PAGINE

mercoledì 31 gennaio 2024

Difendiamo l'area verde di rigenerazione naturale nell'ex Lombarda Petroli di Villasanta


a cura di

Coordinamento Ambientalista Osservatorio PTCP di MB
Comitato Oasi del Sole Villasanta


Sull’area ex Lombarda Petroli di Villasanta, pari a 150mila metri quadri, da cui si originò nel 2010 uno dei più gravi disastri ambientali in Italia, poi accertato dalla Magistratura essere di natura dolosa, è nata e perdura una complicata vicenda che val la pena illustrare.
Siamo in presenza di un fallimento con un curatore cui è stato demandato il compito di gestire la procedura e amministrare il patrimonio dell’imprenditore fallito, i cui creditori sono in gran parte enti pubblici.


Sinora la curatela del fallimento non è riuscita o non ha voluto procedere nel mettere all'asta il patrimonio, come si fa normalmente in queste situazioni, per poi ricompensare con il ricavato i creditori.

É presumibile supporre che non lo abbia fatto perché il valore attuale dell'area è inferiore alle somme da risarcire ai creditori e abbia perciò preferito tentare di valorizzare l'area per farle acquisire un valore nominale superiore.
Per ottenere questo risultato, ha sollecitato a più riprese una diminuzione di 28 mila mq della superficie libera, chiedendo che tale superficie vada ad ampliare il comparto edificabile con 20 mila mq.


In questa intricata situazione sono stati poi avviati una serie di ricorsi legali, uno vertente proprio sull'area non trasformabile.
Nel complesso si tratta di circa a una ventina di contenziosi giudiziari in corso, alcuni dei quali creati al solo scopo di rallentare l’iter di bonifica che il Comune è riuscito ad avviare, tramite complesse relazioni con Regione Lombardia.


Per la bonifica vi sono risorse economiche complessive che possono arrivare fino a 7 milioni di euro, comprensive di fondi del PNRR.
C’è però opposizione da parte della curatela fallimentare poiché con la bonifica fatta dalla Regione, quest’ultima ha la facoltà di addebitare i costi alla proprietà. Proprietà che però non può far fronte al pagamento e che conseguentemente potrebbe incorrere in una procedura di esproprio per il valore corrispondente.
La strategia della curatela è dunque quella di ricercare l’aumento del valore immobiliare del comparto ex Lombarda Petroli, da ottenere con la riduzione degli oltre 60000 mq di terreno non trasformabile previsti dal PGT di Villasanta e con il contemporaneo  aumento della superficie e delle volumetrie dell’edificabile.
Questa operazione, per noi incondivisibile, è ritenuta necessaria per trovare un operatore che acquisterebbe l'area, accollandosene anche gli oneri di bonifica.
 

A dicembre 2023, è poi arrivata la sentenza del Consiglio di Stato in merito alla causa intentata dalla curatela fallimentare contro l’amministrazione di Villasanta proprio sulla quantificazione di 90mila metri quadrati a standard, ossia a usi collettivi, tra i quali figurano i noti 60 mila mq non trasformabili.
Anche se non viene adeguatamente chiarito ed è invece opportuno qui rimarcarlo, la sentenza lascia comunque intatta la facoltà dell’amministrazione di determinare questa destinazione chiedendone una “adeguata motivazione”, cosa che il Comune sta provvedendo a fare, essendo in corso la variante al Pgt.

 

Dopo quest’ultimo accadimento, la curatela, in assonanza con altri incauti soggetti, ha pensato bene di sostenere la realizzazione di un fantomatico hub ferroviario, con un contorno di altre mirabolanti ipotesi.

Nell’arena si gettano suggerimenti senza valutarli seriamente, senza stimarne l’utilità e la redditività, senza considerare il complesso iter e la necessità di una verifica di fattibilità e senza un approfondito e mirato studio di viabilità e traffico merci che un simile progetto richiederebbe, dovendo essere contemplato in un piano d'area con il coinvolgimento di enti, azienda ferroviaria, istituzioni e investitori, tenendo nel dovuto peso anche l’opinione della cittadinanza.
Una proposta del resto non nuova e del tutto simile a quella fatta nel 2004 dalla Ex Dogana di Concorezzo e ora come allora priva di fondamento operativo.


I gruppi firmatari del presente comunicato, ritengono che sia prioritario e indispensabile procedere da subito alla bonifica del comparto e che sia necessario tutelare il verde della rinaturalizzazione attualmente già spontaneamente in atto come risarcimento ambientale per il disastro subito dalla comunità nel 2010.
Sottolineano inoltre che le soluzioni proposte per le altre porzioni del comparto vadano perseguite con necessari, inevitabili e seri approfondimenti per poterne valutare la reale fattibilità.

Nell’area ex Lombarda Petroli va confermata una robusta aliquota di recupero a verde, evitando una cementificazione sconsiderata. La trasformazione in un parco di cintura urbana, proprio a partire dalla porzione a verde attualmente lì prevista dal PGT comunale, consentirebbe altresì di ampliare il corridoio ecologico in essere.



Rassegna stampa


lunedì 29 gennaio 2024

Le città visibili a Seregno


Lunedì 12 febbraio 2024, ore 21.00

a Seregno presso l’Auditorium di Piazza Risorgimento

 

Pierfrancesco Maran presenterà lo spettacolo di parole e musica "Le Città Visibili: paesaggi urbani in cerca d'autore", ispirato al suo libro "Le Città Visibili", che ha già presentato a Seregno negli scorsi anni.

Sarà un'occasione per riflettere in modo nuovo sul ruolo delle città nel costruire politiche ed affrontare i cambiamenti.

È possibile effettuare la prenotazione già da ora su: lecittavisibiliaseregno.eventbrite.com

Escursione guidata all'Oasi WWF del Bassone


DOMENICA 4 FEBBRAIO 2024 - ORE 9.30
in occasione della Giornata Mondiale delle Zone Umide 

 

il WWF Insubria organizza un'escursione guidata gratuita lungo il perimetro dell'Oasi WWF del Bassone - Torbiere di Albate, una riserva naturale di 90 ettari situata nei comuni di Como, Senna Comasco e Casnate con Bernate in provincia di Como. L'Oasi è una depressione a forma di mezzaluna attorno a una collinetta di origine morenica, suddivisibile il territorio in tre Ambienti: prativo, boschivo e palustre, quest'ultimo particolarmente apprezzato dall'avifauna. I prati nella parte meridionale dell'Oasi confinano con la palude dove si sono formati stagni e laghetti per l'estrazione della torba nei secoli scorsi.
 

Gradita conferma wwfinusbria@gmail.com whatsapp 330225140 

Informazioni e iscrizioni all'evento su wwf.it
Consigliati abbigliamento adeguato e scarponcini leggeri.

