Dopo la pubblicazione da parte di alcuni organi di stampa della notizia che il Comune di Monza farà confluire nel Parco Regionale della Valle del Lambro ulteriori aree già prevalentemente individuate quali Parchi Locali di Interesse Sovracomunale (PLIS) Media Valle del Lambro e GruBrìa, abbiamo ricevuto da un lettore una lettera che esprime alcune perplessità riguardanti l'indebolimento dei due PLIS. Perché abbandonarli al posto di rafforzarli? L'uscita di Monza ne creerà l'indebolimento. Che fine faranno? Ricordiamo che sul GruBrìa già il Comune di Cinisello Balsamo ha deliberato di far confluire le proprie aree nel Parco Nord Milano (leggi qui).
Dopo aver sostenuto per anni l'ampliamento del Parco Brianza Centrale e la sua unione con il Parco del Grugnotorto Villoresi, diventati poi Parco GruBrìa, assistiamo ora a queste uscite che non fanno altro che ridurre la potenzialità di tutela di queste aree. Visto con l'ottica del proprio orticello, quanto deliberato da Cinisello Balsamo e Monza è senz'altro una notizia positiva, ma vista con un'ottica più ampia siamo sicuri che indebolire i PLIS sia una strategia giusta per tutelare la fascia di territorio (già troppo urbanizzata) che da Milano arriva a Seregno?
Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa del Comune di Monza e la lettera del nostro lettore.
Il Parco di Monza |
È arrivata in Consiglio Comunale la proposta di far confluire nel Parco Regionale della Valle del Lambro ulteriori aree già prevalentemente individuate quali Parchi Locali di Interesse Sovracomunale (PLIS) Media Valle del Lambro ed ex Grugnotorto Villoresi (ora Parco GruBrìa).
Il documento è stato approvato dalla Giunta e illustrato lunedì 15 luglio in Consiglio dall’Assessore all’Ambiente Giada Turato e dall’Assessore al Governo del Territorio Marco Lamperti.
Sui 3.303 ettari complessivi del territorio del Comune di Monza, circa 738,8 già ricadono all’interno del perimetro del Parco Regionale della Valle del Lambro, in gran parte rappresentati dal Parco di Monza.
La superficie delle nuove aree di cui si propone l’inserimento è di circa 580 ettari, che - se incluse - porterebbero quindi a un aumento dell’80% delle aree totali comprese nel vincolo regionale.
La delibera in merito all’aggregazione e ampliamento del Parco Regionale, a cui seguirà la decisione del Consiglio comunale, riguarda compendi di aree libere o prevalentemente libere soprattutto poste a corona dell’abitato monzese, che costituiscono un sistema di aree da tutelare, in rete ed in continuità con aree simili situate nei territori di alcuni comuni contermini.
La normativa regionale prevede la possibilità di affidare la gestione dei PLIS agli enti gestori dei parchi regionali oppure procedere all’aggregazione agli stessi attraverso delibera di consiglio comunale, a cui fa seguito un’istruttoria regionale e, in ultimo, l’emanazione di una legge regionale di approvazione dell’ampliamento.
Le aree coinvolte
Le aree comprese nella proposta di
aggregazione e ampliamento del Parco Regionale, invece, svolgono un
ruolo di fondamentale cerniera di un sistema verde su scala
metropolitana, al di là dei limiti amministrativi comunali e
provinciali: lungo la direttrice Nord-Sud, collegando il Parco Regionale
della Valle del Lambro con il PLIS della Media Valle del Lambro che si
estende sino a Milano.
Sono invece escluse dall’inserimento nel
Parco Regionale le aree coinvolte nel progetto di prolungamento della
linea di metropolitana M5 e del relativo deposito, per garantirne
l’attuazione nei termini stabiliti dal Provvedimento Autorizzatorio
Unico Regionale (PAUR), il cui procedimento è attualmente in fase
conclusiva.
Lo scopo dell’ampliamento
L’inserimento
di ulteriori parti di territorio nel Parco Regionale della Valle del
Lambro ha lo scopo di rafforzare i vincoli che tutelano al momento i
terreni liberi o prevalentemente liberi, agricoli e a verde, delle aree
interessate, dato che – a fronte di fenomeni di crescente urbanizzazione
e dell’arrivo di infrastrutture chiave come la metropolitana M5 - i
parchi regionali prevedono una tutela paesaggistica e ambientale
maggiormente efficace rispetto a quella garantita dalla semplice
inclusione in un Parco Locale d’Interesse Sovracomunale.
La
proposta di estensione del Parco della Valle del Lambro, inoltre, è
frutto di un confronto con i sindaci dei Comuni che fanno parte del PLIS
Media Valle del Lambro, nell’ottica di affidare le aree ad un ente di
ordine superiore – in questo caso regionale – con maggiore disponibilità
in termini di risorse e di personale.
Il Parco della Valle del Lambro
Istituito
nel 1983, il Parco copre oggi una superficie di 8.107 ettari - di cui
4.080 di parco naturale - in 36 diversi Comuni delle province di Como,
Monza e Brianza e Lecco. Il suo territorio si estende lungo un tratto di
25 km del fiume Lambro compreso tra i laghi di Pusiano e di Alserio a
nord e il Parco della Villa Reale di Monza a sud. Per la grande
diversità delle aree che coinvolge, il Parco spicca per la varietà delle
vedute panoramiche che offre e per un'orografia caratterizzata da
altopiani, piccole valli scavate dai fiumi, rogge e torrenti e da grandi
estensioni di prati alternate da più modeste zone boschive. Un aspetto
di particolare interesse è dato dalla presenza di numerose ville
patrizie, con i relativi giardini storici: un valore del tutto
eccezionale, in proposito, riveste proprio il complesso del Parco di
Monza e dei giardini della Villa Reale.
