E' trascorso poco più di un anno dalla prima grande manifestazione aresina contro l'accordo di Programma Alfa Romeo organizzata dal Coordinamento Difesa Territorio Area Alfa «Un altro progetto è possibile!» costituito da Difendiamo Arese, Legambiente, Acli territoriali, la Fornace, più vari comitati cittadini, associazioni ambientaliste, organizzazioni sindacali, associazioni di commercianti ed esponenti di diverse forze politiche dei comuni di Arese, Garbagnate, Lainate e Rho, tutti contrari Accordo di Programma per la Riqualificazione dell’area Alfa Romeo (AdP), e poco più di nove mesi dall'analoga manifestazione rhodense, indetta dal Coordinamento per sollecitare i quattro Sindaci a non ratificare l'AdP nei rispettivi Consigli Cominali.
I positivi risultati dell'azione di questi movimenti nati dal basso, espressione di tanti cittadini accomunati dall'interesse per l'ambiente, per la difesa del lavoro, e per il buon governo del territorio, oggi sono sotto gli occhi di tutti: il primo AdP proposto dalla Regione Lombardia è stato bocciato il 13 ottobre scorso (grazie alla mancata ratifica da parte del Consiglio Comunale di Rho, che ha di fatto reso nullo quell'accordo); e con le ultime elezioni amministrative uno dei nostri principali esponenti, Gianluigi Forloni di Legambiente, è entrato a far parte della Giunta Comunale di Rho in qualità di Assessore all'ecologia, ambiente, mobilità e verde pubblico nelle fila di Sinistra, Ecologia e Libertà (per non dire del neosindaco rhodense, Pietro Romano, che ha più volte aderito alle istanze del Coordinamento).
Accanto alla soddisfazioni (mobilitarsi serve, eccome!), non possiamo però tacere le attuali preoccupazioni del Coordinamento, in vista del nuovo Accordo di Programma ripresentato dalla Giunta Regionale il 29 dicembre scorso con un blitz vacanziero “per la riperimetrazione, riqualificazione e la reindustrializzazione dell'area ex Fiat-Alfa Romeo”, firmato da un nuovo comitato di cui fanno parte, insieme a Regione Lombardia, Provincia di Milano e ai proprietari delle aree coinvolte (ABP, Aglar, Zaffiro2000), i soli Comuni di Arese e Lainate, mentre non compaiono più quelli “non allineati” di Rho e Garbagnate. Il nuovo Accordo, secondo quanto si legge sul documento emanato dalla Regione, si dovrà definire entro il 31 dicembre prossimo. Per questo il nostro Coordinamento Difesa del territorio esprime i seguenti timori:
A - L'assenza dei Comuni di Rho e Garbagnate nell'attuale Comitato per l'Accordo di Programma, e la presenza di tre gruppi privati, non renderà del tutto prevalenti gli interessi economici degli investitori, a svantaggio delle richieste e degli interessi dei cittadini (vedi salvaguardia del territorio, dell'ambiente, dell'occupazione e del commercio locale)?
B - Nella delibera regionale del 29 dicembre riguardante il nuovo AdP non si leggono novità sostanziali in linea con le richieste del territorio (rispetto e valorizzazione ambientale e industria di qualità). Dato che nella stessa delibera “si prevede la partecipazione di associazioni, organizzazioni e gruppi presenti sul territorio”, perché il nostro Coordinamento (che ha come slogan «Area Alfa, un altro progetto è possibile» ed è sempre stato in prima fila nello studio di nuove proposte per l'area) non è ancora stato convocato né coinvolto quale interlocutore?
C - Secondo la presentazione fatta dalla Commissione urbanistica del Comune di Arese, il progetto viabilistico relativo al nuovo AdP è totalmente delegato alla Provincia. Si terrà conto anche in quella sede delle richieste dei cittadini di Arese che in 4.000 hanno firmato una petizione e detto NO alla tangenzialina (una delle ipotesi viabilistiche più quotate per l'Area Alfa)?
D - Visitando le zone intorno all'ex Alfa si nota che da tempo sono già iniziati lavori di ristrutturazione dell'area, senza che sia stato pubblicamente presentato alcun progetto, sul quale i cittadini possano esprimere il loro parere con Osservazioni e valutazioni. Cosa si sta facendo attualmente all'ex Alfa?
Giriamo questi nostri timori agli amministratori Regionali, Provinciali e dei Comuni coinvolti (che riceveranno in copia questo comunicato). E nel contempo auspichiamo che il Comune di Rho torni ad essere un interlocutore a pieno titolo inserito nell’AdP.
Lo sgarbo istituzionale fatto dalla Regione Lombardia, che invece di prendere atto delle ragioni dei rhodensi e della sua assemblea elettiva - il Consiglio Comunale - decide di escludere il Comune di Rho dal nuovo Accordo di Programma, è un comportamento degno dei peggiori clientelismi. Tanto che la Regione che è passata con estrema disinvoltura dal “polo della mobilità sostenibile” (il vecchio progetto AdP), al centro commerciale più residenza senza alcun rispetto per i reali bisogni del territorio.
La coalizione che ha vinto a Rho ha sempre osteggiato l’AdP Alfa. Ma d’altro canto analoghe posizioni critiche erano state espresse anche dalla Lega e da Gente di Rho, le due liste che sostenevano Fabrizio Cecchetti, candidato sindaco della Lega Nord arrivato al ballottaggio con il sindaco Romano.
Il Coordinamento auspica quindi di poter aprire una collaborazione costruttiva con l’amministrazione rhodense che, indipendentemente dall’essere inclusa o meno dall’AdP, vedrebbe il suo territorio e il proprio tessuto economico fortemente penalizzati dal nuovo/vecchio progetto del mega centro commerciale.
E conclude Sara Belluzzo, presidente del Comitato Difendiamo Arese (una delle componenti del Coordinamento): «E' nostra intenzione continuare a far sentire forte e chiara agli amministratori locali la voce dei tanti cittadini che si oppongono all'idea che una così vasta area industriale, un tempo fiore all'occhiello dell'industria automobilistica italiana, si riduca a un mega centro commerciale e a un'ampia area residenziale, cancellando di fatto la vocazione industriale della struttura. Ma soprattutto, vigileremo su eventuali nuovi progetti di viabilità e sul loro impatto sul territorio (vedi l'inutile tangenzialina che potrebbe lambire il centro abitato di Arese, non ancora cancellata dai vari progetti urbanistici): su questi temi non molleremo di un centimetro».
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