venerdì 30 luglio 2021

Le proposte degli ambientalisti per fermare la cementificazione della Brianza

Vista aerea della Provincia di Monza e Brianza; la più cementificata d'Italia

 

a cura dell'Osservatorio PTCP di Monza e della Brianza

 

Il coordinamento ambientalista Osservatorio PTCP di MB – unica istanza di collegialità di più gruppi e associazioni che si occupa dell’argomento Consumo di Suolo nella nostra cementificata provincia, insiste e ritorna con una serie di Osservazioni puntuali alla variante al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) che dovrà recepire l’adeguamento alla soglia regionale di riduzione del consumo di suolo secondo la Legge regionale 31/2014.


Dopo aver presentato contributi e suggerimenti nella fase preliminare dell’iter, abbiamo riscontrato che solo alcuni di essi, quelli utili a migliorare la comprensione e la completezza del documento sono stati, e solo in parte, recepiti.
Non è però mutato l’impianto generale dei contenuti della variante, con i suoi astrusi meccanismi di "premialità" per i Comuni che altro non è se non un abbassamento della soglia stabilita di riduzione del consumo di suolo. Laddove utilizzabile consentirebbe in pratica di consumare più suolo applicando solo parzialmente la soglia di riduzione regionale.


E’ una scelta non condivisibile e che non ci si può permettere per la pesante edificazione e antropizzazione in cui versa la nostra Provincia. Anche quest’anno, nel rapporto annuale ISPRA riferito al 2020, il territorio di Monza e Brianza con il 40,6% di suolo consumato risulta al primo posto tra le provincie italiane, con un incremento annuale 2019/2020 di 26,6 ettari.


Va inoltre considerato che molte amministrazioni inseriscono e prevedono edificabilità su suoli liberi anche nel Piano delle Regole (PdR) senza assoggettarli a Piano Attuativo. Per questo anche queste edificazioni devono essere interessate dalla riduzione fissata.


L’obiettivo che la Provincia s’è data con questa variante al PTCP di riduzione dell’indice di consumo di suolo nel 2025 del 1% (da 54% a 53%) continua ad apparirci come un valore irrisorio  insufficiente per sperare in un’inversione di tendenza.


Al suolo consumato concorrerà inoltre, se realizzata, il completamento dell’inutile e impattante autostrada Pedemontana Lombarda, il cui contributo negativo non pare al momento calcolato.
In un momento in cui gli “annunci” sulla transazione ambientale si sprecano, uniti alle “speranze” nelle risorse stanziate nel PNRR dal Recovery Fund, è tempo di decidere politiche di intervento a favore dell’ambiente più coraggiose e serie, con destinazione di risorse certe e con la condivisione con tutti i gruppi e le associazioni che da anni, localmente e con una visione sovraccomunale, si battono per preservare gli spazi verdi e liberi rimasti in questa Brianza sempre più preda del cemento e dell’asfalto.

 

mercoledì 28 luglio 2021

Seregno: memorie resistenti cercansi


 

di Mariadele Frigerio, Presidente ANPI Seregno
e Roberto Galliani, Presidente Comitato Unitario Antifascista per la difesa delle istituzioni repubblicane "Pierino Romanò"


L'Anpi e il Comitato Unitario Antifascista di Seregno sono impegnati in un progetto di raccolta di memorie, anche indirette, nonché di documenti e testimonianze (foto, lettere, articoli di giornale) che ci permettano di rendere onore a quegli uomini e quelle donne che negli anni difficili del dopoguerra si impegnarono affinché i  valori di libertà e solidarietà affermati dalla Resistenza e dalla Costituzione repubblicana venissero ricordati e realizzati. Due sono in particolare gli argomenti che ci stanno a cuore:

 

1) Vorremmo ricordare anche attraverso un libro a lei dedicato la figura eccezionale di una donna come Luigia Pozzoli Formenti, partigiana e fondatrice della locale sezione dell'UDI, infaticabile organizzatrice dell'assistenza all'infanzia e indimenticata benefattrice di quanti pativano le difficoltà e le ristrettezze del dopoguerra, nonché membro, insieme ad altri antifascisti, del Comitato d'onore per le celebrazioni del ventennale della Liberazione.

 

2) Ci sembra importante anche ricostruire la storia delle celebrazioni del 25 Aprile dal 1946 da raccogliere in volume; lo stiamo già facendo attraverso le pagine dei settimanali dell'epoca, ma riteniamo che le testimonianze, i ricordi dei concittadini che in vario modo vi hanno partecipato o ne sono stati protagonisti sarebbero la fonte più ricca e preziosa di questa ricerca.

Conservare e tramandare queste memorie prima della scomparsa di quanti le custodiscono ci sembra un dovere civico a cui vorremmo cercare di assolvere con un largo contributo da parte della cittadinanza. Preghiamo pertanto, e ringraziamo fin d'ora quanti volessero aderire a questo appello, di far pervenire documenti, ricordi, testimonianze orali e scritte, anche indirette, all'indirizzo mail: memorie.luigiaformenti@gmail.com

Gruppi ed associazioni di Seveso e Meda chiedono che la gestione del Bosco delle Querce ritorni ai rispettivi comuni

 
Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa di Legambiente Seveso, Seveso Futura, Sinistra e Ambiente Meda, Impulsi - Sostenibilità e Solidarietà Meda.
 
Con la nomina del nuovo Commissario prefettizio a Seveso si chiude l'era Allievi.
E' necessario adesso ripartire raccogliendo le macerie generate dalle pessime scelte dell'ormai ex sindaco. Scelte che hanno inciso negativamente anche sulla conduzione del Parco Naturale Regionale del Bosco delle Querce di Seveso e Meda.
Dopo più di 15 anni di buona gestione locale del Parco e delle vasche che contengono materiale contaminato da TCDD (compreso il deposito di Cesano Maderno) attraverso l'ufficio ecologia e ambiente del Comune di Seveso, il primo risultato ottenuto dall’uscente amministrazione è stato il ritorno della cura e della manutenzione delle vasche di Seveso, Meda e del deposito di Cesano Maderno a Regione Lombardia, tramite l'Ente Regionale per i Servizi all'Agricoltura e alle Foreste (ERSAF). Questo passo indietro allontana nuovamente il controllo e la gestione esercitata dalla struttura locale.

Allievi e i suoi sodali possono quindi gioire. Hanno raggiunto l'obiettivo che si prefiggevano. Delegare ad altri una responsabilità che le precedenti amministrazioni avevano valutato opportuno riportare e mantenere a Seveso, gestendo il Bosco e le sue vasche tramite la competente struttura comunale.
Le dimissioni hanno, per ora, scongiurato un altro obiettivo dell’ex Sindaco di Seveso: quello di trasferire la gestione del Bosco delle Querce, compresi i finanziamenti regionali, al Parco delle Groane.
Per fortuna la Legge Regionale n. 16/2007, che affida la gestione stessa del Parco al Comune di Seveso in convenzione con il Comune di Meda, non è stata ancora modificata.

E da qui è necessario ripartire.

