sabato 8 novembre 2025

Pedemontana torna a scuola: la lezione che non imparano mai

Immagini tratte dalla pagina Facebook di Franco Redaelli, sindaco di Macherio

A Macherio, pochi giorni fa, il presidente di Pedemontana Luigi Roth, accompagnato da dirigenti e tecnici della società, è entrato nella Scuola Rodari per incontrare gli alunni delle classi quarte e quinte. L’iniziativa, organizzata con il supporto dell’amministrazione comunale, è stata presentata dal sindaco Franco Redaelli come un momento di confronto e trasparenza per spiegare ai bambini “l’infrastruttura che si sta costruendo e l’impatto sulla scuola e sulle nostre vite”.

Parole che suonano rassicuranti — ma che, a leggere i numerosi commenti apparsi sotto il post del sindaco Redaelli, hanno suscitato tutt’altro che entusiasmo. Genitori, cittadini e rappresentanti dei comitati NO Pedemontana hanno parlato di “propaganda travestita da educazione civica”, di una lezione a senso unico, senza contraddittorio, e soprattutto di un uso inaccettabile dei bambini per “ripulire” l’immagine di un’opera contestata da anni.

Molti si chiedono: i genitori erano stati informati? E soprattutto, qual è il valore educativo di un incontro che esalta un’autostrada a sei corsie costruita a pochi metri dalle aule scolastiche?

L’irritazione è più che comprensibile. La stessa scuola Rodari vive ogni giorno le conseguenze del cantiere: rumore, polvere, alberi abbattuti, il giardino scolastico ridotto a un perimetro di sicurezza. Parlare di “autostrada green” di fronte a chi respira l’aria del cantiere appare, francamente, una provocazione.

Ma ciò che colpisce di più è la ripetizione della storia.
Non è la prima volta che Pedemontana entra nelle scuole per raccontare la propria versione dei fatti.
Già quindici anni fa, nel novembre 2010, avevamo denunciato su questo stesso blog un episodio simile, con un post dal titolo:
👉 Pedemontana: "meglio la sindrome di NIMBY o il complesso di OIMBA?".

Allora come oggi, l’obiettivo era lo stesso: legittimare un’opera imposta al territorio, trasformando l’informazione in promozione.
E allora come oggi, la reazione dei cittadini è stata di indignazione.

In quindici anni non è cambiato il metodo, ma forse è cambiata la consapevolezza.
Oggi la Brianza conosce bene gli effetti delle grandi opere calate dall’alto: consumo di suolo, traffico, inquinamento, cantieri infiniti, promesse di “verde” e “sviluppo” mai mantenute.
Forse i veri educatori, questa volta, saranno proprio i bambini — quelli che, crescendo, si ricorderanno di aver respirato la polvere dei cantieri e di aver visto sparire i loro alberi per far posto a un’autostrada che qualcuno aveva definito “sostenibile”.

Un filo verde tra Meda e Montorfano: nasce il sentiero della Valle del Seveso


Sabato 22 novembre 2025, alle ore 10, presso la Sala Civica di Fino Mornasco – Cascina “Emanuela Loi”, si terrà un incontro “istituzionale” dedicato alla presentazione di una proposta che promette di dare nuova vita al territorio della Valle del Seveso. L’iniziativa, promossa dalla Società Escursionisti Medesi (SEM), dal CAI – Sezione di Meda e dal Comitato Parco Regionale Groane-Brughiera, intende istituire un nuovo sentiero escursionistico che collegherà Meda a Montorfano, attraversando un’area ricca di ambienti naturali, corsi d’acqua, luoghi storici e comunità locali.


Il tracciato proposto si snoda a ovest di Cantù, toccando diversi comuni delle province di Monza Brianza e Como, e rappresenta un vero e proprio itinerario di connessione tra paesaggi e culture locali. Negli ultimi anni, il gruppo promotore ha già condotto numerose escursioni lungo il percorso, raccogliendo osservazioni, suggerimenti e aggiornando la mappatura del sentiero.
Il progetto, che si può già esplorare tramite mappa interattiva e QR Code geo-referenziato, prevede anche la futura realizzazione di una mappa cartacea dedicata.


L’incontro di novembre è stato organizzato come un momento di confronto aperto e partecipato tra le associazioni ambientaliste, escursionistiche e sociali del territorio. Tra i soggetti invitati figurano realtà di rilievo come Legambiente, LIPU, WWF, FIAB Como BiciAmo, CAI Cantù, Green Station, Fridays For Future di Como e Cantù, oltre a numerosi circoli culturali e cooperative locali.
L’obiettivo è costruire un percorso condiviso che metta in dialogo le organizzazioni civiche con gli enti istituzionali e i comuni attraversati dal tracciato, favorendo così una pianificazione territoriale attenta all’ambiente e alla fruizione sostenibile.

La proposta del sentiero Meda–Montorfano non è un’iniziativa isolata, ma il frutto di anni di lavoro, cammini e ascolto delle comunità locali. Come sottolineato dagli organizzatori, si tratta di un progetto capace di valorizzare la biodiversità, i paesaggi rurali e i beni storico-culturali disseminati lungo la valle del Seveso, rafforzando allo stesso tempo il legame tra le persone e il territorio.

La giornata del 22 novembre sarà dunque un’occasione importante per discutere del futuro del sentiero e per avviare una collaborazione stabile tra tutti i soggetti interessati alla tutela e alla promozione del territorio.
Chi desidera saperne di più può consultare il sito ufficiale del progetto: sentieromedamontorfano.it o esplorare la mappa del tracciato su Google Maps

Esondazione del Tarò a Meda: analisi, responsabilità e proposte per il futuro

Il reticolo idrico minore che confluisce nel Tarò a Meda

L’ESONDAZIONE DEL TARÒ A MEDA, LA FRAGILITÀ DEL RETICOLO IDRICO E GLI INTERVENTI DA VALUTARE CON ATTENZIONE
di Sinistra e Ambiente - Impulsi, Meda

Prima di intervenire sull’esondazione del Tarò del 22 settembre 2025, abbiamo atteso che passasse il periodo più critico dell’immediata emergenza per poter valutare e scrivere sull’accadimento con la possibilità di approfondimenti documentali e senza la frenesia di annunci o prese di posizione dettate dal mero protagonismo o dalla pura polemica.

La violenza del fenomeno meteorologico che ha causato l’esondazione, colpendo duramente la nostra città e altre del bacino del Tarò/Certesa e del Seveso, è stata presa a pretesto da istituzioni ed enti coinvolti nella gestione, prevenzione e cura del territorio per autoassolversi.
Si è detto e ripetuto che troppa è stata l’acqua precipitata (200 mm di pioggia tra le ore 3 e le ore 11) perché si potesse fare qualcosa per contrastarla; che il piano di emergenza comunale è risultato inadeguato rispetto alla portata di un evento simile, altamente non prevedibile; che il processo di urbanizzazione risale a molti anni fa, e così via.

Ma si trascura che, al mattino, dopo che per buona parte della notte si erano riversate copiose piogge, è mancato l’allarme che avrebbe quantomeno impedito l’accesso veicolare alle aree investite dalla piena e permesso di limitare i danni in quelle adiacenti.
Si ammette poi, a denti stretti, che in questi ultimi anni cresce la frequenza di eventi atmosferici violenti e si restringe lo spazio temporale tra di essi, mentre i cambiamenti climatici sono ormai un’innegabile evidenza.

Quanto accaduto ha interessato un’ampia zona oggi considerata a rischio idrogeologico, dove negli anni si è autorizzato a cementificare ovunque, saturando gli spazi liberi e dove persino l’alveo del Tarò, nel Comune di Cabiate, è stato ricoperto con un selciatone in pietre e cemento, rendendolo un canale a scorrimento veloce e compromettendo il delicato equilibrio tra urbano e naturale.
Si è così messa a rischio la salute e la sicurezza dei cittadini e dell’ambiente, danneggiando anche le attività economiche e sociali.

