Per una notte i sogni popoleranno il Parco ex Trotter di Milano in via Padova (ingresso da via Giacosa). Fiabe, cinema e musica permetteranno a tutti di vivere una serata al confine tra sogno e realtà. Giovedì 1 luglio 2010 si terrà infatti la serata “ Sogno Verde”, per il ciclo 2010 dei Notturni di Musicamorfosi, interamente dedicata al Sogno e vivrà delle performance di decine di artisti, che si muoveranno in perfetta sinergia. La serata avrà un'anima verde per la celebrazione del trentesimo compleanno di Legambiente: il cantante togolese Arsene Duevi guiderà, infatti, un coro in cui tra le voci si esibiranno anche le personalità e i volontari che, nel corso degli ultimi 30 anni, hanno guidato l'associazione ambientalista in Lombardia. “Per una sera, in un luogo che è simbolo della Milano contemporanea e delle sue contraddizioni, vogliamo provare a unire arte e ambiente, musica e società. La storia di Legambiente è sempre stata del resto quella di chi non ha voluto mai pensare all'ambiente come spazio separato o come evasione: viviamo il nostro impegno dentro le nostre comunità, nei nostri paesi e città. Per noi difendere l'ambiente significa essere custodi del bene comune”. Damiano Di Simine, Barbara Meggetto, Andrea Poggio e Carlo Monguzzi approfitteranno del Notturno per testare le rispettive attitudini vocali, fedeli all'insegnamento di John Cage che sognava “una musica ecologica che permetta di abitare il mondo”.
Il notturno ovviamente calerà insieme alle tenebre: dalle 21.30 alle 24.00 gli spettatori potranno scegliere da quale sogno farsi cullare: dal violoncello solitario di Naomi Berrill, dalle percussioni di Teté de Silveira, dalla ballerina Silvia Alfei che si impossesseranno delle vie del parco con le loro esibizioni o ancora dal “Sogno jazz di Buster Keaton” di Antonio Zambrini al piano, dal “Sogno metaforico” di suoni e natura che Roberto Zanisi metterà in scena nell’uccelliera, con i suoi mille strumenti raccolti nel mondo, mentre una danzatrice, Elena Pellegatta ne ricamerà i voli. Solerti ciclisti invece cavalcheranno biciclette musicali caricando vecchi giradischi, mentre Ditta Gioco Fiaba metterà in scena “L'isola delle Lucciole”, sogno musicale per bambini di tutte le età.
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mercoledì 30 giugno 2010
Un Kennedy sul Lambro
Domenica 4 luglio 2010 alle 9.30 Robert Kennedy III discenderà il fiume Lambro a bordo di una canoa canadese, accompagnato dal Presidente del Parco Valle Lambro, Emiliano Ronzoni.
Sarà questo un gesto simbolico che avvierà una collaborazione all’insegna della tutela ambientale tra il Parco Regionale della Valle del Lambro e l’associazione ambientalista di cui Kennedy è testimonial: la Water Keeper Alliance.
Ecco il programma della giornata:
Ore 9.00 - ritrovo al ristorante “Il Corazziere” di via Cesare Battisti 17, Merone (CO)
Ore 9.30 - partenza in canoa
Ore 11 circa - pausa a Nibionno
Ore 12 circa - arrivo a Briosco al mulino di Peregallo e visita allo storico mulino
Ore 12.30 - incontro con i giornalisti, conferenza stampa e visita alla centralina
Sarà questo un gesto simbolico che avvierà una collaborazione all’insegna della tutela ambientale tra il Parco Regionale della Valle del Lambro e l’associazione ambientalista di cui Kennedy è testimonial: la Water Keeper Alliance.
Ecco il programma della giornata:
Ore 9.00 - ritrovo al ristorante “Il Corazziere” di via Cesare Battisti 17, Merone (CO)
Ore 9.30 - partenza in canoa
Ore 11 circa - pausa a Nibionno
Ore 12 circa - arrivo a Briosco al mulino di Peregallo e visita allo storico mulino
Ore 12.30 - incontro con i giornalisti, conferenza stampa e visita alla centralina
lunedì 28 giugno 2010
Pedemontana a Mozzate: un cantiere senza buon senso...
Intervento a cura del Comitato Mozzatese Salute e Ambiente
Nella deliberazione n. 147 del 16 giugno 2010 la Giunta Comunale di Mozzate pensa di “ridurre il danno ambientale” inerente al cantiere della autostrada Pedemontana, previsto in via Gorla e propone dei costi alternativi per i materiali da usare.
Questi costi alternativi, a dire della Amministrazione, farebbero risparmiare qualche briciola ad un opera che nel preventivo del 2006 costava oltre 4,6 miliardi di euro, ma che aumenterà molto di più, come solitamente avviene per le opere pubbliche dei Comuni ed in Italia in generale, vedi ad esempio l’Alta Velocità.
Diciamo “pensa” perché voler ridurre il danno ambientale che può creare un cantiere provvisorio quando l’Amministrazione Comunale ha voluto ed approvato il progetto della nuova strada con l’area di servizio e di sosta che distruggerà per sempre oltre 200.000 metri quadri di bosco, è una enorme contraddizione ed una solenne bugia.
Pensare che il cantiere provvisorio possa essere un danno ambientale rispetto a quanto citato sopra è una madornale presa in giro; sia chiaro che noi abbiamo sempre avversato sia il tracciato, quindi anche l’area di sosta ed i cantieri, perché inutili.
Quando l’ex sindaco volle fare l’area di servizio distruggendo una enorme quantità di boschi di robinia e querce piantate dai fratelli Castiglioni nel 1700, doveva sapere che solitamente i cantieri vengono previsti sulla base di esigenze legate al tipo di opere da realizzare e di conseguenza volendo l’autogrill si accettava l’area di cantiere.
Il danno ambientale è stato quello di aver voluto, sottolineiamo voluto, un disastro ambientale in cambio della promessa di soldi, che poi non sono arrivati; barattare l’ambiente ed il territorio per far cassa, porta sempre al disastro!
Ci chiediamo anche perché il Sindaco non si impegna per “ridurre il danno” per quanto riguarda la costruzione della galleria nei pressi delle nuove abitazioni di San Martino.
E’ credibile l’Amministrazione comunale che dopo aver approvato il cantiere Econord di via Gorla consumando oltre 30.000 mq. di terreno agricolo per costruire dei capannoni, ora “pensa di ridurre un danno ambientale” che Lei stessa ha voluto?
Nella delibera citata sopra, sono riportate alcune considerazioni del Sindaco che a questo riguardo dice testualmente: ”Ritengo che la ragione e il buon senso possano ancora prevalere rispetto a decisioni assunte (…) senza confronto delle soluzioni possibili”.
Chiediamo a questo Sindaco di dire quante volte si è confrontato con i Mozzatesi per trovare soluzioni alternative possibili? Ad esempio sulle cave di sabbia che ha approvato per cavare oltre 4 milioni di mc. nonostante le firme contrarie e dopo che aveva scritto nel suo programma elettorale che avrebbe rispettato il divieto di apertura di nuove cave, o quando ha approvato di fare altri impianti di rifiuti, perché non ha coinvolto i Mozzatesi?
Vorremmo anche che il Sindaco dicesse dove era quando Pedemontana faceva incontri pubblici con le Amministrazioni ed i cittadini, prima di approvare il progetto definitivo?
E’ quasi patetico ora il comportamento della Giunta Comunale quando vuol fare apparire che gli spazi agricoli stanno a cuore a tutti loro!
Vogliamo comunque assicurare al Sindaco che è “fuori tempo massimo”, il progetto definitivo dell’autostrada è stato approvato da parecchio!
Si occupi di altro, ma con “buon senso”!
Nell'immagine: l'area di servizio prevista a Mozzate
Nella deliberazione n. 147 del 16 giugno 2010 la Giunta Comunale di Mozzate pensa di “ridurre il danno ambientale” inerente al cantiere della autostrada Pedemontana, previsto in via Gorla e propone dei costi alternativi per i materiali da usare.
Questi costi alternativi, a dire della Amministrazione, farebbero risparmiare qualche briciola ad un opera che nel preventivo del 2006 costava oltre 4,6 miliardi di euro, ma che aumenterà molto di più, come solitamente avviene per le opere pubbliche dei Comuni ed in Italia in generale, vedi ad esempio l’Alta Velocità.
Diciamo “pensa” perché voler ridurre il danno ambientale che può creare un cantiere provvisorio quando l’Amministrazione Comunale ha voluto ed approvato il progetto della nuova strada con l’area di servizio e di sosta che distruggerà per sempre oltre 200.000 metri quadri di bosco, è una enorme contraddizione ed una solenne bugia.
Pensare che il cantiere provvisorio possa essere un danno ambientale rispetto a quanto citato sopra è una madornale presa in giro; sia chiaro che noi abbiamo sempre avversato sia il tracciato, quindi anche l’area di sosta ed i cantieri, perché inutili.
