mercoledì 30 novembre 2011

La Brianza viaggia su quattroruote


L’Ufficio Statistica e Studi del Comune di Monza ha pubblicato nel "Notiziari Statistico" n. 8 - novembre 2011 - i dati relativi alla consistenza del parco veicolare di Monza del periodo 1996-2010 al 31/12 di ciascun anno e i dati della Provincia della Brianza al 31 /12/2010 Comune per Comune.

Ne riportiamo di seguito ampi stralci.

I dati di Monza nel geriodo 2010-1996

Il dato più interessante e quello delle autovetture iscritte al PRA, che passano dalle 69.002 di fine 1996, alle 77.669 del 2010, con un incremento medio annuo di 619 unita, da notare l’incremento consistente di 4.281 autovetture nel 2010.


Il rapporto autovetture/famiglie e abbastanza costante intorno a 1,4, ma nei quindici anni le famiglie sono aumentate di 6.528 unita. Sicuramente esiste la relazione più famiglie (sempre più piccole) più auto, negli ultimi tredici anni il rapporto autovetture/famiglie e passato da 1,45 a 1,44.

Mentre il rapporto auto per residente passa dallo 0,579 (ossia 579 ogni mille residenti) a 0,633 nei quattordici anni osservati, in altre parole abbiamo 633 auto ogni mille residenti. Se consideriamo solo i 18enni e oltre, escludendo i non patentati, abbiamo oltre 700 auto ogni mille.


Infine il rapporto parco veicolare per residente: saliamo dallo 0,71 allo 0,83 (830 per mille residenti).


I motocicli passano dai 7.043 del 1996 ai 15.125, con un incremento nell’ultimo anno del 8,98%.


Monza: Autovetture per classificazione Euro.

Le auto Euro 0 sono 6.790 il 6,9% delle auto, 3.913 sono Euro 1 il 4,6%, Euro 2 sono 14.721 il 19% , Euro 3 sono 16.561 il 22,3%, Euro 4 sono 33.683 il 40,1%, infine le Euro 5 sono 3.086 l’1,7% (+133% sul 2009).


Le autovetture ed il circolante della Brianza

Le autovetture, a fine 2010, di tutti i 55 comuni della Provincia, sono 519.119 (494.546 a fine 2009 +24.573 auto nell’anno), con un rapporto auto per residente 0,611 (611 auto ogni mille residenti, 588 nel 2009). Guidano la classifica Monza con 633, Vedano al Lambro con 632 auto ogni mille residenti. In fondo alla classifica Roncello con 550, poi Correzzana con 565.

Il totale circolante nella Brianza é di 665.884 veicoli, di cui 84.164 motocicli, autocarri 49.234, bus 326.


Il numero medio di auto per famiglia é di 1,40, guida la classifica comunale Verano Brianza con 1,53, ultimo Ornago con 1,22.

Brianza: la classificazione per tipologia euro

Le auto Euro 0 sono 36.777 il 7,1% delle auto, 22.430 sono Euro 1 il 4,3%,  Euro 2 sono 95.366 il 18,4%, Euro 3 sono 122.580 il 23,6%, Euro 4 sono 223.440 il 43%, infine Euro 5 sono 18.397il 3,5%.


Il Comune con una maggior percentuale di auto euro 5, le più moderne, è Lesmo con il 4,7%, fanalino di coda Limbiate con il 2,4%.

Il Confronto tra i Cagoluoghi lombardi

Per quanto riguarda il confronto tra i capoluoghi lombardi: Monza con 633 autovetture ogni mille abitanti, e al secondo posto. Brescia con 643, Milano 541 sono i due estremi lombardi, Varese 631, Mantova 598, Bergamo 586, Como 596, Cremona 584, Pavia 585, Lecco 571, Lodi 562, Sondrio 557, mentre la media della Lombardia e di 586 autovetture ogni mille abitanti.


I detersivi biologici equosolidali all'Emporio del Mondo di Seregno

lunedì 28 novembre 2011

Desio ha un nuovo albero

Domenica 27/11/2011 si è svolta a Desio, organizzata da Legambiente, la Festa dell'Albero. Illustriamo qui le fasi salienti.

Banchetto all'ingresso
Paolo Conte fa da guida storico artistico botanica
Si misura la circonferenze di un platano ultra secolare di cui rimangono
solo i ricacci e  parte della base del tronco. Siamo sui 15 metri.
Cedro del libano monumentale
I bambini abbracciano un platano di grande dimensione al momento non
ancora considerato monumentale.
San Giorgio - Si procede alla messa a dimora di un platano
L'albero è dedicato al premo al  Nobel Wangari Maathai
Si appendono dei cartellini con i desideri di una Desio più verde...  
La base è ben pacciamata e infine si da l'acqua.

Che aria tira a Milano?

di Enrico Fedrighini, Verdi Milano e Portavoce Comitato Referendum MilanoSiMuove

La lotta allo smog e al traffico rappresentava, per la nuova Amministrazione Milanese, un banco di prova decisivo per mostrare consistenza, competenza, coraggio e capacità di passare dagli slogan dei manifesti elettorali (“l’aria sarà piu’ pulita”…) alle scelte concrete.

Nessuna persona ragionevole e in buona fede poteva pretendere che la nuova Amministrazione risolvesse in pochi mesi quello che, nei precedenti 20 anni, varie amministrazioni di centrodestra non erano riuscite a fare per incapacità e improvvisazione. Nessuno chiedeva miracoli. Semplicemente, ci si aspettava dal nuovo governo cittadino – agevolato dal risultato straordinario dei cinque referendum sull’ambiente urbano – un  cambio di metodo e di sostanza rispetto agli anni dell’incapacità e dell’improvvisazione davanti alla rituale “emergenza smog”. Facendo quello che da un normale amministratore locale ci si aspetterebbe: elaborare un piano d’azione, con un programma di interventi articolati nel breve, medio e lungo periodo; predisporre in anticipo un pacchetto di misure strutturali aggiuntive da attivare nella stagione critica, che arriva ogni anno (ottobre-marzo); coinvolgere la cittadinanza, recapitando a ogni abitante una comunicazione per spiegare le misure previste e la necessità di scelte anche impopolari per tutelare la salute collettiva. Nessuna improvvisazione, nessuna sorpresa: “siano in una situazione critica, questa è la strada intrapresa per migliorare le cose”.

Pianificare e attuare gli interventi avendo individuato le risorse disponibili e  una gerarchia di priorità: da chi viene pagato col denaro dei cittadini per governare ci si aspetterebbe questo, niente di più e niente di meno.

E’ stata invece scelta, a questo punto non so da chi, una strada diversa: la navigazione a vista. Maledettamente complicata perché presuppone un grande timoniere e una bussola funzionante. E’ stata rimessa in vigore l’inefficace ordinanza antismog della giunta Moratti, con qualche cambiamento di facciata. E’ stato aumentato (secondo me inevitabilmente e correttamente) il costo del biglietto ATM ma (questo è il vero problema) senza contestualmente indicare un piano di investimento delle risorse per il potenziamento del servizio di trasporto pubblico. Si è rinunciato a rafforzare subito Ecopass, rimandando a gennaio l’introduzione della congestion charge (esclusivamente grazie al risultato dei referendum, questo ormai è chiaro anche ai sassi) con però due sostanziali modifiche peggiorative: da un lato si penalizzano i milanesi residenti in centro, dall’altro si agevolano i veicoli commerciali (furgoni e camion) senza limiti né regolamentazione di orari.

