di Gianmarco Corbetta
del Comitato per l'alternativa al nuovo inceneritore di Desio
Anche nel 2010, così come per il 2009, l'iter autorizzativo per la costruzione del nuovo inceneritore non ha fatto alcun passo avanti. Sarà sicuramente un caso, ma da quando ha preso vita il nostro Comitato, nell'ormai lontana primavera del 2008, l'iter è fermo. Agli inizi era sorto il problema del ricorso al Tar da parte di un'azienda che aveva partecipato, senza successo, al bando per la progettazione dell'impianto. Successivamente il passaggio del nostro territorio dalla Provincia di Milano a quella di Monza e Brianza ha determinato la necessità di formulare un nuovo piano rifiuti provinciale, tutt'ora in via di definizione, da cui pare dipendano le sorti del nuovo inceneritore.
In assenza di informazioni ufficiali da parte delle istituzioni, che da tempo si sono chiuse a riccio su questo argomento, non è chiaro se il piano economico finanziario dell'opera stia ancora in piedi o debba essere rivisto, così come non si capisce se, oltre ai comuni che storicamente bruciano i rifiuti a Desio, si debbano aggiungere "solo" gli altri comuni della Brianza Ovest (incluso giganti come Monza, Lissone e Seregno) oppure se il cancrovalorizzatore servirà tutta la provincia.
A questa situazione di incertezza, si aggiungono le recenti dichiarazioni dell'assessore provinciale all'ambiente, secondo il quale non è scontato che venga costruito un nuovo inceneritore a Desio o in un altro comune della provincia. Leggendo tra le righe, sembrerebbe che l'assessore punti a far bruciare i nostri rifiuti fuori provincia, soluzione che naturalmente non ci vedrebbe affatto soddisfatti, visto che il nostro obiettivo non è mai stato quello spostare il problema sui cittadini di altre zone, bensì di affrontarlo in casa nostra in modo totalmente diverso da come vorrebbero fare i nostri politici.
Nel frattempo sono state sostituite le caldaie del vecchio forno, dando così ancora respiro ad un impianto stravecchio. Pare che con queste nuove caldaie il vecchio inceneritore possa tirare avanti altri dieci anni, prospettiva per noi del tutto inaccettabile.
In attesa degli sviluppi della vicenda, da parte nostra non possiamo che ripetere quanto avevamo detto un anno fa: li aspettiamo al varco, con gli occhi ben aperti. Nel caso si sbloccasse la situazione, faremo sentire la nostra/vostra voce forte e chiaro.
Per quanto riguarda le attività del Comitato, questo 2010 è stato un anno importante. Dopo aver impiegato tutto il 2008 e il 2009 ad informare i cittadini tramite raccolte firme e incontro pubblici, quest'anno abbiamo deciso di muoverci in maniera più "diplomatica".
Grazie al preziosissimo lavoro di Paolo Di Carlo, membro "storico" del comitato e consigliere comunale di Desio 5 Stelle (fino a quando, poche settimane fa, la Giunta Comunale di Desio non è caduta a causa delle note vicende di 'ndrangheta), abbiamo cercato di sensibilizzare i decisori politici.
Paolo innanzitutto è riuscito a far passare in Consiglio Comunale, all'unanimità, un ordine del giorno che impegna la Giunta, entro giugno 2011, a commissionare sia un'analisi dei terreni circostanti l'inceneritore per verificare la presenza di inquinanti quali diossine e metalli pesanti, sia un'indagine epidemiologica sulle popolazioni residenti nei dintorni.
Non solo: poche settimane dopo abbiamo portato una delegazione di politici desiani di tutti i partiti in provincia di Treviso, in visita all'innovativo Centro Riciclo di Vedelago.
Infine, notizia di pochi giorni fa, di cui non vi avevo ancora parlato, a metà dicembre abbiamo organizzato un incontro a Desio, riservato ai rappresentanti politici della zona (presenti anche consiglieri e assessori di Varedo e Bovisio), con il dottor Enzo Favoino delle Scuola Agraria del Parco di Monza, consulente della Commissione Europea, uno dei maggiori esperti a livello internazionale sul tema rifiuti, che ha spiegato come i nostri livelli di raccolta differenziata possano essere migliorati e il rifiuto residuo possa essere trattato con impianti a freddo, senza fare ricorso all'incenerimento, confermando di fatto le cose che noi stiamo ripetendo da tre anni.
Come sempre non ci facciamo illusioni, però la speranza che accompagna questo lavoro diplomatico è che le forze politiche finalmente capiscano che, in presenza di una volontà politica forte, si potrebbe benissimo mettere in campo delle strategie alternative all'incenerimento, utili alla salute e alle tasche dei cittadini.
Insomma, come avete letto, la situazione è tutt'altro che definita: le sorti del nuovo inceneritore sono tutt'altro che scritte. Noi in ogni caso non molliamo la presa.
Foto tratte dal sito del Comitato
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venerdì 31 dicembre 2010
giovedì 30 dicembre 2010
Lavori di riqualificazione a Porto D'Adda
La Giunta della Provincia MB ha deliberato lo stanziamento di 30.000 Euro per un contributo "una tantum" da destinare al Comune di Cornate D'Adda per la realizzazione del progetto "Lavori di riqualificazione a Porto D'Adda" all'interno del Parco Regionale Adda Nord.
La somma è stata assegnata sulla base di un progetto proposto dal Comune alla Regione Lombardia che prevede azioni a sostegno della rete ecologica lombarda.
"Cornate D'Adda è l'unico Comune della Provincia MB ad essere compreso nel territorio del Parco Regionale Adda Nord - spiegano il Presidente Dario Allevi e l'Assessore provinciale ai parchi Antonino Brambilla - Con questo contributo sosteniamo la riqualificazione della porzione del parco di competenza provinciale per restituire ai cittadini un'area verde più fruibile e vivibile".
Il progetto di riqualificazione prevede interventi lungo il medio corso dell'Adda nel tratto di competenza della Provincia MB con l'obiettivo di valorizzare le risorse ambientali e culturali dell'area anche in chiave turistica.
Immagini tratte da www.portobeach.com
mercoledì 29 dicembre 2010
«Cartello selvaggio»: rimosse 47 insegne abusive nel Parco Valle Lambro
Si annidano di preferenza al ciglio delle grandi arterie viarie, ma anche ovunque ci sia un grande afflusso di pubblico. Il Parco Regionale della Valle del Lambro ha messo a segno una nuova importante vittoria nella guerra ai «cartelloni selvaggi». Nel 2009-2010 sono state elevate 65 sanzioni contro le insegne abusive trovate sul territorio del Parco. Sono stati 47 i cartelli pubblicitari rimossi: 41 sono stati tolti dai proprietari dopo che è stata elevata una sanzione da parte del Parco Valle Lambro. Altri 6 sono stati invece eliminati in modo forzato.
Liberata la Valassina - Sulla Statale 36 Valassina i cartelli sanzionati sono stati 10. Dall’ingresso della superstrada a Giussano fino al Lago di Pusiano non campeggia più nessun cartello, salvo un’insegna storica che risale al 1975 e quindi a norma. Anche in quest’ultimo caso il Parco Valle Lambro sta trattando con la proprietà per avviare la rimozione di quest’ultimo residuato.
Sulla Strada Provinciale Monza Carate invece sono stati multati 11 cartelli, tutti all’altezza di Carate Brianza: 7 di questi, che «costellavano» i pali dell’Enel sul ciglio della strada, sono stati rimossi spontaneamente. Altri 4 mega cartelli a lato della strada invece sono purtroppo ancora al loro posto. Il «braccio di ferro» continua e sono state respinte le memorie difensive presentate dalla ditta che li ha posizionati in modo abusivo.
Di tutto di più al bazar dell’abuso - Variegato l’«identikit» dei cartelli rimossi: insegne di centri commerciali, di motel, di note aziende del mobile, di centri sportivi, di famose aziende locali, ma anche pizzerie, ristoranti, locali alla moda, pub, officine e multisala. Ancora più varia la foggia e le dimensioni dei cartelli: si passa da insegne di medie dimensioni a veri e propri «giganti» ampi fino a trenta metri quadrati, capaci con le loro dimensioni di offuscare la bellezza del paesaggio. Tanti i rischi dell’abusivismo: non si tratta solo dell’ambiente deturpato, pur tanto importante per un ente come il Parco Valle Lambro. A repentaglio c’è anche la sicurezza degli automobilisti. Dietro la «giungla» dei cartelli abusivi c’è poi la volontà di non pagare il dovuto all’erario e il desiderio di diffondere pubblicità occulta.
«La lotta contro i cartelli stradali abusivi – ha spiegato il Presidente del Parco Regionale della Valle del Lambro, Emiliano Ronzoni - è diventata uno degli impegni prioritari del Parco. E’ in gioco la tutela del territorio del Parco: spesso ci troviamo di fronte a veri e propri “ecomostri” che offuscano e deturpano la qualità del territorio facendo scempio del paesaggio».
Leggi più rigorose e sanzioni più severe - Soprattutto negli ultimi anni l’attività del Parco Regionale della Valle del Lambro contro i cartelli abusivi è stata supportata da leggi e norme sempre più severe. Le più recenti normative in materia vietano con chiarezza la collocazione di cartelli, insegne di esercizio o altri mezzi pubblicitari privi di autorizzazione o comunque in contrasto con quanto disposto dalla Legge. L'ente proprietario della strada è ora in grado di diffidare il responsabile della violazione, obbligandolo a rimuovere il cartellone pubblicitario abusivo a loro spese entro e non oltre dieci giorni dalla data di comunicazione dell'atto. Decorso il suddetto termine, l'ente proprietario può provvedere a effettuare la rimozione del mezzo pubblicitario e alla sua custodia ponendo i relativi oneri a carico dell'autore della violazione. Le sanzioni vanno da 4.351 fino a 17.405 euro.
Nella foto: Alcuni cartelloni pubblicitari (non oggetto dell'intervento del PVL) a Carate Brianza lungo la SP6 in direzione di Albiate.
Liberata la Valassina - Sulla Statale 36 Valassina i cartelli sanzionati sono stati 10. Dall’ingresso della superstrada a Giussano fino al Lago di Pusiano non campeggia più nessun cartello, salvo un’insegna storica che risale al 1975 e quindi a norma. Anche in quest’ultimo caso il Parco Valle Lambro sta trattando con la proprietà per avviare la rimozione di quest’ultimo residuato.
Sulla Strada Provinciale Monza Carate invece sono stati multati 11 cartelli, tutti all’altezza di Carate Brianza: 7 di questi, che «costellavano» i pali dell’Enel sul ciglio della strada, sono stati rimossi spontaneamente. Altri 4 mega cartelli a lato della strada invece sono purtroppo ancora al loro posto. Il «braccio di ferro» continua e sono state respinte le memorie difensive presentate dalla ditta che li ha posizionati in modo abusivo.
Di tutto di più al bazar dell’abuso - Variegato l’«identikit» dei cartelli rimossi: insegne di centri commerciali, di motel, di note aziende del mobile, di centri sportivi, di famose aziende locali, ma anche pizzerie, ristoranti, locali alla moda, pub, officine e multisala. Ancora più varia la foggia e le dimensioni dei cartelli: si passa da insegne di medie dimensioni a veri e propri «giganti» ampi fino a trenta metri quadrati, capaci con le loro dimensioni di offuscare la bellezza del paesaggio. Tanti i rischi dell’abusivismo: non si tratta solo dell’ambiente deturpato, pur tanto importante per un ente come il Parco Valle Lambro. A repentaglio c’è anche la sicurezza degli automobilisti. Dietro la «giungla» dei cartelli abusivi c’è poi la volontà di non pagare il dovuto all’erario e il desiderio di diffondere pubblicità occulta.
«La lotta contro i cartelli stradali abusivi – ha spiegato il Presidente del Parco Regionale della Valle del Lambro, Emiliano Ronzoni - è diventata uno degli impegni prioritari del Parco. E’ in gioco la tutela del territorio del Parco: spesso ci troviamo di fronte a veri e propri “ecomostri” che offuscano e deturpano la qualità del territorio facendo scempio del paesaggio».
Leggi più rigorose e sanzioni più severe - Soprattutto negli ultimi anni l’attività del Parco Regionale della Valle del Lambro contro i cartelli abusivi è stata supportata da leggi e norme sempre più severe. Le più recenti normative in materia vietano con chiarezza la collocazione di cartelli, insegne di esercizio o altri mezzi pubblicitari privi di autorizzazione o comunque in contrasto con quanto disposto dalla Legge. L'ente proprietario della strada è ora in grado di diffidare il responsabile della violazione, obbligandolo a rimuovere il cartellone pubblicitario abusivo a loro spese entro e non oltre dieci giorni dalla data di comunicazione dell'atto. Decorso il suddetto termine, l'ente proprietario può provvedere a effettuare la rimozione del mezzo pubblicitario e alla sua custodia ponendo i relativi oneri a carico dell'autore della violazione. Le sanzioni vanno da 4.351 fino a 17.405 euro.
Nella foto: Alcuni cartelloni pubblicitari (non oggetto dell'intervento del PVL) a Carate Brianza lungo la SP6 in direzione di Albiate.
Concerto di Capodanno della Brianza a Seregno
Sabato 1° gennaio 2011 alle ore 11,00
presso il
Teatro San Rocco
Via Cavour, 83
Seregno (MB)
diretta dal
M° Gaetano Soliman
presenterà un omaggio a Nino Rota con l’esecuzione di alcuni brani dalle sue più belle colonne sonore.
Il concerto sarà concluso (Seregno come Vienna) con i tradizionali e travolgenti “Il bel Danubio Blu” e “La marcia di Radestky” di J. Strauss
Seguirà un brindisi augurale
Ingresso libero
Per scaricare la locandina dell'evento cliccare qui.
Info: Associazione Culturale Musicale Ettore Pozzoli
Per guardare i video del Concerto cliccare qui.
