martedì 30 novembre 2021

Proposte per dare un futuro al Bosco delle Querce

 
 
Riceviamo e pubblichiamo.
 
E' stato un incontro interessante quello del 27/11/2021 organizzato dal circolo Legambiente Laura Conti di Seveso, Seveso Futura, Sinistra e Ambiente di Meda, Impulsi - Sostenibilità e Solidarietà al Centro Visite del Bosco delle Querce con a tema un confronto sul futuro del polmone verde.

Due i filoni trattati: il primo sulla situazione gestionale del Bosco dopo lo smantellamento dei presidi ambientali attuato dall'ex sindaco Allievi cui sono seguite elezioni con l'insediamento della nuova amministrazione Borroni e il secondo sulle prospettive e le idee per un domani che preveda l'ampliamento del Bosco delle Querce e una sua configurazione più ampia. Non ignorato ma ben presente il rischio derivante dal completamento dell'autostrada Pedemontana Lombarda.
 
Di tutto questo abbiamo ragionato con Fabio Lopez Nunes consigliere ERSAF e con Arturo Lanzani Presidente del Parco Locale di Interesse Sovraccomunale (PLIS) GruBria.
 
Come organizzatori abbiamo ribadito la proposta che l'area ad est in via della Roggia venga accorpata al Bosco delle Querce sottolineando anche una evidente diversità geomorfologica ed ecosistemica del Bosco rispetto alle aree del Parco Regionale Groane-Brughiera a cui la legge regionale sui parchi consentirebbe l'accorpamento. E' giudicata da noi più consona e compatibile una inclusione del PLIS GruBria dentro i confini del Parco Naturale Regionale del Bosco delle Querce.
 

Fabio Lopez, ricordando che la proprietà dell'area  (40 ettari) è di Regione Lombardia, ha confermato che, dopo la sigla anche del Comune di Seveso della Convenzione gestionale del BdQ (firmata dal commissario Prefettizio prima delle elezioni ndr) vi sia da parte della nuova amministrazione sevesina la volontà di riprenderne il governo. Indubbiamente la riapertura del Centro Visite a chi ne fa richiesta per iniziative va in questo senso. Come gruppi ambientalisti seguiremo con attenzione l'operare della Giunta di Alessia Borroni, continuando a chiedere il ripristino dell'operatività gestionale locale sul BdQ perchè ci sono ancora buone pratiche da riattivare per dare rispondenza alla convenzione con Regione Lombardia. 

Con Lopez, focus anche sul monitoraggio delle vasche della diossina che come sapete è stato purtroppo ceduto, per volontà dell'allora sindaco Allievi, a Regione Lombardia. Quest'ultima, con delibera di Giunta n° 5296 del 27/9/021, ha a sua volta delegato ad ERSAF questa attività con uno stanziamento di 450.000 euro in due anni (100.000 euro nel 2021 e 350.000 euro nel 2022) per un piano riguardante:
  • l'esecuzione degli interventi su strutture ed impianti necessari a garantire la sicurezza dei luoghi di lavoro e dei visitatori, con accertamenti e progettazioni propedeutiche;
  • l'installazione di un sistema di monitoraggio del percolato ed eventuali interventi su sistema di monitoraggio acque sotterranee, con relativi monitoraggi e stato di fatto ambientale e di condizioni delle vasche;
  • l'attività di studio, monitoraggio, progettazione propedeutiche agli interventi di manutenzione straordinaria eventualmente necessari. (testo tratto dalla DGR 5296).
Ersaf ha bandito una gara d'appalto per affidare le azioni definite nella DGR a un soggetto tecnico.
Sul futuro del Bosco delle Querce, Lopez ha fatto osservare che anche i corsi d'acqua, veri e propri corridoi ambientali in un'area densamente urbanizzata, con il loro recupero attuato a mezzo del "Contratto di Fiume" possono giocare un ruolo importante nel creare una trama del verde dando l'opportunità di unire più aree tutelate e consentendo momenti di confronti tra più enti.
 

Arturo Lanzani ha illustrato le similitudini tra il Parco Naturale Regionale del Bosco delle Querce (40 ha) e il territorio su cui è stato costituito il Parco Locale di Interesse Sovraccomunale GruBrìa (Grugnotorto-Villoresi-Brianza Centrale) -2000 ha - dove convivono prati stabili, attività agricole residue, porzioni inserite nell'urbanizzato (Parco Porada a Seregno), luoghi ambientalmente riqualificati come il Lago Nord di Paderno Dugnano ma anche zone degradate con cave, abusi edilizi e discariche. Nel PLIS GruBrìa vi sono dunque porzioni che devono essere recuperate e restituite alla naturalità, così come è stato per il Bosco delle Querce, che con l'intervento umano attuato con la bonifica dalla diossina TCDD, la piantumazione di specie arboree e gli attenti interventi ha assunto l'attuale configurazione.
 
Il PLIS GruBrìa, seppure con personale minimo e budget limitato, ha ottenuto 612.000 euro di finanziamento vincendo il Bando Regionale “Misure forestali per la pianura e la collina” da utilizzare per interventi di forestazione su 20 ettari.
 
Risulterebbe dunque interessante un progetto di incorporazione del PLIS nel Parco Regionale del Bosco delle Querce preoccupandosi di mantenerne l'alto valore simbolico e richiamando risorse regionali aggiuntive per una gestione di area più ampia. Il Bosco delle Querce potrà così essere da esempio per il recupero delle altre aree inquinate e degradate presenti e fungere da principio rigenerativo per il territorio.

 

Una parte consistente dell'incontro è stata rivolta ai disastri ambientali che l'autostrada Pedemontana Lombarda provocherà sul territorio con il dettaglio delle ricadute del suo passaggio in zona Bosco delle Querce dove si mangerà due ettari e comprometterà l'area di potenziale ampliamento di via della Roggia con due rotonde, l'accesso all'autostrada e un vasca di laminazione al servizio dell'autostrada. Il tutto su una superficie con una contaminazione da diossina TCDD presente e certificata dalle analisi della Caratterizzazione dei suoli con dati 2008, 2012 e 2016 e con un Piano di Bonifica insufficiente.


 
Le esposizioni di Lopez e di Lanzani hanno poi portato all'attenzione un'azione di "riduzione del danno" con richieste affinchè  nello spazio specifico dell'ampliamento,  le rotonde e l'accesso  - pressochè inutili - siano eliminate e che la vasca di laminazione sia realizzata secondo criteri di inserimento ambientale e non puramente ingegnieristici. 

Un destino molto simile subirebbe  il PLIS GruBria che vedrebbe occupate dall'autostrada alcune porzioni di spazi liberi da Cesano Maderno a Desio. C'è l'idea di chiedere dunque  risorse aggiuntive  per un progetto di nuovo verde su questa fascia, a fianco di quello che sarà il suolo consumato dall'autostrada e in aggiunta alle compensazioni ambientali di Pedemontana, includendo lo spazio della progettata area di servizio di Desio (ora stralciata dal definitivo 2019 di Pedemontana) con un intervento di forestazione che escluda altri tipi di intervento.
 
Più in generale, in una Brianza martoriata dal cemento e dall'asfalto per Lopez e Lanzani serve una conferenza costitutiva di progettazione dell'ambiente  che coinvolga  vari soggetti e che intercetti le risorse economiche necessarie.
 

