La diga di Inverigo giovedì 16/05/2024 |
In merito agli eventi meteo che hanno interessato la Brianza, il Parco Valle del Lambro è intervenuto sulla sua pagina Facebook per fornire spiegazioni. L'evento meteorologico di lunedì 20 maggio, che prevedeva una precipitazione di 40/80 mm di pioggia in 24 ore, ha effettivamente registrato una media di 40 mm sul bacino del Lambro.
La previsione ha portato all’individuazione di un’allerta rossa per due motivi principali: la vicinanza temporale al precedente evento meteo del 14-16 maggio, che aveva completamente saturato i suoli, e il carattere temporalesco di una parte del nuovo evento meteo. Per questo motivo si è mantenuta alta l'attenzione, soprattutto sui corsi d'acqua minori, che risentono particolarmente delle precipitazioni temporalesche.
Planimetria della cava di Brenno |
Martedì 21 maggio, il temporale più significativo ha colpito l'area del Seveso, con 73 mm di pioggia in un'ora, causando danni importanti. A livello di bacino del Lambro, è stata ridotta la portata in uscita dal Cavo Diotti per evitare di sovrapporsi con la piena di valle. Inoltre, sono stati invasati circa 100.000 metri cubi d'acqua nella diga di Inverigo (CO) e 20.000 metri cubi nella Cava di Brenno a Costa Masnaga (LC).
La cava di Brenno. Foto del 2022 |
Nella mattinata di mercoledì 22 maggio è iniziata la progressiva riapertura degli scarichi del Cavo Diotti per abbassare il livello del lago di Pusiano (CO). Nella stessa giornata, è stata revocata la preallerta per rischio diga, poiché il livello del lago è sceso sotto i 120 cm dallo zero dell'idrometro, mentre è stata mantenuta la preallerta per rischio idraulico di valle, per superare il limite di scarico di 10 mc/s.
Sul tema è intervenuto anche il Circolo Ambiente "Ilaria Alpi", che ha ricordato: "Le esondazioni di fiumi e torrenti e i conseguenti allagamenti delle aree golenali sono fenomeni assolutamente naturali, avvenuti storicamente e ciclicamente. Quello che invece è cambiato nel nostro territorio, da almeno 50 anni a questa parte, è che l'uomo ha costruito nelle medesime aree di esondazione naturale dei corsi d'acqua, aumentando così i rischi legati agli allagamenti." Il Circolo ha inoltre criticato il ruolo del Parco, affermando: "Il compito del Parco non è progettare e costruire nuove opere di regimazione, bensì preservare il territorio dalla cementificazione. Invece, il Parco Valle Lambro sembra fare esattamente il contrario! A cosa serve allora un Parco? Basterebbe una stazione appaltante di opere pubbliche!"
"Lo stesso discorso - ci ricorda Roberto Fumagalli, presidente dell'associazione ambientalista - si può fare per quanto riguarda le vasche di laminazione sull'asta del fiume Lambro, destinate - secondo le Istituzioni che le hanno previste e progettate (Regione e Parco Valle Lambro) - a proteggere Monza e Milano dagli allagamenti. Ebbene, anche in questo caso si ragiona solo col parametro dell'intervento di tipo 'idraulico', senza considerare i fiumi come elementi naturali e, soprattutto, senza prevedere nessun intervento per contenere la galoppante cementificazione. Ricordiamo a tal proposito che la nostra Regione è quella col maggior consumo di suolo e che la provincia di Monza Brianza è la più cementificata d'Italia, per non parlare della città di Milano dove non solo non si rileva alcun provvedimento per invertire la rotta rispetto alle scelte di politica urbanistica che stanno 'riempimento' i pochi spazi 'vuoti' rimasti. Per la soluzione dei problemi di dissesto del bacino del Lambro si punta tutto solo all'aspetto idraulico della laminazione delle piene, principio sacrosanto ma che dovrebbe avvenire anzitutto mantenendo libere le zone di esondazione naturale, evitando di concentrarsi solo e unicamente sulla realizzazione di nuove opere di regimazione, quali chiuse, paratie, bacini di contenimento che, comunque, portano ad un'ulteriore artificializzazione degli argini dei fiumi e che rischiano di 'ingabbiare' le poche aree naturali a ridosso dei corsi d'acqua."
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