“Lo smog è un problema sanitario” annuncia il sindaco Pisapia: scoperta interessante, ma allora perché a trattare su Ecopass manda l’assessore al Commercio, anzichè quello alla Salute? Si introduce il “bus by night” nel week end, mentre il “bus by day” in periferia assume sempre più le sembianze di carro-bestiame. Intanto lo smog sale, la danza della pioggia non funziona. Si annuncia il blocco del traffico in centro, per tutelare la salute dei milanesi: finalmente, bravo sindaco, bravo assessore! Come non detto, blocco revocato... Quale è la misura meno efficace per ridurre traffico e smog, in base dei dati in possesso dell’Agenzia Mobilità e Territorio? Le targhe alterne: l’elevatissimo tasso di motorizzazione nell’area metropolitana ne vanifica ogni effetto (l’ultima volta che sono state introdotte, l’aria è addirittura peggiorata). Quale misura si pensa di attivare in sostituzione del blocco del traffico? Le targhe alterne.

In vista del blocco del traffico (poi saltato) ATM aggiorna l’Amministrazione comunale sulla situazione: “Tutti i mezzi sono già operativi, il servizio urbano può essere potenziato al massimo con 6 autobus in più nelle ore di punta (in tutta Milano) e qualche treno di metropolitana in più negli orari di morbida, stop”. In quali condizioni di servizio di trasporto pubblico si pensa di attivare a gennaio 2012 la congestion charge?

Regione e Provincia, come avviene da anni, parlano criticano e annunciano senza fare nulla. Nessuno si aspetta qualcosa da loro: le parole non risolvono i problemi.

Ma dal nostro sindaco si, ci aspettiamo molto: perché lo abbiamo votato per cambiare Milano, e perché spetta a lui tutelare la salute dei cittadini, trasformando gli impegni presi in azioni conseguenti.

Questa spinta verso il cambiamento ha bisogno di scelte coraggiose e di persone competenti in grado di guidarle. Non ha bisogno di pasticci, tentennamenti, annunci e improvvisate marce indietro.

Perché è un cambiamento che può avvenire solo se i cittadini collaborano e si sentono partecipi di un grande progetto di interesse comune.
E i cittadini partecipano e accettano anche scelte difficili e impopolari se sono perseguite in modo serio e chiaro. Non accettano le prese per i fondelli.
Dobbiamo ragionare, tutti insieme, su cosa fare per fare arrivare nel palazzo la voce del popolo inquinato.
Prima che sia troppo tardi.

Immagine tratta dal web.

domenica 27 novembre 2011

En plein air d'autunno nel Plis dei Colli Briantei

 

Testo e foto di Gianni Casiraghi

Il freddo pungente di una brinata novembrina (sembrava neve ma non lo era) non ha scoraggiato gli oltre 35 partecipanti (+ quattro cani) all'escursione naturalistica "A piedi d'autunno (inoltrato) nel Parco dei Colli Briantei" - promossa dall'Associazione Amici della Natura di Triuggio, dall'Associazione per i parchi del Vimercatese e dall'Associazione Torrette Bini Dosso Boscone di Macherio - che si sono dati appuntamento la mattina di domenica 20 davanti alle nuove scuole di Camparada.


La guida esperta di Luca Fantoni, massimo conoscitore dei luoghi e dei i tesori del parco nonchè notissimo fotografo naturalista (non a caso, curatore del volume ufficiale del plis), ci ha condotto per mano lungo sentieri, valli ed alture rivelandoci i segreti degli esseri viventi che abitano i boschi, le radure e le campagne che si affacciano sulle più famose balze di Montevecchia e del Curone che, abitualmente, quando la foschia è di riposo, fanno da damigelle ai monti di Lecco e ai primi contrafforti orobici che, sullo sfondo, sorvegliano, impassibili, le magnifiche ondulazioni del Plis dei Colli. 


Quattro ore a passo lento, piacevolmente baciati da un sole sempre meno timido, hanno permesso ai partecipanti, provenienti da un pò tutta la provincia e dalla vicina Casatenovo, di conoscere, per la maggior parte di loro, per la prima volta luoghi molto cari ai brianzoli indigeni: il vallone di Camparada, "la Pinetina", i Dossi, la Cascina Melli, la Montagnola, Mongorio, la Cappelletta, il Masciocco e la Cabella. Un trekking da manuale, salutato qui e là, da qualche piacevole incontro con lo Sparviere, la Poiana e una miriade di uccellini che solo un esperto come il dottor Fantoni può distinguere l'uno dall'altro. E così è stato per lo stupore dei presenti. 



Scendendo verso Arcore dove il parco, purtroppo, verrà presto violentato dall'inutile scempio provocato dalla Pedemontana, non è mancato il saluto degli ultimi scoiattoli che numerosi hanno partecipato festosi ad una domenica mattina veramente da incorniciare. A loro e a tutti gli altri abitanti delle brughiere e dei boschi del Plis dei Colli Briantei, per un richiestissimo bis, gli organizzatori hanno rinnovato l'appuntamento a settembre 2012, non prima di avere ringraziato Luca Fantoni per l'impareggiabile supporto.

Patata "Bianca di Como" (Biancona) nel Parco della Cavallera


Il progetto di recupero della coltivazione della patata “Bianca di Como” o “Biancona”, promosso dal Parco della Cavallera con il cofinanziamento del “Bando per la promozione dell'agricoltura in Brianza“ della Provincia di Monza e Brianza anno 2011” è giunto finalmente al momento della distribuzione dei primi tuberi agli agricoltori della pianura.

La selezione varietale messa a disposizione da parte del Consorzio della patata Quarantina è stata riprodotta per due anni sulle montagne della zona lecchese, grazie alla collaborazione dell’Associazione Agricoltori Valle San Martino, partner di progetto.

Programma dell’incontro

SABATO 3 DICEMBRE 2011
c/o Centro Civico “Lino Brambilla” del Comune di Concorezzo (MB), Piazza Falcone Borsellino

Ore 15.30 Accoglienza, saluti e introduzione alle attività.
•Paolo Brambilla, Presidente del Parco e Riccardo Borgonovo, Sindaco di Concorezzo.

Ore 16.00 Presentazione dei risultati e delle attività svolte nel 2011.
•Niccolò Mapelli, responsabile tecnico del Parco della Cavallera
•Gustavo Centenaro dell’Associazione agricoltori Val San Martino

Ore 16.45 Il significato ed il senso del recupero dei prodotti locali
•Massimo Angelini, del Consorzio della Quarantina.

Ore 17.30 Le aspettative dei consumatori
•Associazione “GAS Pane e Rose” di Concorezzo-Vimercate

Ore 18.00 Distribuzione dei tuberi seme alle aziende del Parco e del territorio.

Ore 18.30 DEGUSTAZIONE FINALE, CON ASSAGGI DI PATATE E PRODOTTI LOCALI
•Consorzio Cuochi di Lombardia

L’incontro è rivolto a tutti gli interessati, oltre che ai tecnici, ai consumatori ed alle aziende agricole.

Organizzazione:
Parco della Cavallera in collaborazione con:
Associazione Agricoltori Valle San Martino
Consorzio Agricola Brianza
Consorzio della Quarantina

venerdì 25 novembre 2011

Fermiamo le colate di cemento nel Parco del Grugnotorto!

Riceviamo dall'Associazione Amici del Parco Grugnotorto il sottostante appello per bloccare l'edificazione di un'area feste su 32.000 metri quadri di Parco Grugnotorto (suolo muggiorese) e di  di 7.000 metri quadri di Parco ceduti ad un privato, il quale vi edificherà capannoni industriali.

Si può firmare l'appello on-line, cliccando qui.


