venerdì 12 dicembre 2025

Giornata della Montagna: il CAI Calco sceglie il San Primo, simbolo dell’ambiente da salvaguardare


In occasione della Giornata Internazionale della Montagna 2025, il CAI – Sezione di Calco ha scelto il Monte San Primo, vetta più alta del Triangolo Lariano con i suoi 1686 metri, per una camminata dal forte valore simbolico. L’iniziativa, svoltasi ieri 11 dicembre, è stata pensata come un momento di riflessione condivisa sulla crescente fragilità degli ecosistemi montani.


Il tema indicato dalla FAO per l’edizione di quest’anno, Glaciers matter for water, food and livelihoods in mountains and beyond, ha posto l’accento sul rapido arretramento dei ghiacciai e sulle ripercussioni della crisi climatica. Un contesto che, secondo il CAI Calco, richiede una frequentazione più consapevole delle montagne e politiche efficaci per la tutela degli ambienti d’alta quota.


Negli ultimi anni il Monte San Primo è finito al centro del dibattito pubblico per via di progetti turistici considerati poco sostenibili. Proprio per questo è diventato un simbolo della necessità di preservare l’autenticità dei territori alpini, riconoscendone il valore ambientale, paesaggistico e culturale.


L’escursione, guidata da un’operatrice TAM (Tutela Ambiente Montano) della Sezione, ha coinvolto soci e cittadini in un clima di partecipazione e responsabilità. Un gesto semplice ma significativo, volto a ricordare che la montagna è un patrimonio comune che richiede impegno e attenzione quotidiani. Come ribadiscono i promotori, proteggerla oggi è più urgente che mai.

È uscita la newsletter di dicembre dell’Osservatorio della Valle del Seveso

La copertina della newsletter di dicembre 2025

È disponibile il nuovo numero dell’Osservatorio della Valle del Seveso, l’appuntamento mensile dedicato all’informazione, alla cultura ambientale e alla costruzione del futuro Parco Fluviale del Seveso.
Il fascicolo di dicembre è particolarmente denso e affronta temi cruciali per il territorio: la mancata attuazione della delibera regionale sul Parco Fluviale (“Una delibera in cerca di autore”), il progetto RAM sull’aeroporto di Bresso e le sue criticità, la Ciclovia della Valle del Seveso, un viaggio tra i parchi fluviali più innovativi d’Europa, una riflessione sulla nuova Direttiva europea sul ripristino della natura, un racconto storico sul Seveso e i consueti suggerimenti di lettura.

Il focus: il Parco GruBrìa, protagonista di questo numero

Il numero dedica particolare attenzione al Parco GruBrìa, sia nel primo articolo di A.C. sia nella lunga intervista a Federica Gorini, vicepresidente del Parco.
La situazione attuale è infatti cruciale: mentre il Consiglio regionale ha votato l’avvio del Parco Fluviale della Valle del Seveso, l’assessorato sembra concentrarsi esclusivamente sul riconoscimento regionale del Parco GruBrìa, lasciando in sospeso l’obiettivo unitario.

Nell’analisi di A.C. emergono parole nette: a fronte dell’impegno della Regione per un progetto che abbracci tutta la valle, negli incontri ufficiali «la dirigente… ci dice che stanno lavorando per dare veste regionale al Parco del Grubria, solo a questo e a nient’altro».

Il rischio, sottolinea l’autore, è quello di fermarsi a un “tempo parziale e monco”: «Il Parco Fluviale della Valle del Seveso, voluto dal Consiglio regionale, è un progetto che sembra ancora in cerca d’autore».

Tuttavia l’articolo si chiude con un invito alla fiducia e alla vigilanza: è un passaggio critico, forse una fase di crescita, ma serve che la società civile continui a chiedere una visione realmente unitaria.

Il contributo più approfondito del numero è l’intervista alla vicepresidente Federica Gorini, che ricostruisce con grande chiarezza la funzione attuale del Parco GruBrìa e il suo ruolo nella costruzione del futuro Parco Fluviale.

