mercoledì 28 dicembre 2022

La salvezza del Monte San Primo è dire addio agli impianti sciistici


Mentre la Comunità montana Triangolo Lariano pensa di realizzare impianti sciistici sul Monte San Primo nella vicina Svizzera si pensa di dire addio allo sci di bassa quota.

Sull'argomento è intervenuto, con una intervista rilasciata a Blick (leggi qui), Thomas Egger, direttore del Gruppo svizzero per le regioni di montagna (SAB), che consiglia alle stazioni invernali situate a meno di 1600 metri di dire addio allo sci alpino: "Abbiamo appena vissuto l'anno più caldo dall'inizio delle misurazioni. Tali condizioni sono la nuova normalità. Al di sotto dei 1600 metri l'innevamento non è più garantito."
 

Secondo Egger "le località turistiche di bassa e media quota devono pensare a trovare alternative al turismo sciistico". Gli impianti di risalita, per poter rimanere in funzione, devono affrontare grandi sfide finanziarie, spesso con sostegno pubblico, "ma questo non salva a lungo termine gli impianti di risalita. Questi soldi potrebbero essere utilizzati meglio". "La questione non è tanto se vogliamo o meno il cambiamento. Semplicemente non abbiamo altra scelta che adattarci".

Nell'intervista vengono illustrate anche gli interventi che alcune località hanno attuato per risolvere la situazione: "La funivia dello Stockhorn ha cessato di essere utilizzata per il turismo sciistico alpino. Ci siamo attrezzati per offrire ai clienti gite con le ciaspole ed escursioni invernali. In Ticino, sul Monte Tamaro, nel 2003 si è deciso di abbandonare del tutto il turismo invernale. Facciamo affidamento su offerte come escursioni e slittino estivo. Oggi il fatturato annuo è superiore di un terzo rispetto a prima".

Per leggere l'intera intervista (in francese) cliccare qui.

venerdì 23 dicembre 2022

WWF Lombardia e Insubria aderiscono alla campagna di monitoraggio del biossido di azoto

Il WWF Lombardia, con WWF Insubria e WWF Varese Insubria, partecipa alla campagna di monitoraggio: NO2? NO Grazie! promossa da Cittadini per l'Aria onlus nell'area metropolitana di Milano.

Gianni Del Pero, presidente del WWF Lombardia ci ha detto: "Noi ci occuperemo, oltre che dell'area metropolitana di Milano, delle direttrici Comasina-Canturina e Sempione."

Le mappe realizzate con i dati della campagna 2020 hanno restituito dati molto preoccupanti sull’aria di Milano e Roma. I dati sono uno strumento formidabile per sostenere il cambiamento, responsabilizzare e spingere le istituzioni ad agire ed ottenere nuove misure, fra le quali le strade scolastiche, e città con una migliore qualità dell’aria.


Info: www.cittadiniperlaria.org

Il Monte San Primo arriva in Senato


Martedì 20 dicembre 2022 scorso il senatore Tino Magni ha presentato una interrogazione ai ministri dell'Ambiente e dell'Interno con la finalità di tutelare il Monte San Primo dalla realizzazione di impianti sciistici di dubbia utilità. Seguiremo gli sviluppi della vicenda e vi terremo aggiornati. Quì sotto trovate il testo dell'interrogazione.


di Tino Magni, senatore del Gruppo Misto (Verdi e Sinistra Italiana)

Ai Ministri dell'ambiente e della sicurezza energetica e dell'interno.

Premesso che:

il monte San Primo è la montagna più alta del Triangolo Lariano e con i suoi 1.685 metri costituisce uno dei promontori di maggior pregio paesaggistico della zona e di rara bellezza naturalistica;


la Comunità montana Triangolo Lariano, proprietaria del comprensorio, nel dichiarato intento di valorizzare l'area e promuovere il comparto turistico, ha approvato con deliberazione della Giunta esecutiva del 25 luglio 2019, un progetto per la riqualificazione "turistica" della zona del Monte San Primo, che prevede la realizzazione di numerose strutture sulle pendici del monte;

in particolare, in data 17 ottobre 2019 la Giunta esecutiva della Comunità montana Triangolo Lariano ha approvato il bando, il disciplinare ed i relativi allegati concernenti la procedura denominata "riqualificazione del compendio Monte San Primo" e ha indetto la gara pubblicata il 4 dicembre 2019 con scadenza 31 gennaiom2020;

la gara è andata deserta, senza che neppure il promotore del progetto, la San Primo S.r.l. presentasse una propria offerta;

ciò nonostante, al fine di accedere ai finanziamenti statali o regionali, la Comunità montana Triangolo Lariano ha commissionato la predisposizione di un progetto di riqualificazione del comprensorio San Primo Alpe del Borgo e con delibera n. 98 ha promosso l'Accordo di rilancio economico sociale e territoriale (AREST) finalizzato alla realizzazione degli interventi ricompresi nel progetto "Oltre Lario: Triangolo Lariano meta dell'outdoor";

i soggetti interessati alla sottoscrizione dell'AREST sono la Comunità montana Triangolo Lariano (quale soggetto promotore), la Regione Lombardia, il lago di Como GAL e il Comune di Bellagio. L'insieme degli interventi previsti nell'AREST comportano una spesa di 2.060.000 euro;

la citata deliberazione della Giunta esecutiva CMTL n. 98 ha individuato le opere e gli interventi da realizzare in attuazione del progetto AREST consistenti nella sistemazione sentieristica del collegamento Alpe di Torno con Alpe del Borgo; nella realizzazione di quattro tapis roulant; nella realizzazione di un laghetto e relative opere di contenimento (muri, terrapieni e scogliere); nella realizzazione di un impianto di innevamento artificiale; nella realizzazione di un parcheggio autoveicoli;

per la riqualificazione del compendio sono disponibili ulteriori risorse pari a 3.000.000 di euro, che il Ministero dell'interno (sulla base di una richiesta presentata dalla CMTL) ha assegnato al Comune di Bellagio, in tal modo gli interventi del progetto AREST dovranno essere integrati con quelli che saranno realizzati mediante i fondi assegnati al Comune di Bellagio, riconducendo ad una programmazione unitaria gli interventi di rilancio dell'intero compendio;

in data 2 novembre 2022, verbale n. 259, la Giunta esecutiva CMTL ha così deliberato di approvare, ai sensi art. 25, comma 2, del RR 6/20, l'ipotesi di Accordo di rilancio economico, sociale e territoriale (AREST) finalizzato alla realizzazione degli interventi ricompresi nel progetto denominato "Oltre Lario: Triangolo Lariano meta dell'outdoor" ed i relativi allegati che costituiscono parte integrante e sostanziale dell'accordo;