BASTA CEMENTO, PIÚ VERDE SUBITO!
BLOCCHIAMO A MUGGIÒ LE COLATE DI CEMENTO PER I CAPANNONI E PRESERVIAMO I REALI INTERESSI DEL PARCO!

PERCHÉ
Il nostro giudizio nasce solo da valutazioni ambientali, proprio come previsto da Statuto. Premesso che l’Associazione critica qualsiasi nuova cementificazione o svendita di aree nel Parco Grugnotorto, l’Area Feste progettata dalla giunta Zanantoni, situata a metà strada tra i parcheggi del Multiplex e lo Stadio Superga, provoca ulteriore forte sconcerto.

CAPANNONI:
- Sono le premesse per la costruzione di tale area: la perdita di 7.000 mq di Parco (confine Nova-Muggiò) a favore di un privato che, grazie alla modifica di destinazione d’uso, potrà edificarvi dei capannoni industriali, raddoppiando l’area di quelli limitrofi già esistenti.
- Aumenta l’appetibilità dell’area industriale per nuove edificazioni.

AREA FESTE:
- La posizione dell’intervento è difficilmente raggiungibile.
- Forti dubbi sulla possibilità economica di realizzazione (le stime progettuale arrivano a 1.200.000 € solo per i primi due lotti).
- Assenza di aree parcheggio, e altre utilità, che rischia di portare alla ulteriore cementificazione dei campi adiacenti.
- Nessuna mitigazione ambientale, se non un nebuloso laghetto (già previsto tra l’altro per il Multiplex).

Stiamo parlando di un’area di quasi 40.000 mq (pari circa a 7 campi da calcio!) che verrà sottratta al Parco senza dare nulla in cambio: il Parco insomma non avrà nulla da guadagnare, non avrà miglioramenti strutturali. Sappiamo inoltre cosa può succedere a queste grandi opere (pensiamo al degrado e alle losche vicende legate al Multiplex per esempio). Queste e altre sono le nostre ragioni; esse ci spingono a bloccare questo progetto.

COSA SERVE REALMENTE AL PARCO
Posto che rifiutiamo questa progettazione, è invece utile fare mente locale su quello che servirebbe realmente per salvare il Parco dalle speculazioni:
- bloccare la trasformazione dei 7.000mq al privato per uso industriale, portandola all’originale destinazione agricola;
- accorpamento di nuove aree verdi nel Parco verso la cascina Brugola in direzione di Desio, creando un collegamento con la Dorsale Verde;
- riutilizzo delle vasche di contenimento a confine con Cinisello per la realizzazione di laghetti (senza perciò costruirne altri);
- nessuna nuova cementificazione, né aumento di volume delle attuali costruzioni, all’interno del Parco;
- realizzazione percorso ciclabile di collegamento con l’Oasi dei Gelsi a Cinisello;
- creazione di un Tavolo consultivo di carattere ambientale tra le istituzioni e l’associazionismo muggiorese;
- promozione cittadina per la salvaguardia del territorio e dei Beni Comuni e utilizzo più consapevole e compatibile della risorsa Parchi sul territorio.

ALTERNATIVE
Le alternative a un tale progetto esistono, è necessaria però la volontà di cercarle e attuarle. Escludendo l’edificazione di capannoni industriali e la svendita di terreni agricoli, basterebbe limitare il progetto dell’Area Feste a strutture più ridotte e compatibili - su aree già di proprietà comunale.

La Corte Costituzionale dichiara illegittima la legge regionale sui servizi idrici

Bocciata la legge lombarda: ora Formigoni deve adeguarsi al Referendum per l’acqua pubblica!
 

Già 300 adesioni all’Appello per cambiare la legge regionale sull’acqua

di Roberto Fumagalli, Coordinamento Comitati Acqua Pubblica Lombardia

Con sentenza pubblicata oggi, venerdì 25 novembre, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima le legge regionale sull’acqua della Lombardia sull’Acqua!
Come si ricorderà, il ricorso era stato presentato dal Governo Berlusconi, che contestava alcuni passaggi della norma regionale (la n. 26 del 2003, così come modificata dalla L.R. n. 21 del 2010), che riguarda gli affidamenti del servizio idrico. Ora la Consulta ha dichiarato incostituzionale una parte della legge; pertanto nelle prossime settimane la Regione Lombardia dovrà mettere mano alla sua norma.

I Comitati per l’acqua pubblica della Lombardia da sempre contestano i contenuti della legge lombarda, che di fatto prevede ancora la privatizzazione dell’acqua, ignorando la vittoria dei Referendum nazionali del 12 e 13 giugno, che hanno abrogato la norma nazionale (il Decreto Ronchi) che obbligava a mettere a gara la gestione degli acquedotti.

I Comitati chiedono appunto di modificare le due maggiori “storture” contenute nella norma regionale:
-    cancellare il riferimento al Decreto Ronchi (che obbliga a privatizzare l'acqua), che non esiste più poiché abrogato dal Referendum nazionale;
-    mantenere la titolarità del servizio idrico in capo ai Sindaci, che invece la legge regionale espropria per consegnare il potere di scelta alle Province, sopprimendo le assemblee dell’ATO (Ambito Territoriale Ottimale) sostituite con un fantomatico Ufficio d'Ambito provinciale.
A tal proposito, nelle scorse settimane il Coordinamento Regionale Lombardo dei Comitati per l'Acqua Pubblica, ha lanciato un Appello per l'acqua pubblica in Lombardia, per chiedere le modifiche alla legge regionale. In pochi giorni l’Appello ha già ricevuto più di 300 adesioni, tra cui molti sindaci e associazioni (le adesioni vanno inviate a: info@contrattoacqua.it ).

Come si legge nell’Appello, i Comitati per l’acqua pubblica chiedono di:
  • salvaguardare la titolarità dei Comuni nel governo dei servizi idrici, prevedendo forme di partecipazione della cittadinanza alle scelte sulla gestione dell’acqua;
  • garantire la gestione totalmente pubblica dell’acqua, attraverso l’affidamento ad aziende di diritto pubblico di proprietà dei Comuni;
  • avviare un confronto politico per la riorganizzazione complessiva del servizio idrico, che va ridefinito quale “servizio di interesse pubblico generale, privo di rilevanza economica”, attraverso la valorizzazione dei bacini idrografici esistenti in Lombardia, che devono essere amministrati dai Comuni e affidati in gestione ad aziende di diritto pubblico, garantendo il diritto all’acqua secondo principi di solidarietà.
Ora che la Corte Costituzionale ha di fatto bocciato la legge, Formigoni deve cambiare la legge al più presto!

RASSEGNA STAMPA

La notizia della bocciatura della legge regionale è stata ripresa da molti siti e giornali:

- Acqua, bocciata la legge regionale (Corriere della Sera)
- Acqua ai privati, Regione bocciata, la Consulta annulla la nuova legge (Repubblica)
- Acqua, «bocciata» la legge. Le opposizioni vanno all'attacco (Eco di Bergamo)
- Illegittima la legge regionale sull'acqua (Il Manifesto)

Una casa per le tartarughe "indesiderate"

Capita spesso di comprare ingenuamente piccole tartarughe che poi, crescendo, non si sa più gestire e soprattutto non si riesce più a tenere in casa.
Oggi c'è la possibilità di "disfarsi" delle  tartarughe della specie Trachemys scripta, le comuni tartarughe dalle orecchie rosse o gialle, consegnandole al Parco Ittico Paradiso di Zelo Buon Persico, dove verranno mantenute in ambiente naturale, idoneo e  protetto. Prima di procedere alla consegna è necessario telefonare al numero 02 9065714.