Quando l’ex sindaco volle fare l’area di servizio distruggendo una enorme quantità di boschi di robinia e querce piantate dai fratelli Castiglioni nel 1700, doveva sapere che solitamente i cantieri vengono previsti sulla base di esigenze legate al tipo di opere da realizzare e di conseguenza volendo l’autogrill si accettava l’area di cantiere.
Il danno ambientale è stato quello di aver voluto, sottolineiamo voluto, un disastro ambientale in cambio della promessa di soldi, che poi non sono arrivati; barattare l’ambiente ed il territorio per far cassa, porta sempre al disastro!
Ci chiediamo anche perché il Sindaco non si impegna per “ridurre il danno” per quanto riguarda la costruzione della galleria nei pressi delle nuove abitazioni di San Martino.
E’ credibile l’Amministrazione comunale che dopo aver approvato il cantiere Econord di via Gorla consumando oltre 30.000 mq. di terreno agricolo per costruire dei capannoni, ora “pensa di ridurre un danno ambientale” che Lei stessa ha voluto?
Nella delibera citata sopra, sono riportate alcune considerazioni del Sindaco che a questo riguardo dice testualmente: ”Ritengo che la ragione e il buon senso possano ancora prevalere rispetto a decisioni assunte (…) senza confronto delle soluzioni possibili”.
Chiediamo a questo Sindaco di dire quante volte si è confrontato con i Mozzatesi per trovare soluzioni alternative possibili? Ad esempio sulle cave di sabbia che ha approvato per cavare oltre 4 milioni di mc. nonostante le firme contrarie e dopo che aveva scritto nel suo programma elettorale che avrebbe rispettato il divieto di apertura di nuove cave, o quando ha approvato di fare altri impianti di rifiuti, perché non ha coinvolto i Mozzatesi?
Vorremmo anche che il Sindaco dicesse dove era quando Pedemontana faceva incontri pubblici con le Amministrazioni ed i cittadini, prima di approvare il progetto definitivo?
E’ quasi patetico ora il comportamento della Giunta Comunale quando vuol fare apparire che gli spazi agricoli stanno a cuore a tutti loro!
Vogliamo comunque assicurare al Sindaco che è “fuori tempo massimo”, il progetto definitivo dell’autostrada è stato approvato da parecchio!
Si occupi di altro, ma con “buon senso”!
Nell'immagine: l'area di servizio prevista a Mozzate
Desio: uno svincolo da 45 ettari
Articolo di Ilaria Carra
da "La Repubblica" - Ed. Milano
Pedemontana, residenti in rivolta contro il maxisvincolo brianzolo.
Il raccordo da 45 ettari causerà l’esproprio di case, terreni e di un bosco tra Desio e Lissone
Un'infrastruttura gigantesca, il secondo svincolo più grande d'Europa con i suoi 45 ettari. E sorgerà tra Desio e Lissone, super raccordo per collegare la futura Pedemontana alla statale Valassina, al posto di un recente sovrappasso costato miliardi (di lire), mai utilizzato per il suo scopo e oggi da abbattere. Ma, a pochi mesi dall'apertura del cantiere della Pedemontana, è contro il maxisvincolo brianzolo che si levano gli scudi del territorio. In particolare di chi dovrà andarsene, lasciando casa, terreni agricoli e pure un bosco (il secondo più grande di Desio), per fare posto ad un "ecomostro", come lo vive la trentina di espropriati di Desio e Lissone.
Il punto, denunciano, è che "già abbiamo sotto gli occhi uno scempio abbandonato - spiega uno di loro, Mauro Longoni - non si capisce perché, al posto di buttarlo giù, si sprechino decine di milioni per farne uno nuovo, enorme, invece di adattare il sovrappasso che già esiste e che ha solo tredici anni di vita: siamo coinvolti e danneggiati da una gestione del territorio alquanto anomala". Se proprio va fatto ex novo, gli espropriati chiedono che, nel progetto esecutivo, il maxiraccordo venga almeno ridimensionato. Intanto, per avere risposte, tramite il loro avvocato hanno scritto, "come persone offese", alla Procura di Monza. Perché il maxisvincolo si riallaccia anche a un'altra faccenda, ancora poco chiara: sorgerebbe a ridosso dell'ex cava di via Molinara, a Desio, già sotto sequestro penale da parte dei tribunale di Monza per scarichi abusivi di materiali.
Un'area per la quale, finora, nessun ente ha annunciato la bonifica (del costo di almeno un milione). Una latitanza che preoccupa i residenti, anche in vista dell'annuncio, fatto dal Comune di Desio, della possibile apertura del cantiere per lo svincolo fin da novembre. E della volontà di Pedemontana di costruire, sopra quei terreni avvelenati, il proprio centro direzionale. "I miei assistiti - scrive l'avvocato Veronica Dini - sono interessati a comprendere l'entità della contaminazione del sito e lo stato di avanzamento della bonifica".
Ma non è finita. Perché gli espropri per il maxisvincolo si concentrano a sud della Pedemontana: a nord meno, e lì il maxisvincolo verrà realizzato in modo da non toccare due aree (in particolare la zona di via Buttavafa - quartiere San Giuseppe) sulle quali sono previste le costruzioni di un grande centro commerciale e di un albergo. Una coincidenza sulla quale, anche alla luce del sequestro del pgt di Desio effettuato dalla Guardia di finanza il mese scorso, gli espropriati vogliono vederci chiaro. "Se la pianificazione urbanistica delle aree a nord dello svincolo risultasse illegittima - scrive sempre Dini alla procura di Monza - dovrebbe essere riesaminata anche la parte a sud non coinvolta nella trasformazione operata dal pgt".
da "La Repubblica" - Ed. Milano
Pedemontana, residenti in rivolta contro il maxisvincolo brianzolo.
Il raccordo da 45 ettari causerà l’esproprio di case, terreni e di un bosco tra Desio e Lissone
Un'infrastruttura gigantesca, il secondo svincolo più grande d'Europa con i suoi 45 ettari. E sorgerà tra Desio e Lissone, super raccordo per collegare la futura Pedemontana alla statale Valassina, al posto di un recente sovrappasso costato miliardi (di lire), mai utilizzato per il suo scopo e oggi da abbattere. Ma, a pochi mesi dall'apertura del cantiere della Pedemontana, è contro il maxisvincolo brianzolo che si levano gli scudi del territorio. In particolare di chi dovrà andarsene, lasciando casa, terreni agricoli e pure un bosco (il secondo più grande di Desio), per fare posto ad un "ecomostro", come lo vive la trentina di espropriati di Desio e Lissone.
Il punto, denunciano, è che "già abbiamo sotto gli occhi uno scempio abbandonato - spiega uno di loro, Mauro Longoni - non si capisce perché, al posto di buttarlo giù, si sprechino decine di milioni per farne uno nuovo, enorme, invece di adattare il sovrappasso che già esiste e che ha solo tredici anni di vita: siamo coinvolti e danneggiati da una gestione del territorio alquanto anomala". Se proprio va fatto ex novo, gli espropriati chiedono che, nel progetto esecutivo, il maxiraccordo venga almeno ridimensionato. Intanto, per avere risposte, tramite il loro avvocato hanno scritto, "come persone offese", alla Procura di Monza. Perché il maxisvincolo si riallaccia anche a un'altra faccenda, ancora poco chiara: sorgerebbe a ridosso dell'ex cava di via Molinara, a Desio, già sotto sequestro penale da parte dei tribunale di Monza per scarichi abusivi di materiali.
Un'area per la quale, finora, nessun ente ha annunciato la bonifica (del costo di almeno un milione). Una latitanza che preoccupa i residenti, anche in vista dell'annuncio, fatto dal Comune di Desio, della possibile apertura del cantiere per lo svincolo fin da novembre. E della volontà di Pedemontana di costruire, sopra quei terreni avvelenati, il proprio centro direzionale. "I miei assistiti - scrive l'avvocato Veronica Dini - sono interessati a comprendere l'entità della contaminazione del sito e lo stato di avanzamento della bonifica".
Ma non è finita. Perché gli espropri per il maxisvincolo si concentrano a sud della Pedemontana: a nord meno, e lì il maxisvincolo verrà realizzato in modo da non toccare due aree (in particolare la zona di via Buttavafa - quartiere San Giuseppe) sulle quali sono previste le costruzioni di un grande centro commerciale e di un albergo. Una coincidenza sulla quale, anche alla luce del sequestro del pgt di Desio effettuato dalla Guardia di finanza il mese scorso, gli espropriati vogliono vederci chiaro. "Se la pianificazione urbanistica delle aree a nord dello svincolo risultasse illegittima - scrive sempre Dini alla procura di Monza - dovrebbe essere riesaminata anche la parte a sud non coinvolta nella trasformazione operata dal pgt".
domenica 27 giugno 2010
Triuggio: cascine, ville e il bosco del Chignolo
Domenica 27 giugno 2010, 35 persone si sono ritrovate a Triuggio davanti ai cancelli della Villa Don Bosco per partecipare ad una escursione organizzata dalle Guardie Ecologiche del Parco Valle del Lambro, sotto la guida esperta di Luciano Inglesi.
