PAGINE

Una domenica a pagaiare sul Lambro

Domenica 23 maggio 2010 si è svolta, organizzata dal Parco Regionale della Valle del Lambro in collaborazione con l'associazione Le Contrade, l'iniziativa "Pagaiando sul Lambro".

Di seguito vi proponiamo un racconto per immagini di questa giornata scritto dal Presidente del Parco, Emiliano Ronzoni.

Ore 9.00 - Ritrovo dietro al Ristorante Al Corazziere a Merone. Siamo una ventina di barche, fra canoe e cajak, una trentina di partecipanti, giovanotti, ragazze, vecchi babbioni (il sottoscritto), mariti, mogli, papà con bambini.
L'acqua è pulita, trasparente. La giornata è stupenda, tersa, il sole caldo, la brezza accarezza il viso. La portata del fiume è perfetta. Si parte. Dobbiamo arrivare al mulino di Peregallo, a Briosco dove ci attende Paolo Pirola, una quindicina di chilometri.


Che voglia di vedere il fiume come mai l'ho visto! Da subito una costante che ci accompagnerà per tutto il cammino. Le sponde sono verdi, verdi, verdi, il fiume è un tunnel nel verde. Nel verde e nel bianco: la fioritura delle robinie ci segue e si annuncia in ogni dove. Si scende nel silenzio, salvo i brevi, concitati richiami per governare le canoe. Il fiume è come la vita: ci devi entrare governando e sapendo la meta, è un'illusione credere che lasciarsi andare ti porti a buon fine. La discesa è un continuo, salvo uno o due briglie in cui sbarcare e risalire più a valle, qualche ardimentoso le supera pagaiando e senza interrompere la discesa.

All'altezza dei depuratori di Merone e Gaggio la prima delusione. La trasparenza dell'acqua si appesantisce. E' chiaro che i due depuratori non fanno bene al fiume. Nemmeno l'ingresso delle rogge (Tabiago) fa bene. La qualità dell'acqua é ancora discreta. Però è un peccato. Bisognerà pensarci.


Io spero tanto nel prossimo contratto di fiume: potrebbero arrivare ingenti risorse, il Parco Valle Lambro sarà il coordinatore e l'attuatore degli interventi. Potrebbe essere l'ultima vera occasione per intervenire e rimediare ai guasti. Il parco non vuole lasciarsela sfuggire.
Nibionno, Inverigo, la piana si allarga, il filo del fiume scorre più in basso delle sponde e questo taglia alla vista case e costruzioni, solo qualche campanile di tanto in tanto.
Noi scendiamo immersi nel dominio del verde. Fuori, oltre, nel dominio della luce di questa stupenda giornata di primavera, sarà ancora così?

"Nel pensier mi fingo e il naufragar m'è dolce.."


Ad ogni girar di anse non è raro vedersi alzare l'airone, ecco qualche germano, di lontano si ode il cuculo. Peccato i sacchetti di plastica incistati sui rami degli arbusti.
I canoisti mi dicono rassegnati che ci sono abituati, che in ogni fiume in Italia è così, ma a me la vista offende. E' un urto e un pensiero continuo: cosa posso fare? Penso e ripenso a una squadra che monitori e pulisca costantemente il fiume. So già, forse, a chi rivolgermi. Chissà se il parco ha i soldi. Devo trovarli. Li troverò.

Abbiamo lasciato Inverigo, passato i ponti della ex Victory e di Fornacette.


Al mulino di Peregallo ci attende Paolo Pirola che ci guiderà in visita. Dice e racconta che il vecchio mulino risale addirittura al mille, le prime testimonianze scritte sono del milletre-millequattro. Spiega il girar delle ruote, l'incanalarsi delle acque, il grattar degli ingranaggi. Siamo nel suo regno, la sede dell'associazione Brianze. Così, alla fine sotto il portico, fra scale e ballatoi in legno, un rinfresco a salutare la giornata.

domenica 30 maggio 2010

Liberafiumi 2010 - Parte 4° - Primi risultati

Parte 4 di 12
A cura di Andrea Agapito Ludovici, WWF Italia

“fiumi canalizzati e sbarrati”

Da anni il WWF denuncia l’inadeguatezza della gestione dei nostri corsi d’acqua che risente di un approccio tecnico riduttivo che porta a considerare i fiumi simili a canali, dove l’unica “disciplina ufficiale”, quando ce ne è una, è l’ingegneria idraulica. Ci si è, così, adoperati a “canalizzare” i fiumi con l’idea di poter contenere le acque in alvei sempre più stretti e regolati e consentire un rapido deflusso delle acque verso valle nei periodi di piena. La sempre più spinta “impermeabilizzazione” dei terreni e la perdita di capacità di ritenzione del territorio, determina a seguito di violente precipitazioni un vertiginoso aumento della velocità di corrivazione e la formazione di pericolosi colmi di piena nei corsi d’acqua che mettono a repentaglio i centri abitati di valle, manufatti, difese e sempre più spesso vite umane.

Fiume “canalizzato” e fiume naturale a confronto durante le fasi di magra, morbida e piena e grafici di riferimento di un’eventuale onda di piena
(Tratto da WWF Nederland 1999)

Il 2 maggio i volontari del WWF hanno rilevato come ancor oggi la canalizzazione selvaggia, che nonostante favorisca la distruzione degli habitat fluviali e l’aumento del rischio idrologico complessivo, è l’intervento di gestione fluviale più diffuso.

A sx: Adda, vecchia difesa spondale
A dx: Biferno, osceno muro in costruzione!