 
Giorgio Garofalo, Consigliere Comunale di Seveso Futura, ha illustrato i contenuti di una interrogazione, già protocollata, per avere risposte sui motivi della chiusura del passaggio pedonale con ponte sulla superstrada Milano-Meda (ex S.S.35) che consentiva l'accesso al Bosco da Baruccana di Seveso. Una chiusura che complica la fruizione del polmone verde ai cittadini di Baruccana.
 

Il Consigliere Regionale Gigi Ponti ha ripreso la necessità di uno scambio informativo e di un'azione coordinata sul capitolo Pedemontana. Ponti ha rilevato la necessità che siano anche i Comuni e non solo i capoluoghi di Provincia a poter accedere ai fondi del PNRR, utili per concretizzare investimenti sui capitoli ambientali locali.


La discussione è stata nel complesso interessante e abbiamo registrato preoccupazioni e molte posizioni contrarie al completamento di Pedemontana

Sui propositi espressi di "riduzione del danno" che causerebbe il completamento dell'autostrada Pedemontana, vogliamo qui essere chiari al fine di non essere fraintesi. Continuiamo infatti a ritenere l'autostrada pedemontana Lombarda un arteria inutile, dispendiosa ed impattante per il territorio e l'ambiente e pertanto insostenibile.
 

Abbiamo speso anni ed energie per contrastarla con mobilitazioni e informazione ai cittadini nonchè esaminando, commentando e criticando anche il contenuto dei suoi elaborati tecnici progettuali.
Non smettiamo tutt'ora di pensare e di agire affinchè non venga completata, nonostante siano stati, purtroppo, concessi i finanziamenti per farlo.
 

Recentemente abbiamo promosso e organizzato con più di 20 gruppi i presidi del 23/05/2021 di #FermiamoPedemontana, inviato le comunicazioni al ministro Cingolani e alla Banca Europea per gli Investimenti (BEI) con lo scopo di smantellare la falsa narrazione di una "greenhighway" e cercato contatti e condivisioni con il mondo politico.
 

Non ci tireremo indietro neppure dinanzi all'ineluttabilità di un disastro, voluto ostinatamente in particolare dagli attuali amministratori di Regione Lombardia con l'apporto di un ministro che di transizione ecologica si occupa ben poco e della solita componente trasversale degli "sviluppisti ad ogni costo."
 

Per questo non ci autoescluderemo da un dibattito e dalle valutazioni sull'identificazione di interventi di modifica progettuale di riduzione del danno che pure possono creare disturbo a chi ha granitiche certezze.

 


 

lunedì 29 novembre 2021

Seregno: Paolo Berizzi presenta il suo ultimo libro "È gradita la camicia nera"

 


Sabato 11 dicembre 2021, alle ore 17.30

Sala Gandini, via 24 Maggio, Seregno

incontro con Paolo Berizzi

autore del libro:

 

È gradita la camicia nera

Verona, la città laboratorio dell'estrema destra tra l'Italia e l'Europa


A cura del Comitato Unitario Antifascista per la difesa delle Istituzioni Repubblicane "Pierino Romanò".

E' consigliata la prenotazione scrivendo a eventi@seregno.info 

o telefonando al n. 0362263251

 

Nel cuore del ricco Nordest, Verona è il laboratorio italiano dell’estrema destra di potere. Qui ex skinhead e animatori di festival nazirock, capi ultrà che allo stadio inneggiano a Hitler ed esaltano “una squadra a forma di svastica”, tradizionalisti cattolici nemici giurati dell’illuminismo, dello Stato unitario e del “dilagante progressismo ecclesiale”, avvocati dal saluto romano fin troppo facile, promotori di cene e gite in cui “è gradita la camicia nera” entrano in consiglio comunale nella lista del sindaco, organizzano manifestazioni finanziate dal Comune, diventano presidenti di società partecipate o della commissione sicurezza, finiscono a capo dell’Istituto per la storia della Resistenza... In questo libro, Paolo Berizzi racconta le vicende e le contraddizioni di una città unica. Riavvolge il filo che risale non solo ai tempi della repubblica di Salò, di cui Verona fu una delle capitali, ma addirittura agli albori del movimento fascista, visto che quello di Verona fu, nel 1919, il “fascio terzogenito”, nato appena due giorni dopo la fondazione dei Fasci di combattimento in piazza San Sepolcro a Milano. Mostra il fertile terreno di coltura che ha alimentato l’eversione nera, da Ordine Nuovo alla Rosa dei venti al Fronte Nazionale di Franco Freda, o i deliri dei due serial killer che, firmandosi Ludwig, intendevano ripulire il mondo dalla “feccia morale e sociale”, sterminando prostitute, omosessuali, senzatetto, tossicodipendenti, presunti viziosi, preti scomodi. Fotografa un presente in cui la destra radicale monopolizza il tifo calcistico, le proteste ai tempi della pandemia, eventi come il Congresso mondiale delle famiglie. Verona è oggi l’immagine di un possibile futuro per l’Italia e per l’Europa, e questo libro è un invito a non distogliere lo sguardo.

Scarica qui l'estratto di lettura


Paolo Berizzi (Premio 25 Aprile 2019) è inviato di “Repubblica”, dove lavora dal 2000 e firma la rubrica quotidiana Pietre. Ha subito atti intimidatori a causa della sua attività giornalistica sull’estrema destra italiana. Da febbraio 2019 vive sotto scorta, unico cronista europeo sottoposto a protezione per minacce neofasciste e neonaziste. Tra i suoi ultimi libri: NazItalia. Viaggio in un paese che si è riscoperto fascista (Baldini+Castoldi 2018) e L’educazione di un fascista (Feltrinelli 2020).

Una conferenza per scoprire notizie e curiosità sui monasteri e i conventi della Brianza

Proseguono i Mercoledì Culturali dell'Associazione "La Martesana"

Mercoledì 1° dicembre 2021, alle ore 21

Sala Consiglio del Comune di Erba 

Conferenza su

Monasteri e conventi in Brianza e Vallassina

Per accedere è necessario il Green Pass  


 

Raccontare di queste realtà monastiche è come salire sulla macchina del tempo per scoprire le vicissitudini di un mondo religioso, raccolto tra quattro mura, particolarmente attivo e operoso in mezzo a noi, fin dal lontano medioevo. Per il lettore curioso e attento alle radici della nostra storia sarà un vero piacere scoprire che nell’Eremo di San Salvatore sopra Erba c’è una piccola cappella che custodisce ancor oggi alcuni affreschi di Michelino da Besozzo, o che nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli ad Erba è presente un affresco della crocifissione identico a quello realizzato nel 1400 dal pittore Luini, nella chiesa omonima francescana di Lugano. In questa prima raccolta di monasteri e conventi ho voluto inserire anche cenobi ormai scomparsi di cui rimane solo il ricordo come quello di S. Marta di Asso, ritenuto indecente, chiuso per volere di San Carlo, e tutte le suore trasferite in altri conventi. Anche della Precettoria  di San Maurizio a Mevate non ne rimane che il ricordo attraverso la festa dedicata a Sant’Antonio abate, che ancor oggi si fa il 17 gennaio nei pressi della Villa Amalia, festeggiamenti che un tempo si svolgevano sulla piazzetta dell’antica Abbadia. Interessanti sono anche i riferimenti ai domenicani inquisitori che avevano un loro convento a Visgnola di Bellagio dove hanno lasciato alcuni preziosi e significativi dipinti, mentre  di indubbia valenza storico-artistica è la stupenda abbazia Benedettina di San Pietro al Monte di Civate con l’affresco del drago e l’altarino dipinto con l’abate San Benedetto. Di indubbia valenza storica sono le due piccole realtà come quella di Canzo con la Storia di San Miro e il suo dono dell’acqua o quella di Arcellasco dove San Bernardino, a cui è dedicata la chiesetta, è raffigurato per ben tre volte. Non potevo dimenticare in questa breve ma interessante ricerca di raccontare del Monastero di Lambrugo che aveva al suo interno anche una farmacia e anche di come la nobile Badessa era riuscita ad essere risarcita  per i danni subiti ad opera del Medeghino e della sua soldataglia. Insomma piccoli e grandi conventi, tutti ricchi di storie e testimonianze che meritano oggi di essere degnamente raccontati e descritti.

