lunedì 27 ottobre 2025

La sanità in Brianza: un’infermiera a Desio, le ruspe a Seregno

Rendering del nuovo ospedale di Seregno
Team di progetto: Planet B, Chorus Design
Crediti immagini: Chorus Design

Un sabato nero al pronto soccorso di Desio: una sola infermiera a reggere un reparto intero, ore di attesa, pazienti esasperati, carabinieri costretti a intervenire.
È la fotografia – nitida e impietosa – della sanità pubblica lombarda nel 2025. Altro che “eccellenza”. Qui non mancano i muri, mancano le persone.

 

Prima Monza, 25/10/2025 (leggi qui l'articolo)

E mentre a Desio si contano le ore prima di essere visitati, a pochi chilometri di distanza, a Seregno, si parla – almeno in apparenza – di “discussione aperta” sul futuro ospedale cittadino. Si ascoltano pareri, si promette confronto, si organizzano tavoli tecnici. Ma la verità è che la decisione sembra già presa.

 

Prima Monza, 26/10/2025 (leggi qui l'articolo)

Infatti, l’ASST Brianza ha già incaricato Planet B, in collaborazione con Chorus Design, di realizzare un Concept Design del nuovo ospedale di Seregno.
Il concept design è la fase preliminare del progetto: quella in cui si definiscono forma, collocazione, funzioni e immagine generale dell’opera. Non è un semplice studio di fattibilità, ma un primo passo concreto verso la costruzione.

Rendering del nuovo ospedale di Seregno
Team di progetto: Planet B, Chorus Design
Crediti immagini: Chorus Design

Sul sito di Planet B, nella pagina “La cura come territorio – Il nuovo ospedale di Seregno”, sono già visibili la planimetria dell'area e diversi rendering. L’area individuata è in prossimità del Dosso di Seregno, nell’area verde compresa tra via Montello e la Strada Vicinale a Cassina del Dosso.
In altre parole: mentre i cittadini vengono invitati a partecipare a una “discussione pubblica”, l’area è già stata scelta, e il progetto di massima è in lavorazione.

Localizzazione del nuovo ospedale di Seregno
Team di progetto: Planet B, Chorus Design
Crediti immagini: Chorus Design

Le linee arancione indicano 
il perimetro del parco GruBrìa

Sul sito di Planet B si legge che il nuovo ospedale sarà un “presidio di tutela sull’ampia area verde, riducendo a zero i rischi di successive urbanizzazioni”.
Eppure, proprio quell’area è oggi agricola e non edificata. Per costruirvi sopra un nuovo complesso sanitario sarà necessario consumare suolo vergine, all’interno di una zona di valore ambientale del Parco GruBrìa, uno degli ultimi polmoni verdi della Brianza Centrale.
È difficile parlare di “tutela del territorio” mentre lo si trasforma irreversibilmente in cemento.

Altra contraddizione: mentre si promette un ospedale “nuovo, moderno, sostenibile”, gli ospedali esistenti nel territorio – come quello di Seregno o di Desio – soffrono di carenze di personale, reparti chiusi, liste d’attesa interminabili e pronto soccorso al collasso.
Il rischio è evidente: si investe nelle mura, non nelle persone.

Si parla di innovazione sanitaria, di strutture “smart” e “green”, ma intanto si continua a smantellare ciò che già esiste e funziona a fatica.
Si distruggono campi per costruire nuovi edifici, mentre i pazienti attendono nei corridoi e il personale sanitario abbandona il sistema.
Un paradosso perfetto: si cura il corpo del cittadino devastando un'area verde.

E così la domanda resta lì, ostinata: a cosa serve un ospedale nuovo se non ci sono medici per farlo funzionare?
A che serve moltiplicare i metri quadri se dentro restano i vuoti – fisici e morali – di una sanità che si svuota ogni giorno di professionisti e di fiducia?

I politici, all’unisono, dicono di sì. “È progresso”, sussurrano.
Ma il loro sì suona come l’eco di un altro linguaggio: quello dei cantieri, delle gare d’appalto, delle imprese di costruzione.
Sì, forse avranno un ospedale nuovo da mostrare nei dépliant elettorali.
Ma dentro, se continua così, ci sarà solo il vuoto – come nelle loro promesse.

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