Fiumi un tempo stupendi, dove sopravvive ancora la lontra, come l’AGRI in Basilicata, sono in gran parte stati canalizzati e costretti in sponde rigide, costose, inutili, realizzate con soldi pubblici per tutelare qualche campo agricolo e favorire lo sfruttamento dei terreni fino alle sommità delle sponde. Lungo i chilometri di AGRI (Basilicata) censiti sono anche state osservate 74 briglie o sbarramenti che interrompono la continuità fluviale; il tratto censito del fiume lucano attraversa prevalentemente terreni aperti, boschi e zone agricole con pochi centri abitati e lontani dal fiume, sfruttato dalla diga di Marsico Nuovo, che sbarra il corso del fiume a pochi chilometri dalle sorgenti e dalla diga del Pertusillo.Un corso d’acqua che dovrebbe essere prevalentemente lasciato divagare liberamente, senza opere spondali che, oltretutto, necessitano di continue manutenzioni. Ma anche fiumi come il SAVIO (Emilia Romagna), seppur attraversando campagne aperte e mantenendo anche delle discrete fasce di vegetazione arborea riparia, appare in gran parte inutilmente canalizzato e con diverse briglie.

A sx: Agri canalizzato
A dx: Ofanto. Difesa con prismate.


In Sicilia l’ORETO appare in gran parte canalizzato con sponde difese realizzate in modo spesso obsoleto e con una gran necessità anche di manutenzioni; in molti punti si potrebbero ripristinare le sponde naturali asportando le vecchie opere, lasciando più spazio al corso d’acqua e alla vegetazione spontanea.

A sx: Sbarramento sul Savio (Emilia Romagna)
A dx: Oreto (Sicilia) verso la foce


Oreto (Sicilia) tra case e campagna cemento anche nell’alveo!

Difese spondali con gabbionate sul Sangro in Abruzzo e sull’Oreto in Sicilia

L’ADDA sub lacuale è interessato da due parchi regionali, ma è anche caratterizzato da ampi tratti canalizzati e soprattutto “sbarrati”. Sono stati censiti almeno 14 sbarramenti oltre a quelli storici che interrompono la continuità fluviale, rendendo il fiume per lunghi tratti praticamente “bacinizzato”: uno dei punti, peraltro molto suggestivo, è il lago formato a Trezzo dalla storica centrale idroelettrica “Saccani”. Sull’alto TEVERE (Umbria) per lunghi tratti la sponda è difesa da interventi anche con opere rigide e pendenze del 100%, la vegetazione riparia spontanea è in gran parte stata danneggiata o tagliata anche all’interno di aree SIC.

Adda “canalizzato” anche se con sponde rinverdite e sbarramento

Parte 5° - Attività estrattive

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Liberafiumi 2010 - Parte 3° - Il censimento

Parte 3 di 12
A cura di Andrea Agapito Ludovici, WWF Italia

Il censimento WWF dei fiumi ha previsto il rilevamento dello stato delle fasce fluviali e ripariali, delle zone di esondazione del corso d’acqua per valutarne lo stato e avanzare proposte per la sua tutela, rinaturazione e valorizzazione. Sono state censite le zone umide perifluviali, le aree boscate, le zone agricole, i manufatti e le abitazioni, le cave, i depositi e le discariche, l’artificializzazione delle sponde e altri aspetti per avere una visione completa delle aree indagate. Tutto corredato e documentato da foto di dettaglio. I dati, raccolti su mappe a scala 1:10.000, sono attualmente in corso di elaborazione, anche attraverso un sistema GIS (Geographic Information System), dal WWF Italia per meglio definire le proposte operative.

I FIUMI CENSITI

Domenica 2 maggio si è svolto il censimento contemporaneamente lungo 30 tratti fluviali , grazie al coinvolgimento di oltre 600 volontari del WWF e di altre associazioni, che hanno ispezionato circa 600 chilometri di: Adda, (Lombardia), Piave (Veneto), Arzino e Tagliamento (Friuli Venezia Giulia), Savio, Taro e Po di Primaro (Emilia Romagna), Magra (Liguria), Arno (Toscana), Chiascio e alto Tevere (Umbria) e Tevere laziale, Aniene, Melfa (Lazio), Sangro, Sagittario, Aterno e Pescara (Abruzzo), Biferno (Molise), Volturno (Campania), Ofanto (Puglia), Agri (Basilicata), Angitola (Calabria), Oreto e Simeto, Ciane - Anapo, Irminio, Ippari (Sicilia) e Rio Mannu (Sardegna).

Parte 4° - Primi risultati

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sabato 29 maggio 2010

Seregno: Bicinfesta e l'arte della manutenzione della bicicletta

Anche quest'anno Bicinfesta per Seregno ripropone Ciclofficina per coivolgere le persone nell'arte della manutenzione della bicicletta.

Nell'officina, curata dall'Associazione +bc, saranno presenti meccanici disponibili a insegnare ad effettuare sulla propria bici piccoli interventi di emergenza, come riparazioni di forature, cambio fili del freno, sostituzione dei pezzi alementari.

La cicloficcina, organizzata dal Servizio Politiche Ambientali del Comune di Seregno, sarà presente al Parco 2 Giugno, punto di arrivo della biciclettata, dalle 9.00 alle 13.00 del 2 giugno 2010.

Per informazioni sul programma, il percorso e i punti di iscrizione cliccare qui.

venerdì 28 maggio 2010

Seregno: la "Gallinella d'acqua" debutta a San Carlo

Lo stagno di San Carlo, posto all'interno del Parco "Falcone e Borsellino" di Seregno riserva sempre delle sorprese!

Nei giorni scorsi, durante un sopralluogo dei volontari del WWF Groane, è stata avvistata la Gallinella d'acqua (Gallinula chloropus).

Anche se la gallinella d'acqua è un uccello acquatico piuttosto comune, così come il germano reale e la folaga, che si adattano facilmente alla presenza dell'uomo quando trovano chi dà loro cibo; è la prima volta che viene seganalata a Seregno.

Alberto Isnenghi
, del WWF di Seregno ha così commentato l'avvistamento: "Una bella sorpresa. Ho visto e fotografato una gallinella d'acqua che appena mi sono avvicinato si è infilata nel canneto".