Evento realizzato con il patrocinio e il contributo del Comune di Seregno, in collaborazione con la Provincia MB e l'Ass. Nazionale Carabinieri Sez. di Seregno.
presso il
Teatro San Rocco
Via Cavour, 83
Seregno (MB)
L’Orchestra
Filarmonica
Ettore Pozzolidiretta dal
M° Gaetano Soliman
presenterà un omaggio a Nino Rota con l’esecuzione di alcuni brani dalle sue più belle colonne sonore.
Il concerto sarà concluso (Seregno come Vienna) con i tradizionali e travolgenti “Il bel Danubio Blu” e “La marcia di Radestky” di J. Strauss
Seguirà un brindisi augurale
Ingresso libero
Per scaricare la locandina dell'evento cliccare qui.
Info: Associazione Culturale Musicale Ettore Pozzoli
Per guardare i video del Concerto cliccare qui.
Evento realizzato con il patrocinio e il contributo del Comune di Seregno, in collaborazione con la Provincia MB e l'Ass. Nazionale Carabinieri Sez. di Seregno.
Area Alfa di Arese: un ricorso "a gamba tesa"
Il Comitato Difendiamo Arese e il Coordinamento Area Alfa esprimono profonda preoccupazione per il ricorso presentato in sede amministrativa dai proprietari di parte dell’area Alfa - le società AGLAR e Zaffiro - nei confronti del Consiglio Comunale di Rho e della Elettro Europa di Giulio Tizzoni in seguito alla non-ratifica dell’Accordo di Programma per la reindustralizzazione dell’area Alfa Romeo di Arese.
Ovviamente il comitato e il coordinamento non mettono in discussione la legittimità di un ricorso che mira a difendere gli interessi delle proprietà. ma ritengono che la richiesta di risarcimento costituisca un elemento di grave disturbo del dibattito politico e appaia come un'azione intimidatoria nei confronti della libera espressione della dialettica democratica fra istituzioni. Da quello che si può evincere da una prima lettura del ricorso e dal comunicato dell’Amministrazione Comunale, AGLAR e Zaffiro indicano tra le ragioni del ricorso la mancanza di coerenza delle scelte amministrative fatte dal Comune di Rho e un attentato alla libera concorrenza a danno dei consumatori. Ma la prima motivazione negherebbe al Consiglio Comunale la possibilità di scelta (poiché nei passaggi istituzionali precedenti era stato espresso da parte dei rappresentanti comunali un primo assenso, secondo la proprietà la definitiva approvazione avrebbe dovuto essere sostanzialmente inevitabile). L’inconsistenza di queste considerazioni attengono al diritto/dovere di un’assemblea elettiva come il Consiglio Comunale di esprimere il proprio parere come richiesto dalla normativa (e anche di cambiare liberamente idea rispetto ai passaggi iniziali).
Il secondo aspetto, il presunto attentato alla libera concorrenza, è più insidioso, ma si poggia anch’esso su motivazioni piuttosto labili: il lavoro dei comitati come il nostro e la stessa discussione in Consiglio Comunale hanno dimostrato che le motivazioni “commerciali” erano solo una parte dei motivi di contrarietà all’AdP, dato che le ricadute ambientali, sociali e occupazionali avevano altrettanto peso.
«Ma al di là del merito del ricorso, su cui ci riserviamo di fare un’analisi più approfondita», dice Sara Belluzzo, Presidente del Comitato Difendiamo Arese, «è la carta della richiesta di risarcimento che le proprietà hanno deciso di giocare che inquieta di più. L’obiettivo è di far pesare il loro punto di vista sui singoli Consiglieri comunali e in generale sulle istituzioni che eventualmente si troveranno a discutere di un nuovo progetto con questa spada di Damocle sulla testa».
E Gianluigi Forloni di Legambiente aggiunge: «Questo ricorso va annoverato tra le “entrate a gamba tesa” che le società coinvolte hanno già tentato prima del voto in Consiglio Comunale. Tra gli altri ricordiamo la lettera con improbabili calcoli sui potenziali posti di lavoro associabili al Centro commerciale inviata ai Consiglieri comunali prima del voto, e i manifesti che tappezzavano i comuni della zona offrendo posti di lavoro anch’essi associabili al futuro centro commerciale. Questi interventi hanno in comune con il ricorso una relazione con il territorio di tipo padronale: quando mancano elementi sostanziali si ricorre a specchietti per le allodole. Se il Comune di Rho, attraverso il voto del suo Consiglio ha saputo dimostrare libertà e indipendenza di giudizio», conclude Forloni, «i cittadini non possono che essere grati».
Leggi anche: Licenziamenti, risarcimenti e sgomberi. La torbida vicenda del Piano Alfa...
Ovviamente il comitato e il coordinamento non mettono in discussione la legittimità di un ricorso che mira a difendere gli interessi delle proprietà. ma ritengono che la richiesta di risarcimento costituisca un elemento di grave disturbo del dibattito politico e appaia come un'azione intimidatoria nei confronti della libera espressione della dialettica democratica fra istituzioni. Da quello che si può evincere da una prima lettura del ricorso e dal comunicato dell’Amministrazione Comunale, AGLAR e Zaffiro indicano tra le ragioni del ricorso la mancanza di coerenza delle scelte amministrative fatte dal Comune di Rho e un attentato alla libera concorrenza a danno dei consumatori. Ma la prima motivazione negherebbe al Consiglio Comunale la possibilità di scelta (poiché nei passaggi istituzionali precedenti era stato espresso da parte dei rappresentanti comunali un primo assenso, secondo la proprietà la definitiva approvazione avrebbe dovuto essere sostanzialmente inevitabile). L’inconsistenza di queste considerazioni attengono al diritto/dovere di un’assemblea elettiva come il Consiglio Comunale di esprimere il proprio parere come richiesto dalla normativa (e anche di cambiare liberamente idea rispetto ai passaggi iniziali).
Il secondo aspetto, il presunto attentato alla libera concorrenza, è più insidioso, ma si poggia anch’esso su motivazioni piuttosto labili: il lavoro dei comitati come il nostro e la stessa discussione in Consiglio Comunale hanno dimostrato che le motivazioni “commerciali” erano solo una parte dei motivi di contrarietà all’AdP, dato che le ricadute ambientali, sociali e occupazionali avevano altrettanto peso.
«Ma al di là del merito del ricorso, su cui ci riserviamo di fare un’analisi più approfondita», dice Sara Belluzzo, Presidente del Comitato Difendiamo Arese, «è la carta della richiesta di risarcimento che le proprietà hanno deciso di giocare che inquieta di più. L’obiettivo è di far pesare il loro punto di vista sui singoli Consiglieri comunali e in generale sulle istituzioni che eventualmente si troveranno a discutere di un nuovo progetto con questa spada di Damocle sulla testa».
E Gianluigi Forloni di Legambiente aggiunge: «Questo ricorso va annoverato tra le “entrate a gamba tesa” che le società coinvolte hanno già tentato prima del voto in Consiglio Comunale. Tra gli altri ricordiamo la lettera con improbabili calcoli sui potenziali posti di lavoro associabili al Centro commerciale inviata ai Consiglieri comunali prima del voto, e i manifesti che tappezzavano i comuni della zona offrendo posti di lavoro anch’essi associabili al futuro centro commerciale. Questi interventi hanno in comune con il ricorso una relazione con il territorio di tipo padronale: quando mancano elementi sostanziali si ricorre a specchietti per le allodole. Se il Comune di Rho, attraverso il voto del suo Consiglio ha saputo dimostrare libertà e indipendenza di giudizio», conclude Forloni, «i cittadini non possono che essere grati».
Leggi anche: Licenziamenti, risarcimenti e sgomberi. La torbida vicenda del Piano Alfa...
martedì 28 dicembre 2010
Un parco per tutelate la cascata della Vallategna
“L’unico modo per scongiurare la costruzione del supermercato ad Asso è quello di istituire il parco della cascata Vallategna”. Così il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” interviene sulla notizia del ricorso al TAR - presentato dalla società che ha proposto il progetto - contro la revoca della delibera che inizialmente aveva autorizzato la realizzazione di un supermercato ai piedi della cascata della Vallategna ad Asso.
Commentano gli ambientalisti: “Comunque vada l’esito del ricorso al TAR, il supermercato non può e non deve essere realizzato. Sono troppi i rischi ambientali conseguenti alla costruzione in quell’area: rischio idrogeologico per le esondazioni del torrente Foce e del fiume Lambro, rischio per la caduta di massi dalla parete a piombo sovrastante l’area, e poi ancora il danno paesaggistico alla cascata della Vallategna, che risulta vincolata fin dal 1922. Occorre poi ricordare che contro il progetto del supermercato si sono mobilitate migliaia di persone, molte associazioni, forze politiche bipartisan; la stessa Soprintendenza ai Beni Ambientali ha espresso forti critiche; sono state presentate ben due interrogazioni in Parlamento!”.
A salvaguardia della cascata, il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” torna a richiedere il cambio di destinazione urbanistica e la conservazione ambientale e paesaggistica: “Quello che chiediamo è di rendere l’area non edificabile, attraverso l’istituzione del parco della cascata Vallategna, che possa tutelare per sempre questa bellezza naturale”.
Per quanto concerne la richiesta di danni da parte della proprietà che vorrebbe costruire il supermercato, questo il giudizio degli ambientalisti: “Gli eventuali danni andranno pagati da parte di chi ha sostenuto e votato il progetto, nello specifico il Sindaco, il Vicesindaco e i Consiglieri Comunali della maggioranza che hanno votato a favore dell’adozione del Piano di attuazione in Consiglio Comunale! Ricordiamo che il nostro Circolo aveva presentato una diffida ai Consiglieri per renderli consapevoli dei rischi”.
Commentano gli ambientalisti: “Comunque vada l’esito del ricorso al TAR, il supermercato non può e non deve essere realizzato. Sono troppi i rischi ambientali conseguenti alla costruzione in quell’area: rischio idrogeologico per le esondazioni del torrente Foce e del fiume Lambro, rischio per la caduta di massi dalla parete a piombo sovrastante l’area, e poi ancora il danno paesaggistico alla cascata della Vallategna, che risulta vincolata fin dal 1922. Occorre poi ricordare che contro il progetto del supermercato si sono mobilitate migliaia di persone, molte associazioni, forze politiche bipartisan; la stessa Soprintendenza ai Beni Ambientali ha espresso forti critiche; sono state presentate ben due interrogazioni in Parlamento!”.
A salvaguardia della cascata, il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” torna a richiedere il cambio di destinazione urbanistica e la conservazione ambientale e paesaggistica: “Quello che chiediamo è di rendere l’area non edificabile, attraverso l’istituzione del parco della cascata Vallategna, che possa tutelare per sempre questa bellezza naturale”.
Per quanto concerne la richiesta di danni da parte della proprietà che vorrebbe costruire il supermercato, questo il giudizio degli ambientalisti: “Gli eventuali danni andranno pagati da parte di chi ha sostenuto e votato il progetto, nello specifico il Sindaco, il Vicesindaco e i Consiglieri Comunali della maggioranza che hanno votato a favore dell’adozione del Piano di attuazione in Consiglio Comunale! Ricordiamo che il nostro Circolo aveva presentato una diffida ai Consiglieri per renderli consapevoli dei rischi”.
domenica 26 dicembre 2010
Befana 2011 sul fiume Lambro
Il laboratorio della Befana sul fiume Lambro è in piena attività.
Nessuno è indispensabile ma tutti sono necessari. Se volete potete partecipare a questi ultimi giorni di lavoro. Vi aspettiamo ad Agliate al capannone in via dell’Isola .
Ondaneira:
Il Lambro, le paure e l'immaginario dell'infanzia
Agliate
5 gennaio ore 18.30
[...] Cos’è un intervento poetico? [...] è un gioco di polso, un’invenzione, un atto creativo. Questo coincide con la caduta di un velo. [...] L’arte disvela, apre un mondo diverso. Non un altro mondo, ma trasfigura questo mondo. Cioè lo fa vedere altrimenti: interviene esattamente sull’immaginario. [...] cioè il gesto creativo trasforma la scena, trasforma l’immagine.
Non nascondere la realtà, ma trasfigurarla. Non dalla vita, alla morte, alla vita; ma dalla vita alla morte per giungere alla morte viva. Cosa appare, aperto il sipario? Un vermìnaìo che è danza, un carnevale macabro. Resta vermìnaìo, ma la potenza poetica lo trasforma in altro; resta una scena macabra, ma diviene anche carnevale. Non di nuovo pesci vivi: ma scheletri di pesce - morti dunque - che danzano. E' un gesto che sana le ferite nell'anima, le ferite nell’immaginario, le sana sempre più in profondità, affondando nell’immaginario che si è sedimentato nella memoria.
Ecco, a questa trasfigurazione assisteranno, la notte della Befana, i bambini dal cuore intrepido.
Schema teatralizzazione Befana 2011
Con il patronato della Regione Lombardia
Con la collaborazione del Comune di Verano Brianza
Con il patrocinio di: Commissione Europea Rappresentanza di Milano, Provincia Monza e Brianza, Parco Valle del Lambro, Fondazione ABIO Italia, Emergency, Unicef e i comuni di Albiate, Besana Brianza, Briosco, Carate Brianza, Giussano, Macherio, Sovico, Triuggio, Vedano al Lambro, Veduggio con Colzano.
Per informazioni: www.befanalambro.net
Scarica qui il volantino il formato pdf.
Nessuno è indispensabile ma tutti sono necessari. Se volete potete partecipare a questi ultimi giorni di lavoro. Vi aspettiamo ad Agliate al capannone in via dell’Isola .
Ondaneira:
Il Lambro, le paure e l'immaginario dell'infanzia
Agliate
5 gennaio ore 18.30
[...] Cos’è un intervento poetico? [...] è un gioco di polso, un’invenzione, un atto creativo. Questo coincide con la caduta di un velo. [...] L’arte disvela, apre un mondo diverso. Non un altro mondo, ma trasfigura questo mondo. Cioè lo fa vedere altrimenti: interviene esattamente sull’immaginario. [...] cioè il gesto creativo trasforma la scena, trasforma l’immagine.
