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Cascina Canzi - Albiate |
Un'attività praticata nel passato nei paesi di Sovico e Albiate, di cui si è persa memoria, era quella delle fornaci.
Il terreno prevalente in questi comuni si prestava a questa attività, in quanto, a differenza di quelli più ad ovest, è di tipo argilloso; in particolare si tratta di argille brune, appartenenti al
Diluvium medio, cioè alla terza glaciazione (Riss).
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Configurazione geologica (mappa tratta dal Boll. Soc. Geol. Italiana -
vol. 1 - 1941), con la posizione approssimativa delle fornaci riportate
dalle mappe del Catasto Teresiano |
Nelle mappe del catasto teresiano del 1722 nel comune di Sovico sono registrate tre fornaci, di cui una, con annesso terreno di scavo, si trovava praticamente nell'attuale centro ed era di proprietà di Pietro Luigi Gioia, il quale possedeva anche la più vasta macchia boschiva ad ovest del paese (52 pertiche di
bosco misto di legna castanile per pali e di legna forte da taglio), che è presumibile servisse anche per alimentare la fornace.
Una seconda fornace si trovava a metà strada tra la Cascina Canzi ed il paese e apparteneva a Francesco Marcellino, che possedeva anche le cascine
de' Berti (poi
Greppi) di Sovico e
Torrette di Macherio.
Un'altra fornace, al confine con Albiate, era di proprietà del conte Airoldi, così come la vicina
Cassina detta Fornasetta appunto in comune di Albiate, in prossimità della chiesa di S. Fermo.
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Cascina Fornasetta (in basso sulla sinistra) come appariva nelle mappe del Catasto Teresiano (1722) e del Catasto Lombardo Veneto (1856). In alto, a destra, la Chiesa di San Fermo. |
Ma la più importante e più antica fornace era probabilmente la
Cassina detta Fornagge di Canzi, sempre in comune di Albiate, ma che forma quasi un' "enclave" all'interno di Sovico, alla cui parrocchia ha sempre appartenuto.
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Cascina Canzi - Il lato orientale con il ballatoio in legno |
E' probabile che questa cascina-fornace, così come quasi tutte le cascine della zona, risalga per lo meno al Cinquecento. In un documento del 1566 un campo viene localizzato come
"apreso ala fornace", il che ci fa capire come all'epoca in zona esisteva un'unica fornace (che noi pensiamo fosse appunto la Cascina Canzi), abbastanza conosciuta per costituire un punto di riferimento. Sappiamo anche che pochi anni più tardi diversi "
consoli" del paese e circa un quarto dei capofamiglia della parrocchia di Sovico avevano come "cognome"
da Canzo (di cui alcuni
Ferrari da Canzo), anche se solo in parte avranno abitato nella cascina.
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Cascina Canzi - Torretta con portone d'ingresso |
Nel catasto teresiano la cascina presentava due corpi di fabbrica contrapposti ad L, di cui sembra che sia rimasta solo la parte orientale, che sarebbe quindi la più antica dell'edificio, ora a corte rettangolare chiusa.
Ancora nel Catasto Lombardo Veneto di metà Ottocento la cascina veniva chiamata
Fornace Canzi: non sappiamo se questa denominazione fosse un retaggio del passato o se la fornace fosse ancora attiva.
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Cassina detta Fornagge di Canzi - Catasto Teresiano (1722) |
L'attività laterizia venne intrapresa a livello industriale nella vicina Macherio nel corso dell' '800, prima da Leopoldo Rivolta lungo la strada per Biassono, poi dai fratelli Capra, ai confini con Sovico, in un'area subito a nord della ferrovia che pochi anni più tardi passò a questo comune.
Testo di Chiara Ballabio
Fotografie di Zeno Celotto
© riproduzione riservata
Riferimenti bibliografici:
1) E. Cazzani - Storia di Sovico - Saronno, 1974
2) G. Sassi - Storia di Macherio - Macherio, 1995
Leggi anche: Quando i ghiacciai arrivavano a Macherio
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