Leggi la scheda completa del libro sul sito dell'editore (cliccare qui)

domenica 28 novembre 2021

WWF Lecco. Completato l'intervento di manutenzione naturalistica dello stagno del Barro


 

Completata nella giornata di sabato 27/11/2021 l’attività di manutenzione naturalistica dello stagno di Prà Pozzetto, nei pressi dell’area archeologica di Barra, all’interno del Parco Regionale del Monte Barro.

Una dozzina di attivisti del WWF Lecco hanno provveduto alla periodica pulizia dello stagno, con un intervento di riqualificazione e di ripristino ecologico. Il “ripristino ecologico”, inteso come metodo di conservazione attiva della biodiversità, è caratterizzato da una serie di misure e azioni non invasive che vanno ad innescare dei processi naturali finalizzati alla riqualificazione dell’area stessa. È grazie a questo lavoro che, nel corso degli anni, l’area umida di Prà Pozzetto ha visto l’insediamento di un habitat vegetazionale ideale a favorire la presenza di anfibi, libellule e numerose altre specie di animali semi-acquatici, permettendo così la riproduzione di una microfauna importantissima per la biodiversità dell’area.

 



Quest’anno alla tradizionale attività di gestione, che consente allo stagno di mantenere intatta la sua funzionalità, si è aggiunta un’ulteriore importantissima attività: nel pomeriggio della stessa giornata di sabato, una parte del materiale vegetale dello stagno di Prà Pozzetto è stata trasportata e reinsediata dai volontari WWF in un invaso di Rivolta d’Adda, nel cremonese, dove, a seguito di un’opera di lottizzazione attualmente in corso, un importante sito riproduttivo di tritone crestato italiano (Triturus carnifex) e di tritone punteggiato (Lissotriton vulgaris meridionalis) sta purtroppo per essere definitivamente distrutto. A poca distanza dal sito è stato però possibile realizzare un piccolo invaso, nel quale è stata appunto posizionata parte della vegetazione prelevata dal Barro, cercando di creare le migliori condizioni possibili per favorire una nuova colonizzazione da parte dei tritoni.

 



Dal “vecchio” stagno di Prà Pozzetto, sul Monte Barro, ci si augura possa quindi nascere la vita nel “nuovo” stagno di Rivolta d’Adda.




sabato 27 novembre 2021

Seregno, 27/11/2021: Un mosaico di coperte e un libro per combattere la violenza contro le donne

Sabato 27/11/2021 dalle 15 alle 19
Seregno, piano terra dell'Auditorium comunale

Evento conclusivo del cartellone legato a 

#25novembre Giornata per l'eliminazione della violenza contro le donne.

Appuntamento con UN MOSAICO DI COPERTE, mostra a cura di Cadom all’interno della quale ci sarà la presentazione del volume Né schiava né ribelle di Carmela Tandurella e Giuseppe Mariani.

 


 

Sabato 27 Novembre 2021

ore 15,30

Presentazione del volume "Né schiava né ribelle" 

di Carmela Tandurella e Giuseppe Mariani


Il Circolo Culturale Seregn de la memoria è orgoglioso di presentare, in occasione della Giornata per l'eliminazione della violenza contro le donne, il 31° volume della sua collana I ciculabèt dedicato alla storia di una donna, la maestra Rosa Cappelletti, che insegnò nella scuola elementare della frazione seregnese di San Carlo fra il 1907 e il 1915, e che, come moltissime sue colleghe dell'epoca, dovette subire una dolorosa vicenda di ingiuste accuse e di iniqui provvedimenti, dovuti all'ostilità del parroco e, per solidarietà con lui, del sindaco e di parte della popolazione:  se ne difese con dignità e coraggio, forte della sua profonda dedizione al suo lavoro e alla sua “missione educativa” anche in favore delle donne della frazione, ed è per questo che la consideriamo degna di rappresentare anche oggi tutte le donne.


La vicenda è stata “scoperta” e ricostruita grazie all'attenta ricerca d'archivio che Giuseppe Mariani, già docente e dirigente scolastico, nonché autore di numerosi testi per la preparazione dei docenti ai concorsi per dirigente, ha condotto per anni intorno alla storia della scuola comunale a Seregno dal 1815 al 1945: all'interno di questa ampia e importante ricerca, che è in attesa di pubblicazione, la storia di Rosa Cappelletti assumeva un rilievo particolare, tanto più perché richiamava alla mente la condizione generale delle maestre nell'Italia post-unitaria. Chiamate ad assolvere il compito davvero storico di sollevare dall'analfabetismo prevalente una popolazione ancora in gran parte contadina, preferite ai maestri perché la loro retribuzione era inferiore di un terzo, esse dipendevano dalle autorità municipali che esercitavano nei loro confronti un'autorità che scadeva spesso in arbitrio e sopruso, erano invise ai parroci che vedevano scalzato il loro tradizionale monopolio educativo e alle famiglie alle quali l'obbligo scolastico sottraeva la manodopera rappresentata dai figli. Di tutto questo si occupa la stampa e la letteratura di quell'Italia: la seconda parte del volume, curata da Carmela Tandurella, vicepresidente di Seregn de la memoria e anche lei già docente, presenta le principali testimonianze letterarie sui drammi che tante donne dovettero affrontare lungo la via dolorosa dell'emancipazione femminile e del riscatto della nazione dall'analfabetismo.

Seveso. Quale futuro per il Bosco delle Querce?


 

Il Circolo Legambiente Laura Conti di Seveso, Seveso Futura, Sinistra e Ambiente di Meda, Impulsi - Sostenibilità e Solidarità hanno organizzato un evento al Centro Visite del Bosco delle Querce in data 27 novembre 2021 a partire dalle ore 16.00 e sino alle 18.30 dal titolo BOSCO DELLE QUERCE: QUALE FUTURO ?

Gli organizzatori hanno dichiarato: "E' nostra intenzione fare il punto sulla situazione gestionale del Bosco delle Querce e iniziare un confronto sulle prospettive per il futuro di questo polmone verde, a partire dalle incognite che incombono sull'area con il previsto passaggio dell'Autostrada Pedemontana e con il possibile progetto di accorpamento dei parchi."

All'incontro parteciperanno il consigliere ERSAF Fabio Lopez Nunes e l'arch. Arturo Lanzani Presidente del PLIS GruBria. All'iniziativa sono stati invitati anche gli Amministratori di Meda e Seveso.

Obbligatorio GreenPass.

venerdì 26 novembre 2021

Grazie al WWF Lecco nasce la vita per un nuovo stagno


 

Sabato 27 novembre 2021, gli attivisti WWF Lecco saranno impegnati nella periodica manutenzione naturalistica di un importante stagno situato sulle pendici del Monte Barro in località Prà Pozzetto, intorno ai 600 metri di quota.