Il percorso, in gran parte su strade vicinali e sentieri, si è svolto prevalentemente all'interno del bel bosco del Chignolo; area boschiva a forma di cuneo ("Chignoeu" in dialetto).
In questa area di 12 ettari si trovano le "stazioni dello zodiaco", ognuna dedicata a un segno, alle quali ci sono pannellli in cui vengono illustrati una specie vegetale e una animale presenti nel bosco.
Durante l'escursione si sono potute ammirare anche antiche cascine e ville storiche della zona: Cascina Montemerlo, Cascina Bregattone, Villa Sacro Cuore, Villa Jacini con la vicina Cascina Zuccone Robasacco.
Nelle foto, alcuni momenti dell'escursione:
- la GEV Luciano Inglesi al ritrovo alla Villa Don Bosco;
- il gruppo in cammino verso Cascina Montemerlo;
- Cascina Montemerlo;
- bosco del Chignolo, l'ingresso da nord;
- bosco del Chignolo, la meridiana degli gnomi;
- Cascina Bregattone;
- Villa Sacro Cuore;
- Villa Jacini;
- Cascina Zuccone Robasacco, l'edificio neogotico;
- Cascina Zuccone Robasacco, i gelsi.
Il percorso, in gran parte su strade vicinali e sentieri, si è svolto prevalentemente all'interno del bel bosco del Chignolo; area boschiva a forma di cuneo ("Chignoeu" in dialetto).
In questa area di 12 ettari si trovano le "stazioni dello zodiaco", ognuna dedicata a un segno, alle quali ci sono pannellli in cui vengono illustrati una specie vegetale e una animale presenti nel bosco.
Durante l'escursione si sono potute ammirare anche antiche cascine e ville storiche della zona: Cascina Montemerlo, Cascina Bregattone, Villa Sacro Cuore, Villa Jacini con la vicina Cascina Zuccone Robasacco.
Nelle foto, alcuni momenti dell'escursione:
- la GEV Luciano Inglesi al ritrovo alla Villa Don Bosco;
- il gruppo in cammino verso Cascina Montemerlo;
- Cascina Montemerlo;
- bosco del Chignolo, l'ingresso da nord;
- bosco del Chignolo, la meridiana degli gnomi;
- Cascina Bregattone;
- Villa Sacro Cuore;
- Villa Jacini;
- Cascina Zuccone Robasacco, l'edificio neogotico;
- Cascina Zuccone Robasacco, i gelsi.
venerdì 25 giugno 2010
La cascata Vallategna affonda il supermercato
In merito alla vicenda della cascata Vallategna di Asso è finalmente arrivata la risposta del ministro Bondi all'interrogazione parlamentare di Ermete Realacci sull'eventuale realizzazione di un supermercato nei suoi pressi.
Ne riportiamo di seguito il testo:
"Ad avviso dei competenti Uffici di questo Ministero, la zona interessata dall'intervento è estremamente vulnerabile dal punto di vista paesaggistico; pertanto la competente Soprintendenza è in attesa di visionare la documentazione relativa al progetto richiesta al Comune di Asso per poter esprimere le proprie valutazioni. Tale documentazione al momento non è ancora pervenuta; pertanto la Soprintendenza di Milano il 4 marzo 20l0 ha reiterato la richiesta di trasmissione della documentazione progettuale evidenziando che dal l0 gennaio 2010, ai sensi dell'articolo 146 d.lgs. n. 42 del 2004 qualsiasi progetto che si voglia intraprendere sulle aree sottoposte a vincolo paesaggistico deve ottenere il parere preventivo e vincolante da parte della Soprintendenza non essendo più sufficiente l'esame dell'Ufficio basato sul mero controllo della legittimità degli atti relativi alle autorizzazioni paesaggistiche."
Segnaliamo inolre che il soprintendente di Milano, arch. Alberto Artioli, ha rilasciato al quotidiano "La Provincia di Como" le seguenti dichiarazioni: «Cosa ne pensiamo del progetto di un supermercato sotto la cascata? Ne pensiamo male. Vedremo il progetto, che non abbiamo ancora esaminato, la nostra posizione è sostanzialmente contraria. Ci sono forti perplessità e criticità da valutare».
Ne riportiamo di seguito il testo:
"Ad avviso dei competenti Uffici di questo Ministero, la zona interessata dall'intervento è estremamente vulnerabile dal punto di vista paesaggistico; pertanto la competente Soprintendenza è in attesa di visionare la documentazione relativa al progetto richiesta al Comune di Asso per poter esprimere le proprie valutazioni. Tale documentazione al momento non è ancora pervenuta; pertanto la Soprintendenza di Milano il 4 marzo 20l0 ha reiterato la richiesta di trasmissione della documentazione progettuale evidenziando che dal l0 gennaio 2010, ai sensi dell'articolo 146 d.lgs. n. 42 del 2004 qualsiasi progetto che si voglia intraprendere sulle aree sottoposte a vincolo paesaggistico deve ottenere il parere preventivo e vincolante da parte della Soprintendenza non essendo più sufficiente l'esame dell'Ufficio basato sul mero controllo della legittimità degli atti relativi alle autorizzazioni paesaggistiche."
Segnaliamo inolre che il soprintendente di Milano, arch. Alberto Artioli, ha rilasciato al quotidiano "La Provincia di Como" le seguenti dichiarazioni: «Cosa ne pensiamo del progetto di un supermercato sotto la cascata? Ne pensiamo male. Vedremo il progetto, che non abbiamo ancora esaminato, la nostra posizione è sostanzialmente contraria. Ci sono forti perplessità e criticità da valutare».
giovedì 24 giugno 2010
Al Bosco del Chignolo con Equibici
Domenica 27 Giugno 2010 Equibici organizza una ciclo-escursione al Bosco del Chignolo a Triuggio.
Il ritrovo è fissato alle ore 14,45 davanti alla Biblioteca di Lissone, partenza ore 15.00.
Qualche salita per scoprire un bosco "da favola" a pochi chilometri da casa nostra.
Per info: info@equibici.it
Il ritrovo è fissato alle ore 14,45 davanti alla Biblioteca di Lissone, partenza ore 15.00.
Qualche salita per scoprire un bosco "da favola" a pochi chilometri da casa nostra.
Per info: info@equibici.it
martedì 22 giugno 2010
Lenta Meda
Una serata riuscita quella che si è tenuata a Meda venerdì 18 giugno scorso da Agenda Locale 21 e avente come argomento la "mobilità lenta".
Notevole l'aflusso delle persone, interessanti gli interventi dei relatori.
Per quanto riguarda la camminata ottimi gli interventi naturalistici, lungo il percorso, di Gianni del Pero e di Eugenio Boga.
Leggi anche: Slow Meda
Notevole l'aflusso delle persone, interessanti gli interventi dei relatori.
Per quanto riguarda la camminata ottimi gli interventi naturalistici, lungo il percorso, di Gianni del Pero e di Eugenio Boga.
Leggi anche: Slow Meda
domenica 20 giugno 2010
L'Oratorio di Santa Margherita è il nostro luogo del cuore
Dar voce alle segnalazioni dei beni più amati in Italia per assicurarne un futuro è lo scopo de “I Luoghi del Cuore”, il censimento nazionale promosso dal FAI che chiede ai cittadini di indicare i luoghi che sentono particolarmente cari e importanti e che vorrebbero fossero ricordati e conservati intatti per le generazioni future. L’appello è volto alla difesa di tesori piccoli e grandi, più o meno noti, che occupano un posto speciale nella vita di chi li ha a cuore.
L'oratorio di Santa Margherita di Macherio è il nostro luogo del cuore e ti chiediamo di aiutarci a tutelarlo cliccando qui.
