sabato 31 luglio 2010

Appello contro la privatizzazione dell'acqua in Lombardia

Sulla stampa è stata anticipata la notizia che il 5 agosto (approfittando della "distrazione" delle vacanze...) la Giunta Regionale della Lombardia approverà un Progetto di Legge sulla gestione dell'acqua, in applicazione del Decreto Ronchi, lo stesso di cui si chiede l'abrogazione attraverso il Referendum nazionale che ha raccolto 1 milione e 400 mila firme in Italia, di cui ben 237 mila in Lombardia.

Pertanto anche il Progetto di Legge della Giunta Regionale porterà a consegnare ai privati la gestione dell'acqua.


Vi invitiamo quindi a mandare (da oggi al 5 agosto) un'email agli Assessori Regionali per dire NO alla privatizzazione dell'acqua in Lombardia.


In fondo vi riportiamo gli indirizzi e il testo dell'appello (se volete modificate l'oggetto, per evitare che cancellino l'email come spam).

Fate sentire la vostra voce.
Roberto Fumagalli - Coordinamento Regionale Lombardo dei Comitati per l'Acqua Pubblica
______________________________

INDIRIZZI:

roberto_formigoni@regione.lombardia.it, marcello_raimondi@regione.lombardia.it, andrea_gibelli@regione.lombardia.it, giulio_decapitani@regione.lombardia.it, romano_colozzi@regione.lombardia.it, domenico_zambetti@regione.lombardia.it, stefano_maullu@regione.lombardia.it, massimo_buscemi@regione.lombardia.it, Giulio_Boscagli@regione.lombardia.it, raffaele_cattaneo@regione.lombardia.it, gianni_rossoni@regione.lombardia.it, romano_la_russa@regione.lombardia.it, Luciano_Bresciani@regione.lombardia.it, carlo_maccari@regione.Lombardia.it, Alessandro_Colucci@Regione.Lombardia.it, monica_rizzi@regione.lombardia.it, daniele_belotti@regione.lombardia.it

p.c. roberto@circoloambiente.org


OGGETTO: NO alla privatizzazione dell'acqua in Lombardia.

TESTO:

Agli Assessori della Giunta Regionale della Lombardia



Egregio Assessore,
apprendiamo dalla stampa che il giorno 5 agosto p.v. verrà discusso e messo in votazione in Giunta Regionale un Progetto di Legge inerente la gestione dei servizi idrici integrati (S.I.I.), in applicazione del cosiddetto Decreto Ronchi (art. 23 bis della Legge 133/2008, così come modificato dall'art. 15 della Legge 166/2009).
Le anticipazioni sui contenuti del PDL riguardo le modalità di affidamento dei S.I.I. ci preoccupano, poichè obbligherebbero alla privatizzazione della gestione dell'acqua.
Infatti con l'applicazione del Decreto Ronchi Ronchi, l'affidamento della gestione dei S.I.I. a soggetti privati - ovvero a imprese italiane o straniere interessate solo a fare profitto - diventa la modalità ordinaria di assegnazione del servizio; in tal modo si porrebbe fine alle virtuose gestioni pubbliche che, in alcune province della Lombardia, risultano all'avanguardia a livello europeo.

Ricordiamo in questa occasione che a sostegno del Referendum per l'abrogazione del Decreto Ronchi e per la ripubblicizzazione del servizio idrico, in Italia sono state raccolte 1 milione e 400 mila firme, delle quali ben 237 mila nella sola Lombardia (www.acquabenecomune.org).
Si rammenta inoltre che ben cinque Regioni hanno impugnato per incostituzionalità l'art. 23 bis (così come modificato dall'art. 15 del Decreto Ronchi), ritenendo la norma lesiva delle prerogative delle Regioni stesse in materia di servizio idrico.

E' inopportuno che vengano adottati provvedimenti fintanto che la Corte Costituzionale non si esprima sui ricorsi delle Regioni e sull'ammissibilità dei Referendum abrogativi sottoscritti da 1 milione e 400 mila cittadini.

Inoltre è utile ricordare che negli scorsi anni in Lombardia si è attivata una vasta mobilitazione popolare contro le precedenti Leggi Regionali in materia di servizi idrici, in particolare contro le L.R. n. 21/1998 e n. 18/2006, per le parti che imponevano la privatizzazione dell'erogazione dell'acqua. A sostegno di tali mobilitazioni si sono attivati i Comuni; nel 2007 ben 144 Consigli Comunali della Lombardia hanno deliberato contro la L.R. 18/2006; con la successiva L.R. 1/2009, "concordata" coi sindaci referendari, è stata reintrodotta la possibilità dell'affidamento diretto ad aziende totalmente pubbliche.

A tale proposito, ci preoccupa l'eventuale attribuzione delle competenze del governo dei S.I.I. alle Province, che di fatto esautorerebbe i Comuni (ovvero gli Enti più vicini ai cittadini) dalle decisioni su un bene vitale e di interesse per tutti i cittadini qual è l'acqua, cancellando il federalismo rappresentato dai Comuni stessi.

Alla luce di quanto sopra, si chiede di non approvare il suddetto Progetto di Legge per le parti in cui si applica il Decreto Ronchi (che di fatto consegnerà ai privati la gestione dell'acqua) e in cui si esautorano i Comuni delle decisioni in materia di governo dei servizi idrici.
Certi che prenderete in considerazione le nostre richieste, porgiamo distinti saluti.

COMITATO _________ oppure NOME COGNOME

giovedì 29 luglio 2010

Ancora idrocarburi nel Lambro

Durante la scorsa notte gli agenti della Polizia Provinciale MB insieme ai volontari delle Gev ed ai sommozzatori della Protezione civile "S. Rossi" hanno effettuato un intervento di contenimento sulle sponde del fiume Lambro, nel tratto vicino al Parco di Monza, dove era stato segnalato - già dal pomeriggio di ieri 28 luglio - uno sversamento di idrocarburi nelle acque del fiume.

Gli uomini in servizio, in collaborazione con i tecnici del Settore Ambiente della Provincia, hanno installato due barriere oleoassorbenti all'altezza del Ponte di Via Cavriga a Monza e una quindicina di cuscinetti per contenere gli olii industriali riversati nel fiume, probabilmente a causa del lavaggio di qualche cisterna.

Al termine delle operazioni di contenimento, sarà necessario intervenire con opere di bonifica per rimuovere e smaltire il materiale inquinante dalle acque del fiume.

Fonte: Provincia MB

"Paradiso Verde" a Seveso

Sono ormai in fase di completamento i lavori relativi al progetto ‘Paradiso Verde’, realizzato dal Comune di Seveso, dall’Associazione Fiumevivo e dalla Cooperativa EsaCoop in collaborazione con la scuola secondaria di I grado Leonardo da Vinci di Seveso.

L’intervento ha realizzato la riqualificazione di un tratto degradato del torrente, con sistemazione delle sponde, apertura di un accesso al fiume e predisposizione di un’area didattica attrezzata aperta alle classi che potranno tenere le lezioni in uno spazio naturale a contatto con il fiume.

Le classi coinvolte hanno partecipato al progetto di posizionamento dell’arredo urbano e della scelta delle specie da piantumare e hanno individuato, in collaborazione con Fiumevivo, l’intervento migliore da utilizzare per il ripristino spondale (grata viva e massicciata al piede).

L’intervento sarà completato con l’installazione di due telecamere, la prima sull’area didattica e la seconda sul fiume e in grado di fornire in tempo reale un’informazione sul battente idrico e sul colore dell’acqua.

