lunedì 13 maggio 2024

Seregno. La memoria delle stragi


COME LE STRAGI HANNO CAMBIATO LE COSCIENZE
A cura dell'Associazione Culturale InfinityArt
Sabato 18 maggio 2024, ore 10
Sala Monsignor Gandini
Via XXIV Maggio
Seregno

Con il patrocinio della città di Seregno


Relatori: 

  • Michele Cucuzza, giornalista e direttore Antenna Sicilia (in collegamento da Catania)
  • Giovanni Taormina, giornalista Rai

Moderatrice: Mara Cozzoli, Caporedattrice Milano Più Sociale

Reading-Performance a tema: Magda Chiarelli

In occasione dell’anniversario della Strage di Capaci, l'Associazione Culturale InfinityArt presenta sabato 18 maggio alle ore 10 presso la Sala Monsignor Gandini la conferenza "Come le stragi hanno cambiato le coscienze", patrocinata dalla città di Seregno.

Il punto centrale dell’incontro riguarda gli anni Novanta, gli omicidi, il periodo stragista e l’evoluzione dei modus operandi delle mafie.

La stagione del terrorismo iniziò ufficialmente alla fine del 1991, con attentati diretti verso istituzioni statali. A Capaci persero la vita Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e i loro agenti di scorta; cinquantasette giorni dopo, in via D’Amelio, saltarono in aria Paolo Borsellino e, ancora una volta, gli agenti di scorta.

Prima di cambiare strategia e scegliere di “lavorare“ in silenzio, Cosa Nostra sferrò un ultimo attacco a Roma, Milano e Firenze, con mandante Matteo Messina Denaro che, nel 1993, scelse come obiettivi i monumenti. Le stragi si fermarono, e iniziò l'era di Mani Pulite. Antonio Di Pietro proseguì un percorso già iniziato, mettendo in evidenza i legami tra imprenditori del nord, politica e mafia.

A raccontare non solo questi anni ma anche il contesto odierno saranno due giornalisti, entrambi siciliani, che vissero quella fase storica con il duplice animo di chi svolge una professione e sente forte il legame con la propria terra natia e il proprio Paese. “Era una domenica e tornavo dal mare, stavo riportando a casa una mia amica“ ricorda Giovanni Taormina “mentre parcheggiavo la macchina ci fu l’esplosione. Io mi recai, immediatamente, verso dove vedevo alzarsi il fumo. Contemporaneamente, giunto in via D’Amelio, intravidi la sagoma del giudice Ayala accorrere dalla direzione opposta alla mia. Ai miei occhi, in quel momento, comparve un’immagine di guerra: fumo, macchine incendiate… sembrava una zona appena bombardata." “Mi sembra utile poter dare, in questa occasione“ dichiara Michele Cucuzza, giornalista e direttore di Antenna Sicilia “la mia testimonianza di cronista di lungo percorso, riferendo dell’offensiva attuale delle procure contro la corruzione e il voto di scambio politico-mafioso (in particolare in Sicilia), e contemporaneamente esprimendo il mio ricordo personale (da ex conduttore del TG2) delle terribili stragi di Cosa Nostra nei primi anni 90’, con l’assassinio di magistrati di grandissimo valore come Falcone e Borsellino, gli agenti delle forze di polizia e di numerosi civili.“

“Il messaggio che vogliamo trasmettere in questa sede” spiega Mara Cozzoli, caporedattore di Milano Più Sociale “è che l’azione di contrasto alla criminalità organizzata non può essere posta solo sulle spalle di forze dell’ordine e magistratura. Ad essere chiamati in causa sono gli stessi cittadini che, rispettando piccole e semplici regole, costituiscono la principale fonte di supporto a chi si trova in prima linea. Voto di scambio, corruzione, giunte comunali che si sciolgono per infiltrazione… è il modo di fare politica che deve cambiare. Non servono eroi, ma coscienza collettiva e indignazione permanente. Ciò che occorre è la capacità di analizzare con occhio critico il presente, il che implica la conoscenza del passato attraversando, inevitabilmente, l’evolversi dell’agire di stampo mafioso. Se fossimo, inoltre, in grado di cogliere arte e bellezza nella loro complessità e interezza, se accogliessimo il profumo di progresso che da esse ne deriva, raggiungeremmo la piena consapevolezza rispetto al torbido che ci ruota intorno. Acquisiremmo, dunque, un ulteriore strumento di difesa, un’arma per opporci alla rassegnazione.“

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