La vicepresidente ricorda che il GruBrìa è «un parco diffuso – a macchia di leopardo – volto a tutelare e ricucire i pochi spazi aperti rimasti in un’area… fino al 60% urbanizzata e con più di 350.000 abitanti».

Due gli obiettivi chiave per il quinquennio 2025–2030:

  • continuare la tutela e la rigenerazione ambientale;
  • promuovere l’istituzione del Parco Regionale del Seveso, del Villoresi e della Brianza Centrale.

Nell’intervista c’è una forte attenzione al ruolo della cittadinanza attiva: «Ascoltare chi vive gli spazi… è fondamentale. La mobilitazione dal basso ha contribuito a far emergere criticità e potenzialità, e a promuovere il Parco fluviale del Seveso».

Dove siamo arrivati oggi? Gorini lo definisce senza esitazioni: «Siamo al punto del non ritorno». I nove Comuni del PLIS stanno infatti per approvare in Consiglio comunale la delibera per la perimetrazione e l’adesione al nuovo Parco Regionale.
Una volta raccolte le delibere, il Consorzio Parco GruBrìa invierà alla Regione la richiesta formale di istituzione del Parco, aprendo la strada alla Conferenza Programmatica e poi alla legge regionale.

L’intervista si chiude con un appello potente ai cittadini: «Mai come ora siamo vicini all’obiettivo… La voce dei cittadini e delle associazioni diventa fondamentale… L’istituzione del Parco garantirebbe un vero ‘serbatoio di salubrità’ in un ambito fortemente inquinato e densamente popolato».

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giovedì 11 dicembre 2025

Il cuore verde della Brianza è fragile: l’appello degli Amici del Parco GruBrìa sulla Variante PTCP

Brianza, dove il verde resiste a fatica: il racconto di un appello per non perdere l’ultimo respiro del territorio


Chi vive in Brianza lo sa: qui tutto è vicino, tutto è denso, tutto è pieno.
Case abitate e disabitate, condomìni cresciuti uno accanto all’altro come funghi, capannoni, rotonde, strade, parcheggi. Perfino gli spazi “vuoti”, quando li si guarda bene, spesso sono parcheggi. Lo sguardo corre e si ferma solo quando incontra una macchia di verde, un piccolo campo sopravvissuto, una fascia di alberi che sembra dire: “sono ancora qui, per ora”.

È proprio a quelle macchie di verde che pensa l’associazione Amici del Parco GruBrìa, ogni volta che si parla di piani urbanistici, varianti e nuove regole del territorio. Perché il PLIS GruBrìa – una collana di prati, valli e boschetti – è uno degli ultimi polmoni verdi rimasti tra Monza e Milano. Non un grande parco, non un parco “da cartolina”: piuttosto un mosaico fragile di spazi aperti che ancora resistono, incastrati dentro una Brianza che in settant’anni ha perso più del 60% dei suoi terreni agricoli.

Ed è per questo che, davanti alla Variante 2025 al PTCP provinciale, gli Amici del Parco non sono rimasti a guardare.

La Provincia ha definito le nuove norme come un insieme di “modifiche minori”. Ma per chi vive la Brianza, questa parola – minori – suona stonata.

Quando ti muovi in un territorio dove:

  • Lissone ha consumato oltre il 71% del suolo,
  • Muggiò più del 62%,
  • Seregno il 54%,
  • e così via fino a una media del 58% nei comuni del Parco,

beh, allora ti accorgi che non esiste davvero nulla di “minore”.

È come dire che aggiungere ancora una goccia in un vaso già pieno non farà differenza. Tutti sappiamo come va a finire. Basta poco. A volte basta pochissimo.

Gli Amici del Parco GruBrìa hanno spiegato una cosa semplice, quasi intuitiva, ma troppo spesso ignorata: quando un territorio è già saturo, anche le piccole scelte possono avere grandi conseguenze.

