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lunedì 20 febbraio 2012
Brebemi: l'autostrada che impoverisce le imprese
da quiBrescia.it del 20 febbraio 2012
(red.) “In netto contrasto con le indicazioni emerse ieri a Parma dal Governatore della banca d’Italia Ignazio Visco “le banche facciano il loro dovere, diano credito ad imprese e famiglie affinichè l’economia non entri in asfissia creditizia” i maggiori istituti di credito invece hanno utilizzato e più gravemente concentrato oltre mezzo miliardo di liquidità per il solo progetto della Brebemi dalla dubbia redditività, scarsa innovazione tecnologica, poca creazione di occupazione e tanti danni all’ambiente”.
Lo afferma, in una nota, Dario Balotta, responsabile trasporti Lombardia per Legambiente, intervenendo sul maxi finanziamento “ponte” di 546 milioni di euro sottoscritto da Banca Intesa, Ubi banca, UniCredit e Monte dei paschi di Siena di 546 milioni di euro per proseguire i lavori della Direttissima Brescia-Bergamo-Milano.
“Si tratta di 5.460 potenziali imprese che non hanno avuto soldi oggi perché, forse, tra qualche anno, potranno raggiungere Milano risparmiando 5 minuti di tempo. Nel frattempo però saranno fallite e per questo possono ringraziare le banche e la Brebemi” sostiene Balotta. “Con questi soldi si potevano prestare 100 mila euro a testa a 5.460 piccole e medie imprese del territorio lombardo, che stanno chiudendo per mancanza di fidi o di prestiti”.
Per l’esponente di Legambiente, “le Banche preferiscono invece finanziare, parzialmente, perché la parte del leone dovrebbe farla la Cassa Depositi Prestiti , un progetto obsoleto ( 62 km di inutile autostrada da Milano a Brescia) di cui Banca Intesa è anche azionista al 40%, piuttosto che sostenere l’economia reale che si trova in crisi, perché è saltata la catena dei pagamenti, facendo così aumentare i fallimenti e le insolvenze, creando nuovi disoccupati e aumentando la spesa pubblica per la cassa integrazione. Il contratto di finanziamento del “nostrano” Project financing (il closing finanziario) di Brebemi, per un costo sbalorditivo dell’opera di 1,9 milioni (2,4 con gli oneri finanziari e l’Iva), non è ancora stato siglato, anche se i lavori son partiti da 30 mesi, e stanno lasciando nel territorio una grande ferita ambientale e una ancora non precisata quantità di rifiuti tossici seppelliti”.
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