Si tratta di un’attività che l’associazione porta avanti da diversi anni, all’interno dell’area protetta del Parco Regionale del Monte Barro, con la collaborazione dell’Ente gestore.
La regolare manutenzione naturalistica dello stagno artificiale ha favorito negli anni l’insediamento di anfibi, libellule e numerose altre specie di animali semi-acquatici, in un territorio dove non sono presenti corpi idrici stagnanti naturali. Prà Pozzetto è così diventato un importante sito riproduttivo per una microfauna importantissima per la biodiversità dell’area.

 


 

Quest’anno alla tradizionale attività di gestione, che consente allo stagno di mantenere intatta la sua funzionalità, si aggiunge un ulteriore importantissima attività. Nel comune cremonese di Rivolta d’Adda, a seguito di un’opera di lottizzazione attualmente in corso, un importante sito riproduttivo di tritone crestato italiano (Triturus carnifex) e di tritone punteggiato (Lissotriton vulgaris meridionalis) è in procinto di essere definitivamente distrutto. È stato però possibile creare un nuovo stagno poco distante dall’area interessata alla lottizzazione. Il nuovo stagno è però privo di vegetazione e rifugi e necessita di essere reso idoneo alla colonizzazione da parte dei tritoni.

 



Per questo motivo, nella stessa giornata di sabato, una parte del materiale vegetale prelevato dallo stagno di Prà Pozzetto sarà quindi traportato e reinserito nell’invaso di Rivolta d’Adda. Lo stagno di Prà Pozzetto rappresenta un ideale donatore, in quanto privo di pesci, di alloctoni e caratterizzato da una comunità macrobentonica idonea a fornire prede ai tritoni anche in un contesto planiziale.
Dal “vecchio” stagno di Prà Pozzetto, sul Monte Barro, partirà quindi una sorta di donazione naturalistica per dare vita al “nuovo” stagno di Rivolta d’Adda.

 


Coordinatore scientifico dell’attività è il Dott. Raoul Manenti, ricercatore presso l’Università degli Studi di Milano e Consigliere dell’Associazione WWF Lecco.

Per informazioni sull’attività di sabato è possibile contattare WWF Lecco via mail: info@wwf.lecco.it o con un messaggio WhatsApp allo 0341 1716138.

mercoledì 24 novembre 2021

Brenna. Una giustificazione contraddittoria: "La strada non era un percorso di interesse archeologico, aveva solo valore paesaggistico"

A sinistra: la strada dopo i lavori. A destra: la stessa strada in una foto d'archivio

 

Dopo l'intervento dell'Associazione Calnach (leggi qui) che denunciava la distruzione di una strada storica nelle vicinanze della Valsorda, il sindaco di Brenna, Paolo Vismara, è intervenuto con un comunicato stampa (leggi qui) per rivendicare la correttezza dei lavori eseguiti.

"Il sentiero in questione - ha detto il Sindaco - non è soggetto a vincoli né riconosciuto ufficialmente quale percorso di interesse archeologico, circostanze peraltro confermate anche nel corso degli scavi che non hanno fatto emergere caratteristiche peculiari di storicità e necessità di primaria tutela. Rimane inequivocabile il valore paesaggistico che verrà ripristinato al termine dei lavori."

Al Sindaco ha replicato Gianni Del Pero, Presidente del WWF Lombardia: "Da tempo, purtroppo, a Brenna si ha una interpretazione soggettiva della tutela dell'Ambiente: vogliamo tutelare i boschi e allora usciamo dal Parco della Brughiera, vogliamo tutelare i corsi d'acqua e allora asfaltiamo le ultime rogge residue per farci un inutile impattante rotatoria, vogliamo tutelare il paesaggio e conservare la storia e allora devastiamo la millenaria rete dei sentieri. E' ora di smetterla di "giocare" con il patrimonio ambientale che è bene comune, proprietà di tutti e grande bellezza inalienabile!"

 

 

Rassegna stampa 

La Provincia di Como

 

No alla nuova cementificazione al confine tra Arosio e Giussano

 

 

di Roberto Fumagalli, Presidente Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”

 

Come Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” diciamo basta con la cementificazione ad Arosio e Giussano: basta capannoni e supermercati!

Dichiariamo questo dopo aver letto le delibere con cui i Comuni di Arosio e di Giussano danno il via al Piano di Lottizzazione (da circa 60 mila metri quadrati, pari a circa 9 campi di calcio di serie A) che prevede l'edificazione di un nuovo insediamento industriale per la produzione del fresco, legato a una catena di supermercati ad Arosio al confine con il comune di Giussano.

 

L’area interessata è già edificabile, e l'errore è sicuramente nei piani urbanistici (PGT) di Arosio e Giussano, che prevedono troppa cementificazione. Arosio già oggi è al terzo posto in provincia di Como (dopo Cabiate e Grandate) tra i comuni con la più alta percentuale di consumo di suolo, con quasi la metà (46%) del proprio territorio già cementificato!

Negli ultimi anni proprio ad Arosio sono sorti come funghi, in particolare sulla Vallassina, nuove aree commerciali, soprattutto fast food. Ora il nuovo capannone a confine con Giussano, insediamento che comporterà un sicuro aumento del traffico di camion e camioncini a servizio della catena di supermercati.

Noi sosteniamo che deve esserci uno stop alla cementificazione del suolo. Quello che serve, ad Arosio, Giussano e non solo, è una variante ai PGT che cancelli ed escluda completamente nuove edificazioni. Quello che chiediamo è di fermare il cemento. Basta con il consumo di suolo, devono essere mantenute verdi le poche aree agricole o comunque non edificate, che sono rimaste.

E, per l’area in questione, occorre anche, come già detto, considerare i nuovi volumi di traffico, in un’area già congestionata com’è appunto quella situata lungo la provinciale di via Vallassina; questo inciderà pesantemente anche con il traffico che già intasa la vicina Novedratese.

Il Comune di Arosio e Giussano devono fare un passo indietro: ritirare le delibere per il nuovo insediamento e passare ad un PGT a ‘consumo di suolo zero’.

 

 

Rassegna stampa

Il Cittadino MB del 28/11/2021 (per leggere l'articolo cliccare qui)

 


Passeggiata nei parchi del nord Milano con Legambiente Cinisello


 

Il Circolo Legambiente Cinisello Balsamo APS aderisce all’iniziativa CamminaForeste Urbane 2021 promossa dalla Regione Lombardia e da Legambiente Lombardia con una camminata che si terrà domenica 28/11/2021.

La camminata prendera il via alle ore 14 dal parco di Villa Ghirlanda (Cinisello Balsamo), passerà dal Parco Nord per arrivare al Centro di Educazione Ambientale nel Parco GruBrìa (circa 10 km). Durante il percorso verranno fatte alcune soste narrative per riconoscere gli alberi e il prezioso compito che svolgono per noi. All’arrivo sarà offerto un piccolo rinfresco nel rispetto della normativa anti Covid-19 in vigore.

Informazioni: cinisello.balsamo@legambiente.org

sabato 20 novembre 2021

Como. Le ragioni del "NO" all’inceneritore per bruciare fanghi di depurazione

 

A Como ACSM-AGAM propone di realizzare presso l’impianto de ‘La Guzza’ una nuova linea, in aggiunta alle due già esistenti che bruciano Rifiuti Solidi Urbani, per trattare i fanghi provenienti da impianti di depurazione delle acque civili ed industriali.


