domenica 2 marzo 2014

Lezioni della memoria a Monza

dal 17 marzo al 23 marzo 2014
Monza, Urban Center via Turati 6 (sala espositiva e sala convegni)

L’iniziativa prende le mosse dalla volontà di ricordare i disastri del Vajont (1963) e della Diga del Gleno, in Val di Scalve (1923). Il primo, da considerare la più grande tragedia del secolo in area alpina e il secondo che è invece indimenticata vicenda di sfruttamento incontrollato delle risorse e degli uomini all’inizio del ‘900, in Lombardia. Inoltre sono documentati gli avvenimenti realtivi al crollo della diga di Ortiglieto, a Molare (1935) e alla tragedia della Val di Stava, causata da un cedimento degli argini di un bacino minerario (1985).

La mostra consiste sezioni tematiche relativi a tutte e quattro le tragiche vicende connesse alle dighe, avvenute nel ‘900 nel nord Italia:
  1. “L’acqua, la morte, la memoria” (Comunità Montana Val di Scalve – ISREC) mostra in 20 pannelli sul disastro della diga del Gleno, in provincia di Bergamo, il 1 dicembre 1923, la prima grande tragedia di questo tipo in Europa;
  2. Documentazione fornita da V.Bonaria (www.molare.net) relativa al disastro della diga secondaria di Molare (AL), al Lago di Ortiglieto, il 13 agosto 1935;
  3. “La storia del Vajont - La conoscenza della frana attraverso le foto di E.Semenza” (mostra in 13 pannelli tipo roll-up), documento storico importante sulle vicende che hanno condotto alla frana e inondazione del Vajont, il 9 ottobre 1963, con il suo cupo esito di distruzione e di ben 1910 vittime accertate;
  4. “Itinerario didattico” (in 15 pannelli tipo roll-up) e documentazione fornite dalla Fondazione Stava85, illustrativi della tragedia causata dal cedimento dei bacini delle miniere di Prestavel, in Val di Stava, il 19 luglio 1985.
Un ricordo è dedicato anche al crollo della diga di Malpasset e alla inondazione di Frejus, in Costa Azzurra, il 2 dicembre 1959.

Alla mostra delle “memorie” si associa una occasione di riflessione, cioè il Seminario di approfondimento del 22 marzo (“Memorie al presente”), che propone approfondimenti e attualizzazione dei temi sollecitati dai fatti del ‘900. La data coincide, inoltre, con la “Giornata Mondiale dell’Acqua 2014”, con un forte collegamento tra le vicende storiche e il tema della corretta gestione della risorsa idrica nelle aree alpine. E’ prevista una fase seminariale con due interventi principali e due testimonianze (dalla Val di Scalve e dalla Val di Stava) e una tavola rotonda a più voci sui temi di attualità.

Interverranno, tra gli altri:
  • Giovanni B. Crosta, professore ordinario geologia applicata (Sett. GEO/05), Dipartimento Scienze Ambiente e Territorio e Scienze della Terra – Università degli Studi di Milano Bicocca
  • Giorgio Temporelli, fisico, divulgatore scientifico, scrittore, esperto del settore idrico e autore dell’opera “Da Molare al Vajont – Storia di dighe”, Fondazione AMGA, Erga Ed. Genova 2011
  • Dario Fossati, Regione Lombardia, Direzione Generale Territorio, Urbanistica e Difesa del Suolo, U.O. Difesa del Suolo
  • Andrea Di Stazio, Direzione Generale per le Dighe e le Infrastrutture idriche ed elettriche del Ministero Infrastrutture e Trasporti e/o ing. Silvia Castelli, Direzione Generale Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile (da confermare)
  • Carlo Enrico Cassani, Regione Lombardia, Direzione Generale Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile
  • Carlo Brambilla, esperto Commissione Centrale Tutela Ambiente Montano del CAI
  • Angelo Bendotti, Presidente dell’Istituto bergamasco Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea (ISREC), a proposito della vicenda del Gleno
  • Graziano Lucchi, presidente della Fondazione Stava 1985 onlus
Lo scopo di tutta l’iniziativa è dunque quello di mantenere vivo il ricordo di fatti tragici che hanno segnato la vita delle popolazioni alpine nel secolo scorso, sottolineando le cause scatenanti, connesse allo sfruttamento non regolato delle risorse della montagna, quelle prossime, legate alla scarsità di analisi e conoscenza, alla cattiva progettazione, nonché a superficialità, interessi e connivenze, e infine alle cause immediate dei lutti, dovute, almeno in alcuni casi, alla mancata informazione e allertamento della popolazione.

Verranno approfonditi gli aspetti legati alla attuale gestione del sistema delle dighe in Lombardia, all’uso sostenibile e il più possibile condiviso delle risorse idriche della montagna, alla necessità di conoscenza scientifica, in particolare geologica. Inoltre alla necessità di una rivoluzione radicale del diritto alla informazione e alla trasparenza, insieme con una crescita della comune consapevolezza della complessità dei problemi.

Si tratta di temi che rispondono alla volontà di valorizzazione delle risorse locali delle aree montane nel rispetto dei principi di sostenibilità ambientale e di condivisione sociale. Il ricordo della tragedia del Gleno si colloca poi in continuità con analoghe iniziative precedenti e in corso realizzate dalle comunità locali coinvolte.

L’iniziativa è rivolta in particolare ai giovani degli istituti secondari di II grado di Monza e Brianza, che vengono coinvolti grazie alla collaborazione con l’Assessorato Istruzione (Servizio Offerta Educativa e Promozione del Successo Formativo) del Comune di Monza, agli studenti universitari, di geologia, di scienze ambientali, ma anche di geografia e storia sociale, e in generale ai cittadini di Monza e delle città vicine, oltre che di Milano, che ha visto ben pochi eventi su questi temi nel corso del 2013. Per le classi degli istituti scolastici sono previste visite guidate su prenotazione.

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