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venerdì 20 dicembre 2019

Carugo: il Fontanile del Nan invecchia di un secolo


di ASSOCIAZIONE MUSEO “NEL ‘900”
tratto dal "Carughese", dicembre 2019

Forse molti carughesi, soprattutto i più attenti alla storia del nostro paese, sono convinti che la costruzione del Fontanile del Nan e del relativo canale siano opera della famiglia Borromeo e risalgano all’anno 1682, data immortalata nella pietra sull’argine del fontanilee visibile ancora oggi.

In realtà non è così. Grazie al dettagliato lavoro di ricerca portato avanti da Chiara Ballabio e Zeno Celotto è stato possibile rinvenire presso l’Archivio dell’Ospedale Maggioredi Milano un documento che anticipa di un secolo le origini del Fontanile del Nan. I due ricercatori hanno infatti scoperto che il fontanile (all’epoca definito “del Neno”) e la relativa roggia furono fatti scavare a partire dal 1580 dal conte Giorgio Manriquez, feudatario di Desio, per portare l’acqua da quel terreno, di sua proprietà, fino al comune di Seregno. Tale opera incontrò però l’ostilità della famiglia Marliani, proprietaria dei fontanili più a valle, da cui attingeva l’acqua per irrigare i giardini del proprio palazzo (l’attuale sede del Municipio di Mariano Comense). Nacque così una disputa legale tra le due famiglie che ha rappresentato la fortuna dei due ricercatori: il documento rinvenuto consiste infatti in una memoria difensiva dell’avvocato del conte Manriquez che, nel 1590, ricostruisce l’intera vicenda.

Nonostante non sappiamo come si sia conclusa la causa e in che modo il fontanile sia poi divenuto proprietà della famiglia Marliani che successivamente, nel 1682, lo cedette alla famiglia Borromeo, questa scoperta costituisce comunque un ulteriore tassello nel complesso mosaico della storia di Carugo.



Aggiornamento 11/03/2021

 

Segnaliamo l'uscita del libro "Acque, fontanili, nobili e banditi nella Brianza del XVI e XVII secolo" pubblicato in questi giorni dall'editore GWMAX di Erba. 



 

Pochi luoghi in Lombardia possono competere con la Riserva naturale della Fontana del Guercio per l’ambiente idilliaco. L’acqua sgorga da diversi fontanili, scorre dolcemente in vari ruscelli che si intrecciano, convergono o si dividono all’interno di un bosco e di una valletta appena incisa tra i primi rilievi collinari della Brianza comasca. Quindi, riuniti infine in un unico, sempre modesto, corso d’acqua, fuoriescono verso la pianura.
Se invece risaliamo verso monte, aggirando il rilievo sulla destra dove sorge la cascina Guardia, ci imbattiamo in un piccolo e profondo canale. Seguendo il sentiero che lo costeggia più o meno da vicino, giungiamo ad un manufatto che a prima vista ci lascia stupiti: un’ampia vasca di forma all’incirca triangolare, scavata nel terreno e delimitata da alti muri in pietra. Si tratta di un più ampio fontanile, attualmente conosciuto come Testa del Nan.


La scoperta di un prezioso documento del XVI secolo, conservato presso l’Archivio dell’Ospedale Maggiore di Milano, ha permesso di ricostruire la storia legata all’origine di questo fontanile e delle lotte per il suo possesso tra i conti Manriquez e Marliani fino alla sua cessione, nel XVII secolo, ai Borromeo Arese.
 


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