Le osservazioni inviate alla Provincia raccontano proprio questo:

  • che nuove possibilità edificatorie, anche dentro il territorio già urbanizzato, possono spingere verso la costruzione di aree sensibili, come scarpate e valli;
  • che aprire alla possibilità di impianti energetici nelle zone agricole o nella Rete Verde, senza stabilire limiti e regole, rischia di indebolire i corridoi naturali ancora attivi;
  • che introdurre una nuova categoria di “Servizi di Interesse Provinciale” senza spiegare cosa siano e dove possano andare significa tenere la porta socchiusa a interventi potenzialmente molto impattanti.

E la Brianza, si sa, non sopporta più porte socchiuse.

Ogni varco può diventare un’apertura, e ogni apertura può tradursi in un nuovo pezzo di suolo perso. Suolo che una volta coperto non tornerà mai più indietro.

Il Parco GruBrìa non è solo un luogo: è una funzione, un sistema di equilibrio. Le sue valli drenano l’acqua quando piove troppo. Le sue scarpate regolano il flusso superficiale. I suoi corridoi ecologici fanno da ponte fra aree frammentate.

Sono quelle cose che non si vedono finché non scompaiono, e quando scompaiono è sempre troppo tardi.

È qui che le osservazioni dell’associazione diventano un racconto più grande: quello di un territorio che ha bisogno di continuità, di connessioni, di respiro. Un racconto che guarda anche al futuro Parco del Seveso, immaginando un’unica grande dorsale verde capace di tenere insieme Brianza e area metropolitana.

Tra i vari contributi, c’è anche una proposta molto concreta:

  • stabilire una soglia del 40% come limite massimo di suolo consumato oltre il quale non si può più costruire.

Un valore simbolico ma anche utile: è la media provinciale indicata da ISPRA. E guardarlo oggi, quando quasi tutti i comuni del PLIS sono già ben oltre, significa prendere coscienza di una cosa evidente: abbiamo già superato molte soglie di sicurezza.

Gli Amici del Parco chiedono una Valutazione Ambientale Strategica completa. Non per bloccare tutto, non per dire “no” a prescindere, ma per dire: “Fermiamoci un momento. Guardiamo cosa stiamo facendo. Valutiamo davvero le conseguenze.”

Una VAS completa permette proprio questo: capire cosa succede non solo domani, ma fra dieci, venti, trent’anni. Valutare gli effetti cumulativi, immaginare scenari alternativi, misurare gli impatti reali e non quelli presunti.

Perché la Brianza non è più il territorio espansivo di una volta: è una terra arrivata al limite, che chiede attenzione, cura, responsabilità.

Alla fine, l’osservazione più importante degli Amici del Parco non è neppure scritta esplicitamente nel documento, ma si legge fra le righe: il PLIS GruBrìa è prezioso perché è fragile.

Non è un grande parco protetto, non è un’oasi intoccabile: è un territorio “normale”, fatto di campi, alberi, siepi, piccoli ruscelli, lembi di natura rimasti incastrati tra le case.

È proprio questo a renderlo importante. Non è un monumento: è vita quotidiana. È ciò che resta, e ciò che potrebbe tornare a crescere, se glielo permettessimo.

Per questo ogni goccia conta. Per questo ogni modifica va pesata. Per questo ogni scelta deve essere consapevole.

E forse è proprio così che si racconta davvero la Brianza di oggi: una terra densissima che, nonostante tutto, ha ancora un cuore verde che vuole continuare a battere.

Le principali osservazioni degli Amici del Parco GruBrìa sulla Variante 2025 al PTCP

• Territorio già saturo
Nei comuni del PLIS il consumo di suolo supera in media il 58%: in queste condizioni anche piccole variazioni normative possono generare effetti significativi.

• Modifiche non “minori”
La Variante introduce deroghe, rilocalizzazioni e nuove possibilità edificatorie che, in un contesto così fragile, richiedono una Valutazione Ambientale Strategica completa.