Ciclo di conferenze al Museo Verri di Biassono. Celti padani e Romani: un rapporto difficile

Immagine tratta dal sito del Museo Verri

Il 3 febbraio 2024, il Museo Civico Carlo Verri di Biassono, nella sede distaccata di Ca' de Bossi, ospiterà il primo incontro del ciclo di conferenze dal titolo "Identità di un territorio".

Il direttore del Museo Civico Carlo Verri e accademico dei Lincei, il Prof. Ermanno A. Arslan, presenterà una relazione dal titolo "Celti padani e Romani: un rapporto difficile", focalizzandosi sulla complessa convivenza archeologica dei Celti e dei Romani nel territorio brianteo.

L'evento si svolgerà nell'aula didattica del Museo in Ca’ de Bossi, situata in via Umberto I, n.1. L'accesso è previsto dal portone principale con la scala posizionata sulla destra.

Per chi non potrà partecipare di persona, la conferenza sarà trasmessa in diretta sul canale YouTube del Museo Civico Carlo Verri.

Dettagli dell'evento:

  • Data: Sabato 3 febbraio
  • Ora: 21:00
  • Luogo: Aula didattica in Ca’ de Bossi, Museo Civico Carlo Verri, Via S. Martino 9, Biassono MB (Italia)


Per ulteriori informazioni:

Il lupo sulle montagne del lago di Como. Serata naturalistica con le Gev del Parco delle Groane e della Brughiera


Torna anche nel 2024 l'atteso appuntamento con una "Serata Naturalistica", organizzata dalle GEV del Parco delle Groane e della Brughiera Briantea e, per la prima volta nella storia di questi eventi, in collaborazione con il Comune di Fino Mornasco. Proprio Fino Mornasco, in provincia di Como, con la nuova sala civica intitolata a Emanuela Loi di via Molinetto, dove si trova anche la nuova sede staccata del Parco (sportello taglio boschi e sala GEV), ospiterà venerdì 2 febbraio dalle 21 la proiezione di filmati e la presentazione del libro "Come l'acqua il Lupo", il lupo sulle montagne del Lago di Como. Sarà presente l'autore del libro, Vincenzo Perin di Grandola ed Uniti, naturalista esperto e guardia parco nella Riserva Naturale Regionale del Lago di Piano. Nella sua opera, Perin racconta il monitoraggio sul campo dei primi e unici gruppi familiari di lupi, che si spostano regolarmente tra l'Italia e la Svizzera.

"Poche creature sanno suscitare emozioni intense e contrastanti come il Lupo, fascino e terrore; pochi elementi come l'Acqua possono trasformarsi in un attimo da dispensatrice di vita a forza distruttrice", scrive l'autore, che mostra, con la sua ricerca meticolosa, scientifica e appassionante sulle tracce dei lupi, come la conoscenza sia il primo passo verso il rispetto e il riconoscimento reciproco, in una prospettiva ecologica di gratitudine e accettazione, in cui ciascuno contribuisce con la sua unicità all'equilibrio e alla prosperità dell'intero ecosistema. La prefazione è di Luigi Boitani, biologo, scrittore e conduttore televisivo.

L'ingresso è libero. La Cascina Emanuela Loi si trova in via Molinetto, all'angolo con via Valle dei Mulini a Fino Mornasco. Per il parcheggio si consiglia di utilizzare quello di via Dogana, presso la stazione ferroviaria di Cucciago.

domenica 28 gennaio 2024

Cammina Briosco: camminare e correre nel cuore verde della Brianza


Sabato 3 febbraio alle ore 18.00 presso Villa Lorenzo (Capriano), l'associazione Enjoy Briosco presenterà la guida “CAMMINABRIOSCO - Camminare e correre nel cuore verde della Brianza”. Si tratta di una guida cartacea corredata da supporti digitali, che propone 10 percorsi ad anello attraverso Briosco e i paesi limitrofi.

La guida fornirà dettagliate descrizioni dei percorsi, mappe cartacee e GPS, fotografie, approfondimenti audio, curiosità e molte informazioni utili per esplorare il nostro magnifico territorio. Al termine della presentazione, sarà offerto un piccolo aperitivo e sarà possibile acquistare una copia della guida.

L'autore della guida, Domenico Flavio Ronzoni, sulla sua pagina facebook ha commentato: "Ho iniziato a lavorare su questo progetto circa quattro anni fa, focalizzandomi sui sentieri di Briosco. Nonostante i rallentamenti causati dall'emergenza Covid, non ho mai abbandonato l'idea. Successivamente, ho incontrato i giovani amici dell'associazione culturale Enjoy Briosco e ho deciso di affidare loro il mio lavoro. Il risultato è una guida che presenta 10 percorsi ad anello, con distanze che variano dai 20 ai 4 chilometri, arricchita da supporti digitali e approfondimenti audio. L'abbiamo chiamata CAMMINABRIOSCO, e sono convinto che sarà una piacevole sorpresa."

 


 

Assalto alle Alpi e... al Monte San Primo. Grande partecipazione di pubblico in difesa della montagne


Giovedì sera, 25 gennaio 2024, grande partecipazione nella sala 'Isacchi' di Erba, con oltre 100 persone (alcune in piedi non avendo trovato posto) ad assistere all'incontro pubblico dal titolo 'Assalto alle Alpi' ... e al Monte San Primo, con l'appassionato intervento dello scrittore ed esperto di montagna Marco Albino Ferrari, intervistato dallo scrittore e blogger Luca Rota.


La serata ha avuto inizio con la presentazione dello stato dell'arte del progetto relativo alla realizzazione di nuovi impianti in località San Primo, con l'intervento di Roberto Fumagalli nella veste di portavoce del Coordinamento per il Monte San Primo, formato da 35 associazioni. Sono state confutate le più recenti dichiarazioni del Sindaco di Bellagio che, in alcune interviste televisive, ha parlato di un progetto che contemplerebbe solo lo smantellamento dei vecchi impianti sciistici e il rifacimento della 'pista baby'. In realtà il progetto di fattibilità (l'unico finora approvato dal Comune di Bellagio e dalla Comunità Montana) è di tutt'altro tenore e prevede più piste sciistiche con innevamento artificiale, oltre che la realizzazione di altre opere impattanti per l'ambiente montano, tra cui piste tubing in plastica, nuovi parcheggi, ecc..


Si è quindi passati alla presentazione del libro 'Assalto alle Alpi' di Marco Albino Ferrari, il quale ha fatto un excursus sull'evoluzione della presenza umana sulle montagne, transitata da un passato fatto di lavoro e fatiche, fino al periodo del boom economico dei primi anni Sessanta del secolo scorso, con l'inizio dell'antropizzazione e cementificazione di alcune località montane, destinate a richiamare nuove masse turistiche. Oggi con la crisi climatica tutta questa 'bolla' sta finendo. Eppure molte località sciistiche vengono investite di nuovi finanziamenti, quasi sempre pubblici, per mantenere o ampliare gli impianti sciistici, ormai innevati per oltre il 90% vista l'assenza di neve naturale, con grande dispendio di acqua ed energia. E questo nonostante gli esperti climatologici ci dicono che al di sotto dei 2 mila metri di altitudine nevicherà sempre meno e farà sempre più caldo, quindi con temperature inadatte a mantenere la neve artificiale.


