PAGINE

domenica 30 dicembre 2018

Il falso ed il vero Palazzo Landriani di Seregno

Il palazzo del Comune di Seregno, erroneamente attribuito ai Landriani Caponaghi
La sede storica del Comune di Seregno in Piazza Libertà viene abitualmente chiamata "Palazzo Landriani Caponaghi"; tale denominazione risulta errata in quanto il palazzo non è mai appartenuto a tali famiglie, ma fu costruito ex-novo tra il 1862 e il 1863 su progetto dell'ing. Ercole Seves.

Per costruire il nuovo municipio "su un terreno di proprietà di Francesco Trabattoni e del nobile Paolo Caponago" [1] si dovette procedere alla completa demolizione della casa a corte, appartenente ai Caponago e prima ancora ai Landriani, esistente su tale area ed abitata da contadini [1][2].

Palazzo Landriani, ora Casa Prepositurale
Sul lato sud della stessa piazza, non a caso una volta chiamata Piazza Landriani, si affaccia il vero Palazzo Landriani, ora per la maggior parte adibito a casa prepositurale [3]. Palazzo Caponago sorgeva, invece, all'incrocio tra le attuali vie Cavour e Matteotti e venne abbattuto, per far spazio ad un nuovo condominio, intorno al 1960 [4].

Palazzo Caponago, demolito intorno al 1960
Alla luce delle informazioni storiche citate, in gran parte note da tempo, non comprendiamo perchè si continui a chiamare in modo errato il palazzo municipale di Piazza Libertà.

Note:
[1] G. Colombo, Con l'unità d'Italia al borgo serve un municipio, in Seregno. L'immagine della città storica, Seregno 1992, pp. 224-231
[2] C. Ballabio, Z. Celotto, Corti e contrade. Il borgo di Seregno dal XVI al XX secolo, Seregno 2017, pp. 146-157
[3] C. Ballabio, Z. Celotto, I Signori di Seregno dal XVI al XVIII secolo, Seregno 2018, pp. 90-101
[4] Ivi, pp. 74-81

giovedì 27 dicembre 2018

Inutile Pedemontana. Gli aggiornamenti di fine anno

a cura di Sinistra e Ambiente - Meda e Legambiente circolo "Laura Conti" - Seveso

Dopo la richiesta di accesso agli atti, esaudita il 22 novembre 2018 dal Comune di Seveso e l'incontro con il Sindaco di Cesano Maderno il 29 novembre 2018, abbiamo atteso per avere una completezza documentale tale da consentire un aggiornamento sull'argomento Autostrada Pedemontana Lombarda.

Come è noto, la soc. Autostrada Pedemontana Lombarda ha elaborato la Perimetrazione delle zone contaminate da Diossina TCDD che dovrebbero essere sottoposte a bonifica. La perimetrazione lascia fuori le aree con concentrazioni d'inquinante inferiore ai 100 ng/kg (cioè inferiore al limite industriale) ed è inoltre predisposta sulla base del progetto definitivo 2009 aggiornato nel 2012, non tenendo conto di un nuovo definitivo in studio nè tantomeno di un ESECUTIVO inesistente.

A luglio 2018, la società ha poi chiesto di effettuare 15 campionamenti per analisi chimiche aggiuntive al fine di escludere dalle aree perimetrate le superfici sotto il sedime d'asfalto dell'attuale superstrada ex SS35, incluse inizialmente nella perimetrazione perchè frutto di elaborazione secondo il principio dei "poligoni di Thiessen". I punti di prelievo di campioni di suolo sono localizzati nei Comuni di Meda, Seveso e Cesano Maderno.

La soc. APL avanza l'ipotesi che sotto l'asfalto non vi può essere contaminazione poichè l'asfalto stesso ha impedito, quale barriera fisica, la penetrazione nel terreno della Diossina TCDD.
Secondo APL, "la nuova campagna di indagine avrà, quindi, come obiettivo quello di verificare la possibilità di ridurre l’estensione dei poligoni contaminati e quindi dei futuri quantitativi di terreni da rimuovere, riducendo così non solo i costi del futuro intervento di bonifica, ma anche gli impatti delle attività connesse alla bonifica sulle aree circostanti".