SCHEDA
L'oratorio di Santa Margherita, meglio conosciuto come chiesa delle Torrette, è una bellissima costruzione risalente presumibilmente intorno al XIII / XIV secolo . Come era d'uso in quei tempi la chiesetta era conglobata in una vasta cascina, costituendone un piccolo feudo autonomo (in origine probabilmente era un convento delle Umiliate). E' di perfetto stile Gotico-Lombardo, dalle linee sobrie e ben distribuite. L'esterno si presenta con una facciata volta verso occidente, alla quale è prospiciente una storica strada contornata da un moumentale doppio filare di pioppi neri e cipressini. Elegante è l'unico portale di ingresso, rilevato da una cordonatura modulato in cotto, a sesto acuto. Del medesimo materiale è il rosone e la dentellatura perimetrale sotto gronda. L'interno è a mono-navata con soffittatura cuspide, formata da vele a sesto acuto, con cordonature a sbalzo, tipiche nel gotico. Stupendi sono i due affreschi (figure di santi o tutta altezza) sui pilastri dell'arco trionfale. Sull'altare, tardo barocco, una bella tela con Sacra Famiglia e Santi, e una pregevole deposizione. Entrambe le opere sono posteriori ('700/'800) all'origine dell'edificio. Alcune scrostature dell'intonaco lasciano intravvedere parte delle sottostanti decorazioni a graffito di tipico stile gotico. Vari interventi di restauro e di conservazione (non sempre felici, anzi piuttosto malfatti) si sono succeduti nel corso dei secoli. Sarebbe veramente opportuno studiare e quindi realizzare un integrale recupero di questo autentico gioiello architettonico-artistico, di cui, a suo tempo ebbe modo di appassionatamente parlare l'emerito storico-critico d'arte prof. Aslan, dopo una sua accurata visita. La chiesetta ed il viale alberato, come del resto tutta la tenuta agricola circostante, sono da tempo minacciati da una possibile cemintificazione dell'area che comprometterebbe definitivamente il suo alto valore storico e paesistico, veramente unico nel contesto geografico della Brianza Centrale.
Per una visita virtuale dell'oratorio di Santa Margherita cliccare qui.
L'oratorio di Santa Margherita di Macherio è il nostro luogo del cuore e ti chiediamo di aiutarci a tutelarlo cliccando qui.
SCHEDA
L'oratorio di Santa Margherita, meglio conosciuto come chiesa delle Torrette, è una bellissima costruzione risalente presumibilmente intorno al XIII / XIV secolo . Come era d'uso in quei tempi la chiesetta era conglobata in una vasta cascina, costituendone un piccolo feudo autonomo (in origine probabilmente era un convento delle Umiliate). E' di perfetto stile Gotico-Lombardo, dalle linee sobrie e ben distribuite. L'esterno si presenta con una facciata volta verso occidente, alla quale è prospiciente una storica strada contornata da un moumentale doppio filare di pioppi neri e cipressini. Elegante è l'unico portale di ingresso, rilevato da una cordonatura modulato in cotto, a sesto acuto. Del medesimo materiale è il rosone e la dentellatura perimetrale sotto gronda. L'interno è a mono-navata con soffittatura cuspide, formata da vele a sesto acuto, con cordonature a sbalzo, tipiche nel gotico. Stupendi sono i due affreschi (figure di santi o tutta altezza) sui pilastri dell'arco trionfale. Sull'altare, tardo barocco, una bella tela con Sacra Famiglia e Santi, e una pregevole deposizione. Entrambe le opere sono posteriori ('700/'800) all'origine dell'edificio. Alcune scrostature dell'intonaco lasciano intravvedere parte delle sottostanti decorazioni a graffito di tipico stile gotico. Vari interventi di restauro e di conservazione (non sempre felici, anzi piuttosto malfatti) si sono succeduti nel corso dei secoli. Sarebbe veramente opportuno studiare e quindi realizzare un integrale recupero di questo autentico gioiello architettonico-artistico, di cui, a suo tempo ebbe modo di appassionatamente parlare l'emerito storico-critico d'arte prof. Aslan, dopo una sua accurata visita. La chiesetta ed il viale alberato, come del resto tutta la tenuta agricola circostante, sono da tempo minacciati da una possibile cemintificazione dell'area che comprometterebbe definitivamente il suo alto valore storico e paesistico, veramente unico nel contesto geografico della Brianza Centrale.
Per una visita virtuale dell'oratorio di Santa Margherita cliccare qui.
Pedemontana, AlpTransit e congestione del traffico
Riportiamo un articolo pubblicato il 19 giugno scorso da Varese News seguito da un ns commento.
Necessario investire di più sulle ferrovie
di Roberto Morandi
«Non solo Pedemontana, la priorità dei prossimi dieci anni deve essere lo sviluppo del trasporto ferroviario». L’appello a ripensare il modello della mobilità arriva dall’assemblea dei circoli di Legambiente Lombardia, che si è tenuto sabato alle Bustecche. Damiano Di Simine, presidente regionale del Cigno Verde, è convinto che la scelta sia necessaria, perché lo scenario internazionale è gia deciso: «Appena a Nord di Varese si sta costruendo la più importante opera infrastrutturale del continente, in nuovo tunnel del Gottardo», che collegherà l’Italia e i porti mediterranei con il Centro Europa, la “locomotiva” dell’economia del vecchio continente. In futuro le merci da Nord arriveranno (quasi) tutte su ferrovia, per ragioni ambientali e di sicurezza: il problema è come far proseguire il viaggio. «Dobbiamo evitare – spiega Di Simine - che ci sia il trasbordo delle merci dal ferro alla gomma: la priorità dei prossimi dieci anni dovrebbe essere creare le condizioni per accogliere questa ferrovia». Il rischio è che la bassa provincia (ma tutta l’area a nord di Milano) finisca strangolata dal traffico dei mezzi pesanti che arrivano e partono dai centri intermodali dove “finisce” la ferrovia merci, nella zona di Busto Arsizio e Gallarate. Un po’ lo stesso scenario che evocava il sindaco di Gallarate Nicola Mucci, preoccupato per lo stop imprevisto al potenziamento della linea ferroviaria.
E gli ambientalisti sono pronti a sostenere anche il potenziamento delle infrastrutture: «La Rho-Gallarate ha bisogno di essere rafforzata, non si può pensare che tutto passi solo su due binari. Certo si deve rendere compatibile l’intervento nelle zone abitate (le contestazioni riguardano soprattutto Legnano e l’altomilanese, ndr), però il potenziamento è necessario». Di fronte ad uno scenario di questo genere, secondo il presidente di Legambiente Lombardia, i vertici regionali (e il governo centrale) rimangono ancorati al modello di mobilità su gomma («anche se la Pedemontana ha una indubbia utilità, nel riordinare i flussi di traffico») e alle grandi opere, compresa Malpensa. «La crescita, in particolare con la terza pista, andrà a invadere altri territori intorno allo scali in una provincia che ha già perso oltre mille ettari di superficie forestale». Al modello di «gigantismo aeroportuale» Legambiente contrappone l’idea di un investimento nella green economy, nelle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica. «Filiere produttive ad alta tecnologia che sono il contrario della smaterializzazione dell’economia, che portano lavoro sul territorio»
Commento:
Dei problemi legati al mancato prolungamento sul versante lombardo di AlpTransit (raddoppio della linea ferroviaria da Como a Seregno) avevamo parlato, su questo blog, qui.
Le preoccupazioni di Damiano Di Simine sono più che giustificate: nel 2018, anno in cui la nuova trasversale alpina sarà pronta, si rischierà la paralisi delle vie di comunicazione nella provincia di Como.
Non condividiamo, invece, l'affermazione del presidente regionale di Legambiente "sull' indubbia utilità" dell'autostrada Pedemontana. Su questo blog ci siamo occupati più volte della questione e non stiamo a ripeterci. In particolare si veda qui.
Per leggere tutti gli articoli pubblicati su Pedemontana cliccare qui.
Necessario investire di più sulle ferrovie
di Roberto Morandi
«Non solo Pedemontana, la priorità dei prossimi dieci anni deve essere lo sviluppo del trasporto ferroviario». L’appello a ripensare il modello della mobilità arriva dall’assemblea dei circoli di Legambiente Lombardia, che si è tenuto sabato alle Bustecche. Damiano Di Simine, presidente regionale del Cigno Verde, è convinto che la scelta sia necessaria, perché lo scenario internazionale è gia deciso: «Appena a Nord di Varese si sta costruendo la più importante opera infrastrutturale del continente, in nuovo tunnel del Gottardo», che collegherà l’Italia e i porti mediterranei con il Centro Europa, la “locomotiva” dell’economia del vecchio continente. In futuro le merci da Nord arriveranno (quasi) tutte su ferrovia, per ragioni ambientali e di sicurezza: il problema è come far proseguire il viaggio. «Dobbiamo evitare – spiega Di Simine - che ci sia il trasbordo delle merci dal ferro alla gomma: la priorità dei prossimi dieci anni dovrebbe essere creare le condizioni per accogliere questa ferrovia». Il rischio è che la bassa provincia (ma tutta l’area a nord di Milano) finisca strangolata dal traffico dei mezzi pesanti che arrivano e partono dai centri intermodali dove “finisce” la ferrovia merci, nella zona di Busto Arsizio e Gallarate. Un po’ lo stesso scenario che evocava il sindaco di Gallarate Nicola Mucci, preoccupato per lo stop imprevisto al potenziamento della linea ferroviaria.
