giovedì 31 dicembre 2020

La comparsa del lupo nel territorio del Parco di Montevecchia e Valle del Curone

 



di Marco Molgora, Presidente del Parco di Montevecchia e Valle del Curone
Comunicato stampa del parco


Nelle scorse settimane le analisi effettuate su alcune pecore al pascolo ritrovate morte hanno confermato la presenza del Lupo nel territorio del Parco, che già era stata ipotizzata nel corso dell’estate (leggi qui). Si tratta di pochi animali, o forse uno solo, che probabilmente nei giorni della sospensione generalizzata delle attività durante il lock down primaverile, in assenza di disturbo e soprattutto di traffico sulle strade, hanno potuto allontanarsi dalle Prealpi comasche, per esplorare nuove aree.
La comparsa del lupo nelle aree collinari ed anche di pianura fa parte della naturale dinamica di espansione demografica e spaziale che la specie sta mostrando a livello italiano ed europeo. Tale dinamica spinge i giovani esemplari a ricercare nuovi territori.

Il territorio del Parco è quindi ora oggetto di attenzione da parte del gruppo di lavoro a cui partecipano tecnici di Regione Lombardia, di ERSAF (Ente regionale per lo sviluppo agricolo e forestale), ricercatori delle università lombarde, Carabinieri forestali, con il coinvolgimento anche della Polizia provinciale, impegnati non solo per lo studio del Lupo e per la sua tutela, ma anche per la definizione delle soluzioni più appropriate per consentire la sostenibilità della sua presenza nelle aree del Parco e quindi la convivenza con il territorio.

Trattandosi solo di individui isolati, è possibile che possano allontanarsi volontariamente da quest’area, per tornare verso nord. Si tratta comunque di una presenza che non comporta criticità per la responsabile fruizione del territorio del Parco, che deve però essere ulteriormente rispettosa e consapevole nei confronti dei valori ambientali e della fauna selvatica.

 


 

Lupo è ormai presente, o per meglio dire è tornato, in molte aree alpine ed appenniniche e anche in zone a forte frequentazione turistica, come il Parco di Montevecchia e Valle del Curone soprattutto nell’ultima estate, dove comunque evita qualsiasi contatto con l’uomo.
 

Per non compromettere tale naturale attitudine è bene ricordare i comportamenti corretti da tenere da parte dell’uomo (e regolati dalla legge): divieto assoluto di ricerca, disturbo, avvicinamento o alimentazione dell’animale, nonché obbligo di tenere i cani al guinzaglio durante le escursioni in aree aperte. L’Ente Parco è ora impegnato a fornire agli allevamenti presenti nel territorio collinare le informazioni utili per prevenire l’attacco agli animali al pascolo e per accedere, in caso di danni accertati, agli indennizzi resi possibili dalle assicurazioni attivate da Regione Lombardia.
Come già evidenziato, ringraziamo gli Enti preposti alla gestione di questa specie che si sono prontamente attivati e chiediamo a tutti i cittadini di evitare azioni o attività che possano intralciare l’azione delle Istituzioni o creare inutili allarmismi e tensioni.

Per maggiori informazioni cliccare qui.

mercoledì 30 dicembre 2020

Il parco imbiancato. Lo "Zoc del Peric" è ancor più bello sotto la neve


 

Il PLIS (Parco Locale di Interesse Sovracomunale) dello “Zoc del Peric” è ancora più bello sotto la neve, come dimostrano le foto scattate in questi giorni da Antonio Bertelè, membro del direttivo Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”

 



Siamo in presenza di una zona protetta tra i comuni di Lurago d'Erba, Alzate Brianza e Inverigo, che si sviluppa lungo la Val Francia, dalla provinciale Como-Bergamo alla Valsorda sulla provinciale Arosio-Canzo. La sua perla è l'area umida “Zoc del Peric” (Fosso del Perego, che dà il nome al Parco), abitata da una fauna ricca che comprende uccelli, sia di passo che stanziali, e animali di palude, tra cui l'endemica rana di Lataste. È un polmone verde circondato da prati, coltivazioni e boschi, un piccolo gioiello incastonato tra il Parco della Valle del Lambro e quello della Brughiera Briantea-Groane.


 


 

Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” vi organizza ogni anno un campo internazionale di volontariato - tranne nel 2020 per la nota emergenza coronavirus - sponsorizzato dai comuni e con la collaborazione di altre associazioni. Grazie a questi campi è stato messo in sicurezza lo stagno, sistemati i sentieri e posizionati alcuni pannelli informativi, oltre alle mappe del Parco. È stato anche recuperato un antico lavatoio che serviva tutto l'abitato di Fabbrica Durini. Con l'ingresso recente di Inverigo l'estensione dell’area protetta è praticamente raddoppiata e, conseguentemente, è in programma la mappatura dei nuovi sentieri e la riorganizzazione di quelli esistenti, con la realizzazione di nuove bacheche da porre agli ingressi principali.