Non nascondere la realtà, ma trasfigurarla. Non dalla vita, alla morte, alla vita; ma dalla vita alla morte per giungere alla morte viva. Cosa appare, aperto il sipario? Un vermìnaìo che è danza, un carnevale macabro. Resta vermìnaìo, ma la potenza poetica lo trasforma in altro; resta una scena macabra, ma diviene anche carnevale. Non di nuovo pesci vivi: ma scheletri di pesce - morti dunque - che danzano. E' un gesto che sana le ferite nell'anima, le ferite nell’immaginario, le sana sempre più in profondità, affondando nell’immaginario che si è sedimentato nella memoria.
Ecco, a questa trasfigurazione assisteranno, la notte della Befana, i bambini dal cuore intrepido.
Schema teatralizzazione Befana 2011
Con il patronato della Regione Lombardia
Con la collaborazione del Comune di Verano Brianza
Con il patrocinio di: Commissione Europea Rappresentanza di Milano, Provincia Monza e Brianza, Parco Valle del Lambro, Fondazione ABIO Italia, Emergency, Unicef e i comuni di Albiate, Besana Brianza, Briosco, Carate Brianza, Giussano, Macherio, Sovico, Triuggio, Vedano al Lambro, Veduggio con Colzano.
Per informazioni: www.befanalambro.net
Scarica qui il volantino il formato pdf.
venerdì 24 dicembre 2010
Aiutiamo la fauna nel rigido inverno!
Briciole dolci e pezzetti di grasso per aiutare gli uccelli a resistere al freddo e alla neve. L’appello è della LIPU: senza un piccolo aiuto da parte dell’uomo pettirossi, merli, cince, passeri e verdoni non sopravvivranno nei prossimi giorni alla mancanza di cibo.
Il miglior sistema inventato dalla natura per combattere il freddo è quello di nutrirsi – sottolinea la LIPU – E’ molto utile quindi in questi giorni esporre le mangiatoie (già pronte in legno o realizzate in casa con materiali di recupero quali bottiglie di plastica, retine per agrumi o ortaggi o cartoni del latte) su davanzali e balconi o in giardino collocate su un palo di ferro, con pezzetti di grasso e carne, croste di formaggio, frutta fresca e secca, briciole dolci, miscele di semi. Le mangiatoie vanno rifornite regolarmente, senza riempirle con quantità eccessive di cibo che potrebbe deteriorarsi. Non esporre mai cibo salato o piccante in quanto tossici per gli uccelli.
Numerose specie di uccelli insettivori cambiano in inverno per necessità la propria dieta: ecco allora che merlo, pettirosso, capinera e passera scopaiola si nutrono di briciole dolci (per esempio panettone e plum-cake), biscotti e frutta fresca; cinciarella, cinciallegra e picchio muratore di arachidi non salate, semi di girasole, pinoli sgusciati, frutta secca tritata (noci e nocciole). Per uccelli granivori come passera d’Italia, fringuello, verdone e cardellino miscele di semi vari (miglio, canapa, avena, frumento), semi di girasole, mais spezzato.
Il periodo di installazione – spiega la LIPU - deve obbligatoriamente essere limitato ai di mesi novembre-febbraio. Al di fuori di questi mesi di questi mesi le mangiatoie non vanno utilizzate.
COSA METTERE NELLE MANGIATOIE (se non avete delle mangiatoie già pronte, potete utilizzare dei vasetti di yougurt, gusci di noci di cocco, vaschette di plastica che, una volta riempite, andranno attaccate o appese agli alberi con uno spago o filo di ferro).
RICETTA PER MANGIATOIA UCCELLI
Ingredienti :
Grasso (margarina, burro, lardo, strutto)
Frutta secca
Frutta fresca
Semi di girasole
Granaglia
Mangime per insettivori
Uvetta
Panettone o dolciumi vari
Croste di formaggio
Come preparare il pastone per riempire i contenitori:
Far sciogliere sul calorifero o a bagnomaria il grasso e, una volta diventato liquido, aggiungere il resto del materiale, amalgamare il tutto e versare nei contenitori. Metterli in frigorifero per qualche ora e appenderli o posizionarli all'aperto.
Il miglior sistema inventato dalla natura per combattere il freddo è quello di nutrirsi – sottolinea la LIPU – E’ molto utile quindi in questi giorni esporre le mangiatoie (già pronte in legno o realizzate in casa con materiali di recupero quali bottiglie di plastica, retine per agrumi o ortaggi o cartoni del latte) su davanzali e balconi o in giardino collocate su un palo di ferro, con pezzetti di grasso e carne, croste di formaggio, frutta fresca e secca, briciole dolci, miscele di semi. Le mangiatoie vanno rifornite regolarmente, senza riempirle con quantità eccessive di cibo che potrebbe deteriorarsi. Non esporre mai cibo salato o piccante in quanto tossici per gli uccelli.
Numerose specie di uccelli insettivori cambiano in inverno per necessità la propria dieta: ecco allora che merlo, pettirosso, capinera e passera scopaiola si nutrono di briciole dolci (per esempio panettone e plum-cake), biscotti e frutta fresca; cinciarella, cinciallegra e picchio muratore di arachidi non salate, semi di girasole, pinoli sgusciati, frutta secca tritata (noci e nocciole). Per uccelli granivori come passera d’Italia, fringuello, verdone e cardellino miscele di semi vari (miglio, canapa, avena, frumento), semi di girasole, mais spezzato.
Il periodo di installazione – spiega la LIPU - deve obbligatoriamente essere limitato ai di mesi novembre-febbraio. Al di fuori di questi mesi di questi mesi le mangiatoie non vanno utilizzate.
COSA METTERE NELLE MANGIATOIE (se non avete delle mangiatoie già pronte, potete utilizzare dei vasetti di yougurt, gusci di noci di cocco, vaschette di plastica che, una volta riempite, andranno attaccate o appese agli alberi con uno spago o filo di ferro).
RICETTA PER MANGIATOIA UCCELLI
Ingredienti :
Grasso (margarina, burro, lardo, strutto)
Frutta secca
Frutta fresca
Semi di girasole
Granaglia
Mangime per insettivori
Uvetta
Panettone o dolciumi vari
Croste di formaggio
Come preparare il pastone per riempire i contenitori:
Far sciogliere sul calorifero o a bagnomaria il grasso e, una volta diventato liquido, aggiungere il resto del materiale, amalgamare il tutto e versare nei contenitori. Metterli in frigorifero per qualche ora e appenderli o posizionarli all'aperto.
giovedì 23 dicembre 2010
Il regalo di Natale di Pedemontana
Sono stati pubblicati gli elenchi degli espropri aggiuntivi che Pedemontana dovrà eseguire per la realizzazione dell’autostrada. Gli elenchi pubblicati e consultabili anche sul sito della società www.pedemontana.com integrano quelli dell’aprile 2009, contestuali all’avvio ad approvazione del progetto definitivo.
Dallo stesso sito è possibile scaricare la modulistica con la quale gli interessati potranno accedere agli atti e presentare eventuali osservazioni.
L’integrazione degli elenchi deriva dal recepimento progettuale delle prescrizioni che il CIPE ha dettato approvando il progetto e che hanno alcune varianti al tracciato. Comprende inoltre le aree di cantiere e le aree che serviranno a spostare le migliaia di interferenze (acqua, elettricità etc, tutte le reti di servizi pubblici che devono essere spostate per realizzare l’opera) secondo i progetti che i gestori delle reti hanno nel frattempo sviluppato.
L’integrazione, che riguarda circa 3.500 nuovi proprietari a fronte dei 39.000 dell’intero progetto, non significa solo maggiori espropri, perché laddove il progetto è cambiato rispetto al definitivo pubblicato nel 2009 altri espropri inizialmente previsti non saranno più necessari.
Le integrazioni riguardano le Province di:
- Provincia di Bergamo
- Provincia di Como
- Provincia di Monza e Brianza
- Provincia di Varese
-
Dallo stesso sito è possibile scaricare la modulistica con la quale gli interessati potranno accedere agli atti e presentare eventuali osservazioni.
L’integrazione degli elenchi deriva dal recepimento progettuale delle prescrizioni che il CIPE ha dettato approvando il progetto e che hanno alcune varianti al tracciato. Comprende inoltre le aree di cantiere e le aree che serviranno a spostare le migliaia di interferenze (acqua, elettricità etc, tutte le reti di servizi pubblici che devono essere spostate per realizzare l’opera) secondo i progetti che i gestori delle reti hanno nel frattempo sviluppato.
L’integrazione, che riguarda circa 3.500 nuovi proprietari a fronte dei 39.000 dell’intero progetto, non significa solo maggiori espropri, perché laddove il progetto è cambiato rispetto al definitivo pubblicato nel 2009 altri espropri inizialmente previsti non saranno più necessari.
Le integrazioni riguardano le Province di:
- Bergamo (comuni di Boltiere, Bonate di Sopra, Bonate di Sotto, Bottanuco, Brembate, Capriate San Gervasio, Chignolo d’isola, Filago, Osio Sotto, Terno d’isola);
- Como (comuni di Bregnano, Carimate, Cermenate, Fenegrò, Lomazzo, Rovellasca, Rovello Porro, Turate);
- Monza e Brianza (comuni di Aicurzio, Arcore, Barlassina, Bellusco, Bernareggio, Biassono, Bovisio Masciago, Carnate, Ceriano Laghetto, Cesano Maderno, Cornate D’adda, Desio, Lazzate, Lentate Sul Seveso, Lesmo, Lissone, Macherio, Meda, Mezzago, Misinto, Seregno, Seveso, Sovico, Sulbiate, Usmate Velate, Vedano al Lambro, Vimercate);
- Varese (comuni di Cassano Magnago, Gallarate, Saronno).
- Provincia di Bergamo
- Provincia di Como
- Provincia di Monza e Brianza
- Provincia di Varese
-
Privatizzata l'acqua in Lombardia
Il Progetto di Legge sul Servizio Idrico Integrato è stato approvato in Consiglio Regionale da una maggioranza che ha voluto ad ogni costo chiudere frettolosamente la partita. Pdl e Lega sono andati a mettere mano su un settore che per qualità ed economicità era già tra i migliori d’Europa e che era storicamente ancorato al ruolo dei Comuni.
Il Consiglio dei Ministri, recependo le difficoltà delle regioni a legiferare in tempi stretti su un argomento così importante e complesso, in una situazione normativa ancora nebulosa, ha previsto la proroga del termine di decadenza delle AATO a tutto il 1.01.2012.
Nonostante ciò, la maggioranza che governa Regione Lombardia ha proceduto ad approvare la norma, senza dare ascolto ai rappresentanti di minoranza (che al momento del voto hanno abbandonato l’aula), ai sindaci e a tutti coloro che hanno manifestato preoccupazione e perplessità, e soprattutto senza voler dedicare alla riforma di un servizio di importanza vitale e che per ora può ancora vantare le tariffe più basse d’Europa, i tempi necessari per i dovuti approfondimenti.
Il Consiglio dei Ministri, recependo le difficoltà delle regioni a legiferare in tempi stretti su un argomento così importante e complesso, in una situazione normativa ancora nebulosa, ha previsto la proroga del termine di decadenza delle AATO a tutto il 1.01.2012.
Nonostante ciò, la maggioranza che governa Regione Lombardia ha proceduto ad approvare la norma, senza dare ascolto ai rappresentanti di minoranza (che al momento del voto hanno abbandonato l’aula), ai sindaci e a tutti coloro che hanno manifestato preoccupazione e perplessità, e soprattutto senza voler dedicare alla riforma di un servizio di importanza vitale e che per ora può ancora vantare le tariffe più basse d’Europa, i tempi necessari per i dovuti approfondimenti.
Area Alfa di Arese: tempi di bilanci, riflessioni e proposte
di Anna Alberti
Tempo di bilanci (tutti positivi), ma soprattutto di riflessioni e proposte per il futuro dell'Area Alfa Romeo, per il Comitato Difendiamo Arese e il Coordinamento Area Alfa – Un altro progetto è possibile e Legambiente, dopo la bocciatura dell'Accordo di Programma dell'ottobre scorso da parte del Consiglio Comunale di Rho, che ha saputo ascoltare le proteste di migliaia di cittadini, commercianti, lavoratori. Nel silenzio e nel vuoto di nuove proposte da parte di Regione Lombardia e amministratori locali, il nuovo anno sarà l'occasione per Comitati e cittadini, di far sentire la propria voce e lanciare nuove idee per il riassetto di un'area di oltre 2 milioni di metri quadri, nel rispetto dell'ambiente, dell'occupazione, di una qualità di vita migliore.
E' stata una cittadinanza matura, consapevole del fatto che più ambiente vuol dire più salute, ma anche occupazione di qualità, che con la pressione dei suoi Comitati e l'azione continua sul territorio ha portato a respingere quell’Accordo di Programma (coraggiosamente bocciato dal Consiglio Comunale di Rho) che ci auguriamo fosse l’ultimo tentativo di svendita del territorio alla lobby del cemento.
Tra le tante azioni del Comitato Difendiamo Arese (nato nell'autunno del 2009 per battersi contro l'ipotesi della tangenzialina, del parcheggio Expo in una zona agricola di pregio limitrofa alla villa di Valera, del mega centro commerciale previsto all'interno dell'ex Alfa e del totale abbandono della vocazione industriale dell'area) ricordiamo la raccolta di 4000 firme, le manifestazioni di giugno e di ottobre - a pochi giorni dal voto dei Consigli Comunali - la presentazione di osservazioni e documenti tecnici a Regione e Comuni, il dialogo e lo stimolo continuo verso le istituzioni.
Ma ora veniamo ai programmi per l'immediato futuro, che il Comitato intende sviluppare col contributo dei tanti cittadini desiderosi di ricominciare a fare politica dal basso.
