venerdì 10 maggio 2019

Linate chiude per tre mesi: rumore e traffico congestionato trasferito su Malpensa


L'aeroporto di Linate sta per essere chiuso per ben 12 settimane, tra il 27 luglio e il 27 ottobre, al fine di consentite di riasfaltare la pista di Linate lunga 2.400 metri, di rimodernare i cancelli delle partenze e sostituire l’impianto di smistamento dei bagagli. Spesa totale: 70 milioni di euro.

Il problema vero però, questa volta, non sono i soldi ma i tempi. Tre mesi in cui lo scalo di Malpensa verrà preso letteralmente d'assalto dagli aerei, passando da 550 a 900 movimenti giornalieri medi, tra arrivi e partenze, mentre i passeggeri, passeranno da 80mila a 120 mila.

Si è parlato delle pesanti conseguenze della prossima chiusura dello scalo cittadino di Linate nella conferenza stampa che si è svolta questa mattina al piano partenze del Terminal 1 di Malpensa, alla presenza di Elena Grandi, capolista di Europa Verde per il Nord Ovest alle elezioni europee del 26 maggio, di Dario Balotta, candidato nella stessa lista e di Monica Frassoni, co-portavoce dei Verdi europei.

“La crescita esponenziale dei voli su Malpensa farà sì che il rumore andrà alle stelle nell’area, il traffico automobilistico, su strade già congestionate, andrà in tilt, e i parcheggi provvisori intorno allo scalo comporteranno nuovo consumo di suolo” ha detto Dario Balotta, che si è chiesto “perché per rifare la pista di Linate occorrono tre mesi quando per rifare la pista, più lunga, di Orio al Serio (2.700 metri) sono bastate tre settimane e 50 milioni di euro?”.

Gli esponenti dei Verdi chiedono quindi alla regione e alla Sea di valutare la possibilità di dimezzare i tempi di trasferimento, da 90 a 45 giorni, e di attivare un tavolo con i Comuni per discutere come minimizzare l’impatto del trasferimento su popolazione e passeggeri. Chiedono poi l'attivazione di una navetta dai comuni di Somma Lombardo, Cardano al Campo e Gallarate verso Malpensa per ridurre l’uso dell’automobile da parte di dipendenti e passeggeri locali.

“Ci mobiliteremo a Bruxelles per risanare le ferite che il territorio ha subito, a partire dalla mancata riscossione delle tasse sul rumore che lo Stato si è trattenuto per gestire la mai finita crisi di Alitalia” ha detto Monica Frassoni.

Elena Grandi, portavoce nazionale dei Verdi e capolista per la circoscrizione del Nord Ovest ha poi ricordato l’aumento esponenziale dei voli in Europa (+80% tra il 1990 e il 2014) che si farà sentire ancora di più nei prossimi 20 anni, fatto che comporterà nel 2025 una produzione a livello mondiale tra gli 1,2 e gli 1,4 miliardi di tonnellate di CO2. “E questo senza che nessuna compagnia europea se ne stia preoccupando” ha detto Grandi che ha aggiunto: “C’è bisogno di una correzione di rotta e che a partire dall’Europa si riducano le emissioni incentivando l’uso del treno, rendendolo attrattivo come l’aereo in termini di tempi di percorrenza e di costi di gestione”.

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