Già nel passato a Seregno è stata avvistata la presenza dell'Airone cinerino e del Gufo comune di cui ne abbiamo dato notizia su questo blog.

Nella foto: La gallinella d'acqua nei pressi dello stagno di San Carlo, Seregno

Coltivare la biodiversità

Il 10 e 11 giugno 2010 si terrà a Milano, presso l'Aula Magna dell’Università degli Studi in via Festa del Perdono 7, il convegno:

“BIOD - Coltivare la biodiversità. Agricoltura, foreste e territorio: conservare, innovare, pianificare”
.

Il Convegno, promosso dalle Direzioni Generali Agricoltura e Qualità dell’Ambiente di Regione Lombardia, in collaborazione con IREALP e la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano, rappresenta una tappa del percorso di confronto culturale fra diverse componenti della società: il mondo universitario, quello dei decisori politici, dei produttori e dei consumatori, il mondo ambientalista e quello della comunicazione scientifica, al fine di discutere sulle attuali conoscenze, sulle possibili scelte, sulle probabili prospettive e cogliere i vantaggi degli investimenti fatti sulla biodiversità, come forza motrice che può contribuire alla creazione di posti di lavoro, generando vantaggi economici e ambientali a medio-lungo periodo.

La conservazione della biodiversità assume aspetti rilevanti anche sotto il profilo etico perché rappresenta non solo un bene da difendere e da trasmettere alle generazioni future per il miglioramento della qualità della vita, ma anche un bene in se stesso, che ha diritto alla propria esistenza.

Il programma delle due giornate è disponibile cliccando qui.
Info: www.biod.irealp.it
E-mail: biod@irealp.it
Iscrizioni cliccando qui.

Liberafiumi 2010 - Parte 2° - Difesa del suolo e distretti idrografici inesistenti

Parte 2 di 12
A cura di Andrea Agapito Ludovici, WWF Italia

La fine delle Autorità di bacino?


La famosa legge sulla difesa del suolo, l.183/89, sostituita dal Dlgs.152/06, fa parte ormai di un pregevole tentativo, quanto fallito e passato, di gestire i nostri corsi d’acqua con un approccio a livello di bacino idrografico e una pianificazione promossa e coordinata da autorevoli autorità di bacino. Negli anni ’90 le autorità di bacino nazionali hanno certamente avuto un ruolo tecnico e culturale notevole approvando, sebbene spesso a valle di calamità o eventi catastrofici, a piani per le fasce fluviali e piani di assetto idrogeologico innovativi soprattutto se paragonati al quadro istituzionale italiano. Il nuovo millennio, invece, ha determinato un repentino cambio di rotta e le Autorità di bacino si sono trovate schiacciate nel confronto – scontro tra Governo centrale e Regioni in merito alle presunte richieste d’autonomia e all’incapacità di mantenere una visione e un interesse per la gestione del territorio basata sulla prevenzione, sulla manutenzione, sul recupero della funzionalità ecologica e sulla tutela delle risorse naturali.
Il Dlgs.152/99 ha consentito una prima delegittimazione delle Autorità di bacino praticamente escludendole dal processo di definizione dei Piani di tutela delle acque affidati in toto alle Regioni che hanno provveduto ognuna per conto proprio, alla faccia dell’ottica di bacino. Poi la legge 179 del 2002 ha pesantemente modificato il sistema di programmazione delle risorse destinate agli interventi e alle opere sul territorio, di fatto esautorando l’attività dei Comitati istituzionali delle Autorità di bacino, i quali, da allora, non effettuano più la ripartizione su base triennale delle risorse, secondo gli interventi individuati dai piani di bacino (o loro stralci). Inoltre, dal 2004, proprio a seguito della novella legislativa, non sono più stati trasferiti fondi per le attività istituzionali (fondi studi) e ciò ha comportato un lento ma inevitabile rallentamento delle attività, che sta conducendo alla perdita di una competenza cosi importante come quella delle autorità di bacino. Vi è anche una grave mancanza di risorse per le spese di parte corrente, che ha generato una articolata situazione debitoria nelle Autorità che, oltre a sviluppare ulteriori spese (interessi e oneri legali), ha reso troppo difficoltoso lo svolgimento dei compiti istituzionali.

Cabine di regia e Protezione civile

Con la crisi idrica del 2003 sono state inaugurate le cosiddette “cabine di regia”. Si tratta di tavoli di confronto promossi a seguito di dichiarazioni di stato di emergenza che hanno coinvolto, con la regia del Dipartimento di Protezione Civile, le Regioni, le autorità di bacino con i grandi utenti, i gestori dei serbatoi per l’idroelettrico, i consorzi di bonifica e i consorzi di regolazione dei laghi. Tutti insieme hanno convenuto una serie di misure per superare l’emergenza. Un meccanismo che ha fatto scuola e che ha incoronato definitivamente la Protezione civile come l’unico ente in grado di coordinare tutti i soggetti presenti sul territorio anche se solo durante lo “stato di emergenza”. Un alibi eccezionale che consente alle Regioni di candidarsi a coordinare e/o realizzare le opere nel proprio territorio a seguito dell’emergenza e con procedure agevolate e più veloci e al di fuori della pianificazione ordinaria e aspettare la successiva crisi idrica o alluvione eccezionale per incontrarsi con gli altri enti e a “rispartirsi la nuova torta”.