Dopo comunicazione a Regione Lombardia D.G. Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile U.O. Tutela Ambientale Struttura Bonifiche e Siti Contaminati, A.R.P.A. Lombardia Dipartimento di Monza e Brianza, Provincia di Monza-Brianza Settore Ambiente, ATS Brianza, Comune di Cesano Maderno, Comune di Seveso, Comune di Meda e le successive osservazioni avanzate da ARPA e dal Comune di seveso, in data 31-8-2018, Regione Lombardia ha dato il nulla osta per le 15 analisi integrative (3 nel Comune di Meda, 6 nel Comune di Seveso e 6 nel Comune di Cesano Maderno) come da mappa allegata.

All'oggi, non si conoscono gli esiti di tali campionamenti, probabilmente non ancora effettuati.

https://photos.google.com/share/AF1QipOPlkSAdBX0oUa54BKN34SHoQiC6xTBuHtpju6exoa6RLVE4yA8tS5gcqBw-EFxiA/photo/AF1QipPp1PDQ59UFelCsada_4dYs9aAZw3aZTJFMG6BC?key=dlhVN1RTUXZzd3VlZ0FUckFTeUk5anNwcmpWX1ZR

La seconda parte dell'aggiornamento riguarda l'incontro del 24 ottobre 2018 tra APL e CAL e le Amministrazioni della tratta B2 tenutosi in Regione Lombardia.
Al tavolo tecnico v'era la presenza di Regione Lombardia, della Provincia di MB, Comune di Barlassina, del Comune di Cesano Maderno, del Comune di Meda, del Comune di Bovisio Masciago mentre erano assenti Seveso e Lentate.

L'incontro verteva sui contenuti del nuovo progetto definitivo 2018, che risulta ancora in fase di elaborazione e di cui non è stata distribuita documentazione ma sono solo state illustrate alcune bozze.

APL ha lì comunicato che è "stimato che si possa bandire la gara e sottoscrivere il contratto con il Contraente Generale per le Tratte B2 e C entro il 2019, redigere il progetto esecutivo (6 mesi, oltre 2 per la sua approvazione) e avviare i lavori entro il 2020."  Tutta questa partita è ovviamente legata alla chiusura ENTRO UN ANNO, a partire dall'avvenuta registrazione alla Corte dei Conti dell'Atto Aggiuntivo n° 2, del Piano Economico Finanziario trovando uno o più finanziatori privati. Allo scopo, come è noto è stato pubblicato ed esperito da APL un AVVISO di CONSULTAZIONE DI MERCATO (ne abbiamo scritto qui) a cui hanno risposto (secondo APL) 11 soggetti.

Nel report dell'incontro del 24 ottobre 2018 è definito che per la Tratta B2 "si dovranno preliminarmente completare i lavori di bonifica delle aree ex Icmesa". Al riguardo APL, nel mese di giugno 2018, ha pubblicato la procedura di gara per l'affidamento del progetto operativo di bonifica delle aree, per la quale sono pervenute due offerte che sono state oggetto oggetto di valutazione da parte della commissione ministeriale. Dopo la valutazione, il 12 dicembre 2018 la Commissione ha proposto l'affidamento dell'incarico per il piano Operativo di Bonifica ad HPC Italia srl.

Il progetto, una volta redatto, dovrà essere oggetto di approvazione in sede di Conferenza di Servizi, mentre le attività di bonifica verranno effettuate dal Contraente Generale delle Tratte B2 e C.
Rispetto alla richiesta delle Amministrazioni comunali di procedere con la realizzazione delle opere viabilistiche connesse alla Tratta B2 in anticipo rispetto alla cantierizzazione della stessa, APL ha escluso che si possa fare, rimandandola al più ad una realizzazione contemporanea con i lavori per la B2.

Tutto rimane quindi in una fase di stallo ed è evidente che risulterà determinante la volontà del governo di stralciare o confermare l'autostrada Pedemontana Lombarda dall'elenco delle infrastrutture "strategiche".