Fonte: Contratti di fiume

Riconosciuto l’accesso all’acqua come diritto umano universale

Dopo alcuni anni di richieste alle Nazioni Unite e di proposte andate a vuoto avanzate dai Movimenti per l’acqua, attraverso i Forum Mondiali alternativi, per ottenere il riconoscimento del “diritto umano all’acqua”, finalmente una prima proposta è stata accolta ieri con 122 voti a favore e nessun contrario, dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

“Il risultato politico raggiunto è molto importante – dichiara Rosario Lembo Presidente del Comitato Italiano Contratto Mondiale sull’acqua – e segna una inversione di tendenza. Dopo tanti tentativi per ottenere il riconoscimento da parte della comunità internazionale di questo diritto ancora oggi negato, le Nazioni Unite si sono convinte della necessità di ascoltare le richieste provenienti dalla società civile e dai governi dei paesi più poveri ed hanno abbandonato l’approccio adottato nella conferenza di Johannesburg di delegare alle imprese la “mission” di garantire l’accesso all’acqua ”.

E’ opportuno rilevare che nonostante l’accettazione della proposta fatta dal governo Boliviano la dichiarazione approvata ieri dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite si limita a formalizzare in termini di principio il diritto senza precisare un quantitativo minimo di accesso (50 litri) e soprattutto le modalità con cui si intende garantire a livello internazionale questo diritto.

“Le proposte contenute nel Manifesto per un Contratto Mondiale sull’acqua, redatto nel 1998, ed avanzate dai vari Movimenti, di formalizzare un diritto minimo vitale per tutti, di costituire una autorità mondiale per l’acqua associata ad un impegno sulle modalità finanziarie con cui la Comunità internazionale intende dare risposte al mancato accesso per più di 1,2 miliardi di persone non è stato affrontato", sottolinea Rosario Lembo.

L’augurio del Contratto Mondiale dell’Acqua e di quanti in questi anni si sono battuti per questo pronunciamento da parte delle Nazioni Unite, è quello che questa importante inversione di tendenza delle Nazioni Unite sia un primo segnale a riprendere il controllo delle questioni sui diritti umani in sede ONU. E’ necessario che questo riconoscimento si concretizzi in successivi atti attraverso precise proposte a carico degli Stati e della Comunità internazionale che si spera siano contenute anche nel rapporto che l’esperta indipendente delle Nazioni Unite - Catarina de Albuquerque -, si appresta a consegnare all’Assemblea delle Nazioni Unite.

La risoluzione approvata, conclude Rosario Lembo, rende incompatibile la gestione dell'acqua per scopi di profitto come avviene con le multinazionale e con il partenariato pubblico-privato. Il diritto all’acqua dovrà essere pertanto riconosciuto anche nel prossimo Forum di Marsiglia del 2012 smascherando le imprese multinazionali, che si propongono come gli attori più efficienti per garantire il diritto all’acqua per tutti entro il 2015.

Per informazioni
Comitato Italiano Contratto Mondiale sull’Acqua Onlus
ubc@contrattoacqua.it, Tel 02 4079213

mercoledì 28 luglio 2010

Pedemontana: una devastazione pagata a caro prezzo

da Il Giorno - 28 luglio 2010
articolo di MONICA GUZZI

Pedemontana sempre più salata per la Brianza
Il nuovo piano allunga la tratta sottoposta a pedaggio
Nessuno sconto per chi abita lungo la Milano-Meda


UN’AUTOSTRADA pagata a caro prezzo dai brianzoli, non solo in termini di asfalto e cemento in arrivo, ma soprattutto di pedaggi. Le peggiori notizie sul versante Pedemontana riguardano i pendolari della Milano-Meda, che fra meno di cinque anni si ritroveranno a dover pagare fra i 2 e i 3 euro al giorno (vale a dire circa 50 euro al mese per chi si sposta quotidianamente per motivi di lavoro) per percorrere una tratta oggi gratuita.

IL PIANO economico-finanziario di progettazione, costruzione e gestione del collegamento autostradale attualmente in gara (i lavori in Brianza dovrebbero partire già nel prossimo anno, per concludersi entro il dicembre del 2014), non promette infatti niente di buono per quanti abitano nella zona della cosiddetta tratta B2, ma se questi saranno i principali beffati, il salasso arriverà per tutti. Anzi, il nuovo piano approdato nei giorni scorsi in Provincia, acuisce i timori della vigilia. Il piano infatti prevede l’estensione della tratta complessiva a pedaggio per ben 98,84 chilometri di asfalto: nel computo entrano anche 23 chilometri in più fra rampe e svincoli, per un 31 per cento in più della lunghezza complessiva dell’asse autostradale. Ciò, si legge nero su bianco nel piano, determinerà «un costo finale per l’utente incrementato nella misura del 31 per cento rispetto alle ipotesi del 2007».

Non solo: nel piano economico-finanziario aggiornato è previsto un sistema di pedaggiamento «chiuso su tutta l’opera», con l’impossibilità per i Comuni lungo la Milano-Meda di prevedere agevolazioni o esenzioni totali dalla tariffa per i loro residenti, visto che la «nuova» autostrada in quel tratto utilizzerà un sedime «vecchio». Chi subirà l’arrivo dell’autostrada e l’aumento del traffico, dovrà in pratica comminciare a pagare la vecchia strada.

Nel quadro complessivo, che prevede un’opera dal costo di 4 miliardi e 679 milioni di euro e una gestione trentennale dell’autostrada, la realizzazione della tratta B2 (da Cermenate a Seveso) costerà 581 milioni, mentre la tratta C (da Seveso a Usmate) costerà 1 miliardo e 286mila euro. Fra gli altri investimenti, 100 milioni per l’area servizio Desio e 38 milioni per quella di Bellusco, mentre 112 milioni sono destinati in tutto alle diverse opere e misure compensative dell’impatto territoriale e sociale (greenway, progetti locali, misure compensative). Fra i nuovi costi emersi, 426 milioni di euro in più da destinare a espropri e indennizzi, con un aumento del 98 per cento rispetto al previsto.

L’AUTOSTRADA entrerà in esercizio per le tratte brianzole (B2 e C) il 1° gennaio del 2015. Sono previsti 12,77 chilometri a pedaggio lungo la B2 e 20,83 sulla tratta C. Le tariffe sono tra le più alte rispetto alle altre tratte di Pedemontana: 0,122 euro a chilometro per i veicoli leggeri e 0,193 per i mezzi pesanti lungo il percorso Cermenate-Seveso, mentre da Seveso a Usmate si pagherà 0,141 euro il chilometro per i veicoli leggeri e 0,233 per quelli pesanti. Ciò per il primo anno, poiché sono previsti ritocchi da subito, per arrivare nel giro di trent’anni a una media di 0,313 euro il chilometro. Anche il traffico sull’autostrada è destinato a salire: se nel 2015 sono previsti 1 milione e 836mila veicoli paganti, nel 2044 diventeranno 2 milioni e 841mila, con una crescita fra il 2016 e il 2035 di circa il 3 per cento l’anno.

Per un governo pubblico dell'acqua in Brianza

martedì 27 luglio 2010

Un nuovo parco regionale tra il Nord Milano e la Brianza centro-occidentale

La parte di territorio del Nord Milano e della Brianza centrale situato tra la valle del fiume Lambro a est e il Parco regionale delle Groane ad ovest è una delle zone più urbanizzate della Lombardia (e d’Europa) e una delle zone dove negli ultimi anni si è maggiormente diffusa l’urbanizzazione, con la conseguente erosione degli spazi liberi a margine del tessuto urbano esistente e spazi liberi in aperta area agricola.

