il seguente comunicato.



BRIANZA: FERMIAMO IL CONSUMO DI SUOLO!

Capannoni sfitti e aziende in condizioni precarie. L’area industriale di Biassono non ha bisogno di nuovi Masterplan, né di colate di cemento, ma di un  rilancio economico fatto aiutando le realtà esistenti, valorizzando gli ultimi terreni rimasti liberi inserendoli nei parchi del Grugnotorto e della Brianza Centrale. Si realizzerebbe così una cintura verde in linea con le indicazioni europee sulla creazione di barriere di mitigazione ambientale, dando altresì ai cittadini e ai proprietari dei lotti interessati la possibilità di sviluppare attività redditizie di carattere ecosostenibile.
Biassono, oltre ad avere un indice di consumo di suolo insostenibile (67%), fa parte della Provincia più cementificata d’Italia. Eppure si continua a pensare e a volere nuove e inutili edificazioni.
L’attuazione del Masterplan di Biassono, presentato dallo Studio Archetipo per costruire sui terreni del Consorzio Blasionum West Promotion, è il primo passo di una più vasta operazione edificatoria che interessa anche i Comuni di Vedano al Lambro, Lissone e Monza.
Un ulteriore colpo che ci priverebbe di aree libere e verdi essenziali per gli equilibri ambientali e per la valorizzazione paesaggistica del territorio.
In questa rincorsa al cemento, trovano conferma anche i timori dei gruppi ambientalisti aderenti all’Osservatorio PTCP di Monza e Brianza che da tempo giudicano insufficienti le tutele per il territorio previste nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) soprattutto in relazione agli Ambiti di Interesse Provinciale (AIP).
E’ proprio nelle aree classificate come AIP che ricade l’intervento del Masterplan per il quale è previsto solo l’obbligo d’una procedura d’intesa con la Provincia. Un intesa che consentirebbe solo parziali compensazioni ambientali e qualche riduzione di volumetrie, permettendo comunque l’edificazione e il consumo di suolo.
Solo la voce dei cittadini può allora bloccare questa colata di cemento che non porta benefici pubblici, ma finisce per arricchire i pochi e soliti noti.

SERVE UN REFERENDUM PER DIRE NO ALLA CEMENTIFICAZIONE DI BIASSONO E DELLA BRIANZA

Contro l’emergenza Masterplan, è oggi necessario che i biassonesi prendano posizione. Dopo l’approvazione della “Valutazione di procedibilità e ammissibilità della proposta di Masterplan per l’attuazione dell’ATR1”, la delibera che il 2 maggio scorso ha dato il via al disegno di cementificazione degli ultimi 300mila metri quadrati verdi al confine col Comune di Lissone (con volumetrie non inferiori al milione di metri cubi), non resta che l’indizione di un referendum consultivo: strumento previsto dall’articolo 25 (Capo VI) dello Statuto Comunale, ma pienamente efficace in presenza del relativo regolamento (che dovrà essere adottato quanto prima, essendo Biassono inadempiente alle procedure fissate nello Statuto e in base alle quali il regolamento andava approvato entro un anno dal 2004).
Lista per Biassono, appoggiata da tutte le associazioni che compongono l’Osservatorio PTCP di MB, intende costituire un comitato referendario aperto per chiedere ai cittadini di pronunciarsi contro un progetto inutile, devastante per l’ambiente e sul quale pende oltretutto un ricorso al Tar.
Secondo le disposizioni dell’articolo 25 dello Statuto Comunale, per andare al voto occorre raccogliere un quinto delle firme degli elettori biassonesi (inclusi i ragazzi fra i 16 e i 18 anni), pari a circa 2000 sottoscrittori. 

E la risposta dovrà essere un “NO” senza appelli:
  1. NO a costruire nuovi edifici industriali e commerciali su una superficie coperta massima di 90mila metri quadrati (40+50 in due fasi distinte) e 180mila di superficie lorda di pavimento (60+120);
  2. NO alla scomparsa del confine naturale di divisione fra i Comuni di Biassono, Lissone, Vedano e Macherio, saldando i nostri territori in un’unica grande periferia urbanizzata da Milano al cuore della Brianza;
  3. NO all’alterazione delle già precarie condizioni climatico-ambientali del nostro territorio (surriscaldamento delle temperature medie, riduzione dell’abbattimento delle polveri sottili, perdita dell’habitat di riproduzione e attraversamento avi-faunistico);
  4. NO allo sfregio paesaggistico degli ultimi spazi liberi e verdi.
Lista per Biassono
Coordinamento ambientalista Osservatorio PTCP di MB


 

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