• Rischi per valli, scarpate e corridoi ecologici
Le nuove norme potrebbero consentire interventi in ambiti geomorfologicamente sensibili, aumentando vulnerabilità idraulica ed ecologica.

• Impianti FER e nuovi servizi senza criteri chiari
La possibilità di installare impianti energetici e “Servizi di Interesse Provinciale” nella Rete Verde e negli AAS non è accompagnata da definizioni, limiti e parametri tecnici.

• Necessità di strumenti di compensazione più rigorosi
L’associazione chiede un modello metodologico chiaro e misurabile per valutare la qualità ecologica delle trasformazioni e garantire compensazioni efficaci.

• Proposta di una soglia di consumo di suolo
Suggerito un limite orientativo del 40% di suolo consumato, oltre il quale non dovrebbero essere consentite nuove trasformazioni.

• Richiesta finale
Alla luce delle criticità evidenziate, gli Amici del Parco GruBrìa chiedono che la Variante al PTCP sia sottoposta a VAS completa, per garantire trasparenza e tutela del territorio.


Info:

  • Gli Amici del Parco GruBrìa si ritrovano ogni venerdì sera, alle ore 21, presso il Circolo Cooperativo Libertà, via Leonardo da Vinci 30, Seregno;
  • e-mail: amiciparcogrubria@gmail.com

lunedì 8 dicembre 2025

La magia dei fontanili: in 50 alla tradizionale passeggiata nella Riserva Naturale della Fontana del Guercio


Lunedì, 8 dicembre 2025, si è svolta la ormai tradizionale passeggiata organizzata dal Comitato Parco Regionale Groane-Brughiera alla Fontana del Guercio, un appuntamento che, anno dopo anno, continua a richiamare l’interesse di appassionati e curiosi.

 


L’edizione di quest’anno è stata un vero successo: tra le 40 e le 50 persone hanno preso parte all’iniziativa, un numero decisamente superiore rispetto agli anni passati, quando spesso non si superava la decina di partecipanti. Un risultato sorprendente, soprattutto considerando il freddo tipico del periodo, che solitamente scoraggia le uscite all’aperto.


A favorire la partecipazione sono stati certamente il bel tempo e il fascino intramontabile della Riserva Naturale della Fontana del Guercio, un’area unica che ospita ben 14 fontanili, capaci di stupire in ogni stagione. A rendere ancora più coinvolgente l’esperienza sono state le spiegazioni delle due guide:

  • Tiziano Grassi, che ha illustrato le peculiarità naturalistiche e geologiche dell’area;
  • Zeno Celotto, che ha accompagnato i presenti in un viaggio attraverso le vicende storiche che permeano quei luoghi, dalle antiche delimitazioni in pietra dei fontanili alla roggia, fino alla suggestiva Testa del Nan.


Ha portato i saluti delle GEV del Parco anche Fulvio Caronni, volontario AIB (Antincendio Boschivo), mentre tra i partecipanti era presente il neo Presidente del Parco Regionale, Claudio Meroni.


Il percorso, divenuto ormai un classico, ha attraversato la riserva per poi salire verso la località Pozzolo e proseguire fino a Cascina Sant’Ambrogio, dove il Comitato – presieduto da Tiziano Grassi – ha offerto ai partecipanti un piacevole rinfresco a base di Pan Tramvai.


I commenti finali sono stati unanimi: tutti i presenti si sono detti entusiasti della bellezza del luogo, un angolo di natura che oggi possiamo ammirare grazie al lavoro svolto cinquant’anni fa dagli Amis de la Funtana, che ripulirono l’area da una grave situazione di degrado e la salvarono da un destino di discarica a cielo aperto.


Per chi desiderasse approfondire la storia della Fontana del Guercio e del territorio circostante, si segnalano due pubblicazioni ricche di spunti:

  • “Acque, fontanili, nobili e banditi nella Brianza del XVI e XVII secolo” di Chiara Ballabio e Zeno Celotto, edito da GWMAX;
  • “La Fontana del Guercio a cinquant’anni dal recupero” di Tiziano Casartelli e Luigi Tagliabue, stampato dall’Associazione Museo “Nel Novecento” di Carugo.