In questo momento, la gestione del Bosco è tornata a Regione Lombardia che ha incaricato ERSAF della gestione delle vasche. Riteniamo che questa soluzione debba essere transitoria. Che fare?
La cosa più semplice sembrerebbe ritornare a una organizzazione voluta dalle precedenti amministrazioni. Era un modello che funzionava, è stata una scelta opportuna distruggerlo? E’ stata una buona scelta lasciare vacante la direzione del Bosco delle Querce, chiudere il Centro visite di via Ada Negri, azzerare quasi definitivamente l’educazione ambientale che ha forgiato più di una generazione a Seveso e Meda?

Tutto questo non c’è più. Come ricostruire ora su queste macerie?

Le associazioni e i gruppi che hanno organizzato (la raccolta firme) il 10 luglio al Bosco delle Querce hanno cominciato a discutere e ragionare su questo tema. Il terzo settore, nelle sue molteplici espressioni, continua a esserci dove l’istituzione ha tentennato. Ma il terzo settore non basta in questa che è, anche e soprattutto, una partita delle istituzioni alle quali chiediamo di collaborare e promuovere un concreto processo di valorizzazione del Parco e della sua Storia coinvolgendo i gruppi e le associazioni del territorio interessate e che vedono il Bosco delle Querce come opportunità. Di crescita. Civile. Ambientale. Sociale.

Qui è chiamato in causa il Comune di Seveso ma anche il Comune di Meda non deve più defilarsi.
Il Comune di Meda in tutti questi anni, e soprattutto nell'ultimo periodo, è stato un silente attore passivo. Perché - a Meda in troppi fanno finta di dimenticarsene - il Parco naturale Regionale si chiama “Bosco delle Querce di Seveso e Meda”. E l'Icmesa era, appunto, a Meda

I due comuni, insieme, sono chiamati a fare propria e rilanciare a Regione Lombardia la proposta di Ampliamento del Bosco delle Querce, includendo le aree di via della Roggia e quelle di via Redipuglia, così come proposto in una petizione ancora aperta da alcuni gruppi locali e così come deciso con l’unanimità dei voti in una mozione in Consiglio Comunale. La specificità del Bosco delle Querce, con la sua Storia, e con il mantenimento del simbolo che rappresenta, può essere anche il punto di partenza per pensare a un Parco Regionale che incorpori ciò che resta – purtroppo – delle aree verdi in un lembo di Brianza che è stato massacrato dal cemento e dall’urbanizzazione caotica. Anche questo è un percorso che può partire da un rinato Bosco delle Querce, fulcro di possibili ampliamenti e accorpamenti e la cui proposta deve nascere e crescere sul territorio, senza processi verticistici e con risorse aggiuntive da sommare a quelle che Regione Lombardia stanzia per il Bosco delle Querce. 
Di tutto questo pensiamo possano e debbano tenere conto tutti e tutte coloro che ambiscono a governare in futuro la citta di Seveso a partire dal prossimo appuntamento elettorale.

martedì 27 luglio 2021

Albese. Il Circolo Ambiente chiede di fare chiarezza sull’incendio dei rifiuti alla Nuova Lario


 

di Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi"


“Non bastano le rassicurazioni dell’azienda, sull'incendio verificatosi la sera di sabato 24 luglio nell'impianto di trattamento rifiuti della Nuova Lario di Albese con Cassano, occorre che gli Enti competenti facciano chiarezza da subito sulle cause!"
. È questo l'appello che, come Circolo Ambiente "Ilaria Alpi", rivolgiamo alle Istituzioni.
Questo vale sia nel caso si verificasse che l'incendio è di origine dolosa, sia (come sembrerebbe al momento più probabile) se accidentale.

Il rogo di Albese ha coinvolto nuovamente un deposito di rifiuti, situazione che negli anni passati ha purtroppo interessato molti altri impianti e depositi in Lombardia, dolosi nella maggior parte dei casi.
 
Se invece l'incendio della Nuova Lario fosse di origine accidentale (come, appunto, appare più probabile al momento), in ogni caso va imputata all'azienda una carenza di verifica degli stoccaggi e dei processi realizzati all'interno del capannone: in un impianto ben gestito non si dovrebbero sviluppare incendi!
Infatti la nostra maggiore preoccupazione è relativa agli effetti derivanti dalla combustione dei rifiuti, effetti potenzialmente dannosi per l'ambiente e per la salute dei cittadini. Occorre ad esempio accertare se tra i “materiali assimilabili ai rifiuti urbani”, vi fossero rifiuti (es. plastica) contenenti PVC, poiché in tal caso la combustione avrebbe potuto, potenzialmente, dare luogo alla dispersione di diossine.   




Per tutti questi motivi chiediamo agli Enti preposti (dalla Regione, alla Provincia, al Comune di Albese, all’ARPA) di condurre al più presto tutte le verifiche su quanto accaduto nell'impianto della Nuova Lario.
Noi lo stiamo dicendo da sempre: sugli impianti di trattamento rifiuti occorrono più controlli preventivi e maggiore attenzione da parte delle Istituzioni!


Immagini tratte dal web.

lunedì 26 luglio 2021

Mariano Comense: ANNULLATA l'escursione in Brughiera per dire NO alla strada nel Parco!

A causa delle avverse condizioni atmosferiche l'escursione è stata annullata, ma il 1° agosto 2021 dalle ore 9.30 si terrà un presidio / sit-in "de chi se pa'sa NO!" ovvero "NO! alla strada nel parco". E se ci saranno le condizioni si faranno anche due passi nel Parco.

 

 

Domenica 1° agosto 2021 torniamo in Brughiera a Mariano Comense con la seconda edizione dell'escursione per dire NO ALLA STRADA NEL PARCO.

Prenotati subito con i tuoi familiari o amici; vogliamo essere in tanti ad esprimere il nostro NO alla distruzione del Parco Regionale con nuove strade, sempre nel rispetto delle restrizioni e precauzioni anti Covid.

 

Info e prenotazioni: telefonare, dopo le ore 16, ad Alessia 346 951 8249  (iscrizione obbligatoria) 

 

Post aggiornato il 31/07/2021

domenica 25 luglio 2021

Gheppi e civette liberati sul Barro

Gheppio (Falco tinnunculus) - Foto di Stefania Berna

WWF Lecco, in collaborazione con il CRAS Valpredina, rilascia tre gheppi e quattro civette nell’area protetta del Monte Barro.

 

Da anni WWF Lecco collabora con il CRAS (Centro Recupero Animali Selvatici) di Valpredina, una struttura realizzata dal WWF Italia che ha lo scopo di recuperare animali selvatici feriti o in difficoltà per curarli e rimetterli in libertà, svolgendo questo servizio in convenzione con Regione Lombardia e con bacino di utenza le provincie di Brescia, Bergamo e Lecco.

Nel corso della giornata di sabato, WWF Lecco ha provveduto al trasporto da Valpredina di tre esemplari di gheppio e quattro giovani civette, curati dai veterinari del CRAS e pronti alla reintroduzione in natura. La liberazione è avvenuta nell’area protetta del Parco regionale del Monte Barro, nella zona di San Michele.


