Riportiamo un articolo pubblicato il 19 giugno scorso da Varese News seguito da un ns commento.
Necessario investire di più sulle ferrovie
di Roberto Morandi
«Non solo Pedemontana, la priorità dei prossimi dieci anni deve essere lo sviluppo del trasporto ferroviario». L’appello a ripensare il modello della mobilità arriva dall’assemblea dei circoli di Legambiente Lombardia, che si è tenuto sabato alle Bustecche. Damiano Di Simine, presidente regionale del Cigno Verde, è convinto che la scelta sia necessaria, perché lo scenario internazionale è gia deciso: «Appena a Nord di Varese si sta costruendo la più importante opera infrastrutturale del continente, in nuovo tunnel del Gottardo», che collegherà l’Italia e i porti mediterranei con il Centro Europa, la “locomotiva” dell’economia del vecchio continente. In futuro le merci da Nord arriveranno (quasi) tutte su ferrovia, per ragioni ambientali e di sicurezza: il problema è come far proseguire il viaggio. «Dobbiamo evitare – spiega Di Simine - che ci sia il trasbordo delle merci dal ferro alla gomma: la priorità dei prossimi dieci anni dovrebbe essere creare le condizioni per accogliere questa ferrovia». Il rischio è che la bassa provincia (ma tutta l’area a nord di Milano) finisca strangolata dal traffico dei mezzi pesanti che arrivano e partono dai centri intermodali dove “finisce” la ferrovia merci, nella zona di Busto Arsizio e Gallarate. Un po’ lo stesso scenario che evocava il sindaco di Gallarate Nicola Mucci, preoccupato per lo stop imprevisto al potenziamento della linea ferroviaria.
E gli ambientalisti sono pronti a sostenere anche il potenziamento delle infrastrutture: «La Rho-Gallarate ha bisogno di essere rafforzata, non si può pensare che tutto passi solo su due binari. Certo si deve rendere compatibile l’intervento nelle zone abitate (le contestazioni riguardano soprattutto Legnano e l’altomilanese, ndr), però il potenziamento è necessario». Di fronte ad uno scenario di questo genere, secondo il presidente di Legambiente Lombardia, i vertici regionali (e il governo centrale) rimangono ancorati al modello di mobilità su gomma («anche se la Pedemontana ha una indubbia utilità, nel riordinare i flussi di traffico») e alle grandi opere, compresa Malpensa. «La crescita, in particolare con la terza pista, andrà a invadere altri territori intorno allo scali in una provincia che ha già perso oltre mille ettari di superficie forestale». Al modello di «gigantismo aeroportuale» Legambiente contrappone l’idea di un investimento nella green economy, nelle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica. «Filiere produttive ad alta tecnologia che sono il contrario della smaterializzazione dell’economia, che portano lavoro sul territorio»
Commento:
Dei problemi legati al mancato prolungamento sul versante lombardo di AlpTransit (raddoppio della linea ferroviaria da Como a Seregno) avevamo parlato, su questo blog, qui.
Le preoccupazioni di Damiano Di Simine sono più che giustificate: nel 2018, anno in cui la nuova trasversale alpina sarà pronta, si rischierà la paralisi delle vie di comunicazione nella provincia di Como.
Non condividiamo, invece, l'affermazione del presidente regionale di Legambiente "sull' indubbia utilità" dell'autostrada Pedemontana. Su questo blog ci siamo occupati più volte della questione e non stiamo a ripeterci. In particolare si veda qui.
Per leggere tutti gli articoli pubblicati su Pedemontana cliccare qui.
Nessun commento:
Posta un commento
Invitiamo gentilmente chi utilizza questo spazio per i commenti a rimanere in tema con il contenuto del post e a mantenere un linguaggio rispettoso, anche quando le opinioni sono diverse. Si informa che non verranno pubblicati commenti contenenti promozioni commerciali.