In questo scenario vivono circa 450.000 persone. L’urbanizzazione media in questo territorio, riferendosi ad un’area ristretta di 19 comuni, si attestava nel 1999 al 62% circa. Oggi tale soglia è al 65%. Ma non basta, nei pochi spazi aperti rimasti si aggiunge la presenza sempre più frequente di recinti impenetrabili, di terre scarificate, di depositi a cielo aperto, di discariche abusive e di aree di lavorazione. Un territorio “tutto pieno”, quasi senza più aree di rallentamento, silenzio, penombra, campagna, natura e sempre più “pieno” di attività criminose.

La ‘ndrangheta infatti ha avuto un ruolo non marginale nella attività di nuova edificazione, nel condizionare le scelte urbanistiche, nel promuovere un esplosivo consumo del suolo ed anche nel degrado dei pochi spazi aperti residui (fatto salvo che nelle aree tutelate dai due PLIS, Parchi Locali di Interesse Sovracomunale, del Grugnotorto-Villoresi e della Brianza centrale).

Per questo è importante creare un nuovo parco regionale contro il cemento e contro le mafie, per una migliore vivibilità del territorio urbanizzato, per sviluppare una nuova agricoltura urbana e per favorire le connessioni ecologiche tra i sistemi ambientali lombardi. Un parco che confederi i due PLIS esistenti e si allarghi a molte nuove aree oggi minacciate da nuove urbanizzazioni e sottoposte a degrado.

La costituzione di un nuovo parco regionale in questi spazi risponde allora a sei fondamentali esigenze.

1) In primo luogo il mantenimento di questi spazi e la loro riconversione ad un mix equilibrato di verde fruibile, di percorsi pedonali e ciclabili, di agricoltura sostenibile risponde ad una esigenza di VIVIBILITÁ di questi territori da parte dei loro abitanti.

2) In secondo luogo l’istituzione di un nuovo parco regionale in un territorio così delicato e sottopressione è l’unica modalità con cui realmente si può dar seguito ad un compito ecologicoambientale fondamentale, riconosciuto dallo stesso Piano Territoriale Regionale (PTR): LA CREAZIONE DI UN CORRIDOIO ECOLOGICO ovest-est tra il Lambro e le Groane.

3) In terzo luogo l’istituzione di questo nuovo parco si propone di FRENARE I MOLTEPLICI PROCESSI DI INFILTRAZIONE MAFIOSA e della criminalità organizzata che punta a riciclare denari nel settore delle terre e dell’edilizia. Il parco diventa così elemento di sostegno ad una politica più generale di rispetto della legalità e un simbolo di opposizione a questo sistema criminoso che, in più, soffoca e priva di valori paesaggistici i centri della Brianza.

4) In quarto luogo l’istituzione di un nuovo parco regionale risponde all’esigenza di accompagnare un processo di RICONVERSIONE E RAFFORZAMENTO DELLE ATTIVITÁ AGRICOLE rimaste, valorizzando la produzione a km zero, le possibilità di conversione delle imprese verso la multifunzionalità, nonché la possibile funzione educativa e sociale.

5) Il parco valorizza il fatto che IL SUOLO NON EDIFICATO È UNA RISORSA MULTIFUNZIONALE: conservazione della biodiversità, produzione di cibo, sequestro dicarbonio, mancata emissione di CO2, produzione di biomassa, base per la vegetazione e quindi dellaproduzione di ossigeno, regolazione idrica, etc. In un’area così congestionata come la Brianza centrale, i suoli liberi sono un bene comune e una risorsa scarsa.

6) Infine, l’istituzione di un nuovo parco regionale intende RACCOGLIERE, SOSTENERE E DARE CONTINUITÁ AD ALCUNE INIZIATIVE LOCALI faticosamente emerse negli anni più recenti, come i due PLIS istituti (e un terzo in via di formazione). La realizzazione di un nuovo parco sarebbe occasione di connessione fisica, ma anche di MESSA IN RETE DELLE ESPERIENZE DI GESTIONE e di costituzione di un’unica, razionale e leggera struttura di gestione.

Per tutte queste ragioni CI APPELLIAMO ai cittadini, alle associazioni, alle forze politiche e alle istituzioni locali affinché sostengano questa iniziativa.

Nella figura in alto il perimetro di massima per il nuovo parco regionale, che federa ed amplia alcuni PLIS già costituiti (Grugnotorto-Villoresi e Brianza Centrale), ingloba un PLIS in via di istituzione (Alma Solis), si appoggia al disegno di rete ecologica riconosciuta nel Piano Territoriale Regionale e include alcune aree agricole residuali.

Scarica qui l'intero documento completo di tabelle e cartine.

Arturo Lanzani
Docente di geografia del paesaggio e progettazione urbanistica presso il Politecnico di Milano

Paolo Pileri
Docente di tecnica e pianificazione urbanistico-ambientale presso il Politecnico di Milano

Emilio Padoa-Schioppa
Docente di Ecologia presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca

Stefano Bocchi

Docente di agronomia e coltivazioni erbacee presso l’Università degli Studi di Milano

Marco Frey

Docente di economia e gestione delle imprese presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa

giovedì 22 luglio 2010

Come evitare il consumo di suolo in Brianza

Lo scorso 9 giugno 2010 si è tenuto a Cavenago Brianza il convegno "L'alternativa al consumo di suolo. Proposte agli amministratori pubblici per governare il territorio senza consumare altro suolo e ulteriore verde."

Il Parco Rio Vallone ha reso disponibili le presentazioni degli interventi dell'arch. Infosini e del prof. Pileri.

martedì 20 luglio 2010

La misura di consumo del suolo con Google Maps

E' possibile misurare il consumo di territorio in modo semplice e preciso utilizzando Google Maps. Per spiegare come si fa Marco Pagani ha preparato la breve guida "La misura del consumo di territorio con Google Maps", che è liberamente scaricabile.

In questo modo ogni cittadino dotato di un PC e di una connessione Internet è in grado di misurare le aree delle superfici urbanizzate o destinate all'urbanizzazione nei piani regolatori comunali, senza demandare il compito a "specialisti in camice bianco". Questo metodo di misura può diventare un'arma estremamente importante per tutti coloro che condividono gli obiettivi e l'attività del movimento Stop al consumo di territorio.

La misura risulta tanto più precisa quanto maggiore è la conoscenza del territorio che si analizza, perché si è in grado di interpretare con precisione le immagini satellitari di Google Maps.

Questa guida è in copyleft; ciascuno può copiarla e diffonderla, così che in futuro potrà crescere, arricchendosi di ulteriori consigli ed esempi degli utilizzatori. Potete formulare i vostri consigli e osservazioni lasciando un commento sul sito dell'autore.

domenica 18 luglio 2010

Quando il Lambro era balneabile

L'iniziativa "Lambro Big Jump" che si è svolta domenica 11 luglio aveva come scopo quello di accendere i riflettori su questo fiume e di ricordare al presidente Formigoni il suo impegno per un Lambro balneabile entro il 2015. Impegno che è quasi una missione impossibile, se non si programmano investimenti enormi, a partire dal potenziamento del depuratore ALSI di Monza e dal ridisegno della rete di collettori e fognature.

"Dobbiamo essere consapevoli che il Lambro non si depurerà da solo - dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia - occorrerà un enorme impegno e una adeguata dotazione di risorse finanziarie per raggiungere l'obiettivo imposto dalla UE".