Si è infine passati al dibattito, in cui sono state affrontate varie tematiche relative appunto al futuro della montagna e, ritornando al nostro territorio, con il prosieguo della vertenza contro il progetto sul San Primo.

Il Coordinamento esprime soddisfazione per l'esito dell'incontro e si propone di organizzare altre iniziative di conoscenza e di protesta, sempre allo scopo di salvaguardare il Monte San Primo.

venerdì 26 gennaio 2024

La Gibiana di Briosco: la festa che brucia le paure dei bambini


L'antica tradizione della "Gibiana" a Briosco, che si svolge ogni anno nell'ultimo giovedì di gennaio, rappresenta un rituale radicato nella storia della comunità locale. Questo evento, tramandato da decenni, se non addirittura secoli, è una pratica che coinvolge molte altre località della Brianza situata ai piedi dei monti.


La "Gibiana" non è solo un momento di aggregazione e festa, ma ha una simbologia profonda che coinvolge soprattutto i più giovani. È tradizione che i bambini partecipino attivamente a questa cerimonia, bruciando insieme la Gibiana, che può assumere diverse forme, come un fantoccio di paglia o una costruzione simbolica. Ciò che rende questo momento speciale è il significato simbolico attribuito alla pratica.


In molti casi, la Gibiana rappresenta le paure e le preoccupazioni dei partecipanti. Accendere il fuoco e vedere la Gibiana consumarsi lentamente diventa un atto simbolico di liberazione e purificazione. I bambini, in particolare, sono incoraggiati a mettere nelle fiamme le proprie paure, simboleggiando così il superamento di ansie e timori.

I bambini bruciano insieme alla Gibiana le proprie paure

Questa tradizione è spesso accompagnata da celebrazioni comunitarie, con canti, balli e momenti di condivisione. L'evento non solo promuove la coesione sociale, ma anche la crescita personale, incoraggiando la consapevolezza delle proprie emozioni e la capacità di affrontare le sfide.


La "Gibiana" a Briosco e nelle località circostanti non è solo un rituale, ma un legame con le radici culturali e storiche della comunità. Attraverso la pratica di bruciare la Gibiana, si perpetua una tradizione che unisce le generazioni, trasmettendo valori di coraggio, solidarietà e speranza, mentre si celebra il passato e si guarda con ottimismo al futuro.

 

martedì 23 gennaio 2024

La festa della Gibiana


Tratto da: Gabriele Tardio, Fantocci nei rituali festivi, Edizioni SMiL, 2008
Inserito nel portale culturale www.mamoiada.org - Sezione "Maschere sarde ed europee"
Immagini: La Gibiana vista dai bambini di Briosco, 2024


La Gibigiana o Giubiana, oppure con tutte le variazioni fonetiche e dialettali, è una festa tradizionale molto popolare nella zona piemontese e lombarda, con una più specifica presenza nella Brianza e nelle terre Comasche, Milanesi e Varesine.

Generalmente alla fine di gennaio, di solito l’ultimo giovedì del mese, nelle piazze si allestisce un grande falò dove viene issato e fatto bruciare un fantoccio di paglia vestito con degli stracci, che alcuni dichiarano che rappresenta i mali dell’anno trascorso e dell’inverno per propiziarsi un nuovo anno. In genere questa antica tradizione prevede un corteo festante che porta il grande fantoccio, destinato ad essere bruciato sulla pubblica piazza.
Gli studiosi generalmente dichiarano che si tratta di una cerimonia antica, ma sulle sue reali origini ci sono varie ipotesi. Per alcuni, il rito avrebbe anche una valenza “politica”, volendo vedere in esso una trasposizione allegorica del conflitto tra il popolo e il potere costituito spesso in forma tirannica; altri ancora vorrebbero riscontrare residui di riti celtici o antichi quando fantocci di vimini intrecciato erano dati alle fiamme dai sacerdoti per propiziarsi il favore degli dei in battaglia o per ottenere benevoli influssi nelle stagioni della semina e dei raccolti. Altri infine, attribuiscono gli attuali roghi di fantocci a quelli dei sacerdoti cristiani che fin dal IV secolo d.C. bruciavano sia simbolicamente che realmente le divinità pagane o simboli superstiziosi.
 


L’etimologia del nome “Giubiana” ha diverse interpretazioni sia per quanto riguarda l’origine che il significato. Inoltre, esso varia a seconda delle località: Gibiana nella bassa Brianza, Giobbia in Piemonte, in molte zone del Varesotto viene chiamata Gioeubia, Zobia, Zobiana, Gioeubia, Giobbia, Gioebia, Giobbiana, Giubbiana, Gibiana.
Giöeubia, nell’alta Brianza e nella provincia di Como Giuliana, Giübiana, Gibiana, in Trentino e nel Bresciano generalmente è chiamata Zobiana.
Molti autori ipotizzano la derivazione di Giubiana da “Joviana”, ossia Giunone, dea della fertilità, oppure da Giove, padre degli dei, in latino “Jupiter-Jovis”, da cui l’aggettivo Giovia, e quindi Giobia. Nel dialetto piemontese "giobbia" significa semplicemente "giovedì".
Secondo Cherubini, autore di un vocabolario Milanese-Italiano pubblicato tra il 1839 e il 1843, “Giubiana” significa “fantasma”, e di qui la nascita di una festa.
Angelico Prati nel suo vocabolario etimologico italiano del 1951, dichiara che “Giubiana”, oltre a “fantasma”, significa anche “donna vile”; in trentino “Zobiana” equivale a “strega”, mentre in bresciano a “sgualdrina”. Per diversi autori c’è una derivazione comune: dal milanese “gioebia” o dal trentino “zobia”, ovvero “giovedì”, giorno utilizzato dalle streghe per i loro riti satanici.