Vi raccomandiamo di non rilasciare mai animali esotici in ambiente naturale, siano essi rettili, anfibi, pesci, uccelli, mammiferi o invertebrati.
Le conseguenze per gli habitat e per la fauna locale sono spesso devastanti e purtroppo ancora sottovalutate: tra le specie esotiche rilasciate e quelle locali, può infatti crearsi competizione diretta o indiretta per le risorse alimentari, per i siti di riproduzione e di rifugio e possono diffondersi patologie che risultano letali per la nostra fauna.

Per maggiori informazioni consultate la scheda di presentazione del centro sul sito del Parco Adda Sud.

 

Aggiornamento 24/10/2022: Si segnala che il Parco delle Groane e della Brughiera ha avviato, negli scorsi mesi, un progetto per il contenimento delle tartarughe esotiche. Per approfondire cliccare qui.

Premio Morlotti 2011

Con i suoi dipinti ha fatto conoscere l'Adda e i suoi paesaggi a livello nazionale e internazionale: Ennio Morlotti, celebre artista e cittadino onorario di Imbersago, è ricordato ogni due anni dalla cittadina lecchese attraverso un premio di pittura.

La tredicesima edizione del Premio Morlotti sarà eccezionalmente ospitata a Lecco, città natale del maestro, in occasione del centenario della sua nascita: sabato 26 novembre alle 18 presso la torre viscontea, in via XX settembre, verranno premiati i vincitori di questo concorso di pittura e inaugurata la mostra.

L'esposizione sarà aperta dal 27 novembre al 15 gennaio dal martedì al venerdì dalle 15 alle 19 e sabato e domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 19.30 (chiuso a Natale e Capodanno).

Per saperne di più su Ennio Morlotti cliccare qui.

Fonte: Newsletter Parco Adda Nord

giovedì 24 novembre 2011

Brianza: come far sparire 3/4 del parco di Monza

PTCP Monza e Brianza - La rete di tutela e valorizzazione del paesaggio
articolo di Simona Calvi tratto da "L'Esagono"

Le richieste: rivedere le aree agricole strategiche per circa 450 ettari
Là dove c'era l'erba ora c'è il mattone dei sindaci


Occhio e croce, sarebbe come se sparissero tre quarti del Parco di Monza. L’immagine del verde in Brianza che esce dalle richieste di modifica delle aree agricole strategiche avanzate da una decina di Comuni alla Provincia è più o meno questa. Le schede che fotografano come alcune Amministrazioni vorrebbero modificare il Ptcp ai nastri di partenza in Aula (il debutto auspicato dal presidente Dario Allevi alla sua giunta è per il 21 e 22 dicembre) sono infine arrivate in sede di commissione. Non tutte. A mancare è ancora qualche pezzo. Al momento quel che è certo è che sommando tutte le proposte di revisione delle aree agricole sottoposte a vincolo, si arriva ad un totale di circa 450 ettari. Ettaro più, ettaro meno. Il Parco di Monza ne misura 635. Giusto per dare un’idea.

Nel dettaglio i Comuni che hanno sottoposto le loro proposte a via Grossi sono 8: Lesmo, Renate, Varedo, Concorezzo, Carnate, Misinto, Lissone (in controtendenza pare intenzionata a partecipare al Plis Alma Solis, avviato dai Comuni di Albiate, Macherio e Sovico) e Lentate sul Seveso. A questi vanno aggiunti poi Vimercate (ex Celestica) e Brugherio che chiedono la riperimetrazione rispettivamente dei Parchi della Cavallera e del Plis delle Cave, area interessata dall’enorme - e contestatissimo - progetto Decathlon.

Naturalmente le richieste sono variegate. Da Concorezzo che vorrebbe tenersi una quarantina di ettari a Lesmo che ne chiede una decina, passando per Misinto il cui Pgt è in fase di redazione e la cui richiesta non è ancora stata sottoposta ai commissari. Varedo è il caso più singolare: si tratta di un’area di circa una ventina di ettari situata a nord del Villoresi di cui in realtà una decina è già interessata da insediamenti agricoli Il palmares, invece, tocca a Carnate che ha adottato il suo Pgt, ma che chiede alla Provincia di escludere oltre 350 ettari dal conto. Secondo lo strumento urbanistico carnatese, le aree resterebbero a destinazione agricola, anche se l’assenza di un vincolo forte come il Ptcp permetterebbe cambiamenti futuri. E poi c’è Lentate sul Seveso dove il sindaco Massimo Sasso vorrebbe conservare e destinare a produttivi alcuni terreni attigui all’area industriale lentatese.

Il malumore per le scelte della Provincia in fatto di aree agricole strategiche è altissimo, tant’è che si contano almeno una quindicina di sindaci che in sede di assemblea potrebbero esprimere parere negativo. Uno di questi, ad esempio, è proprio il sindaco di Lentate: “Io voterò no - dice - Perché se è vero e sono convinto della necessità di alcunee linee per tutelare il verde, è anche vero che Lentate, con il suo 64% di superficie comunale a parco, non può diventare la banca per altri Comuni che invece continuano a costruire”. L’implicito è costruire case. Perché a Lentate, ad esempio, le aree in questione non sarebbero destinate a nuove residenze: “L’idea è di ampliare la parte produttiva per sviluppare l’attrattività industriale del territorio e creare nuovi posti di lavoro”. Strano caso quello di Lentate, visto che il sindaco racconta di essersi consultato con la Provincia anche prima di arrivare all’adozione del Pgt: “La Provincia - sottolinea Sasso - non aveva avanzato alcuna opposizione a riguardo. Poi, all’improvviso, bellamente aggiungerei, ha inserito quelle aree nell’elenco di quelle vincolate”. Perché? Una domanda che sicuramente non sarà sfuggita a Fabrizio Sala, non solo assessore all’Ambiente in via Grossi, ma soprattutto illustre concittadino di Sasso.

I sindaci, scontenti e non, intanto sono al lavoro. L’ultima riunione si è svolta sabato mattina a Muggiò. Ancora una volta, Lega assente anche se pare che il Carroccio si muoverà insieme al resto della maggioranza. All’assessore all’Urbanistica monzese, Silverio Clerici è stato affidato l’incarico di redigere un documento per conto dei primi cittadini. L’iter è tracciato e il primo appuntamento è proprio con l’assemblea dei sindaci. In ogni caso, anche se l’approvazione arriverà in tempi record, Monza e Brianza non saliranno sul podio. L’elenco delle Province lombarde che hanno adeguato il Ptcp alla legge 12 regionale è già lungo...

Leggi anche:
- Lentate: sequestrati i documenti sul PGT (agg.to 25/11/2011)

Un parco anche per Bernareggio!


IL PGT: CARO VICESINDACO I CITTADINI LO CHIEDONO: 
Un parco anche per Bernareggio!

Comunicato stampa del Comitato UN PARCO PER BERNAREGGIO

"Bernareggio=Zeru-parchi". Questa la triste realtà del nostro paese, unico centro della Brianza orientale dal Lambro fino all'Adda, a non aderire a nemmeno un parco sovracomunale o regionale!
E non perchè a Bernareggio manchino aree bellissime, preziose quanto fragili, tutt'altro.
L'occasione c'è, ora, ed è unica e non si ripeterà che tra 5 anni, si chiama PGT e non va assolutamente persa.

Negli ultimi due anni, grazie all'azione delle Associazioni, dei cittadini e del comitato "Un parco per Bernareggio" l'idea di aderire al Parco del Rio Vallone ha preso sempre più piede ed è facilissimo dimostrare che la stragrande maggioranza dei bernareggesi sta dalla parte della salvaguardia dell'ambiente e del territorio, esattamente gli scopi istitutivi di un Parco.