IL CONSUMO DI SUOLO HA SATURATO LE AREE DI NATURALE ESONDAZIONE E IMPERMEABILIZZATO LE SUPERFICI

L’antropizzazione non accenna ad arrestarsi, pur a fronte del calo demografico e delle diverse leggi regionali che formalmente limitano il consumo di suolo ma che poi derogano, non conteggiando le trasformazioni legate a espansioni infrastrutturali (come nel caso dell’autostrada Pedemontana), o permettono nuovi insediamenti, ampliamenti produttivi e completamenti edilizi, offrendo comunque l’opportunità di prorogare piani attuativi mai partiti o rimasti fermi per anni.

Il rapporto annuale sul consumo di suolo 2024, reso noto da ISPRA il 24 ottobre 2025, conferma la provincia di Monza e Brianza al primo posto in Italia con quasi il 41% di suolo consumato e ulteriori 47 ettari di superficie trasformata irreversibilmente negli ultimi dodici mesi.
Dal 2006 – anno preso a riferimento dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente – tutti i Comuni, compresi quelli piccoli e a bassa densità abitativa, hanno continuato a consumare suolo.

Non sorprende quindi che anche nel nostro territorio non vi sia stata alcuna assunzione di responsabilità, nemmeno quando negli anni passati si è consentita l’edificazione di nuove costruzioni con piani interrati lungo l’asta del Tarò o nelle immediate vicinanze.
Lo stesso si è fatto nel 2016 con la realizzazione del parcheggio sotterraneo di piazza della Repubblica e, ancor prima, con le costruzioni residenziali in sponda al torrente Ry, in via Agrati.
Solo da qualche anno questo non è più possibile, da quando il Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni 2022 ha individuato gli ambiti con pericolosità idraulica R4 del torrente Tarò/Certesa.


LA VARIANTE AL PGT

La variante al PGT rappresenta ora un’occasione da non sprecare.
Se approvate, le osservazioni presentate da Sinistra e Ambiente - Impulsi, insieme al PD e alla lista MedaAperta (si veda il post pubblicato il 13 ottobre), costituirebbero un segnale concreto di inversione di tendenza per la salvaguardia del territorio.

Non sarebbero certo esaustive, ma riteniamo che debbano essere tenute in considerazione nel dibattito apertosi all’indomani dell’esondazione, per capire dove intervenire e come agire per riparare i danni e mettere in sicurezza il territorio.

Alla discussione non intendiamo sottrarci, pur sapendo che mancano le risorse economiche dalla Regione, mentre il Governo nazionale ha approvato in questi giorni lo stato di emergenza per i Comuni delle province di Monza e Brianza e di Como colpiti dall’esondazione, stanziando 10 milioni di euro, somma riservata però alla copertura delle sole spese sostenute dai Comuni per la gestione dell’emergenza.
Una cifra probabilmente insufficiente, mentre ben maggiori risultano i danni materiali causati dall’esondazione del Tarò nel solo Comune di Meda, che attendono ancora una qualche forma di risarcimento.

ALCUNI PRIMI INTERVENTI NECESSARI

Sono certamente necessari interventi immediati che, anche se non risolutivi, possano mitigare la potenza devastante dei fenomeni di piena.
Serve intervenire al più presto per ripulire gli alvei del Tarò (di competenza AIPO) e del reticolo minore o secondario (di competenza comunale), e per ripristinare gli argini danneggiati ed erosi.
Occorre rivedere la struttura dei ponti di via Val Seriana, via Luigi Rho e via Cadorna, incrementandone dove necessario la luce, per consentire in caso di piena una maggiore fluidità alla corrente del Tarò ed evitare, come avviene ora, il fenomeno del rigurgito laterale.

È inoltre opportuno predisporre e installare una rete di misurazione, monitoraggio e allerta che comunichi in tempo reale i livelli raggiunti dal torrente, e programmare azioni periodiche comunali di manutenzione e pulizia sulle vallette che scendono dalla collina della Brughiera.

GLI INTERVENTI PREVISTI NEL PROGRAMMA D’AZIONE DEL CONTRATTO DI FIUME SEVESO

La ricetta comunemente caldeggiata e sostenuta da Regione Lombardia è quella delle vasche di laminazione.
Alcune di esse sono inserite nel Programma d’Azione del Contratto di Fiume Seveso.
Due sono già previste e finanziate per un totale di 12,644 milioni di euro, che si aggiungerebbero alla vasca di 80.000 m³ esistente a Carugo, in zona Cascina S. Ambrogio, sulla valle del Brenna.

La vasca di Carugo, durante la piena del 22 settembre 2025

Una prima nuova vasca di 200.000 m³ è localizzata nel Comune di Alzate Brianza, sulla Roggia Vecchia, affluente di sinistra del Tarò.



Il progetto la colloca in prossimità della stazione di Brenna-Alzate, in un’area golenale agricola già soggetta ad allagamenti, ai margini del Parco Regionale delle Groane e della Brughiera.


La seconda vasca è prevista a Mariano Comense, in località Cascina Bice - Vallone del Certesa/Tarò (dietro Cascina Mordina), e consiste in due invasi in linea con capacità rispettive di 50.000 e 25.000 m³, in un’area finora non soggetta ad allagamenti, anch’essa interna al Parco Regionale.
Si tratta di luoghi di pregio naturalistico, che rischierebbero di essere completamente snaturati da soluzioni esclusivamente ingegneristiche come bacini di raccolta in cemento con impermeabilizzazione del suolo.
I volumi previsti, inoltre, risulterebbero insufficienti a contenere piene della portata di quella del 22 settembre 2025.

Meglio dunque pensare a soluzioni diversificate, meno impattanti e più sostenibili, in grado di ridurre il rischio idraulico e adattarsi ai cambiamenti climatici, mantenendo e proteggendo la biodiversità e gli ecosistemi.

L'intervento di BrianzAcque a Meda in via Giovanni XXIII

A Meda è in corso un progetto finanziato da BrianzAcque per ridurre in modo sostenibile le portate immesse in rete in caso di pioggia, con la realizzazione di una nuova fognatura bianca che si collega ai tratti esistenti nell’area della piazza del Mercato e, percorrendo via Giovanni XXIII, raggiunge l’area verde oltre via degli Angeli Custodi, dove le acque verranno trattate e infiltrate in un bacino drenante.

Nel Programma d’Azione del Contratto di Fiume Seveso, l’amministrazione di Meda ha inoltre incluso uno studio preliminare per individuare possibili aree di laminazione o di esondazione naturale del reticolo idrografico minore, con l’ipotesi di creare opere di 5.000/10.000 m³ a un costo stimato di 300.000 euro. L’intervento non è ancora finanziato.

L'area di laminazione prevista a Cabiate in località "La Busa"

Per il bacino del Certesa/Tarò, nel Comune di Cabiate è previsto un intervento con briglie e rimodellamento morfologico per la realizzazione di un’area di laminazione di 5.000/10.000 m³ in località “La Busa”, con un finanziamento già disponibile di 100.000 euro.
Una cifra esigua se rapportata all’estensione delle aree coinvolte e ai volumi di piena.

Tra le soluzioni va certamente considerata anche la de-impermeabilizzazione di piazze e parcheggi. Tuttavia, i pochi interventi pianificati ad Arosio, Carugo e Mariano Comense risultano ancora privi di copertura economica.