Mentre tutta Europa sta rilanciando una pianificazione a livello di bacino idrografico, grazie anche all’applicazione delle direttive comunitarie, l’Italia ha collezionato in questi ultimi anni solo richiami e condanne dalla Commissione europea per non aver preso seriamente in considerazione la legislazione comunitaria in materia di acque. Lo scorso anno, nel disperato tentativo di scongiurare le sanzioni europee per inadempienza, con la l.13/09, è stato affidato il coordinamento della redazione dei Piani di distretto idrografico alle Autorità di bacino. I Piani sono stati fatti, in poco più di sei mesi a fronte dei 3 anni richiesti dalla normativa; il processo partecipato previsto all’art.14 della dir.2000/60/CE, si è esplicitato in una serie di incontri tutti concentrati in un mese e mezzo: in questo modo non sono state garantite né l’adeguata informazione né tantomeno il necessario coinvolgimento degli stakeholders o attori sociali qualsivoglia. Non essendo a tutt’oggi stati istituiti i distretti idrografici indicati dal Dlgs.152/06 – e criticati come non adeguati dalla Commissione europea - le Autorità di bacino hanno dovuto redigere piani per territori spesso ben più estesi di quello a loro destinato dalla ex legge 183/89. E’ stata fatta, quindi, un’azione di “sistematizzazione” di ciò che esisteva senza poter variare molto da quanto già definito dalle Regioni nei propri Piani di tutela delle acque e, sostanzialmente, limitandosi a definire alcuni indirizzi ed orientamenti come misure che avrebbero dovuto essere molto più specifiche e di dettaglio.

Purtroppo si è ancora in attesa di un qualche riscontro alle numerose richieste e sollecitazioni inviate al Ministero dell’Ambiente e del Territorio e della Tutela del Mare che sembra totalmente disinteressato a una gestione fluviale efficace e volta alla tutela degli ecosistemi d’acqua dolce, ma che ha abdicato le sue funzioni di pianificazione e controllo a favore della Protezione Civile sempre più presente ed incidente sul territorio.

Nella foto sotto il titolo: Adda. Punto di ritrovo


Parte 3° - Il censimento

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giovedì 27 maggio 2010

Liberafiumi 2010 - Parte 1° - Introduzione

Parte 1 di 12
A cura di Andrea Agapito Ludovici, WWF Italia

Nell’anno della biodiversità il WWF Italia ha avviato una campagna Liberafiumi su tutto il territorio nazionale per sensibilizzare alla tutela, rinaturazione e valorizzazione dei nostri corsi d’acqua.
La situazione dei fiumi italiani è, infatti, critica a causa del diffuso dissesto idrogeologico, dei continui interventi di canalizzazione degli alvei, dell’urbanizzazione delle aree di naturale esondazione, della non buona qualità delle acque e della progressiva e drammatica perdita di biodiversità, testimoniata dall’elevato numero di pesci delle nostre acque interne in pericolo di estinzione.

L’Adda

Da decenni il WWF si batte per la tutela dei fiumi con campagne di sensibilizzazione nazionali (1980 la discesa del Po, 1990 campagna fiumi, 2001 Liberafiumi…), con attività di educazione ambientale specifiche (“fiumi controcorrente” 2002), denunce puntuali di abusi sul territorio, proposte di aree protette e gestione diretta di Oasi lungo i fiumi, accordi con altri soggetti per promuovere la riqualificazione fluviale (patto sui fiumi con Giovani Imprenditori di Confindustria e Coldiretti, 2001) e la gestione naturalistica del reticolo idrografico (accordo con Associazione Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili, 2005; accordo con Associazione Nazionale Bonifiche ed Irrigazioni, 2006).
Il WWF, con questa campagna, vuole ribadire e rilanciare la richiesta di un impegno forte e diretto a tutte le istituzioni per garantire il mantenimento o il raggiungimento del “buono stato ecologico” degli ecosistemi d’acqua dolce entro il 2015, come previsto dalla Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE. Un impegno che dovrebbe passare innanzitutto dall’applicazione del principio di “non deterioramento”, sancito all’art.4 della Direttiva Quadro Acque, che costituirebbe già un notevole passo avanti in un Paese, come l’Italia, dove impera tutt’ora la cultura della “res nullius”.


Parte 2° - Difesa del suolo e distretti idrografici esistenti

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mercoledì 26 maggio 2010

Seregno-Como: Alp(no)Transit

Il potenziamento della linea ferroviaria Casnate con Bernate-Seregno, destinata a essere il prolungamento sul versante lombardo di AlpTransit, è ancora tutto da decidere.

Mancano infatti i soldi necessari (1412 milioni di euro) per raddoppiare la linea ferroviaria Seregno-Como-Chiasso.

Nel 2018, anno in cui la nuova trasversale alpina sarà pronta, si rischia la paralisi delle vie di comunicazione nella provincia di Como.

Fonte: RSI

Per approfondire:
- AlpTransit 2016: verso nuovi equilibri territoriali
- Cronistoria AlpTransit

Leggi anche:
- AlpTransit non guarda più a sud: a rischio l'Italia
- NO TAV: I treni utili in europa grazie al raddoppio del Gottardo

Referendum acqua in Brianza: superate le 6.500 firme!

Nella tabella il numero aggiornato delle firme della Lombardia.
La prima colonna riporta i dati della settimana appena trascorsa, la seconda colonna il totale delle firme raccolte fino al 24 maggio, che in Brianza ammontano a 6.539.

Il calendario delle iniziative referendarie in Brianza lo trovate qui.

martedì 25 maggio 2010

Pedemontana bis: il "no" della Provincia di Como alla Varese-Como-Lecco non salva la brughiera

Riportiamo di seguito il testo di un articolo pubblicato il 22 maggio scorso da L'Ordine, quotidiano di Como, seguito da un commento del Gruppo Salvabrughiera.