 


 

Grazie agli interventi effettuati, il Parco è meta di piacevoli passeggiate di intere famiglie e di partecipate visite scolastiche.

Quello che la Brianza tace, la Calabria dice

Fonte immagine: Wikipedia

 

Nei giorni scorsi sui giornali brianzoli e calabresi sono apparsi diversi articoli riguardanti alcuni provvedimenti  interdittivi antimafia emessi dalla prefetta di Monza, Patrizia Palmisani. I provvedimenti riguardano la chiusura di un disco-pub a Giussano e di due società, una di Seregno e l'altra di Desio.

 

Ci ha sorpreso molto vedere che gli articoli dei media calabresi contenevano i nomi delle persone coinvolte, mentre i giornali brianzoli su questo punto erano più "prudenti". Chissà perché?

 

Questi i link ai vari giornali:

Aggiornamento 1 gennaio 2021

Riceviamo e pubblichiamo:
"Sulla mafia, avevo notato anch'io qs differenza tra i giornali, ma credo che, più che una differenza geografica, dipenda da una scelta redazionale, ad es Il Giorno pubblica sempre i nomi: https://www.ilgiorno.it/monza-brianza/cronaca/al-deja-vu-la-musica-%C3%A8-in-odor-di-ndrangheta-1.5862118 (per leggere l'articolo completo è necessario registrarsi, solo la prima volta).
"In qs articolo molto puntuale, ci sono altri nomi e locali (sopratutto di Milano), tanti:
https://www.stampoantimafioso.it/2020/12/22/interdittive-antimafia-dalla-ausengineering-del-2014-ad-oggi/
"Sperando in una svolta antivirus e antimafia! 

R.F.

sabato 26 dicembre 2020

Bicentenario. La medicina sociale di Luigi Ripa, medico in Brianza

La collana Le Brianze/biografie edita da La vita felice si arrichisce di un nuovo volume dedicato al medico Luigi Ripa che operò in Brianza nel XIX secolo.


Il saggio storico di Vittorio A. Sironi ricostruisce la vita e le vicende professionali di Luigi Ripa, che per più di trent’anni ha esercitato la sua professione sanitaria in Brianza. Solerte medico condotto nella cura dei malati durante l’epidemia di colera a Tregolo (ora Costa Masnaga), la sua azione fornisce ancora oggi spunti di attualità nell’affrontare la pandemia presente. Attento ufficiale sanitario per la difesa della salute degli operai e abile riformatore della sanità municipale a Seregno, dinamico propugnatore della solidarietà umana per i feriti sui campi di battaglia, realizzando a Monza una delle prime strutture della Croce Rossa in Italia, il suo impegno organizzativo testimonia la persistente rilevanza istituzionale per una sanità efficiente.

La sua idea di medicina sociale si concretizza nelle due vocazioni del mestiere di medico: cura degli ammalati e salvaguardia dei sani, l’una; necessità di incidere sulla società per rimuovere le cause esterne della malattia, l’altra. Questa “socialità medica” si trasforma in medicina politica con due modalità di realizzazione: individuale, attraverso la solidarietà umana verso il malato; collettiva, mediante l’attuazione di un impegno civile in favore della comunità. Un insegnamento ancora moderno e attuale.

 

Maggiori informazioni cliccando qui. 

 

martedì 22 dicembre 2020

I Parchi si fanno belli e continuano ad ampliarsi


 

di Gianni Del Pero, Presidente Delegato WWF Lombardia

Due buone notizie per l'Ambiente e il Territorio. I Parchi si fanno "belli" e continuano ad ampliarsi.

La prima buona notizia riguarda la certificazione ambientale del recupero di un'estesa area di cava in Comune di Fino Mornasco che lambisce il Torrente Seveso all'interno del Parco delle Groane e della Brughiera. Dopo decenni di sfruttamento intensivo l'area recuperata è tornata a svolgere Naturali Servizi Ecosistemici ed è stata restituita alle attività ecosostenibili e al Parco. Risarcimento e riqualificazione.

La seconda buona notizia è, per il momento, solo una gran bella idea che, come WWF, sosteniamo convintamente: un Parco Agricolo Sovraccomunale da Lomazzo a Cislago.



Auguri, allora, anche ai Parchi, esistenti e futuri!

 

giovedì 17 dicembre 2020

Meda. Attenzione! Quel sottopasso rischia di essere un buco nell'acqua


 

Pubblichiamo di seguito il comunicato del Comitato Cittadini Superamento Ferrovia tra le vie Seveso e Cadorna di Meda. Sulla questione avevamo già pubblicato questo post. Molto chiara anche la presa di posizione di Gianni Del Pero, presidente del WWF Lombardia, che ci ha dichiarato: "La nostra associazione condivide le preoccupazioni espresse dal Comitato dei cittadini medesi; abbiamo pertanto invitato i consiglieri comunali, prima di prendere decisioni, ad esaminare in maniera approfondita le eventuali problematiche derivanti dalla realizzazione del sottopasso. L'area si trova, infatti,  in un'area riconosciuta dalla Regione Lombardia come a rischio alluvionale molto elevato. I consiglieri devovo esaminare la questione con attenzione ed essere consci delle proprie responsabilità."

