Il Consiglio regionale lombardo ha approvato una mozione che invita la Giunta a “definire un progetto di rilancio dell’ospedale di Seregno”. L’indirizzo è chiaro: costruire un nuovo polo riabilitativo moderno nella zona di San Salvatore, su un’area attualmente verde e a destinazione agricola.
L’operazione, presentata come urgente e necessaria, è stata salutata da alcuni come un passo avanti. Ma è davvero così?
A quanto pare no, almeno stando alle parole di chi quell’ospedale lo conosce bene. Un lavoratore della struttura di via Verdi ci ha contattato per esprimere un punto di vista che raramente trova spazio nel dibattito pubblico:
“La necessità di un nuovo presidio non è mai partita dagli operatori sanitari. Gli spazi interni dell’attuale struttura sono belli, funzionali e perfettamente adatti all’attività riabilitativa. Il problema è politico, non sanitario.”
Un’affermazione che fa riflettere, soprattutto se si considera un altro elemento che continua a rimanere nell’ombra: cosa si intende fare dell’attuale sede ospedaliera, situata nel cuore di Seregno, in una zona dalla forte appetibilità immobiliare.
Perché questo aspetto, centrale nella valutazione dell’intera operazione, non viene chiarito? Perché, come spesso accade, quando si lancia un grande progetto non ci viene detto tutto?
E poi c’è il terreno. L’area di San Salvatore è un polmone verde, una zona agricola ancora integra in un territorio ormai martoriato da decenni di consumo di suolo. È lì che si vorrebbe costruire un nuovo ospedale, sacrificando spazi naturali che andrebbero invece valorizzati e protetti – perché sono questi gli ambienti che davvero favoriscono la salute, non solo fisica, ma anche ambientale e collettiva.
A questo si aggiunge un altro dato, tutt’altro che secondario: ristrutturare la struttura esistente costerebbe circa la metà rispetto alla costruzione di un nuovo ospedale. In un momento in cui le risorse pubbliche sono limitate, è davvero saggio scegliere la strada più onerosa, che per di più prevede il sacrificio di un’area agricola preziosa?
Un ospedale moderno non può essere solo un contenitore tecnologico calato dall’alto. Deve inserirsi in una rete territoriale pensata per il benessere complessivo della popolazione, non per valorizzare economicamente le aree centrali a scapito di quelle agricole.
Il blog Brianza Centrale è nato proprio per dare voce a chi questi temi li vive e li difende ogni giorno. E continueremo a farlo.
Perché la salute non si costruisce sul cemento. Si difende con scelte giuste, trasparenti e, soprattutto, lungimiranti.
72 MILIONI DI EURO PER IL FUTURO DELL’OSPEDALE DI SEREGNO
di Alberto Rossi, Sindaco di Seregno (tratto da Facebook)
Una bella, bellissima notizia.
L’assessore regionale Bertolaso ha annunciato che la Giunta regionale ha approvato una delibera sugli investimenti pluriennali 2025–2031 per le strutture sanitarie lombarde.
Tra questi, è stato inserito un finanziamento da 72 milioni di euro per l’ospedale di Seregno, nella voce “sostituzioni edilizie e nuovi presidi”.
Con Asst Brianza da quasi due anni come amministrazione abbiamo condiviso ragionamenti e approfondimenti sul futuro del presidio di riabilitazione pubblica seregnese, che si sono dimostrati preziosi e utili una volta sopraggiunta l’emergenza che ha portato alla chiusura della degenza.
Ci sarà tempo e modo per approfondire tutto e per aggiornare su tutti i passaggi futuri. Oggi voglio però soprattutto ringraziare pubblicamente tutti i consiglieri comunali di Seregno, e tutti i consiglieri provinciali e regionali, di tutte quante le forze politiche, per il lavoro corale costruito in questi mesi. Abbiamo portato da subito questa istanza su tutti i tavoli, e abbiamo subito trovato terreno fertile in ogni luogo: all’ordine del giorno approvato all’unanimità dal consiglio comunale seregnese a inizio maggio sono seguiti due ordini del giorno analoghi del consiglio provinciale a fine maggio e del consiglio regionale a fine luglio, sempre approvati all’unanimità.
Sono certo che questa visione comune d’intenti, che sappiamo bene essere tutt’altro che scontata, e il coinvolgimento del territorio abbiano contribuito in maniera determinante alla notizia di oggi. Ciascuno, per la propria parte e nel proprio ruolo, ha contribuito a costruire un percorso condiviso e concreto: una bella dimostrazione di come la politica che lavora per gli interessi del territorio possa ottenere risultati importanti e preziosi.
Un nuovo ospedale può essere importante, ma perché costruirlo su una zona verde in una città già tra le più cementificate della Brianza? E perché investire 72 milioni quando la ristrutturazione dell’attuale struttura sarebbe costata meno della metà?
E soprattutto: che destino avrà il vecchio ospedale? Temiamo la solita operazione immobiliare, mentre mancano medici, infermieri e le liste d’attesa restano infinite.
Avanziamo infine una proposta: cedere il vecchio presidio sanitario al Comune per riunire lì gli uffici oggi sparsi, trasformare l’attuale sede di piazza Martiri della Libertà in un museo dedicato a Luca Crippa e a spazi espositivi temporanei, liberare gli altri immobili in centro per edilizia sociale. Sarebbe un investimento concreto per la città, non solo nuovo cemento.
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