Altri autori ipotizzano che la Giubiana può essere considerato simile alle altre figure antropomorfe arse tra gennaio e la Candelora, e che identificano nell'inverno e nella cattiva stagione, e il contadino inscenava una sorta di rito apotropaico, destinato a terminare con l'allontanamento simbolico del freddo e l'invito all’arrivo della bella stagione (qualcuno lo considera uno dei tanti rituali di roghi legati alle feste del Carnevale). Per qualcuno il rito che prevede la bruciatura del pupazzo della Giubiana potrebbe essere interpretato addirittura come l'eco di antiche pratiche legate ai sacrifici ignei di uomini, ma l'accostamento è sarebbe troppo difficile da dimostrare e troverebbe nei fantocci posti sulla catasta e nel lancio di oggetti tra le fiamme, una sorta di continuazione di quelle cruenti pratiche sacrificali. Alcuni accostano quel fantoccio arso nelle piazze ad una figura leggendarie, ma anche storica: la strega. Un supporto a questa credenza si ha con lo studio sui dialetti. Gian Luigi Beccaria, che nel suo libro "I nomi del mondo", chiarisce che "il nome italiano è Gibigiana, voce di origine lombarda (giubiana = fantasma, significa anche riverbero), dove gianna, strega, viene dal nome della dea Diana che in tanti dialetti sopravvive col senso di fata o strega". In molte tradizioni popolari la Giubiana ha assunto i toni della strega vera e propria, ed è spesso descritta nelle leggende come una vecchia cattiva, malefica che mangia i bambini o li rapisce, gioca a carte con i morti. Tra le sue prerogative, avrebbe una gamba rossa e un naso ricurvo. Spesso è una strega magra, con le gambe molto lunghe e le calze rosse, che vive nei boschi e, proprio grazie alle sue lunghe gambe, non mette mai piede a terra, ma si sposta di albero in albero. Così osserva tutti quelli che entrano nel bosco e li fa spaventare, soprattutto i bambini.
La Gibigiana, Gibiana o Giubiana oppure tutti gli altri termini già ricordati ha, quindi, man mano conquistato un aspetto e una propria storia che varia da località a località.

Ai giorni nostri, la Gibigiana è diventata un’occasione per incontrarsi, fare festa ammirare i fuochi d’artificio e mangiare qualcosa in compagnia, magari il risotto con la luganiga, come prescrive la tradizione.

Il rogo assume valori diversi a seconda della località in cui si attua. Sarebbe troppo lungo citare tutti i centri e le borgate dove si innalzano i roghi e quindi solo per farne alcuni: Albavilla (CO); Barzago (LC); Besana Brianza (MI); Briosco (MI); Busto Arsizio (VA); Cantù (CO); Canzo (CO); Cardano al Campo (VA); Carnago (VA); Carugo (CO); Cassano Magnago (VA); Castellanza (VA); Castiglione Olona; Copreno fraz. di Lentate sul Seveso (MI); Gallarate (VA); Garbagnate Milanese (MI); Gorla Maggiore (VA); Lesmo (MI); Misinto (MI); Montesolaro fraz. di Carimate; Rescaldina (MI); Samarate (VA); Triuggio (MI); Varenna (LC); Veduggio con Colzano (MI); Viganò (LC).


A Cantù con la Giubiana si bruciano “i mali della città e i vizi dei suoi cittadini”, che, insieme alle autorità, assistono al rogo. Qui il fantoccio che viene arso rappresenta la leggenda di una bellissima giovane castellana che, la notte di un giovedì di gennaio di oltre settecento anni fa, bussò a uno degli ingressi del borgo di Canturio facendosi consegnare con l’inganno le chiavi della città, così da poter aprire i pesanti battenti della porta ai Visconti che conquistarono il paese.
A Giussano la Giubiana, allegoricamente moglie di Gennaio, viene simbolicamente bruciata per dimenticare ed allontanare le carestie invernali e al contempo sancire l'inizio di un nuovo periodo di abbondanze. Storicamente la Giubiana veniva accompagnata nel suo cammino da un corteo di ragazzi che scandivano il tempo percuotendo pentole e stoviglie. La stessa sfilata del corteo storico, a cui ogni anno è lasciata libera interpretazione, si ripete anche oggi ed è rappresentata da 5 Giubiane, una per ogni frazione del paese, alle quali verrà dato poi fuoco al termine della manifestazione.
A Canzo la Giubiana è sottoposta ad un processo in dialetto canzese con la sentenza di morte sul rogo da parte dei Regiuu, ovvero gli anziani autorevoli del paese, e altri personaggi simbolici. La festa è arricchita da vesti tradizionali, suggestivi addobbi, tra cui la gamba russa (rossa), paramenti a lutto e suono di tamburi.
In molte zone del Varesotto viene bruciata l’ultimo giovedì (a volte l'ultima domenica) di Gennaio. Si costruiva con paglia e stracci un fantoccio e lo si portava nella piazza del paese a suon di campanacci. All’imbrunire veniva bruciata tra canti e balli. Girare tre volte attorno al falò portava bene. A Solbiate Olona alle ore 21 viene acceso il falò. Grandi e piccini attaccano alle vesti della strega o buttano nel falò bigliettini con scritto le cose brutte capitate durante l’anno perché il fuoco le distrugga.

In provincia di Como ad Albavilla si svolge il rito della Giubiana, che consiste nel bruciare su una pira preparata giorni prima un fantoccio fatto di stracci e bastoni tutto addobbato, è un rito propiziatorio simbolo dell'inverno. Prima di essere messo al rogo il pupazzo, dalle sembianze di donna, viene portato in giro per il paese da un fragoroso corteo. Da alcuni decenni il corteo è composto anche da alcuni carri allegorici, da un gruppo folcloristico e dalla banda. Durante la serata viene servito del risotto e del vin brulè.

I meravigliosi manifesti sono stati realizzati dai bambini e dalle maestre di Briosco. Questa tradizione risale a più di trent'anni fa. Grazie alla collaborazione tra la cooperativa sociale EOS di Carate Brianza e il Museo d'Arte dei Bambini Hamada di Shimane, Giappone, i manifesti delle passate edizioni sono stati esposti durante la mostra internazionale "Indépendants".

La Giobia che si brucia l’ultimo giovedì di gennaio a Busto Arsizio ha una storia anticha. Era una sorta di esorcismo dell'inverno, nel periodo più difficile. Luigi Giovini sostiene che «si brucia un fantoccio di aspetto femminile perché quella ligure antica, pre-celtica, era una società largamente imperniata sul matriarcato, e che adorava divinità femminili come la Madre Terra o la Luna. Nel cuore dell'inverno, per scacciare il freddo e ridare vigore alla fertilità dei suoli, si “fecondava” la terra con il fuoco purificatore. Agli déi antichi si offrivano sacrifici anche di sangue, che un tempo potevano essere umani, in seguito animali». Una duplicità che ritroviamo nel ritratto di Giano bifronte poi rimpiazzato dal Giove greco-romano che dà il nome al giorno della settimana in cui si brucia la Giöbia, aggiunge Giavini. Il fantoccio, simbolo femminile, brucia in un giorno dedicato alla divinità maschile per eccellenza; ma anche nell'ultimo giovedì di gennaio, giorno "femminile" tradizionalmente chiamato ul dì di scenén. In questo giorno di sabba e di... matriarcato erano le donne a comandare, sottolinea Giavini, mentre gli uomini cantavano filastrocche minacciose e facevano trovare macabre sorprese giù per il camino, ricordo forse di una passata “litigata coniugale” di dimensioni tali da sovvertire una cultura da prevalentemente femminile a maschile. Era uso di ogni famiglia, di ogni cortile, preparare la propria Giöbia. E tutti si arrabattavano con quel che si trovava, dalle cassette di legno a vecchie scope, stracci e spago. Così Giovini aggiunge «Per portare fortuna il fantoccio deve cadere in avanti, così vuole la tradizione. E c'era una vera gara a chi faceva durare di più il fuoco, la Giöbia che durava più a lungo dava prestigio a chi l'aveva costruita. Finito il rogo, sulle braci appena raffreddate si facevano passare gli animali, una sorta di benedizione pagana, poi le ceneri andavano sparse sui campi per fecondarli in vista della ripresa primaverile». Oggi la tradizione è leggermente cambiata. Si vedono anche Giöbie di foggia strana «È buon segno che si facciano fantocci di forme diverse, vuol dire che la tradizione è viva e si adatta ai tempi, restando sempre nuova».

