sabato 23 agosto 2025

Brianza soffocata dai camion: l’occasione perduta della ferrovia

La prima pagina del settimanale "La Domenica". 22/06/2025

A fine giugno La Domenica, supplemento del Corriere del Ticino, ha denunciato con forza la crisi del trasporto merci ferroviario in Svizzera e i rischi per il Ticino: la chiusura di terminali come Cadenazzo e Lugano-Vedeggio, la fine dell’autostrada viaggiante, la prospettiva di oltre 100.000 camion in più ogni anno lungo l’asse nord-sud.

Ma oggi, ad agosto 2025, il punto è ancora più chiaro: il problema non si ferma ai confini svizzeri. Tocca direttamente la Lombardia, e in particolare Como e la Brianza.

Come ha spiegato Michele Guerra (Pro Gottardo):

«Con AlpTransit il lavoro è stato fatto a metà. Da Lugano a Milano i treni viaggiano su una linea ottocentesca che deve assorbire anche il traffico regionale. Solo il completamento degli accessi potrà davvero favorire il trasferimento dalla gomma alla rotaia».

"Dalla rotaia alla strada". L'amaro titolo del servizio pubblicato su "La Domenica" 

Eppure in Lombardia le risorse vanno altrove: alla costruzione dell’autostrada Pedemontana, ulteriore incentivo al trasporto su gomma. Un investimento che va nella direzione opposta rispetto alla sostenibilità e al corridoio europeo Rotterdam–Genova che AlpTransit dovrebbe garantire.

Il rischio è evidente: senza un potenziamento serio delle connessioni ferroviarie tra Ticino e Nord Milano (linea Lugano–Como–Milano, nodo di Monza, collegamenti con la Brianza), i miliardi investiti in AlpTransit resteranno un’opera incompiuta.
I treni arriveranno veloci al confine svizzero, ma saranno poi costretti a rallentare su linee obsolete e congestionate. Le merci torneranno sulla strada, e i territori di confine pagheranno il prezzo in traffico, rumore e inquinamento.

Quello che a giugno in Svizzera è stato evocato con un “funerale simbolico” per FFS Cargo non è una semplice protesta sindacale: è l’immagine concreta di un futuro in cui il Nord Milano e il Ticino rischiano di essere soffocati dal traffico pesante perché le scelte politiche hanno privilegiato l’asfalto al ferro.

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