Alcuni lettori di questo blog ci hanno intanto inviato alcuni documenti che testimoniano come nel passato sul fiume Lambro si svolgevano gare di nuoto importanti come la semifinale Lombardo-Piemontese valevole come prova eliminatoria della “Coppa Scarioni”, indetta su scala nazionale dalla Gazzetta dello Sport di Milano.

In alto, nella foto: Alcuni parteciapnti alla gara di nuoto popolare sul fiume Lambro, 1929

Sotto: Manifesto e programma della gara di nuoto organizzata dall'Unione Sportiva Caratese nel 1929

venerdì 16 luglio 2010

Fate in fretta quel parco: il cemento corre più veloce della tutela del verde!

L’Associazione AMICI DEL BOSCO DI ORIGGIO ONLUS, di concerto col COORDINAMENTO AMBIENTALISTA PER IL PARCO DEI MUGHETTI, ha inviato il 12 luglio al Comune di Saronno, una lettera sul Parco sovracomunale e per la difesa della salute dei cittadini.

“Riteniamo vi sia noto che dall’anno 2006, la nostra Associazione ha proposto ai comuni di Origgio, Uboldo, Cerro Maggiore e Lainate, un dettagliato documento con rilievi, per la costituzione di un Parco sovracomunale a difesa degli ultimi boschi e campi del saronnese. Alla luce di quanto avvenuto per l’erigendo nuovo svincolo di Origgio-Uboldo (fortemente voluto anche dal comune di Saronno), dove una vasta area agricola è stata “sacrificata”, ci chiediamo se l’attuale amministrazione saronnese sia interessata o meno alla conservazione dell’ultimo verde qualificato del territorio comprensoriale (Ecosistema agricolo boschivo di Origgio, Boschi di Uboldo, aree della Girola, ecc) che assomma a circa 3 chilometri quadri di superficie (oggi al minimo storico e minacciata da vari progetti).
Vi chiediamo quindi, di attivarvi presso le summenzionate Amministrazioni per accelerare l’iter del Parco in questione.

Ciò è necessario perché, come vi è noto, il cemento corre più veloce della tutela del verde!

Un lieve imbarazzo vela questa nostra richiesta: esso è dovuto a due motivi:
1) chiedere ad un comune confinante di accelerare l’iter per il Parco può essere considerata un’invasione di campo (ma questo è avvenuto, e a maggior ragione, a parti invertite per il nuovo svincolo!)
2) il rischio che la vostra eventuale richiesta ai comuni rallenti l’iter invece che accelerarlo (e per questo confidiamo nella vostra abile comunicativa per evitarle ciò).

La gente ha notoriamente e da tempo manifestato preoccupazione sia per detto svincolo che per i lavori di ampliamento dell’autostrada, incredibilmente invadenti e dannosi (come riportato anche di
recente dalla stampa locale), dove sono sparite aree che costituivano importanti schermi ambientali e piccoli polmoni verdi in un territorio già inquinato e sacrificato.

Per i comuni, sarebbe importante controllare che le operazioni di ripristino ambientale che Autostrade per l’Italia dovrebbe fare, vengano effettivamente eseguite e di questo chiediamo lumi (dove e quando dovrebbero esserlo?) anche perché molti cittadini hanno manifestato perplessità. In attesa di una vostra risposta, cordialmente salutiamo.”

Nella foto: Veduta aerea del Bosco del Conte ad Origgio - Tratta da "I quaderni di Eco 90 - Il Bosco del Conte ad Origgio - a cura di Gianni Riva - 2003)

mercoledì 14 luglio 2010

Il luogo del cuore della Brianza Centrale

Dar voce alle segnalazioni dei beni più amati in Italia per assicurarne un futuro è lo scopo de “I Luoghi del Cuore”, il censimento nazionale promosso dal FAI che chiede ai cittadini di indicare i luoghi che sentono particolarmente cari e importanti e che vorrebbero fossero ricordati e conservati intatti per le generazioni future. L’appello è volto alla difesa di tesori piccoli e grandi, più o meno noti, che occupano un posto speciale nella vita di chi li ha a cuore.

L'oratorio di Santa Margherita di Macherio è il nostro luogo del cuore e ti chiediamo di aiutarci a tutelarlo cliccando qui, oppure attraverso una segnalazione scritta da effettuare mediante le apposite cartoline distribuite presso le filiali del Gruppo Intesa Sanpaolo.

Per una visita virtuale dell'oratorio di Santa Margherita cliccare qui.

Parlano di noi:
- Il Cittadino - 2 luglio 2010 (collegamento esterno)
- Il Giorno - 8 luglio 2010 (vedi sotto - per ingrandire cliccare sull'immagine)


Aggiornamento: le segnalazioni pervenute ad oggi, sia attraverso il web sia attraverso le cartoline, sono circa 140.

martedì 13 luglio 2010

Pedemontana: quella curva da evitare

Nell'immagine: Bosco delle Querce. Le proposte di "Insieme in Rete per uno sviluppo sostenibile".

L'area contornata in rosso rappresenta l'attuale confine del parco.
L'area contornata in giallo, a destra, rappresenta la proposta di ampliamento del parco.
La linea gialla, il alto, rappresenta il possibile nuovo raggio di curvatura dell'autostrada Pedemontana rispetto all'attuale superstrada.

Per leggere il comunicato stampa, cliccare qui.

lunedì 12 luglio 2010

La ruspa nel parco

Le foto che pubblichiamo, in questo post, documentano il consumo di suolo agricolo all'interno del Parco Regionale Valle del Lambro (ai confini con il Parco Naturale).

Si tratta di un'area di sei ettari di prato polifita naturale permanente situata a Guiano, frazione del Comune di Inverigo.

Da lì, fino ad aprile, lo sguardo si spingeva fino alle colline di Besana senza quasi incontrare alcun elemento di disturbo.

Come possiamo pensare di fermare il consumo di territorio se, addirittura, anche i Parchi Regionali non sono nelle condizioni di opporvisi?

domenica 11 luglio 2010

Big Jump 2010: un tuffo per far rivivere il Lambro

Altro che nuotarci entro il 2015 come assicurava il Presidente Formigoni, il Lambro oggi assomiglia più ad uno scarico fognario che ad un fiume. Secondo i dati Arpa raccolti negli ultimi anni, lo stato delle acque del lambro resta sconsolante, senza nessun segnale positivo per quanto riguarda il tratto brianzolo del fiume, e con un miglioramento per la città di Milano, ma insufficiente ad attribuire al fiume un punteggio migliore di quello "scadente", secondo i parametri definiti dall'Unione Europea.

"Condividiamo la battaglia per il Lambro balneabile nel 2015, ma vogliamo giocare a carte scoperte - dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia - i dati sullo stato di salute del fiume devono essere raccolti con continuità e resi immediatamente pubblici. Basta misteri sullo stato delle acque superficiali lombarde, non si possono avere acque pulite se non c'è trasparenza sui monitoraggi dei corsi d'acqua. Se la politica lombarda vuole salvaguardare i fiumi, tenga i dati ben in vista, di misteri ne abbiamo già visti fin troppi nel disastro ambientale di Villasanta ed ogni qualvolta si verifica uno sversamento o una moria di pesci".