Liberazione di un gheppio (Falco tinnunculus) - Foto di Stefania Berna

Il gheppio (Falco tinnunculus) è un piccolo rapace diurno, della dimensione di un piccione, che predilige ambienti aperti, praterie, boschi, ma che spesso nidifica anche in città. È un eccellente cacciatore, in particolare di piccoli passeriformi, lucertole, piccoli serpenti, e micromammiferi. Spesso lo si vede in attesa di prede sopra tralicci, cavi dell’alta tensione, o sui rami sporgenti lungo strade o sentieri. È caratteristica la sua capacità di restare quasi immobile in volo in un punto, sbattendo rapidamente le ali e osservando il suolo in cerca di prede, assumendo una forma conosciuta come “spirito santo”. È l’unico rapace nelle nostre regioni con questa capacità, che ne permette l’identificazione certa anche da molto lontano.


Civetta (Athene noctua) - Foto di Stefania Berna

La civetta (Athene noctua) è anch’esso un piccolo rapace, ma con abitudini prevalentemente notturne. È lunga poco più di 20 cm, con un’apertura alare di 60cm e un peso che oscilla tra i 100 e i 200 grammi. Anche la civetta si ciba di piccoli roditori, rettili e grossi insetti, cacciando solitamente le sue prede al suolo partendo da un posatoio. Nidifica in cavità come vecchi alberi o nicchie nei muri.


Liberazione di una civetta (Athene noctua) - Foto di Stefania Berna

L’area protetta del Monte Barro, con boschi maturi e cascinali, spazi aperti e zone ad agricoltura mista, è un habitat ideale per queste due specie, che ci si augura possano trovare le condizioni idonee per riprodursi e contribuire alla biodiversità del Parco.


sabato 24 luglio 2021

Pedemontana e Regione Lombardia: il finanziamento rischioso che potrebbe trasformarsi in debito (anche per chi vota in aula)


 

di Dario Balotta, presidente Osservatorio Liberalizzazioni Infrastrutture e Trasporti

Il consiglio regionale della Lombardia si appresta a votare nei prossimi giorni l’ennesimo regalo a Pedemontana, il più grosso di sempre.

Nel collegato alla finanziaria regionale pronto per il voto in aula della settimana prossima è comparsa la trasformazione della garanzia voluta da Roberto Maroni nel 2017 in un prestito da 900 milioni di euro – che si andrebbe ad aggiungere ai 1.200 milioni già versati dallo Stato, e a mezzo miliardo di defiscalizzazione.

Un rischio grave, perché la Regione è controllante e socia di Pedemontana, e in questi casi se le cose vanno male i prestiti dei soci sono gli ultimi ad essere garantiti.  

Una recente decisione della Corte dei Conti, però, può cambiare le carte, agendo sull’interesse personale dei consiglieri regionali chiamati a votare. I consiglieri regionali di maggioranza pronti ad alzare la mano per approvare questo attentato alle finanze pubbliche, dovrebbero infatti sapere che proprio in questi giorni la Corte dei Conti di Milano ha deciso di chiedere non solo alle banche, ma anche alla Giunta e ai consiglieri comunali dell’amministrazione Pisapia di restituire alla collettività i 78 milioni di euro di danno prodotti dall’investimento in titoli derivati.

Un principio che in futuro potrebbe essere applicato anche a Pedemontana, che resta una partita persa perché pure quest’ultima valanga di soldi pubblici servirà solo a pagare per anni gli interessi alle banche e gli stipendi di Pedemontana.

Il voto di oggi può trasformarsi in debito domani: di questo dovrebbero ricordarsi i consiglieri regionali. Quanto fa 900 milioni diviso il numero dei votanti? Se anche si votasse all’unanimità sarebbero 10 milioni di rischio sulle spalle di ognuno. Vale la pena rifletterci, prima di fare l’ennesimo inutile regalo alle banche.  

martedì 20 luglio 2021

Provincia di Como: nel 2020 sono stati cementificati ben 30 ettari di suolo!

I dieci comuni comaschi con la percentuale più alta di suolo consumato

 

a cura del gruppo Fridays For Future Como


Dall'ultimo rapporto ISPRA emerge come il consumo di suolo non si è arrestato nemmeno nell'ultimo anno. Nella sola provincia di Como sono stati persi 299.300 metri quadri di suolo vergine.
Ciò significa che nonostante la maggior sensibilità dell'opinione pubblica sulle questioni ambientali, la cementificazione si è divorata ancora un numero troppo elevato di aree verdi naturali.
Ma andiamo un po' più nel dettaglio.


In provincia di Como, il comune maglia nera per il più alto tasso percentuale di consumo di suolo si conferma essere Cabiate con il suo 56,3% di territorio comunale urbanizzato.


I dieci comuni comaschi che hanno consumato più suolo nel 2020


Invece l'incremento assoluto maggiore spetta al comune di Erba con 6,68 ettari di aree urbanizzate in più rispetto al 2019.


Male anche il capoluogo. La città di Como non ha raggiunto ancora il consumo di suolo zero con un incremento di 1,14 ettari di suolo urbanizzato rispetto all'anno precedente.
 

Venendo invece al livello regionale la situazione non presenta cenni di miglioramento. Con 756 ettari di suolo consumato in un anno, la Lombardia si piazza prima in Italia in termini assoluti di suolo cementificato per anno. Hanno inciso sicuramente in questo trend le politiche della regione volte alla realizzazione delle grandi opere infrastrutturali.


Ora, come cittadini ci sentiamo in dovere di premere sulla politica locale affinché vengano salvaguardate le ultime aree verdi del nostro territorio. Serve immediatamente arrestare il consumo di suolo e anzi, cominciare a decrementare i tassi di aree urbanizzate, riqualificando le numerose aree dismesse presenti.


Ricordiamoci sempre che l'ambiente ci offre degli importanti servizi ecosistemici, tra cui l'approvvigionamento di beni alimentari, la regolazione del clima locale e la depurazione delle acque meteoriche. Il danno causato dalla cementificazione selvaggia si sta traducendo in costi aggiuntivi per la popolazione con conseguente danno (anche economico) alla nostra società.
 

Serve agire ora per risolvere la crisi ecologica! Stop al consumo di suolo! E maggiore riqualificazione delle aree dismesse!

lunedì 19 luglio 2021

Monza e Brianza con il 41% di suolo consumato si conferma, anche per quest'anno, la provincia con la percentuale di suolo artificiale più alta

I dieci comuni brianzoli con la percentuale più alta di suolo consumato, tutti sopra al 50%

 

Monza e Brianza si conferma la provincia con la percentuale di suolo artificiale più alta, con circa il 41% di suolo consumato in rapporto alla superficie provinciale e un ulteriore incremento di quasi 27 ettari. A livello nazionale sopra il 20% troviamo le province di Napoli (34%), Milano (32%), Trieste (21%) e Varese (21%) e, poco al di sotto, Padova (19%) e Treviso (17%). Tra queste, la crescita percentuale maggiore è avvenuta a Cagliari (+0,86%) e Novara (+0,77%).