Il primo è quello di sollecitare nuove soluzioni per il futuro dell'ex Alfa, sostenendo il ritorno alla vocazione industriale dell'area (e la vociferata trattativa con Wolkswagen), ma lanciando anche la sfida agli imprenditori della green economy, ovvero a chi si occupa di riduzione delle emissioni, di efficienza energetica, di produzione di energia da fonti rinnovabili, per l’insediamento di attività produttive che coniughino eccellenza e sostenibilità. Quindi quello di sostenere il progetto di un Polo culturare, che avvicini ad Arese il mondo dell'Università e della ricerca, ma anche di un centro di produzione Rai (tutte ipotesi emerse negli incontri del Comitato con il Sindaco di Arese).
Infine quello di continuare a sollecitare istituzioni, giunta comunale, primo cittadino, ma anche le opposizioni, che purtroppo nel nostro paese non sono riuscite a rispondere alle richieste dei cittadini con la bocciatura dell'Adp (approvato dal Consiglio Comunale di Arese il 12 ottobre scorso anche se inutilmente, dato il voto contrario di Rho che di fatto a annullato l'accordo con la Regione).
Per questo il Comitato Difendiamo Arese, del tutto apartitico e lontano dalle logiche di palazzo, continuerà a sollecitare, provocare e stimolare tutte le forze politiche, dialogando e collaborando con chi meglio saprà rappresentare la nostra contrarietà allo scempio del territorio, alla lobby del cemento e dei centri commerciali, la nostra voglia di difendere l'ambiente, l'occupazione, il futuro dei giovani.
Tempo di bilanci (tutti positivi), ma soprattutto di riflessioni e proposte per il futuro dell'Area Alfa Romeo, per il Comitato Difendiamo Arese e il Coordinamento Area Alfa – Un altro progetto è possibile e Legambiente, dopo la bocciatura dell'Accordo di Programma dell'ottobre scorso da parte del Consiglio Comunale di Rho, che ha saputo ascoltare le proteste di migliaia di cittadini, commercianti, lavoratori. Nel silenzio e nel vuoto di nuove proposte da parte di Regione Lombardia e amministratori locali, il nuovo anno sarà l'occasione per Comitati e cittadini, di far sentire la propria voce e lanciare nuove idee per il riassetto di un'area di oltre 2 milioni di metri quadri, nel rispetto dell'ambiente, dell'occupazione, di una qualità di vita migliore.
E' stata una cittadinanza matura, consapevole del fatto che più ambiente vuol dire più salute, ma anche occupazione di qualità, che con la pressione dei suoi Comitati e l'azione continua sul territorio ha portato a respingere quell’Accordo di Programma (coraggiosamente bocciato dal Consiglio Comunale di Rho) che ci auguriamo fosse l’ultimo tentativo di svendita del territorio alla lobby del cemento.
Tra le tante azioni del Comitato Difendiamo Arese (nato nell'autunno del 2009 per battersi contro l'ipotesi della tangenzialina, del parcheggio Expo in una zona agricola di pregio limitrofa alla villa di Valera, del mega centro commerciale previsto all'interno dell'ex Alfa e del totale abbandono della vocazione industriale dell'area) ricordiamo la raccolta di 4000 firme, le manifestazioni di giugno e di ottobre - a pochi giorni dal voto dei Consigli Comunali - la presentazione di osservazioni e documenti tecnici a Regione e Comuni, il dialogo e lo stimolo continuo verso le istituzioni.
Ma ora veniamo ai programmi per l'immediato futuro, che il Comitato intende sviluppare col contributo dei tanti cittadini desiderosi di ricominciare a fare politica dal basso.
Il primo è quello di sollecitare nuove soluzioni per il futuro dell'ex Alfa, sostenendo il ritorno alla vocazione industriale dell'area (e la vociferata trattativa con Wolkswagen), ma lanciando anche la sfida agli imprenditori della green economy, ovvero a chi si occupa di riduzione delle emissioni, di efficienza energetica, di produzione di energia da fonti rinnovabili, per l’insediamento di attività produttive che coniughino eccellenza e sostenibilità. Quindi quello di sostenere il progetto di un Polo culturare, che avvicini ad Arese il mondo dell'Università e della ricerca, ma anche di un centro di produzione Rai (tutte ipotesi emerse negli incontri del Comitato con il Sindaco di Arese).
Infine quello di continuare a sollecitare istituzioni, giunta comunale, primo cittadino, ma anche le opposizioni, che purtroppo nel nostro paese non sono riuscite a rispondere alle richieste dei cittadini con la bocciatura dell'Adp (approvato dal Consiglio Comunale di Arese il 12 ottobre scorso anche se inutilmente, dato il voto contrario di Rho che di fatto a annullato l'accordo con la Regione).
Per questo il Comitato Difendiamo Arese, del tutto apartitico e lontano dalle logiche di palazzo, continuerà a sollecitare, provocare e stimolare tutte le forze politiche, dialogando e collaborando con chi meglio saprà rappresentare la nostra contrarietà allo scempio del territorio, alla lobby del cemento e dei centri commerciali, la nostra voglia di difendere l'ambiente, l'occupazione, il futuro dei giovani.
mercoledì 22 dicembre 2010
Buon Natale Kyoko, Buon Natale Julian
E' difficile trovare parole migliori per augurare buone feste a tutti...
Happy Xmas (War Is Over) - John Lennon, Yoko Ono
" Buon Natale Kyoko, Buon Natale Julian "
E' così è Natale
Cos'è successo?
Un altro anno è finito
E ne sta già iniziando uno nuovo
E così è Natale
Spero vi divertiate
Vicini e lontani
Vecchi e giovani
Buon Natale
E buon anno nuovo
Speriamo sia buono
E senza paure
E così è Natale
Per i deboli e per i forti
Per i ricchi e per i poveri
Il mondo è così ingiusto
E allora buon Natale
Ai bianchi e ai neri
Ai gialli e ai rossi
Smettiamo ogni guerra
Buon Natale
E buon anno
Speriamo sia buono
E senza paure
E così è Natale
Cos'è successo?
" Buon Natale Kyoko, Buon Natale Julian "
E' così è Natale
Cos'è successo?
Un altro anno è finito
E ne sta già iniziando uno nuovo
E così è Natale
Spero vi divertiate
Vicini e lontani
Vecchi e giovani
Buon Natale
E buon anno nuovo
Speriamo sia buono
E senza paure
E così è Natale
Per i deboli e per i forti
Per i ricchi e per i poveri
Il mondo è così ingiusto
E allora buon Natale
Ai bianchi e ai neri
Ai gialli e ai rossi
Smettiamo ogni guerra
Buon Natale
E buon anno
Speriamo sia buono
E senza paure
E così è Natale
Cos'è successo?
Oasi WWF di Vanzago: liberate le anatre sequestrate ai bracconieri
Una ventina di anatre selvatiche sono state rimesse in libertà stamane nei laghi dell’oasi WWF Bosco di Vanzago.
Gli animali fanno parte di un gruppo di una quarantina di alzavole sequestrate lo scorso fine settimana dalle guardie volontarie venatorie del WWF di Brescia in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato e la Polizia provinciale di Brescia.
Il sequestro ha riguardato due grossi impianti utilizzati per la cattura di anatre selvatiche, le 40 alzavole e la denuncia di due cacciatori.
Gli animali sono stati temporaneamente "ricoverati" presso il Centro Recupero Animali Selvatici dell’oasi WWF Bosco di Vanzago (MI).
Il sequestro delle gabbie usate dai bracconieri e dei 40 animali è stato possibile grazie al lavoro volontario delle guardie WWF che durante la stagione venatoria vigilano per il rispetto delle norme sulla caccia e a tutela degli animali selvatici.
“Grazie alla collaborazione con Carabinieri, Corpo Forestale dello Stato e la Polizia provinciale di Brescia in questa stagione sono stati denunciati ben 50 bracconieri nella sola provincia di Brescia, una delle zone più a rischio per quanto riguarda il bracconaggio” ha detto Antonio delle Monache coordinatore delle Guardie WWF Lombardia.
Con l'obiettivo di vigilare sul rispetto delle regole, e prevenire o contrastare gli illeciti ambientali, il WWF ha creato un nucleo nazionale di oltre 350 guardie volontarie che lavorano in stretta collaborazione con l'Autorità Giudiziaria. Contrasto al bracconaggio, rifiuti e discariche abusive, inquinamento e commercio illegale di fauna e flora sono i campi d'indagine più sviluppati.
Circa 35 guardie svolgono la loro attività in Lombardia.
Il WWF Lombardia mette a disposizione il tel. 328 7308288 o lombardia@wwf.it per segnalare, anche in forma anonima, episodi di bracconaggio.
Da oltre 30 anni il WWF gestisce 11 Centri di Recupero: veri e propri Pronto Soccorso che ogni anno accolgono e curano migliaia di animali selvatici feriti o in difficoltà.
Per saperne di più e sostenerli www.wwf.it/cras
Gli animali fanno parte di un gruppo di una quarantina di alzavole sequestrate lo scorso fine settimana dalle guardie volontarie venatorie del WWF di Brescia in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato e la Polizia provinciale di Brescia.
Il sequestro ha riguardato due grossi impianti utilizzati per la cattura di anatre selvatiche, le 40 alzavole e la denuncia di due cacciatori.
Gli animali sono stati temporaneamente "ricoverati" presso il Centro Recupero Animali Selvatici dell’oasi WWF Bosco di Vanzago (MI).
Il sequestro delle gabbie usate dai bracconieri e dei 40 animali è stato possibile grazie al lavoro volontario delle guardie WWF che durante la stagione venatoria vigilano per il rispetto delle norme sulla caccia e a tutela degli animali selvatici.
“Grazie alla collaborazione con Carabinieri, Corpo Forestale dello Stato e la Polizia provinciale di Brescia in questa stagione sono stati denunciati ben 50 bracconieri nella sola provincia di Brescia, una delle zone più a rischio per quanto riguarda il bracconaggio” ha detto Antonio delle Monache coordinatore delle Guardie WWF Lombardia.
Con l'obiettivo di vigilare sul rispetto delle regole, e prevenire o contrastare gli illeciti ambientali, il WWF ha creato un nucleo nazionale di oltre 350 guardie volontarie che lavorano in stretta collaborazione con l'Autorità Giudiziaria. Contrasto al bracconaggio, rifiuti e discariche abusive, inquinamento e commercio illegale di fauna e flora sono i campi d'indagine più sviluppati.
Circa 35 guardie svolgono la loro attività in Lombardia.
Il WWF Lombardia mette a disposizione il tel. 328 7308288 o lombardia@wwf.it per segnalare, anche in forma anonima, episodi di bracconaggio.
Da oltre 30 anni il WWF gestisce 11 Centri di Recupero: veri e propri Pronto Soccorso che ogni anno accolgono e curano migliaia di animali selvatici feriti o in difficoltà.
Per saperne di più e sostenerli www.wwf.it/cras
Salviamo "Bosco in Città"
di Enrico Fedreghini
Non riguarda la Brianza...però....
... quest'anno agli auguri reciproci uniamo un'azione comune importante per il futuro del territorio in cui viviamo.
L'Amministrazione comunale di Milano ha respinto la richiesta di proroga della convenzione con Italia Nostra per la gestione del Bosco in Città, che scade fra pochi giorni!
Vi chiedo di diffondere questa notizia, di sottoscrivere e far sottoscrivere la petizione online per salvare il Bosco in Città.
Sottoscrivendo il testo all'indirizzo web sotto indicato, la petizione verrà direttamente trasmessa all'indirizzo di posta elettronica del sindaco di Milano Letizia Moratti.
Abbiamo la possibilità di far recedere l'amministrazione comunale da questa scelta sciagurata: dipende dal numero di sottoscrittori che riusciremo a mobilitare!
Scusate l'invasione di campo ma noi nel cemento stiamo affogandoci.
Fateci sognare, dateci almeno una firma...
PER SOTTOSCRIVERE LA PETIZIONE ONLINE:
http://www.greg.it/bosco_in_citta/
Foto di Patrizia Lombardi
Gurda la fotogallery sul "Bosco in Città" cliccando qui.
Non riguarda la Brianza...però....
... quest'anno agli auguri reciproci uniamo un'azione comune importante per il futuro del territorio in cui viviamo.
L'Amministrazione comunale di Milano ha respinto la richiesta di proroga della convenzione con Italia Nostra per la gestione del Bosco in Città, che scade fra pochi giorni!
Vi chiedo di diffondere questa notizia, di sottoscrivere e far sottoscrivere la petizione online per salvare il Bosco in Città.
Sottoscrivendo il testo all'indirizzo web sotto indicato, la petizione verrà direttamente trasmessa all'indirizzo di posta elettronica del sindaco di Milano Letizia Moratti.
Abbiamo la possibilità di far recedere l'amministrazione comunale da questa scelta sciagurata: dipende dal numero di sottoscrittori che riusciremo a mobilitare!
Scusate l'invasione di campo ma noi nel cemento stiamo affogandoci.
Fateci sognare, dateci almeno una firma...
PER SOTTOSCRIVERE LA PETIZIONE ONLINE:
http://www.greg.it/bosco_in_citta/
Foto di Patrizia Lombardi
Gurda la fotogallery sul "Bosco in Città" cliccando qui.
Fermare la sciagurata via della privatizzazione del ciclo idrico integrato in Brianza
di Biagio Catena Cardillo
Componente del Comitato provinciale Acqua bene comune
Componente RSU Filctem di Brianzacque
L’acqua è un bene comune, e, in quanto tale, va trattato e affrontato evitando colpi di mano e forzature di natura istituzionale.
Tutti i soggetti che hanno a cuore i beni comuni, devono bloccare la folle corsa alla privatizzazione strisciante che trova favorevole anche il governo provinciale di MB, tale scelta è da ritenersi nefasta e lesiva al principio di salvaguardia dei beni comuni.
