mercoledì 26 settembre 2012

Il WWF in prima linea nella difesa del Lambro


Il WWF si è costituito parte civile nel processo per l’episodio dell’inquinamento del Lambro del febbraio 2010.

Paola Brambilla Presidente WWF Lombardia, dichiara: “Il WWF chiede un risarcimento del danno di almeno 200.000 euro, da destinare alle tenaci e importanti azioni di tutela del fiume che l'associazione porta avanti in prima persona da decenni nell'interesse di tutti i cittadini lombardi, per un ambiente vivo e sano”.

I fatti contestati sono gravissimi: gli imputati  hanno intenzionalmente svuotato i propri serbatoi di idrocarburi sui piazzali della ditta e intenzionalmente li hanno diretti verso i collettori con recapito finale  nel fiume Lambro, sperando cosi di nascondere una colossale evasione fiscale: i prodotti petroliferi stoccati nei serbatoi erano superiori a quelli dichiarati, grazie a una doppia contabilità che avrebbe consentito alla società di risparmiare  imposte per 5 milioni di euro. Senonché i quantitativi stoccati eccedevano anche quelli dichiarati ai fini della legge Seveso, che disciplina gli impianti a rischio di incidente rilevante, così da fare apparire che l'azienda fosse sotto soglia per evitarle i controlli previsti appunto da tale normativa. Le indagini hanno anche permesso di scoprire come, fingendo di coordinare i soccorsi, i titolari  avevano dato ordine agli operai intervenuti di versare l'acqua sugli idrocarburi presenti sul terreno con lo scopo di aumentare i quantitativi del prodotto disperso e far perdere le tracce degli ammanchi (..) così causando la tracimazione del prodotto.

Il WWF si costituisce parte civile perché  è stato da sempre in prima linea nella difesa di questo fiume: negli anni 90 ha creato l'oasi di Montorfano a  Melegnano, riqualificando un'area di esondazione del fiume, nel 1995 ha lanciato il dossier sul Lambro evidenziando lo stato critico di salute dell'ecosistema e dando il via ad un'azione istituzionale di lento recupero, negli anni successivi anche grazie all'azione della sezione WWF Sud milanese  ha continuato monitoraggi ittici, idrici e faunistici del fiume; il giorno dopo l'evento i volontari e le guardie del WWF hanno recuperato la fauna selvatica imbrattata dall'ondata nera, ricoverandola presso il centro di recupero degli animali selvatici CRAS WWF di Vanzago, dove sono stati curati sino a maggio, quando sono stati liberati.

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