All'oggi, si è ancora in attesa dell'analisi costi/benefici e una decisione in merito rispecchierà evidentemente anche i reali rapporti di forza tra le due componenti politiche del Governo.
Come gruppi ambientalisti che da anni si occupano della Pedemontana Lombarda, non ci stanchiamo di ribadire che rinunciare al completamento di un'infrastruttura inutile, dispendiosa e impattante per ambiente e territorio è l'unica soluzione percorribile.

domenica 23 dicembre 2018

Befana 2019 sul fiume Lambro


Agliate 5 gennaio 2019, ore 18:30

...IL GIOCO SI RIPETE ANCORA
E A NOI TOCCA RIPRENDERE LA PAROLA...

a cura della C.C.A. 
e del Comitato per il diritto al Mito/Festa del Bambino


In collaborazione con la gente della Valle del Lambro, Casa di Emma, Coop. Demetra, Croce Bianca Brianza, Protezione Civile Carate/Verano, i giovani richiedenti asilo ospiti a Carate, Legambiente Seregno, Fondo solidarietà Hope - Rete Bonvena, Casa amici di Betania, Comune di Verano Brianza, Comune di Carate Brianza.

Con il patrocinio e il contributo dei Comuni di Besana in Brianza e di Sovico.

Con il patrocinio dei Comuni di Veduggio con Colzano, Albiate, Briosco, Giussano, Macherio, Triuggio e Vedano al Lambro.

Con il patrocinio e l'adesione di Regione Lombardia, Provincia di Monza e della Brianza, Legambiente, Consorzio Comunità di Brianza, Parco Regionale Valle del Lambro, Emergency Gruppo Monza Brianza

La scelta sbagliata di Trenord

di Dario Balotta, Presidente Osservatorio Liberalizzazioni Infrastrutture e Trasporti

La soppressione di 150 treni giornalieri di Trenord sono una scelta sbagliata, all’azienda servirebbe invece una profonda riorganizzazione produttiva sia nella manutenzione dei treni che nella delicata organizzazione dei turni di macchinisti e capi treno. Non solo ma con una domanda di trasporto pubblico che cresce essa andrebbe assecondata con più treni anche per l’emergenza ambientale incombente.

Per il presidente dell’Osservatorio Trasporti Dario Balotta il piano d’emergenza di Trenord è sbagliato sia nel merito che nel metodo di affidamento dei servizi sostitutivi. Per questo Balotta ha preso carta e penna ed ha inviato un esposto all’Anac chiedendo chiarimenti circa le modalità di scelta delle aziende automobilistiche che sostituiranno con autobus i treni per 6 mesi. L’ONLIT sostiene che la normativa europea fissa una serie di soglie minime che si applicano agli appalti pubblici che superano un certo valore. Nel caso di forniture di servizi nel settore dei trasporti la soglia è definita in 443 mila euro in base all’articolo 50 del TUE (trattato unione Europea) sopra questa soglia, come nel caso in oggetto la spesa è di quasi 6 milioni di euro, gli affidamenti  devono avvenire con procedure di evidenza pubblica.

L’Osservatorio nell’esposto richiama le probabili violazioni relative alla mancata gara per l’assegnazione dei servizi sostitutivi di autobus ad un Consorzio con un capitale sociale di 12 milioni, la cui composizione societaria vede come azionisti paritari Trenord, Ferrovie Nord Milano Autoservizi, Busitalia Rail srl (gruppo FS). Il Consorzio ha sede a Milano in Piazzale Cadorna (sede delle FNM) ed ha come Presidente Giorgio Spadi  che è il direttore di Esercizio e della Programmazione della stessa Trenord. Il consorzio a sua volta sta subappaltando a padroncini i servizi con mezzi spesso inadeguati. Sarebbero cosi violate le norme sugli appalti nell’assegnazione dei servizi sostitutivi autobus.

Contemporaneamente è stato inviato un’altro esposto alla Commissione Antitrust chiedendo di valutare eventuali implicazioni concorrenziali e eventuali profili restrittivi della concorrenza.

mercoledì 19 dicembre 2018

Brianza o Brianze?

L'editore "La vita felice", con la pubblicazione del volume "Storia, leggende e viaggiatori di Brianza", ha inaugurato la nuova collana editoriale Le Brianze; non possiamo che esserne, appunto, felici...

di Paolo Pirola 
e Giovanni Santambrogio

Brianza o Brianze? Se è facile dire “abito in Brianza”, è altrettanto vero che occorre poi specificare se si è nell'Erbese o nel Canturino, a Merone piuttosto che a Colle Brianza, nel Monzese o nel Lecchese, a Briosco o nella Valle dell'oro. La geografia - con il Lambro e l'Adda, con le colline e i monti, con i cinque piccoli laghi di Alserio, Montorfano, Pusiano, Oggiono, Segrino – esalta le diversità di un territorio sempre sorprendente, mai uguale e monotono.