Il progetto deriva dalla recente difficoltà ad utilizzare direttamente in agricoltura questi fanghi destinandoli così ad essere bruciati senza tentare di migliorarne la qualità per una valorizzazione e recupero. Con la combustione centralizzata presso un inceneritore dedicato si rinuncia infatti definitivamente sia ad un pretrattamento per tornare ad un maggiore utilizzo in agricoltura sia ad un possibile trattamento completo per recuperare energia e sostanze utili presso gli impianti di depurazione.



NON ACCETTIAMO UNA TERZA LINEA DELL'INCENERITORE!

 

Immagine tratta dal progetto del nuovo inceneritore

  1. In una regione con una eccedenza di impianti di incenerimento di rifiuti, più che sufficienti rispetto al fabbisogno, una politica compatibile con l’ambiente non può permettere che se ne aggiungano di nuovi ma si deve programmare la chiusura degli impianti più vecchi.
  2. Nel caso di Como nel 2020 avrebbe dovuto cessare l’attività della linea 2, invece con un grosso investimento economico, è stata ammodernata e potenziata.
  3. Non viene motivato perché la scelta della nuova linea sia caduta su Como dove verrebbero trattati per oltre l’80% i fanghi provenienti anche dalle province di Sondrio, Lecco, Varese e Monza Brianza.
  4. Pur nel rispetto dei limiti di legge ci sarà un incremento di emissioni inquinanti compreso quello da traffico di mezzi pesanti.
  5. Da oltre 50 anni la zona sud di Como ed i comuni limitrofi subiscono le emissioni inquinanti dell’inceneritore e del traffico conseguente, quindi andrebbe attentamente valutato “l’effetto accumulo” per la salute umana e per l’ecosistema in generale.
  6. Esistono alternative tecniche già oggi disponibili per migliorare la qualità dei fanghi e quindi per un ritorno ad un maggiore utilizzo in agricoltura. Presso gli impianti di depurazione possono anche essere attuate modalità di trattamento per ridurre la quantità da trasferire negli inceneritori già esistenti e per produrre energia.
  7. La monocombustione dei fanghi con un inceneritore dedicato, per quanto realizzata con le tecniche più moderne e ricavando anche calore ed energia elettrica, non può essere considerata una modalità di economia circolare.
  8. L’obiettivo dichiarato da ACSM-AGAM di dimezzare l’emissione di CO2 riguarda le due linee RSU e non la nuova linea fanghi. Si tratta comunque per il momento solo di mettere a punto un impianto pilota per una tecnica sperimentale su cui esistono dubbi a livello scientifico.
  9. Anche il previsto recupero di fosforo non sarà da subito attuabile ma occorrerà stoccare le ceneri in attesa che da queste possa essere effettivamente estratto.

Lascia inoltre stupefatti che nulla sia trapelato prima da parte della Amministrazione di Como, la quale avrebbe dovuto essere stata avvisata dai propri rappresentanti nominati presso ACSM-AGAM, impedendo di avviare un vero dibattito pubblico nella fase preliminare del progetto.

Ci aspettiamo che in una regione inquinata come la nostra (in Italia stimati dal recente rapporto AEA, 50000 morti nel 2019 per smog, come un’epidemia da covid ogni anno) che la raccolta differenziata e la riduzione della produzione di rifiuti porti ad uno smantellamento progressivo degli impianti di incenerimento e non ad un loro ampliamento, o almeno un loro bilancio netto positivo dal punto di vista ambientale. In questo caso lo scompenso ambientale per le ragioni esposte sopra è evidente (aumento emissioni, aumento traffico).


Nei prossimi giorni le associazioni firmatarie faranno pervenire ad ACSM-AGAM (in risposta all’invito ricevuto), ai Comuni coinvolti e All’amministrazione Provinciale, il documento completo che approfondisce le ragioni per il NO al progetto della nuova linea di incenerimento fanghi.

  • ARCI Como
  • Circolo Legambiente “Angelo Vassallo” Como
  • Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”
  • Fridays for Future Como
  • WWF Insubria


La Brianza al bivio tra potenziamento del trasporto pubblico e nuove strade. Venticinque associazioni dicono no alla Canturina Bis e alla tangenzialina di Mariano Comense


 

Sì al potenziamento dei trasporti pubblici e delle ferrovie
No alla Canturina Bis e alla tangenzialina di Mariano Comense


Da più parti si leva un coro di richieste di nuove strade senza le quali, sembra, non sia più possibile far funzionare il territorio e le nostre economie. E’ la totale incapacità di immaginare una differente mobilità che porta inevitabilmente a riproporre un modello consolidato: diluire il traffico costruendo una nuova strada.


Noi gruppi ambientalisti proponiamo invece una valutazione complessiva: dei flussi di traffico, degli elementi attrattivi sul territorio, della distribuzione delle infrastrutture sociali e della presenza delle alternative date dai mezzi pubblici e dalla mobilità dolce. Dal basso, noi chiediamo un cambiamento sulle politiche di mobilità, certi che sia il momento giusto. E' infatti possibile, per noi, costruire, adottare e veicolare sul territorio una mobilità diversa basata sui trasporti pubblici, in modo che le persone siano spinte dalle scelte politiche a cambiare il proprio modo di muoversi.
Se non ora, quando?

 


Gli effetti sempre più devastanti dei cambiamenti climatici e la necessità di agire per contrastare l'aumento delle emissioni di gas serra ci impongono di prendere una direzione. Dobbiamo scegliere se continuare ad abusare di una natura ormai devastata oppure ridurre drasticamente le emissioni inquinanti dovute al traffico veicolare. Oggi abbiamo a disposizione tutti gli strumenti possibili per decongestionare il traffico cittadino. Abbiamo la possibilità di applicare sul nostro territorio scelte che sono già state prese in altre città e che mirano a ridurre le emissioni del settore dei trasporti.
 

Oggi le amministrazioni di Cantù e Mariano - con la supervisione della provincia di Como e con i finanziamenti della regione - hanno la possibilità di costruire un piano dei trasporti che sia davvero sostenibile e che contempli il potenziamento dell'offerta del trasporto pubblico per alleggerire il carico veicolare dalle strade, l'efficientamento dell'integrazione ferro-gomma nei pressi delle stazioni, il miglioramento del servizio ferroviario sulla Como-Lecco e la gratuità dei mezzi collettivi.
Per noi serve studiare una mobilità sostenibile nei fatti, una mobilità che punti sull’utilizzo dei treni e bus, la cui efficienza garantisca un miglioramento del servizio attraverso orari coerenti e compatibili, con l’obiettivo di renderli competitivi.

 


Anche le politiche di governo del territorio vanno riviste. Non si può continuare a collocare strutture commerciali della distribuzione e della logistica senza nemmeno porsi il problema del traffico supplementare, sia privato sia delle merci, che esse ingenerano. La pianificazione urbanistica deve considerare questo impatto ponendo dei limiti decisi a questa tipologia d’insediamenti. Allo stesso tempo, seguendo le iniziative prese da numerose altre città italiane, sull'esistente, le nostre amministrazioni potrebbero adottare piani urbani della logistica sostenibile per risolvere i problemi legati al traffico merci. Analizzando quindi i flussi, origine e destinazione del traffico pesante e individuando poi soluzioni puntuali al problema.