Testo del comunicato

Per tutti i frontisti del sottopasso e per gli abitanti di Meda che verrebbero interessati, direttamente o indirettamente, dall’opera e dalla chiusura delle strade limitrofe

IL REGALO DI NATALE DEL SINDACO: UN SOTTOPASSO CHE FA ACQUA

L’Amministrazione Comunale di Meda vuole realizzare in zona ad alto rischio alluvionale, tra le vie Seveso e Cadorna, un sottopasso, senza avere adeguatamente esaminato e illustrato tutte le problematiche sottese e le possibili alternative:

  • non ha un progetto esecutivo dell’opera e lo affida a Ferrovie Nord;
  • non ha condiviso le criticità e le problematiche connesse alla realizzazione;
  • minimizza il rischio di allagamenti del sottopasso;
  • non conosce i costi dettagliati dell’opera principale e delle attività accessorie: lo spostamento del Tarò, il rifacimento del collettore della fognatura, la nuova viabilità per assicurare gli accessi alle proprietà (le vie che si affacciano su via Seveso saranno chiuse o penalizzate);
  • sottovaluta l’entità dei risarcimenti da pagare per la diminuzione di valore di tutte le proprietà private interessate, residenziali, commerciali e produttive;
  • concentra il traffico veicolare su via Seveso, invece di fluidificarlo su più vie ed elimina il passaggio ciclopedonale per la chiusura del passaggio a livello, compromettendo la riqualificazione del centro cittadino;
  • la viabilità urbana sarà stravolta per anni, sia durante i tempi di realizzazione dell’opera sia a regime, e diverse aree private verranno espropriate.

Nonostante tutte queste ragioni, l’Amministrazione comunale vuole approvare una convenzione con Ferrovie Nord, senza la necessaria consultazione pubblica, che consentirebbe di conoscere il gradimento dei cittadini sulle possibili opzioni di superamento della ferrovia.

A tutto ciò l’alternativa c’è: un cavalcavia su via Busnelli nella zona del campo sportivo è di più rapida realizzazione, non comporta interruzione della viabilità ordinaria e costa molto meno, 3 milioni invece di 11.

COMITATO CITTADINI SUPERAMENTO FERROVIA

 

Leggi anche: Meda tra sottopasso, sovrappasso e... centro commerciale

 

lunedì 14 dicembre 2020

Gruppo Culturale La Martesana di Erba: "Quest’anno come segno di pace e solidarietà regala un presepe di carta da ritagliare!"


 

a cura del Gruppo Culturale La Martesana di Erba

In questo periodo particolarmente burrascoso dove anche noi della Martesana abbiamo dovuto sospendere numerose delle nostre iniziative che normalmente venivano programmate nel corso dell’anno, abbiamo pensato di essere presenti nel periodo natalizio con un’iniziativa legata alla tradizione popolare. Negli anni scorsi eravamo presenti in Villa Ceriani con una bella mostra di presepi di carta, di letterine di una volta, di cartoline augurali che avevano richiamato numerosi visitatori meravigliati ed emozionati nel ritrovare esposto il loro natale di carta di una volta. Per questo, non potendo proporre una mostra intera, abbiamo pensato di essere comunque presenti con una simpatica proposta, la realizzazione di un album in cartoncino da ritagliare con la capanna ed i personaggi del presepe. 

 

Tra le iniziative della Martesana vi è quello di valorizzare e tutelare le tradizioni locali ed in passato chi non aveva i soldi per comprare le statuine di gesso, andava dal cartolaio e comprava i fogli dei presepi che ritagliava e, con un legnetto messo dietro per tenerli dritti, li infilava in una patata tagliata a metà che faceva da base, e poi ricopriva il tutto con il muschio. Abbiamo ritrovato un album degli anni venti da riproporre in ugual misura e caratteristiche da poter realizzare insieme in famiglia. L’album si compone di quattro fogli, due per la capanna con i tratti numerati da tagliare ed inserire, due con tutti i personaggi classici ( la natività, gli angeli, la stella cometa, i pastori ed i re magi).  La busta con i quattro fogli dell’album sarà reperibile presso le edicole e librerie di  Erba e del territorio. 

 

Ci è sembrato giusto essere presenti anche quest’anno con questa proposta che, come per gli anni precedenti, ci permetterà di devolvere in beneficenza quanto raccolto.
 
Info:
- Marieni 3348754952
- Sala 3355933505


Erba: stop al “glifosato”, il diserbante che uccide le api!