PENSARE E VALUTARE CON ATTENZIONE GLI INTERVENTI POSSIBILI

Le vasche di laminazione attualmente previste altererebbero lo stato dei luoghi, sottraendo spazi liberi in aree pregiate che sono state conservate e tutelate grazie all’impegno di chi ha a cuore l’ambiente.
Meglio allora cercare e verificare altri siti da destinare a tale impiego.
Nel territorio di Meda e dei Comuni limitrofi esistono numerose aree dismesse e comparti con piani attuativi mai decollati, che potrebbero essere presi in considerazione – previo studio di fattibilità – per localizzarvi impianti di contenimento e laminazione delle acque di piena.

È indispensabile una progettazione coordinata tra tutti i Comuni dell’asta del Certesa/Tarò, coinvolgendo competenze ambientali, geologiche, idriche, ingegneristiche e fluviali.
Serve inoltre prendere in considerazione sia interventi di de-impermeabilizzazione diffusa, sia l’utilizzo di aree dismesse che non possono più essere oggetto di soli piani privati di riqualificazione residenziale o commerciale, ma devono contemplare anche funzioni pubbliche come bacini di laminazione e aree di contenimento.

Diossina e Pedemontana, la verità grazie agli ambientalisti


Pedemontana e bonifica dalla diossina: la mancata trasparenza e il prezioso monitoraggio di ambientalisti e liste civiche
di Sinistra e Ambiente - Impulsi, Meda

Con una dettagliata nota informativa del 21 ottobre 2025, i gruppi ambientalisti e le liste civiche – Sinistra e Ambiente - Impulsi di Meda, Legambiente Seveso, Seveso Futura, Passione Civica per Cesano, Altra Bovisio Masciago, Comitato Ambiente Bovisio Masciago, Cittadini per Lentate – hanno relazionato puntualmente la cittadinanza sui rapporti con cui ARPA ha certificato, nell’ottobre 2025, l’esito negativo a Cesano Maderno e a Seveso del collaudo di bonifica dalla diossina per due aree sorgente su tre esaminate. 
Una situazione di cui i gruppi sono venuti a conoscenza non perché informati dai soggetti incaricati della bonifica e del suo controllo, ma grazie al loro faticoso e continuo lavoro di monitoraggio, in qualità di soggetti che da anni seguono con attenzione le criticità dell’autostrada Pedemontana.

Le documentazioni inerenti agli interventi di ARPA sono state ottenute tramite accesso agli atti presso gli enti coinvolti nella bonifica stessa e non dagli esecutori o dai controllori.
La nota degli ambientalisti e delle liste civiche, che per primi hanno informato sul mancato raggiungimento degli obiettivi di bonifica, è stata ripresa dalla stampa e ha costretto a una replica Autostrada Pedemontana Lombarda (APL), evidentemente preoccupata per la propria immagine e per il rischio che venisse messa in discussione la bontà delle azioni attuate per la decontaminazione.
Una replica che ha definito come “interventi allarmistici” le notizie diffuse dalla stampa, confermando tuttavia tutti i contenuti della nota informativa di ambientalisti e liste civiche, che fanno parte del Tavolo Permanente, e la necessità di proseguire con l’asportazione del terreno, risultato ancora contaminato sul fondo scavo.

Eravamo e siamo informati, preparati e consapevoli delle lacune del Piano Operativo di Bonifica, laddove non sono state pienamente considerate le condizioni delle superfici contaminate dalle sostanze tossiche, tra cui la pericolosa tetraclorodibenzo-p-diossina (TCDD), la stessa del disastro Icmesa del 1976.
In occasione dell’approvazione dell’allora Progetto Operativo di Bonifica (POB), avevamo pertanto chiesto, con una lettera ai sindaci del 13 settembre 2019, di non limitarsi allo scavo dei 20 cm del top soil, ma di definire nel protocollo d’intervento una maggiore profondità di scavo e rimozione, così da garantire una decontaminazione più certa.
Una richiesta che i sindaci avevano fatto propria, ma che non era stata accolta nella stesura finale del POB.

 


Ora due parole sulla tanto richiamata “trasparenza”, ancora lontana dall’essere raggiunta e di cui abbiamo già denunciato la carenza.
I gruppi ambientalisti e le liste civiche non hanno chiesto e ottenuto la costituzione del Tavolo Permanente sui lavori di bonifica per finire ingabbiati quali sterili e subalterne presenze in un’assise di mera immagine, dove le informazioni rimangono confinate.
Il nostro ruolo è quello di essere parte attiva: monitorare gli interventi, segnalare incongruenze, chiedere la documentazione ufficiale, analizzarla e restituirla con adeguata e corretta sintesi alla cittadinanza.

Sinora la tanto declamata “trasparenza”, richiamata da Autostrada Pedemontana Lombarda, dagli incaricati alla bonifica e dagli organismi di controllo, continua a essere solo virtuale: non è praticata nei fatti e ostacola un monitoraggio snello e al passo con gli interventi.
Importanti elaborati richiesti – come i Piani di smaltimento del terreno contaminato, classificato quale rifiuto – ci sono stati negati, così come non vi è stata informazione in tempo reale rispetto ai referti delle analisi chimiche della caratterizzazione in banco.
Ora siamo costretti a rincorrere verbali, note tecniche e referti riguardanti la fase di collaudo di verifica di cui è incaricata ARPA, e siamo convinti di aver dato dimostrazione della nostra serietà e capacità nella lettura di questi, come degli altri elaborati riguardanti la bonifica dalla diossina.

Del resto, anche questo accadimento – come altri – sarebbe rimasto confinato alle dinamiche dei soli enti interessati alla bonifica, se i gruppi non lo avessero adeguatamente e con completezza reso pubblico.

Considerando che l’ultimo incontro del Tavolo Permanente si è tenuto il 16 aprile 2025, i gruppi ambientalisti e le liste civiche della tratta B2 di Pedemontana hanno chiesto il 22 ottobre 2025 una nuova convocazione, che Autostrada Pedemontana Lombarda (APL) ha fissato per il 17 novembre 2025.

 


 

venerdì 7 novembre 2025

Il futuro del Parco della Valle del Lambro: la voce delle associazioni


Venerdì 21 novembre 2025, alle ore 20.45, la Biblioteca Civica di Verano Brianza (MB) ospiterà l’iniziativa “Il futuro del Parco della Valle del Lambro. Le opinioni dell’associazionismo”, un incontro pubblico dedicato alla riflessione sul futuro di uno dei territori verdi più importanti della Brianza.

L’appuntamento, promosso con spirito di collaborazione da Associazione Le Contrade di Inverigo, Associazione Il Circolo di Verano Brianza, Associazione Orrido di Inverigo e Commissione Cultura Alternativa di Carate Brianza, nasce con l’obiettivo di informare, raccogliere e confrontare idee, opinioni e contributi in occasione della Variante al Piano Territoriale di Coordinamento del Parco.

L’incontro si propone come uno spazio di dialogo aperto, rivolto non solo ai cittadini, ma anche agli Enti Parco, alle Amministrazioni locali e alle realtà associative che operano sul territorio. In un momento cruciale per la pianificazione e la tutela dell’ambiente brianzolo, questa iniziativa vuole stimolare una partecipazione attiva e consapevole, favorendo il confronto tra diverse prospettive.

Gli organizzatori – Arturo Binda (Le Contrade), Massimiliano Chiolo (Il Circolo), Giulia Cuter (Orrido di Inverigo) ed Enrico Mason (Commissione Cultura Alternativa) – invitano tutti coloro che hanno a cuore il futuro del Parco della Valle del Lambro a partecipare numerosi, contribuendo con la propria presenza e le proprie idee.

Il nonno, il nipote e la rotonda Seregno–Meda: una saga brianzola


C’è un angolo di Brianza dove il tempo non passa: gira in tondo.
È l’incrocio tra via Wagner e via Einaudi, confine tra Seregno e Meda, luogo mitico dove nel lontano 2003 fu firmato il primo accordo per una “rotatoria sperimentale”.
Sperimentale non tanto nella forma, quanto nel concetto stesso di eternità.