Secondo noi non esiste una Canturina Bis sostenibile. Qualsiasi tracciato che viene proposto dai vari gruppi politici è pensato comunque per una mobilità privata su gomma. Non saranno né le compensazioni ambientali né le gallerie a rendere l'opera “green”. Quello che chiediamo è che si finisca di incentivare le persone a muoversi in auto, perché dobbiamo essere consapevoli che anche quando ci sarà un rinnovamento delle auto verso l'alimentazione elettrica, le criticità ambientali non saranno risolte. Facciamo in modo che almeno gli spostamenti quotidiani possano avvenire con i mezzi pubblici.


Cogliamo l'occasione data dall'ultima delibera dell'amministrazione provinciale che "frena" sulla Canturina Bis per chiedere alle amministrazioni di fermarsi un attimo e cercare di capire se sia possibile costruire delle alternative a quest'opera stradale impattante sul parco regionale delle Groane e della Brughiera.


Siamo disponibili fin da subito al confronto con tutte quelle forze politiche e istituzioni che credono che un cambiamento sia possibile.


La sfida globale dei cambiamenti climatici va risolta anche a partire dalle questioni ecologiche locali.
Fermiamo gli insensati progetti della Canturina Bis e della tangenzialina ovest di Mariano Comense.

Facciamolo per il nostro pianeta!

I gruppi firmatari:
Amici della Brughiera - Mariano, Associazione Calnach Cremnago di Inverigo, Associazione ChiaraBib, Associazione Comitato Parco Regionale Groane-Brughiera, Associazione Demas Da Fa, Associazione Il Gambero, Associazione L'Ontano, Associazione Le Contrade Inverigo, Circolo Ambiente Ilaria Alpi, Collettivo l'84, Comitato No alla Strada nel Parco, Comitato pendolari Como-Lecco, Comitato Sentiero Pedemonte Como-Lecco, Fridays For Future Como, Gruppo Naturalistico della Brianza, Impulsi, Sostenibilità e Solidarietà - Meda, Legambiente Cantù, Legambiente Seregno, Legambiente Seveso, Sinistra e Ambiente - Meda, Unione degli Studenti Como, We For The Planet, WWF Insubria, WWF Lombardia

 


 

venerdì 19 novembre 2021

Veduggio con Colzano. Alla Festa di San Martino il Comitato Bevere presenterà la nuova mappa dei sentieri

Il Sentiero Felice e la Bevera a Naresso di Besana in Brianza
 

di Tullio Muraro, Vicepresidente  Comitato per la difesa delle Bevere e del Lambro

La festa di San Martino a Veduggio con Colzano, domenica 21 novembre 2021, per il Comitato Bevere, è occasione per continuare a divulgare i temi della protezione dell'ambiente fluviale. Quest'anno proponiamo l’anteprima della mappa dei sentieri della Bevera di Naresso nei territori dei Comuni di Briosco, Besana, Renate e Veduggio.

 



Il Comitato Bevere sarà presente tutto il giorno per illustrare le mappe dei sentieri della Bevera di Naresso, che ha prodotto in collaborazione con il gruppo Sentieri di Briosco, con Enjoy Briosco , con  Caveramezz di Renate e il G.A.S. di Besana in Brianza.

Per chi ama le passeggiate e immergersi nella natura, ci sono a disposizione le nuove mappe con sette diversi percorsi accessibili ad appassionati, famiglie con bambini, giovani e adulti. Venite al gazebo del Comitato Bevere, ve li illustreremo.

 



giovedì 18 novembre 2021

Oggi a Seregno è nato un nuovo bosco!


Oggi a Seregno, tra il Lazzaretto e San Salvatore, è nato un nuovo bosco. Nell'area, di poco più di un ettaro, hanno trovato posto circa 1350 nuove piante. 

 


La zona centrale è stata piantumata con querce, carpini, ciliegi, aceri campestri e olmi. Nelle fasce laterali hanno trovato posto noccioli, biancospini, viburni, sangunelle e ligustri; arbusti che, una volta cresciuti, con le loro bacche e semi, favoriranno la presenza di uccelli e piccola fauna. 

 

 

Fra le varie piante è stata lasciata una distanza (sesto d'impianto) di circa 3 x 2,5 m. Le piccole dimensioni delle piante non devono trarre in inganno; sono state scelte apposta in quanto garantiscono una minor moria e un più rapido accrescimento.


Il progetto del nuovo bosco di Seregno in zona Lazzaretto - San Giuseppe (per scaricare il progetto in formato pdf cliccare qui)

Il Presidente del parco Arturo Lanzani ci ha dichiarato: "Nel mese di ottobre 2020 avevamo partecipato al Bando Regionale “Misure forestali per la pianura e la collina” ottenendo un contributo di oltre 612.000 euro (a fronte dei 750.000 richiesti) per la realizzazione della forestazione di 15 aree. Quella in corso in questi giorni a Seregno è la prima realizzazione. Dalla prossima settimana inizieremo i lavori anche a Lissone, poi Desio e Muggiò. A primavera e autunno seguiranno gli altri interventi previsti a Seregno zona Dosso, Bovisio, Varedo, Cinisello, Paderno Dugnano e Nova Milanese".

Post aggiornato il 19/11/2021

mercoledì 17 novembre 2021

Marionettistica Popolare Siciliana: che spettacolo la lotta contro le mafie in Brianza

 


'Ndrangheta in provincia di Como: servono gli anticorpi contro il virus delle mafie!


a cura del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi"


Come Circolo Ambiente "Ilaria Alpi" esprimiamo il nostro plauso alla Magistratura e alle Forze dell'ordine per l'operazione Antimafia che ha portato, oggi, all'arresto di oltre 100 persone in Italia, di cui più della metà in Lombardia, molti in provincia di Como.
Questa operazione dimostra, ancora una volta, che anche nel nostro territorio la mafie, e in particolare la 'ndrangheta, sono radicate in numerosi settori economici, come ben evidenziato dalle parole degli inquirenti.

Quello che serve per sconfiggere le mafie è un'azione forte delle Istituzioni e della società civile. Un'azione corale che faccia terra bruciata contro il malaffare e contro le connivenze, anche da parte di 'imprenditori' che preferiscono rivolgersi alla criminalità anzichè agire nella legalità.
Serve appunto formare, nella società civile e nelle Istituzioni, dei potenti anticorpi per mettere al bando il virus della criminalità organizzata!

La mobilitazione degli ambientalisti contro le strade nel parco


 

La Pedemontana è dannosa. La lettera degli ambientalisti della Brianza alla Banca Europea degli Investimenti

 

Prima del termine della proroga al 31/08/2021 concessa dal CIPESS per chiuderne il piano finanziario, la BEI (Banca Europea per gli investimenti) ha formalizzato la sua volontà di concedere un finanziamento alla società Autostrada Pedemontana Lombarda (APL) con un documento pubblicato il 17 luglio 2021 sul suo sito. L’accordo è poi stato siglato proprio l’ultimo giorno utile, il 31 agosto 2021.
La Banca europea per gli investimenti (BEI) è proprietà comune dei paesi dell’UE. Gli azionisti della Banca europea per gli investimenti sono i 27 Stati membri dell'Unione europea. Ogni Stato membro ha una quota nel capitale della Banca basata sul suo peso economico (PIL) all'interno dell'Unione europea.
La banca assume prestiti sui mercati dei capitali e eroga prestiti a condizioni favorevoli per progetti rientranti negli obiettivi dell’UE.