numerose associazioni ambientaliste e semplici cittadini hanno manifestato più volte (l'ultima l'11 dicembre 2022) la loro contrarietà al progetto, preoccupate dalle ripercussioni che lo sfruttamento intensivo del comprensorio a fini turistici potrebbe comportare in termini di compromissione di ambiente naturale, similmente a quanto si è anche di recente verificato in altre zone del nostro Paese, da ultimo a Ischia, dove la cementificazione intensiva a fini turistici ha prevalso sulla necessità di preservare la natura con effetti disastrosi;

l'interrogante ritiene che l'impatto ambientale del progetto così come ideato sia altamente negativo, poiché andrebbe a incrementare cementificazione e antropizzazione in un territorio che necessiterebbe invece di essere valorizzato dal punto di vista naturalistico attraverso tecniche e progetti di cosiddetto "turismo dolce". L'impianto di innevamento artificiale previsto, inoltre, comporterà un notevole dispendio di acqua e di energia, poiché per le caratteristiche morfologiche della montagna, che nella cima raggiunge appena i 1.685 metri, è improbabile che sia soggetta a precipitazioni nevose di rilievo, se non sporadicamente;


di conseguenza, la sostenibilità economica del progetto presenta punti oscuri e varie criticità, relativi all'impegno economico della gestione degli impianti e delle strutture e ai costi ingenti correlati all'innevamento artificiale in termini di dispendio di energia e acqua. A ulteriore riprova della criticità dell'operazione, il fatto che la gara predisposta dalla Comunità montana del Triangolo Lariano relativa all'affidamento trentennale della gestione degli impianti, come detto, sia andata deserta,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo, ciascuno per la propria competenza, non intendano chiarire la natura e le ragioni del finanziamento di tale opera di elevato impatto ambientale e quali criteri verranno seguiti per verificare il reale utilizzo dei fondi;

se non ritengano opportuno investire il medesimo stanziamento in opere che mirino a migliorare la qualità della vita di chi vive nel comprensorio del Monte San Primo.

Meda e le comunità energetiche rinnovabili

Riceviamo e pubblichiamo.
A cura di Sinistra e Ambiente, Meda

Il 6 dicembre 2022 si è tenuto un incontro pubblico dal titolo “Comunità Energetiche, dal dire al fare”. All’incontro Sinistra e Ambiente – Impulsi era presente per raccogliere informazioni e per valutarne i contenuti.
Se scopo della riunione, organizzata dall’amministrazione comunale di Meda, era quello di spiegare cosa siano le comunità energetiche rinnovabili e di fornire le informazioni necessarie per avviarle, si può certamente affermare che il risultato sia stato solo parzialmente conseguito.
Chi scrive ha dovuto ricorrere alla successiva ricerca e lettura di testi per integrare quanto nella serata è emerso faticosamente. Colpa in parte di una regia che ha previsto interventi che avrebbero dovuto introdurci nell’argomento ma che si sono invece distinti per la ripetizione di notizie già note e per la pochezza informativa per comprendere la novità della loro istituzione previste dalla Direttiva Europea RED II (2018/2001/UE) in cui alla Comunità Energetica Rinnovabile (CER) è affidato un ruolo da protagonista nel processo di trasformazione del sistema energetico europeo.
 
Impalpabile l’esposizione di Alessandro Corbetta della Lega, consigliere e componente della Commissione Ambiente di Regione Lombardia, che ha quantificato in 22 milioni di euro lo stanziamento regionale per le CER. Questo scarso finanziamento servirà per coprire le manifestazioni d’interesse che dovranno essere presentate entro l’anno. È stata comunque annunciata la proroga temporale fino ad aprile 2023.
Scontata la sola lettura di dati che ha fatto Pavarin di APA Confartigianato, priva però di un approfondimento per svelare le ragioni delle dinamiche e delle scelte economiche e geopolitiche che hanno determinato, a partire dal 2019, le impennate dei prezzi delle forniture di energia, insostenibili per famiglie ed imprese (fino a +986% per l’elettricità e +1065% per il gas rispetto al 2004).
Come se non fossimo in grado di comprenderne la gravità e non ci fossimo già mossi di conseguenza, ha concluso suggerendo ai presenti di verificare le condizioni economiche dei contratti che ognuno dei presenti ha stipulato con i distributori e in ultimo di abbassare le temperature delle nostre abitazioni. Inevitabile decidere di stare un poco più al freddo, ma poi, purtroppo si continua a basare il sistema energetico su fonti fossili che risentono di dinamiche non controllabili dai governi, esponendo i consumatori alle fluttuazioni del mercato su prodotti senza futuro in Europa. 
 
 
Necessario dare un’idea dell’ordine di grandezza degli interventi che il solo governo Draghi ha messo in atto per fronteggiare il caro bollette (dalla nota di aggiornamento al Def, pubblicata il 30 settembre 2022):
nel corso del 2021 e 2022 circa 62,6 miliardi (3,3 per cento del PIL) di cui 5,5 miliardi (0,3 per cento del PIL) per il 2021 e 57,1 miliardi (3,0 per cento del PIL) per il 2022, inclusivi dei 3,8 miliardi stanziati con la legge di bilancio per il 2022.
Le misure sono raggruppate in quattro categorie: contenimento dei costi delle bollette, bonus sociali per le utenze elettriche e del gas, crediti di imposta per le imprese, riduzione delle accise sui carburanti.
Tra le azioni volte a contrastare il generale aumento dei prezzi, quella più rilevante è senz'altro l'erogazione delle indennità una tantum (9,8 miliardi) a diverse categorie di lavoratori, pensionati e beneficiari di altre prestazioni sociali. A questi vanno aggiunti 9,1 miliardi (decreto Aiuti quater, ultimo trimestre 2022) più 21 miliardi (legge di Bilancio 2023) per i provvedimenti rinnovati dal governo Meloni fino al primo trimestre 2023.
Viene da chiedersi quali effetti si sarebbero prodotti se simili ingenti risorse fossero state investite in efficienza energetica e fonti rinnovabili.

L'attività della Provincia di MB

Inerenti a ltema della serata i contributi dell’architetto Antonio Infosini, dirigente della Provincia di Monza e Brianza, della dott.ssa Brogi e dell’ing. Bartolomeo in rappresentanza della cooperativa ènostra con cui la Provincia ha attivato un percorso per verificare la fattibilità di progetti di produzione, autoconsumo collettivo e individuale con la costituzione di comunità energetiche rinnovabili.
Per scelta della Provincia, la proposta è rivolta esclusivamente alle piccole-medie imprese del territorio per concretizzare nel breve-medio termine un risparmio sui costi energetici e nel medio-lungo termine l’incremento di impianti da fonti pulite e rinnovabili.
Lo studio di fattibilità si è concluso ipotizzando 4 diverse tipologie pilota (cluster) cui corrispondono diversi scenari d’investimento a seconda dei quali si produrranno benefici economici conseguenti.
Sono stati validati 20 progetti dei 32 presentati, nessuno dei quali nel nostro comune, non essendoci candidature di soggetti medesi. Sebbene quello del legno e arredamento non sia un comparto industriale particolarmente energivoro, lascia comunque perplessi il disinteresse delle aziende medesi a partecipare ad un progetto che offre loro indubbi vantaggi economici e ricadute positive anche in termini d’immagine. 

