lunedì 25 marzo 2019

Incendio alla discarica di Mariano Comense: l'impianto va chiuso definitivamente!


di Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” 

La discarica di Mariano va chiusa definitivamente, altro che proroghe!

Siamo molto preoccupati per il gravissimo incendio verificatosi oggi presso la discarica di Mariano Comense. Oltre ad esprimere apprensione per l’operatore ferito, la nostra preoccupazione è rivolta alle conseguenze ambientali e sanitarie che l’incendio potrebbe aver causato. 
Intatti, in attesa di capire quali siano state le cause dell’incendio (se doloso o meno), vanno valutati i danni ecologici e sanitari.

L’incendio dei rifiuti è una delle attività più dannose per l’ambiente e per la salute umana: infatti dalla combustione incontrollata di rifiuti si possono sviluppare sostanze tossiche, tra cui le pericolosissime diossine.



Inoltre denunciamo che quello verificatosi oggi a Mariano è solo l’ultimo di una serie di incendi: i precedenti si erano verificati a febbraio dello scorso anno. Allora ci eravamo premuniti di chiedere informazioni agli Enti preposti (ARPA, Provincia, Comune), senza però ricevere risposte esaustive sulle cause e sulle conseguenze dell’incendio di un anno fa.

Inoltre la “casualità” di questo incendio, verificatosi a pochi giorni dalla chiusura definitiva della discarica, ci pone forti dubbi. 

Per questo lanciamo questo appello agli Enti di controllo. Anzitutto si verifichino con dovizia i danni sull’ambiente (sulla qualità dell’aria, ma anche in relazione alle ricadute al suolo) e sulla salute umana.

E contemporaneamente deve essere effettuata un’indagine seria sulle cause dell’incendio, a partire dalle modalità di conduzione delle attività di conferimento rifiuti di questi ultimi giorni. Infatti, se anche dovesse essere accertata la non dolosità dell’incendio, la condizione atmosferica di questi ultimi giorni (secco, unito al vento) doveva necessariamente prevedere estrema attenzione e perizia nelle fasi di conferimento e di movimentazione dei rifiuti presso la discarica. 
 
Chiediamo pertanto alle Istituzioni e agli inquirenti di fare luce al più presto sulle cause e sulle conseguenze dell’incendio in discarica.

Discarica che, lo ripetiamo, doveva essere CHIUSA già anni fa! Malauguratamente si è preferita la strada delle proroghe, che hanno comportato questi pericolosi incendi!

2 commenti:

  1. Per precauzione chiudere le finestre e non stare a lungo all'aperto. Con questo vento vanno bene le precauzioni anche se il rischio di inalazione è contenuto. Evitiamo soprattutto attività aerobiche (corsa e bicicletta ma anche lavori pesanti). Il problema sarà la ricaduta al suolo, nel suolo e nella vegetazione, dei microinquinanti di cui noi a Meda abbiamo particolare esperienza e che ARPA non misurerà specificatamente. Non siamo ancora in stagione orticola ma se qualcuno avesse primizie... "eviterei". Come eviterei uova da allevamenti a terra. Non mi pare ci siano allevamenti zootecnici sulla direttrice di ricaduta dei fumi e delle polveri, Nel caso anche il latte..

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  2. INCENDIO DISCARICA MARIANO COMENSE

    Legambiente: “Si accertino subito le responsabilità, siamo difronte ad un danno ambientale. A rischio sicurezza e salute di cittadini e territorio”

    È preoccupante la situazione a Mariano Comense dopo l’incendio divampato ieri nella discarica di rifiuti: il forte vento ha propagato il fumo rendendo l’aria irrespirabile. Le cause dell’incendio sono in fase di accertamento, ma questa discarica aveva già subito due incendi in meno di una settimana nel 2018 e secondo le testimonianze raccolte dagli abitanti del posto, nelle ultime settimane si è assistito ad un via vai di camion che hanno scaricato grandi quantità di materiali, tanto che il fronte della discarica risultava visibilmente modificato.

    «Si tratta dell’ennesimo caso di incendio in una discarica di rifiuti indifferenziati – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia -. Le dinamiche e le cause devono essere accertate al più presto per individuare eventuali responsabilità di quello che a tutti gli effetti potrebbe essere un reato ambientale. Quel che è certo è che ancora una volta ci troviamo difronte ad un evento drammatico dove a farne le spese sono la salute dei cittadini e l’ambiente: siamo preoccupati per l’incremento di episodi di questo tipo. È necessario uno sforzo ulteriore da parte dell’autorità giudiziaria e di controllo per comprendere se esiste un filo conduttore tra tutti questi casi. Torniamo a chiedere a gran voce la chiusura di discariche obsolete, insicure, ai confini di aree abitate».

    Secondo i vigili del fuoco ci vorranno alcuni giorni per domare le fiamme e evitare che scoppino altri focolai, la discarica sorge vicino all’abitato e la zona boschiva è a rischio. Siamo difronte ad un disastro ambientale dettato ancora una volta da una gestione dei rifiuti insostenibile.

    «Troppo spesso in Brianza assistiamo a miasmi, fumate nere e odore di materiali plastici bruciati: chiediamo maggiori controlli - dichiara Antonello Dell’Orto, del direttivo del circolo di Legambiente Seregno -. Non vorremmo che le discariche venissero consideraste al pari di capannoni industriali, che abbiamo già assistito bruciare nei mesi scorsi, che diventano luoghi di stoccaggio di materiali che non si sa dove conferire. Serve una gestione più oculata dei rifiuti, in particolare quelli plastici».

    Assistiamo ad un paradosso: le aziende a rischio di incidente rilevante inserite nel censimento ufficiale che recepisce la direttiva europea Seveso III vengono costantemente monitorate secondo un rigido protocollo, rispetto ad altre che trattano materiali altrettanto pericolosi o, come in questo caso, rifiuti speciali, ma il cui ciclo produttivo è sottoposto solamente ad Aia (Autorizzazione integrata ambientale). Cresce la preoccupazione per tutte quelle realtà che si trovano in una zona grigia e non sono costantemente controllate.


    Ufficio stampa Legambiente Lombardia

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