Quella mattina, tra cartelli e nastri di plastica, un nonno accompagnava a scuola il nipotino Alberto.
«Vedi, Albertino,» gli disse, indicando i prefabbricati, «qui un giorno faranno una rotonda vera. Quando sarai grande e farai l’ingegnere, magari sarai tu a costruirla.»
Il bambino lo guardò serio, come solo i bambini sanno fare quando capiscono più degli adulti.
«Ma nonno… ci vorranno almeno vent’anni!»
Il nonno sorrise. Poi ci pensò. E sospirò: «Eh… più o meno.»

Passarono le stagioni, le giunte, e perfino le banche che finanziavano le opere pubbliche.
La “rotatoria sperimentale” sopravvisse a sindaci, appalti, e a tre modelli di Panda aziendali.
Ogni tanto un nuovo cartello annunciava: “Lavori imminenti”, ma era come il presepe: si tirava fuori una volta l’anno, e poi tornava in cantina.

Alberto intanto cresceva.
Fece le medie, il liceo, si laureò in ingegneria e iniziò a lavorare.
Ogni volta che passava da via Wagner, alzava lo sguardo e si chiedeva se un giorno quella promessa del nonno avrebbe chiuso il cerchio.

E poi, finalmente, novembre 2025.
Le ruspe, quelle vere.
Cartelli nuovi, operai al lavoro, e un cronoprogramma preciso:
sei mesi di lavori, con consegna prevista a fine aprile 2026.
Il tutto accompagnato da un sospiro collettivo: “Dai, che stavolta ce la facciamo.”

Il nonno, ormai con più ricordi che capelli, chiese ad Alberto di portarlo a vedere il cantiere.
Si fermarono sul ciglio della strada, guardando il fumo delle betoniere che saliva nell’aria fredda.
«Hai visto, nonno? È iniziata davvero.»
«Eh sì, Alberto. Te l’avevo detto che un giorno l’avresti vista. Ci sono voluti solo ventidue anni e un piccolo miracolo amministrativo.»

Poi, con un lampo d’ironia negli occhi, aggiunse:
«Speriamo solo che non serva una variante.»

Ora che i lavori sono avviati, i cittadini contano i mesi come si contano i giorni a Natale.
Qualcuno già immagina il taglio del nastro in primavera, altri preparano i meme nel caso il cronoprogramma slitti “solo di un paio di mesi”.
Perché, si sa, la vera tradizione lombarda non è la polenta, ma la “variante in corso d’opera”.

E quando ad aprile 2026 la nuova rotatoria verrà inaugurata Alberto potrà finalmente dire:
«Nonno, l’abbiamo fatta. Ci sono voluti ventitré anni, ma è tonda, è vera, e non è più sperimentale.»
Il nonno sorriderà.
Poi, con la calma di chi ha visto troppe delibere per illudersi, mormorerà:
«Bene, adesso aspettiamo la manutenzione straordinaria.»

Alberto lo guardò, leggermente perplesso.
«Ma come, nonno? La inaugurano tra pochi mesi, tutta nuova, asfaltata, con le aiuole e i cordoli nuovi di zecca! Di cosa vuoi che ci sia bisogno?»


Il nonno lo fissò con quel misto di affetto e compassione che solo chi ha visto tre piani regolatori e una revisione del codice della strada può provare.
«Ah, Alberto mio… tu sei giovane. Vedi, quando finalmente faranno la rotonda in via Cadore — perché la faranno, prima o poi, anche lì — si accorgeranno che via Einaudi, per come l’hanno pensata oggi, non va più bene a senso unico

Fece una pausa, accese un mezzo sorriso e concluse:
«E allora dovranno rifare tutto il piano viabilistico, invertire i flussi, aggiornare la segnaletica, convocare conferenze di servizi… e a quel punto sarà chiaro a tutti che via Einaudi deve diventare a doppio senso.»

Alberto rise, scuotendo la testa.
«E quanto ci vorrà, nonno? Un paio d’anni?»

Il vecchio scrollò le spalle.
«No, no. Quelle sono cose lunghe. Prima lo studio di fattibilità, poi il parere dell’ufficio traffico, poi la mozione in consiglio, poi la gara per rifare le strisce. Se tutto va bene… vent’anni. Giusto in tempo perché tu possa portarci tuo nipote a scuola.»

Alberto restò in silenzio, guardando le ruspe al lavoro.
L’aria sapeva di catrame e ottimismo.
Capì allora che in Brianza il tempo non passa: fa giri completi, come le rotonde.
E che in fondo suo nonno non era un uomo pessimista, ma semplicemente un realista con il cronoprogramma nel sangue.

giovedì 6 novembre 2025

Ascoltare la montagna: il San Primo tra sentieri e musica. Un doppio evento per domenica 9 novembre


Il Coordinamento 'Salviamo il Monte San Primo' invita al doppio evento: Camminata + Evento musicale “Ascoltare la montagna: il San Primo tra sentieri e musica”​

Domenica 9 novembre 2025

Al mattino: 

  • 'Camminata sul ‘Sentiero Italia’ - Monte San Primo'
  • Ritrovo alle ore 9,00 al parcheggio della stazione di Canzo, per la condivisione della auto, per poi spostarci in loc. San Primo di Bellagio alle ore 9,30.
  • La camminata ha una durata di 3 ore circa, adatta a chi ha un discreto allenamento in montagna; percorso 7 km circa, dislivello 450 m.
  • Si raccomandano scarponcini e abbigliamento da montagna.

Dalle ore 13 alle ore 14: Pranzo al sacco (in autonomia)
  
Al pomeriggio:

  • 'Musica per il Monte San Primo'​
  • Ritrovo alle ore 14,00 nei pressi dell’Alpe Borgo di Bellagio (loc. San Primo)
  • Evento musicale con i gruppi:
  • - Tou e la Vale, duo acustico
  • - Flûte en vacances
  • - La forma delle nuvole       


La partecipazione a ciascuno dei 2 eventi è libera.
È consigliata la prenotazione via email a info@bellagiosanprimo.com
In caso di maltempo, la camminata e l’evento musicale saranno annullati.
L’organizzazione declina ogni e qualsiasi responsabilità per incidenti o danni a persone o cose durante l’iniziativa.
Per informazioni e per condividere le auto (carpooling) dalla stazione di Canzo, potete scrivere a info@bellagiosanprimo.com;  altre info:  bellagiosanprimo.com.   

mercoledì 5 novembre 2025

Camminare per conoscere: Legambiente Cantù ripropone le mappe tematiche del territorio brianzolo

ATTENZIONE: Escursione ANNULLATA

Il Circolo Legambiente di Cantù – Green Station torna a proporre una nuova escursione all’interno del progetto delle mappe tematiche, dedicato alla scoperta e alla valorizzazione del territorio brianzolo. Questa volta l’attenzione si concentra sul suggestivo tracciato del sentiero Pedemonte, un percorso che unisce il fascino delle colline moreniche alle atmosfere tranquille delle sponde del lago di Pusiano.

L’appuntamento è per la mattinata di sabato 8 novembre 2025, con la passeggiata dal titolo “Strutture d’Acqua”: un’occasione per conoscere da vicino la ricchezza ambientale e paesaggistica della zona, immersi tra dolci ondulazioni e ampie vedute sulle Prealpi.

L’escursione, che partirà dalla stazione ferroviaria di Brenna Alzate Brianza (ritrovo alle ore 8.45, partenza per Rogeno alle 9.28), si inserisce anche in un’ottica di mobilità sostenibile, promuovendo l’utilizzo della linea ferroviaria Como–Lecco come mezzo ecologico per muoversi sul territorio. Il rientro è previsto alle 13.53, con possibilità di condividere un pranzo conviviale presso la Green Station di Cantù.