Ciò che si è appreso a mezzo stampa è allarmante e unilaterale poiché non tiene conto delle migliaia di firme raccolte in Brianza e delle 1.400.000 a livello nazionale, che dicono un no sonoro alla privatizzazione del ciclo idrico integrato.
Le posizioni espresse nelle dichiarazioni della Provincia di MB, e di un solo presidente di una sola azienda delle quattro che operano in Brianza (Brianzacque, Amiacque, Agam, Metano Arcore e Arcalgas), non tengono conto di questa anomalia tutta brianzola in cui si vorrà affrontare la questione del Ciclo Idrico Integrato.
La prospettiva di far entrare il privato al 40%, costituisce un escamotage, o meglio dire un colpo di mano, passando sopra la testa di tutti i soggetti di cui sopra richiamati, ma anche nei confronti dei lavoratori e del sindacato del settore , i quali da tempo hanno avanzato proposte serie di cui vi alleghiamo file, mai preso in considerazione anche dalla stampa dal momento che i poteri forti agiscono e si muovono come se si stesse ragionando di un fatto privato.
La trovata della cosiddetta gara esplorativa, è da ritenersi una forzatura sia sul piano legislativo che su quello gestionale, in quanto se non si risolve a monte la questione del gestore Unico, è da ritenersi una bufala.
E’ da ritenersi una forzatura anche rispetto alla non ottemperanza della sentenza della corte costituzionale, la quale ha sancito che la divisione tra erogatore e gestore è illegittima.
Perché mai la provincia di MB non ha tenuto conto della legge?
Donare ai privati il 40% della governance, vorrà dire mettere in subordine gli interessi collettivi , in quanto il privato con il suo peso del 40% comanderà e imporrà le proprie scelte di ricavare il massimo profitto da questo regalo che gli viene concesso dal cielo cupo e fosco della politica politicante; il privato imporrà le sue tariffe, non farà un euro di investimenti sulla manutenzione ordinaria e straordinaria e sul mantenimento dei livelli occupazionali.
Le scelte scellerate di privatizzazioni avvenute negli anni scorsi nel Lazio, in Sicilia e in Toscana non hanno insegnato nulla ai profeti della vendita dei beni comuni?
Basta alle mistificazioni e alle bugie secondo le quali le proprietà delle reti rimarrebbero in mano pubblica, e quindi la privatizzazione interesserebbe soltanto l’erogazione; tale falso ideologico è confutabile attraverso una analisi elementare.
Con l’entrata del privato il ruolo delle patrimoniali andrebbe a essere svilito e svuotato di ruolo, di contenuti, di gestione ,di programmazione e di controllo sugli investimenti massicci che nei prossimi anni sono da realizzarsi, si assisterebbe all’ennesimo paradosso che pur essendo proprietari del patrimonio, la chiave di casa la terrà l’erogatore guidato e condizionato dal privato.
No a ogni mistificazione; poiché allo stato attuale Brianzacque non è l’unico erogatore che opera in Brianza, dal momento che Brianzacque gestisce 23 comuni, Amiacque 28, l’Agam di Monza gestisce tutto il ciclo del capoluogo di provincia, la quale ha venduto l’azienda compreso il ramo idrico alla A2A (ex AEM di Milano).
Insomma, ma è questo il modo di essere riformisti, questo è il modo di razionalizzare i servizi, questo è il modo di stare vicino al territorio e di salvaguardare i beni pubblici e comuni?
Dunque tale posizione assunta dalla conferenza dei sindaci, maldestramente guidati dall’ente provincia, è da ritenersi illegittima in quanto non può stabilire a priori scelte importanti e quindi emanare norme all’interno delle quali stabilire un unico soggetto erogatore senza prima mettere in essere un regolamento che imponga la creazione di un unico soggetto, scaturito attraverso la fusione di Brianzacque, Amiacque, Agam, Metano Arcore e Arcalgas; con una peculiarità specifica per Agam, la quale ha venduto ad A2A, di riacquistare il settore idrico e riportarlo all’interno dell’ambito del Ciclo Idrico Integrato Brianzolo.
Vignetta regalata da Sergio Staino al Forum italiano dei movimenti per l'acqua
Componente del Comitato provinciale Acqua bene comune
Componente RSU Filctem di Brianzacque
L’acqua è un bene comune, e, in quanto tale, va trattato e affrontato evitando colpi di mano e forzature di natura istituzionale.
Tutti i soggetti che hanno a cuore i beni comuni, devono bloccare la folle corsa alla privatizzazione strisciante che trova favorevole anche il governo provinciale di MB, tale scelta è da ritenersi nefasta e lesiva al principio di salvaguardia dei beni comuni.
Ciò che si è appreso a mezzo stampa è allarmante e unilaterale poiché non tiene conto delle migliaia di firme raccolte in Brianza e delle 1.400.000 a livello nazionale, che dicono un no sonoro alla privatizzazione del ciclo idrico integrato.
Le posizioni espresse nelle dichiarazioni della Provincia di MB, e di un solo presidente di una sola azienda delle quattro che operano in Brianza (Brianzacque, Amiacque, Agam, Metano Arcore e Arcalgas), non tengono conto di questa anomalia tutta brianzola in cui si vorrà affrontare la questione del Ciclo Idrico Integrato.
La prospettiva di far entrare il privato al 40%, costituisce un escamotage, o meglio dire un colpo di mano, passando sopra la testa di tutti i soggetti di cui sopra richiamati, ma anche nei confronti dei lavoratori e del sindacato del settore , i quali da tempo hanno avanzato proposte serie di cui vi alleghiamo file, mai preso in considerazione anche dalla stampa dal momento che i poteri forti agiscono e si muovono come se si stesse ragionando di un fatto privato.
La trovata della cosiddetta gara esplorativa, è da ritenersi una forzatura sia sul piano legislativo che su quello gestionale, in quanto se non si risolve a monte la questione del gestore Unico, è da ritenersi una bufala.
E’ da ritenersi una forzatura anche rispetto alla non ottemperanza della sentenza della corte costituzionale, la quale ha sancito che la divisione tra erogatore e gestore è illegittima.
Perché mai la provincia di MB non ha tenuto conto della legge?
Donare ai privati il 40% della governance, vorrà dire mettere in subordine gli interessi collettivi , in quanto il privato con il suo peso del 40% comanderà e imporrà le proprie scelte di ricavare il massimo profitto da questo regalo che gli viene concesso dal cielo cupo e fosco della politica politicante; il privato imporrà le sue tariffe, non farà un euro di investimenti sulla manutenzione ordinaria e straordinaria e sul mantenimento dei livelli occupazionali.
Le scelte scellerate di privatizzazioni avvenute negli anni scorsi nel Lazio, in Sicilia e in Toscana non hanno insegnato nulla ai profeti della vendita dei beni comuni?
Basta alle mistificazioni e alle bugie secondo le quali le proprietà delle reti rimarrebbero in mano pubblica, e quindi la privatizzazione interesserebbe soltanto l’erogazione; tale falso ideologico è confutabile attraverso una analisi elementare.
Con l’entrata del privato il ruolo delle patrimoniali andrebbe a essere svilito e svuotato di ruolo, di contenuti, di gestione ,di programmazione e di controllo sugli investimenti massicci che nei prossimi anni sono da realizzarsi, si assisterebbe all’ennesimo paradosso che pur essendo proprietari del patrimonio, la chiave di casa la terrà l’erogatore guidato e condizionato dal privato.
No a ogni mistificazione; poiché allo stato attuale Brianzacque non è l’unico erogatore che opera in Brianza, dal momento che Brianzacque gestisce 23 comuni, Amiacque 28, l’Agam di Monza gestisce tutto il ciclo del capoluogo di provincia, la quale ha venduto l’azienda compreso il ramo idrico alla A2A (ex AEM di Milano).
Insomma, ma è questo il modo di essere riformisti, questo è il modo di razionalizzare i servizi, questo è il modo di stare vicino al territorio e di salvaguardare i beni pubblici e comuni?
Dunque tale posizione assunta dalla conferenza dei sindaci, maldestramente guidati dall’ente provincia, è da ritenersi illegittima in quanto non può stabilire a priori scelte importanti e quindi emanare norme all’interno delle quali stabilire un unico soggetto erogatore senza prima mettere in essere un regolamento che imponga la creazione di un unico soggetto, scaturito attraverso la fusione di Brianzacque, Amiacque, Agam, Metano Arcore e Arcalgas; con una peculiarità specifica per Agam, la quale ha venduto ad A2A, di riacquistare il settore idrico e riportarlo all’interno dell’ambito del Ciclo Idrico Integrato Brianzolo.
- Ci chiediamo e domandiamo: come mai si vogliono bruciare le tappe e accelerare il processo di privatizzazione in Brianza?
- Ma sono stati consultati tutti gli organi regionali (quali l’autorità d’ambito, il Cap, gli altri soggetti in campo)?
- E’ urgente che l’ente Provincia convochi le parti interessate, le parti sociali comitato dell’acqua, rappresentanze dei lavoratori, sindacati di categoria e confederali.
- Dichiarare la moratoria fino alla celebrazione del referendum abrogativo.
- Creazione di un unico soggetto aggregando le aziende che operano sul territorio brianzolo.
- Applicazione immediata della sentenza della corte costituzionale che prevede l’abolizione della divisione tra erogatore e gestore.
- Elaborazione di un piano industriale, come da nostri suggerimenti.
- Che le organizzazioni sindacali (FILCTEM e FEMCA) organizzino confronti assembleari in tutte le aziende del settore, indicendo anche lo stato di agitazione, al fine di evitare la sciagurata ipotesi di privatizzazione dei beni comuni.
Vignetta regalata da Sergio Staino al Forum italiano dei movimenti per l'acqua
lunedì 20 dicembre 2010
Ambientalisti contro la Pedemontana
Grande preoccupazione per il danno che l'opera determinerà su quello che resta del patrimonio agricolo e forestale tra Brianza e Varesotto.
Prende il via con un esposto, firmato da Legambiente, WWF e diversi comitati e reti di cittadini, la battaglia ambientalista contro l'autostrada Pedemontana, che dilanierà il territorio a nord del capoluogo lombardo.
L'esposto (tecnicamente una “memoria procedimentale”) costituisce il primo atto formale d'intervento in un procedimento approvativo diventato, con l'avvicinarsi dell'apertura dei cantieri, sempre meno trasparente anche rispetto alle numerosissime prescrizioni imposte dal CIPE in occasione dell'approvazione. Pedemontana Spa e CAL, infatti, stanno mostrando un atteggiamento intransigente ed estremamente opaco circa le decisioni sulle modifiche da apportare al progetto.
“Stiamo parlando di un'autostrada, pagata in gran parte con le tasse dei cittadini, che dovrà farsi strada in un territorio densamente abitato e carico di problemi ambientali - dichiarano Damiano Di Simine e Paola Brambilla, rispettivamente presidenti di Legambiente Lombardia e di WWF Lombardia - Siamo al paradosso che il progetto viene pensato e modificato per evitare i costi di bonifica di discariche poste lungo il tracciato, ad esempio a Cesano Maderno, Desio, Mozzate, ma non per tener conto degli ultimi, preziosi ambienti naturali, come il Bosco della Moronera di Lomazzo, che verrà letteralmente azzerato dall'autostrada: consideriamo questo un atteggiamento inaccettabile da parte delle società CAL e Pedemontana SpA, e vorremmo che chi ha responsabilità istituzionali, a partire dall'assessore regionale Cattaneo, mettesse al centro l'interesse pubblico invece di tutelare gli interessi di costruttori e concessionarie”.
Al centro delle preoccupazioni degli ambientalisti c'è il Bosco delle Querce, che oggi è un parco naturale regionale, ma che nel 1976 fu l'area al centro del gravissimo disastro ambientale causato dalla nube tossica sprigionata dalla ICMESA di Seveso.
“Il CIPE ha imposto particolari precauzioni per i terreni contaminati da diossina nell'area a sud di Meda e per evitare di intaccare il Bosco delle Querce - dichiara Gemma Beretta, presidente del circolo Legambiente “Laura Conti” di Seveso - noi consideriamo intoccabile quel bosco, che oggi è un parco naturale su terreni risanati e che ospita le discariche dei materiali contaminati da diossina: esso rappresenta la memoria di uno dei più gravi incidenti industriali della storia, lì c'erano i terreni e le case degli abitanti di Seveso e Meda maggiormente colpiti dalla nube tossica e che furono espropriati e allontanati dall'area inquinata. Non vogliamo che la nostra comunità sia espropriata una seconda volta, per fare spazio a svincoli e cantieri di una autostrada che non rispetta il territorio. Il Bosco delle Querce è diventato un monumento, patrimonio delle nostre comunità, e dell'intera Lombardia, è l'autostrada che deve girarci intorno e non viceversa”.
Grande la preoccupazione anche per le promesse compensazioni ecologiche: opere per cento milioni di euro, promesse (e deliberate dal CIPE) per restituire al territorio almeno una parte dei boschi e dei terreni agricoli cancellati dall'infrastruttura; il sistema delle compensazioni ecologiche dovrebbe garantire la realizzazione di una “pedemontana verde” tra Adda e Ticino, percorribile a piedi, in bicicletta o a cavallo, realizzando nuovi boschi, recuperando aree verdi degradate e connettendole fra loro attraverso percorsi di mobilità dolce.
“Sappiamo che molti, anche tra gli amministratori locali, stanno facendo pressione per spostare le risorse accantonate per le compensazioni ecologiche, trasferendole ad altre opere, che a loro volta provocherebbero ulteriori impatti ambientali, come l'interramento delle ferrovie nord e lo spostamento di stazioni ferroviarie al di fuori dei centri abitati - conclude Paolo Conte, portavoce della rete 'Insieme in rete per lo sviluppo sostenibile', costituitasi tra decine di associazioni e comitati del territorio interessato dal progetto di Pedemontana -. Il nostro è un NO secco ad ogni ipotesi di sottrazione di risorse per le compensazioni ecologiche, che rappresentano il minimo dovuto ad un paesaggio che è stato saccheggiato e ad un territorio che è stato cementificato più di qualsiasi altra area metropolitana europea”.