 

Appello del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” contro l’erbicida, che è anche sospetto cancerogeno

“La positiva scelta del Comune di Erba venga usata come esempio in altri comuni; e ora si deve vietare l’uso dell’erbicida anche da parte di agricoltori e privati”  


“Stop all’uso del glifosato, il diserbante, sospetto cancerogeno, che uccide le api!”. È questo l’appello lanciato dal Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” insieme al Gruppo Apicoltori alta Brianza. L’invito è stato inoltrato nei mesi scorsi al Comune di Erba, con una proposta di divieto della sostanza in tutto il territorio comunale, da discutere in Consiglio Comunale.

 


A distanza di alcuni mesi è arrivata la risposta del Comune, che sostanzialmente afferma che già da tempo a Erba il diserbante non viene usato sulle aree comunali. Scrive il Comune: "L'appalto pubblico per il diserbo dei cigli stradali..., non prevede l'utilizzo del "glifosato", un pericoloso pesticida di origine chimica". Prosegue quindi il Comune: "In conformità ai contenuti del PAN (Piano di Azione Nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari), che prevedeva e raccomandava quale obiettivo generale l'uso di prodotti fitosanitari "sostenibili", i nostri uffici comunali si sono subito adeguati e hanno fatto una scelta culturale in linea con gli obiettivi di rispetto dell'ambiente nelle aree frequentate dalla popolazione (giardinetti, aree scoperte di plessi scolastici, parchi, campi sportivi e aree gioco, ecc.)".  L'assessore Vanetti conclude la risposta al Circolo in cui scrive: "condividendo l'importanza culturale del tema proposto, vi informo che sarà nostra premura ... continuare in questa direzione di massima attenzione riguardo l'uso di determinati prodotti e di procedere ... a sensibilizzare i cittadini e tutti gli enti pubblici e privati...".

Commentano i responsabili del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”: “È molto positiva la scelta del Comune di Erba di non usare il glifosato per le operazioni di diserbo sulle aree comunali. Questa scelta può essere usata come esempio in altri comuni del territorio. In ogni caso si tratta ora di estendere il divieto anche sulle aree private. Parliamo soprattutto degli agricoltori, che spesso utilizzano il glifosato come diserbante. Chiediamo anche ai privati cittadini di fare attenzione e non utilizzarlo nei propri orti e giardini”.
 

Il tema del glifosato è strettamente legato, oltre che alla tutela dell’ambiente e della salute umana, anche alla salvaguardia delle api. Dei pesticidi pericolosi si è parlato spesso nell’ambito dell’annuale “Festa delle Api”, organizzata proprio dal Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” in collaborazione col Gruppo Apicoltori alta Brianza. La manifestazione tradizionalmente si tiene proprio a Erba (quest’anno, causa Covid, l’edizione si è svolta in modalità diversa, con 12 eventi diffusi sul territorio provinciale). All’interno della “Festa delle Api” si è discusso delle cause delle morie delle api: una delle principali è proprio l’uso dei pesticidi, tra cui appunto il glifosato. Per questo ambientalisti e apicoltori vogliono ora estendere l’appello per vietare l’uso del glifosato in tutti i comuni del nostro territorio. Solo così riuscirà a preservare l’ambiente, la salute dell’uomo e la vita della api.

 

***


Alcune note informative sul glifosato: https://www.medicinademocratica.org/wp/?p=7239



Estratto dall’ISTANZA ALLA REGIONE LOMBARDIA, ALLA CITTA’ METROPOLITANA, AL COMUNE DI MILANO - Campagna ‘STOP GLIFOSATO’  -   nov. 2018
 

Alla fine del 2017, nonostante 1.300.000 firme raccolte contro, la Commissione europea ha prorogato l’utilizzo del glifosato per altri 5 anni.
Questo pesticida è uno dei più diffusi nel mondo, è fondamentale nelle produzioni di soia OGM ed è anche tra i più venduti in Italia, dove viene largamente impiegato sia in agricoltura che in altri ambiti.
Per lo IARC (Agenzia internazionale ricerca sul cancro) si tratta di un probabile cancerogeno ed esistono forti evidenze di effetti come “interferente endocrino”.
Il Pan (Piano d’Azione Nazionale sull’uso sostenibile degli agrofarmaci), in vigore dal 2014, regola l’impiego dei prodotti fitosanitari e fornisce indicazioni per ridurne l’impatto nelle aree agricole, nelle aree extra agricole (aree verdi urbane, strade, ferrovie, ecc..) e nelle aree naturali protette.
Il Decreto Interministeriale del 10/3/15 raccomanda a sua volta di individuare misure per la riduzione dei rischi derivanti dall’uso dei prodotti fitosanitari, ai fini della tutela dell’ambiente acquatico, dell’acqua potabile e della biodiversità, attraverso la loro limitazione-sostituzione-eliminazione.
In Lombardia vengono monitorati da alcuni anni il glifosato e il suo metabolita AMPA nelle acque superficiali e profonde dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, che li ha rinvenuti con elevata frequenza.
 