Una giornata ricca di natura, storia e comunità, che conferma l’importanza di custodire e valorizzare questo prezioso patrimonio ambientale.

domenica 7 dicembre 2025

Arosio difende il paesaggio agricolo: stop al megafotovoltaico su suolo fertile

Arosio. L'area agricola in località Bittolo. Fonte immagine: PGT, Documento di Piano

La tutela del suolo agricolo torna al centro del dibattito ambientale lombardo con la vicenda dell’impianto fotovoltaico a terra previsto in località Bittolo, nel Comune di Arosio (CO). Un progetto da 16.000 metri quadrati di pannelli – destinati a diventare 50.000 considerando le infrastrutture di servizio – che avrebbe trasformato un’area agricola storicamente coltivata in un campo energetico industriale.

La Sindaca Alessandra Pozzoli, sostenuta dal Consiglio comunale e da una parte significativa della cittadinanza, ha scelto la via legale per tutelare il territorio. Il Comune ha infatti impugnato davanti al TAR l’Autorizzazione Unica rilasciata dalla Provincia di Como il 1° agosto 2025, ritenendo che l’intervento rappresentasse una vera e propria trasformazione urbanistica irreversibile.

L’area interessata, presidiata dall’antica Cascina Bittolo e inserita negli ambiti agricoli strategici del Piano Territoriale Provinciale, svolge un ruolo di corridoio ecologico e di separazione tra i tessuti urbani dei Comuni limitrofi. Un mosaico rurale che non ha solo valore agricolo, ma anche paesaggistico, storico ed ecologico.

Arosio. L'area agricola del Bittolo

Secondo l’Amministrazione, un impianto di tali dimensioni avrebbe:

  • cancellato l’attività agricola preesistente, con perdita di suolo fertile;
  • creato un precedente pericoloso: se replicato, rischierebbe di erodere di fatto tutti gli spazi agricoli comunali analoghi;
  • alterato un’area definita “zona tampone di secondo livello”, cruciale per la protezione ambientale e il contenimento della dispersione urbana.

La posizione del Comune, tuttavia, non è contraria alle energie rinnovabili: lo dimostrano i numerosi impianti fotovoltaici già installati sugli edifici pubblici – scuole, biblioteca, palazzetto, alloggi popolari e municipio. La linea scelta è chiara: privilegiare il fotovoltaico integrato, non quello a terra su aree verdi.

La contesa amministrativa ha avuto un epilogo rapido. Il 17 ottobre 2025 la Provincia di Como ha preso atto della rinuncia della società proponente, Chiron Energy SPV 40 S.r.l., che ha dichiarato l’indisponibilità delle aree. L’autorizzazione è così decaduta e il TAR, il 22 ottobre, ha dichiarato il ricorso improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse.

Per il Comune si tratta di una vittoria: i campi del Bittolo resteranno agricoli. L’area continuerà ad essere arata e coltivata, preservando non solo l’economia rurale locale, ma anche il paesaggio e la biodiversità.

Immagine tratta da Google maps

La vicenda di Arosio apre una riflessione più ampia: la transizione energetica non può prescindere dalla tutela dei territori. Il fotovoltaico è una risorsa indispensabile, ma la sua espansione deve privilegiare tetti, capannoni, aree industriali dismesse e superfici già impermeabilizzate. Consumare nuovo suolo agricolo, in un Paese che ne perde 2 metri quadri al secondo, rischia di compromettere proprio quelle risorse naturali che la transizione ecologica vorrebbe proteggere.


Arosio, con la sua battaglia, ricorda che la sostenibilità non è solo produzione di energia pulita, ma anche tutela della terra, del paesaggio e delle comunità che lo abitano.

