domenica 15 luglio 2018

Il complesso rurale di Ceregallo (Sirtori): una passeggiata nella storia della Brianza


Domenica 15 luglio 2018 si è svolta una passeggiata promossa da "Il Paese" di Macherio per visitare, in occasione del cinquantenario della morte di don Venanzio Corti, i luoghi d'origine del sacerdote, e in particolare il borgo di Ceregallo a Sirtori (LC).


I partecipanti si sono ritrovati presso il Cimitero di Sirtori, dove Gianni Casiraghi ha ricordato don Venanzio, nativo di Sirtori e lì sepolto, coadiutore a Macherio negli anni sessanta, morto a soli 29 anni nel 1968.

 

Poco distante dal cimitero si trova il complesso rurale di Ceregallo, che sorge su un'area di rilevante interesse archeologico. Il nome Ceregallo potrebbe derivare dall'espressione latina Agger Gallicus, con il significato di terrapieno o fortificazione in territorio dei Galli, oppure da Ceres ad Gallos, cioè tempio di Cerere nel territorio già soggetto ai Galli.

 

Interessante l'Oratorio di Sant'Andrea Apostolo, ricostruito sulla sede di un oratorio preesistente nel 1626 per volere di Luigi Marliani, allora proprietario del complesso di Ceregallo. Sul frontone della porta si può leggere l'iscrizione latina LAVS DEO che sembra risalire all'epoca pagana.


Nel prato antistante la cascina si trova il fontanile detto "la peschera" di notevole interesse ambientale. In occasione di lavori di manutenzione si è scoperto che il fondo è acciottolato, il che fa pensare che possa essere stato realizzato già in epoca antica, forse dai monaci abitanti nel monastero una volta esistente all'interno dell'attuale cascina. Purtroppo i documenti storici sulla zona sono particolarmente scarsi e non permettono di verificare questa ipotesi.


Il gruppo ha poi visitato i cortili interni dell'antica cascina di Ceregallo. Da notare i numerosi materiali di reimpiego.

 

Usciti dalla cascina si giunge velocemente presso i resti di una torre probabilmente di epoca alto medievale, detta del Belvedere o Balcone del Re.


La torre sorge su un'area che, si pensa, fosse occupata da costruzioni preesistenti facenti parte di un più esteso sistema di fortificazioni erette dai Romani per contrastare l'opposizione dei Galli Insubri nel III sec. a. C.

Angelica Perego e Gianni Casiraghi, le guide che hanno accompagnato il gruppo
Un sentiero costeggiante l'altopiano porta alla vicina Cappelletta di Sant'Andrea, dove una delle lastre utilizzate a copertura del muretto porta incisa un'iscrizione latina (I-II sec. d.C.).

 

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