Tra i provvedimenti adottati in Regione:

  • divieto d’uso nei parchi aperti al pubblico e negli ambiti sanitari
  • riduzione progressiva negli anni dell’impiego in agricoltura, escludendo da questa riduzione le aziende che aderiscono ai programmi di agricoltura conservativa (cosiddetta agricoltura blu)

Nessuno di questi provvedimenti è risolutivo.
Recentemente hanno richiamato l’attenzione due fatti:

  • il rapporto dell’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale (ISPRA) del 2018 sullo stato delle acque
  • la sentenza della Corte della California

Nel Rapporto ISPRA si documenta che nelle acque il glifosato e il suo metabolita sono i composti che presentano il maggior numero di casi di superamento dei limiti, con una concentrazione di criticità lungo l’intera pianura Padana.
La sentenza della Corte della California ha condannato Monsanto (ora Bayer), produttrice del glifosato, a risarcire un giardiniere malato terminale di tumore che usava erbicidi a base di glifosato, sancendo ufficialmente il nesso di causa-effetto tra impiego di glifosato e lo sviluppo di tumori.
In Italia è attiva da anni la campagna ‘Stop Glifosato’ portata avanti da molte associazioni ambientaliste e di difesa della salute umana: ora riteniamo che sulla base dei nuovi eventi sopra riportati, sia il momento per un rilancio delle iniziative.
 

Basandoci sul presupposto che per il rispetto dell’ambiente e della vita in tutte le sue forme, debbano sempre prevalere i principi di PREVENZIONE E PRECAUZIONE su ogni altro interesse, chiediamo alla Regione Lombardia, alla Città metropolitana e al Comune di Milano di estendere nell’immediato il DIVIETO di utilizzo del glifosato in ogni ambito, promuovendo economicamente nel contempo l’adozione di metodi di produzione più attenti all’ambiente, come l’agricoltura biologica la cui crescita è condizionata sia dalla spinta del mercato sia dai sostegni economici previsti dalla legislazione.

 


 


sabato 12 dicembre 2020

Le molte perplessità sull'ex Medaspan: presentate in comune le osservazioni degli ambientalisti

 

 

di Sinistra e Ambiente e di Impulsi-Sostenibilità e Solidarietà, Meda

 

Dopo aver attentamente analizzato la documentazione relativa al Piano attuativo 2020 sull'ambito di trasformazione AT1 dell'ex Medaspan adottato con delibera di giunta n° 137 il 9/11/2020, i gruppi di Sinistra e Ambiente e di Impulsi-Sostenibilità e Solidarietà, hanno espresso le perplessità e contrarietà al piano attuativo e ora hanno presentato Osservazioni allo stesso.
Le Osservazioni dovranno essere esaminate prima della fase di approvazione del Piano Attuativo. 

 

L'osservazione principale argomenta e chiede che l'amministrazione avvii una Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) sull'insediamento di un polo commerciale nell'area ex Medaspan, anche ai sensi di quanto definito nell'Allegato B, punto 7 lettera b6 della LR 5/2010

 
Il furbo spacchettamento su più edifici non risolve l'impatto complessivo di queste strutture sul traffico veicolare e sull'inquinamento atmosferico aggiuntivo oltrechè sull'impatto economico che ne deriverà per i negozi di vicinato.
Anche le criticità viabilistiche dell'area, con l'annosa vicenda del superamento della linea FNM, devono entrare a pieno titolo in una VIA.


 
 
La seconda osservazione riguarda la bretella da via Cadorna a via Busnelli voluta dall'amministrazione comunale nel 2017.
Per essere realizzata, da una prima lettura delle normative nazionali in essere, richiede con ogni probabilità l'autorizzazione di FS (secondo il DPR 753 del 11 luglio 1980 art. 58) poichè ricade per buona parte dentro la fascia di rispetto della linea ferroviaria Milano-Como-Chiasso.
Si chiede prioritariamente di definire l'iter autorizzativo.

 
Infine la terza osservazione, in cui si chiede che l'amministrazione comunale esiga l'elaborazione di un Piano di gestione e di utilizzo delle terre di scavo, un Piano Scavi con analisi chimiche dettagliate di caratterizzazione  per glo elementi e i composti che già nel 2015 Arpa suggeriva durante la fase di VAS.
Una VAS con uno studio ambientale che fu, a nostro avviso, decisamente insufficiente, con poche analisi chimiche, effettuate senza un protocollo e una modalità concordata con ARPA e pertanto non validabili da ARPA.
Per questo è necessario un Piano Scavi con analisi chimiche di caratterizzazione che vedano il coinvolgimento della stessa ARPA nel contradditorio e nella validazione.
Questo affinchè si tenga conto che l'area ex Medaspan è nel perimetro di quella che venne definita come "zona R o di rispetto" per il livello di contaminazione da diossina Tcdd fuoriuscita dall'Icmesa nel 1976, nonchè della pregressa attività della fabbrica Medaspan che produceva pannelli in compensato e truciolato con l'uso di formaldeide e solventi.
 