In ogni caso, balneabile o meno, questa mattina un gruppo di temerari ambientalisti ha sfidato le acque inquinate del Lambro per ribadire che questo fiume deve tornare ad una condizione accettabile di salute.

sabato 10 luglio 2010

Ad Agliate il “grande tuffo” nel Lambro

Domenica 11 luglio torna il Big Jump nei fiumi della Lombardia: un grande tuffo che avrà luogo contemporaneamente in tutti i grandi bacini idrografici europei. Per l'occasione i volontari di Legambiente stanno preparando un bagno collettivo nel fiumi Lambro, Olona, Ticino, Adda e Serio. Alla stessa ora tutti i partecipanti d'Europa si tufferanno e nuoteranno per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla qualità delle acque e sul recupero della balneabilità nei grandi corsi d'acqua. Era il 1995 quando lungo un tratto della Loira una moltitudine di persone si tuffavano per una nuotata simultanea. Da allora l'Europa non si è fermata e nel 2002 sempre l'ERN, l'European Rivers Network, promotore della prima iniziativa, inaugura un evento a misura di continente, il Big Jump. Un grande salto, dunque, per riportare i fiumi europei ad un buon stato ecologico ed alla balneabilità entro il 2015, così come prevede la Direttiva Europea sull'acqua.

L'evento principale lombardo si svolgerà sul Lambro, il fiume che solo qualche mese fa ha subito lo sversamento di oltre 2600 tonnellate di idrocarburi fuoriusciti dalla Lombarda Petroli di Villasanta a Monza. E che le condizioni del Lambro continuino ad essere critiche lo dimostra anche la moria di pesci che ha investito il fiume solo qualche giorno fa. Per tenere accesi i riflettori su questo corso d'acqua Legambiente ha organizzato il Grande Tuffo per le 12.30 di domenica 11 luglio a Carate Brianza. Costume pronto per il bagno collettivo anche a Malnate dove i volontari testeranno le acque dell'Olona e a Pavia per nuotare nel Ticino. IL Big Jump si svolgerà anche sull'Adda e a Villa di Serio.

Gli appuntamenti in Lombardia:

Carate Brianza (MB) - Fraz. Agliate. Legambiente, Amici della Natura, Associazione Le Contrade e Commissione Cultura Alternativa, in collaborazione con Contratto di Fiume di Regione Lombardia e Parco Valle Lambro, organizzano un festa sul fiume Lambro in prossimità del ponte di Agliate: vi saranno stand delle associazioni e laboratori/giochi per bambini. Alle ore 10.00 è prevista, per i coraggiosi, una discesa in canoa dalla zona Lamplast ad Agliate. Alle ore 11.30 ci sarà la visita guidata alla Basilica di San Pietro di Agliate e al Battistero. Infine, alle ore 12.30 il vero Big Jump nel fiume Lambro cui seguirà un piccolo rinfresco.

Imbersago (LC) in prossimità del traghetto di Leonardo da Vinci Legambiente di Merate organizzano il tuffo nell'Adda.

Malnate (VA). Il circolo Legambiente Varese organizza il “Salto nell'Olona” per le 11.30. Previsti aperitivi e laboratori per bambini.

Pavia (PV). Il Coordinamento Salviamo il Ticino, Legambiente Turbigo e Legambiente Pavia organizzano una giornata sul Ticino. Alle ore 10.00 ritrovo presso il Lido di Pavia e trasferimento al Ponte di Barche di Bereguardo. Ore 11.00 partenza discesa dal Ponte di Barche di Bereguardo. Alle 14.00 arrivo al Lido di Pavia. Dalle ore 14.30 apertura stand coordinamento salviamo il Ticino e Parchi. E infine alle 15.00 Big Jump nel Ticino.

venerdì 9 luglio 2010

Seveso 1976-2010: 34 anni dopo sull'area arriva la Pedemontana

10 luglio 1976, è sabato, dal reattore dello stabilimento ICMESA posto al confine di Meda si sprigiona una delle nubi tossiche più famose della storia. Nei 34 anni successivi, il lavoro febbrile di risanamento delle aree inquinate dalla diossina permetterà di immaginare e poi di realizzare quello che oggi è un parco naturale regionale, il Bosco delle Querce di Seveso e Meda: cinquanta ettari di boschi e prati che accolgono ogni giorno centinaia di visitatori. Quel bosco ora deve affrontare una nuova minaccia. L'attacco non arriva più da una fabbrica, ma dal cantiere di una autostrada: la Pedemontana, che passerà proprio a ridosso del bosco delle Querce portando nuove devastazioni ad un territorio soffocato. Infatti, sebbene le prescrizioni imposte dal CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) al progetto definitivo dell'autostrada abbiano scongiurato il rischio che un vasto lembo di bosco si trasformasse in area di cantiere e in svincolo autostradale, la grande opera porterà con sé comunque nuovi scavi e distese di asfalto, ma anche nuovi appetiti immobiliari sulle poche aree non completamente cementificate.

“Il presidente della Provincia di Monza ha ben inquadrato nell'eccessiva urbanizzazione il principale problema che affligge il territorio – dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – il consumo di suolo è ormai diventato un severo limite al benessere e allo sviluppo in Brianza. Per questo, se a Seveso e Meda dovrà passare la Pedemontana, la contropartita deve essere il vincolo e la valorizzazione ambientale delle aree superstiti, attraverso l'ampliamento del Bosco delle Querce”.

Legambiente è l'associazione che con più passione, a partire da Seveso, ha sostenuto e affiancato la nascita del Parco Naturale sui terreni inquinati, e tutt'ora vi svolge attività di educazione per mantenere vivo quel “ponte della memoria” che lega l'attuale bosco al grave disastro ambientale del 1976. Ma quel parco rischia di rimanere un'isola all'interno di un oceano di cemento, se non verranno salvaguardati i collegamenti verdi verso le altre aree protette del territorio: a nord verso il Parco della Brughiera Briantea, a Ovest verso il parco delle Groane, e a Est verso il parco della Brianza Centrale che circonda i quartieri della città di Seregno.

“Esistono ancora importanti aree verdi, molto appetibili per la speculazione immobiliare, appena oltre i confini del Bosco delle Querce – afferma Gemma Beretta, presidente del circolo Legambiente Laura Conti di Seveso - fra l'altro, le analisi svolte da Pedemontana su quei terreni, mai bonificati, hanno rilevato la presenza di elevate concentrazioni di diossina. Anche per questo non devono essere consentiti nuovi cantieri, ed anzi occorre far diventare quelle aree le necessarie espansioni del Bosco delle Querce. Nei prossimi giorni formalizzeremo ai sindaci dei comuni di Seveso e Meda la richiesta di estensione del Parco, e altrettanto faremo con il Presidente della Provincia Allevi, che nei giorni scorsi ha dichiarato in modo chiaro e netto la propria determinazione a fermare il consumo di suolo in Brianza”.
Foto tratta da Sapere n. 848 - anno 1982

giovedì 8 luglio 2010

Pedemontana: allarme diossina e tutela del Bosco delle Querce

Veduta aerea del Bosco delle Querce, 1985
Tratta dai pannelli del "Percorso della memoria"

Quando Pedemontana ha presentato il primo progetto dell’autostrada, associazioni, gruppi locali, enti pubblici, e singoli cittadini, hanno potuto presentare le loro proposte e osservazioni al CIPE, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica. Il CIPE si è espresso a favore di molte delle moltissime osservazioni che sono pervenute dal territorio PRESCRIVENDO a Pedemontana di rivedere il progetto in alcuni punti fondamentali.
Ecco due delle più importanti prescrizioni interenti il Bosco delle Querce:

“In corrispondenza dell'interferenza del tracciato con le aree influenzate dall'incidente lcmesa dei Comuni di Seveso, Meda, Cesano Maderno e Bovisio Masciago, dovranno essere realizzate ulteriori indagini dettagliate sui terreni interessati da contaminazione da diossina, poiché nel corso delle indagini preliminari per la verifica della concentrazione residua sono stati riscontrati superamenti dei valori limite per questo parametro, ai fini della gestione secondo l'art.5 dei D.M 3 agosto 2005” (prescrizione n. 3).