Continua la difesa del monte San Primo: il 25 gennaio incontro a Erba

Presentazione del libro ‘Assalto alle Alpi’ dello scrittore esperto di montagna Marco Albino Ferrari

 



Continua l'attività del Coordinamento 'Salviamo il Monte San Primo' per contrastare il progetto che prevede nuovi impianti sciistici sulla montagna del Triangolo Lariano. Il Coordinamento, formato da 35 associazioni, da oltre un anno sta organizzando iniziative ed ha attivato una raccolta firme che ha già superato le 2 mila adesioni.

Il prossimo evento in calendario è fissato per la sera di giovedì 25 gennaio a Erba: in calendario la presentazione del libro ‘Assalto alle Alpi’, con la presenza dell’autore Marco Albino Ferrari, noto giornalista, scrittore, sceneggiatore e divulgatore, è una delle voci più autorevoli della cultura di montagna.  

Il tema dell’incontro è legato ai temi con cui viene presentato il libro di Ferrari: ‘Le Alpi sono minacciate da modelli di sviluppo del passato. Sul piano materiale, dal varo di nuove infrastrutture turistiche pesanti; sul piano immateriale, attraverso vecchi stereotipi idealizzanti, che riducono la montagna a luogo salvifico di pura ‘bellezza’. Per dare futuro alle Alpi è necessario uno sguardo nuovo, consapevole, rispettoso.’

Durante l’incontro di Erba verrà anche fatto il punto della situazione per quanto riguarda il progetto – contestato dal nostro Coordinamento – che riguarda proprio il monte San Primo, che prevede la realizzazione di nuovi impianti sciistici e di un impianto di innevamento artificiale, oltre che altre opere, tra cui piste in plastica, parco giochi, nuovi parcheggi. Verranno quindi ribadite le controproposte elaborate dal Coordinamento per una fruizione più sostenibile del monte San Primo.

L'incontro si terrà giovedì 25 gennaio alle ore 20:45 presso la sala ‘Isacchi’ di Ca’ Prina di Erba, con ingresso libero fino ad esaurimento posti. All'incontro sono stati invitati i sindaci e i responsabili della Comunità Montana Triangolo Lariano; l'obiettivo infatti è aprire al confronto, più volte sollecitato dal Coordinamento 'Salviamo il Monte San Primo'. E che a tutt’oggi, a distanza di oltre un anno, non ha ricevuto risposte.

Altre info su: https://bellagiosanprimo.com   -   https://bellagiosanprimo.com/assalto-alle-alpi/

sabato 20 gennaio 2024

Sinistra e Ambiente: criticità e richieste di monitoraggio per il progetto dell'Autostrada Pedemontana Lombarda (tratte B2 e C)


a cura di Sinistra e Ambiente. Meda

 

Dal 3 gennaio 2024, una serie di documenti per la procedura di Verifica di Attuazione ex Legge Obiettivo 443/200, riguardanti il Progetto Esecutivo delle tratte B2 e C dell'Autostrada Pedemontana Lombarda, è stata caricata sulla pagina delle Valutazioni e Autorizzazioni Ambientali del sito del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Questa documentazione comprende numerosi elaborati dai quali abbiamo estratto i più significativi per l'analisi.

 

PROGETTO ESECUTIVO RISPONDENZA ALLE PRESCRIZIONI, AL DEFINITIVO AGGIORNATO E OTTIMIZZAZIONI.
 


La "RELAZIONE DI RISPONDENZA AL PROGETTO DEFINITIVO E ALLE PRESCRIZIONI DELLA DELIBERA CIPE" e la "RELAZIONE AMBIENTALE COMPARATIVA OPERE IN VARIANTE - art. 169 d.lgs 163/2996" riassumono le modifiche apportate per rispondere alle prescrizioni del CIPE del 2009 e ai requisiti del Progetto definitivo aggiornato 018/019 messo a bando (poi aggiudicato a Webuilt). In questi documenti sono riportate variazioni e ottimizzazioni richieste in passato dalle Amministrazioni e da altri soggetti e/o organismi.

Focalizziamo l'attenzione sulle modifiche descritte nei due documenti riassuntivi, i quali presentano alcune imprecisioni sulla localizzazione delle variazioni rispetto alle soluzioni implementate nel progetto esecutivo. Vengono menzionate solo:

 

LENTATE SUL SEVESO

  • Modifica della metodologia realizzativa in scatolare della galleria artificiale MonteGrappa

BARLASSINA

  • Modifica alla rotatoria di Via Monte Grappa - via XXV Aprile e stralcio di nuova viabilità in via Silone
  • Richiesta di stralcio nuovo percorso ciclopedonale in corrispondenza di via Marconi, a cavallo del confine comunale tra Barlassina e Meda.
  • Modifica viabilità e ponte su Fiume Seveso presso via Prati - via delle Cave

SEVESO

  • Modifica vasca idraulica di laminazione in area via della Roggia (già contemplata nel Progetto definitivo aggiornato 018/019)
  • Rilocalizzazione cantiere B2.03 ubicato in via della Roggia


CESANO MADERNO

  • Allontanamento della bretella di collegamento con via G. De Medici con avvicinamento all’asse autostradale nel tratto di innesto sulla rotatoria tra Seveso e Cesano Maderno.
  • Riduzione della luce del Ponte di via Sturzo
  • Eliminazione sottopasso di via B. Angelico, realizzazione di viabilità a fondo cieco lato est
  • Sistemazioni n.2 incroci a rotatorie lungo la Tangenziale Sud di Cesano M.


DESIO

  • Come già definito nel Progetto definitivo aggiornato 018/019, le aree di servizio di Desio in carreggiata nord e in carreggiata sud sono state sospese.