I dieci comuni brianzoli che hanno consumato più suolo nel 2020

La densità di consumo di suolo per l’area delle città metropolitane, considerando l’area provinciale assume il valore più alto a Novara (8,37 m2/ha). Seguono Cagliari e Monza Brianza, rispettivamente, con 6,66 e 6,56 m2/ha. Tra le città metropolitane, Genova e Reggio Calabria registrano valori bassi per questo indicatore con 0,45 e 0,85 m2/ha.


Volumi d'acqua persi a causa dell'impermeabilizzazione del suolo: il primato della provincia di Monza Brianza


Dalla sovrapposizione della carta dell’AWC ("Available Water Capacity", quantità di acqua potenzialmente contenuta nel suolo, a disposizione quindi per la crescita delle piante) con le carte del consumo di suolo relative agli anni 2020, 2019 e 2012, è stato possibile calcolare i volumi d'acqua persi per impermeabilizzazione del suolo.

Tra il 2012 ed il 2020 sono andati persi in seguito a consumo di suolo  8,8 milioni di m3 di acqua potenzialmente disponibile, ad un ritmo medio di 1,1 milioni di m3 l’anno, portando al 12,83% la perdita della capacità potenziale di immagazzinamento idrico. A livello regionale l’impatto del consumo di suolo al 2020 sulla riserva di acqua potenzialmente disponibile è stato maggiore rispetto al valore medio in Lombardia (-16,48%), Veneto (-15,86%) e Friuli-Venezia Giulia (-13,84%), mentre valori inferiori alla media si osservano in Emilia Romagna (-10,05%) e Piemonte (-9,55%). A livello di provincia, perdite superiori al 25% si osservano solo in sei province lombarde (Monza Brianza, -37,75%; Milano, -29,04%; Bergamo, -27,52%; Como, -26,16%; Lecco, -25,71%; Varese, -25,39%).

 

Fonte: rapporto nazionale Ispra sul consumo di suolo in Italia (cliccare qui)

Ampliare il Bosco delle Querce: le considerazioni dei gruppi ed associazioni che hanno avviato la raccolta firme

 
Riceviamo e pubblichiamo uno stralcio del comunicato stampa che abbiamo ricevuto da Legambiente Seveso, Seveso Futura, Sinistra e Ambiente Meda, Impulsi Sostenibilità e Solidarietà Meda
 
[Nota: per rendere più scorrevole la lettura del comunicato stampa abbiamo stralciato alcune parti.  Chi volesse leggere il testo integrale può in ogni caso reperirlo sul sito di Sinistra e Ambiente di Meda: link in fondo al comunicato stampa.]
  
 
Nel vuoto lasciato dalla politica, le associazioni e i gruppi di Legambiente Seveso Circolo Laura Conti, Seveso Futura, Sinistra e Ambiente Meda, Impulsi – Sostenibilità e Solidarietà hanno sopperito all’'assenza delle istituzioni in un momento di confusione generato dalle recenti dimissioni del Sindaco di Seveso e, soprattutto, dalle sue dichiarazioni in merito alle vasche della diossina.
 
[Ns nota: per approfondire le dichiarazioni del Sindaco vedi articoli vari su MB News: link in fondo al comunicato stampa].
 
È il dato di fatto che emerge a pochi giorni di distanza dal 10 luglio 2021, esattamente 45 anni dopo la fuoriuscita della nube tossica dallo stabilimento Icmesa. 



Sabato 10 luglio è stata avviata la campagna di raccolta firme per l'ampliamento del Parco Naturale Regionale del Bosco delle Querce di Seveso e Meda, raccolta firme che proseguirà con ulteriori iniziative su Seveso e Meda. 

L’'evento organizzato nel parco regionale dalle associazioni e dai gruppi locali, lo scorso 10 luglio, è stato importante. 
 

 
Un incontro prezioso che ha permesso un confronto sulle prospettive dell’'area con persone che conoscono il parco e hanno contribuito alla sua creazione, alla sua crescita e al suo consolidamento”. E’ questo il bilancio dopo il confronto con Paolo Lassini, partecipe ai lavori fondativi del Bosco, Fabio Lopez di Ersaf, Barbara Meggetto presidente di Legambiente Lombardia e Gigi Ponti consigliere Pd di Regione Lombardia.
Si è ragionato sulle poco convincenti attuali politiche regionali in tema di parchi e su quelle auspicabili, commentando insieme le incomprensibili azioni di Allievi e identificando percorsi virtuosi per il Bosco delle Querce. È evidente che in questo vuoto di progettualità ambientale dell’istituzione locale, le associazioni e i gruppi di Seveso e Meda devono far sentire la propria voce e quella preoccupata e sconcertata dei cittadini incontrati. 


Così, oltre a interloquire sui possibili ampliamenti, s’è cercato di delineare le affinità morfologiche e ambientali, identificando la possibile inclusione nel Bosco degli spazi facenti ora parte del PLIS GruBria, con ogni evidenza più consono ad un accorpamento rispetto al Parco Regionale Groane.
La progettualità sul Parco Naturale del Bosco delle Querce dovrà tener conto sia della necessità di ampliarlo inserendovi le aree di prossimità rimaste libere, sia del valore simbolico, di memoria per la comunità locale che conosce questo luogo indissolubilmente legato al disastro diossina del 1976, non escludendo il ripristino di una efficace gestione locale. Anche gli ampliamenti dovranno essere accompagnati da adeguati stanziamenti economici aggiuntivi a quelli attualmente definiti.
In ogni caso, qualsiasi scelta dovrà essere pensata ed attuata con il coinvolgimento, la partecipazione attiva e il consenso del territorio evitando metodi verticistici ed escludenti.
L'’ampliamento del Bosco riguarderebbe due diverse aree del territorio sevesino: una a est che si estende tra le vie della Roggia, via Vignazzola, via dei Vignee e via del Tramonto, e una a ovest in zona via Redipuglia, via Masciadri.

Una proposta che riprende un progetto del 1993 sviluppato in uno studio curato dal dott. Mario di Fidio e promosso da Regione Lombardia dove si prevedeva anche una rinaturalizzazione dei luoghi prossimi al Bosco delle Querce. 
 
 
Le aree identificate per l'ampliamento vanno coperte dal livello di tutela regionale e, in particolare quella di via della Roggia va strappata alla disponibilità per l'autostrada Pedemontana che la comprometterebbe definitivamente, andando oltretutto a movimentare terreno che risulta ancora contaminato dalla diossina TCDD fuoriuscita dall'Icmesa 45 anni fa. 
 
Chi volesse leggere il testo integrale del comunicato stampa può cliccare qui (Sito Sinistra e Ambiente Meda).
 
In merito alle dichiarazioni del Sindaco Allevi sul percolato delle vasche della diossina leggi, su MB News:

 Post aggiornato il 21/07/2021

domenica 18 luglio 2021

Erba: il comune della Provincia di Como col record di cementificazione nel 2020!


 

"Erba ha il non invidiabile record del consumo di suolo nell'anno 2020: è il Comune della provincia di Como che ha cementificato di più in un solo anno!". A dirlo il rapporto nazionale diramato dall'Ispra sul consumo di suolo in Italia (cliccare qui). Secondo il rapporto, Erba è il comune della provincia di Como con il più elevato dato di consumo di suolo nel raffronto tra il 2019 e il 2020: a Erba sono stati cementificati in un solo anno quasi 7 ettari (6,68 per la precisione), corrispondenti a circa 10 campi di calcio di serie A!