La storia, dai Longobardi agli Sforza, dagli spagnoli agli austriaci, ha poi prodotto separazioni e alimentato rivalità. Brianza o Brianze? La domanda è antica: nell'Ottocento Ignazio Cantù, nel Novecento don Rinaldo Beretta, entrambi storici, hanno scritto molto sui confini di questa terra lasciando in sospeso la risposta. A noi sembra più corretto parlare di Brianze perché se comune è la cultura, molteplici sono le distinzioni geografiche ma anche le sfumature linguistiche spesso differenti, talora profonde.

Questo basta per capire quale giacimento di tradizioni, cultura, fede e avvenimenti siano le Brianze. Un patrimonio da conservare - se non addirittura da salvare - e da riscoprire per non interrompere quei legami che, generazione dopo generazione, hanno modellato lo sviluppo ma soprattutto hanno espresso valori.

Esiste un dovere della memoria. Certe eredità non si possono sperperare e ricordare diventa la strada per risalire la corrente della storia e arrivare alle origini di quei tratti peculiari della personalità, del carattere, della creatività delle donne e degli uomini di Brianza. Difendere la memoria diventa impegno urgente e responsabilità di tutti soprattutto quando nei comportamenti e nel pensiero entra lo "sradicamento dolce", quel fenomeno prodotto dalla Rete che consente di essere dappertutto ma spesso, drammaticamente, assenti dove si vive realmente.

La collana Le Brianze intende realizzare una biblioteca con saggi, racconti, biografie, mappe per conoscere le proprie origini, la storia, il patrimonio culturale e  per tornare ad amare luoghi familiari e angoli sconosciuti. Essere fieri delle proprie origini e poter dire quanto ha scritto Cesare Angelini: “Terra che già col nome suggerisce la sua qualità: Brianza brilla e danza. S'inaugura quasi alle porte di Milano con un giardino: il parco di Monza; poi è tutta una collana di parchi, un paradiso di ville fino alla regione dei laghi e dei monti. La Brianza ha grazia settecentesca, e danza. Anche l'orizzonte col profili penduli dei suoi colli, brilla e danza; e i suoi fiumi appena partoriti dalle montagne, si ritrovano giovani, e danzano”.

domenica 16 dicembre 2018

Storia, leggende e viaggiatori di Brianza con il "Journal du voyage" di Stendhal

a cura di Giovanni Santambrogio

Il grande romanziere Stendhal, con il breve ma prezioso Journal du voyage dans la Brianza, ha collocato la Brianza negli itinerari suggestivi del Grand Tour segnalandola come un angolo di unica bellezza. Anche l’inglese Richard Bagot, circa un secolo dopo, percorse il territorio lombardo. Aveva letto uno scritto di Giuseppe Baretti, il critico italiano molto conosciuto a Londra. Diceva: «La Brianza è il più delizioso paese di tutta l’Italia... in questo vaghissimo paese, ovunque si porti lo sguardo, non si scorgono che paesaggi ornati di tutte le grazie campestri». Che origini ha la Brianza e perché ha così tanto interessato i Celti, i Romani, i Longobardi, i Francesi, gli Spagnoli e gli Austriaci? Perché qui si è diffuso rapidamente il Cristianesimo? Come mai è diventata una terra di ville, vigneti e bachicoltura? E perché lo scrittore Carlo Emilio Gadda, che in Brianza ha ambientato La cognizione del dolore, è arrivato a scrivere: questa terra è stata «irrimediabilmente profanata»?

Un viaggio in Brianza dovrebbe iniziare dall’attenta osservazione di una carta geografica. Non di una qualsiasi, ma di quella stampata a Milano nel 1837 «Presso Santo Bravetta». Il titolo è eloquente: La Brianza e i luoghi circonvicini. 


