Lo scorso 20 agosto l'umanità ha finito di consumare le risorse che il nostro pianeta è in grado di produrre in un anno in modo sostenibile e quindi, per arrivare al 31 dicembre, inizia a consumare le scorte - il “capitale natura” - impoverendolo.
Rete civica italiana collabora con il Global Footprint Network per diffondere in Italia l'evento dell'Overshoot Day. Stiamo vivendo al di sopra delle nostre possibilità e quindi è necessario prendere provvedimenti e adottare nuove politiche per la riconversione ecologica dell'economia e la creazione di posti di lavoro sostenibili. La crisi - in questo senso - può essere una opportunità. Occorre però diffondere una nuova cultura di cui Rete civica italiana è promotrice.
Di seguito la traduzione del comunicato stampa del Global Footprint Network. Potete scaricare da questo link tutti i documenti (andare in fondo al testo) sia nella versione originale inglese che in italiano.
Il 20 agosto è l'Earth Overshoot Day: è la data in cui la nostra Impronta ecologica supera la capacità di rigenerazione del pianeta
L'umanità ha esaurito il budget naturale di questo anno e sta vivendo in una “situazione di sovrasfruttamento”, secondo i dati del Global Footprint Network, un centro di ricerca internazionale sulla sostenibilità con uffici in California, Europa e Giappone.
L' Earth Overshoot Day (il giorno del superamento in italiano) è approssimativamente la data in cui il consumo di risorse naturali da parte dell'umanità inizia a superare la produzione che la Terra è in grado di mettere a disposizione in totale per quell'anno. Il Global Footprint Network analizzala domanda dell'umanità di risorse ecologiche del pianeta (come ad esempio la produzione di cibo, le materie prime, l'assorbimento di anidride carbonica) - in altre parole l'Impronta ecologica dell'umanità (Ecological Footprint ) - rispetto alla capacità naturale di ricostituire quelle risorse e assorbire I rifiuti. I dati del Global Footprint Network’s mostrano proprio quello: in poco più di otto mesi, noi abbiamo usato una quantità di prodotti naturali pari a quella che il pianeta rigenera in un anno.
Il resto dell'anno coincide con il “superamento”. Manterremo quindi il nostro deficit ecologico esaurendo le scorte di pesci, alberi e altre risorse, e accumulando rifiuti, come l'anidride carbonica in atmosfera e negli oceani. Al crescere del nostro livello di consumo - o di "spesa" - l'interesse che stiamo pagando su questo sempre più grande debito ecologico - foreste che si riducono, la perdita di biodiversità, il collasso della pesca, scarsità di cibo, la produttività dei terreni degradati e l'accumulo di anidride carbonica nella nostra atmosfera e negli oceani - non solo grava sull'ambiente ma mina anche le nostre economie. Il cambiamento climatico – che è provocato dall'emissione di gas serra ad un tasso più veloce di quanto possano essere assorbiti da foreste e oceani - è il più diffuso impatto dovuto al sovrasfruttamento ecologico.
Nel 1961, l'umanità usava solo circa due terzi delle risorse ecologiche messe a disposizione dalla Terra. Allora, la maggior parte dei paesi aveva riserve ecologiche. Eppure, sia la domanda globale che la popolazione stanno aumentando. Nei primi anni '70,l'aumento delle emissioni di carbonio e la domanda umana di risorse cominciarono a superare ciò che il pianeta poteva metterci a disposizione in maniera rinnovabile. Siamo andati in overshoot ecologico.
"Affrontare tali vincoli ha un impatto diretto sulle persone. Popolazioni a basso reddito hanno difficoltà a competere con il resto del mondo per le risorse," ha detto Mathis Wackernagel, presidente del Global Footprint Network e co-creatore dell'indicatore ambientale “Impronta ecologica” (Ecological Footprint).
Prepararsi al Futuro è nell'interesse delle Nazioni
I dati del Global Footprint Network’s ( 2012 National Footprint Accounts) mostrano che l'umanità ora sta usando le risorse ecologiche e i servizi naturali ad un tasso pari alla produttività di un pianeta e mezzo. Siamo sulla strada di aver bisogno di due pianeti prima della metà del secolo.