 
Certo è che le comunità energetiche fanno appello a forme di alleanze e all’assunzione di responsabilità ambientale, economica e sociale che forse la cultura produttiva medese non dispone nella sua completezza. D’altronde per una nascente comunità energetica le imprese del territorio, che dispongono con abbondanza di ampie coperture sugli edifici su cui installare impianti, sono necessariamente una risorsa fondamentale.
Ma non solo alle aziende è rivolto l’invito alla costituzione delle Comunità Energetiche.

Come funzionano le CER
Come hanno esposto i relatori di énostra, tutti, che siano cittadini piuttosto che enti, scuole, cooperative, condomini o amministrazioni, possono apertamente e liberamente aderire in modo revocabile a queste entità giuridiche che permettono di produrre, condividere e consumare energia elettrica generata da nuovi impianti fotovoltaici (o da altri impianti di energia rinnovabile, per esempio geotermico), basta che si trovino in prossimità dei consumatori, tutti nella rete di distribuzione della cabina primaria.

 
Sebbene l’Italia abbia da subito recepito la direttiva UE in materia di sostenibilità energetica del 2018, con l’obiettivo entro il 2030 di produrre, anche mediante le CER, fino al 32% del fabbisogno di elettricità da fonti rinnovabili (aumentato al 45% con il recente programma RePowerEu), mancano ancora i decreti attuativi del decreto legislativo di fine 2021 e l’approvazione delle tabelle dei nuovi incentivi da parte dell'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera). Questo vuoto ritarda l'avvio delle CER.
Delle circa cento CER di cui si conosce l’esistenza, solo alcune unità sono al momento operative. Distribuiscono periodicamente ai loro aderenti benefici economici grazie al risparmio in bolletta e ai più sostanziosi incentivi statali. Un risparmio stimato intorno al 20%, dipendentemente dalla posizione geografica e dal rendimento dell’impianto, per ogni kilowattora prodotto.
La ripartizione del risparmio tra gli aderenti è stabilita liberamente da ciascuna comunità attraverso un contratto e spetta solo per quella parte di energia consumata nella stessa fascia oraria di produzione. Da ciò appare subito chiaro come queste realtà, la cui potenza complessiva non deve superare un megawatt (vale a dire 1 milione di watt che corrispondono per es. a 2500 pannelli FV da 400W ciascuno) con tutti gli utenti collegati alla stessa cabina primaria e che continuano a pagare per intero la bolletta al proprio fornitore di energia, possono essere solo frutto di un equilibrio di interessi diversi, come risultato di uno studio preliminare in cui vengono analizzati attentamente i consumi reali e i loro flussi.
Se sono evidenti i benefici economici stabili e importanti, tali da garantire un ritorno dell’investimento stimato in pochi anni, sono intuibili quelli ambientali con significativa diminuzione delle emissioni di CO2. Dei benefici sociali si stanno accorgendo le amministrazioni comunali promotrici dell’iniziativa.

Cosa sta facendo Meda
L’amministrazione medese segue due filoni.
Quello di puntare a CER con aziende locali che hanno impianti fotovoltaici installati di recente o che intendono installarli. Per ora le disponibilità son tutte da cercare e creare.
L’altra azione, che non ha riscosso successo, è rivolta alla creazione di una comunità energetica con le famiglie delle case di proprietà comunale, sui cui tetti vorrebbero installati pannelli fotovoltaici, a costo praticamente quasi zero, utilizzando i fondi messi a disposizione dalla Legge Regionale 2/2022. 
 
 
Questa difficoltà, inspiegabile per il sindaco Santambrogio se non con ragioni comunicative, obbliga chiunque si dedichi alla cosa pubblica a qualche riflessione.
Com’è possibile che famiglie, presumibilmente in situazioni di povertà energetica, rinuncino alla possibilità di un risparmio sui consumi delle loro bollette e non forniscano il numero fondamentale della loro fornitura (il pod) per l’attivazione?
Noi ipotizziamo che qualsiasi comunità, non solo quelle energetiche, necessiti di tempo per essere costruita e che servano molteplici sforzi per facilitare la partecipazione e la consapevolezza di chi si vuole coinvolgere. Occorre dotarsi di strumenti adeguati e di una strategia a lungo termine che non ci pare abbiano questa amministrazione e la maggioranza che la sostiene.
Una maggioranza chiusa e indisposta al confronto, che appare inadeguata e impreparata ad affrontare seriamente temi come la transizione ecologica e le disuguaglianze sociali che sono tra loro intrecciati.
E’ il caso per esempio dell’emergenza abitativa che già ante Covid era in crescita preoccupante: rischia ora di divenire un fenomeno non più governabile con gli sfratti che incombono dopo la fine della moratoria (come scritto sui documenti dei Piani di Zona – Ambito territoriale di Seregno, cui Meda fa capo) a cui si deve aggiungere la cancellazione del governo Meloni dalla manovra del fondo sostegno all’affitto e di quello per morosità incolpevole.
É carente il numero di alloggi pubblici e le pessime condizioni di una parte di quelli comunali ne impediscono l’accessibilità e c'è la difficoltà per una parte sempre più numerosa delle famiglie medesi a fronteggiare le spese per l’affitto.
S'è sollecitato l’amministrazione a che ne riordinasse il sistema, aumentasse immediatamente l’offerta con la sistemazione dell’ex CFP per l’housing sociale (da questa giunta ulteriormente rimandata) e tracciasse, mettendola a disposizione, una mappatura puntuale degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per riqualificare e ridurre il fabbisogno energetico del patrimonio edilizio pubblico.
In tale situazione, le comunità energetiche rinnovabili e i fondi del PNRR sono per gli enti comunali indubbiamente un’opportunità e uno stimolo.
A Meda, giocare d’anticipo una partita in solitaria senza preventivamente confrontarsi e dialogare, ha fatto si che la CER non sia stata adeguatamente compresa.
Una buona amministrazione non deve solo curare gli aspetti tecnici e formali ma impegnarsi a creare un tessuto di relazioni solidali e collaboranti costituito da tutti coloro che abitano il territorio e che riconoscono la responsabilità di viverlo insieme. 
Enti e associazioni laiche e religiose che sviluppano temi sociali, ambientali, solidaristici, assistenziali e culturali nell’interesse generale delle comunità in cui operano possono esercitare un ruolo determinante di facilitazione, di garanzia e di coprogettazione.
Sono tre i motivi, coerenti con gli scopi istituzionali delle comunità energetiche, che ci spingono a suggerirne il loro coinvolgimento: le finalità che perseguono, il radicamento territoriale e infine i modelli di governance.
E’ tempo in cui le istanze locali possono fare la differenza purché trovino nuove forme di aggregazione dal basso in grado di attivare percorsi di cittadinanza.
Proponiamo quindi alla cittadinanza intera e a chi a vario titolo la rappresenta l’avvio di un processo partecipativo diffuso con l’apertura di uno sportello dedicato ad informare, ricercando la fattiva collaborazione del terzo settore, degli amministratori e delle proprietà d’immobili (residenziali, commerciali o industriali), e delle parrocchie, cui ricordiamo, il Comitato Scientifico e organizzatore delle Settimane sociali della Chiesa ha rivolto l’appello, lanciato a Taranto lo scorso anno e ripreso dalla Diocesi di Milano nel convegno del 15 ottobre scorso, a favore di «un rapido avvio dei processi necessari a sostenere la nascita di Comunità energetiche rinnovabili».