Nei primi decenni dell’Ottocento la Brianza entra negli itinerari di poeti e scrittori quali Carlo Porta, Ugo Foscolo, Alessandro Manzoni e prima ancora Giuseppe Parini. Stendhal nell’agosto del 1818 compie un breve soggiorno e nel Journal du voyage dans la Brianza racconta le ville, la natura, i laghi, gli indimenticabili occhi delle donne briantee. I coniugi tedeschi Friedrich e Caroline Lose hanno fissato per la geografia della memoria delicatissimi e romantici acquerelli. Sono seguiti i pittori Longoni, Mosè Bianchi, Spreafico, Segantini e tanti altri a regalare descrizioni da cui partire per immaginare e ritrovare i segreti e lo spirito profondo di questa terra. Il volume offre una narrazione della Brianza, raccontata da chi l’ha vista e goduta in epoche diverse. Pagine per amare un territorio e, se possibile, per ritornare a valorizzarlo senza ferirlo ulteriormente.

venerdì 14 dicembre 2018

Escursione notturna sul Monte di Brianza


In condivisione con le altre fiaccolate della zona, l'Associazione Monte di Brianza, la sezione C.A.I. di Calco e l'Associazione Volontari Anticendi Boschivi di Olgiate Molgora, vi invitano ad una camminata notturna di circa due ore e mezza sui sentieri del Monte di Brianza per andare alle origini del Solstizio d’Inverno e per ribadire l'importanza della salvaguardia del nostro territorio.
Ritrovo a Galbiate, frazione Villa Vergano, domenica 23 dicembre 2018 alle ore 20.00, presso il parcheggio di Piazza Giovanni XXIII.

Tappe del percorso : Vergano, Morti del Pescallo, Figina, Polgina, Toscio, Vergano.
Alla Costiera di Figina, ristoro con vin brulè e panettone.

La partecipazione è gratuita. Iscrizione obbligatoria a: info@montedibrianza.it entro venerdì 21 dicembre.

Legambiente Seregno inaugura "Spazio Porada". Natura e cultura nello spazio urbano


a cura dello staff di Legambiente Seregno

Cos'è lo Spazio Porada? E' un luogo dove relazione tra Uomo e Natura vive la sua centralità. E' una dimensione spazio-temporale dove i conflitti vengono messi a nudo e dove i Figli possono riconciliarsi con la Natura Madre. E' una palestra di Rigenerazione Urbana e Umana dove i concetti di DECRESCITA, LENTEZZA, SILENZIO, DECOSTRUZIONE vengono discussi per essere attuati. E' il crocevia di una umanità in cammino verso un futuro possibile.

Sabato 15 dicembre 2018 dalle ore 15, in via Alessandria Parco due giugno alla Porada Seregno, staremo insieme, grandi e piccini, divertendoci con "animazioni di performance artistiche", laboratori di decorazioni in tema natalizio e altre sorprese. Non mancherà la consueta merenda con prodotti biologici, sani e naturali. Speriamo di essere in tanti per augurarci un Natale solidale e responsabile.


domenica 9 dicembre 2018

La Befana sul fiume Lambro (2019) si presenta


Contributo culturale di Mario Vergani, C.C.A. Laboratorio Befana 2019

BEFANA 2019
… il gioco si ripete ancora e a noi tocca riprendere la parola…

La parola, al singolare e non le parole al plurale. La singolarità di questa nostra parola plurale – la parola della Befana – si è espressa negli anni:
  • in discorsi e discussioni, pubblici e politici;
  • in ricerche e sperimentazioni di linguaggi: espressivi, figurativi, teatrali, concettuali, musicali…
  • in una riflessione continuativa sul linguaggio e la parola dell’infanzia.
Parola plurale, non è un coro; è di tanti, ma fuori dal coro!
È contro le parole impersonali ed anonime: contro l’usura delle parola, la ripetizione formale e vuota del “si dice”; contro la parola che è specchio e riflesso del già dato e dunque contro la parola della violenza e del dominio.
È insofferente rispetto alle parole dominanti. Alle parole rapide e senza riflessione, parole d’odio: offese e insulti razzisti, a sfondo sessuale, ingiurie contro le minoranze, pregiudizi rivolti ai più deboli. Sono parole che si vogliono sovrane e perciò paranoiche, atti incendiari che disumanizzano l’altro e legittimano la violenza. Buone solo per comandare e obbedire: sono parole nere!
Diciamo che non sono rispettose. Né rispettano l’altro, né rispettano la realtà o, se vogliamo spendere un termine più alto, la verità. Sono così parole avvelenate: non accettano la legge del tempo che ogni riflessione richiede, non hanno la pazienza necessaria all’argomento complesso, né la prudenza nella scelta, né la parsimonia nell’uso. Me ne frego, tiro dritto! E così le parole vengono sprecate… le parole della pubblicità, della propaganda e dello slogan.