La Provincia prepara lo sgambetto al Pirellone sulla Varese-Como-Lecco
di Fabio Corti

Costosa, superflua, invasiva. Insomma da non fare. Villa Saporiti, dal presidente Canoni all’assessore alla Grande viabilità Sergio Mina fino al dirigenti di settore, non ha mai nascosto perplessità riguardo il progetto per l’autostrada Varese-Como-Lecco. Dopo qualche mese in stand-by causa elezioni regionali, il dibattito s’è ravvivato sull’onda della rielezione dl Roberto Formigoni a governatore e, soprattutto, della riconferma di Raffaele Cattaneo quale assessore alle infrastrutture del Pirellone. Da Milano procedono spediti, convinti che il progetto sia solido e valido, e pensano a come riunire nel dibattito tutte le realtà locali coinvolte al fine dì trovare la quadra.
Proprio all’indirizzo di Cattaneo, la Provincia di Como sta "covando" un’azione politica. L’altroieri la commissione Territorio ha stilato un atto d’indirizzo sui principi di viabilità stradale e ferroviaria. In pratica, un dossier che prende in esame i principali progetti viabilistici che interessano il nostro territorio e si esprime con una valutazione generale di merito: questo va bene, questo meno, questo è meglio lasciar perdere. Nell’ultima categoria rientra appunto la Va-Co-Lc

In proposito, l’atto d’indirizzo esprime parere decisamente negativo, per tre ordini di motivi.

Primo: prettamente viabilistico. Le rilevazioni sul traffico di Villa Saporiti rivelano che l’esigenza stessa di realizzare un tracciato così importante sia infondata, dacché i veicoli in circolazione sulla tratta prevista sono tanti, certo, ma non in numero da rendere necessaria un’autostrada. Specie nella sfera a cavallo tra Como e il Vanesotto, la Provincia ritiene di poter risolvere i problemi viabilistici con alcune varianti già progettate e finanziate, come quelle alla Briantea.
Secondo: il progetto della Va-Co-Lc è giudicato troppo invasivo dal punto di vista ambientale. Alcune porzioni del suo ipotetico tracciato attraverserebbero zone ad alta sensibilità ambientale specie ella tratta Como-Lecco, sicché i tecnici anno riconosciuto come fondati i timori da parte di alcuni sindaci del territorio.
Terzo, ma affatto meno importante, il capitolo dei costi. Da Villa Saporiti reputano eccessivamente “incerto” l’equilibrio finanziario della nuova autostrada, che avrebbe costi molto elevati.

Aspetti negativi che vanno inquadrati in un contesto particolare. Anzitutto, la nostra provincia è quella maggiormente interessata dal progetto, con ben 14 comuni lariani su un totale di 16 attraversati dal tracciato.

Dopodichè esistono opere che l’amministrazione guidata dal leghista Leonardo Canoni ritiene “prioritarie”, su tutte la realizzazione del secondo lotto della tangenziale, per il quale i finanziamenti sono ancora coperti da un punto di domanda; per non parlare della Pedemontana che da poco ha avviato i cantieri o della terza corsia sull’autostrada A9 che ci collega a Milano.

Nel provvedimento messo a punto dalla commissione è inserita anche una richiesta precisa: quella di stralciare la Varese-Como-Lecco e tutte le pratiche ad essa collegate sia dalla pianificazione provinciale sia da quella regionale. Il documento deve ancora passare sia attraverso la giunta che il consiglio dl Villa Saporiti, ma è difficile che incontri grosse resistenze. Infine, tra gli altri interventi presi in considerazione emergerebbe un’altra bocciatura, quella sulla Garibaldina. Al contrario, viene definita prioritaria la tangenziale di Cantù.

Commento del Gruppo Salvabrughiera:

La tangenziale si farà! Secondo quanto scritto, una delle due priorità votate dalla Commissione Territorio della Provincia è il Secondo Lotto della Tangenziale di Como. Quello appunto che attraverserebbe la nostra brughiera in base alla proposta di variante al progetto originario in galleria alle spalle di Montorfano. Importante continuare a fare pressione perché se quest’opera è come sembra inevitabile, almeno non abbia altissimi costi dal punto di vista della distruzione del nostro residuo patrimonio ambientale.

Nel fotomontaggio, tratto da www.salvabrughiera.com, la brughiera "tagliata" dalla Tangenziale di Como

lunedì 24 maggio 2010

Pedemontana: aperti tre nuovi cantieri

Dopo Cassano Magnago (Va), sono partiti i lavori anche nei cantieri di Lozza (Co), Turate (Va) e Luisago (CO). Completata nei giorni scorsi la bonifica da ordigni bellici, sono subito partiti i lavori nelle località sede dei due cantieri base più importanti della tratta A di Autostrada Pedemontana Lombarda.

In dettaglio:

Lozza (VA): sono terminati i lavori di messa in sicurezza del cantiere con i monitoraggi, prima superficiali e poi del sottosuolo (tecnicamente BOB - Bonifica degli ordigni bellici), per verificare l’assenza di bombe inesplose o di reperti archeologici. In data 19 maggio il Genio Militare ha certificato l’assenza di ordigni bellici inesplosi e di reperti archeologici nel sottosuolo dando così l’autorizzazione ai lavori di scavo veri e propri. Le ruspe sono già al lavoro per la pulizia del terreno e per la preparazione degli scavi.

Turate (CO): è la località dove sorgerà il campo base più grande e attrezzato della tratta “A” di Pedemontana, che prevede la realizzazione degli uffici per il personale di cantiere e degli edifici di alloggio per gli operai e di ricovero dei macchinari. Nelle scorse settimane sono stati ultimati gli scavi per la realizzazione degli scarichi e il collegamento alla fognatura comunale. Anche a Turate, come a Lozza è terminata il 19 maggio la Bonifica da Ordigni Bellici, certificata dal Genio Militare e nei prossimi giorni inizierà la costruzione del campo, che sarà pienamente operativo con l’inizio dell’autunno 2010.

Luisago (CO): in data 20 maggio sono state consegnate le aree alla società “Colline comasche” per consentire lo spostamento delle interferenze (acquedotto comunale).

