a cura del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”
L’Italia è il Paese dei mille campanili, ma ha un elemento che li accomuna e che, purtroppo, elimina qualsiasi distinzione: l’invasione delle auto, la mancanza di isole pedonali e i parcheggi nelle piazze più belle!
Da nord a sud, la maggior parte dei centri storici, inclusi quelli di origine medievale, che dovrebbero essere dei gioielli da vivere e visitare a piedi o in bicicletta, dei luoghi da tutelare e valorizzare, sono trasformati dalle “perspicaci” amministrazioni comunali in posteggi per le auto private. E se vuoi scattare una foto davanti a quel bel monumento, a quell’incantevole scorcio… non puoi perché c’è sempre un veicolo parcheggiato o un flusso di auto di passaggio. Gli autoveicoli, sempre più numerosi e ingombranti, scorrono a tutto gas anche nelle vie acciottolate e nei vicoli più stretti, impedendo ai turisti di visitare e contemplare le bellezze storiche, perché in agguato, qua e là, c’è sempre un tubo di scappamento che sgasa.
E per non far scomodare troppo gli automobilisti, molto spesso le piazze antiche, i sagrati centenari, i vicoli e le viuzze medievali sono trasformati in parcheggi comodi comodi, sempre a favore di una mobilità ormai insostenibile.
Le tanto sfoggiate Bandiere arancioni, i patrimoni dell’Unesco, i Borghi più belli d’Italia, i Borghi dei borghi… dovrebbero fare di più per promuovere la mobilità dolce, tutelare le piccole e grandi cittadine storiche, la loro dimensione umana, il calore e l’accoglienza di quanto queste realtà e il loro territorio saprebbero esprimere se valorizzate nel loro paesaggio storico, nelle tradizioni da far rivivere, nel recupero e nel rispetto della ‘dimensione umana’.
Le esperienze di viaggio all’insegna del turismo lento, attento, ecosostenibile, dell’autenticità e dell’energia che questi meravigliosi luoghi, spesso ancora poco conosciuti, saprebbero offrire, permetterebbe al turista che viaggia lentamente di vivere il territorio nella sua interezza. Ma per arrivare a questo occorre potenziare il trasporto pubblico (calmierando i costi, come la Germania insegna), incrementare la rete ciclabile in modo sostenibile, ripristinare i ‘rami secchi’ delle ferrovie, diminuendo così l’impatto ambientale che le auto hanno sul nostro martoriato Pianeta.
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