Le esondazioni dei torrenti Bevera e Gandaloglio, che nelle scorse settimane hanno interessato le zone a confine tra Molteno, Sirone e Oggiono, rappresentano un campanello d’allarme non solo per il fenomeno naturale in sé, ma soprattutto per le conseguenze che le attività umane stanno aggravando.
A lanciare l’allarme è Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”. Fumagalli sottolinea come le esondazioni dei torrenti siano eventi naturali che si sono sempre verificati. Ad esempio, nel caso del Gandaloglio, come evidenziato dalle immagini scattate la scorsa settimana, il torrente è esondato naturalmente invadendo prati ancora verdi nelle aree limitrofe a Molteno, Sirone e Oggiono.
Esondazione naturale del Gandaloglio nei prati al confine tra Oggiono, Sirone e Molteno |
“L’esondazione in sé non è un problema – spiega Fumagalli – lo diventa quando le aree naturali di espansione delle acque vengono occupate dalla cementificazione e dalle costruzioni, come è accaduto nell’area del Mognago a Oggiono o in via Colombo a Sirone. L’impermeabilizzazione del suolo peggiora la situazione, rendendo più gravi le esondazioni nelle zone a monte e a valle”.
La soluzione, secondo Fumagalli, non sta certo nel cercare di imbrigliare ulteriormente i torrenti, con la costruzione di nuovi argini artificiali o altre opere idrauliche invasive. “Pensare a interventi come il bypass tra il Bevera e il Gandaloglio è una scelta completamente sbagliata – continua – Non fa altro che spostare il problema dell’acqua da un punto all’altro, senza intervenire sulle cause reali”.
Il presidente del Circolo Ambiente pone l'accento su quella che considera una priorità assoluta: il blocco immediato del consumo di nuovo suolo verde. “È necessario agire sui PGT (Piani di Governo del Territorio) – afferma Fumagalli – e non prevedere nuove aree edificabili o strade, come invece sta facendo l’Amministrazione comunale di Molteno con la tangenzialina di Raviola. Quest’ultima rischia di aumentare la portata delle esondazioni, aggravando il problema per le zone circostanti”.
Fumagalli propone interventi mirati e meno invasivi per mitigare i rischi idraulici, come l’ampliamento di alcuni ponti che attualmente costituiscono delle “strozzature artificiali” per il corso naturale dei torrenti. Sottolinea inoltre l’importanza di liberare le aree alla confluenza tra il Bevera e il Gandaloglio, un nodo critico che al momento è coperto dalla soletta dello stabilimento ex Segalini.
Piena del Bevera che sovrasta la vasca di raccolta sedimenti a monte del supermercato di Molteno |
In conclusione, il Circolo Ambiente ribadisce l’importanza di preservare gli spazi verdi rimasti e di rivedere le scelte urbanistiche per prevenire disastri futuri: "La risposta alle esondazioni non può essere una corsa alla cementificazione, ma piuttosto una riconciliazione con il territorio e le sue dinamiche naturali".
Nessun commento:
Posta un commento
Chiediamo gentilmente, a chi usa questo spazio per i commenti, di usare toni costruttivi per mantenere la discussione su un livello di confronto civile e utile per tutti.