SEREGNO-LISSONE

  • Modifica Svincolo di Desio (rampe e interconnessioni) e della viabilità locale adiacente che garantisce il mantenimento dell'attuale viabilità complanare alla SS36 (mantenimento uscita Seregno Sud) e aggiunta di corsia di scambio.


LISSONE

  • Modifica localizzata del tracciato e realizzazione sottopasso ciclopedonale della Strada comunale della Santa (in affiancamento alla carreggiata stradale).


VEDANO AL LAMBRO-LISSONE

  • Modifica tracciato TRMI10 e rotatoria Lissone.


BIASSONO

  • Modifica del tracciato della sistemazione di via Dei Celti e della morfologia circostante con riduzione espropri.
  • Rotatoria Via Misericordia, lungo TRMI10 modificata secondo conformazione a “otto”
  • Aggiunta di un parcheggio a raso di circa 46 posti auto in adiacenza alla Via Parco nell’area interclusa rispetto alla nuova viabilità.
  • Modifica del tracciato TRMI10 per interferenza con pozzi idropotabili
  • Modifica delle piazzole idrauliche


MACHERIO

  • Modifica dello svincolo di Macherio.


USMATE

  • Al fine di ottenere una minore occupazione di suolo, modifica rispetto al Progetto Definitivo nel tratto iniziale dell’Interconnessione con la Tangenziale Est e il conseguente adattamento delle opere di mitigazione a verde.
  • Modifica rotatoria SP41.


ARCORE

  • Modifica della rotatoria Tenaris, lungo TRMI17, con aggiunta ramo di raccordo alla viabilità locale.


VIMERCATE

  • Modifica planimetrica tracciato TRMI17 per riduzione disboscamento.

È evidente come non siano contemplate nell'elenco altre ottimizzazioni o richieste di modifiche avanzate in tempi recenti dalle amministrazioni. Tra queste, quella sulla tangenziale Meda-Seregno-Seveso su cui il sindaco di Meda, Santambrogio, aveva esplicitato una disponibilità a eliminare una delle tre rotatorie, a portare il tracciato più in aderenza all'urbanizzato e a realizzare un sottopasso ciclopedonale al nuovo scavalco della linea ferroviaria Milano-Como-Chiasso.
Purtroppo, nella cartografia depositata, il tracciato risulta essere ancora quello con tre rotatorie.

Idem dicasi per le pur timide richieste avanzate da Seveso per il collegamento Baruccana-Bosco delle Querce. Nulla anche rispetto alle annunciate modifiche concordate con il Comune di Lesmo. Non siamo evidentemente in grado di sapere se queste ottimizzazioni verranno o meno prese in considerazione su successivi e differenti atti formali o documenti ufficiali. Auspichiamo che ciò avvenga.

 

CANTIERI
Tra la documentazione c'è la localizzazione e la tipologia dei cantieri.

Lentate-Lazzate:
Cantiere base B1B1 da 39300 mq

Lentate Sul Seveso:
Cantiere Base B2B1 da 29760 mq
Cantiere Operativo B2O1 da 8800 mq

Barlassina:
CantiereOperativo B2O2 da 31680 mq

Cesano Maderno:
Cantiere Operativo da 12700 mq

Desio:
Cantiere Base CB1 da 31300 mq
Cantiere Base CB2bis da 52400 mq

 

Macherio:
Cantiere Operativo Co2.1 da 9700 mq

Biassono:
CantiereOperativo CO2.2 da 8300 mq

 

Lesmo:
Cantiere Operativo CO3.1 da 17100 mq

 

Arcore:
Cantiere Operativo CO3.2 da 14200 mq

Usmate Velate:
Cantiere Base CB3 da 31250 m.

 

Nota: per la mappatura completa dei Cantieri, compresi anche quelli per la Bonifica da Diossina cliccare qui.

 

PROGETTO ESECUTIVO BONIFICA DA DIOSSINA TCDD
 

Tra i documenti sono presenti il "Progetto Esecutivo di Bonifica aree ex-Icmesa", il "Piano di Monitoraggio Polveri" che sarà applicato durante le attività di bonifica e l'elaborato della "Variante al Progetto Operativo di Bonifica Aree incidente Icmesa Lotto 3". Sono gli applicativi delle operazioni di bonifica sulle aree contaminate da Diossina che verranno interferite dal tracciato dell'autostrada. Il perimetro dell'autostrada è stato assimilato ad area industriale. Pertanto la bonifica sarà attuata sulle superfici laddove si supera il limite di diossine e furani di 100 ng eq/kg (Colonna B della Concentrazione Soglia di Contaminazione - CSC), fatto salvo per le zone ad uso residenziale e/o con accesso pubblico dove si applica il limite più stringente di 10 ng eq/kg. Rispetto al Piano Operativo di Bonifica già conosciuto, sono state effettuate delle analisi chimiche integrative sulle aree A5 e A24 (sponde torrente Tarò/Certesa a Meda) e A3 (porzione su scarpata svincolo Meda). Sull'A5 gli esiti hanno evidenziato la non conformità rispetto alla Concentrazione Soglia di Contaminazione (CSC) Colonna A (10 ng eq/kg). Sull'A24 alcuni esiti sono risultati conformi alle CSC Colonna A, mentre non è risultato conforme il campione più profondo 1.00-2.00m; Sull'A3 c'è una conformità per tutti i campioni prelevati alle CSC Colonna A. Pertanto per A5 è confermata la necessità di procedere alla bonifica mentre per A24 c'è necessità di procedere alla bonifica per una sola porzione. La parte dell'A3, risultata con livelli di contaminazione inferiori alle soglie di legge, quella in prossimità della ciclabile verso Meda sud, sarà stralciata. Invariate e confermate le altre aree su cui si effettuerà la bonifica Il terreno di risulta della Bonifica Ordigni Bellici (BOB) attuata sulle aree contaminate verrà insaccato, stoccato temporaneamente nel lotto e caratterizzato analiticamente per l'invio in apposita discarica. Il documento contiene informazioni sulle procedure di bonifica, sulla caratterizzazione dei banchi di asportazione del terreno in cui verranno suddivisi i lotti, sulle modalità delle analisi chimiche per la caratterizzazione dei terreni dei banchi, sull'operatività dei cantieri di bonifica, sullo stoccaggio temporaneo e sul trasporto del terreno contaminato, sulla procedura di collaudo e validazione di avvenuta bonifica su cui ARPA avrà il ruolo di ente certificatore. Le attività di bonifica saranno condotte partendo dal Lotto 1 a Meda con a seguire i lotti successivi (Lotto 2, Lotto 2A, Lotto 3, Lotto 3A, Lotto 4, Lotto 5 e Lotto 6). Le attività saranno organizzate per macrofasi, ovvero: 

  • Accantieramento: a partire dal lotto 1 e con in sequenza gli altri lotti; 
  • Caratterizzazione di omologa in banco dei rifiuti a partire dal lotto 1 e con in sequenza gli altri lotti; 
  • Scavo di bonifica e conferimento in discarica dei terreni contaminati a partire dal lotto 1 e con in sequenza gli altri lotti; 
  • Collaudi e certificazione di bonifica a partire dal lotto 1 e con in sequenza gli altri lotti.