“Nell'eventualità che i lavori coinvolgano l'area denominata ‘Bosco delle Querce’, si prescrive che, prima di attuare qualsiasi nuovo intervento che possa interessare le vasche di deposito dei rifiuti, le opere necessarie per il controllo ambientale della falda e dei depositi …, quali piezometri, pozzetti di protezione, ecc sia acquisito il parere favorevole dell’ASL Monza Brianza” (prescrizione n. 169).


A questo punto Pedemontana, nella stesura del progetto esecutivo definitivo, deve tener conto e dare rispondenza a tutte le prescrizioni del CIPE che sono vincolanti per la realizzazione dell’opera.


LA TRATTA B2 E IL BOSCO DELLE QUERCE DI SEVESO - MEDA

Significativa in particolare l’accoglienza offerta dal CIPE relativa al BOSCO DELLE QUERCE di Seveso e Meda. In una prima ipotesi progettuale, infatti, il cantiere Pedemontana avrebbe comportato lo squarcio del Bosco con il cantiere, fatto grave soprattutto perché autorizzato da una legge regionale del 2008 (LR 15, art. 4, comma 9) che è passata sotto silenzio e che annulla i divieti sull’area tutelata – il Bosco delle Querce, appunto – che dovrebbe in ogni senso essere preservata come luogo simbolo del risarcimento dal danno ambientale subito. Il CIPE dunque prescrive a Pedemontana che lo svincolo di Meda, le opere accessorie e i cantieri, siano tutti FUORI dall’area del Bosco delle Querce. Di più il CIPE prescrive ulteriori approfondimenti in merito all'attraversamento del Bosco delle Querce - in particolare in Comune di Meda -, allo scopo di minimizzare la portata delle interferenze dell'infrastruttura viaria con il parco. Inoltre si prescrive che, prima di attuare qualsiasi nuovo intervento che possa interessare le vasche di deposito dei rifiuti, le opere necessarie per il controllo ambientale della falda e dei depositi sopracitati, quali piezometri, pozzetti di protezione, ecc. sia acquisito il parere favorevole degli organi preposti.

NESSUNO SBANCAMENTO NEL BOSCO DELLE QUERCE, MA SUO AMPLIAMENTO VERSO L’AREA AGRICOLA


In merito al passaggio della Pedemontana in prossimità dell’area bonificata dalla diossina va detto che la presenza di TCDD è stata recentemente nuovamente certificata: n. 64 carotaggi eseguiti su indicazione di Pedemontana hanno permesso di rilevare in 44 punti, in pratica 2 su 3, fra i campioni prelevati a diversa profondità ne è stato trovato almeno uno dove la concentrazione di diossina è superiore ai limiti previsti dalla norma per utilizzare la zona a verde pubblico o privato. In 8 di questi carotaggi, poi, la concentrazione è ancora più elevata, superiore al livello fissato a scopo commerciale o industriale. Un secondo rapporto dell’agosto 2008 ha ulteriormente aggravato questo secondo dato, quantificando in dieci i campioni dove la concentrazione di diossina supera il secondo limite. Per questo, VA EVITATO QUALSIASI SBANCAMENTO nell’area Bosco delle Querce. C’è un evidente rischio per la salute dei cittadini e dei lavoratori che effettueranno i lavori di realizzazione della Pedemontana.
Questo pericolo va insieme alla dissacrazione di un’area che è destinata a memoria e a monito per le generazioni che sono venute dopo il grave danno che colpì la popolazione di Seveso e di molti altri comuni dell’attuale Provincia di monza e Brianza (come ha ben voluto testimoniare la stessa amministrazione comunale nelle iniziative pensate per il 10 luglio 2010).Per mitigare l’impatto di Pedemontana, il Bosco non va sbancato, ma va AMPLIATO verso l’area agricola di via della Roggia a Seveso. Di contro il pericolo è quello che l’area agricola divenga industriale – come già dichiarato dall’amministrazione comunale di Seveso -, sede di capannoni che andrebbero a aumentare il consumo di suolo sul nostro territorio, ormai soffocato.

LE POSIZIONI ESPRESSE DAGLI AMMINISTRATORI DEL TERRITORIO

La sede della tratta B2 e, sulla destra, scorcio del Bosco delle Querce

Il Comune di Seveso ha espresso la propria intenzione a tutelare il Bosco delle Querce. Inoltre, gli amministratori di Seveso, Meda, Lentate sul Seveso, Cesano, Bovisio Masciago, Barlassina, hanno tentato un’azione di contrasto al progetto di Pedemontana sulla tratta B2. La loro azione però è risultata una proposta improbabile, tardiva e senza reali conseguenze. Imperdonabile il fatto che, a fronte di una presenza competente e attenta come quella delle realtà ambientaliste coordinate da Insieme in Rete gli stessi amministratori non abbiano accettato la richiesta di un confronto di idee con queste prima di emettere un documento pubblico.
Diversamente si è espresso, e attendiamo un seguito, il Presidente della Provincia di Monza e Brianza, Dario Allevi, sia sulle pagine del Cittadino di Monza e Brianza sia in occasione del primo compleanno della Provincia, nel Salone d’Onore della Villa Reale. La sua presa d’atto che la Provincia di MB è la “più consumata” di tutta la Lombardia, deve avere riscontro in un impegno istituzionale profuso a tutela delle ultime aree agricole del territorio. Questo è proprio il caso che potrebbe prospettarsi anche per le aree agricole adiacenti al Bosco delle Querce.

COSA CHIEDE "INSIEME IN RETE" AGLI AMMINISTRATORI

Gemma Beretta di Legambiente Seveso a nome di "Insieme in rete" si è così espressa: "Al Presidente della Provincia chiediamo quindi di tenere fede all’impegno preso pubblicamente verso il territorio brianteo, facendo seguire alle parole le opere. Agli amministratori locali, chiediamo maggior attenzione all’iter di Pedemontana. Servono in particolare dei pronunciamenti decisi sui punti critici così come serve maggior convinzione nell’attuare politiche per la riqualificazione ambientale del territorio, a partire da un PIANO D’AREA che tuteli le aree verdi limitrofe alla Pedemontana, la realizzazione delle COMPENSAZIONI AMBIENTALI e lo stanziamento di fondi aggiuntivi per le stesse. Per questo, continueremo nella ricerca d’un rapporto diretto con loro, peraltro già attivo in alcuni Comuni, ma chiediamo loro perché rendere estenuante la nostra ricerca di condivisione e collaborazione? Come possono governare il nostro territorio, in un momento tanto complesso, senza desiderare e ricercare uno scambio fattivo con i cittadini e con le associazioni e i gruppi locali che ne sono l’espressione?"

Seregno: in festa per l'acqua pubblica


lunedì 5 luglio 2010

Seveso: scatti verdi in città

articolo di Daniela Serodine
Gazzetta di Baruccana

U na mostra fotografica per rendere indelebili ricordi e ambienti naturali. Il 10 e 11 luglio nel chiostro della casa parrocchiale di Baruccana verrà allestita una mostra fotografica curata da Francesca Vantellini (restauratrice di fotografie cesanese) e Luca Frigerio, giovane fotografo sevesino.

L'evento è realizzato in collaborazione con "La Gazzetta di Baruccana" ed è volto alla commemorazione del disastro ambientale che ha coinvolto Seveso trentaquattro anni fa. Una serie di scatti naturalistici saranno i protagonisti dell'evento.