Leggi la notizia anche su: wwf.it
Scarica qui l'esposto.
Prende il via con un esposto, firmato da Legambiente, WWF e diversi comitati e reti di cittadini, la battaglia ambientalista contro l'autostrada Pedemontana, che dilanierà il territorio a nord del capoluogo lombardo.
L'esposto (tecnicamente una “memoria procedimentale”) costituisce il primo atto formale d'intervento in un procedimento approvativo diventato, con l'avvicinarsi dell'apertura dei cantieri, sempre meno trasparente anche rispetto alle numerosissime prescrizioni imposte dal CIPE in occasione dell'approvazione. Pedemontana Spa e CAL, infatti, stanno mostrando un atteggiamento intransigente ed estremamente opaco circa le decisioni sulle modifiche da apportare al progetto.
“Stiamo parlando di un'autostrada, pagata in gran parte con le tasse dei cittadini, che dovrà farsi strada in un territorio densamente abitato e carico di problemi ambientali - dichiarano Damiano Di Simine e Paola Brambilla, rispettivamente presidenti di Legambiente Lombardia e di WWF Lombardia - Siamo al paradosso che il progetto viene pensato e modificato per evitare i costi di bonifica di discariche poste lungo il tracciato, ad esempio a Cesano Maderno, Desio, Mozzate, ma non per tener conto degli ultimi, preziosi ambienti naturali, come il Bosco della Moronera di Lomazzo, che verrà letteralmente azzerato dall'autostrada: consideriamo questo un atteggiamento inaccettabile da parte delle società CAL e Pedemontana SpA, e vorremmo che chi ha responsabilità istituzionali, a partire dall'assessore regionale Cattaneo, mettesse al centro l'interesse pubblico invece di tutelare gli interessi di costruttori e concessionarie”.
Al centro delle preoccupazioni degli ambientalisti c'è il Bosco delle Querce, che oggi è un parco naturale regionale, ma che nel 1976 fu l'area al centro del gravissimo disastro ambientale causato dalla nube tossica sprigionata dalla ICMESA di Seveso.
“Il CIPE ha imposto particolari precauzioni per i terreni contaminati da diossina nell'area a sud di Meda e per evitare di intaccare il Bosco delle Querce - dichiara Gemma Beretta, presidente del circolo Legambiente “Laura Conti” di Seveso - noi consideriamo intoccabile quel bosco, che oggi è un parco naturale su terreni risanati e che ospita le discariche dei materiali contaminati da diossina: esso rappresenta la memoria di uno dei più gravi incidenti industriali della storia, lì c'erano i terreni e le case degli abitanti di Seveso e Meda maggiormente colpiti dalla nube tossica e che furono espropriati e allontanati dall'area inquinata. Non vogliamo che la nostra comunità sia espropriata una seconda volta, per fare spazio a svincoli e cantieri di una autostrada che non rispetta il territorio. Il Bosco delle Querce è diventato un monumento, patrimonio delle nostre comunità, e dell'intera Lombardia, è l'autostrada che deve girarci intorno e non viceversa”.
Grande la preoccupazione anche per le promesse compensazioni ecologiche: opere per cento milioni di euro, promesse (e deliberate dal CIPE) per restituire al territorio almeno una parte dei boschi e dei terreni agricoli cancellati dall'infrastruttura; il sistema delle compensazioni ecologiche dovrebbe garantire la realizzazione di una “pedemontana verde” tra Adda e Ticino, percorribile a piedi, in bicicletta o a cavallo, realizzando nuovi boschi, recuperando aree verdi degradate e connettendole fra loro attraverso percorsi di mobilità dolce.
“Sappiamo che molti, anche tra gli amministratori locali, stanno facendo pressione per spostare le risorse accantonate per le compensazioni ecologiche, trasferendole ad altre opere, che a loro volta provocherebbero ulteriori impatti ambientali, come l'interramento delle ferrovie nord e lo spostamento di stazioni ferroviarie al di fuori dei centri abitati - conclude Paolo Conte, portavoce della rete 'Insieme in rete per lo sviluppo sostenibile', costituitasi tra decine di associazioni e comitati del territorio interessato dal progetto di Pedemontana -. Il nostro è un NO secco ad ogni ipotesi di sottrazione di risorse per le compensazioni ecologiche, che rappresentano il minimo dovuto ad un paesaggio che è stato saccheggiato e ad un territorio che è stato cementificato più di qualsiasi altra area metropolitana europea”.
Leggi la notizia anche su: wwf.it
Scarica qui l'esposto.
La Befana sull'ONDANEiRA del Lambro
5 gennaio 2011, ore 18.30 al ponte di Agliate:
la Befana sta per arrivare,
le onde del Lambro la stanno attendendo.
la Befana sta per arrivare,
le onde del Lambro la stanno attendendo.
e le onde che continuano a minacciarci.
Le onde di paura che di continuo invadono i cuori.
Le parole e le immagini terrificanti
che, a ondate, passano dai nostri occhi e
si fissano nell’immaginario dei bambini.
Le onde di paura che di continuo invadono i cuori.
Le parole e le immagini terrificanti
che, a ondate, passano dai nostri occhi e
si fissano nell’immaginario dei bambini.
Artefici dell'iniziativa l'Associazione Commissione Cultura Alternativa (CCA) di Carate Brianza, il Comitato per il diritto al Mito-Festa dei bambini e la gente della valle del Lambro.
Immagini di Enrico Mason
Info: www.befanalambro.net
Le ...stranezze del Piano cave della Provincia di Como
Il Decreto n. 5600 della Regione Lombardia del 27 maggio 2010 inerente la “Valutazione di Incidenza” sul Piano cave della Provincia di Como riporta delle argomentazioni che dimostrano, senza ombra di dubbio, la poca considerazione che la Provincia ha del rispetto delle regole, del proprio ambiente e del proprio territorio.
Il Decreto rivela in modo inequivocabile che il Rapporto Ambientale con la relativa Valutazione Ambientale Strategica (VAS) fatta dalla Provincia di Como nell’agosto del 2009 “non fornisce nessuna analisi” tra i siti di cavazione previsti dal Piano e la Rete Ecologica Regionale (RER), approvata con Deliberazione della G.R. il 30/12/2009.
Una prima riflessione ci porta a chiedere il perché i funzionari ambientali della Provincia che hanno progettato la localizzazione delle cave non hanno tenuto conto della RER approvata!
Il nostro Comitato è stato l’unico a presentare una specifica Osservazione al Piano cave che criticava il mancato rispetto delle cave previste a riguardo della Rete Ecologica Regionale mentre le contro deduzioni della Provincia sono state fuorvianti ed arroganti.
Questa RER oltre a riconoscere il degrado del patrimonio naturale di alcune zone lombarde impone azioni di riequilibrio ambientale nell’ottica dello sviluppo sostenibile ed ha una triplice finalità: tutela, valorizzazione e ricostruzione attiva della naturalità e della biodiversità esistente.
Lo “schema direttore” di tale Rete Ecologica Lombarda individua come “Area prioritaria per la biodiversità” i “Boschi dell’Olona e del Bozzente”, cioè il territorio dove la Provincia ha previsto le aree estrattive del Piano Provinciale, cioè le cave di Mozzate e di Locate. Troviamo strano che la Lega Nord che governa la Provincia ed i Comuni di Mozzate e Locate agisca in modo opposto alle indicazioni regionali di tutela e risanamento ambientale.
Inoltre il Decreto Regionale citato, analizzando il Piano Cave Provinciale individua il fatto che alcuni siti di cavazione sono stati previsti “internamente o in adiacenza ad elementi di primo livello della RER” e tra questi vi sono ben 3 siti di cui due a Mozzate (ATE g 10 e ATE g 17) ed uno a Locate (ATE g 9).
Il Decreto ai sensi dell’articolo 5 del DPR 357/97…..stranamente però “suggerisce lo stralcio” di 1 solo dei 3 siti di cavazione citati; se tutte le tre cave previste sono “interferenti con elementi di primo livello della Rete Ecologica Regionale” non si comprendono le conclusioni regionali che stralciano …. una sola cava! Perché?
Forse perché lo stralcio delle 3 cave dal Piano Provinciale avrebbe fatto venir meno i quantitativi totali previsti dal fabbisogno di sabbia per i prossimi 10 anni e quindi si dimostrava l’incapacità della politica provinciale a fare, in modo corretto, un Piano cave?
Purtroppo questo caso che segnaliamo è la dimostrazione palese di un ulteriore attacco all’ambiente e al territorio del basso comasco, da chi invece dovrebbe difenderlo, gia martoriato da precedenti scelte sciagurate (vedi 4 discariche di rifiuti) e che ora calpestando norme di salvaguardia premiano ancora una volta la rapina delle risorse di sabbia anziché programmare il risanamento!
Comitato mozzatese salute e ambiente
Il Decreto rivela in modo inequivocabile che il Rapporto Ambientale con la relativa Valutazione Ambientale Strategica (VAS) fatta dalla Provincia di Como nell’agosto del 2009 “non fornisce nessuna analisi” tra i siti di cavazione previsti dal Piano e la Rete Ecologica Regionale (RER), approvata con Deliberazione della G.R. il 30/12/2009.
Una prima riflessione ci porta a chiedere il perché i funzionari ambientali della Provincia che hanno progettato la localizzazione delle cave non hanno tenuto conto della RER approvata!
Il nostro Comitato è stato l’unico a presentare una specifica Osservazione al Piano cave che criticava il mancato rispetto delle cave previste a riguardo della Rete Ecologica Regionale mentre le contro deduzioni della Provincia sono state fuorvianti ed arroganti.
Questa RER oltre a riconoscere il degrado del patrimonio naturale di alcune zone lombarde impone azioni di riequilibrio ambientale nell’ottica dello sviluppo sostenibile ed ha una triplice finalità: tutela, valorizzazione e ricostruzione attiva della naturalità e della biodiversità esistente.
Lo “schema direttore” di tale Rete Ecologica Lombarda individua come “Area prioritaria per la biodiversità” i “Boschi dell’Olona e del Bozzente”, cioè il territorio dove la Provincia ha previsto le aree estrattive del Piano Provinciale, cioè le cave di Mozzate e di Locate. Troviamo strano che la Lega Nord che governa la Provincia ed i Comuni di Mozzate e Locate agisca in modo opposto alle indicazioni regionali di tutela e risanamento ambientale.
Inoltre il Decreto Regionale citato, analizzando il Piano Cave Provinciale individua il fatto che alcuni siti di cavazione sono stati previsti “internamente o in adiacenza ad elementi di primo livello della RER” e tra questi vi sono ben 3 siti di cui due a Mozzate (ATE g 10 e ATE g 17) ed uno a Locate (ATE g 9).
Il Decreto ai sensi dell’articolo 5 del DPR 357/97…..stranamente però “suggerisce lo stralcio” di 1 solo dei 3 siti di cavazione citati; se tutte le tre cave previste sono “interferenti con elementi di primo livello della Rete Ecologica Regionale” non si comprendono le conclusioni regionali che stralciano …. una sola cava! Perché?
Forse perché lo stralcio delle 3 cave dal Piano Provinciale avrebbe fatto venir meno i quantitativi totali previsti dal fabbisogno di sabbia per i prossimi 10 anni e quindi si dimostrava l’incapacità della politica provinciale a fare, in modo corretto, un Piano cave?
Purtroppo questo caso che segnaliamo è la dimostrazione palese di un ulteriore attacco all’ambiente e al territorio del basso comasco, da chi invece dovrebbe difenderlo, gia martoriato da precedenti scelte sciagurate (vedi 4 discariche di rifiuti) e che ora calpestando norme di salvaguardia premiano ancora una volta la rapina delle risorse di sabbia anziché programmare il risanamento!
Comitato mozzatese salute e ambiente
Un protocollo di legalità per i lavori di Pedemontana Lombarda
Oggi, 20 dicembre 2010, alle ore 12.30, nel Salone di Ulisse della Prefettura di Bergamo (nella foto), è in programma la sottoscrizione del Protocollo di Legalità per il monitoraggio dei lavori di realizzazione della Pedemontana Lombarda, Collegamento autostradale Dalmine (BG), Como, Varese, Valico del Gaggiolo (VA) ed opere ad esso connesse.
Il documento, che è stato predisposto dalle Prefetture di Bergamo, Como e Varese d'intesa con CAL - Concessioni Autostradali Lombarde S.p.A. e Autostrada Pedemontana Lombarda S.p.A., rappresenta un fondamentale strumento pattizio tra le amministrazioni interessate, che si affianca alle attività di prevenzione dei fenomeni criminosi, sia per contrastare al meglio eventuali tentativi di infiltrazione mafiosa, sia per controllare e verificare il rispetto delle norme sulla sicurezza e sulla regolarità dei cantieri di lavoro.
- Per scaricare il suppl. ordinario della Gazzetta Ufficiale con le Linee Guida a cui deve attenersi il "Protocollo di Legalità" cliccare qui.
- Per scaricare il "Protocollo di Legalità" sottoscritto cliccare qui.
Il documento, che è stato predisposto dalle Prefetture di Bergamo, Como e Varese d'intesa con CAL - Concessioni Autostradali Lombarde S.p.A. e Autostrada Pedemontana Lombarda S.p.A., rappresenta un fondamentale strumento pattizio tra le amministrazioni interessate, che si affianca alle attività di prevenzione dei fenomeni criminosi, sia per contrastare al meglio eventuali tentativi di infiltrazione mafiosa, sia per controllare e verificare il rispetto delle norme sulla sicurezza e sulla regolarità dei cantieri di lavoro.
- Per scaricare il suppl. ordinario della Gazzetta Ufficiale con le Linee Guida a cui deve attenersi il "Protocollo di Legalità" cliccare qui.