VARIANTE DI BONIFICA SUL LOTTO 3 A SEVESO-CESANO MADERNO
 

L'elaborato della variante al POB sul lotto 3", si occupa del lotto di bonifica dove verranno realizzate le gallerie artificiali fuori terra "Seveso" e "Baruccanetta" e dove è prevista la creazione di un "parco urbano sospeso" come "verde fruibile" per collegare i quartieri.

 

 

La possibilità di fruibilità con accesso alla cittadinanza comporta l'applicazione delle CSC di tabella A con limite di 10 ng eq/kg.
Sono state conseguentemente individuate le aree in cui, a causa degli scotici geotecnici con asportazione di 50 cm di terreno, risulta una esposizione diretta ai terreni contaminati da diossina:

  • Aree di “Tipo A”: con contaminazione nel suolo intermedio in presenza di scotico geotecnico;
  • Aree di “Tipo B”: con contaminazione nel suolo intermedio ma senza scotico geotecnico;
  • Aree di “Tipo C”: con contaminazione nel top-soil (primi 20 cm) ma senza scotico geotecnico.

 
Su queste superfici sono stati definiti alcuni interventi aggiuntivi che si sommano a quanto elaborato nel Piano Operativo di Bonifica. In alcune aree verrà effettuata una bonifica con asportazione del terreno contaminato, mentre in altre saranno adottate misure di Messa in Sicurezza Permanente (MISP). Quest'ultima consiste in una procedura di "capping" che prevede:

Uno strato di separazione in tessuto non tessuto (TNT) come limite fisico con il terreno contaminato sottostante;
La posa di 30 cm di materiale inerte costituito da una miscela di cava o materiale frantumato certificato proveniente da un impianto di recupero. Questo strato di materiale costituirà la pavimentazione dell'area di lavoro, al di sopra della quale saranno realizzate le opere previste.

Per quanto riguarda la Bonifica, i gruppi ambientalisti e le liste civiche della tratta B2 (Sinistra e Ambiente di Meda, Legambiente Seveso, Seveso Futura, Passione Civica per Cesano Maderno, Altra Bovisio Masciago, Comitato Ambiente Bovisio Masciago e Cittadini per Lentate) hanno richiesto la costituzione di un Osservatorio Collegiale per monitorare costantemente le operazioni di bonifica.

Con questo articolo informativo, Sinistra e Ambiente ritiene di dare un contributo per consentire un'adeguata conoscenza e consapevolezza delle criticità del progetto dell'autostrada Pedemontana Lombarda, un'infrastruttura che continua a essere considerata insostenibile per l'ambiente e il territorio e non risolutiva dei problemi viabilistici della Brianza.

venerdì 19 gennaio 2024

Lago di Montorfano: otto associazioni chiamano all'azione per la tutela dell'ecosistema lacustre


Il 15 giugno 2023, il Circolo Golf Villa D'Este ha presentato la richiesta di rinnovo della concessione di derivazione d'acqua dal Lago di Montorfano, suscitando l'attenzione di diverse associazioni ambientaliste. Dall'analisi delle relazioni tecniche e dei dati meteorologici emerge la necessità di adottare misure più rigorose per garantire la sostenibilità del prelievo idrico e la tutela dell'ecosistema lacustre.

Il Golf Club Villa D'Este ha ottenuto la concessione nel 1996, e la delibera della Giunta regionale della Lombardia n. IX/4219 del 25/10/21 ha approvato il Piano della riserva e sito di importanza comunitaria "Lago di Montorfano", sottolineando l'importanza della tutela dell'area lacustre. Tuttavia, le relazioni tecniche divergono sullo stato ecologico del lago, con segnalazioni di fioriture algali e variazioni nel livello di salute ecologica.

Colorazione verde delle acque del lago (Foto del 6/11/2023)

L'Associazione Ontano ha rilevato la presenza di alghe, e l'analisi di Arpa Lombardia ha evidenziato la presenza di cianobatteri potenzialmente in grado di produrre biotossine. La colorazione verde delle acque è stata associata a una condizione di eutrofia del lago, accentuata da un carico eccessivo di nutrienti, in particolare fosforo.

Foto del 30/12/2023

Foto del 31/12/2023

Di fronte a tale scenario, diverse associazioni, tra cui "L’Ontano", "Il Gambero", "Comitato Parco Regionale Groane-Brughiera", "WWF Lombardia", "Le Contrade", "Legambiente Como - Circolo Angelo Vassallo" e "Orrido - Inverigo", insieme alla lista civica "Noi per Montorfano", avanzano richieste specifiche per la revisione della concessione.

Tra le richieste principali figurano l'attivazione di indagini costanti sui livelli idrici, la definizione del bilancio idrico, studi approfonditi sulla portata dell'emissario Rivo del Molino e delle rogge degli immissari. Si sottolinea inoltre la necessità di analisi periodiche sull'uso di diserbanti e fertilizzanti, riduzione della quantità di acqua prelevata, insonorizzazione del locale delle pompe e installazione di sistemi di sicurezza.

Queste richieste mirano a garantire una gestione più responsabile delle risorse idriche del Lago di Montorfano, promuovendo la sostenibilità ambientale e la salvaguardia dell'equilibrio biologico. La revisione della concessione si configura quindi come una risposta concreta alle preoccupazioni ambientali e come un passo avanti per garantire la salute a lungo termine di questo importante ecosistema lacustre.

giovedì 18 gennaio 2024

Arosio-Giussano: la nascita di un ecomostro


Il Circolo Ambiente "Ilaria Alpi" ha espresso la sua preoccupazione riguardo alla trasformazione di un'area verde al confine tra Giussano e Arosio, denunciando la costruzione di ciò che definisce un "ecomostro" in cemento. Attraverso la propria pagina Facebook, il Circolo ha lanciato un grido di dolore, mettendo in luce quanto sta accadendo in quest'area precedentemente caratterizzata dalla presenza di verde.


Nel messaggio, il Circolo Ambiente sottolinea che al confine tra Arosio e Giussano sta sorgendo un centro di cottura di una catena di supermercati, considerato dall'associazione un ulteriore scempio del territorio e un consumo di suolo in una delle zone più urbanizzate d'Italia, la Brianza. I dati forniti indicano che Arosio e Giussano attualmente hanno circa la metà del loro territorio comunale coperto da cemento e asfalto.


L'appello del Circolo Ambiente è chiaro: "Stop al consumo di suolo!" L'associazione sostiene di aver precedentemente segnalato l'importanza di preservare il territorio, ma lamenta che i Comuni di Arosio e Giussano non abbiano ascoltato le loro preoccupazioni.