Ricordiamo in particolare la serata del 12 aprile 2011, organizzata dal comitato Un parco per Bernareggio ed dell’Associazione per i Parchi del Vimercatese, con gli interventi accorati del Presidente del Parco Rio Vallone perchè finalmente anche Bernareggio aderisca al parco, alla presenza dei politici locali e dell'Assessore Tornaghi.

Il comitato Un parco per Bernareggio da parte sua ha dimostrato in questi anni di voler realmente puntare alla salvaguardia del territorio collaborando con l’amministrazione comunale in diversi interventi : Piantumazioni, manutenzioni volontarie, aiuto in iniziative ambientali, ecc. quindi la disponibilità c'è stata e ci sarà ancora, adesso si tratta di trasformare le premesse in atti concreti.

Il parco del Rio Vlalone non è un parco qualsiasi ma è unanimemente riconosciuto come uno degli enti meglio gestiti in Lombardia, basti pensare al fatto che il bilancio del parco viene moltiplicato diverse volte grazie alla capacità dell'ente di attrarre finanziamenti e progetti promossi da Regione, Provincia e fondazioni .
Se è vero come è vero che in Italia ci sono 'carrozzoni' pubblici questo non è certamente il caso del PLIS del Rio Vallone.

Il Parco del rio Vallone è efficiente. L'ente ha la struttura, le conoscenze tecniche e la capacità di offrire servizi alla popolazione che nessuna amministrazione comunale è in grado di fornire da sola ed è per questo che tanti comuni della nostra zona hanno aderito al consorzio.

I servizi fornito alla comunità sono tantissimi: Ci riferiamo ad esempio all'educazione ambientale nelle scuole, ai progetti di riqualificazione ambientale, al sostegno all'agricoltura locale, alla manutenzione dei percorsi di campagna, al servizio di vigilanza ambientale di recente promosso con l'isituzione del corpo di Guardie Ecologiche Volontarie, alla miriade di eventi per grandi e piccini che permettono ai cittadini di 'vivere' il territorio in modo intelligente.

Davvero si pensa che il comune di Bernareggio sia in grado di fornire un servizio di questo tipo ai cittadini facendo tutto da solo? Oggettivamente non è realistico.
La capacità di erogare servizi offerta del parco non è qualcosa 'ancora da dimostrare' è oggettiva e documentata in oltre 10 anni di attività.

Se l'Amministrazione non vorrà cogliere questa occasione non dovrà spiegarlo alle associazioni o al nostro comitato ma dovrà spiegarlo ai cittadini.
Basta un pò di buona volontà, manca solo un ultimo passo, facciamolo.

martedì 22 novembre 2011

A Meda per vederci chiaro nella nebbia della finanza

Giovedì 1 dicembre 2011
ore 21.00 

Auditorium Scuola A.Frank a MEDA (MB) 

serata  sulla Finanza Etica organizzata dal Gruppo di Acquisto Solidale "Gas Assieme - Meda", dal circolo ACLI di Meda e in collaborazione con i G.A.S. di Seveso e Cesano Maderno.

I relatori saranno il prof. Andrea di Stefano ( direttore della rivista di finanza Valori) e Fabio Silva, socio fondatore di Banca Etica e Presidente cooperativa Editoriale Etica Valori.

PER VEDERCI PIU’ CHIARO NELLA NEBBIA DELLA FINANZA


Bond, spread, derivati, default, mutui subprime. Queste sono solo alcune delle parole che da mesi tormentano anche i non addetti ai lavori, ovvero la stragrande maggioranza dei cittadini.  Davvero ci meritiamo una finanza così “nebbiosa” e poco comprensibile? E’ giusto capirne poco o nulla, lasciando che gli uomini della finanza gestiscano in maniera oscura un’ economia a cui noi tutti contribuiamo e che ha effetti sul tenore di vita di tutti? E’ vero: purtroppo non sempre “capire” significa “risolvere” i problemi, ma forse può condurci a “compiere delle scelte più consapevoli”, il che non è poco.
Questo è lo scopo dell’iniziativa pubblica organizzata da Gas Assieme (Gruppo di Acquisto Solidale) e dalle ACLI di Meda, in collaborazione con i GAS di Seveso e Cesano Maderno, che si terrà giovedì 1 dicembre alle ore 21.00 presso l’Auditorium della Scuola A. Frank di Meda. Proprio per vederci più chiaro nella nebbia della finanza (questo il titolo della serata) sono stati invitati Andrea di Stefano, direttore della rivista Valori (mensile di finanza etica ed economia sociale) e Fabio Silva, socio fondatore di Banca Etica e Presidente della cooperativa Editoriale Etica Valori. Insieme a loro cercheremo di comprendere almeno alcuni dei meccanismi che muovono i mercati finanziari, le speculazioni, il debito pubblico e che cosa c’è dietro la grande crisi che stiamo attraversando; ma proveremo anche a ragionare sulla possibilità di una finanza alternativa, che muova il denaro chiedendosi “da dove proviene” e “dove va a finire”. Perchè, mai come oggi, bisogna riflettere seriamente sull’antico detto pecunia non olet: il denaro, infatti, ha un cattivo odore quando proviene, ad esempio, da un’economia sommersa e illegale ma anche quando va a sostenere progetti bellici o di sfruttamento umano e ambientale.
Sono proprio le “scelte consapevoli” quelle che stanno alla base dei GAS ( oggi in Italia se ne contano quasi 900), tra cui anche quelli di Meda, Seveso e Cesano Maderno; i GAS sono gruppi di persone che si uniscono per mettere in pratica piccole scelte nella gestione quotidiana del proprio denaro, ad esempio acquistando prodotti da cooperative o aziende che rispettano l’ambiente, i diritti umani, la dignità di chi lavora e che coinvolgono nella propria attività persone in situazioni di disagio. Una goccia nell’oceano? Forse, anche se stiamo parlando di un movimento, quello dei GAS, che  in Italia è in grado di determinare acquisti per oltre 30 milioni di euro. Anche la scelta di rivolgersi ai prodotti del Commercio equo e solidale, o quella di avere come riferimento una Banca etica, sono azioni consapevoli che ciascuno può compiere nel proprio piccolo, allo scopo di contribuire ad una finanza che generi qualcosa di ben diverso da bond, spread, derivati, default e mutui subprime.
Invitiamo dunque tutti i cittadini interessati a partecipare alla serata, ringraziando anche l’associazione Xapurì di Lentate sul Seveso che sarà presente con alcuni dei prodotti della Bottega di Commercio Equo e Solidale e il Comune di Meda per il patrocinio  all’iniziativa.

Gli organizzatori

Gas Assieme di Meda e ACLI di Meda

Inverigo: uno schiaffo al paesaggio


Inverigo, progetto nuovo hotel
Anche gli alpini lo bocciano

Tratto da La Provincia di Como

Una raccolta firme, mozioni, osservazioni da presentare in municipio.  Una vera e propria sollevazione popolare che si vuole abbia rilievo nazionale, per bloccare quello che viene ritenuto uno schiaffo in pieno volto al paesaggio che è valso a Inverigo il titolo di perla della Brianza. Ovvero la realizzazione di un hotel con un centinaio di camere, un ristorante e residenze private. E in prima fila ci saranno gli Alpini, pronti a mobilitarsi da tutta la penisola per difendere il "loro" beato, don Carlo Gnocchi, e la sua memoria, perché è a pochi metri dal centro Santa Maria alla Rotonda, inaugurato dal padre dei mutilatini nel 1949 e prima sede della sua Pro Juventute, che tutto questo verrà costruito.