Leggi i comunicati stampa del Comune:

  1. L'opposizione del Comune di Arosio al provvedimento della Provincia
  2. La conclusione della vicenda

sabato 6 dicembre 2025

Compensazioni Ambientali Tratte B2 e C: aggiornamento dopo l’incontro dei gruppi ambientalisti con Pedemontana


a cura di Sinistra e Ambiente-Impulsi, Meda


Il 4 dicembre 2025 si è tenuto l’incontro richiesto dai gruppi ambientalisti e dalle liste civiche delle Tratte B2 e C (Legambiente circolo “Laura Conti” Seveso, Legambiente Seregno, Legambiente circolo Gaia Usmate Velate, Comitato Ambiente Bovisio Masciago, Sinistra e Ambiente – Impulsi Meda, Seveso Futura, Passione Civica per Cesano Maderno, Altra Bovisio Masciago, Immagina Arcore, No Pedemontana di Lesmo) con la società Autostrada Pedemontana Lombarda (APL), con tema la situazione delle Compensazioni Ambientali sulle due tratte.

Erano presenti anche i sindaci di Macherio, Redaelli e di Cesano Maderno, Bocca in qualità di coordinatori dei sindaci delle due tratte.

Era ed è necessario fare il punto per monitorare e informare sia rispetto ai progetti del Masterplan 2009 confermati, sia rispetto alle modifiche richieste da alcune amministrazioni.
A Pedemontana avevamo chiesto preliminarmente un’illustrazione esaustiva, con la suddivisione delle coperture economiche stabilite comune per comune, un dettaglio dei progetti accettati o modificati dalle amministrazioni e gli atti formali intercorsi.

I CRITERI ATTUATIVI PER LE COMPENSAZIONI AMBIENTALI

Il Masterplan 2009 definiva le tipologie d’intervento per configurare le Compensazioni Ambientali, comprendenti cinque fondamentali elementi verdi, seppur nella loro più varia combinazione:

  • prati
  • siepi
  • filari
  • boschi
  • percorsi ciclo-pedonali

Questi "elementi verdi" dovevano essere utilizzati per le seguenti tipologie d'intervento: Parco Urbano, Bosco Urbano, Agroambientale Urbano, Connessione, Forestale, Consolidamento Naturalità, Riqualificazione Paesaggio Agrario.

L’ISPRA, nel 2015, nel suo Manuale e Linee Guida 126/2015 Ambiente, Paesaggio e Infrastrutture – Volume IV, ha ampliato la casistica annoverando tra gli interventi compensativi:

  • Riqualificazione ambientale e formazione di neo-ecosistemi
  • Riassetto urbanistico con realizzazione di aree a verde, zone a parco, rinaturalizzazione degli argini di corsi d’acqua
  • Sistemi di drenaggio sostenibile (SuDS)
  • Formazione di zone umide
  • Ripristino di habitat naturali
  • Impianti di fitodepurazione per il miglioramento della qualità delle acque
  • Ripristino di aree degradate in genere
  • Interventi per la mobilità sostenibile
  • Strutture e attività per la didattica ambientale

Il Masterplan del 2009 rappresentava un tentativo di ricucitura del territorio tramite interventi ambientali “di sistema”.

PERSA LA FINALITÀ DI SISTEMA DELLE COMPENSAZIONI AMBIENTALI

Come prevedibile, mentre alcune amministrazioni hanno confermato le Compensazioni Ambientali così come previste nel Masterplan 2009, altre le hanno radicalmente modificate.
Oggi la finalità “di sistema” è inficiata da scelte localistiche, con progetti sparsi poco attinenti agli obiettivi delle Compensazioni Ambientali.

Su un totale di 15 comuni delle Tratte B2 e C:

  • 8 Comuni (Meda, Seveso con modifica per l’ampliamento del Bosco delle Querce, Lentate sul Seveso con modifica sostanziale, Barlassina, Desio con modifica, Seregno con modifica, Biassono con modifica sostanziale, Arcore) hanno confermato il progetto definitivo del Masterplan 2009;
  • 4 Comuni (Cesano Maderno, Bovisio Masciago, Lissone, Vimercate) hanno proposto un nuovo progetto;
  • 3 Comuni (Macherio, Lesmo, Usmate Velate) sono ancora in fase di valutazione.