Sotto le osservazioni inoltrate congiuntamente da Sinistra e Ambiente e da Impulsi-Sostenibilità e Solidarietà.
 


martedì 8 dicembre 2020

Visita guidata nel Parco GruBrìa insieme a Legambiente Cinisello Balsamo


 

Riceviamo e pubblichiamo:

Domenica 13 dicembre riprendono (nuove Ordinanze Regionale e Nazionale attese per giovedì permettendo) le visite guidate gratuite nel Parco Grubria, organizzate dal nostro Circolo Legambiente in collaborazione con il Comune di Cinisello Balsamo ed il Parco Grubria.

Sarà l’ultima visita guidata dell’anno in questa bellissima zona verde ed il nostro augurio di Buone Feste.

Vista la contingente situazione sanitaria, nel caso l'evento si possa attuare, la partecipazione sarà limitata nel numero dei presenti.

Chi intende partecipare dovrà inviare una mail (con nome, cognome e numero di cellulare) a cinisello.balsamo@legambiente.org entro venerdì 11 dicembre.

La partecipazione è garantita solo alle prime 25 persone che si iscrivono. Una persona può anche iscrivere propri famigliari, ma deve indicare comunque nome e cognome di tutte le persone che intende iscrivere ed un cellulare di riferimento.

Come le altre visite guidate effettuate lo scorso mese di novembre, sarà obbligatoria la mascherina per tutti ed il distanziamento interpersonale.

Astenersi dal presentarsi se in presenza di febbre o altri sintomi da COVID_19.

Presentarsi 15 minuti per confermare la propria presenza.

Sarete avvisati il giorno prima se per motivi indipendenti dalla nostra volontà la visita guidata verrà annullata.

Legambiente Cinisello Balsamo

lunedì 7 dicembre 2020

La Brianza saluta e ricorda Lidia Menapace


Ci uniamo al dolore per la scomparsa di Lidia Menapace. Il suo impegno per la pace l'ha vista impegnata diverse volte anche in Brianza.

 

 

La ricordiamo riportando il messaggio che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Presidente nazionale ANPI, Gianfranco Pagliarulo:

«Scompare con Lidia Brisca Menapace una figura particolarmente intensa di intellettuale e dirigente politica espressione del dibattito autentico che ha attraversato il Novecento.

Staffetta partigiana in Val d’Ossola, brillante laureata presso l’Università Cattolica di Milano, dove sarà lettore di lingua italiana, dirigente della Democrazia Cristiana e vice presidente della Provincia di Bolzano, animatrice del movimento delle donne, tra i fondatori del Manifesto e, infine, senatore per Rifondazione comunista nella XV legislatura repubblicana, Lidia Menapace è stata fortemente impegnata sui temi della pace, con la Convenzione permanente delle donne contro tutte le guerre.

I valori che ha coltivato e ricercato nella sua vita - antifascismo, libertà, democrazia, pace, uguaglianza - sono quelli fatti propri dalla Costituzione italiana e costituiscono un insegnamento per le giovani generazioni».


Fonte immagini: Archivio storico del "Gruppo RUMORI" di Macherio.

 

Sovico: la giusta direzione


Pubblichiamo alcune foto riguardanti le recenti piantumazioni avvenute a Sovico nell'ambito del progetto Nexus. 

 


L'intervento, previsto dalla precedente amministrazione di Uniti per Sovico, è avvenuto lo scorso mese di novembre ed ha riguardato le  aree verdi pubbliche comprese tra via Antonio Meucci e la Strada Consortile delle Roncole. 

Foto di Alfredo Colombo.


Malgrate (LC): il Ministero dell’Ambiente chiede verifiche sul taglio dei pini

Il viale prima del taglio dei pini (Pinus pinea).

I protagonisti della vicenda sono ormai tristemente noti: dodici esemplari di Pinus pinea, esistenti da oltre cinquant’anni, abbattuti nel gennaio di quest’anno, nell’ambito del progetto di “riqualificazione” del lungolago malgratese tanto ostinatamente voluto e sostenuto dall’Amministrazione Locale, quanto decisamente osteggiato da associazioni ambientaliste e comitati locali di cittadini.

 

Il lungolago dopo l'abbattimento dei pini.