«La nostra associazione non vuole produrre solo cultura cartacea – ha dichiarato il direttore responsabile Marco Bertoma anche momenti di incontro e confronto con la cittadinanza, momenti di crescita e di meditazione: è per questo motivo che abbiamo deciso di sostenere l'interessante iniziativa di questi due ragazzi; in futuro non escludo l'organizzazione di nuove occasioni culturali».

«Con questa mostra si è voluto rendere omaggio ad un aspetto della città molto spesso ignorato: la natura e in particolare la sua vegetazione – ci ha raccontato Luca Frigeriogli scatti che proporremo mostrano come a volte il particolare di un soggetto a noi noto possa dar vita a forme nuove, tutte da scoprire».

«Questa mostra vuole dimostrare che anche all'interno di una realtà come Seveso si nascondono immagini di rara bellezza, catturate dall'occhio sapiente della macchina fotografica» ha poi concluso la curatrice della mostra Francesca Valtellini.

La mostra verrà inaugurata con un piccolo buffet alle ore 16 di sabato 10 luglio e rimarrà aperta al pubblico fino alle 19.30. Nella giornata di domenica 11 luglio sarà visitabile dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.30.

Sabato 10 luglio a Seveso... 34 anni dopo

Il Bosco della Querce: due giorni per raccontare un dialogo infinito tra passato e presente

SABATO 10 LUGLIO 2010
Ore 17.30 – ritrovo in via Ada Negri a Seveso - visita guidata al Bosco delle Querce tra Memoria e Natura realizzata in collaborazione con Legambiente.
Durante la visita sarà aperto, per la prima volta in assoluto al pubblico, il tunnel di accesso e di controllo alla vasca di Seveso.
Al termine musica dal Mondo a cura di Musicamorfosi e aperitivo equo e solidale con Xapuri.

DOMENICA 11 LUGLIO 2010
Ore 9.00 – ingresso da via Ada Negri A Seveso - l’associazione Ta-chuang proporrà una dimostrazione di Tai-Chi, l’antica e nobile arte cinese.
A partire dalle ore 15.00. Scrivi una frase in volo. Laboratorio creativo di aquiloni.
Ore 17.30. Ago Clown. La Magia…dell’Energia

domenica 4 luglio 2010

L'alleanza di Buccinasco: libellule e pipistrelli contro le zanzare

Con l’arrivo della bella stagione, quando le giornate si fanno più lunghe, mentre la volta azzurra del cielo è illuminata dai caldi raggi del sole, ognuno di noi ha un unico desiderio: passare più tempo possibile all’aria aperta. I prati verdi, i cani che corrono felici, i bimbi che giocano e si rincorrono tra loro…ma poi… zzzz… zzzz…. zzzz….eccole! inarrestabili, instancabili e noiose! Loro, le odiate zanzare che ogni estate disturbano i nostri momenti di relax.

Quest’anno, nel tentativo di arginare o per lo meno ridurre il più possibile il problema, l’Amministrazione Comunale di Buccinasco, ha lanciato un’iniziativa articolata e di ampio respiro che coinvolge tutta la cittadinanza. Il progetto, infatti, nasce dalla consapevolezza che solo attraverso una lotta integrata, cioè basata su diverse metodologie (biologiche, chimiche ed agronomiche), si possano avere risultati convincenti nella riduzione del numero di zanzare che infestano il territorio.

Contrasto alle zanzare in ambito urbano
L’attività di lotta programmata prevede una serie di interventi che mirano a contrastare le specie tipiche degli ambiti urbani, ovvero la Culex pipiens e la Ochlerotatuss caspius zanzare che meglio si adattano alle nostre città, e la specie Aedes albopictus, da tutti conosciuta come zanzara tigre. Queste due specie colonizzano le principali raccolte d’acqua presenti in ambito urbano come tombini e/o caditoie stradali, bidoni e secchielli utilizzati nelle attività orticole e specchi d’acqua come stagni e laghetti. In questi luoghi sarà necessario effettuare, con una cadenza programmata, azioni che mirino al contrasto delle larve (larvicidi) e della popolazione adulta (adulticida).
Una “caccia” particolare sarà data alla zanzara Ochlerotatuss caspius, che grazie alle sue doti di spostamento in volo, invade i centri urbani e, in particolare, le nostre aree verdi, da maggio a settembre con un picco tra giugno e luglio. Parchi e giardini dei plessi scolastici saranno trattati con regolari interventi adulticidi.

Contrasto alle zanzare utilizzando predatori naturali
Le zanzare possono e devono avere anche predatori naturali. Le aree umide del Comune di Buccinasco, per le loro caratteristiche ambientali, sono luoghi idonei allo sviluppo dei predatori di zanzare perché costituiscono l’habitat ideale per libellule, coleotteri e anfibi in ambiente acquatico e per libellule, chirotteri (pipistrelli), cannaiola, capinera, rondine ecc… in ambiente aereo. Con l’obiettivo di favorire un naturale miglioramento dell’ecosistema e il conseguente ripopolamento dei predatori di zanzare saranno realizzati una serie di interventi di tipo agronomico-florovivaistico.

Libellule: insetti dal corpo allungato e snello che si sono dimostrati voraci predatori di zanzare.
Sia durante la loro prima parte della vita, che passano in acqua, sia durante lo stadio adulto che trascorrono in ambiente aereo la loro dieta principale è costituita da zanzare. Il loro aspetto, tipico dell’animale predatore, con un apparato masticatore dotato di mandibole dentate e zampe agili che riescono ad afferrare la preda al volo, la rendono un esemplare cacciatore. Una libellula adulta di grosse dimensioni riesce, infatti, a soddisfare il suo appetito quotidiano con un numero di zanzare pari a 350.

Chirotteri (pipistrelli): da sempre presenti in Italia, causa la riduzione di rifugi (foreste) e la diminuzione degli habitat naturali (zone umide), sono oggi in forte diminuzione. I microchirotteri (pipistrelli dal peso di 5-8 grammi) vivono anche in ambito urbano. La loro notevole voracità di zanzare, oltre 3000 zanzare in una sola notte, fa sì che gli venga consegnato l’oscar del miglior predatore. Il ripopolamento dei pipistrelli è legato alla necessità di ricreare rifugi favorevoli e habitat idonei al loro naturale sviluppo. Il piano di intervento prevede la distribuzione gratuita di 100 bat box o nidi di pipistrelli ai cittadini che ne fossero interessati. Individualmente saranno fornite tutte le informazioni necessarie per il posizionamento della bat box, la sua manutenzione e, cosa molto importante, tutte le indicazioni per monitorare e controllare lo sviluppo della popolazione.

Fonte: Buccinasco informazioni

Bovisio: una variante alta 17 piani

Giovedì 8 luglio 2010 alle ore 21,00 presso la Sala Consiliare di Bovisio Masciago

Assemblea pubblica


per discutere sulla nuova variante al PGT che prevede la realizzazione di:
  • 1 Torre di 17 piani
  • 2 centri commerciali/terziario
  • 48 nuovi negozi da 100 mq

sabato 3 luglio 2010

Rilanciare la Dorsale Verde Nord per salvare la Brianza

Dai territori della Brianza, altamente urbanizzata con picchi superiori all'85%, le associazioni e gruppi ambientalisti del Nord Milano provano a rilanciare il progetto della Dorsale Verde Nord per la creazione di un grande corridoio ecologico per unire tra loro le ultime aree verdi presenti a nord della metropoli, dal Ticino all'Adda.