giovedì 15 dicembre 2022

Circolo Ambiente: "Ad Alzate Brianza evitato nuovo consumo di suolo"


di Roberto Fumagalli e Franco Invernizzi, CIRCOLO AMBIENTE "Ilaria Alpi"


"Bene il passo indietro dell'Amministrazione Comunale di Alzate Brianza, che rinuncia così al progetto per la costruzione di un nuovo edificio scolastico in via Girola. Come Circolo Ambiente "Ilaria Alpi" avevamo sostenuto la raccolta firme del Comitato di cittadini contro la realizzazione della nuova scuola che, secondo noi,  avrebbe rappresentato il consumo di suolo e la cementificazione di un'area verde che, invece, va preservata come tale. La nostra richiesta era quella di mantenere l'attuale edificio scolastico. Ben venga a questo punto rilevare il cambio di idea da parte del Comune.
 
Quello che chiediamo ora è che anche nel nuovo PGT - che l'Amministrazione alzatese sta elaborando - si preveda il 'consumo di suolo zero', ovvero nessuna nuova area edificabile in tutto il territorio comunale. Occorre infatti puntare sul recupero del patrimonio edilizio esistente, a partire - come più volte da noi sostenuto - dal vecchio nucleo di Fabbrica Durini e dagli edifici esistenti di Carbusate."

Otto presidi, un solo grido: "Viviamo la Brianza, fermiamo Pedemontana!"


Riceviamo e pubblichiamo.

A cura di Sinistra e Ambiente, Meda


Sabato 17 dicembre 2022, gruppi ambientalisti, liste civiche e comitati di cittadini della Provincia di MB, organizzano una serie di presidi in diverse località che dovrebbero essere toccate dal percorso dell'autostrada Pedemontana Lombarda (Seveso, Desio, Lissone, Lesmo, Arcore, Usmate Velate, Vimercate e Bellusco) e con due camminate in città e per i campi che partiranno da Vimercate e Bellusco.

Per la tratta B2 i gazebo dei gruppi di Meda, Seveso, Seregno e Cesano Maderno saranno al Mercato di Seveso in via Redipuglia dalle 8.30 alle 13.30.

 

 

Saremo presenti in punti significativi lungo tutte le tre tratte, B2, C e D perchè l'obiettivo è quello di proporre un nuovo modello di Brianza e per manifestare dissenso e contrarietà al completamento di questa infrastruttura che:

L'iniziativa collegiale è una prima risposta all'arroganza della Giunta Regionale, presieduta da Fontana, sorda ad ogni richiesta di confronto e ispiratrice della controllata società Autostrada Pedemontana Lombarda (APL) che ha sottoscritto con Webuild, vincitrice del bando di gara, il contratto per la progettazione esecutiva e la successiva realizzazione delle tratte B2 e C. Questo a meno di due mesi dalle elezioni regionali, con un atto che condizionerà pesantemente chi sarà chiamato a governare, chiunque esso sia. Ignorate anche le crescenti richieste di archiviazione o modifica del progetto che stanno incrinando persino la compattezza del fronte di centrodestra.

Cittadini, Sindaci e rappresentanti istituzionali del territorio sono invitati a partecipare. 



lunedì 12 dicembre 2022

Grande successo per la camminata organizzata dal Coordinamento ‘Salviamo il Monte San Primo’


Grande partecipazione alla Camminata 'Suoni, voci e visioni del San Primo', tenutasi nella giornata di ieri, domenica 11 dicembre 2022. Circa 300 persone hanno partecipato alla manifestazione per ribadire il 'no' al progetto che prevede nuovi impianti sciistici sulle pendici del monte del Triangolo Lariano.
 

L'evento è stato organizzato dal Coordinamento 'Salviamo il Monte San Primo', ormai formato da ben 25 associazioni. La protesta degli ambientalisti, rivendicata nel corso della manifestazione, è rivolta ancora una volta alle Istituzioni interessate, ovvero Comunità Montana Triangolo Lariano e Comune di Bellagio, a cui gli organizzatori hanno ribadito la richiesta di rinunciare al pessimo progetto o, almeno, di stralciare le opere che riguardano i nuovi impianti sciistici, previsti appunto dal piano che prevede l'utilizzo di ben 5 milioni di euro di fondi pubblici.
 

Le richieste degli ambientalisti sono state supportate dalla grande partecipazione di ieri all'Alpe Borgo.
Grande soddisfazione da parte degli organizzatori, che programmeranno nuove iniziative di protesta e sensibilizzazione, fino a quando il progetto non sarà ritirato o rivisto.
 


L'iniziativa di ieri è stata allietata dell'esibizione di alcuni artisti: gli attori Christian Poggioni e Lorenzo Volpi Lutteri, che hanno recitato alcuni brani sulla tutela delle montagne, e la violoncellista Irina Solinas.


Il Coordinamento "Salviamo il Monte San Primo" è formato da: Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”, WWF Lombardia (e sezioni WWF Insubria), CAI Lombardia, CrTAM Lombardia, Mountain Wilderness Italia, Fridays for Future    (Como e Cantù), Gruppo Naturalistico della Brianza, Comitato Parco Groane-Brughiera, Legambiente (Coordinam. Province di Como e Lecco, Circoli di: Como, Cantù, Erbese, Lario Orientale, Lecco, Primalpe, Valle Intelvi), LIPU Como, Comitato Bevere, Associazione Monte di Brianza, CROS (Centro Ricerche Ornitologiche Scanagatta), Associazione Testa di Rapa, I Tetragonauti, Associazione Territori, Gruppo Difesa Natura Suello, Emmaus Erba, Lake Pusiano eco team, Civiltà contadina (sez. Vallassina), Cgil di Como, Gruppo ‘Camminare fa bene & diverte’, Trekking Italia (sez. Lombardia), Arci provinciale Como, Enpa Como

I suggerimenti degli ambientalisti al Piano Urbano della Mobilità della Provincia di Monza

a cura di Sinistra e Ambiente, Meda
 
Il Coordinamento ambientalista Osservatorio PTCP di Monza Brianza ha protocollato lo scorso 7 dicembre 2022, venti suggerimenti e proposte nell'ambito della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS).
 
