COSA CI ATTENDIAMO DAL NUOVO PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE DI MONZA E DELLA BRIANZA E COME LO VALUTEREMO
di Paolo Conte, portavoce dell'Osservatorio PTCP della provincia di Monza e Brianza
Nel corso del mese di luglio, l’Osservatorio PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) di Monza e Brianza, ha incontrato l’assessore Antonino Brambilla, la Fondazione Lombardia per l’Ambiente e i tecnici della Provincia che stanno lavorando al nuovo Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale.
Durante la riunione ci è stato mostrato lo stato di avanzamento del PTCP, l’individuazione degli ambiti agricoli strategici, la composizione della rete verde provinciale e sono state affrontate parte delle osservazioni già presentate dall’Osservatorio che, durante gli incontri fatti in precedenza, parevano essersi smarrite.
Mentre constatiamo con soddisfazione che la maggioranza delle osservazioni per la zona del Vimercatese, sono state accolte, ancora non s’è compreso se le numerose osservazioni presentate dal Comitato per l’Ampliamento del PLIS Brianza Centrale, siano state rinvenute, valutate e considerate. Naturalmente anche questa volta abbiamo effettuato un secondo invio alla Provincia.
Tuttavia, la partita decisiva sul consumo di suolo, è più difficoltosa laddove tale consumo ha raggiunto livelli intollerabili, ovvero nella Brianza Centrale. Lì permangono ancora alcune distonie sulle quali manteniamo la più assoluta attenzione e dove abbiamo presentato puntuali osservazioni, anche perché sarà la zona che verrà maggiormente colpita dal passaggio di Autostrada Pedemontana. Come abbiamo infatti sottolineato e condiviso con la Provincia anche durante tale riunione, è certamente un bene per tutti tutelare il più possibile il territorio provinciale da nuove ed inutili costruzioni tramite l’integrazione fra ambiti agricoli e rete verde e prevedendo al loro interno l’inedificabilità assoluta, ma ci sono alcune “battaglie” che vanno simbolicamente combattute.
Su Seveso e Meda avevamo presentato delle proposte precise:
1) ampliamento del Bosco delle Querce su Seveso lungo l’area agricola di via della Roggia, dato che ad oggi, il progetto di Pedemontana prevede lo sbancamento di 1/3 del bosco (piano espropri docet). Al momento, tale osservazione non pare essere stata accolta. Tuttavia abbiamo rilevato come i dati in nostro possesso sulla destinazione d’uso dell’area fossero in contrasto con quelli raccolti dalla Provincia, per la quale tale area sarebbe destinata a servizi. In realtà all’Osservatorio risulta che tale area, ultimo lembo agricolo di notevole entità sul territorio di Seveso, sia un’area “bianca”, cioè un’area per cui la destinazione d’uso non è fissata, in quanto, secondo le informazioni da noi raccolte, la destinazione d’uso a “servizi” non è stata accettata a suo tempo dalla Regione. Per l’Osservatorio quindi è assoggettabile da parte della Provincia all’interno degli Ambiti Agricoli Strategici ed abbiamo dunque ribadito tale richiesta. La Provincia si è riservata di valutare i nuovi elementi informativi emersi durante la riunione;
2) Tutela dell’ambito di cava nella valle dei mulini a Meda, che potrebbe diventare un’importante corridoio ecologico con il PLIS della Brughiera Briantea. Anche in questo caso però la proposta di inserimento di tale area negli ambiti agricoli strategici non è stata accolta. Ciò nonostante, abbiamo rilanciato l’idea di vederla inserita all’interno della rete verde provinciale, perché intatto rimane il potenziale valore ecologico dell’area in questione. Anche in questo caso la Provincia si è riservata di esaminare tale possibilità verificando il piano cave provinciale e la previsione del piano di recupero specifico per quella cava al termine del suo utilizzo.
Auspichiamo che in questo caso non si verifichi un secondo caso Carate Brianza, dove le cave sono poi state destinate ad espansioni industriali ed artigianali.
Ovviamente seguiremo con estrema attenzione entrambi i casi.
Abbiamo lamentato ancora la difficoltà ad avere accesso a documentazione disponibile (cartografie, grafici, tabelle, relazioni, norme, ecc.) del PTCP in itinere, da poter valutare con attenzione da parte dell’Osservatorio, dato che il sito dedicato alla VAS del PTCP, annunciato da Fondazione Lombardia per l’Ambiente durante la prima riunione pubblica di VAS, non è ancora stato attivato.
La Provincia si è perciò resa disponibile a fornirci i materiali da noi desiderati, che abbiamo puntualmente ricevuto e che analizzeremo al fine di far pervenire alla Provincia, quanto prima, tutte le osservazioni e i suggerimenti del caso.