- Per scaricare il "Protocollo di Legalità" sottoscritto cliccare qui.
sabato 18 dicembre 2010
Fermiamo il raddoppio dell'inceneritore di Trezzo
Nuova iniziativa promossa dal WWF Trezzo per scongiurare il raddoppio dell’inceneritore di Trezzo, in occasione delle feste natalizie e l’arrivo del nuovo Anno, il WWF Trezzo ha scritto una lettera al Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni sollecitandolo ad intervenire per scongiurare un’altra grave minaccia per il territorio Trezzese.
La lettera è stata inviata contestualmente anche agli assessori della Regione Lombardia Belottti, Raimondi e Colucci.
L’obiettivo del WWF è quello d’inondare di messaggi il Presidente Formigoni e coinvolgere a macchia d’olio il più alto numero di persone che prendano a cuore il futuro del nostro territorio, l’invito è scrivere a loro volta in questi giorni antecedente al S.Natale una loro mail simile che abbia gli stessi contenuti scritti dal WWF.
L’azione pacifica è rivolta innanzi tutto a tutti coloro che in questi ultimi mesi hanno partecipato alle manifestazioni di protesta e alle associazioni che compongono il comitato contrario al raddoppio oltre naturalmente alle istituzioni locali interessate a questa scellerata proposta.
In questi giorni il WWF Trezzo ha inoltre richiesto ufficialmente alla VI commissione una risposta scritta a seguito dell’incontro tenuto il 24 Novembre dove sono state esposte le motivazioni della contrarietà alla proposta di raddoppio dell’inceneritore.
Per maggiori informazioni visita il sito del WWF di Trezzo.
Il blog "Brianza Centrale" nel sostenere l'iniziativa del WWF di Trezzo vi invita ad inviare copia della lettera sotto riportata ai seguenti indirizzi e-mail:
roberto_formigoni@regione.lombardia.it
marcello_raimondi@regione.lombardia.it
daniele_belotti@regione.lombardia.it
Alessandro_colucci@regione.lombardia.it
IL TESTO DELLA LETTERA
Egregio sig. Presidente Regione Lombardia Roberto Formigoni
Nei mesi scorsi il WWF Trezzo le ha fatto pervenire una petizione firmata da 6000 cittadini a sostegno dei 26 sindaci del Trezzese contrari al raddoppio dell'inceneritore di Trezzo.
Questa motivazione è supportata dalle reali condizioni d’insostenibilità ambientali del nostro territorio, fortemente in bilico per l'eccessiva urbanizzazione e per la presenza nel raggio di solo 15 km di varie realtà che aggravano già le condizioni di vita dei cittadini di quest’area, dalla centrale termica di Cassano d’Adda all’autostrada A4 che attraversa l’intera area dell’Adda-Martesana Est, alle programmate autostrade BreBeMi e Pedemontana a numerose industrie a rischio incidente inserite nella direttiva Seveso; mentre dal punto di vista del ciclo dei rifiuti: discarica di Inzago, Inceneritore di Trezzo, il prossimo impianto di compostaggio a Masate, impianto per il trattamento dei rifiuti speciali a Cavenago e il vicino inceneritore di rifiuti di Dalmine.
Consapevoli che quanto sopra esposto possa far riflettere affinché promuova iniziative alternative all’incenerimento della risorsa rifiuto, la invitiamo a intraprendere azioni atte a impedire un'ulteriore ricaduta negativa alla tutela della salute dei cittadini e di quel che rimane dell'ambiente del nostro territorio, cogliamo l'occasione per porgerle un felice Natale e anno nuovo.
NOME / COGNOME _____________________
La lettera è stata inviata contestualmente anche agli assessori della Regione Lombardia Belottti, Raimondi e Colucci.
L’obiettivo del WWF è quello d’inondare di messaggi il Presidente Formigoni e coinvolgere a macchia d’olio il più alto numero di persone che prendano a cuore il futuro del nostro territorio, l’invito è scrivere a loro volta in questi giorni antecedente al S.Natale una loro mail simile che abbia gli stessi contenuti scritti dal WWF.
L’azione pacifica è rivolta innanzi tutto a tutti coloro che in questi ultimi mesi hanno partecipato alle manifestazioni di protesta e alle associazioni che compongono il comitato contrario al raddoppio oltre naturalmente alle istituzioni locali interessate a questa scellerata proposta.
In questi giorni il WWF Trezzo ha inoltre richiesto ufficialmente alla VI commissione una risposta scritta a seguito dell’incontro tenuto il 24 Novembre dove sono state esposte le motivazioni della contrarietà alla proposta di raddoppio dell’inceneritore.
Per maggiori informazioni visita il sito del WWF di Trezzo.
Il blog "Brianza Centrale" nel sostenere l'iniziativa del WWF di Trezzo vi invita ad inviare copia della lettera sotto riportata ai seguenti indirizzi e-mail:
roberto_formigoni@regione.lombardia.it
marcello_raimondi@regione.lombardia.it
daniele_belotti@regione.lombardia.it
Alessandro_colucci@regione.lombardia.it
IL TESTO DELLA LETTERA
Egregio sig. Presidente Regione Lombardia Roberto Formigoni
Nei mesi scorsi il WWF Trezzo le ha fatto pervenire una petizione firmata da 6000 cittadini a sostegno dei 26 sindaci del Trezzese contrari al raddoppio dell'inceneritore di Trezzo.
Questa motivazione è supportata dalle reali condizioni d’insostenibilità ambientali del nostro territorio, fortemente in bilico per l'eccessiva urbanizzazione e per la presenza nel raggio di solo 15 km di varie realtà che aggravano già le condizioni di vita dei cittadini di quest’area, dalla centrale termica di Cassano d’Adda all’autostrada A4 che attraversa l’intera area dell’Adda-Martesana Est, alle programmate autostrade BreBeMi e Pedemontana a numerose industrie a rischio incidente inserite nella direttiva Seveso; mentre dal punto di vista del ciclo dei rifiuti: discarica di Inzago, Inceneritore di Trezzo, il prossimo impianto di compostaggio a Masate, impianto per il trattamento dei rifiuti speciali a Cavenago e il vicino inceneritore di rifiuti di Dalmine.
Consapevoli che quanto sopra esposto possa far riflettere affinché promuova iniziative alternative all’incenerimento della risorsa rifiuto, la invitiamo a intraprendere azioni atte a impedire un'ulteriore ricaduta negativa alla tutela della salute dei cittadini e di quel che rimane dell'ambiente del nostro territorio, cogliamo l'occasione per porgerle un felice Natale e anno nuovo.
NOME / COGNOME _____________________
Sport invernali a Cesano: Pedemontana si aggiudica lo slalom della cava Girardi
articolo di Gabriele Bassani
Il Giorno - 9/11/2010
Cesano Maderno - Pedemontana: Il nuovo tracciato aggira la cava per evitare la bonifica
IL CASO DELLA «DISCARICA con l’autostrada intorno», arriva sul tavolo del presidente della Provincia, Dario Allevi. A presentarglielo è il suo «collega», presidente del consiglio comunale di Cesano Maderno, Franco Busnelli, che prende spunto proprio dalle recenti dichiarazioni di Allevi circa la volontà da parte della Giunta provinciale, di vincolare all’inedificabilità le aree limitrofe al tracciato dell’autostrada Pedemontana, nell’intento di tutelare il territorio sotto il profilo ambientale. Di qui l’idea di Busnelli di mettere al corrente anche Allevi del caso cesanese, dove il progetto della nuova autostrada è stato modificato, nella zona del collegamento tra la tratta Desio-Vimercate e la Cesano-Cermenate (ex Milano-Meda) al confine con Bovisio Masciago, per evitare la bonifica di una cava utilizzata per anni come discarica di vernici e affini. «Lo stato di inquinamento del sito - scrive Busnelli nell’appello ad Allevi - è comprovato sia da indagini geologiche che avevano rilevato un alto tasso di tetracloroetilene ed altri inquinanti, sia da corrispondenze più che significative attestanti lo scarico di un quantitativo annuo di componenti di vernici di scarto pari a 100.000 kg. Tali elementi sono anche noti nell’ordinanza di bonifica n.40 del 2002 emessa dall’allora sindaco Pietro Luigi Ponti». Insomma, la situazione dell’ex Cava Girardi pare essere tutto meno che un mistero, visto che ci sono diversi documenti che nel corso degli anni ne certificano le condizioni e la necessità di interventi. L’ultimo progetto defintivo di Pedemontana, quello approvato esattamente un anno fa dal Cipe però introduce una grossa novità: il tracciato viene modificato per non coinvolgere direttamente l’area della cava ma al contrario per «girarle intorno».
Si arriva al paradosso, come denuncia Busnelli, che tale area «viene da una parte interclusa tra gli svincoli e dall’altra parte esclusa da qualsiasi intervento sia di bonifica che di compensazione». Un paradosso del quale Busnelli ora vuole mettere a conoscenza quanti più organi possibili, dopo che già il sindaco di Cesano Maderno, con un documento sottoscritto da tutti i capigruppo consigliari e dallo stesso presidente Busnelli, il 29 giugno scorso, lo segnalarano a Regione e Pedemontana, senza peraltro ricevere risposte.
Leggi anche:-
- Cesano, l’autostrada circonderà la cava Girardi
- L'autostrada dei veleni e delle discariche
Documenti:
- Lettera alla Provincia MB del 2/11/2010
- Lettera alla Regione Lombardia 29/7/2010
- Ordinanza del Sindaco di Cesano M. del 7/12/2002
- Lettera del Comune di Milano del 17/7/1979
Il Giorno - 9/11/2010
Cesano Maderno - Pedemontana: Il nuovo tracciato aggira la cava per evitare la bonifica
IL CASO DELLA «DISCARICA con l’autostrada intorno», arriva sul tavolo del presidente della Provincia, Dario Allevi. A presentarglielo è il suo «collega», presidente del consiglio comunale di Cesano Maderno, Franco Busnelli, che prende spunto proprio dalle recenti dichiarazioni di Allevi circa la volontà da parte della Giunta provinciale, di vincolare all’inedificabilità le aree limitrofe al tracciato dell’autostrada Pedemontana, nell’intento di tutelare il territorio sotto il profilo ambientale. Di qui l’idea di Busnelli di mettere al corrente anche Allevi del caso cesanese, dove il progetto della nuova autostrada è stato modificato, nella zona del collegamento tra la tratta Desio-Vimercate e la Cesano-Cermenate (ex Milano-Meda) al confine con Bovisio Masciago, per evitare la bonifica di una cava utilizzata per anni come discarica di vernici e affini. «Lo stato di inquinamento del sito - scrive Busnelli nell’appello ad Allevi - è comprovato sia da indagini geologiche che avevano rilevato un alto tasso di tetracloroetilene ed altri inquinanti, sia da corrispondenze più che significative attestanti lo scarico di un quantitativo annuo di componenti di vernici di scarto pari a 100.000 kg. Tali elementi sono anche noti nell’ordinanza di bonifica n.40 del 2002 emessa dall’allora sindaco Pietro Luigi Ponti». Insomma, la situazione dell’ex Cava Girardi pare essere tutto meno che un mistero, visto che ci sono diversi documenti che nel corso degli anni ne certificano le condizioni e la necessità di interventi. L’ultimo progetto defintivo di Pedemontana, quello approvato esattamente un anno fa dal Cipe però introduce una grossa novità: il tracciato viene modificato per non coinvolgere direttamente l’area della cava ma al contrario per «girarle intorno».
Si arriva al paradosso, come denuncia Busnelli, che tale area «viene da una parte interclusa tra gli svincoli e dall’altra parte esclusa da qualsiasi intervento sia di bonifica che di compensazione». Un paradosso del quale Busnelli ora vuole mettere a conoscenza quanti più organi possibili, dopo che già il sindaco di Cesano Maderno, con un documento sottoscritto da tutti i capigruppo consigliari e dallo stesso presidente Busnelli, il 29 giugno scorso, lo segnalarano a Regione e Pedemontana, senza peraltro ricevere risposte.
Leggi anche:-
- Cesano, l’autostrada circonderà la cava Girardi
- L'autostrada dei veleni e delle discariche
Documenti:
- Lettera alla Provincia MB del 2/11/2010
- Lettera alla Regione Lombardia 29/7/2010
- Ordinanza del Sindaco di Cesano M. del 7/12/2002
- Lettera del Comune di Milano del 17/7/1979
Me ne vado via perchè... non mi piace la Pedemontana
Segnaliamo il seguente commento che un "Anonimo" frequentatore di questo blog ha lasciato sul post "Pedemontana: una devastazione pagata a caro prezzo...":
Le ultime notizie, per chi non fosse informato, dicono che sarà tutta a pedaggio ma senza caselli. Quindi via al Telepass e chi non ne fosse in possesso avrà la targa fotografata e si potrà pagare col cellulare e con gli altri modi "moderni" senza incorrere in nessuna multa.
Però le previsioni di traffico dicono in sintesi che dal 2016 al 2035 ci sarà un aumento del traffico pagante, sommando le percentuali annuali, di circa il 60%. In pratica questa che non c'è ancora, sarà un'autostrada già ingolfata da subito. Specialmente dove, le tre corsie per direzione si ridurranno a due, (altro delirio dei progettisti che non guardano oltre il proprio naso, come sempre).
Sto prendendo in seria considerazione la possibilità di trasferirmi in luoghi meno cementificati della "verde brianza", dove non sia più necessaria la droga della Grande Milano. Ma sono pensionato e non ho più di questi problemi di dipendenza.
Le ultime notizie, per chi non fosse informato, dicono che sarà tutta a pedaggio ma senza caselli. Quindi via al Telepass e chi non ne fosse in possesso avrà la targa fotografata e si potrà pagare col cellulare e con gli altri modi "moderni" senza incorrere in nessuna multa.
Però le previsioni di traffico dicono in sintesi che dal 2016 al 2035 ci sarà un aumento del traffico pagante, sommando le percentuali annuali, di circa il 60%. In pratica questa che non c'è ancora, sarà un'autostrada già ingolfata da subito. Specialmente dove, le tre corsie per direzione si ridurranno a due, (altro delirio dei progettisti che non guardano oltre il proprio naso, come sempre).
