Frana a Blevio
di Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi"
Il maltempo ha colpito duro tra la notte e il mattino di ieri, lunedì 22 settembre, soprattutto nelle province di Como e di Monza-Brianza, come previsto dalle allerte meteo. Un disastro che ha messo in ginocchio molti territori e molte famiglie, uno scenario che - purtroppo - si ripete sempre più spesso, complice anche la crisi climatica che ci presenta il conto, aumentando la frequenza e l'intensità di questi fenomeni meteo acuti con intensi acquazzoni e conseguenti frane e allagamenti nei territori idrogeologicamente più a rischio.
Non a caso tra le aree più colpite abbiamo il Comasco, a cominciare dalla città capoluogo dove le paratie (ci diranno per l'ennesima volta che non sono ancora completate!) si sono dimostrate inefficaci a fermare le acque, stavolta provenienti non dal lago bensì direttamente dalle piogge e dalle tubature. E poi i territori più prospicienti il lago, in particolare il versante orientale del ramo comasco del Lario, tra Como, Blevio e Torno, comune quest'ultimo dove contraddittoriamente il sindaco invoca ora lo stato di calamità naturale, ma contemporaneamente insiste per autorizzare un nuovo resort turistico sugli stessi pendii a rischio idrogeologico!
Sempre ieri abbiamo assistito agli allagamenti nella Bassa Comasca: Cabiate, Mariano Comense, Cantù, non a caso i territori più cementificati della provincia di Como, in cui i terreni impermeabilizzati arrivano a superare il 50% della superficie totale!
E poi ancora una volta la provincia di Monza-Brianza che - ricordiamo - è in assoluto la più cementificata a livello nazionale!
In definitiva gli eventi meteo estremi (che, come detto, dovremo purtroppo aspettarci con sempre maggior frequenza e intensità) non fanno altro che mettere in evidenza una pericolosa correlazione già conosciuta: fenomeni atmosferici acuti e consumo di suolo rappresentano un mix rovinoso, per l'equilibrio ambientale e per la sicurezza di chi in quei territori vi abita.
L'unico modo per invertire il trend è cancellare ogni previsione di nuovo consumo di suolo: basta con nuovi capannoni, centri commerciali, case, strade. In tal senso pensiamo al pesantissimo impatto che avranno nuove infrastrutture stradali come la Pedemontana o la Canturina bis su territori già ora a rischio, come si è messo in evidenza in questi giorni. Gli Amministratori che governano le Istituzioni - dai Comuni, alle Province, alla Regione, tutti competenti in materia di gestione del territorio - non possono continuare a far finta di nulla, continuando a promuovere nuova cementificazione nei loro PGT o nuovi progetti stradali fuori da ogni logica.
Per questo dobbiamo pretendere con forza lo stop al consumo di suolo!
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