venerdì 23 dicembre 2022

Il Monte San Primo arriva in Senato


Martedì 20 dicembre 2022 scorso il senatore Tino Magni ha presentato una interrogazione ai ministri dell'Ambiente e dell'Interno con la finalità di tutelare il Monte San Primo dalla realizzazione di impianti sciistici di dubbia utilità. Seguiremo gli sviluppi della vicenda e vi terremo aggiornati. Quì sotto trovate il testo dell'interrogazione.


di Tino Magni, senatore del Gruppo Misto (Verdi e Sinistra Italiana)

Ai Ministri dell'ambiente e della sicurezza energetica e dell'interno.

Premesso che:

il monte San Primo è la montagna più alta del Triangolo Lariano e con i suoi 1.685 metri costituisce uno dei promontori di maggior pregio paesaggistico della zona e di rara bellezza naturalistica;


la Comunità montana Triangolo Lariano, proprietaria del comprensorio, nel dichiarato intento di valorizzare l'area e promuovere il comparto turistico, ha approvato con deliberazione della Giunta esecutiva del 25 luglio 2019, un progetto per la riqualificazione "turistica" della zona del Monte San Primo, che prevede la realizzazione di numerose strutture sulle pendici del monte;

in particolare, in data 17 ottobre 2019 la Giunta esecutiva della Comunità montana Triangolo Lariano ha approvato il bando, il disciplinare ed i relativi allegati concernenti la procedura denominata "riqualificazione del compendio Monte San Primo" e ha indetto la gara pubblicata il 4 dicembre 2019 con scadenza 31 gennaiom2020;

la gara è andata deserta, senza che neppure il promotore del progetto, la San Primo S.r.l. presentasse una propria offerta;

ciò nonostante, al fine di accedere ai finanziamenti statali o regionali, la Comunità montana Triangolo Lariano ha commissionato la predisposizione di un progetto di riqualificazione del comprensorio San Primo Alpe del Borgo e con delibera n. 98 ha promosso l'Accordo di rilancio economico sociale e territoriale (AREST) finalizzato alla realizzazione degli interventi ricompresi nel progetto "Oltre Lario: Triangolo Lariano meta dell'outdoor";

i soggetti interessati alla sottoscrizione dell'AREST sono la Comunità montana Triangolo Lariano (quale soggetto promotore), la Regione Lombardia, il lago di Como GAL e il Comune di Bellagio. L'insieme degli interventi previsti nell'AREST comportano una spesa di 2.060.000 euro;

la citata deliberazione della Giunta esecutiva CMTL n. 98 ha individuato le opere e gli interventi da realizzare in attuazione del progetto AREST consistenti nella sistemazione sentieristica del collegamento Alpe di Torno con Alpe del Borgo; nella realizzazione di quattro tapis roulant; nella realizzazione di un laghetto e relative opere di contenimento (muri, terrapieni e scogliere); nella realizzazione di un impianto di innevamento artificiale; nella realizzazione di un parcheggio autoveicoli;

per la riqualificazione del compendio sono disponibili ulteriori risorse pari a 3.000.000 di euro, che il Ministero dell'interno (sulla base di una richiesta presentata dalla CMTL) ha assegnato al Comune di Bellagio, in tal modo gli interventi del progetto AREST dovranno essere integrati con quelli che saranno realizzati mediante i fondi assegnati al Comune di Bellagio, riconducendo ad una programmazione unitaria gli interventi di rilancio dell'intero compendio;

in data 2 novembre 2022, verbale n. 259, la Giunta esecutiva CMTL ha così deliberato di approvare, ai sensi art. 25, comma 2, del RR 6/20, l'ipotesi di Accordo di rilancio economico, sociale e territoriale (AREST) finalizzato alla realizzazione degli interventi ricompresi nel progetto denominato "Oltre Lario: Triangolo Lariano meta dell'outdoor" ed i relativi allegati che costituiscono parte integrante e sostanziale dell'accordo;


numerose associazioni ambientaliste e semplici cittadini hanno manifestato più volte (l'ultima l'11 dicembre 2022) la loro contrarietà al progetto, preoccupate dalle ripercussioni che lo sfruttamento intensivo del comprensorio a fini turistici potrebbe comportare in termini di compromissione di ambiente naturale, similmente a quanto si è anche di recente verificato in altre zone del nostro Paese, da ultimo a Ischia, dove la cementificazione intensiva a fini turistici ha prevalso sulla necessità di preservare la natura con effetti disastrosi;

l'interrogante ritiene che l'impatto ambientale del progetto così come ideato sia altamente negativo, poiché andrebbe a incrementare cementificazione e antropizzazione in un territorio che necessiterebbe invece di essere valorizzato dal punto di vista naturalistico attraverso tecniche e progetti di cosiddetto "turismo dolce". L'impianto di innevamento artificiale previsto, inoltre, comporterà un notevole dispendio di acqua e di energia, poiché per le caratteristiche morfologiche della montagna, che nella cima raggiunge appena i 1.685 metri, è improbabile che sia soggetta a precipitazioni nevose di rilievo, se non sporadicamente;


di conseguenza, la sostenibilità economica del progetto presenta punti oscuri e varie criticità, relativi all'impegno economico della gestione degli impianti e delle strutture e ai costi ingenti correlati all'innevamento artificiale in termini di dispendio di energia e acqua. A ulteriore riprova della criticità dell'operazione, il fatto che la gara predisposta dalla Comunità montana del Triangolo Lariano relativa all'affidamento trentennale della gestione degli impianti, come detto, sia andata deserta,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo, ciascuno per la propria competenza, non intendano chiarire la natura e le ragioni del finanziamento di tale opera di elevato impatto ambientale e quali criteri verranno seguiti per verificare il reale utilizzo dei fondi;

se non ritengano opportuno investire il medesimo stanziamento in opere che mirino a migliorare la qualità della vita di chi vive nel comprensorio del Monte San Primo.

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