Le iscrizioni sono aperte fino alla mattinata di venerdì 7 novembre e prevedono un piccolo contributo destinato al sostegno e alla gestione della Green Station, spazio recuperato e reso fruibile grazie al lavoro costante dei volontari.

Tutte le informazioni e il modulo di iscrizione obbligatorio sono disponibili sul blog legambientecantu.wordpress.com e sulla pagina Facebook del circolo.

Un invito a camminare, conoscere e custodire insieme la bellezza dei nostri luoghi.

Per chi è interessato, ci sarà un gruppo che parte dalla stazione FNM di Meda con il treno del sabato mattina alle ore 7:39 direzione Asso.
Per altre provenienze, consultate gli orari delle linee Milano–Asso e Como–Lecco: è possibile (e consigliato) partecipare anche arrivando con i mezzi pubblici.

lunedì 3 novembre 2025

Halloween nel Bosco: il ritorno della magia all’Oasi Lipu di Cesano Maderno

Halloween all'Oasi Lipu. Immagine d'archivio

Dopo sei anni di pausa, l’Oasi Lipu di Cesano Maderno ha finalmente riportato in scena il suo attesissimo evento “Halloween nel Bosco”. Venerdì 31 ottobre, nonostante una leggera pioggia che ha reso l’atmosfera ancora più suggestiva, bambini, ragazzi e famiglie hanno popolato i sentieri del bosco per vivere una serata all’insegna della fantasia e del divertimento.

Protagonisti della serata sono stati gnomi, elfi, streghe e creature misteriose, interpretati da 14 giovanissimi attori guidati dalla regista e drammaterapeuta Chiara Doniacovo, che ha collaborato con la Lipu per dare vita a uno spettacolo itinerante nel cuore dell’Oasi. I piccoli interpreti, con entusiasmo e coraggio, hanno accompagnato i partecipanti in un viaggio teatrale tra le ombre e la magia della natura.

In tutto, 26 bambini e altrettanti adulti si sono avventurati lungo il percorso, affrontando piccole prove di coraggio e lasciandosi incantare dai personaggi del bosco. Al termine del cammino, i giovani “eroi” sono stati premiati con dolci caramelle, tra sorrisi e applausi.

“Siamo felicissimi di aver ripreso questa attività, che per anni è stata al centro degli eventi in Oasi” – ha dichiarato Alessia Cacace, responsabile dell’Oasi Lipu Cesano Maderno. “È sempre stato un appuntamento molto atteso, capace di coinvolgere bambini e ragazzi, stimolando creatività, collaborazione e amore per la natura.”

Brianza Centrale: 16 anni di resistenza verde contro la cementificazione

L'immagine di copertina del nostro blog. Foto G. Casiraghi

Tra pochi giorni festeggeremo sedici anni dalla nascita del Comitato per l’ampliamento del Parco Brianza Centrale.
Era il 9 novembre 2009 quando tutto è cominciato: un gruppo di cittadini, tanta passione e un’idea semplice ma potentissima, quella di difendere e far crescere le aree verdi della Brianza.

Una delle prime riunioni del Comitato. Anno 2009

Da allora, questo blog è stato – e continua a essere – la voce del Comitato, il luogo dove raccontiamo le nostre battaglie, le nostre proposte e le nostre speranze per un territorio più equilibrato, più verde e più vivibile.
In questi sedici anni ci siamo battuti con determinazione non solo per l’ampliamento del Parco, ma anche per proteggere le aree che già ne fanno parte, difendendole dai continui tentativi di erosione e consumo di suolo.

Convegno del marzo 2009 promosso da "Insieme in rete per uno sviluppo sostenibile", gruppo da cui siamo nati

Troppo spesso, ancora oggi, il verde viene visto come uno “spazio vuoto”, un luogo in attesa di essere riempito. È un errore culturale profondo.
La natura non è un vuoto: è una presenza viva e indispensabile.
I terreni agricoli, le aree permeabili, i boschi, i prati e la biodiversità che li abita sono elementi fondamentali dell’equilibrio ecologico e della qualità della vita. Sono difese naturali contro le alluvioni, filtri per l’aria, rifugi per la fauna, spazi di benessere e di bellezza per tutti.

Riunione per illustrare il nuovo parco GruBrìa, anno 2019

Nel corso di questi anni, abbiamo dato vita a campagne informative, passeggiate per far conoscere il territorio, e presentato innumerevoli osservazioni ai Comuni facenti parte del Parco e anche a quelli confinanti, per proporre ampliamenti e soluzioni di tutela.
Col tempo, l’idea – di cui non rivendichiamo la primogenitura, ma rivendichiamo con orgoglio la difesa e la diffusione – di un grande Parco verde della Brianza Centrale è diventata un patrimonio condiviso e riconosciuto da molti.

Una delle iniziative contro la cementificazione delle aree verdi

Eppure, non possiamo dare nulla per scontato.
Gli attacchi alla cementificazione sono sempre in agguato, a volte anche da chi non ci si aspetterebbe.
È il caso del Comune di Seregno, che nel 2024 ha presentato con orgoglio il proprio Piano Clima, nel quale tra le azioni prioritarie figurano la difesa del suolo e persino la decementificazione. Eppure, proprio da lì oggi arriva una proposta che va nella direzione opposta: realizzare un nuovo ospedale su un’area agricola del Parco, nel quartiere San Salvatore di Seregno, al confine con Albiate, in zona Dosso.

Un articolo del Giornale di Seregno, anno 2014. Un titolo ancora attuale

Non vogliamo negare la possibile necessità di un nuovo ospedale – un tema complesso e importante – ma riteniamo inaccettabile che si scelga di costruirlo sacrificando un’area agricola del Parco. Esistono alternative: aree già urbanizzate, dismesse o da riqualificare, che meriterebbero di essere valutate prima di consumare nuovo suolo.

L'area agricola del parco dove è stata proposta la localizzazione del nuovo ospedale

Quella zona ci sta particolarmente a cuore: nel 2012, grazie ad alcune osservazioni al PTCP della Provincia di Monza e Brianza, riuscimmo a ottenerne la tutela.
Oggi vederla minacciata ci ricorda che la difesa del territorio è un impegno continuo, che non conosce pause né traguardi definitivi.

Ottobre 2025. Riunione degli Amici del Parco GruBrìa

In questo contesto, una buona notizia: in queste settimane, un gruppo di cittadini si sta riunendo per costituire una nuova associazione dedicata alla difesa e alla valorizzazione del Parco GruBrìa, di cui il Parco Brianza Centrale oggi fa parte.
L’obiettivo è quello di far conoscere meglio il Parco, proporne l’ampliamento, sostenere la sua trasformazione in Parco Regionale e, naturalmente, difenderlo da chi lo vorrebbe sacrificare ad altri interessi.

Noi, nel nostro piccolo, sosteniamo convintamente questa nuova associazione e invitiamo i lettori del blog ad aderire.
Nei prossimi giorni pubblicheremo tutte le informazioni per chi vorrà partecipare e contribuire attivamente.