A seguito del taglio delle essenze ultracinquantenni, meno di un mese fa, WWF Lecco e Legambiente Lecco annunciavano di aver presentato un esposto alla Procura della Corte dei Conti lombarda, al fine di sollecitare un controllo sulla correttezza delle procedure seguite per arrivare all’irreversibile taglio. L’esposto si poneva come finalità quella di sollecitare un controllo sulla correttezza delle procedure seguite per arrivare ad estirpare i vecchi pini di Malgrate, fornendo elementi di analisi anche da un punto di vista di proporzione costi/benefici rispetto all’alternativa della conservazione, sulla base della perizia a firma dell’agronomo Dottor Giorgio Buizza (che ha quantificato una perdita patrimoniale per il Comune di Malgrate di oltre trecentomila euro), nonché spunti di riflessione sulla (non solo attuale) importanza del “bene albero”.


Alcuni cartelli di protesta.

Ebbene, il Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare non è rimasto inerte di fronte all’attivazione delle associazioni ambientaliste e in data 3 dicembre, con sorprendente e apprezzabile tempestività, il Direttore Generale Giuseppe Lo Presti ha inviato una comunicazione all’ISPRA - Centro nazionale crisi emergenze ambientali e danno, alla Direzione Generale per il patrimonio naturalistico e al Comitato per il Verde Pubblico (questi ultimi due organismi dello stesso Ministero), inoltrata per opportuna conoscenza anche alle Associazioni esponenti, con specifiche richieste di verifica e approfondimento in relazione alla vicenda malgratese.

In particolare, dal Ministero si richiede all’ISPRA «di valutare, anche eventualmente avvalendosi del sistema agenziale SNPA, se, ai sensi della parte VI del D.lgs. 152/2006, sussistano profili di danno ambientale o minaccia di danno ambientale derivante dai fatti» oggetto dell’esposto, nonché al Comitato per il Verde Pubblico di «valutare eventuali violazioni della normativa in materia di verde pubblico e privato derivanti dall’attività di abbattimento» dei dodici pini. Ma non solo! Il Direttore Generale del Ministero ha anche di sua iniziativa inviato copia della sua comunicazione alla Procura Regionale Corte dei Conti Lombardia, aggiungendo così la propria autorevole voce istituzionale a quella delle Associazioni ambientaliste nel chiedere che venga fatta chiarezza sull’accaduto.

Le rappresentanze lecchesi di WWF e Legambiente hanno accolto con grande soddisfazione l’interessamento mostrato dal Ministero: la rapidità di riscontro e il coinvolgimento di altre strutture dell’apparato statale costituiscono certamente uno sviluppo positivo, a conferma di una sempre maggiore attenzione all’ambiente e alle sue componenti, facendo ben sperare in ottica di accertamento della vicenda.

 

Le nuove piantumazioni

Intanto sul nuovo lungolago sono pronti a fare bella mostra di sé, aggiungendo danno al danno, otto striminziti “platani a ombrello”, costruiti artificialmente in vivaio per ottenere la sagoma “a tetto” e messi a dimora con i rami legati a canne di bambù per orientarne lo sviluppo e la geometria. Una ripiantumazione improvvisata e senza alcun supporto scientifico: ci sono specie che rispondono naturalmente alla formazione di sagome larghe e basse, ma a Malgrate si preferisce impiegare una specie caratterizzata geneticamente da grandi dimensioni per costringerla a sagome innaturali.



sabato 5 dicembre 2020

Bollate: un’area confiscata alla criminalità ritorna alla cittadinanza


 

Sono iniziati nei giorni scorsi i lavori di riqualificazione dell’area di via Verdi, davanti a via Caloggio, acquisita dal Comune nell’ambito dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Una superficie di circa 2.953 metri quadrati situati nella zona della valle del torrente Nirone e al limite meridionale del Parco Regionale delle Groane, che oggi si presenta come un bosco degradato di latifoglie.

Diventerà un bel bosco completamente riqualificato e in continuità ecologico ambientale con gli ecosistemi naturali esistenti e in particolare con il fontanile confinante, recentemente ricostruito da ERSAF e Regione Lombardia nell’ambito dei progetti Expo 2015 ”Le Vie d’Acqua”.

“Un’operazione importante – ha detto l’Assessore alle politiche Ambientali e alla Legalità Ida DeFlaviis – sia per il valore ambientale che per il significato civico rappresentato dall’opportunità di utilizzare e mettere a disposizione della collettività un bene sottratto alla criminalità organizzata. Questo passaggio dall’illegalità alla legalità mirata al bene comune può solo rendere orgogliosa l’Amministrazione comunale”.

La situazione oggi

Oggi il bosco è costituito da robinie, aceri negundi, ciliegi tardivi, olmi, noccioli e da vegetazione arbustiva infestante (rovi). La maggior parte delle essenze arboree si presentano in condizioni precarie, instabili, aggredite da rampicanti (edere) e con fusti inclinati e a rischio di schianto. All’interno dell’area sono presenti dei cumuli di rifiuti abbandonati nel tempo interrati che dovranno essere rimossi e smaltiti e il terreno dovrà essere livellato.

