sabato 14 settembre 2013

Proposta per la gestione del verde pubblico ai tempi della crisi economica


di Mauro Brivio, segretario del Partito Democratico di Seregno

La gestione del verde pubblico a Seregno in questi mesi si è dimostrata un punto debole per la città: il sistema del verde urbano realizzato nel corso degli anni porta incalcolabili benefici, ma comporta anche oneri significativi, e poiché il Patto di Stabilità ha indotto l’amministrazione a tagliare le spese per il suo mantenimento, la carenza di manutenzione ne causa ciclicamente il degrado.

Sebbene in questi anni una maggiore sensibilità per i temi ambientali abbia permeato l’opinione pubblica e i decisori (anche se le lotte contro le speculazioni interessate non sono finite), ancora oggi è diffusa l’idea che il verde pubblico sia soltanto un lusso costoso e improduttivo. Non è così: ormai perfino i modelli economici più avanzati e gli strumenti con cui misuriamo economia e ricchezza tengono conto dei benefici che esso comporta, direttamente o indirettamente, per l’ambiente e per la qualità della vita, oltre che per la stessa economia e ricchezza di un territorio.

Ne consegue che anche la percezione degli amministratori deve cambiare: quello del verde pubblico non può essere considerato soltanto un capitolo di bilancio da tagliare quando le risorse scarseggiano, così come per la stessa ragione a Seregno nessuno si sognerebbe di lasciare che le strade e le piazze siano coperte dai rifiuti per limitare le spese.

Ma evidentemente il problema si pone: è un problema di sostenibilità finanziaria e capacità gestionale, ma anche di sostenibilità ambientale. Posto che l’arresto del consumo di suolo ed il consolidamento del verde urbano sono una priorità per Seregno, occorre ora riflettere sul tipo di suolo e di verde utile e desiderabile per la città: la prospettiva di decrescita economica del Paese e la riduzione delle risorse delle municipalità ci consentono di realizzare ancora oggi un verde pubblico che necessiti di molta cura e manutenzione? Le estati sempre più calde e le crisi idriche che periodicamente svuotano i fiumi e danneggiano l’agricoltura della nostra regione rendono sostenibile un verde che richieda abbondanti irrigazioni? L’importazione di funghi e parassiti delle piante dal resto del mondo, e la diffusione crescente di allergie non ci impongono di ragionare su essenze diverse per la città?

Sono domande che poniamo alla città e alle sue istituzioni al fine di promuovere una riflessione sul tema, e con questa proposta portiamo un primo contributo, che muove da tre convinzioni:
  1. Che sia possibile ottenere risparmi sulla manutenzione del verde pubblico senza degradarlo;
  2. Che il sistema del verde esistente debba essere riconsiderato ed adeguato alle mutate esigenze;
  3. Che il verde urbano debba e possa crescere e consolidarsi, anche senza oneri per il pubblico.

Riduzione dei costi per la manutenzione

1. Censimento di alberi e filari della città al fine di individuare ed escludere dalla manutenzione ordinaria (cicli stagionali di potatura) quelli siti in spazi sufficientemente ampi da consentire uno sviluppo delle fronde che non rechi danno.

2. Analogo censimento di prati e suoli all’interno dei parchi del Meredo e del Dosso (PLIS), al fine di individuare e ridurre il numero di tagli dell’erba annuali per quelli sottoutilizzati e di prevalente valore paesaggistico.

3. Adozione volontaria di limitati spazi pubblici (giardini di quartiere, rotonde, isole spartitraffico etc.) per determinati periodi da parte di privati cittadini, associazioni o aziende a fronte di una manutenzione costante dei luoghi, con possibili benefici in termini di servizi erogati a livello comunale (ad esempio la concessione in uso di orti urbani a singoli cittadini, di spazi pubblici alle associazioni e di spazi pubblicitari secondo forme e modalità predeterminate).

4. Riforma del bando di gara per l’affidamento della manutenzione del verde pubblico in consorzio con altri comuni, al fine di ridurne i costi.

5. Introduzione per i cittadini (su richiesta e in un determinato periodo annuale) del diritto di legnatico (indirizzato e assistito dalle guardie ecologiche) orientato al mantenimento e alla pulitura ciclica di aree e fasce boscate del PLIS.

6. Obbligo per il cittadino (pena sanzione amministrativa) di mantenere pulita e ordinata la porzione di marciapiede o passaggio pedonale antistante al proprio stabile e di manutenere griglie, colletti e piedi degli alberi, al fine di garantire funzionalità e decoro dei passaggi per i pedoni.
Adeguamento del verde pubblico esistente

7. All’interno degli spazi residuali legati alla viabilità (svincoli, rotonde, spartitraffico etc.), laddove ciò non limiti la sicurezza stradale, sostituzione progressiva dell’erba e delle essenze presenti che richiedano irrigazione e manutenzione con essenze diverse, che non necessitino manutenzione e capaci di sopportare calore e siccità estiva.
Ampliamento e consolidamento del sistema del verde urbano

8. Dove necessario riutilizzo, per la sistemazione di nuovo verde urbano, di arbusti, cespugli ed alberi già collocati inopportunamente (spesso in modo sparso, rarefatto e incoerente) all’interno di spartitraffico e aiuole o ai margini delle strade.

9. Incremento del numero di orti urbani pubblici (da realizzarsi a costo zero per l’amministrazione, con il coinvolgimento dei cittadini richiedenti e senza dequalificare aree pregiate di verde) fino ad esaurimento della domanda, con contestuale rimozione di quelli abusivi, proliferati in particolare nelle aree urbane residuali ai margini di infrastrutture.

10. Elaborazione di piani quinquennali di forestazione urbana (completamento e ricostituzione di filari di alberi nei viali e nei parchi, forestazione dei margini del PLIS etc.) su aree pubbliche e private (attraverso adeguate convenzioni), da realizzarsi anche in assenza di risorse tramite la donazione gratuita di essenze vegetali da parte dell’Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste tramite il coinvolgimento attivo di cittadini, associazioni, scuole etc.

11. In concerto tra il Comune di Seregno ed il Gruppo AEB, con il coinvolgimento di coltivatori diretti e operatori del verde, valutazione e studio di fattibilità per:
  • L’insediamento di una fattoria didattica all’interno del Parco del Meredo o del Dosso, che affianchi all’attività produttiva una serie di funzioni civiche (vendita di prodotti al dettaglio, prelievo dei prodotti direttamente in campo, ricezione di scolaresche etc.), tra cui in primis la cura del territorio nel quale è insediata (aree pubbliche comprese, senza oneri per il Comune).
  • La realizzazione di una centrale a biomasse (ampliando se possibile la rete di teleriscaldamento) alimentata con combustibile (biomassa vegetale) prodotto a ciclo rotativo biennale o triennale nei terreni agricoli e del PLIS che insistono su Seregno e nei comuni limitrofi, al fine di sgravare l’amministrazione dagli oneri di manutenzione dei parchi e di rendere economicamente produttivi suoli agricoli oggi coltivati solo grazie ad ingenti sovvenzioni pubbliche.
 12. Nella logica di un utilizzo degli oneri di urbanizzazione derivanti dal comparto edilizio ai soli fini della spesa strutturale, destinazione di una quota di tali oneri non inferiore al 25% finalizzata ad opere di compensazione ambientale.

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