L'Impronta ecologica totale della Cina è la più grande del mondo, soprattutto a causa della sua grande popolazione. L'Impronta ecologica cinese pro capite è di gran lunga più piccola di quella delle nazioni europee o nord americane, ma negli ultimi sette anni ha superato quello che è mediamente disponibile per ogni persona a livello globale. In effetti, se tutti gli umani dovessero vivere con lo stile di vita del “cinese medio”, ci vorrebbero 1,2 Terre a sostegno della popolazione mondiale. Le richieste pro capite degli altri paesi sugli ecosistemi del pianeta sono ancora più alte: se ognuno dovesse vivere come lo statunitense medio di oggi, ci vorrebbero quattro pianeti per sostenere la popolazione mondiale. In Qatar, il tipico residente richiede le risorse di sei anni e mezzo Terre.
Mentre la recessione globale che ha avuto inizio nell'ottobre del 2008 ha rallentato la domanda di risorse dell'umanità, il consumo in assoluto continua ad aumentare. Per evitare difficoltà economiche, il tema dei limiti delle risorse deve essere messo al centro del processo decisionale. L'andamento attuale della produzione di risorse non è già in grado di soddisfare le esigenze di una popolazione - in crescita – di 7 miliardi di persone. Di queste circa due miliardi non hanno accesso alle risorse necessarie per soddisfare i loro bisogni di base.
Oggi, più dell' 80% della popolazione mondiale vive in nazioni che utilizzano più di quanto i loro ecosistemi possono produrre in modo rinnovabile. Questi paesi "debitori ecologici" o prosciugano le loro risorse ecologiche o le prendono altrove.
Le nazioni ecologicamente debitrici utilizzano più di quello che hanno all'interno dei propri confini. I residenti della Svizzera consumano le risorse ecologiche di quattro Svizzere. Ci vorrebbero quattro Italie per sostenere l'Italia. I greci utilizzano risorse ecologiche pari a 3,1 volte il prodotto della loro nazione.
Non tutte le nazioni chiedono di più di quanto i loro ecosistemi siano in grado di fornire, ma anche le riserve di tali “creditori ecologici" come la Svezia si stanno riducendo nel corso del tempo. Non possiamo più sostenere un crescente divario economico tra ciò che la natura è in grado di fornire e quanto le nostre infrastrutture, economie e stili di vita richiedono.
"La vita quotidiana in molti paesi del Mediterraneo ci sta mostrando che cosa significa vivere al di là dei limiti finanziari", ha detto Alessandro Galli, Global Footprint Network Mediterraneo-MENA Direttore Regionale. "Deficit ecologici e finanziari sono due facce della stessa medaglia. Nel lungo periodo, le nazioni non possono tentare di risolvere un deficit senza affrontare l'altro.
È possibile invertire la tendenza. I paesi “debitori ecologici” sono interessati a ridurre la loro dipendenza dalle risorse, mentre i creditori hanno un interesse economico, politico e strategico per preservare il loro capitale ecologico. Global Footprint Network e la sua rete di partner stanno lavorando con le organizzazioni, i governi e le istituzioni finanziarie di tutto il mondo per far prendere decisioni in linea con la realtà ecologica. Invece di liquidare le risorse, è più saggio considerarle come una costante fonte di ricchezza.
Il Global Footprint Network è un think tank internazionale sulla sostenibilità che lavora per far si che il concetto di “limite ecologico” sia centrale nel processo decisionale grazie all'utilizzo dell'Impronta Ecologica, uno strumento di gestione delle risorse che misura quanta natura abbiamo, quante ne usiamo e chi usa cosa.
Per ulteriori informazioni sull' Earth Overshoot Day e come viene calcolato, vai a:
http://www.footprintnetwork.org/en/index.php/GFN/page/earth_overshoot_da
Per calcolare la propria impronta ecologica personale e imparare che cosa si può fare per ridurla, vai a:
http://www.footprintnetwork.org/calculator
Andrew Simms del Regno Unito think tank New Economics Foundation (NEF) è l'ideatore del concetto di Earth Overshoot Day
Contact:
Scott Mattoon
Senior Communications Manager
Global Footprint Network
(510) 839-8879 x 302
scott.mattoon@footprintnetwork.org
Haley Smith Kingsland
Media & Outreach Associate
Global Footprint Network
(510) 839-8879 x 316
haley.kingsland@footprintnetwork.org
Roberto Brambilla per l'Overshoot Day in Italia
www.retecivicaitaliana.it
r.brambilla@mclink.it
cell 338 88 03 715 / uff 039 988 1021
twitter @Roberto_Brambil
Nessun commento:
Posta un commento
Invitiamo gentilmente chi utilizza questo spazio per i commenti a rimanere in tema con il contenuto del post e a mantenere un linguaggio rispettoso, anche quando le opinioni sono diverse. Si informa che non verranno pubblicati commenti contenenti promozioni commerciali.