Analizzando la corposa documentazione elaborata dalla Provincia, è stato fatto rilevare inizialmente come sia passato molto tempo dai precedenti piani sulla mobilità (Moving Better del 2013 e Piano Strategico della Mobilità Ciclistica del 2014) e che di detti piani non si conosce quali siano stati i passaggi di reale implementazione. Dove sono gli obiettivi e i risultati raggiunti?
 
Rilevare gli spostamenti con le province confinanti, quantificare i parametri Reddito- Popolazione e Tendenza insediativa – Mobilità e il numero degli addetti delle unità locali sono le prime richieste essenziali per la valutazione della mobilità provinciale utilizzando anche i dati ricavati dal censimento ISTAT.

Non vanno trascurati gli impatti sul suolo e sull'ambiente. Quantificare le intese approvate e sottoscritte negli Ambiti di Interesse Provinciale, le previsioni dei PGT dei singoli comuni e le aree che saranno consumate da Pedemontana, devastante dal punto di vista ambientale in particolare per molte aree verdi di pregio comprese nei Parchi. 

Il completamento di questa autostrada è al centro di un acceso dibattito con l'opposizione dei territori perchè preferita ad ogni altro tipo di investimento sul trasporto pubblico e di messa in sicurezza dei tratti stradali esistenti. Non possono nemmeno essere trascurate dal PUMS le emissioni inquinanti e climalteranti indotte dall'infrastruttura e soprattutto servono nuovi studi sugli effetti per il traffico locale, oggi carenti come da dichiarazione della provincia stessa dello scorso 3 dicembre.

Il PUMS, secondo il coordinamento, deve essere chiaramente monitorato in termini di attuazione per evitare l'ennesimo bel documento riposto in un cassetto. Opportuno reperire esempi di soluzioni al traffico di città medie, come Monza, evitando di concentrarsi solo sul modello di Milano
In conclusione è stato suggerito uno scenario di sviluppo più equilibrato, moderno e con analisi in tempo reale, oggi possibili, affiancando a tutto questo adeguati vincoli sulle aree che attualmente sono ancora agricole e libere da edificazioni. 

giovedì 8 dicembre 2022

Le Brianze raccontate e camminate: da Ceregallo di Sirtori a Perego

Percorsi di natura, storia e cultura del territorio • ideati da Gianni Casiraghi per Arci Macherio
 


DOMENICA 18 DICEMBRE 2022
escursione nel 

Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone
da CEREGALLO di SIRTORI a PEREGO

cercando le tracce delle antiche vie


All'ombra dei Campanone della Brianza, è sullo splendido poggio dello storico insediamento di Ceregallo di Sirtori, con i suoi preziosi resti di età romana e altomedievale, che inizia il percorso disegnato per buona parte lungo una delle più discoste quanto affascinanti porzioni del Parco di Montevecchia e della Valle del Corone. La vista abbraccia l'intera plaga briantea, il lontano arco alpino, le Prealpi iariane e orobiche, finanche ii Canto, i monti orfani e, ovviamente, il prospicente Monte di Brianza. Sono in seguito gli ameni e terrazzati declivi della valle della Bevera, sino ai sUo spartiacque con quello della Molgora, a guidarci verso Perego (La Valletta Brianza), incontrando sul cammino le secolari località di Roncaria e di Casuerchio. Sono presumibilmente i luoghi di antichi transiti pedemontani, ipotesi supportata anche da recenti studi e pubblicazioni in ambito accademico. Ne seguiremo le tracce fin dentro al castello medievale di Perego. ln conclusione, non possono mancare la visita alla stupenda mostra annuale dei presepi dell'Associazione Culturale Pelagus e l'augurale brindisi con panettone ai chiostro rinascimenta!e di San Giovanni.
 

Informazioni:

  • Percorso facile, ma con qualche saliscendi, di circa 5,4 km. 
  • Ritrovo a Macherio ore 8.15 clo ARCI Macherio - Via Vittorio Veneto 46
  • Ritrovo a Sirtori ore 9:00 c/o il parcheggio del cimitero di Via Ceregallo
  • Termine escursione ore 13:00 circa
  • I trasferimenti si effettueranno con auto private
  • L'escursione è gratuita ma riservata ai soli tesserati ARCI (la tessera può essere fatta prima della partenza)
  • Iscrizione obbligatoria (numero massimo di 30 partecipanti)
  • Per iscrizioni: cultura@arcimacherio.it - 335 632 8590 (Augusta)
  • Info: 339 844 6553 (Gianni)
  • Pagina Instagram ARCIMACHERIO 
  • Gli organizzatori non si assumono responsabilità per eventuali incidenti e danni alle persone elo alle cose. 
  • In collaborazione con ASSOCIAZIONE CULTURALE PELAGUS


 
Foto di Gianni Casiraghi

Le Brianze, raccontate e camminate: da Ceregallo di Sirtori a Perego è quasi un totale cambio di ambientazione quello che ci riserva l’ultimo evento escursionistico di questa primo ciclo di “Le Brianze, raccontate e camminate”.
Saranno infatti i territori collinari del Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone, del Monte di Brianza e delle valli della Bevera e della Molgora a fare da scenario all’escursione da Ceregallo di Sirtori a Perego di domenica 18 dicembre 2022.

LA VIA GALLICA O VIA DELLA REZIA
L’itinerario seguirà le tracce di antichissimi tracciati, forse già di origine protostorica, probabilmente legati alle transumanze pedemontane delle popolazioni presenti in Lombardia anteriormente alla colonizzazione gallo-celtica.
 
Foto di Gianni Casiraghi

Un reticolo di percorsi che, dopo la conquista romana della Gallia Cisalpina, diverrà parte dell’articolato asse viario principale che - attraverso Bergamo (Bergumum), Brescia (Brixia) e Sirmione (Mansio Sermione) - univa Como (Novum Comum) e Milano (Mediolanum) con Verona, dove confluiva nella Via Postumia (148 a.C.), raggiungendo con essa Aquileia, il suo porto e i suoi commerci con i Balcani e l’oriente.


Foto di Gianni Casiraghi

Questa importantissima strada di origine militare, oggi conosciuta come Via Gallica, nella sua massima estensione, congiungeva Aquileia alla Rezia, provincia annessa all’Impero Romano ai tempi di Augusto (31 a.C. – 14 d.C.), che comprendeva parte delle attuali Austria e Svizzera, raggiungendo a settentrione delle Alpi la città austriaca di Bregenz (Brigantium) sul Lago di Costanza. Non è dunque un caso se la Via Gallica nei Grigioni, così come nella bergamasca, è conosciuta anche con la denominazione di Via della Rezia.


