A Seregno, nel quartiere Lazzaretto, dietro l'Abbazia Olivetana si trova una via, la via Oliveti, che molti pensano sia dedicata al complesso religioso.
In realtà la via è stata intitolata alla fine degli anni '30 dello scorso secolo ad Ivo Oliveti, che si meritò nei cieli d'Africa la medaglia d'oro al valor militare alla memoria (di fianco la copertina dell'Illustrazione Italiana del 5 aprile 1936 dove Mussolini appunta la medaglia sul petto della figlia di Ivo Oliveti).
Ma Ivo Oliveti, prima di compiere azioni di guerra in Etiopia, fece parte anche del Tribunale speciale per la difesa dello Stato, organo composto da magistrati e giudici in camicia nera reclutati tra gli squadristi.
Mimmo Franzinelli lo cita diverse volte nel suo volume "Il tribunale del duce. La giustizia fascista e le sue vittime (1927-1943)". Ne riportiamo di seguito alcuni stralci.
Pag. 57:
Dalla scialba accolita dei comprimari in toga e camicia nera si distingue Ivo Oliveti, squadrista forlivese assegnato il 18 settembre 1928 al Tribunale speciale. Fautore della pena di morte, in alcune occasioni ha la soddisfazione di decretarla, per esempio nel settembre 1930, a Trieste.
Pag. 145:
Il primo processo coinvolge 18 imputati ed è gestito dal presidente Cristini, coadiuvato dai "duri" Lussorio Cau e Ivo Oliveti.
...
Il 5 settembre 1930 vengono emesse quattro sentenze capitali...
...
La notte dal 6 al 7 settembre Cristini, per nulla turbato dalle imminenti fucilazioni da lui ordinate, la passa con una prostituta procuratagli da due colleghi. Lo rivela l'informativa al capo della polizia del fiduciario 137 (Carmelo Landonio): "Giova sapere che quando il Tribunale si trasferì a Trieste e concluse le note fucilazioni... la notte che intercorse tra la sentenza e l'esecuzione S.E. Cristini passò il suo tempo con una donna che fu a lui offerta da Mojo e Oliveti."
Dalla scialba accolita dei comprimari in toga e camicia nera si distingue Ivo Oliveti, squadrista forlivese assegnato il 18 settembre 1928 al Tribunale speciale. Fautore della pena di morte, in alcune occasioni ha la soddisfazione di decretarla, per esempio nel settembre 1930, a Trieste.
Pag. 145:
Il primo processo coinvolge 18 imputati ed è gestito dal presidente Cristini, coadiuvato dai "duri" Lussorio Cau e Ivo Oliveti.
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Il 5 settembre 1930 vengono emesse quattro sentenze capitali...
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La notte dal 6 al 7 settembre Cristini, per nulla turbato dalle imminenti fucilazioni da lui ordinate, la passa con una prostituta procuratagli da due colleghi. Lo rivela l'informativa al capo della polizia del fiduciario 137 (Carmelo Landonio): "Giova sapere che quando il Tribunale si trasferì a Trieste e concluse le note fucilazioni... la notte che intercorse tra la sentenza e l'esecuzione S.E. Cristini passò il suo tempo con una donna che fu a lui offerta da Mojo e Oliveti."
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