 
Nei fatti è un ente con volumi di capitali pubblici gestiti nella logica dell’Unione Europea. Tra i suoi obiettivi v’è anche l’attenzione e l’azione per investimenti “green” e di sostegno alle iniziative di contrasto ai cambiamenti climatici. 


Arduo considerare l’autostrada Pedemontana Lombarda come un progetto degno di investimenti “green” eppure la BEI ha approvato la finanziabilità del progetto per il completamento dell’infrastruttura, pur accompagnando la decisione con un documento di raccomandazioni proprio rispetto all’impatto ambientale dell’opera. 



 
Il documento della BEI datato 22/07/2021 lascia però intendere che non tutte le informazioni necessarie e opportune sono arrivate agli estensori. 

Cosi le associazioni e i gruppi ambientalisti della Brianza – dopo la lettera del 12 ottobre 2021 al Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani e per conoscenza al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi e al Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile Enrico Giovannini - hanno inviato una comunicazione anche alla Banca Europea degli Investimenti. 

Werner Hoyer Presidente della BEI
Nella lettera sono evidenziati i punti critici non considerati che avrebbero invece dovuto essere attentamente e preventivamente valutati ai fini della decisione di concedere un finanziamento di 550 milioni di euro che va ad aggiungersi a quello in capo a Cassa Depositi e Prestiti – altro Ente di emanazione pubblica - e a alcune Banche commerciali private. 

I gruppi fanno notare che sull’impatto della Pedemontana con l’ambiente, la BEI s’è limitata ad analizzare se vi fossero o meno interferenze con i Siti di Interesse Comunitario (SIC) che risultano lambiti ma non attraversati ne tantomeno compromessi dal tracciato di Pedemontana ma non ha spinto l’analisi sul complesso delle aree verdi che verrebbero pesantemente danneggiate. 

Nella lettera, gli ambientalisti hanno riassunto i danni per il territorio già causati dalle tratte A, B1 e dalle tangenziali di Como e Varese in esercizio dal 2015 e puntualmente, gli impatti che causerebbe il completamento dell’autostrada con le tratte B2 e C. 

Ne esce un quadro pesantissimo, di cui la BEI avrebbe dovuto tenere conto, comprensivo di rischi legati alle zone ancora con presenza di diossina TCDD nei suoli e al Piano di Bonifica insufficiente, di ambienti naturali di importanza e qualità non inferiore ai SIC che verrebbero distrutti, di ulteriore consumo di suolo, di incremento del traffico sulla viabilità locale con aumento di inquinamento atmosferico dovuto all’apporto di nuovi veicoli, di un costo realizzativo elevato e di assenza di una valutazione pubblica del rapporto costi/benefici. 

Tutte evidenze per la quale questa autostrada non può essere definita e considerata minimamente “green” ne tantomeno rientrare nel campo della “finanza verde” riservata ad interventi ecologicamente e ambientalmente sostenibili. La tanto declamata transizione ecologica non può comprendere questo progetto.
Sulla base di questo, i gruppi ambientalisti pensano sia necessario che la BEI riveda la decisione di concedere il finanziamento alla società promotrice dell’Autostrada Pedemontana Lombarda.
 

Le Associazioni, i gruppi ambientalisti, le liste civiche:

Associazione Colli Briantei
Alternativa Verde Desio
Legambiente circolo Gaia Usmate e Velate
Legambiente Seregno aps -Seregno
Legambiente circolo Laura Conti -Seveso
Seveso Futura -Seveso
Coordinamento No Pedemontana
Comitato Ambiente Bovisio Masciago
Lista Civica Altra Bovisio Masciago
Casa della Sinistra Seregno
Sinistra e Ambiente Meda
Impulsi Sostenibilità e Solidarietà Meda
ImmaginArcore
Gruppo Acquisti Solidali GAS Vitale Arcore
Passione Civica per Cesano Cesano Maderno
Un Parco per Bernareggio

 

Il testo della lettera alla Banca Europea per gli Investimenti (BEI) che è stato tradotto anche in inglese.


martedì 16 novembre 2021

La voce dell'associazione Calnach: "Vogliamo preservare i fontanili di Cremnago di Inverigo"

Il fontanile detto "ul Tombon"

Tratto da "La Pagina di Cremnago", n. 1, 2021. Newletter dell'associazione Calnach

 

Lo scioglimento dei ghiacciai nell'ultima glaciazione terminato 12.000 anni fa lasciò nei territori attorno a Cremnago un immenso acquitrino con fiumi impetuosi. Negli ultimi millenni le acque si sono gradualmente ritirate, tuttavia affioramenti d'acqua contrassegnavano fortemente il territorio fino a poco tempo fa. Il paesaggio, antropizzato da secoli ma ancora pochissimo urbanizzato fino agli anni '50 del secolo scorso, presentava sorgenti, rogge, stagni, peschiere, lavatoi ed estese aree umide. A testimonianza di quel passato, ancor oggi sono attive alcune sorgenti che scaturiscono nella parte nord del paese (all'interno del PLIS del Zoch del Peric), rimasta naturale a bosco, in località "Cascine", a quota 370 m s.l.m. La maggior parte dei reticoli idrici che ne scaturiscono scende verso sud (nel versante della Valsorda e del Privo arrivando in entrambi i casi a quota 300 m circa), passando sul lato di levante del borgo (ora via Roma), area che sino agli anni '50 del Novecento non fu edificata. Una parte secondaria d'acqua tuttavia scivola verso il versante idrico a nord in direzione dello stagno dello Zoch del Peric, anch'esso in quota 300 m. circa.

Il nome "la Peschèra" appare su un'antica mappa in zona Cascine come un laghetto di forma ovoidale che, pur scomparso, denomina ancora la zona con tale appellativo. Gli anziani riferiscono che Cremnago era denominato "Calnach del pèss" e tutto fa supporre che proprio lì ci sia stato un allevamento di pesci come trote e lavarelli. Subito appresso si trova una piccola costruzione in pietra, detta "ul Casin de sass", da cui derivava l'acqua per alimentare villa Perego, detta la Fonte.

Non lontano vi è ancora "ul Tombon", l'antico fontanile pubblico che forniva acqua al Paese tramite una roggia, "ul reè", il riale che alimentava i due lavatoi pubblici di Cremnago. "I Fontanei", alle Fontanelle in Comune di Lurago d'Erba, ma vicinissime al confine comunale di Cremnago d'Inverigo, sono sorgenti sul colmo del colle e origine del ruscello che oggi resta perenne solo in una fontanella sul lato di Colciago e che versa nella Valfrancia. Tutta questa zona tuttavia è ancora molto ricca di risorgive dimenticate, specie nei periodi di piogge e di disgelo. 

L'Associazione ha iniziato un progetto per restaurare, preservare e far conoscere queste ultime preziose zone umide rimaste nella Brianza. 

 



lunedì 15 novembre 2021

Una vicenda anche brianzola: le suore sfrattate di Casa Raffael chiedono aiuto


 

Lo scorso mese di agosto avevamo pubblicato la triste notizia (leggi qui) delle suore sfrattate di Casa Raffael. La vicenda si svolge a Genova Albaro ma lo sfratto è partito dalla Brianza e precisamente da Seregno. Il tutto per realizzare, al posto del monastero e della casa di riposo per anziani una grande RSA e al posto degli orti un parcheggio.
Ora lo sfratto per le Suore di Casa Raffael è diventato esecutivo. Le sorelle però non sono intenzionate ad arrendersi e hanno presentato ricorso in appello. Tuttavia la difficile situazione le mette nella necessità di dover trovare un altro alloggio. Pubblichiamo quindi un messaggio che le suore stanno divulgando.