Foto di Gianni Casiraghi

La strada fu documentata sin dal tempo degli imperatori Antonini (117-198 d.C. / Itinerarium provinciarum Antonini Augusti) ma di essa abbiamo anche un’interessante, seppur imprecisa, testimonianza nella Tavola Peutingeriana, copia medievale di una tavola geografica romana del III secolo d.C., conservata nella Biblioteca Imperiale di Vienna.

Foto di Gianni Casiraghi

L’ipotesi di passaggio del tratto compreso tra Como e Bergamo della Via Gallica per il guado di Brivio, per le valli della Molgora e della Bevera nonché a sud dei laghi briantei è stata recentemente presa in considerazione, supportata e condivisa anche in ambito accademico, da archeologi ed illustri ricercatori di livello universitario, attraverso due distinti studi presentati e pubblicati sul quarto volume di “ARCHEOLOGIA BARBARICA” che riassume gli Atti del IV incontro (nazionale) per l’Archeologia barbarica: “I LONGOBARDI A NORD DI MILANO, CENTRI DI POTERE TRA ADDA E TICINO” tenutosi a Cairate (VA) il 21 settembre 2021, curato dagli illustri archeologi Gian Pietro Brogiolo e P. Marina De Marchi, al quale hanno partecipato i più importanti ricercatori universitari di tutta la penisola.

Foto di Gianni Casiraghi

Per meglio comprendere l’importanza della Via Gallica e i contesti storico, geografici e culturali che essa rappresenta, si consiglia vivamente la visione dello splendido documentario RAI di ITALIA, VIAGGIO NELLA BELLEZZA (cliccare qui), della durata di circa 56 minuti, intitolato La Via Gallica: sulle orme dei Romani fra storia e archeologia con:

  • FRANCESCA MORANDINI - ARCHEOLOGA Musei Civici di Brescia
  • ELISABETTA ROFFIA – ARCHEOLOGA
  • ARNALDO MARCONE – STORICO Università Roma 3
  • RAFFAELLA POGGIANI KELLER – SOPRINTENDENTE EMERITO DELLA LOMBARDIA
  • ERMANNO ARSLAN – ARCHEOLOGO Accademia dei Lincei
  • MONICA ABBIATI – ARCHEOLOGA Regione Lombardia
  • ANTONELLA RANALDI – SOPRINTENDENTE SAPAB della città metropolitana di Milano

Foto di Gianni Casiraghi

Il resto lo scopriremo, domenica 18 dicembre 2022, cercando le tracce delle antiche vie da Ceregallo di Sirtori a Perego.

mercoledì 7 dicembre 2022

Due giorni di iniziative con La Martesana

Il gruppo culturale La Martesana di Erba vi aspetta mercoledì 7 e giovedi 8/12/2022 in Villa Ceriani per festeggiare il Natale.


Mercoledì 7/12 alle ore 21 - Incontro sui presepi di Carta ed auguri della Martesana


Giovedì 8/12 nel pomeriggio alle 14,30 - Il Natale di una volta sul Bus Teatro alla Villa Ceriani e alle 16,30 visita alla mostra dei Presepi di Carta.

martedì 6 dicembre 2022

Suoni, voci e visioni del San Primo


Domenica 11 dicembre 2022

Suoni, voci e visioni del San Primo

Si terrà domenica 11 dicembre 2022 la Camminata alla scoperta del monte San Primo. Ad organizzare l’iniziativa, dal titolo ‘Suoni, voci e visioni del San Primo’, è il Coordinamento "Salviamo il Monte San Primo" cui hanno aderito, ad oggi, ben 23 Associazioni.

Alcune indicazioni pratiche per la partecipazione alla Camminata:

Ritrovo ore 10.00 presso il Parcheggio dei vecchi impianti (poco dopo località La Genzianella) sulla via San Primo - Bellagio (CO).

La camminata è aperta a tutti, adulti e bambini, e si svolgerà lungo comode stradine. Dislivello di circa 200 m e sviluppo di circa 5 km.
Si raccomanda abbigliamento invernale da montagna con scarponcini pesanti.
In caso di maltempo la camminata sarà rinviata a data da definire.
L'organizzazione declina qualsiasi responsabilità per incidenti o danni a cose o a persone durante la camminata.
La partecipazione è libera e la passeggiata è aperta a tutti.
Informazioni: info@circoloambiente.org

 

Coordinamento 'SALVIAMO IL MONTE SAN PRIMO'
formato da:


  • Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”
  • WWF Lombardia (e sezioni WWF Insubria)
  • CAI Lombardia
  • CrTAM Lombardia
  • Mountain Wilderness Italia
  • Fridays for Future – Como e Cantù
  • Gruppo Naturalistico della Brianza
  • Comitato Parco Groane-Brughiera
  • Legambiente (Coordinam. Province di Como e Lecco, Circoli di: Como, Cantù, Erbese, Lario Orientale, Lecco, Primalpe, Valle Intelvi)
  • LIPU Como
  • Comitato Bevere
  • Associaz. Monte di Brianza
  • CROS (Centro Ricerche Ornitologiche Scanagatta)
  • Associaz. Testa di Rapa
  • I Tetragonauti
  • Associaz. Territori
  • Gruppo Difesa Natura Suello
  • Emmaus Erba
  • Lake Pusiano eco team
  • Civiltà contadina – sez. Vallassina
  • Cgil di Como
  • Gruppo ‘Camminare fa bene & diverte’
  • Trekking Italia - sez. Lombardia

Due appuntamenti con il Museo Civico di Lentate sul Seveso


Primo appuntamento

è previsto per sabato sera 10 dicembre 2022re 21:00 presso il Museo Civico di Lentate sul Seveso in via Aureggi, 25
Gli amici dell'associazione che cura il Museo presentano una serata sui Funghi, i Fiori e gli ambienti della Valmalenco


Secondo appuntamento

è riferito ad un laboratorio per grandi e piccini organizzato sempre dagli amici dell'associazione Museo Civico di Lentate sul Seveso in via Aureggi, 25 che si svolgerà in due date: Domenica 11 e domenica 18 dicembre 2022 dalle ore 15:00 alle ore 18:00.
Partecipazione gratuita.

sabato 3 dicembre 2022

WWF Lombardia: basta provocazioni sulla "pelle" del lupo

Foto WWF Italia

di Gianni Del Pero, Presidente WWF Lombardia


In relazione agli articoli apparsi di recente su vari organi di stampa, circa la presenza del Lupo e i presunti danni che produrrebbe, il WWF Lombardia intende sottolineare alcuni aspetti della vicenda al di là di facili allarmismi, fake e polemiche strumentali.


