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«Non abbiamo mai visto una cosa del genere, è una situazione apocalittica». Così il sindaco di Meda, Luca Santambrogio, ha commentato l’alluvione che oggi, lunedì 22 settembre, ha messo in ginocchio la città. Strade sommerse, piazze allagate, blackout diffusi, la casa di riposo isolata: un disastro che i cittadini ricordano simile soltanto a quello del 2014.
Eppure, la relazione “Rischio da esondazione del reticolo idrografico” del Comune di Meda (aggiornata nel 2021) descriveva con precisione gli scenari che si sono verificati oggi.
Il documento distingueva due tipologie principali di rischio:
- «allagamento di aree urbane tombinate – rete fognaria (…) dovuta al rigurgito della rete fognaria o dei fossi e scoli di drenaggio»;
- «esondazione del Torrente Certesa e dei corsi d’acqua del reticolo superficiale (…) con conseguente disalveamento della corrente ed alluvionamento delle aree circostanti».
Due situazioni che si sono materializzate oggi: fognature saltate, strade trasformate in torrenti, esondazioni diffuse in via Como, piazza Cavour, vicolo Rho, Largo Europa.
Il Piano metteva in guardia sullo stato del torrente Tarò:
- «Il tratto in Comune di Meda (…) si presenta con una tipologia monocorsuale a sezione varia, tipicamente rettangolare, con sponde raramente naturali e prevalentemente artificiali, (…) con notevoli riduzioni di sezione e cambi di direzione».
Un alveo forzato, stretto e irregolare, che in occasione di piogge intense «accentua gli aspetti più dannosi propri del regime torrentizio (…) elevata velocità della corrente e dell’onda di piena».
Un’analisi che coincide con le parole del geologo medese e presidente del WWF Lombardia, Gianni Del Pero: «il Ponte de la Svizzera è la causa prima del rigurgito a monte e delle esondazioni, lo sappiamo dal 2002, sarebbe ora di fare concretamente qualcosa».
Secondo lo scenario riportato nel Piano, in caso di piena il Tarò avrebbe esondato proprio nei punti colpiti oggi:
- «il Torrente Certesa esonda in sinistra idrografica all’altezza dei palazzi di vicolo Rho 61 ed in Via dei Mille»;
- «l’esondazione (…) contribuisce all’allagamento dell’area attorno al Municipio e della stazione»;
- «la mobilità in direzione est-ovest è temporaneamente interrotta ed anche il trasporto pubblico tramite treno potrebbe venire interrotto».
Una previsione che sembra la cronaca della giornata di oggi, con le stesse vie allagate, la zona del Municipio sott’acqua e la viabilità cittadina bloccata.
Il Piano era chiaro: «Il Comune di Meda è soggetto ad un rischio idraulico elevato che coinvolge porzioni di territorio relativamente ampie e che interessano in maniera importante l’ambito antropizzato del Comune».
La conferma arriva anche dai dati: oltre il 7% del territorio comunale è classificato a pericolosità idraulica media o elevata, con danni potenziali a case, scuole, attività economiche e servizi essenziali.
Quello che il sindaco ha definito «più grave dell’alluvione del 2014» non era quindi un evento imprevedibile, ma lo scenario di rischio che il Comune stesso aveva messo nero su bianco, avvertendo: «La scarsa naturalità delle sponde e la sostanziale assenza di aree di rilassamento del fiume (…) determinano velocità dell’acqua molto elevate in caso di piena, con conseguenti possibili flussi extra alveo aventi livelli ed energia tali da provocare danni anche molto elevati sia ai beni materiali che agli uomini».
Un giudizio che Del Pero ha ribadito nelle stesse ore dell’emergenza: «Le fognature non reggono, il drenaggio urbano è insufficiente in una città quasi totalmente impermeabilizzata. Gli scolmatori non riescono a scaricare nel Tarò che si gonfia ulteriormente ed esonda: è il copione che vediamo ripetersi da anni».
Sulle tipologie di rischio
«Allagamento di aree urbane tombinate – rete fognaria (…) dovuta al rigurgito della rete fognaria o dei fossi e scoli di drenaggio».
«Esondazione del Torrente Certesa (…) con conseguente disalveamento della corrente ed alluvionamento delle aree circostanti».
Sullo stato del torrente
«Il tratto in Comune di Meda (…) presenta notevoli riduzioni di sezione e cambi di direzione».
«Il torrente Certesa ha le caratteristiche di un collettore in condizioni di magra, mentre durante le piene accentua gli aspetti più dannosi propri del regime torrentizio».
Sulle zone vulnerabili
«Il Torrente Certesa esonda in sinistra idrografica all’altezza dei palazzi di vicolo Rho 61 ed in Via dei Mille».
«L’esondazione (…) contribuisce all’allagamento dell’area attorno al Municipio e della stazione».
Sul livello di rischio complessivo
«Il Comune di Meda è soggetto ad un rischio idraulico elevato che coinvolge porzioni di territorio relativamente ampie e che interessano in maniera importante l’ambito antropizzato del Comune».
«La scarsa naturalità delle sponde e la sostanziale assenza di aree di rilassamento (…) determinano velocità dell’acqua molto elevate in caso di piena, con conseguenti possibili flussi extra alveo aventi livelli ed energia tali da provocare danni anche molto elevati sia ai beni materiali che agli uomini».
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