Giovedì sera è stata indetta un'assemblea per chiamare a raccolta cittadini e associazioni e organizzare quanto prima una campagna di dissenso, visto che di fatto resta circa un mese per presentare delle osservazioni al piano.

All'appello, lanciato da Comitato Inverigo 2021, hanno risposto in molti, a partire dall'altro gruppo di opposizione consiliare, Uniti per Inverigo, e i sodalizi ambientalisti, Le Contrade e L'Orrido. E poi i residenti di via Curcetto, che già in anno fa scrissero al Comune chiedendo di venire informati in merito al procedere di questo piano. E gli Alpini, presenti con Luca Boschini sono pronti a una mobilitazione coinvolgendo le Penne nere di tutta Italia per opporsi all'ipotesi di veder oscurata la Rotonda.

Sul giornale La Provincia di sabato 19 novembre l'articolo completo.

Leggi anche (su Infonodo): Inverigo e l'ecomostro di Giorgio Pozzi

lunedì 21 novembre 2011

BrianzaFilmCorto 2011 a Sovico


Bmovies e Nuova Urania presentano:
"Corti a Sovico"
Venerdì 2 dicembre, ore 21, Sala Civica

I cortometraggi di BrianzaFilmCorto 2011 saranno protagonisti della serata di Venerdì 2 Dicembre alla Sala Civica A. Moro di Sovico, presso la Biblioteca di Viale Brianza 4.

Si parte alle ore 21.00 con la proiezione dei cortometraggi vincitori dell'edizione 2011 del Festival - "La currybonara"; "Ciàr cumè l'aqua del Làmber"; "Alberi"; "Stand by me" e si prosegue con la visione di un breve documentario autoprodotto sul territorio dell'alta Brianza e su alcuni suoi siti di epoca medioevale, realizzato da Stefano Nervetti dell'associazione "Nuova Urania", che con Bmovies ha voluto ed organizzato la serata. L'ingresso è libero.

Per maggiori informazioni consultate il sito www.brianzafilmcorto.it

Dolce Natale con il WWF Lecco


Grazie alla disponibilità di ICAM Cioccolato, l'Associazione WWF Lecco sarà presente quest'anno con i consueti tavoli natalizi di raccolta fondi con una possibilità in più, quella di poter offrire ai lecchesi un assaggio dei prodotti di ICAM, azienda dolciaria lecchese leader internazionale nella produzione di cioccolato.

In particolare, grazie alla collaborazione con Chocoutlet, lo spaccio aziendale che offre l'intera selezione dei prodotti ICAM, WWF Lecco proporrà a fronte di un'offerta minima di 5 Euro, una selezione da 6 tavolette di cioccolati BIO "Go*Do":
  • cioccolato fondente bio;
  • cioccolato fondente bio con granella di caffè bio;
  • cioccolato fondente bio con mandorle siciliane bio;
  • cioccolato al latte bio;
  • cioccolato al latte bio granella di nocciole bio;
  • cioccolato bianco bio con estratto naturale di vaniglia bio.
Il tavolo WWF sarà presente in piazza Garibaldi a Lecco nelle giornate di sabato 26 novembre e 10 dicembre: acquistando una delle confezioni proposte dal WWF Lecco si dimostra una doppia 'attenzione per l'ambiente: per la preferenza riservata a un prodotto puro, totalmente sostenibile, italiano (e incredibilmente buono) e per il fatto che tutto il ricavato della raccolta fondi sarà interamente utilizzato per i fini istituzionali e la mission del WWF.

E' un modo per sostenere le iniziative e le attività del WWF Lecco e un'idea per qualche piccolo regalo di Natale.

sabato 19 novembre 2011

SALVIAMO LE TORRETTE


Tratto dal numero di novembre del mensile IL PAESE di MACHERIO

Tre chiare, precise ed inequivocabili richieste sono i punti fermi sui quali l'Associazione Torrette Bini Dosso Boscone, assieme al Comitato per l'ampliamento del Parco Brianza Centrale, vuole imperniare la prossima raccolta firme finalizzata a salvare dalla cementificazione l'intera zona delle Torrette, bene comune di tutti i cittadini di Bareggia e di Macherio ma anche delle vicine comunità, come quella di Cascina Greppi di Sovico, che vivono ai confini del territorio macheriese. Un appello all'adesione che, ovviamente, l'associazione rivolge ed estende anche a tutte le associazioni locali e del circondario ma anche a quelle di carattere regionale e nazionale.

Per capire bene di cosa si tratta, abbiamo intervistato i rappresentanti  dell'Associazione Torrette.

D: quali sono le vostre proposte e a chi le indirizzerete?

R: il Piano di Governo del Territorio, depositato a metà ottobre, presenta criticità, alcune delle quali ci preoccupano non poco. Sul documento in generale inoltreremo, per tempo, all'amministrazione comunale, le nostre osservazioni e dei contributi che mirano a migliorare nell'assieme la proposta di piano ma per quanto riguarda, nello specifico, la tutela dell'area delle Torrette affiancheremo, ad osservazioni più tecniche, anche tre grandi obiettivi per i quali ci sentiamo di chiedere l'appoggio dei cittadini e delle associazioni:
- tutelare e preservare da ogni forma di possibile edificazione e trasformazione tutte le aree agricole delle Torrette, ivi comprese quelle tra le vie Battisti e Bosco del Ratto;
- la completa inclusione delle stesse aree agricole e di tutte le aree standard comunali situate a nord di via Sant'Ambrogio, nei confini del Plis - Parco locale di interesse sovracomunale (“Alma Solis” / ampliamento del Parco Brianza Centrale);
- come risarcimento minimo per il territorio di Macherio, ferito irrimediabilmente dal passaggio di Pedemontana e delle opere stradali accessorie ad essa connesse, la completa attuazione delle opere di compensazione ambientale di Pedemontana (progetto locale n°24) nelle forme e nei modi indicati dal progetto approvato in via definitiva dal CIPE -  Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica.

D: quali sono le ragioni che vi hanno spinto, proprio ora, a indire la raccolta firme?

R: possiamo elencarle, ma la domanda esige una risposta un pochino articolata: innanzitutto il Documento di Piano del PGT, indica palesemente un ambito di trasformazione a ridosso di via Bosco de Ratto che riteniamo del tutto irricevibile in quanto assolutamente non giustificato da reali esigenze di carattere abitativo. Visto e considerato che a Macherio (e nei dintorni) esistono centinaia di abitazioni vuote, invendute e in costruzione, riteniamo inaccettabile consumare ulteriore territorio agricolo (oltre un ettaro).
E' poi altrettanto evidente che l'arrivo di nuovo cemento minerebbe definitivamente l'integrità degli spazi aperti di uno storico paesaggio, ancora quasi interamente inedificato, rimasto uguale per  centinaia di anni, che è parte integrante della nostra identità di cittadini macheriesi e bareggesi. La sua compromissione cancellerebbe irrimediabilmente parte della nostra cultura e della nostra storia, e comporterebbe forti ripercussioni anche sull'equilibrio ecologico di tutta la zona. Non scordiamo, inoltre, che il suolo delle Torrette, per la sua composizione, è tra i più fertili e produttivi dal punto di vista agronomico tra quelli sopravvissuti all'urbanizzazione. Infine, non dimentichiamo che Macherio è già urbanizzata per circa il 65% del suo totale e, grossomodo, un altro 10% di aree agricole verrà divorato da Pedemontana, allora ci chiediamo se anche da noi in Brianza, non è giunto il momento di rovesciare completamente il concetto di sviluppo del territorio e, magari, indirizzarci verso una vera sostenibilità, anche nel costruire, e dire un basta definitivo ed inequivocabile al consumo di suolo che oggigiorno ha esclusivamente fini speculativi. 