Per maggiori dettagli e approfondimenti cliccare qui.

mercoledì 17 gennaio 2024

Incontri al Liceo 'Carlo Porta' di Erba: ambiente, cambiamento climatico e tutela del Monte San Primo


In occasione della 'settimana dell’orientamento' presso il Liceo ‘Carlo Porta’ di Erba, il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” ha tenuto incontri con diverse classi per discutere di ambiente, cambiamento climatico e del progetto riguardante il Monte San Primo. Grazie all'invito del vice preside Iacopo Pappalardo e della professoressa Lucia Borroni, il Circolo ambientalista, con il presidente Roberto Fumagalli, è intervenuto in tre classi, affrontando con gli studenti diverse tematiche ambientali, tra cui inquinamento, consumo di suolo e soprattutto riscaldamento globale, con i suoi effetti, tra cui la scomparsa dei ghiacciai alpini. In questo contesto, si è voluto fare un richiamo specifico al nostro territorio montano.


È stato inevitabile menzionare il progetto controverso che coinvolge il San Primo, la montagna più alta del Triangolo Lariano. Come noto, il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” e il Coordinamento ‘Salviamo il Monte San Primo’ - composto da ben 35 associazioni - contestano da oltre un anno il progetto che prevede la realizzazione di piste da sci con innevamento artificiale per il ‘rilancio turistico’ della località San Primo di Bellagio. Questi interventi godono di un finanziamento pubblico di 5 milioni di euro. L'opposizione degli ambientalisti è principalmente legata alla realizzazione di impianti sciistici e di innevamento artificiale a una quota molto bassa, intorno ai 1.100-1.200 metri sul livello del mare. Gli stessi climatologi affermano che investimenti al di sotto dei 2.000 metri non hanno senso, data la tendenza al cambiamento climatico che porterà a una diminuzione della neve a quote basse e a temperature sempre più elevate, rendendo difficile persino l'innevamento artificiale.



Durante gli incontri, è stato proiettato il docu-film ‘The Last Skiers’ realizzato dalla regista erbese Veronica Ciceri, che affronta le stesse tematiche, concentrandosi sul confronto fra l'oggi e il passato degli impianti sciistici sul Monte San Primo.

Con gli studenti del ‘Carlo Porta’, il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” ha voluto promuovere un confronto su queste tematiche, legate al riscaldamento globale, una questione che riguarda soprattutto il futuro delle nuove generazioni.

martedì 16 gennaio 2024

Collegamento stradale Como-Mariano Comense "Canturina Bis": un impatto ambientale ed economico insostenibile


a cura del Coordinamento per una Mobilità Sostenibile–No Canturina bis


E' stato approvato con deliberazione n° 136 del 21/11/2023 dal Presidente della Provincia di Como, il Progetto di fattibilità tecnica ed economica del nuovo collegamento stradale Como-Mariano Comense "Canturina bis".
Il Coordinamento per una Mobilità Sostenibile No Canturina bis, dopo aver ottenuto con un accesso agli atti la documentazione ed averla analizzata, ne pubblica un sunto con proprie valutazioni.

IL PERCORSO

 


L'infrastruttura avrà una lunghezza complessiva di 7.136 metri e correrà all'interno del Parco Regionale delle Groane e della Brughiera, aumentando il consumo di suolo e portando a impatti negativi sugli ecosistemi. Il tracciato della ipotizzata "tangenziale ovest di Mariano" viene ora incorporato nel progetto denominato "collegamento stradale Como-Mariano Comense Canturina bis" costituendone il lotto 3.

I COSTI

 


Rispetto alle precedenti valutazioni della Provincia di Como che stimava in 195 milioni di euro il costo della Canturina bis + la tangenziale di Mariano, ora per l'intera infrastruttura viabilistica serviranno ben 334 milioni di euro, circa 47 milioni al chilometro. Si tratta di risorse economiche al momento non disponibili.

I LOTTI

 


La strada viene suddivisa in 3 lotti. Il primo interessa i comuni di Figino, Carimate e Cantù, dalla rotonda posta tra Corso Europa e via Giovanni da Cermenate fino a via Genova (zona Garden Bedetti). Il secondo lotto correrà parallelo a via Milano da via Genova fino a via Marche (zona Ipercoop di Mirabello) interessando in superficie numerose aree boscate e coltivi. Il terzo e ultimo tratto, quasi interamente in galleria artificiale, bypasserà, senza accessi diretti, la Novedratese fino a giungere a Mariano Comense nei pressi di via Segantini (zona Cimitero).

L'IMPATTO E L'INVASIVITÀ DELLA STRADA

 


La realizzazione di 5 gallerie, tra cui 4 artificiali avrà costi energetici e annesse emissioni climalteranti. Per le gallerie artificiali sarà comunque necessario lo sbancamento di coltivi, prati e boschi distruggendo la naturalità esistente. I tratti a raso o in trincea comporteranno invasività, spaccatura, riduzione e separazione delle aree libere e boscate. Il trasporto dei materiali di scavo che ammontano a circa 413.000 metri cubi da conferire negli appositi siti, incrementerà il traffico pesante sulle arterie stradali esistenti.

IL TRAFFICO



Dallo studio sul traffico a supporto dell'opera è previsto un miglioramento della velocità media di deflusso di soli 2,1 km/h, con una viabilità che comunque rischia di peggiorare verso Cucciago, verso Senna, in via S. Giuseppe e in viale Italia a Vighizzolo, attorno a Mirabello e in via Lombardia, via per Cabiate e via Porta Spinola a Mariano.

LE ALTERNATIVE

 


La Provincia nella definizione di questo progetto dal costo esorbitante non ha valutato alternative alla costruzione della strada. Una rivalutazione complessiva dei servizi di trasporto pubblico non è stata presa in considerazione. La promozione di un uso combinato dei mezzi pubblici, potenziando la rete dei trasporti e il rilancio dei collegamenti via pullman tra Como, Cantù e Mariano non vengono nemmeno menzionati. Tantomeno s'è presa in considerazione la creazione o l'efficientamento di nodi di interscambio bus-treno. Ancora una volta invece di innescare politiche che riducano il numero di autoveicoli circolanti, con una visione semplicistica, s'è scelto di spostare i volumi di traffico su di una nuova arteria, divorando ulteriori porzioni di un territorio già massacrato dall'asfalto e dal cemento, senza nemmeno garantire soluzioni durature ad una viabilità estremamente critica.


Continueremo a seguire l'iter di questa insostenibile infrastruttura, continueremo nella nostra azione di informazione, sensibilizzazione e opposizione ad una strada che, se realizzata, ridurrà ulteriormente la naturalità e i preziosi e pochi ecosistemi rimasti sul nostro territorio.