Cosa verrà fatto
Gli interventi forestali prevedono il contenimento e l’eliminazione delle specie esotiche o non caratteristiche del territorio, la rimozione delle essenze arbustive infestanti, il diradamento delle essenze arboree decedute, con fusto inclinato o a rischio schianto, il rinfoltimento e rimboschimento con nuove essenze autoctone al fine di recuperare nel tempo le caratteristiche degli habitat esistenti. L’intervento prevede anche la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti abbandonati.

In totale si procederà con la messa dimora di circa 200 piantine forestali delle seguenti varietà: farnia (Quercus peduncolata), carpino bianco (Carpinus betulus), acero campestre (Acer campestre), ciliegio selvatico (Prunus avium), frassino maggiore (Fraxinus excelsior), olmo campestre (Ulmus minor)

Inoltre verrà realizzata una fascia di confine con circa 250 piantine forestali di arbusti delle seguenti varietà: biancospino (Crataegus monogyna), sanguinella (Cornus sanguinea), evomino (Euonymus europaeus), pallone di neve (Viburnum opulus), nocciolo (Corylus avellana), prugnolo (Prunus spinosa), frangola (Frangula alnus).

Verrà installata anche una bacheca didattica e informativa con l’illustrazione delle caratteristiche ecologiche dell’area.




Il progetto del bosco di via Verdi, elaborato dal Settore Sostenibilità Ambientale in partneship dal Settore Entrate del Comune, ha ottenuto un contributo regionale finalizzato a co-finanziare interventi di recupero a scopi sociali e istituzionali dei beni confiscati alla criminalità organizzata. La fine della riqualificazione è prevista per il 31 marzo 2021. Seguirà la cura manutentiva per i successivi tre anni.

 

Fonte: Comune di Bollate

mercoledì 2 dicembre 2020

Territopoli: il grande gioco delle infrastrutture

 

11 dicembre 2020 h. 21
Diretta facebook su Usciamonevivi e pagina No Pedemontana. 


 Il Coordinamento No Pedemontana Organizza

TERRITOPOLI
Il Grande gioco delle infrastrutture

Incontro con Roberto Cuda, giornalista 

e il comitato Sporchi Cattivi e Pendolari


Durante l'estate un complesso intreccio di compravendite azionarie ha coinvolto Pedemontana, Autostrade Serravalle, Ferrovie Nord e Regione Lombardia, con transazioni per centinaia di milioni di euro. Ma cosa è accaduto effettivamente? Quali sono le ricadute riguardo alla realizzazione di Pedemontana? Quali per gli utenti della rete ferroviaria e in particolare i pendolari?

Roberto Cuda, giornalista, Giornalista professionista, si  occupa di economia, finanza e infrastrutture. Collabora con Il FattoQuotidiano.it, Il Manifesto e Valori. Ha pubblicato Grandi Opere contro democrazia (a cura di) (ed Ambiente 2017), Anatomia di una grande opera con Damiano Di Simine e Andrea Di Stefano (Edizioni Ambiente, Milano 2015), Strade senza uscita (Castelvecchi, Roma 2013).

Circolo Ambiente: "Sollecitiamo l’elettrificazione della ferrovia Como-Lecco"


di Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”


Ben vengano le rivendicazioni delle associazioni dei pendolari svizzeri del Canton Ticino, che sollecitano l’elettrificazione della ferrovia Como-Lecco (oggi servita con convogli a trazione diesel), che avrebbe anche lo scopo di favorire i collegamenti tra la Brianza e la Svizzera [leggi qui]. Come Circolo Ambiente "Ilaria Alpi" sosteniamo queste richieste, che del resto abbiamo sempre proposto, a fianco del Comitato Pendolari della Como-Lecco. 


L’elettrificazione della Como-Lecco è sicuramente auspicabile, superando il rimpallo di responsabilità (a mo’ di scaricabarile), a cui stiamo assistendo, tra Governo e Regione Lombardia: le Istituzioni si devono mettere al tavolo e pianificare l’attuazione del progetto. Così come è da attuare la nuova linea “Regio Express” tra Erba e Como, passando per lo snodo di Merone. 


L'elettrificazione della linea, insieme alla creazione della Regio Express, rappresenterebbero passaggi importanti per il rilancio e il potenziamento della ferrovia Como-Lecco, che oggi versa in condizioni pietose soprattutto a causa del pessimo servizio svolto da Trenord sulla linea stessa. Per questo chiediamo che, da subito, Governo, Regione e Trenord si attivino per il miglioramento delle attuali condizioni: servono più corse, più puntualità, insomma un servizio efficiente da subito! È notorio, infatti, che sulla linea ci sono troppe poche corse e, in modo assurdo, non ci sono corse nei giorni festivi e per tutto il mese di agosto: insomma superiamo parole, promesse, comunicazioni: quello che serve è un servizio ferroviario efficiente sulla Como-Lecco!