Il progetto “Dorsale Verde Nord”è stato ideato dalla Provincia di Milano nel 2008 ma oggi risulta pressoché fermo anche se fa parte del progetto di rete ecologica regionale promosso da Regione Lombardia.

In realtà di un progetto di rete ecologica orizzontale si parla già dagli anni '80, quando furono costituiti i parchi regionali seguendo i percorsi dei principali fiumi, Ticino, Adda e Lambro, che solcano verticalmente i territori nel cuore della Lombardia, cominciò ad emergere la necessità di costituire anche una connessione trasversale per tentare di dar sollievo ai territori antropizzati che si estendono a nord della metropoli milanese.

Per rilanciare l’idea di un grande Parco Agricolo anche a Nord di Milano l’appuntamenteo è per martedì 6 Luglio ore 21.00 a Lentate sul Seveso presso la Sala Civica "Mauri" di Via Garibaldi (palazzzina comunale di fronte alla CRI).
Associazioni, amministratori e cittadini sono tutti invitati.

venerdì 2 luglio 2010

Lambro Big Jump 2010

Domenica 11 luglio 2010, l’evento Big Jump unirà idealmente migliaia di persone in tutta Europa in un grande tuffo che avrà luogo per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla qualità delle acque e sul recupero della balneabilità nei grandi corsi d’acqua.

Organizzato a partire da un’idea di Roberto Epple, fondatore European Rivers Network (ERN), in Brianza avrà luogo ad Agliate in collaborazione con Legambiente Lombardia, gli Amici della Natura di Triuggio, l'associazione Le Contrade e la Commissione Cultura Alternativa di Carate Brianza.


Programma:


Ore 10.00: discesa in canoa dalla zona Lamplast ad Agliate (solo per adulti);
Ore 11.00: per gli interessati ci sarà la visita guidata alla Basilica di San Pietro di Agliate;
Ore 12.30: il Big Jump un “tuffo” simbolico nel fiume Lambro.

Sulla riva destra del fiume Lambro in prossimità del ponte di Agliate vi saranno inoltre stand delle associazioni che animano il fiume, stand gastronomici e laboratori/giochi per bambini.

Scarica qui il volantino.

giovedì 1 luglio 2010

Casatenovo verso l’adesione al Parco dei Colli Briantei

Nel corso di un’assemblea pubblica tenutasi il 28 giugno 2010 presso il salone di Villa Mariani a Casatenovo, i responsabili del Parco e gli amministratori dei comuni interessati dal progetto hanno incontrato gli assessori del comune di Casatenovo, al fine di illustrare alla popolazione i termini della possibile estensione del Parco dei Colli Briantei sul territorio comunale di Casatenovo e, in particolare, sull’area agricola meglio conosciuta come la “piana” di Rogoredo.

Ospiti dell’incontro il Presidente del parco Michele Erba, il sindaco di Usmate Velate Maria Elena Riva, l’assessore all’ambiente del comune di Camparada Alberto Canobbio e il rappresentante dell’associazione Parchi del Vimercatese Marco Monguzzi.
Ad introdurre la serata è stato l’assessore all’ambiente di Casatenovo Alfio Sironi, da tempo un convinto assertore del progetto di ampliamento del parco destinato a fare della piana di Rogoredo un “trait d’union” con il Parco del Curone.

Il Parco dei Colli Briantei rappresenta una sorta di parco “leggero”, un Plis, un parco “quotidiano” che non si aggiunge a quelli esistenti e che serve a valorizzare e promuovere luoghi cari a tutti noi - ha spiegato in apertura di serata l’assessore Sironi - un parco che nasce e cresce grazie alla partecipazione di associazioni e cittadini, parti fondanti di questa nuova struttura. Fra tutte le aree verdi del nostro comune abbiamo scelto la piana di Rogoredo per diverse ragioni. In primo luogo si tratta di una zona di rara integrità e bellezza paesaggistica, in un’area agricola tra le più estese della Brianza riconosciuta dal PTCP provinciale. Si tratta di una zona strategica per la rete ecologica, intensamente frequentata dalla popolazione e sede di una mostra zootecnica tra le più importanti della Provincia”.

A parlare degli aspetti amministrativi legati all’estensione del Parco è stato il presidente Michele Erba. “Con il Comune di Casatenovo abbiamo subito trovato la giusta sintonia, cosa che ci fa ben sperare per la realizzazione del progetto in tempi ragionevolmente brevi. Con l’inclusione del territorio a sud di Casatenovo metteremo il “cappello”, o meglio la “corona” al nostro Parco. In questi giorni le diverse amministrazioni interessate stanno deliberando la convenzione con la quale si andrà a creare l’Ufficio del Parco, una struttura che pur essendo “leggera” e regolamentata come Plis andrà a tradurre gli atti amministrativi dei comuni aderenti in atti pratici e tangibili. Ultimata questa fase il primo atto da compiere sarà l’installazione di una cartellonistica adeguata, al fine di rendere riconoscibile il Parco alla cittadinanza”.
L’ipotetico ingresso del comune di Casatenovo nel Plis è stato salutato con grande ottimismo dai rappresentanti dei comuni aderenti, in particolar modo dall’assessore all’ambiente e lavori pubblici di Camparada Alberto Canobbio: “fino ad oggi il nostro parco ha avuto una crescita molto lenta, dovuta anche alle poche risorse a disposizione dei nostri piccoli comuni. Casatenovo può contare su numerose associazioni e volontari che potrebbero giovare al progetto”.

Con l’inclusione della piana di Rogoredo, inoltre, si verrebbe a creare un vero e proprio “corridoio ecologico” tra i parchi del vimercatese e il capoluogo lecchese, attraverso le aree del Parco del Curone, i boschi del San Genesio e i rilievi del monte Barro. “In tal senso Casatenovo riveste il ruolo di tassello “cardine” per la realizzazione di questo ambizioso progetto - ha spiegato Marco Monguzzi dell’associazione Parchi del vimercatese - questo nuovo corridoio andrebbe così ad intersecare perpendicolarmente la Dorsale verde Nord Milano, aprendo nuove opportunità per il turismo e lo sviluppo sostenibile delle nostre campagne. Basti pensare alla commercializzazione di prodotti alimentari a “km zero” venduti nei piccoli esercizi commerciali della zona, o alla creazione di itinerari escursionistici fruibili da passeggiatori e corridori dalle porte di Milano al lago di Lecco”.

Per diventare realtà il progetto di ampliamento del parco dovrà passare attraverso la redazione del nuovo PGT casatese, come illustrato dall’assessore all’urbanistica di Casatenovo Filippo Galbiati. “Siamo di fronte a una scelta importante che riguarda l’equilibrio, sempre più fragile, fra il territorio rurale e quello urbanizzato della Brianza. Nella redazione del PGT dovremo prestare grande attenzione nel valorizzare la percezione della campagna, non come difesa del “verde” fine a sè stessa ma come elemento utile a migliorare la qualità della vita. Su questo tema proporrò ai tecnici incaricati di regidere il nostro PGT di indire un incontro con le associazioni e i parchi, per mettere all’ordine del giorno fin da subito il tema legato a questo ampliamento. Non saranno tempi lunghi, i nostri obiettivi sono precisi e già dal prossimo autunno avremo risposte significative in merito”.
Al termine ampio spazio è stato riservato al confronto tra gli amministratori e i presidenti delle associazioni del territorio, individuati come principali interlocutori del processo di ampliamento del Parco dei Colli Briantei.

Fonte: Casateonline