di Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi"
Nei giorni scorsi, e in particolare nella giornata di ieri, mercoledì 15 maggio, si sono verificati nel Lecchese e nel Monzese, numerosi eventi legati alle abbondanti piogge, soprattutto allagamenti e frane.
Chiariamo anzitutto una cosa: le esondazioni di fiumi e torrenti e i conseguenti allagamenti delle aree golenali sono fenomeni assolutamente naturali, avvenuti storicamente e ciclicamente. Quello che invece è cambiato nel nostro territorio, da almeno 50 anni a questa parte, è che l'uomo ha costruito nelle medesime aree di esondazione naturale dei corsi d'acqua, determinando in questo modo un sicuro aumento dei rischi legati appunto agli allagamenti.
Ora, in conseguenza dei sempre più frequenti eventi di dissesto idrogeologico (connessi anche con la crisi climatica), l'approccio delle Istituzioni (AIPO, Regione, Comuni, ecc.) tende spesso a ribaltare il problema, ovvero - per proteggere gli edifici costruiti nelle aree a rischio - si preferiscono ingabbiare i fiumi e i torrenti. Così ad esempio nascono progetti nefasti per realizzare nuove arginature in cemento dei torrenti, che non fanno altro che aumentare il pericolo. Si pensa cioè solo ad alzare o artificializzare gli argini, ma in questo modo - visto che la quantità di acqua che scende dal cielo non si può ovviamente ridurre - si ha come conseguenza che le esondazioni si spostano più a monte o a valle, aumentando di fatto i rischi di dissesto.
Ribadiamo quindi che, come in tutte le questioni ambientali, la soluzione non è il contenimento dei fenomeni acuti (allagamenti, frane, ecc.) ma la prevenzione. Nel caso del dissesto idrogeologico, l'unica vera prevenzione è lo stop al consumo di suolo: occorre cancellare tutte le previsioni urbanistiche di edificazione non ancora attuate, passando a PGT a reale 'consumo di suolo zero'. Per farlo serve solo la volontà politica, cosa che i comuni, purtroppo, non hanno il coraggio di fare! Anche la pessima legge regionale urbanistica (che doveva intervenire proprio per contenere il consumo di suolo) consente di fatto di continuare a cementificare. E questo lo si vede chiaramente dai dati sull'aumento del consumo di suolo nella nostra Regione.
Lo ripetiamo: per contenere gli allagamenti non bisogna intervenire sui corsi d'acqua, al contrario occorre preservare ed ampliare le aree di esondazione naturale dei corsi d'acqua.
"Non è la pioggia, è il cemento!"
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