La parola della Befana non dice il già detto, è una parola che fa, che dicendo fa.
Fa perché è una parola poetica.

Vorrebbe mettersi all’altezza – ma non ci arriverà mai – della parola dissidente dell’infanzia. Quest’ultima vede e porta il nuovo nel mondo, anticipa e attende il futuro, senza chiedere nulla… ha infatti tutto il futuro ancora aperto avanti a sé. La fantasia e l’immaginazione – la facoltà più segreta nascosta nel più intimo dell’animo umano – esplora, congiunge e disgiunge, inventa e crea dal nulla… apre mondi nuovi, vede l’invisibile e dice l’inaudito. Giocando svela l’inganno di un mondo fatto di utensili, ruoli e funzioni, per dire che ogni cosa è molto di più, che il senso di ogni cosa sono mille altri sensi… che una sedia non è solo per sedere... Il mondo è più largo. Ora questa parola dell’infanzia è espropriata o meglio esiliata. L’infanzia è massimamente sacrificata, anche se, in apparenza, la nostra è l’epoca del bambino. Tutelato nei diritti contenuti nelle convenzioni e nelle dichiarazioni, eppure ancora privato delle cure, costretto al lavoro, affamato e ucciso. Ricostruita a partire da quanto ne pensa l’uomo adulto, di fatto la condizione del bambino è negata. In questo caso, la violenza nei confronti del suo modo d’essere è simbolica: il bambino viene disciplinato e reso prevedibile. Ordine, ubbidienza e diligenza, ecco il bravo scolaro! Prodotto di un modello educativo basato sull’isolamento, la competizione e il rendimento, sull’eccellenza.

Socialmente, il suo immaginario – quanto dovrebbe infinitamente generare e rigenerare – gli viene sottratto. Viene standardizzato. La fantasia è così al servizio del consumo, come uno spazio di felicità surrogatoria o come fabbrica dei desideri, fine a se stessa. Ma perché?
Sterilizzata l’immaginazione, il veicolo della speranza e dell’utopia che sempre ha aperto al cambiamento, l’addomesticazione è compiuta, siamo all’accettazione passiva del presente.
Questa congiura contro l’infanzia allora è dovuta al fatto che il bambino è un dis-sidente: significa che è qui eppure, al tempo stesso, anche altrove; sappiamo bene che questo è il regno dell’infanzia, a noi inaccessibile, eppure qui tra noi!

Il bambino pertanto, dissidente, è sempre un ribelle, punta i piedi e non vuole venire dove lo vuoi trascinare! La parola dell’infanzia è esiliata perché ribelle, perché fa paura!

Fa perché raggiunge l’altro.

Qui le parole sono altre e alate e così sono parole che raggiungono l’altro: “nei giorni di siccità la parola è d’acqua e il volto di un amico la nube attesa”! Sono lettere dal paradiso, non
sono parole di sfida, ma parole di fiducia. Così si rivolge la parola del bambino, affidandosi…
E la parola di fiducia è una parola di liberazione… Questa parola è sociale. Lo è per due ragioni: perché libera chi è solo e, muto, non sa più parlare; e perché è collettiva, dà coraggio.
Certo, sappiamo che, raggiungendo e toccando, può essere anche violenta: ingannando e seducendo, persuadendo e manipolando, confondendo il vero e il falso, può soffocare le risposte in gola ai deboli. Questa nostra parola singolare e plurale – la parola della Befana – è efficace, ma cerca di non essere violenta, innanzitutto di fronte ai bambini. È la ricerca di una parola giusta, nell’espressione che è insieme stile espressivo – soluzione artistica – ed intenzione e volontà. È appunto una costante ricerca (non si impone rapida e sicura, piuttosto esita; quelli del neonato sono tentativi: ba-ba-ba…, la-la-la…), perché la misura del giusto e dell’ingiusto non ci appartiene, non la decidiamo noi, ma ce la dà sempre l’altro: ce la indicano la sua delicatezza, la sua tenerezza e fragilità, oppure le fatiche e sventure di queste povere anime in pena.