E gli ambientalisti sono pronti a sostenere anche il potenziamento delle infrastrutture: «La Rho-Gallarate ha bisogno di essere rafforzata, non si può pensare che tutto passi solo su due binari. Certo si deve rendere compatibile l’intervento nelle zone abitate (le contestazioni riguardano soprattutto Legnano e l’altomilanese, ndr), però il potenziamento è necessario». Di fronte ad uno scenario di questo genere, secondo il presidente di Legambiente Lombardia, i vertici regionali (e il governo centrale) rimangono ancorati al modello di mobilità su gomma («anche se la Pedemontana ha una indubbia utilità, nel riordinare i flussi di traffico») e alle grandi opere, compresa Malpensa. «La crescita, in particolare con la terza pista, andrà a invadere altri territori intorno allo scali in una provincia che ha già perso oltre mille ettari di superficie forestale». Al modello di «gigantismo aeroportuale» Legambiente contrappone l’idea di un investimento nella green economy, nelle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica. «Filiere produttive ad alta tecnologia che sono il contrario della smaterializzazione dell’economia, che portano lavoro sul territorio»
Commento:
Dei problemi legati al mancato prolungamento sul versante lombardo di AlpTransit (raddoppio della linea ferroviaria da Como a Seregno) avevamo parlato, su questo blog, qui.
Le preoccupazioni di Damiano Di Simine sono più che giustificate: nel 2018, anno in cui la nuova trasversale alpina sarà pronta, si rischierà la paralisi delle vie di comunicazione nella provincia di Como.
Non condividiamo, invece, l'affermazione del presidente regionale di Legambiente "sull' indubbia utilità" dell'autostrada Pedemontana. Su questo blog ci siamo occupati più volte della questione e non stiamo a ripeterci. In particolare si veda qui.
Per leggere tutti gli articoli pubblicati su Pedemontana cliccare qui.
sabato 19 giugno 2010
Inverigo: Cipressi e Orrido tra i beni protetti dalla Regione
La Regione Lombardia ha finalmente deliberato di «dichiarare di notevole interesse pubblico quale bene paesaggistico, con conseguente assoggettamento alle relative norme di tutela, l'area del paesaggio rurale dell'Orrido e del Viale dei cipressi in Comune di Inverigo».
Accolta anche un'osservazione presentata dalle associazioni ambientaliste Orrido e Le Contrade in merito alle prescrizioni d'uso.
Nella foto (tratta dal sito dell'associazione Le Contrade): il viale dei cipressi
Accolta anche un'osservazione presentata dalle associazioni ambientaliste Orrido e Le Contrade in merito alle prescrizioni d'uso.
Nella foto (tratta dal sito dell'associazione Le Contrade): il viale dei cipressi
giovedì 17 giugno 2010
Puliamo il laghetto di San Carlo con i volontari del WWF
Domenica 20 giugno 2010, dalle ore 10.00 fino alle 12.00, i volontari del WWF Groane procederanno ad un piccolo intervento di pulizia dello specchio d'acqua del laghetto di San Carlo a Seregno.
La pulizia consisterà nella raccolta di materiale eterogeneo introdotto inopinatamente nel laghetto (bottiglie di vetro e plastica, sacchetti di plastica, cartacce, legni, ecc. ).
Alberto Isnenghi, uno dei volontari del WWF di Seregno ha dichiarato: "Tale operazione sarà effettuata nel massimo rispetto del luogo e senza recare alcun disturbo alla fauna e alla flora. I volontari si assumeranno personalmente ogni responsabilità del loro operato."
Da tempo il WWF Groane, coadiuvato da altri cittadini, tiene sotto controllo la situazione del laghetto, che da un punto di vista ecologico ritiene positiva. Anche la manutenzione del Parco Falcone Borsellino nelle pertinenze del Laghetto appare accettabile, salvo il fatto che i cestini dei rifiuti mancano e che le panchine sono state danneggiate e spostate.
Quello che appare attualmente piuttosto trascurato è proprio lo specchio d'acqua. Per ovviare a questo inconveniente i volontari intendono fare semplicemente quello che qualunque cittadino potrebbe fare: raccogliere i rifiuti abbandonati e deporli in un apposito contenitore (sacco grigio).
La pulizia consisterà nella raccolta di materiale eterogeneo introdotto inopinatamente nel laghetto (bottiglie di vetro e plastica, sacchetti di plastica, cartacce, legni, ecc. ).
Alberto Isnenghi, uno dei volontari del WWF di Seregno ha dichiarato: "Tale operazione sarà effettuata nel massimo rispetto del luogo e senza recare alcun disturbo alla fauna e alla flora. I volontari si assumeranno personalmente ogni responsabilità del loro operato."
Da tempo il WWF Groane, coadiuvato da altri cittadini, tiene sotto controllo la situazione del laghetto, che da un punto di vista ecologico ritiene positiva. Anche la manutenzione del Parco Falcone Borsellino nelle pertinenze del Laghetto appare accettabile, salvo il fatto che i cestini dei rifiuti mancano e che le panchine sono state danneggiate e spostate.
Quello che appare attualmente piuttosto trascurato è proprio lo specchio d'acqua. Per ovviare a questo inconveniente i volontari intendono fare semplicemente quello che qualunque cittadino potrebbe fare: raccogliere i rifiuti abbandonati e deporli in un apposito contenitore (sacco grigio).
mercoledì 16 giugno 2010
Slow Meda
Venerdì 18/06/2010 dalle ore 20.30 presso la Sala Elli Ex Cinema Radio a Meda (MB) si terrà un incontro pubblico organizzato da Agenda 21 Intercomunale di Meda, Cesano Maderno e Desio con la collaborazione del Comitato per il Parco Regionale della Brughiera e di altre associazioni di Meda, dal titolo MUOVERSI A PIEDI.
All’incontro, interverrà Gianni Del Pero per illustrare le proposte del Comitato per l'istituzione del Parco Regionale della Brughiera.
Al termine dei lavori, intorno alle ore 21,45 si parte dal Municipio a piedi per un percorso notturno passando per il centro storico di Meda, arrivando poi a percorrere un tratto di strada all'interno della Brughiera, in silenzio, per ascoltare i rumori del bosco nella notte fino alla Zoca di Pirutit.
Il rientro alla piazza del Municipio è previsto per le ore 24,00. Il corpo della Vigilanza Urbana a scorterà il gruppo di pedoni lungo le strade aperte al traffico fino alle zone a bosco. Al rientro, ci si dividerà a gruppi facendo attenzione al passaggio delle auto, utilizzando pile e giubbotti segnalatori fosforescenti che ognuno si dovrà portare.
All’incontro, interverrà Gianni Del Pero per illustrare le proposte del Comitato per l'istituzione del Parco Regionale della Brughiera.
Al termine dei lavori, intorno alle ore 21,45 si parte dal Municipio a piedi per un percorso notturno passando per il centro storico di Meda, arrivando poi a percorrere un tratto di strada all'interno della Brughiera, in silenzio, per ascoltare i rumori del bosco nella notte fino alla Zoca di Pirutit.
Il rientro alla piazza del Municipio è previsto per le ore 24,00. Il corpo della Vigilanza Urbana a scorterà il gruppo di pedoni lungo le strade aperte al traffico fino alle zone a bosco. Al rientro, ci si dividerà a gruppi facendo attenzione al passaggio delle auto, utilizzando pile e giubbotti segnalatori fosforescenti che ognuno si dovrà portare.
martedì 15 giugno 2010
Monza: “La Roggia del Principe”
Le acque di superficie del territorio di Monza e Brianza sono state in questi ultimi anni, per Monza in Bici, un importante argomento di visite e ricerche.
Il 20 giugno 2010 "Monza In Bici" propone di visitare “La Roggia del Principe”, da Monza a Sovico e ritorno per un totale di 24 Km. Percorso facile pianeggiante su ciclabile e strade trafficate.
Dopo la costruzione della villa reale l’arciduca Ferdinando chiede e ottiene dalla madre Maria Teresa d’Austria un nuovo consistente finanziamento per addurre l’acqua nei costruendi giardini, dove era previsto un laghetto con relativi giochi d’acqua. La roggia inizia a Sovico, sulla destra del Lambro, località Mulini Bassi, parallela al fiume, in direzione nord-sud.
Corre tra le cascine Canova, Biraga, Grugagna e Mantova in comune di Biassono, dove, in prossimità del Parco di Monza, viene fatta scorrere verso ovest in direzione Costa Bassa. Passa poi per Vedano in zona Santa Maria delle Selve e Montagnetta.
Di nuovo nel Parco a Monza circonda la cascina Frutteto e quindi, presso la cascina Bastia, entra finalmente nella Villa Reale, a divisione dell’odierno parcheggio. Presso la Cascina del Forno è sopravissuto un manufatto per la distribuzione delle acque nei prati, nella grotta di Nettuno, nella gabbia degli orsi, nelle serre…e negli scomparsi giochi d’acqua, attraverso tubazioni di piombo ora scomparsi. Con un percorso tortuoso, attraverso i giardini della villa, la roggia del Principe si immette nella roggia Pelucca, dopo il laghetto della Valle dei Sospiri.
Disattivata negli anni 1950, l’alveo della roggia, in territorio Biassono e Vedano nel Parco, negli anni 1970-75, fu occupato dal condotto fognario del Consorzio Bonifica Alto Lambro.