Questo il commento di Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”: "Il comune di Erba, se escludiamo la parte di territorio montagnoso, risulta già una delle città più cementificate in Lombardia. Il dato del consumo di ulteriori 7 ettari, relativo al 2020, attesta che il trend è fortemente negativo. Questo se pensiamo che in questi ultimi mesi del 2021 si è avviato il cantiere sul suolo verde di via Galilei (che coinvolge una superficie di 12 mila mq) e potrebbe partire anche l'altra edificazione prevista sull'area verde di via Monti (che ha una superficie di circa 20 mila mq). Vi sono poi altre aree edificabili, previste nel PGT vigente, come quella di via San Maurizio e di via Valassina. In pratica Erba si sta comportando da pessimo comune cementificatore!
E questo avviene, paradossalmente, in un comune che dispone di molte aree dismesse, ubicate quasi tutte in centro città. Aree industriali abbandonate ormai da decenni, che potrebbero essere recuperate, senza consumare altro suolo. Stiamo parlando ad esempio delle aree dismesse della ex Meroni, ex Gasfire, ex Molino Mottana, così come altre.
Per questo ribadiamo la nostra richiesta all'Amministrazione Comunale: occorre procedere al più presto ad una modifica del PGT, azzerando l'edificazione sulle aree verdi! Per farlo ci vuole solo la volontà politica!"
 




 

Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” insiste quindi per giungere all’obiettivo del "Consumo di suolo zero" a Erba, ma anche negli altri comuni del territorio.

lunedì 12 luglio 2021

A Erba (CO) prosegue la campagna contro il consumo di suolo


 

Ottima partecipazione al dibattito sul tema del consumo di suolo a Erba. Circa 100 persone hanno assistito all’incontro di venerdì 9 luglio 2021, organizzato dall’associazione “Testa di Rapa” in collaborazione col “Circolo Ambiente Ilaria Alpi”, e che vedeva come relatore il professor Paolo Pileri, docente di urbanistica del Politecnico di Milano.

 



Il prof. Pileri ha spiegato con parole semplici perché è importante difendere il suolo dalla cementificazione. Il suolo, ovvero in particolare lo strato superficiale di 30 cm, è il più grande contenitore di biodiversità, è fonte di vita ed è in grado di assorbire CO2. Per questo è importantissimo proteggere anche solo pochi metri quadri di superficie verde, lottando contro la cementificazione. Da qui l'invito del professore rivolto dai presenti, e in particolare alle giovani generazioni, per tirare fuori le unghie a difesa delle ultime aree urbane non ancora urbanizzate. Questo vale ancora di più in una città come Erba, che avrebbe la possibilità di sfruttare le numerose aree industriali dismesse del centro, che invece vengono lasciate al degrado. Questo mentre il vigente PGT (Piano di Governo del Territorio) prevede invece la possibilità di costruire su aree verdi, come sta avvenendo su via Galilei (interessando una superficie pari a 2 campi di calcio!) e potrebbe avvenire su altre aree edificabili come ad esempio quella su via Monti. Da qui l'invito pressante del professor Pileri affinché i cittadini difendano il territorio contro la nuova cementificazione.

È quindi intenzione delle associazioni organizzatrici, “Circolo Ambiente Ilaria Alpi” e “Testa di Rapa”, di proseguire nella campagna per lo “Stop al consumo di suolo”, attraverso altre iniziative da tenersi a Erba e non solo.

 



Per rimanere aggiornati sul proseguimento della campagna invitiamo tutti a seguire “Circolo Ambiente Ilaria Alpi” e “Testa di Rapa” sulle rispettive pagine social (Facebook e Instagram).



domenica 11 luglio 2021

Storia e natura a Cremnago. Anticipata a lunedì 12 Luglio l'escursione notturna alla scoperta di stagni, fontanili e peschiere

ATTENZIONE: La passeggiata è stata anticipata a lunedì 12 luglio
 

Inverigo (CO) - Cremnago ha un legame stretto con l’acqua, elemento fondamentale per la nostra esistenza e tema della passeggiata notturna di quest’anno. L’escursione si snoderà nei boschi a settentrione di Cremnago, alla ricerca di stagni, fontanili e acquedotti tuttora esistenti seppur ignorati. Sono ambienti umidi diventati sempre più rari nei nostri territori e perciò ancor più preziosi e da salvaguardare, in cui Storia e Natura si fondono. 

 

Appuntamento: Martedi 13 Lunedì 12 luglio 2021 qualche minuto prima delle ore 20.00 davanti al Lavatoio Pubblico di via XI febbraio. Una piacevole sorpresa attenderà i partecipanti. 

 

Si richiede di munirsi di torcia elettrica e di indossare indumenti e calzature adatte ad aree umide e boschive, oltre che la mascherina anticovid.

 

Post aggiornato l'11/7/2021. 

ATTENZIONE: la passeggiata notturna è stata ANTICIPATA dal 13 al 12 luglio 2021.


venerdì 9 luglio 2021

Ecomafia a Senna Comasco: sversamento di rifiuti in area protetta, per mano della 'ndrangheta!

 

di Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi"

“Il problema dei traffici illeciti di rifiuti deve trovare una urgente soluzione politica e istituzionale, che preveda controlli più stringenti e pene più certe e pesanti! Le Istituzioni devono prevenire il fenomeno, facendo terra bruciata alle ecomafie”. È questo il commento del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” alla notizia degli arresti, avvenuti stamane, legati a traffici e depositi illeciti di rifiuti nel Comasco. Questa volta è successo a Senna Comasco dove, in un’area agricola in zona di tutela ambientale e in prossimità della roggia di Gaggio, sono stati depositati abusivamente svariati quantitativi di materiali da scavo!
Dietro ai traffici di rifiuti di nuovo la mano della criminalità organizzata, visto che una delle imprese coinvolte è già stata colpita alcuni anni fa da interdittiva antimafia e uno degli arrestati è già stato coinvolto in passato in altre inchieste di ‘ndrangheta.

E il Comasco è, purtroppo, una delle zone più coinvolte, considerato che si tratta di una delle province del Nord Italia con maggiore presenza della ‘ndrangheta.  
Rispetto ai traffici dei rifiuti si ricordano le vicende legate ai traffici di rifiuti da parte della Perego Strade (impresa infiltrata dalla ‘ndrangheta), interrati tra l'altro sotto le fondamenta del nuovo Ospedale Sant'Anna. Poi i roghi di rifiuti, che hanno interessato molti territori della Lombardia, in particolare nel periodo 2017/2018, tra cui il sito di Oltrona S. Mamette.

E poi i più recenti fatti legati al deposito di rifiuti in località La Guzza a Como, che ha visto Como diventare lo “snodo” dei traffici illeciti tra Sud e Nord Italia. Nell’ambito di questa stessa inchiesta, sembra che una parte dei rifiuti sia stata depositata abusivamente accanto ai piloni della Tangenziale di Como!