Perché il verde non è uno spazio vuoto.
È un bene comune, una ricchezza viva, un’eredità da custodire e tramandare.
E perché, anche dopo sedici anni, il nostro impegno continua — con la stessa convinzione e la stessa speranza di quel 9 novembre 2009.

venerdì 31 ottobre 2025

Monte San Primo e Olimpiadi Milano-Cortina: quali analogie? Se ne parla il 7 novembre a Erba


Cosa accomuna le imminenti Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026 con il progetto per il Monte San Primo?  Di questo tema se ne parlerà venerdì 7 novembre a Erba, in occasione dell'incontro pubblico dal titolo "Ombre sul San Primo: le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 e il progetto del Monte San Primo: gli impianti sciistici che fanno male alla montagna"
L'incontro - organizzato dal Coordinamento ‘Salviamo il Monte San Primo’ -  vedrà la partecipazione come relatore di Luigi Casanova, che per l'occasione presenterà il suo libro “Ombre sulla neve: Milano-Cortina 2026, il «libro bianco» delle Olimpiadi invernali" (ed. Altreconomia). Luigi Casanova è presidente di Mountain Wilderness Italia, è stato custode forestale nelle Valli di Fiemme e Fassa, ed è una voce storica dell'ambientalismo in Italia. 
​L'incontro sarà moderato da Luca Rota, scrittore e blogger, esperto di montagna. 

Nel corso della stessa serata del 7 novembre, i referenti del Coordinamento ‘Salviamo il Monte San Primo’ presenteranno gli aggiornamenti sulla vertenza contro il progetto che riguarda la loc. San Primo. Si ricorda che lo scorso 15 ottobre il Coordinamento è stato ricevuto in audizione presso le Commissioni Ambiente e Territorio della Regionale Lombardia; in tale occasione i rappresentanti del Coordinamento - formato da ben 39 associazioni - hanno avuto modo di ribadire le criticità del progetto che prevede il ritorno dello sci sul San Primo, attraverso la realizzazione di nuove piste con innevamento artificiale. Il tutto in un contesto di crisi climatica che determinerà sempre meno innevamento naturale e temperature sempre più elevate anche d'inverno. I Consiglieri regionali presenti all'audizione - di diversi schieramenti politici di maggioranza e opposizione - hanno sostenuto la necessità di rivedere il progetto, soprattutto per la parte che riguarda gli impianti sciistici. 

​L'appuntamento è per Venerdì 7 novembre 2025 ore 20:45 , presso la Sala “Isacchi” di Ca’ Prina – piazza Prina 5 - Erba. L'invito alla partecipazione è rivolto a tutta la cittadinanza, ingresso libero. 

Coordinamento ‘Salviamo il Monte San Primo’
https://bellagiosanprimo.com/
info@bellagiosanprimo.com

Nuovi cartelli per i sentieri del parco dello 'Zoc del Peric'


I sentieri all'interno del parco dello 'Zoc del Peric' avranno una nuova segnaletica. All'installazione dei primi nuovi cartelli hanno iniziato a provvedere i volontari delle due associazioni che da anni operano nel territorio del PLIS, coordinati nei giorni scorsi da Antonio Bertelè e Massimo Cattaneo del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi" e da Arturo Binda de Le Contrade.
I volontari stanno proseguendo il lavoro iniziato durante il Campo di volontariato internazionale 'Brianza hills' svoltosi lo scorso agosto e a cui avevano partecipato una dozzina di ragazze e ragazzi provenienti da vari Paesi europei. Dopo la posa dei pali, l'installazione continua ora col montaggio dei cartelli segnaletici dei 4 sentieri che attraversano il Parco, cominciando dai territori di Colciago (Lurago d'Era) e Fabbrica Durini (Alzate Brianza),  proseguendo poi con Cremnago (Inverigo).
Commenta Antonio Bertelè: "Ad ogni sentiero del Parco è abbinato un colore, che viene ripreso da ogni cartello e indica la direzione rendendo di facile lettura i diversi percorsi che si snodano nel PLIS dello 'Zoc del Peric'. La nuova segnaletica è utile per seguire ognuno dei 4 sentieri che attraversano il Parco e si basa sulle mappe che si possono leggere agli ingressi del PLIS dalle frazioni di Colciago, Fabbrica Durini, Valsorda e Lazzaretto di Cremnago. Nel passato, alcuni di questi sentieri costituivano le strade principali per andare da un paese all’altro, come quella che portava a Cantù. Uno dei nostri obiettivi è quello di riuscire a ripristinarle per riappropriarsi della nostra memoria storica".

Nei prossimi mesi i volontari delle del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi" e de Le Contrade proseguiranno con l'installazione degli ulteriori cartelli. 

mercoledì 29 ottobre 2025

Tangenziale Meda Seregno. Viabilità modificata nel Ceredo per i lavori della rotonda Wagner–Einaudi


Come avevamo segnalato nel post del 12 settembre scorso, la situazione della rotonda tra via Wagner e via Einaudi era ferma da anni, tra progetti, promesse e attese. Oggi finalmente qualcosa si muove: i lavori di riqualificazione dell’incrocio sono ufficialmente partiti.

Secondo quanto comunicato dal Comune di Seregno, sono già in corso gli interventi di realizzazione della nuova rotatoria, con conseguenti modifiche temporanee alla circolazione:

  • Via Einaudi sarà a fondo cieco su via Wagner; nel tratto compreso tra via Cadore e via Wagner sarà percorribile in doppio senso di marcia solo per accedere alle abitazioni e alle attività commerciali e produttive.
  • Via Wagner sarà a fondo cieco su via Einaudi; nel tratto tra viale Tiziano e via Einaudi sarà consentito il doppio senso di marcia per i soli accessi locali.

Queste modifiche resteranno in vigore per tutta la durata dei lavori, necessari per completare la nuova infrastruttura.


Durante il periodo di cantiere, una parte consistente del traffico verrà deviata su via Cadore, attraversando il quartiere Ceredo.
Questa condizione, seppur temporanea, potrà rappresentare una prova concreta di ciò che potrebbe accadere in futuro, una volta completata la tangenziale di Pedemontana, se via Einaudi dovesse rimanere a senso unico come previsto dal progetto attuale.

Da tempo diversi cittadini e comitati locali – tra cui anche noi – sostengono la necessità di rendere a doppio senso il tratto di via Einaudi tra via Wagner e via Cadore, per migliorare la distribuzione del traffico e garantire un collegamento più funzionale con la nuova viabilità esterna.

Va ricordato che via Einaudi si trova esattamente sul confine tra i Comuni di Seregno e Meda, e per questo motivo ogni modifica alla sua circolazione deve essere concordata tra le due amministrazioni.
Il Comune di Seregno si è mostrato favorevole all’ipotesi del doppio senso; ci auguriamo che possa trovare un’intesa con il Comune di Meda, che finora appare più cauto, così da individuare una soluzione condivisa e utile per l’intero territorio.

Metrotranvia Milano–Desio–Seregno: aggiornamento sul cronoprogramma dei lavori


Giovedì 30 ottobre 2025, alle ore 20.30, appuntamento pubblico presso la Sala Pertini del Comune di Desio (ingresso da piazza Don Giussani).

L’incontro sarà l’occasione per fare il punto sullo stato di avanzamento della nuova Metrotranvia Milano–Desio–Seregno, presentare il nuovo cronoprogramma e condividere con i cittadini informazioni aggiornate sulle tempistiche e le prossime fasi dei cantieri.

Interverranno:

  • Jennifer Moro, Vicesindaca del Comune di Desio
  • Fabio Arosio, Assessore alle Infrastrutture del Comune di Desio
  • Nunzia Smiraglia, Assessora ai Lavori Pubblici del Comune di Desio
  • Daniela Caputo, Consigliera delegata alle Infrastrutture della Città metropolitana di Milano e Presidente del Consiglio comunale di Paderno Dugnano
  • Ing. Nicola Bona, Project Manager CMC, impresa costruttrice
  • Ing. Ruggero Dell’Acqua, Direzione Lavori, MM S.p.A.

lunedì 27 ottobre 2025

A Mariano Comense la Giornata Nazionale del Trekking Urbano: camminare tra storia, fede e sostenibilità


Anche Mariano Comense partecipa alla Giornata Nazionale del Trekking Urbano, l’iniziativa che ogni anno invita a riscoprire la bellezza dei nostri luoghi a passo lento, promuovendo una forma di mobilità dolce e consapevole. Un modo semplice ma profondo per ritrovare il legame con il territorio e vivere la città con occhi nuovi.