Informazioni:
Ritrovo 20 giugno 2010 - ore 9,00 – Piazza San Paolo - Monza
Rientro: circa ore 12,30 - Monza
Contributo: € 3,00 – ridotti e soci € 1,00
Camillo 039 740463 (ore serali)
Il 20 giugno 2010 "Monza In Bici" propone di visitare “La Roggia del Principe”, da Monza a Sovico e ritorno per un totale di 24 Km. Percorso facile pianeggiante su ciclabile e strade trafficate.
Dopo la costruzione della villa reale l’arciduca Ferdinando chiede e ottiene dalla madre Maria Teresa d’Austria un nuovo consistente finanziamento per addurre l’acqua nei costruendi giardini, dove era previsto un laghetto con relativi giochi d’acqua. La roggia inizia a Sovico, sulla destra del Lambro, località Mulini Bassi, parallela al fiume, in direzione nord-sud.
Corre tra le cascine Canova, Biraga, Grugagna e Mantova in comune di Biassono, dove, in prossimità del Parco di Monza, viene fatta scorrere verso ovest in direzione Costa Bassa. Passa poi per Vedano in zona Santa Maria delle Selve e Montagnetta.
Di nuovo nel Parco a Monza circonda la cascina Frutteto e quindi, presso la cascina Bastia, entra finalmente nella Villa Reale, a divisione dell’odierno parcheggio. Presso la Cascina del Forno è sopravissuto un manufatto per la distribuzione delle acque nei prati, nella grotta di Nettuno, nella gabbia degli orsi, nelle serre…e negli scomparsi giochi d’acqua, attraverso tubazioni di piombo ora scomparsi. Con un percorso tortuoso, attraverso i giardini della villa, la roggia del Principe si immette nella roggia Pelucca, dopo il laghetto della Valle dei Sospiri.
Disattivata negli anni 1950, l’alveo della roggia, in territorio Biassono e Vedano nel Parco, negli anni 1970-75, fu occupato dal condotto fognario del Consorzio Bonifica Alto Lambro.
Informazioni:
Ritrovo 20 giugno 2010 - ore 9,00 – Piazza San Paolo - Monza
Rientro: circa ore 12,30 - Monza
Contributo: € 3,00 – ridotti e soci € 1,00
Camillo 039 740463 (ore serali)
lunedì 14 giugno 2010
“Lentius, profundius, soavius”
“Lentius, profundius, soavius” (più lenti, più dolci, più in profondità) questo il motto che ha guidato l'iniziativa "in bici per il parco".
Dopo la visita guidata all'Oratorio di Santa Margherita alle Torrette, circa 60 persone hanno inforcato le biciclette per visitare le aree verdi che il Comitato "Brianza Centrale" ha proposto di inserire nel PLIS omonimo.
I molti bambini al seguito (anche trasportati nei seggiolini) hanno consigliato un'andatura moderata e alcune modifiche al percorso.
Dopo la visita guidata all'Oratorio di Santa Margherita alle Torrette, circa 60 persone hanno inforcato le biciclette per visitare le aree verdi che il Comitato "Brianza Centrale" ha proposto di inserire nel PLIS omonimo.
I molti bambini al seguito (anche trasportati nei seggiolini) hanno consigliato un'andatura moderata e alcune modifiche al percorso.
La fornace Fusari ed il lago Azzurro
Domenica 13 giugno 2010 una trentina di persone si sono ritrovate in via Varese a Meda per partecipare ad una escursione, organizzata dalla Pro Loco Pro Meda, sotto la guida esperta del professor Eugenio Boga, delle guardia ecologiche Giuseppe e Bruno Caspani e del dott. Maurizio Valota di Natura e Cultura.
Attraverso alcuni sentieri all'interno del Parco della Brughiera Briantea si è raggiunta la fornace Fusari, dove si è svolta la visita guidata all'antica attività produttiva, in cui i proprietari Pietro, Luca e Giancarlo, hanno messo a disposizione dei partecipanti la loro conoscenza e competenza.
Dalla fornace, la gita è proseguita attraverso i bei boschi del Parco fino al Lago Azzurro, abbellito dalla fioritura delle ninfee.
Emanuela Pandolfo della Pro Loco Pro Meda ha così commentato: “L’escursione ha raggiunto a pieno il proprio obiettivo: percorso tra natura ancora incontaminata, visita di un sito industriale - fornaci Fusari - memoria della nostra storia di inizio secolo e soprattutto la partecipazione di diversi concittadini.”
Nelle foto, alcuni momenti dell'escursione:
- I boschi della Brughiera Briantea;
- La Fornace Fusari;
- La "mattoniera";
- Il vecchio tornio;
- Il lago Azzurro;
- Ninfee sul lago;
- Un momento della visita guidata.
Leggi anche: Al lago azzurro per l'incanto delle ninfee fiorite
Attraverso alcuni sentieri all'interno del Parco della Brughiera Briantea si è raggiunta la fornace Fusari, dove si è svolta la visita guidata all'antica attività produttiva, in cui i proprietari Pietro, Luca e Giancarlo, hanno messo a disposizione dei partecipanti la loro conoscenza e competenza.
Dalla fornace, la gita è proseguita attraverso i bei boschi del Parco fino al Lago Azzurro, abbellito dalla fioritura delle ninfee.
Emanuela Pandolfo della Pro Loco Pro Meda ha così commentato: “L’escursione ha raggiunto a pieno il proprio obiettivo: percorso tra natura ancora incontaminata, visita di un sito industriale - fornaci Fusari - memoria della nostra storia di inizio secolo e soprattutto la partecipazione di diversi concittadini.”
Nelle foto, alcuni momenti dell'escursione:
- I boschi della Brughiera Briantea;
- La Fornace Fusari;
- La "mattoniera";
- Il vecchio tornio;
- Il lago Azzurro;
- Ninfee sul lago;
- Un momento della visita guidata.
Leggi anche: Al lago azzurro per l'incanto delle ninfee fiorite
domenica 13 giugno 2010
In Brianza si costruisce troppo: stop ai capannoni lungo la Pedemontana
“Con oltre il 54% di consumo del suolo, la Provincia MB si è guadagnata la maglia nera tra tutte le Provincie lombarde. E’ un dato estremamente allarmante e il nostro dovere è quello di impegnarci per la salvaguardia delle aree verdi e agricole rimaste”. Con queste parole il Presidente della Provincia, Dario Allevi, ha presentato il parere contrario formulato dalla Giunta Provinciale a due procedure di variante urbanistica richieste dai comuni di Arcore e Usmate Velate.
Le due proposte di variante urbanistica (SUAP) riguardano la conversione di quasi sei ettari di aree agricole in aree industriali, una per l’insediamento di uffici ed unità produttive ad Usmate Velate e l’altra per la realizzazione di un nuovo impianto di betonaggio ed asfalti ad Arcore.
“Le aree sono collocate lungo il tracciato dove sorgerà la Pedemontana: vogliamo impedire che questa strada si trasformi in una sorta di Milano- Brescia dove il panorama è completamente deturpato dalla vista dei capannoni industriali – dichiara il Presidente della Provincia Dario Allevi- Crediamo davvero che la Pedemontana debba rappresentare un modo nuovo di concepire un’opera pubblica. Per la Brianza deve diventare una vera risorsa sia in termini economici che occupazionali: per fare questo però è importante agire fin da subito affinchè non si creino precedenti pericolosi”.
Entrambe le pratiche saranno valutate nei prossimi giorni all’interno della Conferenza dei Servizi e Allevi e Brambilla hanno annunciato che la Provincia è pronta a fare ricorso qualora i comuni in questa sede si esprimeranno diversamente.
“Abbiamo richiesto la mappatura di tutte le aree dismesse nel territorio dove sarebbe possibile avviare attività produttive senza dover richiedere la conversione di aree agricole – concludono entrambi – Appena avremo i dati, valuteremo forme di incentivi per le imprese che decideranno di collocarsi in questi siti abbandonati ”.
Leggi anche:
- Pedemontana: «Ora piano d'area contro il cemento»
Legenda immagine:
Le due proposte di variante urbanistica (SUAP) riguardano la conversione di quasi sei ettari di aree agricole in aree industriali, una per l’insediamento di uffici ed unità produttive ad Usmate Velate e l’altra per la realizzazione di un nuovo impianto di betonaggio ed asfalti ad Arcore.
“Le aree sono collocate lungo il tracciato dove sorgerà la Pedemontana: vogliamo impedire che questa strada si trasformi in una sorta di Milano- Brescia dove il panorama è completamente deturpato dalla vista dei capannoni industriali – dichiara il Presidente della Provincia Dario Allevi- Crediamo davvero che la Pedemontana debba rappresentare un modo nuovo di concepire un’opera pubblica. Per la Brianza deve diventare una vera risorsa sia in termini economici che occupazionali: per fare questo però è importante agire fin da subito affinchè non si creino precedenti pericolosi”.
