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martedì 9 febbraio 2010

Eliminiamo la Pedemontana dal futuro di Jonàs

Dal sito "A come avventura" che vi invitiamo a visitare.

Jonàs, che avrà vent'anni nel 2030...

di Anna Maspero

Questo bimbo lo chiamerò Jonàs, riprendendo il titolo di un vecchio film, “Jonàs che avrà vent’anni nel 2000”.

Jonàs ha mosso qui, su questi prati della brughiera, i suoi primi passi lo scorso autunno.

Riguardo una mia vecchia foto in bianco e nero, sono passati, anno più anno meno, cinquant’anni. Anch’io ho imparato a camminare e a correre su questi prati. C’erano solo campi, boschi e risorgive. Qui ho trascorso tutte le mie estati da bambina e da ragazza. Ricordo quando non c’era l’acqua corrente, si andava a prenderla con i secchi al pozzo e ci si lavava in una tinozza di ferro, ricordo la trebbiatura del grano, la vendemmia di un piccolo vigneto, le vacche da pascolare dopo l’ultimo taglio. Allora c’erano i mucchi di fieno e i contadini lo raccoglievano con la forca, al posto deit trattori c’era un cavallo da tiro di nome Gris. Oggi ci sono moderni macchinari e rotoballe.

Ma il profumo del fieno tagliato è lo stesso. E anche il mio amore per questa terra, condiviso con chi qui vive e lavora. Cinquant’anni fa intorno c’erano pochissime case, solo vecchie cascine, spesso cadenti: Ca’Nova, Pelada, Chigollo (o Imbirone come la chiamavamo noi…), Cascina Comune, Cassinazza, tutte terreno dei miei giochi di allora. Adesso ci sono parecchie ville nascoste nel verde, ma ancora prati e boschi aperti a tutti e non recintati. Qualche cascina è stata demolita, ma la maggior parte sono incredibilmente sopravvissute grazie alla passione e all’iniziativa di privati. Per quanto tempo resisteranno? Il sacrificio per mantenerle è enorme.

La Regione Lombardia scrive messaggi pubblicitari a tutta pagina “56.000 imprese agricole si prendono cura del territorio della Lombardia. Noi ci prendiamo cura di loro”. Come si prende cura? Finanziamenti zero, perché, ci dicono, qui siamo in una zona ricca, non nelle valli disagiate, e non pensano che i costi gestionali di queste antiche strutture sono altissimi, che lavorare la terra non lascia praticamente margini di reddito. Ma a questo ci eravamo abituati.

Lo spettro che si aggira ora per questa brughiera è la nuova tangenziale di Como, già potenzialmente inserita nel progetto di un’autostrada. Il tracciato proposto attraversa fuori terra i campi coltivati e i boschi superstiti e con una precisione che neppure se l’avessero fatto di proposito potevano riuscirci così bene, colpisce una a una TUTTE le antiche fattorie elencate sopra, insieme ad altre aziende florovivaistiche che si sono sviluppate in questi ultimi anni.
Se sono stati spesi, come sono stati spesi, 600.000 euro per questo progetto autostradale, o chi ha disegnato il tracciato non è al corrente dei tanto pubblicizzati buoni propositi della Regione Lombardia verso le Aziende Agricole sopravvissute alla cementificazione del territorio, oppure la pubblicità della Regione è solo demagogia. O forse entrambe le cose.

In un mio libro scrivevo: “Tutti abbiamo lo stesso cielo, ma l’orizzonte – reale e metaforico – è per ciascuno diverso, sedimentato nei propri geni attraverso la familiarità con i paesaggi che ci hanno visto crescere. Il mio non è l’orizzonte a 360° dei marinai. Non è nemmeno quello aspro dei montanari, con alte pareti di roccia a ostacolare lo sguardo e il cammino. Non è quello pianeggiante dei nomadi del deserto, una linea che sembra spostarsi sempre in avanti, dando la sensazione di non arrivare mai. Il mio orizzonte è una linea morbida di boschi e colline, che lascia libero lo sguardo di vagabondare, ma, escludendo «l’ultimo orizzonte», lascia che la mente sogni «interminati spazi al di là di quella»”.

Ora, ogni volta che dalla finestra della cascina dove ho la fortuna di vivere guardo i prati, penso a una scura striscia d’asfalto che potrebbe ferirli. E Jonàs? Dove correrà Jonàs quando avrà vent’anni? Respirerà i gas di scarico o l’odore del fieno appena tagliato? Quali saranno i suoi orizzonti? Forse dei viadotti d’autostrada.
A.M.

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Mercoledì 10 febbraio alle ore 21, presso il Centro Sociale di Senna Comasco in Via Roma 46, appuntamento pubblico in cui verrà formalizzata la nascita del Comitato Intercomunale di Difesa del Territorio.

Per firmare la petizione a difesa della brughiera cliccare qui.

Leggi anche, su questo blog:
- Lo sfregio della Pedemontana bis
- Lo sfregio della Pedemontana bis prosegue alla Pineta di Tradate
- Pedemontana bis: nasce il Comitato Salvabrughiera
- Pedemontana: lo sfregio della tangenziale di Como nella brughiera

2 commenti:

  1. Senza mezzi termini: organizziamo come Comitato per l'Ampliamento del Parco Brianza Centrale un incontro con Anna Maspero e il Comitato Salvabrughiera
    il loro problema è il nostro problema
    se sfondano nell'alta Brianza : è finita.
    The end.
    Gianni Casiraghi

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  2. Grazie Gianni, volentieri. Due sere fa sul tema tangenziale c'è stato un incontro pubblico e molto partecipato a Orsenigo organizzato dall'Amministrazione. Questa sera abbiamo un incontro a Senna che sarà intercomunale. Abbiamo bisogno come primo passo di sensibilizzare la gente che qui è davvero ignara di quel che sta succedendo. Soprattutto per sensibilizzare abbiamo lanciato la raccolta firme sul sito Salvabrughiera e il gruppo Salvabrughiera in facebook (siamo quasi mille, aggiungetevi anche voi se usate FB!) Vi teniamo aggiornati, grazie e a presto, anna

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