La soluzione ai presunti danni che i lupi potrebbero provocare si ricerca attraverso l’informazione corretta, il dialogo con le categorie interessate, l’adozione di misure di prevenzione danni e comportamenti idonei, non certo con un battage mediatico fatto di mezze verità, molte invenzioni ma in clima di scontro ed esasperazione.
Purtroppo, spesso, le “notizie” sulla questione lupi, sono generiche e non supportate da dati. E questo danneggia tutti. 


Qualche esempio? Mucche pugnalate fa bipedi poco sapiens e i giornali parlano di lupi, attacco da parte di un cane lupo cecoslovacco e la colpa sulla stampa è data ai lupi, mucche uccise dai fulmini e articoli che riescono a collegare quanto accaduto ai lupi. Insomma, anche a fronte di evidenze lampanti che escludono i lupi, i giornali vogliono sempre mantenere un’ipotesi che li coinvolga.
E c’è chi cavalca questa tendenza o la incoraggia. Ad esempio, un articolo apparso sul Giornale di Treviglio il 2 dicembre, con affermazioni provenienti da una persona senza alcuna esperienza ne conoscenza della specie Lupo, sebbene continui a parlarne alla stampa. Ognuno ha diritto di esprimere la propria opinione naturalmente ma, nessuno ha il diritto di urlare “attenti al lupo” se per farlo si inventa “bufale” senza conoscere ne la reale situazione ne gli specifici episodi ripresi in stampa. L’ultima “notizia” per la quale i lupi avrebbero squartato caprioli provocando tagli netti (ovviamente inferti da un ominide con una lama) rasenta l’indecenza.

Il Giornale di Treviglio, 2/12/2022

Per affrontare seriamente o problemi, o i presunti tali, per avere un quadro preciso del fenomeno servono preparazione e dati validi. E questi già esistono: i dati sulla presenza del lupo in Lombardia, all’interno di un monitoraggio nazionale, sono pubblici e possono essere consultati liberamente, sul sito del progetto Life Wolfalps.eu o su quello di Life Gestire 2020 (naturachevale.it/en/the-project/life-gestire-2020/). Il monitoraggio prosegue anche quest’anno in tutta la regione e i risultati saranno noti nel 2023.

Va ricordato inoltre che la presenza del Lupo in pianura nella bassa è nota da tempo e non rappresenta alcuna sorpresa, dato che questo animale non è una specie tipica di montagna. Soltanto negli ultimi 5 anni se ne è parlato in incontri pubblici che si sono tenuti a Mantova, Calvatone, Cremona, Lodi. La presenza su sponda parmense e piacentina del Po è nota da anni e ben studiata.
Il lupo si espande usando molto le aste e i corridoi fluviali, grazie alla presenza di prede, soprattutto caprioli e cinghiali. Ma si ciba abbondantemente anche di nutrie e ovviamente, quando ne ha l’opportunità, di animali domestici.

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La sua presenza vicino all’uomo è una caratteristica della specie da sempre e non rappresenta una novità né una criticità in sé.
Da alcuni mesi si segnala la probabile presenza di un branco di lupi nel lodigiano, sul quale tuttavia mancano ancora evidenze genetiche. Segnalazioni anche nel Varesotto. Senza queste evidenze nessuno può affermare neppure di sapere da dove vengano quei lupi, se dall'Appennino o dalle Alpi o da altre zone della pianura.

WWF Lombardia si rende disponibile per ulteriori approfondimenti e per fornire dati certi e attendibili sulla situazione del Lupo in Lombardia e in tutta Italia.

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Como. Il coordinamento degli ambientalisti alla Provincia: "E' ora di Archiviare la Canturina Bis!"


a cura dei rappresentanti del coordinamento ambientalista: Gianni Del Pero, Matteo Aiani, Maurizio Borghi, Sofia Castoldi


Nel pomeriggio del primo dicembre una delegazione del nostro coordinamento ha incontrato presso la sede dell'amministrazione provinciale il presidente Fiorenzo Bongiasca e i tecnici (ing. Tarantola, arch. Porta e arch. Mazzotta) che stanno seguendo l'iter progettuale della Canturina Bis. È stata un’occasione per uno scambio costruttivo e franco,  in cui il Coordinamento ha avuto l’opportunità  di ascoltare i dettagli del progetto illustrati dai rappresentanti dell’Amministrazione provinciale e di ribadire come l'unica soluzione che riteniamo compatibile con una mobilità sostenibile e la salvaguardia del parco regionale delle Groane e della Brughiera sia il "tracciato Zero", cioè non realizzare la Canturina Bis con la sua appendice “Tangenzialina ovest” di Mariano.

Dall’incontro sono emerse conferme e novità: le risorse economiche necessarie per realizzare l’intera opera non ci sono: dei 195 milioni di euro necessari, definiti dalla valutazione della “fattibilità tecnico economica” elaborata, solo 2,5 milioni sono disponibili con un finanziamento della Provincia e altri 95 sono stati promessi da Regione Lombardia. È stata indetta una gara per l’affidamento dell’incarico per la progettazione “preliminare” che sarà aggiudicata nel prossimo anno. Per le limitazioni economiche i tecnici sono orientati a proporre l’appalto per “lotti funzionali” in base alla loro strategicità “trasportistica”.

Il Parco delle Groane e della Brughiera non si è ancora espresso in merito alla compatibilità dell’opera con il proprio Piano Territoriale: la Provincia ritiene che ciò equivalga a non essere contrari, noi riteniamo che il parco debba invece opporsi.

Visto l’assenza di un progetto, la mancanza di copertura economica e, soprattutto poiché la realizzazione della Canturina Bis non risolve i problemi di traffico, abbiamo ribadito le nostre alternative all’opera che tengano in considerazione di tutte le forme di mobilità sostenibili utili a liberare i nostri territori dal traffico come: la valorizzazione dei nodi di interscambio ferro-gomma in città (da via Vittorio Veneto ad Asnago), la promozione del trasporto pubblico (con collegamenti più frequenti nelle frazioni e nei comuni limitrofi), il rilancio delle linee ferroviarie (a partire dalla Como-Lecco) e la realizzazione di una rete ciclopedonale e sentieristica.

Dall’incontro di ieri è emersa anche la gradita notizia che l’amministrazione provinciale ha finanziato nuove tratte ciclopedonali di prossima realizzazione a Cantù Asnago, Cadorago-Bulgorello e Brenna-Alzate. Questa per noi è la “strada” da seguire.

A breve organizzeremo ulteriori iniziative con l’obiettivo di informare la popolazione e convincere le amministrazioni ad archiviare la Canturina Bis-Tangenzialina, puntando sul potenziamento del trasporto pubblico e su forme di mobilità sostenibile.

venerdì 2 dicembre 2022

Luca Mercalli contro il progetto sul Monte San Primo!