I pericoli delle ecomafie sono noti, come ha più volte segnalato la dottoressa Alessandra Dolci, coordinatrice della DDA Milanese, denunciando che nel settore dei traffici illeciti di rifiuti le mafie realizzano elevati profitti, anche superiori rispetto al traffico di droga. E come ci ha rammentato la collega PM Silvia Bonardi nell’incontro dedicato alle ecomafie – che abbiamo organizzato lo scorso mese di febbraio, nell'ambito della Rassegna "4 colpi alla 'ndrangheta" – ricordando che la Lombardia si è spesso trovata al centro dei traffici tra il Sud e il Nord Italia. Rischiando di diventare la nuova ‘Terra dei fuochi’, a seguito dei numerosi incendi.
Come associazione ambientalista torniamo ancora una volta a ribadire la necessità di un indispensabile potenziamento dei controlli da parte degli enti preposti, dalla Regione alle Polizie municipali. Unito ad un inasprimento delle pene. Maggiori controlli e pene più severe per prevenire il fenomeno delle ecomafie e dei traffici illeciti di rifiuti, che mettono a rischio l'ambiente e la salute pubblica.

martedì 6 luglio 2021

Un fine settimana denso di avvenimenti con la Brughiera, le Groane ed il Bosco delle Querce

di Tiziano Grassi , presidente del Comitato Parco Regionale Groane-Brughierai

Il prossimo fine settimana sarà ricco di iniziative interessanti e ognuna merita la nostra attenzione. Verifica innanzitutto se l'evento/i hanno l'obbligo di prenotazione e fatelo subito se vuoi partecipare.

Questi sono gli appuntamenti elencati in sintesi:

 



Venerdì sera 9 luglio ore 20:30 alla Biblioteca Comunale di Carugo nell'ambito della rassegna "CARUGO CITTA' CHE LEGGE - LIBRI A KM 0", serata sulla storia dei Fontanili della Riserva naturale Fontana del Guercio/Testa del Nan. Presentazione del libro "Acque, fontanili, nobili e banditi", scritto dagli amici Chiara e Zeno. Un testo ancora più prezioso perché ci ricorda il grande lavoro storico sul nostro territorio portato avanti da Chiara scomparsa nel 2019. INGRESSO LIBERO, segnala la tua presenza compilando il form al link: t.ly/xfW7

Domenica mattina 11 luglioore 8:15 escursione legata ai temi affrontati nella serata di venerdì: ritrovo al parcheggio in via XXV aprile Carugo (CO) e poi da qui si parte per entrare alla Riserva naturale Fontana del Guercio/Testa del Nan. Interventi vari durante il percorso sulle tematiche della serata, sulla geologia, sugli aspetti naturali, sulla storia e l'attualità della Riserva. Rientro previsto al parcheggio intorno alle 12:30/13:00. PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA compila il form al link: t.ly/xfW7


Tornando un giorno indietro... giorno di commemorazione e ricordo...

 

 
Sabato mattina 10 luglio ore 9:30 escursione all' "Oasi Fosso del Ronchetto di Seveso". Un giro in un'oasi a pochi passi dall'abitato dove si può ammirare la vegetazione e la fauna di un'area particolarmente curata e tutelata da volontari.... sempre al lavoro! Il luogo del ritrovo verrà comunicato con la conferma alla Vostra prenotazione. Per partecipare cliccate qui e seguite le indicazioni.



Sabato 10 luglio per tutta la giornata nel 45° anniversario dell'incidente dell'ICMESA di Meda (10 luglio 1976) all'ingresso del Bosco delle Querce in viale Redipuglia a Seveso (MB), iniziativa "Ampliare il Bosco delle Querce - Mettiamoci la firma". Attività varie, compreso raccolta firme, visita guidata al Bosco delle Querce, dibattiti e spettacolo musicale organizzati da associazioni e gruppi di Seveso e Meda. In questo post trovate tutti gli appuntamenti.

Sabato sera 10 lugliodalle ore 20:00 questa volta a Meda (MB) nel cortile del Palazzo Comunale in piazza del Comune - sempre nella commemorazione del 45° anniversario del disastro ICMESA di Meda (10 luglio 1976) - spettacoli musicali e teatrali di impegno civile organizzati da Teatro in-folio, Fare e Musicamorfosi nell'ambito del progetto "L'ARTE DELLA TERRA 2021". A questo progetto di Bando CARIPLO partecipiamo anche noi come Comitato avendo aderito come associazione di volontariato ambientale. Nella locandina allegata trovate tutti gli appuntamenti serali. In questo post trovate tutti gli appuntamenti e le indicazioni per partecipare.

Speriamo di incontrarvi in ​​tanti a questi appuntamenti che cadono anche in un anniversario molto particolare per il nostro territorio e per l'ambiente in generale.


Ludopatia Ferroviaria

Sala da gioco nell'atrio della stazione di Lodi

 

di Dario Balotta, presidente Osservatorio Nazionale Infrastrutture e Trasporti

Il treno è in ritardo? In stazione non c'è un posto aperto dove aspettarlo? Il treno è soppresso e bisogna aspettare minuti o ore? La stazione è chiusa oppure è sporca e senza alcun servizio igienico? Niente paura: se sei “fortunato” troverai un bar con annessa una enorme sala da gioco, come nell'atrio della stazione di Lodi.

Nelle 400 stazioni lombarde negli ultimi anni gli spazi per l'attesa del treno si sono ridotti sempre di più. Con il Covid tutte le piccole e medie stazioni “disabilitate” (cioè senza ferrovieri) sono state chiuse e non sono ancora riaperte, mentre in quelle maggiori maggiori (Milano Centrale, Garibaldi ecc.) tutte le aree sono diventate spazi commerciali, dove non c'è neanche uno strapuntino per sedersi in attesa dei treni sempre più in ritardo. Per questo l'Osservatorio Trasporti (ONLIT) ha scritto una lettera di protesta a RFI.

Ma se non sorprendono più i ritardi e le cancellazioni dei treni pendolari, con la regione che senza vergogna alcuna ha annunciato un nuovo contratto decennale con Trenord, azienda che ha fallito tutti gli obiettivi per cui è nata 11 anni fa, sorprende invece che sia proprio lo Stato (attraverso RFI del gruppo FS) a concedere gli spazi di un luogo pubblico come una stazione per un'attività ludopatica. Attività, peraltro, che con la legge di Stabilità del 2016 lo Stato stesso si è impegnato a prevenire e contrastare,  elencando una serie di limitazioni all’esercizio dell’attività del gioco: il divieto di pubblicità che incoraggi il gioco eccessivo o incontrollato, e il limite per i minori all'ingresso nelle sale. Alla stazione di Lodi, però, per stare al fresco in questa stagione e al caldo d’inverno sembra si debba andare solo nella grande sala giochi, visto che il bar di stazione è una sua succursale, e non viceversa.

Nessuno, inoltre, controlla il divieto d'ingresso ai minori. Biglietterie chiuse, panchine divelte, posti bici inadeguati e pannelli luminosi che spesso non funzionano: un disservizio dietro l’altro, ma non preoccupiamoci, lo Stato tramite RFI assicura almeno un luogo dove farsi spennare in attesa del treno. Sempre se arriva.

