domenica 28 settembre 2025

Videoescursione lungo il Tarò-Certesa: natura, memoria e riflessione dopo l’alluvione


Dopo l’alluvione del 22 settembre, che appena sei giorni fa ha colpito duramente i comuni brianzoli e in particolare Meda, si terrà un’escursione nell’area del Bosco delle Querce di Seveso e Meda in occasione della Giornata Mondiale dei Fiumi. A guidarla sarà il geologo Gianni Del Pero, che ha voluto far precedere l’appuntamento da una videoescursione pubblicata su YouTube: un racconto lungo i tratti più a monte del Terrò-Tarò-Certesa per aiutare a comprendere meglio cosa è accaduto e perché questi corsi d’acqua esondano.

Il programma dell’evento (cliccare qui) prevede una camminata guidata di circa 4 km (compatibilmente con la percorribilità dei sentieri dopo l’alluvione), lungo le sponde del Tarò-Certesa, all’interno del Bosco delle Querce nei comuni di Meda e Seveso, fino al Paradiso Verde, con rientro lungo le ciclopedonali. L’iniziativa è promossa da WWF Lombardia, Teatro In-folio e Comitato Parco Regionale Groane-Brughiera, con l’obiettivo di capire insieme le cause delle esondazioni, valutare se sia possibile ridurne gli effetti e, soprattutto, riaffermare la necessità di rispettare i corsi d’acqua.


La videoescursione prende avvio da Mariano Comense, dove “dietro questa collina che anticipa la collina naturale della Bughiera Briantea scorre la Roggia Vecchia, un torrente che negli anni precedenti all'urbanizzazione innondava la sua pianura alluvionale, l'area golenale. Poi dopo le grandi costruzioni che hanno interessato tutta la pianura, è stato necessario proteggere il territorio urbanizzato mediante questi nuovi argini rialzati”. Una protezione che, però, ha conseguenze: “tutta l'acqua contenuta nella Roggia Vecchia a questo punto confluisce più velocemente verso valle, non si lamina, non si sparge all'esterno e quindi sovraccarica il torrente già saturo d'acqua”.

Camminando lungo la Roggia Vecchia si incontrano le opere di difesa idraulica e gli argini artificiali. Nonostante l’intervento dell’uomo, restano lembi di naturalità “molto apprezzati dall'airone cenerino che trova qui il suo habitat parzialmente invaso dall’homo 'poco' sapiens”. Poco più avanti si incontra il ponte costruito sopraelevato, “tenendo conto delle problematiche idrauliche che possono essere indotte da un torrente durante gli eventi atmosferici estremi, sempre più intensi e sempre più frequenti”.

La narrazione si sofferma poi sullo scarico dell’impianto di depurazione, che diventa paradossalmente la sorgente del Terrò: “Il torrente Terrò per 11 mesi all’anno è asciutto e solo in occasione di eventi atmosferici estremi, sempre più intensi e sempre più frequenti, viene alimentato in condizioni naturali. La tubazione di scarico è il primo apporto di acqua nel torrente che a monte invece risulta sempre secco”.

Il percorso attraversa Cabiate, dove si osserva il lavoro di rinaturalizzazione e gli interventi di pulizia della 'Busa' che hanno “svolto una buona funzione di trattenimento del trasporto solido”. Nonostante ciò, “la piena è stata decisamente rilevante”.

Il cuore del racconto è Meda, tra i luoghi più colpiti dall’alluvione del 22 settembre: “Il torrente di Via Luigi Rho, la sua confluenza nel 'torrente' di via dei Mille e la fuga lungo via Marsala, i 'nuovi corsi d’acqua' di Meda… dal ponte di via Cialdini, tre giorni dopo l’alluvione, il torrente ha ancora una portata elevata e la torbidità delle acque notevole, segno di un trasporto solido dalla collina e dai comuni a monte”.

Infine, il Tarò lascia Meda e diventa Certesa, entrando nel Bosco delle Querce di Seveso e Meda. Qui, nonostante i segni della piena, “i germani reali apprezzano questo ambiente quasi naturale”.

La videoescursione è dunque un invito a guardare con occhi diversi i corsi d’acqua, comprendendo le fragilità che le urbanizzazioni e i cambiamenti climatici hanno accentuato, ma anche la resilienza della natura che resiste e convive con noi.

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