Il famoso climatologo si schiera contro gli impianti sciistici nel Triangolo Lariano


Il famoso climatologo Luca Mercalli si schiera contro i nuovi impianti sciistici sul Monte San Primo, previsti nell’ambito del progetto di 'rilancio turistico' del comprensorio, progetto pensato dalla Comunità Montana del Triangolo Lariano e dal Comune di Bellagio.
Scrive Mercalli in una nota fatta pervenire specificamente al Circolo Ambiente "Ilaria Alpi", che sta coordinandolo la vertenza contro il progetto per gli impianti sciistici:


"Ma allora noi climatologi non serviamo a niente... Da trent'anni i climatologi e i nivologi studiano l'innevamento alpino e lo vedono diminuire. Fa più caldo, la quota della neve si alza e il numero di giorni con suolo innevato si abbassa: abbiamo perso in meno di un secolo circa 15 giorni di innevamento. I colleghi delle Università e degli enti di ricerca francesi (CEN - Centre d’Etudes de la Neige) elvetici (WSL Istituto per lo studio della neve e delle valanghe SLF Davos, Università di Ginevra, Friburgo, Zurigo), italiani (EURAC Bolzano, Società Meteorologica Italiana, Moncalieri, ARPA regioni alpine) e austriaci (ZAMG Vienna), lo dicono in tutti i modi: il riscaldamento globale renderà sempre più frammentario e intermittente l'innevamento sotto i 2000 m, sconsigliando nuovi investimenti in impianti sciistici, anche con innevamento programmato, che ha comunque bisogno di acqua, di freddo e di energia, tutti elementi non scontati. Allora quando vediamo che ancora oggi, quando perfino ai 3500 m di Plateau Rosa si annullano le gare di Coppa del mondo, pubbliche amministrazioni utilizzano denaro pubblico per progetti di sviluppo di ccomprensori sciistici a bassa quota, ci chiediamo: il nostro lavoro, i nostri avvertimenti, la nostra ricerca scientifica, serve a qualcosa?
Luca Mercalli, presidente Società Meteorologica Italiana".



Di fatto il climatologo Mercalli si dice totalmente contrario agli impianti sciistici e all'innevamento artificiale sul Monte San Primo, secondo il progetto che risulterebbe finanziato con 5 milioni di euro, di cui 3 milioni stanziati dal Ministero dell’Interno per il Comune di Bellagio, un milione investito dalla Comunità Montana e un altro milione che dovrebbe arrivare dalla Regione Lombardia.

Prosegue intanto la campagna del neocostituito Coordinamento ‘SALVIAMO IL MONTE SAN PRIMO’, formato da 19 associazioni che chiedono alle Istituzioni di ritirare il progetto.
 

Nel frattempo procede anche la campagna di dissenso, con la quale si invitano i cittadini a scrivere email di protesta alla Comunità Montana Triangolo Lariano info@cmtl.it (mandando per conoscenza a info@circoloambiente.org ), con oggetto: “No agli impianti sciistici sul Monte San Primo!”. Sono già più di 250 le email spedite.
La protesta proseguirà con altre iniziative fino a che non verrà ritirato il progetto.

WWF Lecco: "Il lupo resta specie rigorosamente protetta"

Immagini tratte dal sito WWF Italia

di Lello Bonelli, Presidente WWF Lecco

Con riferimento alle dichiarazioni dell’onorevole Pietro Fiocchi, riportate alcuni giorni fa sulla stampa locale, relative a una risoluzione del Parlamento Europeo sulla protezione degli allevamenti di bestiame e dei grandi carnivori in Europa, in cui lo stesso deputato assicurava che “…alla prossima riunione della Convenzione di Berna, che si terrà la prossima settimana a Strasburgo, è stato accolto con favore l’inserimento all’ordine del giorno del tema del declassamento del lupo, da specie strettamente protetta a specie semplicemente protetta …”, segnaliamo che la Convenzione, riunitasi oggi a Strasburgo, ha respinto la richiesta di catalogare il lupo non più come specie "rigorosamente protetta" ma solo "protetta".


Spiace per l’onorevole Fiocchi e gli “amici” cacciatori, ma i dati scientifici analizzati a Strasburgo hanno portato il Comitato permanente della Convenzione di Berna a respingere la proposta tanto caldeggiata dal deputato lecchese, e sostenuta da solo sei voti favorevoli su trenta. Lo stato attuale di protezione del lupo non necessita di alcun cambiamento.

La sacrosanta tutela delle attività economiche degli allevatori deve andare di pari passo con quello della tutela dell’ambiente e della biodiversità, di cui il lupo è specie simbolo. A questo proposito proprio un paio di settimane fa WWF e CAI Lecco hanno proposto a Barzio una serata di presentazione del progetto Pasturs, proposta concreta per un possibile dialogo costruttivo tra il mondo dell’allevamento e quello dell’ambientalismo, riportando le positive esperienze e le testimonianze degli allevatori, realizzate nella confinante provincia di Bergamo, anche con il coinvolgimento di Coldiretti Bergamo e Parco delle Orobie.

Sorveglianza delle greggi, cani da guardiania, reti per la protezione del bestiame, sostegno economico per gli allevatori e collaborazione tra tutte le entità coinvolte… Questa è la strada corretta, non quella del “fanatismo animalista” evocato dall’onorevole Fiocchi, né quella del partito delle doppiette.

 

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giovedì 1 dicembre 2022

Vimercate dalle 7 porte: il libro e la visita guidata


La conoscenza di Vimercate nelle sue strutture storiche e nella percezione dei luoghi e degli spazi urbani da parte dei suoi abitanti, dei secoli scorsi e di oggi: di questo parla il libro Vimercate dalle 7 porte, di Rossella Moioli, Lorenzo Cantini e Stefano Della Torre (Ed. Nodo Libri), che sarà presentato venerdì 2 dicembre 2022, alle ore 21, all'Auditorium della Biblioteca Civica (piazza Unità d'Italia 2/g). Condurrà la serata il prof. Andrea Spiriti, Ordinario di Storia dell’arte moderna all'Università Insubria.

A corredo della presentazione, sabato 3 dicembre 2022, alle ore 15, si svolgerà una visita ai luoghi della città, guidata dagli autori del libro: la posizione delle antiche porte, il palazzo dei Vimercati, il palazzo dei Seccoborella, la chiesa di S. Antonio e la veduta seicentesca della città, la piazza, le osterie, i negozi. L'evento è a cura di Pro Loco Vimercate, con la collaborazione dei commercianti di via Cavour.
Ritrovo per i partecipanti al MUST - Museo del Territorio, in via Vittorio Emanuele II 53. La partecipazione è gratuita, con prenotazione consigliata da effettuare scrivendo a cultura@comune.vimercate.mb.it.
Informazioni: MUST -  tel. 0396659488.

L'iniziativa "Vimercate dalle 7 porte" è organizzata nell’ambito della Convenzione 2019-2022 tra Comune di Vimercate e Politecnico di Milano per i Corsi di Architectural Preservation Studio