Erba, 9 luglio 2021: un aperitivo contro il consumo di suolo con il prof. Pileri


 

Un “Aperitivo contro il consumo di suolo”: è l’iniziativa organizzata per venerdì 9 luglio 2021 a Erba, dall’associazione “Testa di Rapa”, in collaborazione col “Circolo Ambiente Ilaria Alpi”. Le due associazioni, attive sul territorio erbese, stanno conducendo da alcuni mesi una campagna per arrestare il consumo di suolo. La campagna si articola in una serie di azioni ed eventi, sia dal vivo che sui social, che hanno l’obiettivo di far conoscere ai cittadini questa problematica.
 

Erba è una città in cui, in posizioni assolutamente centrali, sorgono numerose aree dismesse da decenni. Alcuni esempi sono le aree “ex Gasfire”, “ex Meroni” e “ex Molino Mottana”: questi sono dei contesti di abbandono e incuria che frammentano e svalutano il centro città.
 

Le due associazioni ambientaliste hanno dichiarato: "A fronte di questa situazione, riteniamo che sia del tutto ingiustificata e anacronistica la scelta delle recenti amministrazioni comunali di costruire nuovi edifici su suoli ancora vergini, quali, ad esempio, gli spazi verdi di via Monti e via Galilei. Va sottolineato, inoltre, che questi interventi non sono nemmeno giustificati da un incremento della popolazione residente a Erba, che è da anni in declino. A nostro avviso, un’alternativa è proprio quella di riutilizzare le aree dismesse.
Con questa campagna vogliamo evidenziare che il consumo di suolo è una questione globale che viene tuttavia determinata da un insieme di scelte sbagliate a livello locale. E’ dunque fondamentale che i cittadini chiedano alle proprie amministrazioni comunali di arrestare immediatamente il consumo di suolo e di mettere in campo tutti gli strumenti urbanistici necessari a salvaguardare le pochissime aree libere rimaste nei contesti urbanizzati."


La prossima iniziativa organizzata dalle due associazioni è appunto l’“Aperitivo contro il consumo di suolo” che si terrà venerdì 9 luglio dalle ore 19, presso l’Azienda Agricola “La Runa” (in via Alserio 25/b, Erba). L’evento avrà come ospite il professor Paolo Pileri, docente di urbanistica presso il Politecnico di Milano, autore e divulgatore scientifico. Vogliamo offrire al nostro territorio un’opportunità stimolante per capire, con l’aiuto di un esperto del settore, quanto il suolo sia una risorsa preziosa e limitata e per imparare a guardarlo con occhi diversi. Il primo passo fondamentale per salvaguardare una risorsa è, infatti, saperne riconoscere il valore. L’evento si svolgerà in un bellissimo spazio verde immerso nella natura; al termine del dibattito, ci sarà un aperitivo con musica dal vivo, con il cantautore Gianluigi Martone. 


Per partecipare all’evento è obbligatoria la prenotazione tramite mail all’indirizzo infotestadirapa@gmail.com .
 

Per rimanere aggiornati sul proseguimento della campagna contro il consumo di suolo invitiamo tutti a seguire “Circolo Ambiente Ilaria Alpi” e “Testa di Rapa” sulle rispettive pagine social (Facebook e Instagram).

lunedì 5 luglio 2021

Seveso 45. Le donne di Seveso. La città racconta

Segnaliamo due iniziative che il Coordinamento No Pedemontana e l'associazione Seveso memoria di parte hanno in programma per sabato 10 luglio 2021, 45° anniversario del disastro di Seveso. Una giornata che quest'anno assume un significato ancora più più importante e dimostra l'attualità di questa memoria.

 



 

Aiutaci a realizzare una foresta per Seregno


 

a cura di Legambiente Seregno

🍃UNA FORESTA PER SEREGNO🌳 sta iniziando a crescere grazie alle vostre donazioni 💰 https://www.legambienteseregno.it/dona/

Stiamo raccogliendo le nuove donazioni per piantare in autunno altre migliaia di giovani piantine in diverse aree di Seregno. Abbiamo appena ricevuto 350 piante dalla Cooperativa Sociale Solleva che ringraziamo di cuore.

Riforestare Meda: un progetto che piace


Il comune di Meda finanzia due progetti in materia di lavori pubblici (valore di 85 mila euro cad. iva compresa) e due progetti di altra natura (valore di 15 mila euro cad. iva compresa). Gli ambiti di intervento possono essere molteplici: verde pubblico, trasporti locali, mobilità e viabilità, politiche culturali, politiche sociali, politiche giovanili, promozione dello sport, politiche ambientali e della fruibilità dei parchi, sviluppo socio-economico negli ambiti di agricoltura, artigianato, ambiente e commercio (cliccare qui).

Corrado Marelli, direttore di Medinforma, propone di partire dalla forestazione urbana (leggi qui la proposta).

Gianni Del Pero, presidente del WWF Lombardia si dichiara d'accordo: "Le associazioni ambientaliste aderiscono con entusiasmo alla proposta del direttore Marelli e si impegnano a riproporre interventi di riforestazione urbana ma non solo (anche il nostro Parco necessita di interventi di manutenzione idraulico-forestale e di nuove piantumazioni di qualità). WWF e Comitato Parco Regionale Groane-Brughiera a partire dal 1993, con maggiore intensità negli utili anni, hanno messo a dimora centinaia di arbusti e di di piantine da vivaio Ersaf (che le offre gratis) in collaborazione con le Scuole (ricordo giornate del verde pulito alla A. Frank con piantumazioni e creazione di ambienti), con il Parco stesso (messa a dimora di brugo e di genziana pneumonante). Già in passato (anche con Legambiente Seregno e Seveso) abbiamo piantumato lembi degradati dei boschi di Meda (e di Seregno e Seveso, ma non solo) con carpini, querce farnia, cerro e rovere, castagni colorandoli di ginestre e sorbo. Possiamo fare ancora di più e meglio. Il progetto di Corrado Marelli ci piace e faremo di tutto per realizzarlo."

 


 

10 luglio 2021: a 45 anni dal disastro diossina gli ambientalisti lanciano una petizione per ampliare il Bosco delle Querce di Seveso e Meda



 
In occasione del 45° anniversario del disastro diossina, fuoriuscita dall'Icmesa di Meda il 10 luglio 1976, gruppi ed associazioni ambientaliste di Seveso e di Meda lanciano insieme una raccolta di firme per ampliare il Parco Naturale Regionale del Bosco delle Querce, creato con la bonifica e la rinaturalizzazione dei terreni contaminati della zona A.

La raccolta firme, promossa da Legambiente Circolo Laura Conti di Seveso, Seveso Futura, e i gruppi medesi di Sinistra e Ambiente e di Impulsi - Sostenibilità e Solidarietà, partirà sabato 10 luglio 2021 durante l'iniziativa congiunta che si terrà dalle ore10.00 in viale Redipuglia a Seveso.
 