D: ma anche le aree destinate a parco sovracomunale non corrispondono alle vostre richieste?

R: infatti, ambito di trasformazione a parte, tra quelle destinate all'ampliamento del parco sovracomunale (Plis della Brianza Centrale) sono incluse solo una parte, molto ridotta, delle aree da noi indicate. Scelta che contraddice completamente quanto lo stesso sindaco, allora all'opposizione, ci aveva promesso e, strumentalmente, aveva proposto in consiglio comunale.
Ma parallelamente, è preoccupante e del tutto incomprensibile (?) la palese intenzione dell'attuale amministrazione di eliminare una vasta porzione delle compensazioni ambientali di Pedemontana, approvate dal governo italiano, che la precedente amministrazione aveva concordato con  Pedemontana su indicazione progettuale di un ente autorevole come il Politecnico di Milano. Un' area destinata a tutti gli effetti a diventare patrimonio pubblico comunale e, attraverso percorsi ciclopedonali, fruibile da tutti i cittadini, al contempo, conservando le sue peculiari caratteristiche agricole.
E' però opportuno chiarire un concetto. Le compensazioni ambientali appartengono a tutti cittadini di Macherio e Bareggia e non possono, arbitrariamente e senza alcuna competenza, essere barattate con proposte  artificiose come quella avanzata dall'attuale amministrazione che, facendo carta straccia del progetto definitivo, vorrebbe trasferire le compensazioni sopra le gallerie dell'autostrada laddove sono già previste e finanziate opere di mitigazione a verde.

D: ma la Provincia di Monza e Brianza non doveva recitare un ruolo di governance sugli effetti causati da Pedemontana?

R: anche il comportamento della provincia ci lascia quanto meno perplessi. Sulle compensazioni ambientali si è limitata ad osservare il progressivo dissolvimento del progetto, senza minimamente interferire anzi, al contrario, ha ritenuto di non inserire le aree interessate dai progetti locali (compreso quello delle Torrette) tra quelle indicate nel piano territoriale provinciale come Ambiti Agricoli di Interesse Strategico, ovvero gli unici che realmente garantiscono un'effettiva tutela dalla cementificazione. In soldoni, ciò significa che se prendesse corpo l'idea del sindaco Porta di cancellare le compensazioni dalle aree attorno alla chiesetta delle Torrette, le stesse verrebbero private di ogni vincolo di salvaguardia e diverrebbero facile terra di conquista per la lobby del cemento. Una variante al PGT e il gioco sarebbe fatto. Insomma oltre il danno anche la beffa.
Ma c'è di più, manco a farlo apposta, la provincia si è pure dimenticata di includere tra le aree agricole tutelate anche quelle lungo la via Bosco del Ratto (e la sua prosecuzione verso nord), proprio là dove ricade l'ambito di trasformazione residenziale proposto dal PGT. E' solo una casuale combinazione?

Per adesioni, contatti e contributi:
Tiziano Galimberti: tgalimberti@tecnint.it   333.4570013

Ambiente e territorio del Vimercatese

Mercoledì 23/11/2011 - ore ore 21.00

presso la sede di Piazzale Marconi 7
Vimercate (MB)

Il circolo Arci "Antonio Banfi" - La locomotiva, in collaborazione con Associazione Parchi del Vimercatese organizza un incontro pubblico sul tema

Problematiche ambientali e tutela dell’ambiente nel territorio vimercatese: il Piano Territoriale della provincia di Monza e Brianza, impatto e ricadute sul territorio

Interverranno:

Nadio Limonta (consigliere provinciale PD)
Christian Novak ( docente di Analisi della città e del territorio presso il Politecnico di Milano)
Stefano Malatesta ( geografo, Università degli Studi di Milano - Bicocca)

con il patrocino dell’Assessorato alle politiche culturali del Comune di Vimercate

venerdì 18 novembre 2011

Brianza: la "quinta mafia" vista e raccontata molto da vicino

da Il Fatto Quotidiano del 16/11/2011

Il libro di Marta Chiavari, autrice di diverse videoinchieste per Exit, approfondisce storie e personaggi simbolo del sistema criminale che ha messo le radici in Lombardia e non solo: boss, pentiti, vittime e resistenti raccontati in presa diretta.

Adesso che abbiamo appurato che in Lombardia e nel Nord la mafia c’è – e ci sono voluti decenni di allarmi inascoltati – è venuto il momento di conoscerla. Di persona, sul campo. E’ il lavoro che fa Marta Chiavari, giornalista televisiva che ha firmato diverse belle inchieste sul tema per Exit di La7, nel libro La quinta mafia. Come e perché la mafia al Nord oggi è fatta anche da uomini del Nord (Ponte alle Grazie, 14 euro). Il libro parte dagli atti giudiziari delle ormai innumerevoli indagini, ma fa tanti passi in più sulle strade dell’hinterland milanese, della Brianza, del Pavese.

Maurizio Luraghi, lombardissimo imprenditore edile condannato in secondo grado per associazione mafiosa insieme alle nuove leve del clan di ‘ndrangheta Barbaro-Papalia, accompagna la giornalista alla scoperta dei buchi neri dove i “padroncini” al servizio dei boss calabresi rubano terra e seppeliscono veleni, al margine di autostrade trafficate. L’ingegner Agostino Augusto, attualmente testimone sotto protezione, racconta come può capitare di vedersi sfilare l’azienda dai boss che gestiscono le estorsioni e l’usura nel varesotto. Mentre amici e conoscenti di Antonino Belnome, giovane capo diventato recentemente collaboratore di giustizia, ricostruiscono la parabola di un giovane calabrese risucchiato dal richiamo della ‘ndrangheta, che diventa padrino e killer pur essendo nato e cresiuto a Giussano, nel cuore della Brianza.

E così via, in una galleria di vittime e carnefici che passa davanti al lettore come un film, il film che smonta decenni di luoghi comuni sulla Lombardia (e il nord in genere). Il Nord “immune” dall’attacco mafioso, forte di chissà quali “anticorpi”, dove tutt’al più ci sono “i colletti bianchi” che riciclano i soldi sporchi, “non certo i picciotti che minacciano e sparano”. “La quinta mafia” è appunto la mafia lombarda, che ha peculiarità proprie, come le altre con cui abbiamo maggiore dimestichezza: Cosa nostra, ‘ndrangheta, camorra, Sacra corona unita. La criminalità calabrese è largamente dominante, ma a differenza dei quanto accade nella terra d’origine, condivide il territorio con i rappresentanti delle altre organizzazioni.

E soprattutto, la Quinta mafia ha sviluppato un modo tutto nuovo di stringere rapporti con la società “pulite”, con gli imprenditori, i commercianti, le banche, i politici, gli uomini delle istituzioni, in un contesto culturale lontanissimo dalla Locride, da Gela, da Scampia… Il metodo funziona, perché i mafiosi “nordici” raccontati da Marta Chiavari sono perfettamente integrati nell’economia e nella politica del loro territorio, e non di rado sono perfettamente conosciuti dai loro concittadini, quanto meno come persone con le quali è meglio non creare problemi. O con le quali scendere a patti quando si profila una convenienza (spesso apparente e foriera di grossi guai).

E’ il sistema raccontato, per esempio, da uno spacciatore di cocaina, nordico anche lui, che per anni ha “prestato servizio” sotto il boss della ‘ndrangheta brianzola Rocco Cristello, falciato dai proiettili nel 2008 mentre rincasava, a Verano Brianza. Ecco alcuni brani del racconto, tratto da La quinta mafia. Il libro è stato presentato a Milano il 16 novembre alle 18, alla libreria Coop Statale di via Festa del Perdono 12, con l’autrice, la giornalista Ilaria D’Amico e il gip Giuseppe Gennari, che ha seguito le principali inchieste antimafia condotte nel capoluogo lombardo.

