lunedì 19 maggio 2025

Mobilitazioni contro l’“Italian Raid Commando 2025”: cresce il fronte pacifista in Brianza


Si allarga il fronte del dissenso nei confronti dell’evento “Italian Raid Commando 2025”, previsto dal 23 al 25 maggio nelle province di Monza e Lecco. Sono numerose le associazioni, i movimenti e le realtà locali che hanno preso posizione contro quella che definiscono una pericolosa deriva militarista.

L’esercitazione, organizzata dall’UNUCI (Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia), coinvolgerà 300 soldati, tra personale in servizio, riservisti NATO e ufficiali in congedo, con una serie di simulazioni militari su territorio civile e una parata prevista nella mattinata del 25 maggio 2025 nel centro di Monza. L’obiettivo ufficiale dell’iniziativa è quello di mostrare le potenzialità delle riserve nell'affiancare le Forze Armate italiane nella costituzione di una Riserva Operativa.

Contro questa iniziativa si sono schierati:

  • Monza per la Pace, che ha organizzato flash mob e volantinaggi denunciando la presenza di sponsor dell’industria bellica e il coinvolgimento delle scuole;
  • Sinistra Italiana Lombardia, che ha criticato l’evento per il suo impatto culturale ed etico, ritenendo inaccettabile l’impiego di risorse pubbliche per simili scopi;
  • ANPI, che ha espresso preoccupazione per la militarizzazione del territorio e ha richiamato alla necessità di difendere i valori della Resistenza e della pace;
  • Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, che ha denunciato l’uso di ambienti scolastici per diffondere una cultura della guerra;
  • FOA Boccaccio di Monza, che ha indetto un presidio per il 22 maggio a Briosco con lo slogan “sabotare la guerra”, criticando il tentativo di normalizzare la presenza militare nei contesti civili.

A questi si aggiunge il Partito della Rifondazione Comunista, che ci ha fatto pervenire un comunicato nel quale definisce l’evento “macabro e inquietante”. Il PRC condanna con fermezza l’iniziativa dell’UNUCI, giudicandola politicamente ed eticamente inaccettabile, soprattutto in un momento storico segnato da guerre come quelle in Palestina, Ucraina e Sudan. Il partito denuncia il rischio di una “militarizzazione delle coscienze”, lancia un appello alla creazione di Comitati unitari contro la guerra e rilancia la proposta di aumentare la spesa pubblica per sanità, salari e ambiente, e non per le armi.

“No alla cultura di guerra. No alla militarizzazione delle scuole e dei territori. No all’Italian Raid Commando.”
Questo il messaggio che unisce le diverse voci in mobilitazione sul territorio.

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