Nella foto il cantiere di Cassano Magnago

Nasce il "Coordinamento di LIBERA" di Monza e Brianza

Giovedì 27 maggio 2010 a partire dalle ore 17,30
a Monza, via Premuda 17 (traversa di via Aspromonte)

Incontro per la costituzione del Coordinamento di LIBERA della Provincia di Monza e Brianza

"Negli ultimi anni è emersa in modo significativo e preoccupante la presenza della criminalità organizzata nella provincia di Monza, anche con episodi di vera e propria ecomafia. Per questo dobbiamo essere tutti contenti del percorso che si sta avviando per costituire un coordinamento provinciale di LIBERA anche in questo territorio. Vi invito pertanto a partecipare a questo primo incontro". Questo l'invito di Sergio Cannavò, Vicepresidente Legambiente Lombardia.

Lorenzo Frigerio, referente per la regione Lombardia di LIBERA, ha illustrato così gli scopi dell'incontro: "In questi anni, nella provincia di Monza e Brianza sono state organizzate moltissime iniziative, anche insieme a Libera; ora, per meglio radicare la nostra associazione e per coinvolgere altre realtà e persone, vogliamo promuovere la nascita del coordinamento, uno strumento utile per dare più forza alle tante proposte che vogliamo continuare ad offrire alla realtà di Monza e Brianza. Con la nascita della nuova provincia, crediamo sia importante che i percorsi di associazioni e singoli possano trovare nel coordinamento territoriale di Libera un presidio di legalità e di contrasto alle mafie, in una zona, purtroppo, non immune dalle presenze criminali mafiose".

"LIBERA - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie" è nata il 25 marzo del 1995, con l'intento di coordinare e sollecitare l'impegno della società civile contro tutte le mafie.
Fino ad oggi, hanno aderito a Libera più di 1500 gruppi tra nazionali e locali, oltre a singoli sostenitori. Libera ha organizzato la sua azione in alcuni particolari settori: l'educazione alla legalità; il riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati ai mafiosi; la promozione di una cultura della legalità e la diffusione di informazioni sul fenomeno mafioso e sulla corruzione.

Informazioni:
lombardia@libera.it
lorenzo.frigerio@libera.it

Per visualizzare la cartina della presenza delle mafie in provincia di Monza e Brianza clicca qui.

L’acqua della provincia di Milano deve restare pubblica

“Il destino dell’acqua pubblica della provincia di Milano è in mano ai sindaci e al presidente della Provincia, Podestà”. È quanto afferma il Comitato italiano per il Contratto Mondiale sull’Acqua, a seguito della seduta della conferenza dell’ATO (che riunisce i comuni della provincia, capoluogo escluso) tenutasi martedì 18 maggio, durante la quale i sindaci, all’unanimità, hanno deciso di prendere tempo, spostando dal 30 giugno al 31 dicembre 2010 il termine entro cui mettere sul mercato il 40% del pacchetto azionario di Amiacque, la società attualmente a totale capitale pubblico, che già eroga il servizio idrico a ben 2,4 milioni di milanesi (capoluogo escluso). La decisione di privatizzare la società risale al 2004, ma la scadenza è stata di volta in volta procrastinata, fino alla decisione dello scorso martedì che ha spostato la data a fine anno.

Il presidente dell’ATO (nonché presidente della Provincia) Podestà, ha fatto alcune aperture affermando di voler valutare, entro fine giugno, la possibilità di riconfigurare l’affidamento del servizio idrico, scongiurando la cessione parziale ai privati. In tal senso il presidente Podestà ha accolto la proposta, lanciata dal Comune di Cologno Monzese, di valutare la possibilità di mantenere proprietà, gestione ed erogazione in mani totalmente pubbliche, ovvero ‘in house’, possibilità reintrodotta con la Legge Regionale n. 1/2009 a seguito dell’azione dei 144 Comuni referendari della Lombardia. In tal senso il Comitato italiano Contratto Mondiale Acqua auspica che, a breve, l’ATO si faccia promotore di un momento di approfondimento seminariale per analizzare il modello di gestione che scongiuri la privatizzazione dei servizi legati all’acqua.

L’affidamento pubblico della provincia si metterebbe in linea con quanto deciso lo scorso aprile dal Consiglio Comunale di Milano, che ha votato all’unanimità un OdG (allegato al Bilancio di previsione 2010) di impegno a “garantire, entro i termini previsti dal citato D.L. 135/2009, l’affidamento del servizio idrico secondo la modalità ‘in house’ mantenendolo in capo al Servizio Idrico Integrato del Comune di Milano”. In pratica una riconferma dell’affidamento, avvenuto nel 2006 e scadente nel 2026, alla società pubblica MM (Metropolitana Milanese), che gestisce l’acquedotto del capoluogo.
A livello regionale resta in ogni caso resta da definire, a seguito della sentenza del 2009 della Corte Costituzionale, il destino delle società patrimoniali che nel frattempo sono state costituite in provincia di Milano. Come affermato dal consulente dell’ATO provinciale di Milano, Avv. Staiano, la competenza per la soluzione dell’impasse determinato dal pronunciamento della Consulta, spetta al Parlamento, che dovrà legiferare specificatamente sul “caso Lombardia”, legittimando (con la creazione di una sorta di salvacondotto) il principio della separazione tra gestione ed erogazione o, al contrario, chiedendo di fatto la revisione del Piano d’Ambito provinciale.

Nel frattempo in Lombardia, così come in tutta Italia, prosegue senza sosta e con grande successo, la campagna a sostegno del Referendum contro la privatizzazione dell’acqua (www.acquabenecomune.org), la cui raccolta firme, iniziata lo scorso 24 aprile, sta riscuotendo un incredibile successo e una grande partecipazione, avendo superato a meno di 4 settimane, la ragguardevole cifra di più di 500 mila firme raccolte, delle quali più di 50 mila nella sola Lombardia.