IL RACCONTO DI UNO SPACCIATORE DELLA ‘NDRANGHETA LOMBARDA
Tratto da La quinta mafia, di Marta Chiavari, Ponte alle Grazie 2011

A qualche chilometro di distanza, in un altro bar, mi aspetta una persona. È disposta a raccontarmi come funziona il giro della droga in zona. Non dal punto di vista di chi la usa, ma da quello di chi la spaccia massicciamente da anni: la ’Ndrangheta. È seduto al tavolino, ma appena mi vede si alza per ve­nirmi incontro. Ci salutiamo, lui mi offre un caffè, poi paghiamo e usciamo. È una persona molto gentile, di quelle che ti aprono lo sportello della macchina, per intenderci. Sorride e fa continuamente battute, il che rende tutto più semplice. Comunque di lui dirò molto poco, per evitare che qualcuno possa riconoscerlo. Posso dire però perché ha acconsentito a parlarmi.
«Innanzitutto, io non ho mai sgarrato, e quindi loro non hanno niente da recriminarmi. Poi a un certo punto ho de­ciso di smettere, e anche lì l’ho fatto senza sgarri, seguendo tutte le regole precise, ed è andato tutto bene. E poi sono an­che un po’ nauseato a questo punto della vita, e comunque non le farò certo i nomi, e poi senta, non mi faccia troppe domande sul perché parlo, se no cambio anche idea!».

Mentre lo ascolto parlare, sento qualche cosa che stride. Gli domando da dove proviene.
«Brianza felix!».
«Un lombardo doc che usa la parola sgarrare?».
«E cosa devi fare? Ci sono loro e ci siamo adeguati… Senta, ma lei non voleva sapere di Antonino Belnome?».
Sorride sempre con gentilezza, ma la direzione del di­scorso la decide lui, per ora. Comunque confermo, voglio sapere di Belnome.
«E allora bisogna cominciare da Rocco Cristello, che è molto più importante. Lo vuole conoscere?».
Rocco Cristello è stato il potente capo del locale di ’Ndrangheta di Seregno. Tra le sue attività principali c’erano le estorsioni, l’usura e il traffico di cocaina. È stato ucciso il 27 marzo del 2008, sotto casa sua, con venti colpi di pistola.
«Ma Rocco Cristello non è morto?» domando.
«Eh, infatti. Se vuole la porto al cimitero, perché anche da lì si capiscono tante cose».

Saliamo in macchina e andiamo verso il camposanto di Ca­biate. Entrando sulla sinistra c’è un vialetto di ciottoli bian­chi. Lo percorriamo. Poco più avanti, sulla destra, eccola. Un’enorme lapide in marmo grigio, se dovessi dare un’indica­zione direi almeno quattro metri per tre, con la scritta in stam­patello: Cristello. In alto a sinistra la fotografia di Rocco. La persona che mi accompagna si accovaccia e accarezza velocemente la tomba.
«Lei voleva bene a Rocco Cristello?».
«Era una bravissima persona».
«Capisco. Perché mi ha portato qui?».
«Lo vede quanto è grande? È grande, ma è molto sem­plice e lui era così. Uno molto influente che però non faceva mostra di chi era, come fanno invece altri che poi li beccano perché vanno in giro con tutti i soldi che fanno addosso, tra Rolex e altro… Lui non esibiva per non dare nell’occhio».
Cristello è morto a quarantanove anni.
«Lei a quanti anni l’ha conosciuto?».
«Ero minorenne. E le devo dire la verità, per Rocco mi è dispiaciuto! Ci ho passato del tempo insieme, era gentile e generoso».
«Mi scusi», dico mentre torniamo verso la macchina, «ma spacciava chili e chili di cocaina, per non parlare di estor­sione, usura, detenzione di armi…».
«Lei sta parlando con uno spacciatore, se uno traffica co­caina, io lavoro».
Giusto. Non ribatto.

«Rocco Cristello era uno che gli giravano soldi a palate e aiutava tutti. A parte la questione spaccio, io per lui ho fatto dei lavoretti e non è che voleva la fattura che poi ti paga a no­vanta giorni, se ti paga… perché in Brianza il problema non è che non c’è lavoro, ma che se ti va bene ti pagano meno del pattuito e a rate, se ti va male non ti pagano proprio… invece loro ti danno tutto subito e sull’unghia, e ti offrono anche il pranzo, è quello che rende forte la ’Ndrangheta. Il denaro. E con quel denaro ci mangiano tutti, qua intorno. È la banca più grande del mondo». (…)

«La gente aveva paura di lui, era intimorita e veniva ri­spettato. Ma è che non doveva fare niente lui, bastava la sua fama, il suo cognome, le voci che circolavano sul suo conto, e poi aveva la sua squadra dietro che faceva i lavori spor­chi. Per dirti, il pizzo o i prestiti a usura, non è che andava lui direttamente, andavano quelli sotto di lui. Sono loro che vanno in giro a fare le estorsioni».
«A Seregno si paga il pizzo e ci sono le estorsioni?».
«Lo sa anche il sindaco e lo sanno i carabinieri. Il pro­blema è che magari se il singolo va dalle forze dell’ordine a fare una denuncia, se è lui da solo, quello domani non c’è più».
«Sei mai stato minacciato da loro?».
«Come no! Loro ti mettono alla prova, se ti comporti bene, ti fanno anche dei regali. Se ti comporti male, vengono e ti dicono che stai sbagliando e, se continui a comportarti male, se ti va bene ti cacciano, se ti va male finisci come il povero Sannino…Ti fanno a pezzi e ti fanno sparire».

mercoledì 16 novembre 2011

Incontro su come avviare la "Strategia Rifiuti Zero" a Desio

Sabato 19 novembre 2011 - ore 15
presso la Sala Pertini del Palazzo Comunale di Desio, Piazza Don Giussani

incontro pubblico organizzato dal Comune di Desio

Sarà presente Alessio Ciacci, Assessore all'Ambiente del Comune di Capannori (LU), primo Comune italiano ad aver adottato la strategia Rifiuti Zero entro il 2020. 

Alla presenza del sindaco Roberto Corti e dell'assessore Paolo Smorta, Alessio Ciacci spiegherà come è stato possibile portare la raccolta differenziata di un comune di 40 mila abitanti come Capannori all'82%!

Da non perdere.

martedì 15 novembre 2011

Desio e il cemento di Pedemontana

Venerdì 18/11/2011 - ore 21.00
Municipio di Desio, Sala Pertini, ingresso da piazza don Giussani, piano 1°

Incontro pubblico su Pedemontana

Con l'architetto Enriquez del Politecnico di Milano che spiegarà in dettaglio le questioni tecniche e legislative.

Saranno presenti i comitati cittadini di Cesano, Bovisio, Seveso per chiedere a Pedemontana di rivedere il progetto.

Lo scopo della serata, organizzata dal Movimento 5 Stelle, è quello di informare i cittadini su come si stanno muovendo le amministrazioni locali, provinciali, regionali e Pedemontana.
In particolare si parlerà dello dello svincolo di Desio già esistente e mai utilizzato che verrà abbattuto per costruirne uno nuovo, dell'area di servizio a soli 150 metri dall'ospedale quando le normative chiedono almeno 300 metri, delle distanze dall'abitato e della mancata realizzazione dei tratti in galleria fronte a zone di pregio come quella di San Giuseppe e di villa Buttafava.