“L’inclusione di ulteriori
aree nell’ampio parco della Valle del Lambro – osserva l’Assessore
all’Ambiente Giada Turato – permetterà una più forte tutela del
patrimonio verde di Monza. Con questo passaggio storico Monza intende
contribuire al raggiungimento degli obiettivi della Strategia dell’UE
sulla Biodiversità per il 2030 che prevede la creazione di una rete di
zone protette comprendenti almeno il 30% della superficie, di cui almeno
un terzo sottoposte a tutela rigorosa”.
“L’atto formale
dell’ampliamento del Parco Regionale Valle Lambro nel territorio di
Monza – dichiara l’Assessore al Governo del Territorio Marco Lamperti –
costituisce anche uno degli atti di indirizzo per la politica
urbanistica che questa Amministrazione intende attuare nella Variante di
PGT in fase di redazione: consumo di suolo a saldo negativo, più
qualità negli interventi di rigenerazione e costruzione di quel parco di
cintura urbana di cui si parla ormai da trent’anni”.
Il Parco del Meredo (PLIS GruBrìa) a Seregno |
Cara Brianza Centrale,
con grande interesse e qualche perplessità
ho seguito la proposta del Comune di Monza di ampliare il Parco
Regionale della Valle del Lambro, includendo ulteriori 580 ettari
provenienti dai PLIS della Media Valle del Lambro e GruBrìa. Senza
dubbio, questa iniziativa rappresenta un passo significativo verso una
maggiore tutela del nostro prezioso territorio verde, incrementando
dell'80% la superficie del parco regionale e rafforzando i vincoli di
protezione ambientale. Tuttavia, non posso fare a meno di sollevare
alcune riflessioni critiche su questa proposta.
In primo luogo,
l'abbandono dei PLIS a favore dell'inclusione nel Parco Regionale
potrebbe indebolire la gestione locale di queste aree. I PLIS, sebbene
con meno risorse rispetto ai parchi regionali, hanno finora garantito
una protezione adeguata e una gestione più vicina alle esigenze delle
nostre comunità. La normativa regionale prevede la possibilità di
affidare la gestione dei PLIS agli enti dei parchi regionali, ma questo
trasferimento di competenze potrebbe portare a una minore attenzione
alle peculiarità specifiche di queste aree.
La tutela del verde
pubblico dovrebbe essere considerata in una prospettiva complessiva e
non limitata a singole porzioni di territorio. Abbandonare i PLIS
potrebbe rappresentare una perdita in termini di coinvolgimento e
responsabilizzazione delle amministrazioni comunali e dei cittadini, che
finora hanno giocato un ruolo cruciale nella protezione di queste aree.
Inoltre,
sono rimasto perplesso dalla dichiarazione dell'Assessore al Governo
del Territorio, Marco Lamperti, riportata dal sito "Il Cittadino MB".
Lamperti ha affermato: "Non significa che sui terreni che saranno
vincolati non si costruirà più...". Questa precisazione, sebbene possa
sembrare superflua, è significativa. Essa suggerisce che, nonostante i
vincoli regionali, potrebbero essere previste deroghe o progetti di
costruzione in aree protette, sollevando dubbi sulla reale efficacia
della tutela ambientale.
In conclusione, la proposta di
ampliamento del Parco della Valle del Lambro è certamente un'opportunità
per Monza e per la protezione del suo patrimonio verde. Tuttavia, è
essenziale considerare attentamente le implicazioni di questa scelta,
garantendo che la tutela del territorio sia realmente efficace e che non
vengano compromesse le specificità e le esigenze delle aree attualmente
gestite come PLIS. Una gestione integrata e partecipata del verde
pubblico, che coinvolga tutte le parti interessate, potrebbe
rappresentare la soluzione migliore per conciliare la necessità di
protezione ambientale con le esigenze di sviluppo urbano.
Domenico Corrusco
All'inizio non capivo la scelta della foto sotto il titolo. Poi mi è venuta una illuminazione: "meglio un uovo oggi o una gallina domani?". Già, c'è chi ragiona senza pensare al futuro! Grazie per le continue informazioni e le vostre battaglie. Continuate così.
RispondiEliminaGrazie mille per il tuo commento e per l'intuizione che hai condiviso. Hai colto perfettamente un aspetto cruciale della nostra discussione: c'è chi fa politica guardando solo all'oggi, senza considerare il domani.
EliminaNella foto sono rappresentate delle oche e non delle galline, ma sempre di pennuti d'aja si tratta! Il nostro scopo era quello di esprimere il disappunto per una scelta che consideriamo "senza visione". Anche se siamo arrivati allo stesso risultato da ragionamenti diversi, il messaggio centrale rimane lo stesso: la necessità di decisioni che guardino al futuro e alla tutela ambientale.
Grazie ancora per i tuoi apprezzamenti e per il sostegno continuo alle nostre battaglie. Continueremo a informarvi e a lottare per un futuro più sostenibile.