La tabella illustra la situazione.

Per ingrandire cliccare sull'immagine

IMPIEGO DEI FONDI DELLA MONETIZZAZIONE PER I DISBOSCAMENTI


La cifra a disposizione di Regione Lombardia è di circa 10 milioni di euro, con cui CAL, APL, Provincia di MB e Comuni stanno interloquendo per evitare che i fondi vengano assegnati tramite bandi e destinati a interventi dispersi sul territorio.
È previsto un incontro del Tavolo a gennaio 2026 per definire una modalità d’impiego comune e attivare un organismo di coordinamento che si occupi anche della progettualità.
La Provincia di MB si è resa disponibile.
Queste risorse non possono essere usate per acquisire le aree.

LE VALUTAZIONI DI SINISTRA E AMBIENTE

Alcuni nuovi progetti comunali, sostitutivi di quelli del Masterplan 2009, non rispondono alle originarie finalità delle Compensazioni Ambientali.
Particolarmente grave è la rinuncia a una Compensazione Ambientale sovraccomunale e di sistema come il PL24, che coinvolgeva Lissone, Macherio e Sovico: Lissone ha scelto di sfilarsi, optando per interventi frazionati e dispersivi (riqualificazione del Parco Martini e del parco di via Pestalozzi).
Macherio, vista l’uscita di Lissone, ha confermato solo alcuni interventi (prossimità dell’oratorio di S. Margherita, Bosco dei Proverbi e altri due interventi non meglio precisati su parchi pubblici), preferendo non concentrare le risorse sull’acquisizione delle aree del PL24.

Nuovi progetti a Bovisio Masciago e in altri Comuni prevedono riqualificazioni di piazze con verde limitato, senza contribuire a una reale ricucitura ambientale. Anche le depavimentazioni e le de-impermeabilizzazioni, pur utili, avrebbero potuto essere realizzate in ambiti diversi, con copertura economica proveniente da altri capitoli, come i piani di “Città Spugna” di Brianzacque.

Continueremo a monitorare e seguire l’iter delle Compensazioni Ambientali, interloquendo con le amministrazioni, anche con chi è ancora in fase di valutazione, con attenzione particolare ai progetti che hanno mantenuto la configurazione originaria, affinché vengano effettivamente realizzati.
Presto ci occuperemo anche del Fondo Integrativo definito negli assestamenti di bilancio di Regione Lombardia.

venerdì 5 dicembre 2025

Miracolo a Seregno!

 

Nei giorni scorsi, sulla pagina Facebook del Sindaco di Seregno è apparso un video in cui annuncia che i lavori della rotonda tra via Wagner ed Einaudi verranno chiusi in anticipo rispetto alle previsioni, riducendo così i disagi per i cittadini e per chi transita quotidianamente in zona.
Una buona notizia che merita un sorriso… e una rima.

Alla rotonda di Wagner/Einaudi
i lavori corrono, mica vanno lenti:
si parlava di sei mesi pieni…
ma in un lampo son quasi pronti i cantieri!

Il Sindaco annuncia: “Per Natale si passa!”.
E noi pendolari cadiamo dalla massa:
“Prima di Natale? Ma è stregoneria!”
— invece no: pura ingegneria.

Qualcosa manca? Sì, qualche rifinitura,
ma niente che blocchi la nostra andatura:
il traffico scorre, la curva è servita,
la rotonda è quasi… miracolata e finita.

E allora ridiamo, senza cattiveria:
qui la velocità sfida ogni miseria!
E con tono giocoso, senza alcun clamore:
“Signor Sindaco, al Ministero farebbe furore!”

Nota finale: 
Questi versi son satirici, si sa.
Complimenti al Sindaco e a chi ha lavorato qua.
Se ai Trasporti arrivasse qualcuno coi miracoli veri…
noi pendolari saremmo i primi ad esserne fieri!