Il tema scelto per l’edizione 2025 intreccia “Le Vie del Giubileo”, un percorso ideale tra storia, cultura e spiritualità. L’appuntamento marianese è fissato per domenica alle ore 10:00, con ritrovo presso il Battistero di San Giovanni Battista, in Via Santo Stefano. Da lì i partecipanti si incammineranno tra le vie del centro, fino a raggiungere il Santuario di San Rocco, tappa del Cammino di Sant’Agostino, per poi concludere il percorso alla Chiesa di San Francesco.

Il cammino, lungo circa 4 chilometri, è accessibile a tutti: un itinerario urbano di bassa difficoltà, pensato per chi desidera unire il piacere della scoperta con un gesto concreto di attenzione all’ambiente. È comunque consigliato indossare scarpe comode e portare con sé una bottiglietta d’acqua riutilizzabile. Il rientro è previsto intorno alle ore 12:30.

L’evento è organizzato in collaborazione con la Comunità Pastorale e l’Associazione Sottoinsù, due realtà da tempo impegnate nella valorizzazione del territorio e nella promozione di pratiche sostenibili.

domenica 26 ottobre 2025

Pedemontana, il parco del Meredo e la rotonda fantasma: ovvero come imparai a non preoccuparmi e ad amare i cartelli (sbagliati)


Ah, che gioia! Dopo settimane di domande, articoli, post, dichiarazioni e smentite, finalmente la trasparenza è arrivata… in formato A3 plastificato, appesa con due fascette alla recinzione arancione del cantiere Pedemontana.
Finalmente - ci siamo detti - ecco la planimetria aggiornata, quella che avrebbe fugato ogni dubbio, dissipato ogni sospetto, riportato la pace tra amministrazione, cittadini e parco.

E invece no.
Ci avviciniamo, guardiamo meglio e… ta-dà! La rotonda è ancora lì, bella rotonda e impassibile, tracciata sul disegno come se nulla fosse.
I raccordi con le strade vicinali? Presenti anche loro, puntuali come le tasse.


Ora, ci avevano rassicurato: “Non si farà nessuna rotonda”. Ce lo aveva detto perfino il sindaco, che - «per scrupolo» - aveva chiesto lumi a Pedemontana. E da Pedemontana avevano giurato: “No no, nessuna rotatoria, solo una pista di cantiere”.

Bene.
Dunque o quei cartelli sono vecchi (e allora sorge spontanea la domanda: ma aggiornare un disegno è più difficile che costruire un’autostrada?), oppure qualcuno sta giocando a Risiko con le mappe del parco.

Il problema è che quei cartelli continuano a preoccupare i cittadini, che meritano rispetto e non di essere presi in giro. Bastava poco - un aggiornamento, una verifica, un gesto di chiarezza - per evitare tutto questo. E magari sarebbe anche un bene che gli amministratori, ogni tanto e non solo per sport, facessero un giro nel territorio per vedere cosa accade davvero.

Noi restiamo fiduciosi nelle parole del sindaco - davvero. Ma ora vorremmo anche vedere i fatti.
Come si suol dire: tra il dire e il fare c’è di mezzo… la rotonda.

venerdì 24 ottobre 2025

Brianza sommersa dal cemento: oltre il 40% del territorio è asfaltato

Reso noto oggi il rapporto annuale sul consumo di suolo nel 2024. Monza-Brianza si conferma la provincia più cementificata d’Italia


Monza-Brianza si conferma la provincia più cementificata d’Italia, con oltre il 40% del proprio territorio coperto da cemento e asfalto.
È quanto emerge dal Rapporto annuale sul consumo di suolo in Italia, reso noto oggi da ISPRA.


Scorrendo il censimento relativo all’anno 2024, il dato più eclatante è quello del Comune di Carnate, dove risultano cementificati oltre 11 ettari di territorio, pari a circa 15 campi da calcio di Serie A.
Al secondo posto si colloca Monza, con 3,5 ettari cementificati nel corso dell’ultimo anno.
In termini assoluti, Lissone resta in testa alla classifica, confermandosi il comune più urbanizzato non solo della provincia di Monza e Brianza, ma di tutta la Lombardia, con oltre i due terzi (71%) del proprio territorio coperti da cemento e asfalto.


Commenta Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”, associazione da sempre impegnata nella tutela del suolo naturale:

“La provincia di Monza e Brianza si conferma la più cementificata d’Italia, un pessimo record! Non a caso il territorio brianzolo risulta tra i più a rischio di allagamenti e dissesto idrogeologico, come abbiamo visto nelle scorse settimane, con molti paesi finiti sott’acqua. La colpa non è delle piogge eccezionali, bensì dell’eccesso di cementificazione.
Oltretutto la provincia di Monza e Brianza è interessata da uno dei progetti stradali più devastanti, la Pedemontana, che andrà a deturpare alcune delle ultime porzioni di territorio naturale.
Occorre invece invertire il trend, adottando PGT a consumo di suolo zero: stop a nuove costruzioni e a nuove strade!”



A livello nazionale, il rapporto ISPRA evidenzia un pesante aumento del consumo di suolo, in particolare in Lombardia, che si conferma la regione più cementificata d’Italia.

“Bisogna interrompere la cementificazione e la speculazione urbanistica - conclude Fumagalli -. Solo così potremo preservare il suolo e prevenire i danni derivanti dal dissesto idrogeologico. L’unica vera prevenzione è arrestare la cementificazione, subito!”

giovedì 23 ottobre 2025

A Desio nasce la Comunità Energetica: la scuola Waldorf Naturalis accende il futuro sostenibile

Un progetto solidale e innovativo, frutto della collaborazione tra Comune, Legambiente e Fondazione Cariplo


A Desio, al confine con Seregno, nel quartiere San Carlo, prende forma un progetto che guarda con ottimismo al futuro: la nascita della prima Comunità Energetica Rinnovabile e Solidale della città. Il primo passo concreto è l’impianto fotovoltaico installato sul tetto della Scuola Waldorf Naturalis, in via Arienti 21.

L’iniziativa, resa possibile grazie al cofinanziamento della Fondazione Cariplo e al sostegno di Legambiente, coinvolge anche il Comune di Desio e rappresenta un modello di transizione ecologica partecipata. L’impianto, con una potenza di 20 kWp, permetterà di ridurre significativamente i consumi e i costi energetici, tagliando fino all’80% della bolletta elettrica della scuola.

La Scuola Waldorf Naturalis, da sempre attenta a un’educazione che mette al centro il legame con la natura e l’apprendimento esperienziale, vede nel progetto una grande opportunità formativa.
«Il nostro impianto fotovoltaico non è solo una fonte di energia pulita, ma un vero laboratorio educativo permanente – ha spiegato la presidente Fatima Belkhàtirche coinvolgerà famiglie, insegnanti e studenti nella transizione ecologica».

L’obiettivo è promuovere una cultura energetica consapevole, in cui anche i più piccoli possano comprendere il valore delle risorse naturali e dell’autoproduzione di energia rinnovabile.

La Comunità Energetica, coordinata da Legambiente Seregno – Desio Aps, si propone di estendere i benefici anche a cittadini, negozi, associazioni e imprese locali, che potranno aderire e condividere l’energia prodotta.
«Più impianti significa maggiore indipendenza energetica e meno emissioni inquinanti – ha ricordato l’assessore all’Ecologia, Stefano Guidotti –. È un modo concreto per costruire una città più sostenibile e solidale».