Entrambe le pratiche saranno valutate nei prossimi giorni all’interno della Conferenza dei Servizi e Allevi e Brambilla hanno annunciato che la Provincia è pronta a fare ricorso qualora i comuni in questa sede si esprimeranno diversamente.
“Abbiamo richiesto la mappatura di tutte le aree dismesse nel territorio dove sarebbe possibile avviare attività produttive senza dover richiedere la conversione di aree agricole – concludono entrambi – Appena avremo i dati, valuteremo forme di incentivi per le imprese che decideranno di collocarsi in questi siti abbandonati ”.
Leggi anche:
- Pedemontana: «Ora piano d'area contro il cemento»
Legenda immagine:
sabato 12 giugno 2010
Area Alfa: Un altro progetto è possibile
Arese, 12 giugno 2010. Multicolore, vivacissima e del tutto trasversale la partecipazione alla prima manifestazione organizzata questa mattina al parco Europa dal Coordinamento Difesa Territorio Area Alfa “Un altro progetto è possibile!”, di cui fanno parte il Comitato Difendiamo Arese, Legambiente, le Acli del rodhense, vari comitati cittadini, organizzazioni sindacali dell'Alfa e associazioni di commercianti, con l'appoggio di esponenti del PD dei comuni di Arese, Garbagnate, Lainate e Rho, tutti contrari all'attuale Accordo di Programma per la Riqualificazione dell’area Alfa Romeo (AdP).
Dopo un primo happening al parco Europa, in cui i bambini hanno dipinto un grande poster poi regalato al sindaco di Arese Gianluigi Fornaro (nel disegno il grande albero montato su un ingranaggio, logo del coordinamento: “Area Alfa: un altro progetto è possibile), i circa 400 convenuti hanno sfilato davanti alle bancarelle del mercato comunale e per le vie del centro sino alla piazza del Municipio, dove la presidente del Comitato Difendiamo Arese Sara Belluzzo, Gianluigi Forloni e Damano Di Simine ( di Legambiente), esponenti di SoS Fornace di Rho, sindacalisti Alfa e alcuni esponenti dei partiti politici locali (PD) hanno preso brevemente la parola in difesa del territorio e contro l'Accordo di Programma Fiat-Alfa (AdP), esortando il sindaco Gianluigi Fornaro a non firmare tale accordo.
Per maggiori informazioni cliccare qui.
Dopo un primo happening al parco Europa, in cui i bambini hanno dipinto un grande poster poi regalato al sindaco di Arese Gianluigi Fornaro (nel disegno il grande albero montato su un ingranaggio, logo del coordinamento: “Area Alfa: un altro progetto è possibile), i circa 400 convenuti hanno sfilato davanti alle bancarelle del mercato comunale e per le vie del centro sino alla piazza del Municipio, dove la presidente del Comitato Difendiamo Arese Sara Belluzzo, Gianluigi Forloni e Damano Di Simine ( di Legambiente), esponenti di SoS Fornace di Rho, sindacalisti Alfa e alcuni esponenti dei partiti politici locali (PD) hanno preso brevemente la parola in difesa del territorio e contro l'Accordo di Programma Fiat-Alfa (AdP), esortando il sindaco Gianluigi Fornaro a non firmare tale accordo.
Per maggiori informazioni cliccare qui.
Un appello per salvare la brughiera della Brianza
La variante del Secondo Lotto della Tangenziale di Como inserita nel progetto Pedemontana, prevede, al posto del percorso originario quasi totalmente in galleria, uno fuori terra che attraversa da Capiago Intimiano a Orsenigo la splendida area di brughiera sopravvissuta all’urbanizzazione. Il progetto sta continuando il suo iter e la Regione Lombardia intende in tempi brevi arrivare a una definizione del tragitto definitivo.
E’ quindi necessario fare pressione perché la brughiera venga salvata dalla devastazione e perché eventuali percorsi autostradali siano il più possibile compatibili con la salvaguardia ambientale di un patrimonio comune e prezioso.
Anna Maspero del Gruppo Salvabrughiera ha dichiarato: "Chiediamo a tutti voi amici di votare la nostra brughiera come LUOGO DEL CUORE all’interno del censimento nazionale promosso dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) per indicare tutti quei luoghi da conservare intatti per le generazioni future."
Per maggiori informazioni sull’iniziativa cliccare qui.
Per dare il vostro voto cliccare qui, e indicate:
Luogo del cuore: SALVA BRUGHIERA - Provincia: Como - Comune: Capiago Intimiano (è sovraccomunale, ma bisogna inserire un comune) - Tipologia: area naturale
Foto tratta da: Salvabrughiera
E’ quindi necessario fare pressione perché la brughiera venga salvata dalla devastazione e perché eventuali percorsi autostradali siano il più possibile compatibili con la salvaguardia ambientale di un patrimonio comune e prezioso.
Anna Maspero del Gruppo Salvabrughiera ha dichiarato: "Chiediamo a tutti voi amici di votare la nostra brughiera come LUOGO DEL CUORE all’interno del censimento nazionale promosso dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) per indicare tutti quei luoghi da conservare intatti per le generazioni future."
Per maggiori informazioni sull’iniziativa cliccare qui.
Per dare il vostro voto cliccare qui, e indicate:
Luogo del cuore: SALVA BRUGHIERA - Provincia: Como - Comune: Capiago Intimiano (è sovraccomunale, ma bisogna inserire un comune) - Tipologia: area naturale
Foto tratta da: Salvabrughiera
mercoledì 9 giugno 2010
La Brianza vuole l'acqua pubblica!
Sono 10.660 le firme finora raccolte in Brianza e 113 mila quelle raccolte in Lombardia a sostegno del Referendum contro la privatizzazione dell’acqua.
Il successo del Referendum è diffuso in tutta Italia dove, a distanza di sole 6 settimane dall’inizio della campagna, si sta sempre più avvicinando l’obiettivo di 1 milione di firme.
Di queste, come detto, oltre 10mila sono le firme dei brianzoli, che in tal modo hanno voluto esprimere il loro no alla mercificazione dell’acqua. Infatti coi 3 quesiti contenuti nel Referendum, si chiede l’abrogazione delle norme che obbligano i comuni a mettere sul mercato la gestione dei servizi idrici, ovvero acquedotti, fognature e depuratori. In primis la norma di cui si richiede la cancellazione è il famigerato art. 23 bis del cosiddetto Decreto Ronchi, col quale si impone la cessione ai privati della conduzione delle reti idriche, entro la scadenza del 31 dicembre 2011.
Le iniziative e i banchetti per la raccolta firme in Lombardia sono aggiornati sui seguenti siti:
- www.acquabenecomune.org
- www.contrattoacqua.it
Il successo del Referendum è diffuso in tutta Italia dove, a distanza di sole 6 settimane dall’inizio della campagna, si sta sempre più avvicinando l’obiettivo di 1 milione di firme.
Di queste, come detto, oltre 10mila sono le firme dei brianzoli, che in tal modo hanno voluto esprimere il loro no alla mercificazione dell’acqua. Infatti coi 3 quesiti contenuti nel Referendum, si chiede l’abrogazione delle norme che obbligano i comuni a mettere sul mercato la gestione dei servizi idrici, ovvero acquedotti, fognature e depuratori. In primis la norma di cui si richiede la cancellazione è il famigerato art. 23 bis del cosiddetto Decreto Ronchi, col quale si impone la cessione ai privati della conduzione delle reti idriche, entro la scadenza del 31 dicembre 2011.
Le iniziative e i banchetti per la raccolta firme in Lombardia sono aggiornati sui seguenti siti:
- www.acquabenecomune.org
- www.contrattoacqua.it
lunedì 7 giugno 2010
Le aiuole di Mariano Comense
Il ritorno dei fiordalisi in Brianza Centrale, di cui abbiamo dato notizia qui, ha suscitato interesse nei lettori di questo blog che ci hanno segnalato:
Sopra: una aiuola con fiori di campo a Mariano Comense.
Sotto: a sinistra un fiordaliso "ornamentale", a destra la varietà "selvatica".
- che a Mariano Comense, per una scelta della società dei servizi del Comune, le aiuole sono state piantumate con semi di fiori di campo. Sono belle da vedersi, richiedono pochissima manutenzione perchè non hanno bisogno di tagli frequenti, naturali perchè evitano l'utilizzo di erbicidi o pesticidi. Un plauso, quindi, alla MCS Servizi di Mariano Comense;
- i fiordalisi utilizzati a Mariano sono molto probabilmente di una varietà ornamentale, infatti il fiore è più grosso e composto, mentre quelli selvatici che una volta si vedevano nei campi di cereali hanno meno petali.
Sopra: una aiuola con fiori di campo a Mariano Comense.
Sotto: a sinistra un fiordaliso "ornamentale", a destra la varietà "selvatica".