Parola e voce. Questa parola della Befana, singolare e plurale, è unica. Unica, in quanto è una parola che fa, è pertanto concreta; è una parola incorporata. La parola della Befana si esprime con la sua voce, ha un tono unico e un timbro, una grana inconfondibile, legata alla vibrazione di un corpo, al luogo, alle persone fisiche, ai loro gesti… Vibrano e risuonano, e quando la mente ed il corpo si danno un cenno d’intesa, la parola diviene emozione e azione: è il  momento della festa!

mercoledì 5 dicembre 2018

Trenord alza bandiera bianca. Cosa ne pensa la Regione Lombardia?

di Dario Balotta, presidente ONLIT (Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni Infrastrutture e Trasporti)

Cosa ne pensa del piano di tagli presentato in questi giorni da Trenord la regione Lombardia visto che i servizi li paga e li programma la regione stessa?  Il metodo corretto sarebbe che Trenord propone i tagli  e ne spiega le motivazioni (riorganizzazione aziendale, tempi e obiettivi) e la Regione Lombardia lo valuta, lo cambia o lo respinge. Così facendo è emerso chiaramente che il produttore dei servizi (Trenord) fa anche la parte del regolatore pubblico decidendo nel metodo. Cosa che si escluderebbe in un altro contesto europeo dove la programmazione dei servizi è saldamente in mano al regolatore all’ente istituzionale pubblico. Questa confusione di ruoli deresponsabilizza gli attori in campo Regione, Trenord, Trenitalia e RFI  che non cercano altro che scaricare su altri le colpe di questa grave crisi di Trenord. L’azienda ferroviaria dopo aver proclamato per 7 anni che con il matrimonio (FNM/FS) tutto sarebbe cambiato in meglio ha dovuto alzare bandiera bianca, nonostante i sempre maggiori trasferimenti di risorse pubbliche. Anche nel merito il provvedimento è sbagliato.Per guarire il collasso di Trenord non è sufficiente il piano di tagli ai treni e di sostituzione con autobus senza una profonda riorganizzazione societaria e gestionale di Trenord. La soppressione dei treni, infatti, di per se stessa non riorganizza la gestione delle attività lavorative più importanti la condotta/scorta dei treni e la manutenzione senza un piano di riassetto organizzativo e la revisione delle normative del lavoro. Sopprimere i treni per esempio al mattino dopo l'ora di punta è controproducente, carica ancora di più i treni dell'ora di punta.  Se “l’infrastruttura è al limite della capacità nei nodi principali”, afferma Trenord a giustificazione del piano di tagli, perché si sopprimono i treni sulle linee meno utilizzate dove non ci sono, neppure lontanamente,  problemi di saturazione. Se verranno tagliati e sostituiti con Autobus i previsti 40 mila treni annui (il 5% della produzione ferroviaria come annunciato) ricordiamo che è previsto dala normativa europea che vengano fatte le gare per l’affidamento dei servizi sostitutivi e ciò è consigliato anche dall’antitrust. Ciò, oltre che essere corretto e trasparente dal punto di vista formale recurerebbe il ruolo delle aziende di trasporto su gomma extraurbane che hanno subito pesanti tagli  in questi ultimi anni per spostare le risorse su Trenord come ben sanno i pendolari delle linee extraurbane. Non si vorrebbe trovare dietro l’angolo a far man bassa di servizi Busitalia (l’azienda automobilistica delle FS).

Pedemontana ed il piano quasi perfetto del M5S (che ci lascia perplessi)


Intervento del Coordinamento No Pedemontana 

Eravamo presenti la sera del 23 novembre presso la Sala Consiliare di Cesano Maderno, dove gli esponenti del Movimento 5 Stelle hanno illustrato una possibile alternativa al completamento di Pedemontana. L'ipotesi prende le mosse dallo studio di fattibilità elaborato da Infrastrutture Lombarde e Regione Lombardia, relativo alla "riqualificazione" della Superstrada Milano Meda con l'ampliamento a 3 corsie tra Bovisio Masciago e Milano. (“Riqualificazione” lo diciamo per inciso, che sembra più finalizzata al confronto con il Governo; “Regione ha fatto la sua parte, ora la Pedemontana va completata e il governo tiri fuori i soldi”).