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Richiesta di sostegno per le le Suore di Casa Raffael - Istituto Edith Stein

Ci scusiamo se inviamo questa richiesta: è la prima volta, da quando esiste l'Edi.S.I.- Casa Raffael, che si effettua la richiesta di una offerta... Siamo una Comunità di Suore che abbiamo in corso lo sfratto dall'abitazione in cui da anni viviamo a Genova, Via Giorgio Byron 15 (eventuale sentenza di sfratto può essere documentata a chi la chiede). Abbiamo la necessità di acquistare un immobile per viverci e per proseguire le nostre attività apostoliche, caritative e sociali. Saremmo molto grate  se potessimo ricevere un'offerta, anche molto modesta e on line, che possa contribuire per l'acquisto di un immobile. Abbiamo reperito una casa all'asta (ex Convento con giardino), ma ci mancano i soldi... Chiediamo quindi un aiuto, anche piccolissimo, ricordando la canzone ("Una formica è solo una formica" da "Aggiungi un posto a tavola"): "Signore, in questo momento mi sento solamente una formica. Una formica è solo una formica, uno zero, una nullità. I granelli di sabbia per lei sono montagne, ma basta che abbia vicino le compagne e una formica smuove le montagne. Una formica da sola non esiste, ma resiste soltanto perché sa che, come tante gocce fanno il mare, tante formiche possono formare una comunità". Per conoscerci, vedi il sito  www.edisi.eu , alla voce "Casa Raffael”. Ringraziamo di cuore per quanto generosamente ci sarà donato, ed assicuriamo il ricordo nella nostra preghiera.


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Chi volesse contattare le suore per avere ulteriori informazioni può rivolgersi alle mail: info@edisi.eu e casaraffael.edisi@libero.it o reperire telefonicamente Suor Maria Chiara Prestigiacomo e Suor Emmanuel Lannino (cell. 3469683681/3385075610  e  3451660942)

Cammina Foreste all'Oasi Lipu di Cesano Maderno


 

DOMENICA 21 NOVEMBRE 2021, ORE 10

Passeggiata lungo i sentieri dell’Oasi accompagnati dai volontari Lipu per scoprire insieme i colori, i profumi e i suoni della Natura nell’alternarsi delle stagioni.

Durante la visita verrà effettuata una piantumazione in un’area dell’Oasi in occasione della giornata nazionale dedicata agli alberi.
Inoltre l’evento si inserisce nel calendario delle iniziative di “Cammina Foreste Urbane 2021” organizzato da ERSAF e Legambiente insieme a numerose associazioni. (www.ersaf.lombardia.it)
Durata evento circa 3 ore. Attività per adulti e bambini dai 7 anni in sù. Donazione libera. 

Posti limitati, prenotazione obbligatoria scrivendo a oasi.cesanomaderno@lipu.it

Norme per la partecipazione:
Ritrovo presso il Centro Visite “Langer” 15 minuti prima dell’inizio dell’attività per la registrazione dei partecipanti.
È obbligatorio l’utilizzo della mascherina durante l’evento ed è vietata la partecipazione a persone con sintomi riconducibili al Covid-19.
Sono raccomandati: abbigliamento e scarpe adeguati ai sentieri e alla stagione.
In caso di maltempo o pioggia, gli eventi saranno annullati.


Cammina Foreste alla scoperta del Parco GruBrìa a Seregno


 

In occasione dell'iniziativa CAMMINA FORESTE URBANE 2021 promossa da ERSAF e Legambiente Lombardia, insieme a Lipu, Cai e WWF Insubria si terrà un'escursione alla scoperta del Parco GruBrìa a Seregno.

Sabato 20 novembre 2021 - Ritrovo a Seregno - Centro del Parco 2 Giugno, via Alessandria 9 - ore 15

Antonello Dell'Orto, di Legambiente Seregno ci ha detto: "Ci avventureremo per circa due ore nel parco alla scoperta degli alberi ed intanto raccoglieremo qualche piccolo rifiuto per terra. Alla fine è prevista una merenda."  Ha poi aggiunto, rivolgendosi direttamente ai partecipanti: "🚨Se avete una vostra ricetrasmittente mandateci le foto che vi diremo se è compatibile con le nostre. I meravigliosi colori delle foglie autunnali ci aspettano🍁. Ricordatevi di portare una torcia perché viene buio presto!!! 🏕 Ci vediamo sabato 20 Novembre alle 15:00 con tante amiche ed amici."
 
Con il patrocinio del Comune di Seregno

domenica 14 novembre 2021

Seregno. Incontro con Gabriella Nobile autrice del libro "Coprimi le spalle, quando lo scontro diventa incontro"


 

Sabato 20 novembre 2021, alle ore 18.30

Sala Gandini, via 24 Maggio, Seregno

incontro con Gabriella Nobile (Associazione Mamme per la Pelle) 

autrice del libro:

 

Coprimi le spalle

Quando lo scontro diventa incontro


Basta violenze e discriminazioni.
La testimonianza di una madre bianca con figli neri


A cura del Comitato Unitario Antifascista per la difesa delle Istituzioni Repubblicane "Pierino Romanò".

E' consigliata la prenotazione scrivendo a eventi@seregno.info 

o telefonando al n. 0362263251

 

“Il lavoro che possono svolgere le polizie per realizzare l’inclusività, pilastro della nostra Costituzione, è essenziale. Perché possano farlo c’è bisogno che anche noi abbiamo voglia di includere.”
“Gabriella Nobile in queste pagine aiuta ciascuno di noi a non dimenticarsi mai della dignità, dei diritti, dell’accoglienza.”

Gherardo Colombo

“Sei nera, si vede che non sei italiana.” Da quando il colore della pelle stabilisce la nazionalità di una persona? “Avete i documenti? Seguiteci in caserma.” Per quanto tempo ancora dei comuni cittadini appariranno sospetti perché di diversa etnia? In Italia il razzismo è bandito dalla Costituzione, eppure dilaga negli strali dei politici di destra, ogni tanto nell’agire delle forze dell’ordine e, in modo più grave, perché spesso inconsapevole, nella mentalità di tutti noi, quotidianamente bombardati da immagini e notizie che mettono in guardia dai migranti che ci invadono per delinquere e vivere sulle nostre spalle. L’odio nasce dal pregiudizio e dalla mancanza di ascolto. È al riparo dai condizionamenti che cresce l’empatia. Per questo solo le nuove generazioni potranno innescare un cambiamento.


Gabriella Nobile ci accompagna nelle vite dei ragazzi di origini diverse che vivono in Italia e in quelle dei loro coetanei bianchi che indossano la divisa. Storia dopo storia, attraverso le loro voci, ci addentriamo in vissuti avventurosi, talvolta tragici. In percorsi di scelta tortuosi o fortuiti. In trame di so­fferto riscatto ma anche di scanzonata adolescenza. Due entità che di solito non si rispettano e si temono finalmente si fermano ad ascoltarsi. Fuori dagli schemi, gli uni e gli altri scopriranno di parlare la stessa lingua, ma soprattutto di essere alla ricerca della stessa cosa: appartenere a una società più giusta.

 

[Per leggere l'anteprima del libro cliccare qui]