Seveso: 18 anni al Fosso del Ronchetto
Circolo Legambiente Laura Conti, WWF Sezione Goane,
Natur&, Ciessevi e Comune di Seveso
organizzano
Festa al Fosso del Ronchetto
Domenica 13 Giugno 2010 - ore 15,00
Seveso Altopiano - Via Boves / Via Monterosa
A partire dalle ore 15.00, ingresso da via Boves, la Festa inizierà con un momento musicale proposto da Musicamorfosi e con la partecipazione di due musicisti di primo piano nel panorama italiano della musica d’autore quali Roberto Zanisi, primo musicista italiano a suonare il cümbüs, strumento a corde turco e Alberto Ferrari, eclettico suonatore di fiati tra cui il sax contralto e il clarinetto.
Dopo la performance dei due musicisti seguirà un piccolo rinfresco e sarà presentato il volumetto “Fosso del Ronchetto”, breve “viaggio” attraverso 18 anni e più di lavoro volontario all’Oasi che è gestita dal circolo Legambiente Laura Conti Seveso e dalla sezione Groane del WWF con la collaborazione dell’ufficio Ecologia del Comune.
Il volumetto, che sarà a disposizione di tutta la cittadinanza, desidera raccontare la trasformazione dell’area da discarica a luogo unico e prezioso del territorio di Seveso. Oggi l’Oasi del Fosso del Ronchetto avvolge per la sua bellezza ed è il frutto di un’opera di passione e amore, nata dopo centinaia di scambi, riunioni, giornate di lavoro, verifiche progettuali.
Le pagine contengono le testimonianze di Massimo Donati, Sindaco di Seveso, di Damiano di Simine Presidente di Legambiente Lombardia e di Maurizio Borghi del WWF Groane, tre dei principali protagonisti che hanno contribuito a far nascere e crescere il Fosso del Ronchetto.
Per chi non viene a piedi ci sono i parcheggi di via Boves (vicino al Ronchetto) e via Monte Rosa all'Altopiano.
Prima e dopo l'evento chi desidera potrà essere guidato in una visita dell'oasi naturalistica.
"La storia del Fosso del Ronchetto inizia nel 1992 quando insieme al WWF Sezione Groane e al Circolo Legambiente Laura Conti abbiamo cominciato a prenderci cura di quella che sarebbe diventtata un'Oasi naturale di valore inestimabile sia dal punto di vista ambientale che di quello di coesione sociale.
(...)
Il Fosso del Ronchetto è una delle tante incisure che sono state scavate dall'acqua che scende dall'Altopiano e dalle GRoane verso la Valle del Seveso.
Nella vicina era dell'urbanizzazione selvaggia questi fossi erano usati come discariche, o in alternativa come pendii precostituiti per il passaggio stradale. Il Fosso del Ronchetto era negli anni '90 del secolo scorso sia l'uno, cioè una discarica, e sia destinato a diventare l'altro, cioè era programmato che vi dovesse passare in mezzo una strada. Invece è diventato un modello di intervento fattivo della cittadinanza che insieme all'amministrazione si è mossa prima con un importante risanamento e poi ha posto le basi per la creazione di un'oasi naturale che venisse gestita dalle associazioni ambientaliste della zona, con l'abbandono definitivo del progetto di costruzione di una strada."
(...)
Testo in corsivo: parte dell'intervento di Massimo Donati, tratto dal volumetto "Fosso del Ronchetto".
organizzano
Festa al Fosso del Ronchetto
Domenica 13 Giugno 2010 - ore 15,00
Seveso Altopiano - Via Boves / Via Monterosa
A partire dalle ore 15.00, ingresso da via Boves, la Festa inizierà con un momento musicale proposto da Musicamorfosi e con la partecipazione di due musicisti di primo piano nel panorama italiano della musica d’autore quali Roberto Zanisi, primo musicista italiano a suonare il cümbüs, strumento a corde turco e Alberto Ferrari, eclettico suonatore di fiati tra cui il sax contralto e il clarinetto.
Dopo la performance dei due musicisti seguirà un piccolo rinfresco e sarà presentato il volumetto “Fosso del Ronchetto”, breve “viaggio” attraverso 18 anni e più di lavoro volontario all’Oasi che è gestita dal circolo Legambiente Laura Conti Seveso e dalla sezione Groane del WWF con la collaborazione dell’ufficio Ecologia del Comune.
Il volumetto, che sarà a disposizione di tutta la cittadinanza, desidera raccontare la trasformazione dell’area da discarica a luogo unico e prezioso del territorio di Seveso. Oggi l’Oasi del Fosso del Ronchetto avvolge per la sua bellezza ed è il frutto di un’opera di passione e amore, nata dopo centinaia di scambi, riunioni, giornate di lavoro, verifiche progettuali.
Le pagine contengono le testimonianze di Massimo Donati, Sindaco di Seveso, di Damiano di Simine Presidente di Legambiente Lombardia e di Maurizio Borghi del WWF Groane, tre dei principali protagonisti che hanno contribuito a far nascere e crescere il Fosso del Ronchetto.
Per chi non viene a piedi ci sono i parcheggi di via Boves (vicino al Ronchetto) e via Monte Rosa all'Altopiano.
Prima e dopo l'evento chi desidera potrà essere guidato in una visita dell'oasi naturalistica.
"La storia del Fosso del Ronchetto inizia nel 1992 quando insieme al WWF Sezione Groane e al Circolo Legambiente Laura Conti abbiamo cominciato a prenderci cura di quella che sarebbe diventtata un'Oasi naturale di valore inestimabile sia dal punto di vista ambientale che di quello di coesione sociale.
(...)
Il Fosso del Ronchetto è una delle tante incisure che sono state scavate dall'acqua che scende dall'Altopiano e dalle GRoane verso la Valle del Seveso.
Nella vicina era dell'urbanizzazione selvaggia questi fossi erano usati come discariche, o in alternativa come pendii precostituiti per il passaggio stradale. Il Fosso del Ronchetto era negli anni '90 del secolo scorso sia l'uno, cioè una discarica, e sia destinato a diventare l'altro, cioè era programmato che vi dovesse passare in mezzo una strada. Invece è diventato un modello di intervento fattivo della cittadinanza che insieme all'amministrazione si è mossa prima con un importante risanamento e poi ha posto le basi per la creazione di un'oasi naturale che venisse gestita dalle associazioni ambientaliste della zona, con l'abbandono definitivo del progetto di costruzione di una strada."
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Testo in corsivo: parte dell'intervento di Massimo Donati, tratto dal volumetto "Fosso del Ronchetto".
sabato 5 giugno 2010
Brianza Centrale: ritornano i fiordalisi
In occasione delllo scorso 25 aprile, su questo blog, è stato pubblicato un racconto di Robero Camerani sulla sua esperienza di deportato politico nei lager nazisti.
Un lettore ci aveva lasciato il seguente commento:
"(...) La natura è percepita come la vita, contrapposta alla follia della guerra, del nazismo e del fascismo. Ma se pochi papaveri si vedono ancora qua e là, i fiordalisi non ci sono ormai più. Mettiamo anche la foto di un fiordaliso!"
Oggi, dopo tanto tempo, forse anni, abbiamo ritrovato i fiordalisi in Brianza Centrale... che dedichiamo a Robero Camerani.
Leggi anche, su questo blog: Le aiuole di Mariano Comense
Un lettore ci aveva lasciato il seguente commento:
"(...) La natura è percepita come la vita, contrapposta alla follia della guerra, del nazismo e del fascismo. Ma se pochi papaveri si vedono ancora qua e là, i fiordalisi non ci sono ormai più. Mettiamo anche la foto di un fiordaliso!"
Oggi, dopo tanto tempo, forse anni, abbiamo ritrovato i fiordalisi in Brianza Centrale... che dedichiamo a Robero Camerani.
Leggi anche, su questo blog: Le aiuole di Mariano Comense
Gli orti abbandonati di Cesano Maderno
Gli orti in stato di abbandono
A Cassina Savina, frazione di Cesano Maderno, il Comune ha recentemente realizzato degli orti comunali da destinare ai residenti. Purtroppo, probabilmente a causa di un regolamento troppo restrittivo, ne sono stati assegnati solo 13 su 50.
Aggiornamento:
6 giugno 2010 - Gli orti di Cassina Savina sono stati ripuliti dalle erbacce invadenti. Non sappiamo se questo è avvenuto in seguito alla nostra segnalazione comunque ce ne compiacciamo anche se il problema degli orti non utilizzati permane.
A Cassina Savina, frazione di Cesano Maderno, il Comune ha recentemente realizzato degli orti comunali da destinare ai residenti. Purtroppo, probabilmente a causa di un regolamento troppo restrittivo, ne sono stati assegnati solo 13 su 50.
Aggiornamento:
6 giugno 2010 - Gli orti di Cassina Savina sono stati ripuliti dalle erbacce invadenti. Non sappiamo se questo è avvenuto in seguito alla nostra segnalazione comunque ce ne compiacciamo anche se il problema degli orti non utilizzati permane.