Registriamo l’impegno della Provincia di Monza e della Brianza nella definizione della rete verde provinciale e degli Ambiti Agricoli Strategici all’interno delle quali, l’Assessore Antonino Brambilla, ha dichiarato di voler impedire qualsiasi tipo di edificazione. Condividiamo questa impostazione, tuttavia aspettiamo di poter avere e valutare l’impianto normativo che dovrebbe rendere concreta questa previsione.
Tuttavia ci sentiamo, fin da ora, di sottolineare come dalla rete verde provinciale manchino ancora tutti i comuni non direttamente interessati dal tracciato di Pedemontana e dalle opere ad esso connesse. Questa attuale mancanza esclude importantissime porzioni del paesaggio più che rappresentative dell'identità paesistica del territorio provinciale nonché importanti connessioni ecologiche, sia locali che di collegamento tra parchi esistenti. In particolare ci riferiamo (aree protette a parte) ai comuni del settore settentrionale della provincia, quelli del paesaggio collinare morenico che fanno da corona alla Valle del Lambro. Nondimeno, a titolo di esempio, al momento, si riscontra la non inclusione nella rete verde provinciale: della porzione meridionale del Plis Brianza Centrale (il Parco Agricolo del Meredo); del Bosco urbano di Lissone; nel Comune di Albiate, dell'unico effettivo corridoio ecologico tra il Plis Brianza Centrale e la Valle del Lambro (ad est di quello indicato dalla rete verde); della connessione tra il Molgora (Curone) ed il Rio Vallone a sud di Ronco; della connessione tra il Rio Vallone e il Parco Adda Nord a sud di Busnago. Tutte osservazioni che faremo pervenire all’attenzione della Provincia e che speriamo possano essere accettate.
Nel corso della riunione purtroppo non è stato possibile chiarire in maniera esaustiva le intenzioni della Provincia su ulteriori segnalazioni fatte durante l’incontro dall’Osservatorio per i terreni agricoli di Monza: della Cascinazza, del Quartiere Sant’Albino e del viale delle Industrie, del Quartiere Casignolo e del Parco del Villoresi a San Fruttuoso, importanti snodi ecologici di collegamento con PLIS e parchi già esistenti, che per lo strumento di pianificazione vigente risultano agricoli e che per questo a parer nostro dovrebbero essere inseriti negli Ambiti Agricoli Strategici del nuovo PTCP, che però pare non andare in quella direzione. Ci siamo riservati di presentare le dovute segnalazioni nel merito segnalando con precisione tali ambiti.
Infine, riguardo l’allarme lanciato da INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE, sostenuto anche dal FAI e da WWF e Legambiente Lombardia, riguardante l’inopportuna ricollocazione degli espropriati di immobili da parte di Pedemontana, che hanno ottenuto dalle amministrazioni comunali locali la possibilità di effettuare nuove edificazioni all’interno dei PLIS esistenti a Seregno o all’interno di Ambiti Agricoli Strategici o nei pressi di zone di alto interesse paesistico delle Torrette a Macherio, si ribadisce la piena solidarietà agli espropriati, tuttavia, pur riconoscendo che la provincia, per effetto di una legge nazionale che permette in questi casi ai comuni di andare in deroga a tutti gli strumenti di pianificazione, non ha effettivi poteri di veto, nuovamente sottolineiamo la nostra contrarietà per questo modo miope degli amministratori locali di operare, quando sul mercato ci sono un grande numero immobili vuoti in vendita, e chiediamo alla provincia di coordinare questi e possibili futuri casi simili che si dovessero presentare, varando incisive azioni politiche di coordinamento sovra comunale che possano permettere di salvaguardare il prezioso suolo della Brianza, trovando sul mercato immobiliare alloggi già esistenti da destinare agli espropriati di Pedemontana.
Sul PTCP abbiamo tante aspettative e richieste che abbiamo elaborato e stiamo elaborando.
Quello che vogliamo però non è – e non sarà – un ruolo passivo.
Non ci accontentiamo di ricevere solo informazioni sullo stato e sull’iter del PTCP. Chiediamo il riconoscimento del nostro ruolo attivo attraverso il RECEPIMENTO delle nostre proposte.
Il nostro giudizio complessivo sul PTCP verterà quindi, sull’effettivo ascolto a noi dato da parte della Provincia e sui fatti concreti che conseguentemente verranno messi in pratica.
Siamo la realtà sociale più attiva e partecipante nei confronti del nuovo PTCP, di questo ed in più occasioni la Fondazione Lombardia per l’Ambiente ci ha dato atto, rappresentiamo tanta gente che ha a cuore l’ambiente della Brianza e che spera che esso venga finalmente sottoposto a forte tutela specialmente nei confronti degli appetiti edificatori di molte amministrazioni locali che vorrebbero ripianare i bilanci comunali sacrificando la risorsa più preziosa non rinnovabile che abbiamo: il nostro suolo, il nostro territorio, il nostro paesaggio.
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