Rosario Lembo e Roberto Fumagalli
Comitato Italiano per il Contratto Mondiale sull’Acqua

domenica 23 maggio 2010

Con Equibici al Parco della Golena del Po

Domenica 30 maggio 2010 Equibici di Lissone
organizza una gita Treno + Bici
all'interno del Parco sovracomunale della Golena del Po

Programma:
  • Ore 6,50 (puntualissimi): Ritrovo davanti alla biblioteca di Lissone e trasferimento in bici alla stazione di Monza
  • Ore 7,30: Partenza in treno da Monza per Cremona (cambio Mi Centrale). NB: presentarsi con il biglietto ferroviario di A/R Monza - Cremona (costo 6.5 € + 6,5 € + 3,5 per la bici)
  • Ore 9.28: Arrivo a Cremona. Pedaliamo per circa 30 Km pianeggianti lungo il Po
  • Ore 12.30 - 13,00: Pranzo al sacco
  • Ore 14,30 - 15.00: Ritorno a Cremona (visita alla città)
  • Ore 18,31: Partenza treno per Monza - Arrivo previsto ore 20,33 (cambio Mi Centrale)
Percorso Andata + Ritorno: 60 Km circa

Conferma la tua partecipazione entro giovedi' 27 maggio mandando una email a: info@equibici.it
Informazioni:
Giovanni 335-76.15.639

Triuggio: il piccolo popolo fatato dei boschi

Giovedì 27 Maggio 2010 ore 21
Centro Civico Via delle Grigne,32 - Canonica di Triuggio

Gli Amici della Natura di Triuggio in collaborazione con il Parco Regionale della Valle del Lambro organizzano una serata adatta ai nostri bimbi e a tutti noi

IL PICCOLO POPOLO FATATO DEI BOSCHI
Fate folletti gnomi elfi streghe tra mito e realtà

Figure fantastiche che popolano i boschi nella tradizione popolare
raccontate da Maurizio Zappella

ingresso libero

Informazioni:
Parco Regionale della Valle del Lambro - 0362 970961
Bruno 0362 970289 - Luciano 0362 919479 - Raffaele 0362 918274 - Romano 0362 997685
e-mail: adn.triuggio@gmail.com
sito: www.amicidellanaturaditriuggio.it

sabato 22 maggio 2010

Riunione del Comitato "Brianza Centrale"

La prossima riunione del Comitato per l'ampliamento del Parco Brianza Centrale si terrà

LUNEDI' 31 MAGGIO 2010 - ore 21.00

a Macherio, Via Roma, 38
presso la sala emeroteca della Biblioteca Civica
primo piano - scala esterna a sinistra del cancello d'ingresso al cortile.

Ordine del giorno:


1) Organizzazione iniziativa "IN BICI PER IL PARCO" (percorso, stand, raccolta firme referendum, apertura chiesetta, pubblicità evento, conferenza stampa)
2) Programmazione nuove iniziative
3) Definizione ampliamenti e ciclovie del parco
4) Pubblicazione pieghevole con mappa ampliamenti e nostre proposte
5) Incontri con amministrazioni locali e Provincia MB
6) Proposta istituzione Comitato Tecnico Scientifico del Comitato
7) Iniziative per la tutela delle Torrette e della sua chiesetta (Salvem i Turett e la so geseta)
8) Incontri con gli agricoltori del territorio
9) Varie ed eventuali

venerdì 21 maggio 2010

Cava Borgonovo: Parco od area industriale?

Riceviamo da gandini1994@... la seguente segnalazione: Tra i Comuni di Giussano, Verano, Carate Brianza e Seregno esiste una cava in fase d’esaurimento e scadenza di concessione. E’ possibile riconvertire a Parco Intercomunale l’area in argomento, provvista di una zona con presenza d’acqua, sin dal termine della concessione in corso, impedendo utilizzi differenti. Tale area potrebbe essere inserita nel “Parco Brianza Centrale” e collegata per il tramite di percorsi ciclo-pedonali ad altre aree ad uso pubblico. Si rammenta che l’area in argomento é già costeggiata – sul lato Est - da pista ciclabile, mentre il lato sud/ovest può essere facilmente collegato – oltre che ad altre aree del Parco Brianza Centrale – anche alla nuova area attrezzata del Comune di Seregno, dotata di piste ciclabili e pista skateboard.  

Ns. risposta: Le aree citate da gandini1994@... rientrano tra le proposte di ampliamento del Parco Brianza Centrale di cui l'omonimo Comitato sta elaborando la mappa. L'idea di realizzare un parco sull'area occupata attualmente dalla cava Borgonovo non è nuova ed è portata avanti da almeno 3 anni da Adiconsum di Carate Brianza. Le aree citate sono state oggetto recentemente, da parte del Comitato per l'ampliamento del Parco Brianza Centrale, di osservazioni al PTCP della Provincia di Monza e Brianza. Precedentemente, le associazioni ora aderenti al Comitato avevano segnalato l'area come possibile ambito di espansione della Dorsale Verde Nord Milano. Purtroppo queste proposte si scontrano con quelle dei comuni interessati che hanno altre idee in proposito. Infatti il comune di Verano Brianza ha recentemente approvato il PII (Piano Intervento Integrato) Cava Borgonovo dove viene prevista l'edificazione di parte dell'area mentre il comune di Carate Brianza ha previsto nel suo PGT un insediamento produttivo.  

Nelle immagini: - in alto il rendering del PII Cava Borgonovo - sotto, a sx la pianta del PII Cava Borgonovo e a dx il PGT di Carate

mercoledì 19 maggio 2010

Tagli sui fondi pubblici? Stop alla Pedemontana

da Il Giorno - Ed. Varese
articolo di
Rosella Formenti

Comitati e ambientalisti del fronte «No Pedemontana», da Cassano Magnago a Cislago, fanno il tifo per la manovra a cui sta lavorando il ministro Giulio Tremonti che potrebbe dare una bella sforbiciata ai finanziamenti per le grandi opere. Anche a quelle già licenziate dal Cipe, come la Pedemontana.

