venerdì 28 febbraio 2014

Le furie rosse e i problemi del Lambro

Frits Thaulow ( Mulino ad acqua, 1892)
Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera aperta indirizzata ad Eleonora Frigerio, Presidente del Parco Valle Lambro.

L'autore è Carlo Annoni, docente di Letteratura italiana all' Università Cattolica di Milano, oggi in pensione. Nato a Carate Brianza, pescatore, studioso di Parini e Manzoni, non poteva non innamorarsi del Lambro. Negli anni Novanta, con un gruppo di amici, fondò l'associazione "Lambro opera d'arte": con migliaia di volantini e attraverso una sorta di reportage settimanale sulle pagine de "L'Esagono", storico periodico della Brianza, le  parole di Carlo Annoni denunciarono pubblicamente il degrado progressivo del nostro fiume.  


Cara Presidente,

ho visto con ritardo il calendario 2014 del Parco e la sua articolessa di presentazione: le furie rosse della formula 1 e del moto gp sarebbero il centro mondiale del Parco, perché di fama mondiale. Barbarie, mi creda, lascia pensosi e sgomenti; del resto non credo mai che Lei abbia assistito, senza cuffie, a una partenza: avrebbe fatto un pieno di rumore da lasciarla stordita per più giorni, e di aggressività feroce. Nulla a che vedere con un parco fluviale. Io credo che la presenza di questi impianti così detti sportivi, in un parco fluviale, sia come un bordello in una Cattedrale, come il Duomo di Milano trasformato in una casa di baldracche. Mi scusi ma voglio essere interamente sincero. Comunque, non tema, alla mia veneranda età so che le battaglie contro i mulini a vento non sono da fare e non Le chiederò di farsi promotrice di qualsivoglia iniziativa per l’allontanamento dell’autodromo e del motodromo. Aggiungo, perché sicuramente Le è sfuggito, e del resto l’inchiesta è stata fatta sparire, dal momento che bisness is bisness, questo fatto sinistramente singolare: una specie di contagio rosso-sangue che accompagna i gran premi in tutto il mondo. Monza, gran premio d’Ungheria, del Brasile, del Giappone, d’Australia, ecc. sono contrassegnati tutti sistematicamente, la settimana successiva alla manifestazione, da aumenti di incidenti stradali nella viabilità ordinaria. Veda un po’ Lei. Ma passo ai problemi del Lambro e specificherò in commi:
  1. Bisogna separare tecnicamente le fognature che portano acque chiare da quelle che portano acque luride e avviare solo queste seconde ai depuratori.
  2. Avviare solo le acque luride, dunque, ai depuratori, ma non versarle ancora semiluride nel fiume: il depuratore diventa così inquinatore, portatore di morte di qualsiasi vivente.
  3. I depuratori devono scaricare solo acque limpide, collettando i residui che non riescono a trattare, avviandoli in un luogo apposito di cui parlerò subito dopo.
  4. Queste cose non sono farina del mio sacco ma appartengono alla scienza e alla conoscenza del fiume Lambro dell’amico Luciano Erba, il quale va da sé ignora di essere da me citato. Se ne avvalga: non c’è nessuno che ne sappia amorosamente quanto Lui. Ci dia il capolavoro signora e, pensi potrebbe essere la gemma più pregiata della sua carriera politica.
Italo Calvino ha scritto una frase memorabile. La seguente: “ L’Inferno è quello che formiamo noi  uomini, vivendo. Come si fa a diradare l’Inferno? Bisogna cercare nell’Inferno ciò che Inferno non è e fargli spazio e dargli luce “. Ecco, sarebbe necessario che Lei contrattasse con l’autodromo fondi per attrezzare un laboratorio fine dove trattare i residui dei depuratori lungo il Lambro che i depuratori stessi non riescono a trattare ( quelli di cui parlavamo sopra ), spremendo le ultime gocce di acqua pulita e avviando il resto al suo destino di rifiuto speciale. L’asta del fiume deve essere toccata solo da acque pulite. Non so se Lei abbia mai visto gli scarichi attuali dei depuratori lungo tutto il Lambro fino a Monza: sembrano le fosse d’Acheronte di memoria dantesca.
Ci dia il capolavoro Signora!

Mi raccomando: non scambi per arroganza ciò che è solo speranza.

Con anticipata gratitudine,

Carlo Annoni

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