Il sindaco Carlo Moscattelli ha sottolineato come il progetto si inserisca perfettamente nel percorso di transizione ecologica del territorio: «Desio guarda al futuro con visione e concretezza. Questa iniziativa unisce innovazione, sostenibilità e inclusione sociale».

Un modello da replicare

Il percorso non si ferma qui. Nei prossimi mesi è prevista la configurazione della cabina primaria e la raccolta delle adesioni per ampliare la comunità energetica, con l’obiettivo di coinvolgere nuove realtà del territorio.

Questo progetto dimostra che anche una scuola può diventare un catalizzatore sociale, capace di generare energia pulita e allo stesso tempo di educare alla sostenibilità.
L’auspicio è che l’esperienza della Scuola Waldorf Naturalis possa diventare un modello da estendere ad altri quartieri, scuole e comuni della Brianza, rafforzando una rete di comunità energetiche locali, solidali e partecipate.

Rassegna stampa

Il Giornale di Carate / Seregno / Desio

Il Cittadino MB

TELEUNICA

Tratta B2 Pedemontana, i dati ARPA confermano criticità nei collaudi di bonifica

Lotto 1 della bonifica da diossina a Meda (situazione al 22/10/2025). Su buona parte dell’area più estesa il terreno contaminato è già stato asportato e sono state definite le celle di 25x25 metri, sulle quali ARPA eseguirà i campionamenti e le analisi chimiche in contraddittorio per il collaudo di bonifica.

a cura di Sinistra e Ambiente, Meda

Con un accesso agli atti, Sinistra e Ambiente–Impulsi di Meda, Legambiente Seveso, Seveso Futura, Passione Civica per Cesano, Altra Bovisio Masciago, Comitato Ambiente Bovisio Masciago e Cittadini per Lentate hanno ottenuto una prima serie di documenti — verbali, note tecniche e referti analitici — relativi alle iniziali attività di ARPA Lombardia, svolte a partire dal 21 maggio 2025, per il contraddittorio sulla fase di collaudo dell’avvenuta bonifica di alcune celle o aree sorgenti presenti all’interno dei lotti interessati dalla bonifica da diossine lungo la tratta B2 di Pedemontana.


I documenti descrivono i primi interventi in cui sia il soggetto incaricato della bonifica sia ARPA hanno acquisito campioni di terreno dalle superfici già oggetto di asportazione della porzione contaminata.
I campioni, destinati ad analisi chimiche, sono stati raccolti in tre aliquote:

  • Aliquota A: per le analisi chimiche assegnate al laboratorio di fiducia dell’impresa incaricata della bonifica;
  • Aliquota B: a disposizione di ARPA;
  • Eventuale aliquota C: per analisi in contraddittorio.

I risultati analitici determinano se sul fondo scavo e sulle pareti la concentrazione di diossine e furani rientri o meno nel valore di soglia stabilito dalla normativa.
Se il valore risulta sotto soglia, ARPA può certificare l’avvenuta bonifica della cella; se invece è ancora sopra soglia, la bonifica con asportazione del terreno deve proseguire fino al raggiungimento dell’obiettivo.

LA SITUAZIONE
Obiettivi di bonifica non raggiunti in due dei primi tre interventi

Tra le aree sorgenti del lotto 2-2A figura anche la n. 13, situata appena sotto la 2B della vasca di laminazione.

La comunicazione di ARPA è stata inviata alla Direzione Ambiente e Clima di Regione Lombardia, a Pedelombarda S.c.p.A., all’ATS della Brianza, alla società Autostrada Pedemontana Lombarda (APL), alla Provincia di Monza e Brianza e, per le relative competenze territoriali, ai Comuni di Seveso e Cesano Maderno.

L’AREA SORGENTE 13

Sull’area sorgente 13 del lotto 2 a Seveso, le analisi chimiche di diossine e furani relative ai sette campionamenti, comprensivi di quelli di parte, hanno mostrato il superamento del valore di soglia di 10 ng/kg per i siti ad uso verde pubblico/privato e residenziale (Colonna A delle CSC).
Per i tre campionamenti effettuati da ARPA, i valori analitici sono stati pari a 20,26 ng/kg, 33,21 ng/kg e 22,15 ng/kg.

Alla luce di tali risultati, ARPA ha dichiarato il non raggiungimento degli obiettivi di bonifica, restando in attesa della documentazione necessaria al prosieguo dell’intervento.
Durante l’attività in loco sono stati inoltre raccolti 38 campioni per l’area sorgente 9B.

L’AREA SORGENTE 44

L'area sorgente 44

Sull’area sorgente 44 del lotto 5, a Cesano Maderno, tutte le analisi chimiche effettuate sui quattro campionamenti (due di parte e due di ARPA) hanno mostrato il rispetto del valore di soglia di 10 ng/kg per i siti ad uso verde pubblico/privato e residenziale (Colonna A delle CSC).
Per i due campionamenti di ARPA, i valori analitici sono stati di 4,38 ng/kg e 1,33 ng/kg.
ARPA ha quindi formalizzato il raggiungimento degli obiettivi di bonifica.

L’AREA SORGENTE SC59.1

Sull’area sorgente SC59.1 del lotto 3, a Cesano Maderno, le analisi chimiche di diossine e furani dei due campionamenti effettuati hanno mostrato il superamento del valore di soglia di 10 ng/kg per i siti ad uso verde pubblico/privato e residenziale (Colonna A delle CSC).
Per il campionamento effettuato da ARPA è risultato un valore pari a 71,85 ng/kg.
Di conseguenza, ARPA ha formalizzato il non raggiungimento degli obiettivi di bonifica, restando in attesa di documentazione per il prosieguo dell’intervento.

Le note tecniche “per aree sorgenti” saranno successivamente richiamate nella Relazione finale per lotti.

NON CONFORMITÀ DEI LUOGHI

I verbali di sopralluogo e campionamento dei terreni segnalano anche alcune situazioni anomale, come quella riscontrata nell’area sorgente 30 del lotto 3, a Cesano Maderno, dove la presenza di un cumulo di rifiuti in corrispondenza di alcune celle ha reso temporaneamente impossibile ad ARPA procedere al prelievo dei campioni di collaudo.
Gli addetti alla bonifica dovranno inviare ad ARPA la documentazione preliminare alla rimozione del cumulo di rifiuti.

Nell’area sorgente SC59.2, il verbale evidenzia che “lo stato dei luoghi non risulta conforme al progetto approvato” e che ARPA “resta in attesa di comunicazione in merito al prosieguo”.

IL COMMENTO DI SINISTRA E AMBIENTE

Nonostante le difficoltà che incontriamo nell’ottenere in tempo reale la documentazione, a causa dell’indisponibilità di alcuni soggetti e organismi presenti al Tavolo, continuiamo con impegno, fatica e attenzione a monitorare la bonifica.
Come si evince dalla documentazione ufficiale, su alcune aree l’intervento dovrà proseguire, poiché l’obiettivo di restituire un suolo con valori di diossine e furani entro i limiti di soglia legislativi non è ancora stato raggiunto.

Per avere un quadro completo della situazione sarà necessario attendere che ARPA esegua i campionamenti e le analisi chimiche per il collaudo di bonifica anche sugli altri lotti in cui si è conclusa la fase di asportazione del terreno contaminato.
Per accedere a tale documentazione saremo ancora una volta costretti a defatiganti richieste di accesso agli atti.

Siamo inoltre in attesa di informazioni e documentazione sulle analisi di caratterizzazione in banco e sui piani di smaltimento relativi alle celle che si trovano ancora in questa fase di lavorazione.
Al momento, la società Autostrada Pedemontana Lombarda continua a non dare segnali concreti di effettiva trasparenza comunicativa e documentale.