"Se dovesse arrivare la notizia che la nuova autostrada non si farà – dicono i comitati della Valle Olona – qui faremo una grande festa, addirittura con i fuochi d’artificio. Sarebbe la liberazione da un incubo perché questo per noi è la Pedemontana, opera che da sempre noi riteniamo inutile e dispendiosa. Ma le nostre preoccupazioni, i nostri suggerimenti non sono mai stati presi in considerazione, l’importante era mandare avanti il progetto sulla testa della gente. Ben venga allora il taglio dei finanziamenti. E’ il momento di recuperare saggezza e dunque di riflettere su un progetto che per noi non è mai stato indispensabile. Altre sono le necessità per questo territorio".

(...)

Attenti alla “manovra di Tremonti” sono anche i volontari di Legambiente di Cassano Magnago, il comune da dove prende avvio il tratto varesino della nuova autostrada. "Stiamo a vedere – dice Mauro Gnocchi, presidente del circolo locale del Cigno verde – l’auspicio è che davvero si fermi tutto e per sempre. Questo territorio non ha bisogno di una nuova autostrada, si tratta invece di potenziare il trasporto ferroviario, lì vanno investiti soldi, non in cosiddette grandi opere che sono solo sprechi. E a proposito di sprechi, pensiamo ai soldi per la cerimonia di inaugurazione del cantiere della Pedemontana. E allora questo momento di crisi serva a riflettere sugli investimenti che davvero sono indispensabili e ad evitare gli sprechi come i fondi per la Pedemontana".

Per leggere l'articolo completo clicca qui.

Foto di Mauro Gnocchi

martedì 18 maggio 2010

Chiese, cascine e natura della Brianza Centrale

Domenica 16 maggio 2010 un folto gruppo di ciclo-gitanti, circa 50 persone, hanno partecipato alla prima edizione de "Le vie verdi della Brianza Centrale". L'escursione, organizzata dall'omonimo Comitato, aveva lo scopo di far conoscere, oltre alle zone agricole e alle aree naturali, anche chiesette storiche e cascine degne di tutela.

Di seguito la foto-cronaca dell'evento.

Ore 14,30 - Ritrovo alla Cascina Pozzone (Carate Brianza)

Ore 14,45 - Dopo una breve presentazione del Comitato e alcuni cenni storici sulla Cascina Pozzone si parte, percorrendo le vie vicinali delle circostanti aree agricole, in direzione della frazione Dosso (Albiate/Seregno) per poi raggiungere la chiesetta di San Salvatore e l'omonima Cascina (Seregno)

Ore 15,15 - Arrivati alla Cascina San Salvatore (Seregno) prosegue l'illustrazione prima dei fabbricati rurali e poi della chiesetta.


Ore 16,00 - Tappa successiva: la vicina e ben conservata Cascina Abissinia (Seregno)

Ore 16,30 - Cascina Dosso (Seregno / Albiate)

Ore 16,45 - Cascina Canzi (Albiate)

Ore 17,15 - Le aree naturali del Boscone (Bosco del Ratto) e delle Torrette

Ore 17,30 - Arrivo all'Oratorio di Santa Margherita alle Torrette (Macherio) e visita guidata.

Per una visita virtuale all'Oratorio di Santa Margherita clicca qui.

lunedì 17 maggio 2010

Bicinfesta 2010 - Programma, percorso e punti di iscrizione

Mercoledì 2 Giugno 2010 riparte "Bicinfesta per Seregno". Pubblichiamo di seguito il programma, il percorso e i punti di iscrizione.


PROGRAMMA

ore 8,30 Ritrovo presso lo "Skate Park"
Via Nenni / Via Calamadrei (Seregno)

ore 9,00
Partenza
Soste intermedie in Via Mameli (Guardia di Finanza), Via Umberto I (alzabandiera) e in Via Milano (ristoro offerto da Colzani)

ore 11,30 Arrivo al Parco "2 Giugno"
Estrazione dei premi offerti dagli sponsor e rinfresco

ore 13,00
Chiusura manifestazione


PERCORSO (km 17 circa)
Partenza: SKATEPARK Via Nenni -Via Calamandrei

Via Valassina, Via Resegone, Via Alberto da Giussano, Via Corsica, Via Briantina, Via Messina, Via Reggio, Via Ticino, Via Galilei, Via Circonvallazione, Via Carducci, Via San Rocco, Via Rossini, Via Trabattoni, Via Torricelli, Via Sauro, Via Minoretti, Via Piave, Piazzale Santuario, Viale Santuario, Via Cairoli, Via Mameli (sosta Guardia di Finanza), Via Appiani, Via Baracca, Via Cairoli, Via Colombo, Via Umberto I° (sosta Municipio - alza-bandiera), Piazza Concordia, Corso del Popolo, Piazza Roma, Via Milano Sottopasso (sosta ristoro c/o ditta Colzani), Via Pacini, Via IV Novembre, Via Rovereto, Via Solferino, Via Nazioni Unite, Vicinale del Merè Nord, Via Saronno, Ingresso Parco Meredo, Viale Tiziano

Arrivo:
Parco 2 GIUGNO (Zona Porada)


ISCRIZIONI
  • Brico Sport – Via Milano
  • Centro Pelletteria Menini – Via Cadore
  • Colzani – Via Milano, 40
  • G.S. Dosso – Via Dosso, 7 (mart.- ven. h 21-23)
  • G.S. Mariani – Via S.Carlo (mart.- ven. h 21-23)
  • Biblioteca Civica “E.Pozzoli” – P.za Mons.Gandini

ORGANIZZAZIONE

Bicinfesta per Seregno è organizzata dalle Associazioni G.S. Dosso, G.S. Mariani, Salus Ciclistica, WWF sez. Groane - Seregno in collaborazione e con il contributo del Comune di Seregno