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mercoledì 24 giugno 2020
Barni. Appello per salvare l’orto di don Emilio: "NO al parcheggio!"
a cura di:
Gruppo Naturalistico della Brianza
Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”
Subito dopo l’impulsiva azione di esproprio da parte del Comune, il Gruppo Naturalistico della Brianza e il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” non demordono e tornano a ribadire la loro netta contrarietà al progetto per realizzare un parcheggio nell’orto di via Andreoletti a Barni. E le due associazioni lo fanno attraverso alcune considerazioni, ma soprattutto ponendo precise domande rivolte a tutti i soggetti coinvolti: al Sindaco, alla Comunità Montana, alla politica, ma anche a tutta la cittadinanza di Barni.
Il parcheggio in via Andreoletti, nell’orto già coltivato da don Emilio, sembra la fissazione dell’Amministrazione Comunale di Barni, che lo scorso 17 giugno ha proceduto, di gran fretta, con l’esproprio, nonostante sia pendente un ricorso al TAR: l’Amministrazione del sindaco Caprani ha voluto accelerare per “mettere le mani” sul terreno della Parrocchia, con il decreto di esproprio firmato dallo stesso Caprani in qualità di Responsabile dell’area Lavori Pubblici.
La dichiarazione di pubblica utilità dell’opera non è presente sul sito del Comune, così per chi si chiede perché dovrebbe servire un parcheggio lì in paese è difficile capire, ad esempio, se e quali alternative sono state considerate.
Se proprio servono posteggi, occorre dimostrare di aver indagato tutte le alternative che permettono di evitare di asfaltare (!) un terreno verde com’è quello di via Andreoletti: ad esempio lì vicino esiste il parcheggio di Piazza Caminada, che potrebbe essere razionalizzato per la possibilità di ricavarne altri posti auto, mentre l’appezzamento che ospita l’orto di don Emilio è in pendenza e pertanto richiede importanti lavori di scavo per la sistemazione.
A coprire i costi dell’opera ci sono 5.000 euro per la progettazione e 80.000 per i lavori, finanziati dalla Comunità Montana, che distribuisce così i fondi provenienti dai ristorni dei frontalieri.
Il Comune di Barni ci mette la restante parte, ma nessuno in Comunità Montana e a Barni si chiede: sono soldi ben spesi? ci sono alternative per salvare l’orto di Barni?
La scelta di impiegare le risorse in posteggi è comunque, purtroppo, prassi consolidata nel tempo, se già nel 2013/2014 l’Amministrazione di Barni aveva ottenuto dalla Comunità Montana 50.000 euro per i progetti di realizzazione di “autorimesse interrate e parcheggio a raso in Via Bolgeri” e “spazi di sosta a valenza sovraccomunale in via Bricchi”.
La banda larga, che è tema cruciale per lo sviluppo di un territorio, non sembra invece meritare investimenti.
E poi: la dotazione di spazi pubblici e sociali a Barni è adeguata? Lo spazio dell’orto potrebbe avere una funzione sociale migliore rispetto alla destinazione a posteggio, potrebbe essere pensato come uno spazio di condivisione, ad esempio per far conoscere ai più piccoli come avviene la semina e la coltivazione. L’orto di don Emilio era proprio questo, una proposta di condivisione, come si può leggere in www.tuteladellambienteundoverecomuneuniversale.it
Il tutto senza escludere un diverso uso dell’area, conservandone però il carattere di condivisione, per esempio con strutture di aggregazione per ragazzi o per anziani, che a Barni richiederebbero una robusta revisione.
Visto che è stato finora inutile appellarsi alla ragionevolezza dell’Amministrazione Comunale per attendere almeno l’esito del ricorso al TAR, così ci rivolgiamo a tutta l’Assemblea della Comunità Montana Triangolo Lariano e al Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi, con cui il sindaco Caprani ha collaborato, affinché provino a suggerirgli scelte e procedure alternative a quelle finora seguite.
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