La proposta del Movimento 5 Stelle prevede che questo ampliamento a 3 corsie si faccia anche tra Bovisio e Lentate e, dunque su quella che sarebbe la tratta B2 della Pedemontana, di cui costituirebbe l'alternativa. Inoltre il Movimento 5 Stelle ipotizza che la 3° corsia in questione venga dedicata al transito di autobus secondo il modello Bus Rapid Transit, illustrato con animazioni e immagini del progetto realizzato a Chicago (USA).

L'ipotesi è suggestiva, ma ci lascia a dir poco perplessi.

Ampliamento a 3 corsie significa in realtà rifacimento dell'attuale Superstrada allargandola poi di diversi metri su entrambi i lati; si aggiunga che si dovrebbero realizzare le stazioni del Bus Rapid Transit e i relativi sottopassaggi. E' evidente che tutto questo comporta in ogni caso lo sbancamento e la movimentazione di grandi quantità di terre e la dispersione di polveri contaminate dalla diossina a seguito del disastro Icmesa del 1976, nella parte del tracciato tra Meda Seveso Cesano e Bovisio. Il più grave problema per l'ambiente e la salute legato alla realizzazione di Pedemontana si ripropone dunque tale e quale anche con la proposta avanzata dal Movimento 5 stelle.

Su questa problematica, i relatori si sono limitati a ribadire che la società Pedemontana è stata costretta a effettuare (nel 2016) la caratterizzazione dei suoli analizzando i campioni di terra prelevati lungo il tracciato nei Comuni coinvolti nell’inquinamento. Vero; però poi i risultati di queste analisi vanno letti. E sono risultati a dir poco preoccupanti. Su tutto il tracciato la diossina è presente in concentrazioni elevate, superiori (anche di molto) alle soglie di rischio previste dalla legge. Inoltre la contaminazione nella nostra zona ha (purtroppo) una peculiarità. La diossina è pervasiva, è ovunque, in concentrazioni molto elevate, lungo tutto il tracciato in oggetto, spesso a pochi metri da abitazioni; è nei giardini, nei campi, in un'area molto vasta e densamente abitata. In queste condizioni, per quanto ne sappiamo non esiste la possibilità di effettuare una bonifica in sicurezza per la popolazione (senza cioè comunque movimentare le terre contaminate). Non a caso in più occasioni si è parlato in passato di messa in sicurezza del territorio che significa non intervenire in modo impattante sulla zona inquinata, preservare le aree verdi (agricole e non) evitando di costruire, e si dovrebbero estendere le analisi del suolo su tutta l'area inquinata dal 1976.

Riguardo dunque al tema specifico, qualsiasi alternativa in direzione dell'auspicata (anche da noi) mobilità sostenibile, non può basarsi su interventi massicci sulla Milano Meda, nella tratta contaminata, e semmai si deve rafforzare il trasporto pubblico ad esempio sulle linee ferroviarie esistenti, verso Milano, e ampliando la S9 Seregno Saronno (per fare degli esempi).
Riteniamo che il problema diossina non debba essere considerato un problema secondario, per cui prima si inventa un bel progetto e poi si vedrà il da farsi: questa sarebbe la stessa logica di chi ha progettato Pedemontana. E riteniamo che non basti un autobus per fare la sostenibilità. E anche il più lungimirante, avveniristico, onesto, economicamente conveniente e "americano" dei progetti non può essere realizzato se vi è anche lontanamente un rischio per l'ambiente e soprattutto per la salute della popolazione.

Noi continueremo ad opporci a qualsiasi opera che devasti il territorio e minacci la nostra salute quale che sia il nome che gli si vuole dare; anche per questo oltre alle iniziative che continueremo a proporre, saremo anche noi a Torino l'8 dicembre insieme al Movimento No TAV e a tutti i movimenti che difendono i territori e i beni comuni.