In programma anche una visita guidata nel Bosco delle Querce, un dibattito sul futuro di quest'area verde che merita un destino differente da quello prospettato dal sindaco di Seveso Allievi, che vorrebbe cederne la gestione ad altri - sindaco che si è peraltro dimesso il 1° luglio 2021 per problemi con la sua maggioranza, attivando  i 20 giorni utili per confermare o meno le dimissioni.

Chiude l'iniziativa un concerto con i BandaKadabra, curato da Musicamorfosi.
La proposta di ampliamento del Bosco delle Querce prende in considerazione 2 aree sevesine. La prima, ad est, si estende tra le vie della Roggia/via Vignazzola/via dei Vignee/via del Tramonto, la seconda ad ovest, in zona via Redipuglia/via Masciadri.
 
Il Bosco delle Querce, è legato indissolubilmente al disastro diossina di 45 anni fa e la Memoria, la Storia e il Simbolo devono continuare ad essere rinnovati così come va evitato che un'inutile e impattante autostrada Pedemontana lo riduca di 2 ettari, compromettendo pesantemente con la viabilità complementare e una vasca di laminazione a servizio dell'autostrada anche l'area libera di via della Roggia.


AMPLIARE IL BOSCO DELLE QUERCE PER UN FUTURO MIGLIORE

Il degrado dell’ambiente e i fattori climalteranti obbligano ad interventi tempestivi per salvare il pianeta.
Si sono firmati accordi internazionali con l’impegno alla riduzione delle emissioni di CO2, alla rinuncia al carbone, al superamento dei combustibili fossili, all’incremento delle fonti rinnovabili.
Concretizzare con leggi e azioni questi propositi trova però ostacoli e ostruzionismi provenienti da settori del mondo economico, industriale, politico e così i tempi si dilazionano e si ha la sensazione che si tratti di cose distanti da noi e procrastinabili.
In Brianza c'è molta ricchezza ma il livello di qualità della vita è basso per l'eccessiva urbanizzazione, il traffico caotico e la mortifera qualità dell’aria. In questa porzione di mondo l’inquinamento è dunque di casa.
Esattamente 45 anni fa, il 10 luglio del 1976, dall’ICMESA di Meda, fabbrica del gruppo Givaudan/la Roche la fuoriuscita di una nube contenente sostanze tossiche ha sparso la diossina TCDD sul territorio di Seveso e Meda e di altri Comuni limitrofi, minando la salute di migliaia di persone e contaminando irreparabilmente prati, orti, cortili. Sempre nel nostro territorio, sulla superstrada Milano-Meda, nel tratto sevesino si stima passino circa 80mila autoveicoli al giorno. In circa 1,5 km, con questi transiti quotidiani “ci regaliamo” 36 tonnellate di CO2 e servirebbero spazi verdi alberati per compensare queste continue emissioni. CO2, di biossido di azoto e di polveri sottili sono causa di oltre 80.000 morti premature ogni anno in Italia (stime del rapporto del 23-11-2020 curato dall’ Agenzia Europea dell’Ambiente). In questa Brianza pesantemente urbanizzata abbiamo bisogno di più aree verdi e di tutelare gli spazi liberi rimasti, rinaturalizzandoli, per migliorare la qualità della vita.

Per questo, chiediamo che le amministrazioni comunali di Seveso e Meda si attivino presso Regione Lombardia per ampliare il Parco Naturale Regionale del Bosco delle Querce di Seveso e Meda, un bosco creato dopo aver bonificato l’area A, quella a più alta contaminazione da diossina TCDD dell’Icmesa.

 
È un ampliamento possibile sull’area che si estende tra le vie della Roggia/via Vignazzola/via dei Vignee/via del Tramonto rimasta ancora libera dal cemento e in quella di via Redipuglia/via Masciadri. Queste superfici erano già state identificate come naturale completamento del Bosco delle Querce in uno studio/proposta di Regione Lombardia del 1993 curato dal dott. Mario di Fidio.
Un ampliamento che rafforzerebbe la memoria e il valore simbolico del Bosco delle Querce, un bosco che deve necessariamente continuare a tramandare l’insegnamento di quel tragico 10 luglio 1976.
L’area di via della Roggia risulta interessata dalle opere di viabilità di accesso e da una vasca di laminazione a servizio della progettata (e per ora priva di copertura economica) Autostrada Pedemontana Lombarda.
Noi però pensiamo che un futuro differente sia necessario per questo luogo, anche in considerazione del rischio che si correrebbe con gli scavi e la movimentazione del terreno che lì risulta ancora contaminato dalla diossina TCDD nello strato superficiale del suolo e in quello intermedio.

FIRMA ANCHE TU LA RICHIESTA D’ESPANSIONE 
DEL PARCO NATURALE REGIONALE DEL BOSCO DELLE QUERCE

Legambiente Seveso, 
Seveso Futura, 
Sinistra e Ambiente Meda, 
Impulsi - Sostenibilità e Solidarietà Meda

venerdì 2 luglio 2021

Meda e Seveso ricordano il 45° anniversario del disastro della diossina

Il 10 Luglio 2021 dalle 9.30 a Seveso ricordando il 10 Luglio 1976, escursione all'Oasi del Fosso del Ronchetto organizzata dal WWF Insubria in collaborazione con LIPU, Comitato Parco Groane Brughiera e Legambiente Seveso.



Il 10 Luglio 2021 dalle 20 a Meda ricordando il 10 Luglio 1976, organizzano Teatro-in-folio, Fare e Musicamorfosi in collaborazione con Comitato Parco Groane Brughiera, Innova21, WWF Lombardia. 

 




giovedì 1 luglio 2021

Sequenze inverighesi: 2500 anni di storia, dalle palafitte ai giorni nostri



Giovedì, 8 luglio 2021 alle ore 20,45
Proiezione al Mulino di Peregallo di Briosco

Aperto al pubblico su prenotazione:

Tel.: 3338024913 (Il Mulino del Può)

SEQUENZE INVERIGHESI

di Elio Pozzoli e Luigi Perego 

 
Narrazione, immagine e musica ci accompagneranno in un viaggio ad Inverigo e territori vicini, attraverso  25 secoli di Storia: dalle palafitte sul Lambro fino agli odierni momenti di crisi.  Società, arte ed economia sono  gli argomenti su cui la ricerca documentaria, oltre che fotografica, ha indagato, disvelando aspetti poco noti.

I due autori hanno messo a fattor comune gli studi di storia locale in un caso e l'arte fotografica nell'altro. Questa iniziativa personale degli autori è rivolta alla popolazione ed  alle associazioni che a diverso titolo si curano del territorio.


Sarà una serata in letizia in cui riflettere sul nostro ieri e pensare ad un domani migliore per le terre collinari lambite dal Lambro. Un nuovo e duraturo sviluppo economico di questi territori potrà realizzarsi attraverso una rinascita culturale della sua gente, consapevole del proprio passato. La conoscenza dei monumenti, del paesaggio e dei costumi da parte dell'intera collettività potrà meglio contribuire alla salvaguardia dei beni storici e paesaggistici, patrimoni collettivi  finora mal considerati, ma ora indispensabili per un rilancio economico in questi tempi di crisi.