Sto prendendo in seria considerazione la possibilità di trasferirmi in luoghi meno cementificati della "verde brianza", dove non sia più necessaria la droga della Grande Milano. Ma sono pensionato e non ho più di questi problemi di dipendenza.
Muoversi in Brianza: parte l'indagine della Provincia
Saranno distribuiti nei prossimi giorni i primi questionari per misurare i bisogni di mobilità dei cittadini in 16 Comuni MB: Agrate Brianza, Aicurzio, Arcore,Bellusco, Bernareggio, Burago di Molgora,Camparada, Caponago, Cavenago Brianza, Concorezzo, Mezzago, Ornago, Ronco Briantino, Sulbiate, Usmate Velate, Vimercate.
Parte così, con questa indagine conoscitiva, la prima fase di ‘Moving Better’, il piano strategico per la mobilità sostenibile in Brianza promosso dalla Provincia MB, in collaborazione con la Fondazione Distretto Green & High Tech Monza Brianza e l’Associazione dei Comuni del Vimercatese. L'obiettivo è raccogliere i primi dati utili per formulare nuovi servizi in grado di offrire differenti soluzioni di viaggio in risposta alle esigenze di spostamento dei cittadini. Tra le diverse opzioni: trasporto pubblico locale, mezzo di trasporto privato, bike sharing, mobilità ciclabile, veicoli elettrici ed altro ancora.
I questionari, predisposti dai tecnici della Provincia, sono destinati a due fasce di utenza: coloro che utilizzano il trasporto pubblico - su gomma e su ferro - e coloro che si spostano con mezzi privati e saranno distribuiti ai cittadini attraverso canali diversi, tra cui i siti web istituzionali e gli Uffici di Relazione con il Pubblico.
I primi risultati raccolti saranno elaborati entro la primavera 2011 per essere condivisi con gli altri settori della Provincia, al fine di elaborare nuovi piani strategici integrati in tema di mobilità. Conclusa la prima fase sperimentale, l'indagine sarà estesa a tutti gli altri comuni della Provincia MB.
Scarica i questionari:
- Questionario per utenti mezzo privato (431 KB)
- Questionario per utenti trasporto pubblico (391 KB)
Parte così, con questa indagine conoscitiva, la prima fase di ‘Moving Better’, il piano strategico per la mobilità sostenibile in Brianza promosso dalla Provincia MB, in collaborazione con la Fondazione Distretto Green & High Tech Monza Brianza e l’Associazione dei Comuni del Vimercatese. L'obiettivo è raccogliere i primi dati utili per formulare nuovi servizi in grado di offrire differenti soluzioni di viaggio in risposta alle esigenze di spostamento dei cittadini. Tra le diverse opzioni: trasporto pubblico locale, mezzo di trasporto privato, bike sharing, mobilità ciclabile, veicoli elettrici ed altro ancora.
I questionari, predisposti dai tecnici della Provincia, sono destinati a due fasce di utenza: coloro che utilizzano il trasporto pubblico - su gomma e su ferro - e coloro che si spostano con mezzi privati e saranno distribuiti ai cittadini attraverso canali diversi, tra cui i siti web istituzionali e gli Uffici di Relazione con il Pubblico.
I primi risultati raccolti saranno elaborati entro la primavera 2011 per essere condivisi con gli altri settori della Provincia, al fine di elaborare nuovi piani strategici integrati in tema di mobilità. Conclusa la prima fase sperimentale, l'indagine sarà estesa a tutti gli altri comuni della Provincia MB.
Scarica i questionari:
- Questionario per utenti mezzo privato (431 KB)
- Questionario per utenti trasporto pubblico (391 KB)
giovedì 16 dicembre 2010
Salviamo il bosco del Parco dei colli Briantei ad Arcore
Lettera aperta delle associazioni ambientaliste a Dario Allevi, Presidente della Provincia di Monza e Brianza e ad Antonino Brambilla, Assessore alla Pianificazione Territoriale e Parchi
Questa lettera vuole essere un appello all’amministrazione provinciale perché ci sia una posizione netta, univoca e chiara nei confronti del tema della tutela delle ultime aree verdi di Monza e Brianza.
Il caso che vogliamo portare alla vostra attenzione è relativo al comune di Arcore.
Di recente, sul sito internet del comune, l’amministrazione ha pubblicato il documento ufficiale preliminare alla VAS (Valutazione Ambientale strategica) relativo al cambio di destinazione d’uso di un vasto terreno boschivo di oltre 4 ettari attualmente incluso nel PLIS dei Colli Briantei (rif. documento preliminare VAS RSA).
Attraverso tale intervento l’amministrazione intende procedere alla realizzazione di una RSA (Residenza Socio Assistenziale) stralciando il BOSCO dal Parco Locale ed autorizzando contestualmente la realizzazione di una strada di accesso.
Lo scenario che si è venuta a creare con questa proposta è del tutto simile a quello verificatosi di recente nel vicino comune di Vimercate dove la prima stesura del Piano di Governo del Territorio prevedeva lo stralcio di un bosco dal parco della Cavallera per fare spazio ad un insediamento industriale concomitante alla proposta di aumento dell’estensione del parco stesso in altra zona. Per fortuna, grazie all’opportuno intervento della vostra giunta e al senso di responsabilità dell'Amministrazione di Vimercate, alla fine il PGT è stato modificato SALVANDO IL BOSCO della Cavallera e restituendolo con la sua bellezza al Parco ed ai cittadini.
Oggi siamo a chiedervi un atto analogo anche nei confronti dell’amministrazione di Arcore. Anche in questo caso si tratta di un bosco che si vuole stralciare da un Parco Locale proponendo un’estensione dello stesso in altre aree peraltro molto meno pregiate del bosco in questione e perlopiù in larga parte interessate dall’attraversamento di ben tre future infrastrutture pesanti quali : l’autostrada Pedemontana, la tangenzialina di Arcore (TR-17) e la pedegronda ferroviaria (rif. compensazioni ambientali Tratta C e Greenway).
I Parchi Locali rivestono un valore altissimo per la nostra COMUNITA’. Costituiscono de-facto le ultime aree di naturalità all’interno della provincia più cementificata d’Italia subito dopo quella di Napoli. La loro importanza è stata sottolineata concretamente dalla vostra amministrazione che ha di recente concesso dei finanziamenti proprio ai PLIS ed in particolare oltre 24 mila euro proprio al Parco dei colli Briantei. Una scelta importante da noi salutata con grande favore.
Siamo preoccupati per il BOSCO di Arcore e per il PLIS dei colli Briantei.
L’intervento prospettato dall’amministrazione arcorese potrebbe costituire un precedente pericoloso: si pensi infatti a cosa accadrebbe in futuro se ad esempio una delle altre amministrazioni dei comuni del parco decidesse di stralciare boschi e campi dal parco per far posto ad interventi edilizi? Come si potrebbe dire loro di No?
Pensiamo che la RSA potrebbe ragionevolmente trovare una collocazione diversa all’interno del territorio comunale salvaguardando così l’area protetta. In questo senso il supporto alla pianificazione territoriale da parte della provincia potrebbe essere di grande aiuto.
Noi infatti crediamo che il ruolo dell’amministrazione provinciale sia fondamentale per evitare episodi come questo, dove l'ente sovracomunale, e' chiamato proprio a salvaguardare il bene comune scevro da logiche troppo locali, che faticano a vedere che l'interconnessione ambientale delle aree libere e' un fatto che logicamente supera i classici confini amministrativi delle comunità locali. Proprio per questo siamo a chiederVi un intervento coerente con le vostre recenti deliberazioni sul tema del consumo di suolo e salvaguardia dei PLIS, deliberazioni che non solo approviamo ma che sosteniamo attivamente.
Associazione per i Parchi del Vimercatese
Insieme in Rete per uno sviluppo sostenibile
ArcoreCiclabile
Circolo Legambiente GAIA - Usmate Velate
Comitato per l'ampliamento del Parco Brianza Centrale
Gruppo Valle Nava – Casatenovo
WWF Vimercatese
Per contatti:
parchivimercatese@brianzaest.it
inforete@alternativaverde.it
Questa lettera vuole essere un appello all’amministrazione provinciale perché ci sia una posizione netta, univoca e chiara nei confronti del tema della tutela delle ultime aree verdi di Monza e Brianza.
Il caso che vogliamo portare alla vostra attenzione è relativo al comune di Arcore.
Di recente, sul sito internet del comune, l’amministrazione ha pubblicato il documento ufficiale preliminare alla VAS (Valutazione Ambientale strategica) relativo al cambio di destinazione d’uso di un vasto terreno boschivo di oltre 4 ettari attualmente incluso nel PLIS dei Colli Briantei (rif. documento preliminare VAS RSA).
Attraverso tale intervento l’amministrazione intende procedere alla realizzazione di una RSA (Residenza Socio Assistenziale) stralciando il BOSCO dal Parco Locale ed autorizzando contestualmente la realizzazione di una strada di accesso.
Lo scenario che si è venuta a creare con questa proposta è del tutto simile a quello verificatosi di recente nel vicino comune di Vimercate dove la prima stesura del Piano di Governo del Territorio prevedeva lo stralcio di un bosco dal parco della Cavallera per fare spazio ad un insediamento industriale concomitante alla proposta di aumento dell’estensione del parco stesso in altra zona. Per fortuna, grazie all’opportuno intervento della vostra giunta e al senso di responsabilità dell'Amministrazione di Vimercate, alla fine il PGT è stato modificato SALVANDO IL BOSCO della Cavallera e restituendolo con la sua bellezza al Parco ed ai cittadini.
Oggi siamo a chiedervi un atto analogo anche nei confronti dell’amministrazione di Arcore. Anche in questo caso si tratta di un bosco che si vuole stralciare da un Parco Locale proponendo un’estensione dello stesso in altre aree peraltro molto meno pregiate del bosco in questione e perlopiù in larga parte interessate dall’attraversamento di ben tre future infrastrutture pesanti quali : l’autostrada Pedemontana, la tangenzialina di Arcore (TR-17) e la pedegronda ferroviaria (rif. compensazioni ambientali Tratta C e Greenway).
I Parchi Locali rivestono un valore altissimo per la nostra COMUNITA’. Costituiscono de-facto le ultime aree di naturalità all’interno della provincia più cementificata d’Italia subito dopo quella di Napoli. La loro importanza è stata sottolineata concretamente dalla vostra amministrazione che ha di recente concesso dei finanziamenti proprio ai PLIS ed in particolare oltre 24 mila euro proprio al Parco dei colli Briantei. Una scelta importante da noi salutata con grande favore.
Siamo preoccupati per il BOSCO di Arcore e per il PLIS dei colli Briantei.
L’intervento prospettato dall’amministrazione arcorese potrebbe costituire un precedente pericoloso: si pensi infatti a cosa accadrebbe in futuro se ad esempio una delle altre amministrazioni dei comuni del parco decidesse di stralciare boschi e campi dal parco per far posto ad interventi edilizi? Come si potrebbe dire loro di No?
Pensiamo che la RSA potrebbe ragionevolmente trovare una collocazione diversa all’interno del territorio comunale salvaguardando così l’area protetta. In questo senso il supporto alla pianificazione territoriale da parte della provincia potrebbe essere di grande aiuto.
Noi infatti crediamo che il ruolo dell’amministrazione provinciale sia fondamentale per evitare episodi come questo, dove l'ente sovracomunale, e' chiamato proprio a salvaguardare il bene comune scevro da logiche troppo locali, che faticano a vedere che l'interconnessione ambientale delle aree libere e' un fatto che logicamente supera i classici confini amministrativi delle comunità locali. Proprio per questo siamo a chiederVi un intervento coerente con le vostre recenti deliberazioni sul tema del consumo di suolo e salvaguardia dei PLIS, deliberazioni che non solo approviamo ma che sosteniamo attivamente.
Associazione per i Parchi del Vimercatese
Insieme in Rete per uno sviluppo sostenibile
ArcoreCiclabile
Circolo Legambiente GAIA - Usmate Velate
Comitato per l'ampliamento del Parco Brianza Centrale
Gruppo Valle Nava – Casatenovo
WWF Vimercatese
Per contatti:
parchivimercatese@brianzaest.it
inforete@alternativaverde.it
mercoledì 15 dicembre 2010
Pedemontana: "Nessun rapporto con la ruspa in fiamme"
In merito alla notizia riguardante un incendio che, nella serata del 14 dicembre, ha distrutto una ruspa in un cantiere di Lozza, la società Autostrada Pedemontana Lombarda S.p.A. ha emesso un comunicato stampa per rimarcare che "il mezzo andato in fiamme non si trovava in un cantiere di Pedemontana bensì nell’area di altra società che non svolge attività né per conto di Apl né per conto di Pedelombarda. Quindi né Apl S.p.A. né Pedelombarda sono in alcun modo e a nessun titolo coinvolti nell’episodio."
Salvatore Lombardo, Amministratore Delegato di Pedemontana ha voluto inoltre rimarcare che: “In un momento come quello attuale, in cui la società è impegnata nella delicata fase dei cantieri per la realizzazione di questa fondamentale opera infrastrutturale, è necessario evitare inutili confusioni. Stiamo molto attenti, non vogliamo aver nulla a che fare con situazioni compromettenti: Pedemontana non è né coinvolta né abbinata a situazioni compromesse”.
Leggi anche: Ruspa in fiamme vicino al cantiere di Pedemontana (Varese News)
Guarda la fotogallery di Varese News
Salvatore Lombardo, Amministratore Delegato di Pedemontana ha voluto inoltre rimarcare che: “In un momento come quello attuale, in cui la società è impegnata nella delicata fase dei cantieri per la realizzazione di questa fondamentale opera infrastrutturale, è necessario evitare inutili confusioni. Stiamo molto attenti, non vogliamo aver nulla a che fare con situazioni compromettenti: Pedemontana non è né coinvolta né abbinata a situazioni compromesse”.
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