martedì 30 settembre 2014

Brebemi insegna: "con Pedemontana il fiasco è assicurato"


  • Fallimento Brebemi: scesi a 16 mila i veicoli al giorno
  • Legambiente: “La Serravalle non perseveri nello sperpero autostradale, anche su Pedemontana urge un ripensamento”
Comunicato stampa di Legambiente Lombardia

Le attività lavorative sono riprese a pieno regime, ma l’autostrada BreBeMi, l'ecomostro d'asfalto che taglia la bassa bergamasca, continua a essere deserta. Per verificare la fondatezza dei numeri finora diffusi dalla Società, Legambiente e i volontari dei circoli territoriali dell'associazione hanno effettuato un monitoraggio ai caselli dell'autostrada, contando i veicoli in entrata e uscita, e il risultato è peggiore dei dati finora comunicati: nella terza settimana di  settembre l’autostrada parallela all’A4 Milano-Brescia si conferma opera inutile, la più costosa della Lombardia.

Solo 16.000 veicoli al giorno nei due sensi, niente se confrontato con i 280 mila veicoli giorno della A4, poco più lunga ma con tariffe molto più basse e meglio connessa. E pochissimi se confrontati con i 40.000 previsti nei primi mesi di apertura e con gli 80.000 considerati necessari per pareggiare il piano finanziario di un'opera costata 2 miliardi di euro e che dovrebbe pagarsi con le entrate da pedaggio. Se l’A35 doveva essere l’alternativa veloce all’A4, e allo stesso tempo un diversivo per ridurne i livelli di congestione, il risultato non c'è. Anche perchè pochissimi sono i veicoli che percorrono l'intero tracciato di 62 chilometri tra i caselli di Chiari Est e quello di Liscate: la A35 (sigla della Brebemi) non sposta quasi nessun flusso di traffico dalla A4, perchè pochissimi utenti la usano come 'direttissima Brescia-Milano', i forzati della A35 sono in gran parte residenti nei comuni della bergamasca e del Cremasco, diretti al capoluogo milanese. Un doppio smacco dunque per il gestore, perchè pochi veicoli e basse percorrenze significano un livello di utilizzo, e conseguentemente di entrate da pedaggi, largamente insufficiente per ripagare i debiti contratti con gli istituti finanziatori (in primo luogo Cassa Depositi e Prestiti e Banca Europea d'Investimenti).

“Si conferma quanto denunciamo da anni: BreBeMi è un sacrificio di territorio che doveva essere evitato - dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia - Maroni e Lupi ci pensino bene prima di perseverare nell'idea folle di costipare la Lombardia di nuove autostrade, perchè i progetti in essere promettono altrettanti fallimenti. In primo luogo occorre fermare Pedemontana, perchè l'apertura della prima tratta da Cassano Magnago a Lomazzo sarà un buco anche peggiore di quello di Brebemi”.

La previsione di Legambiente è diretta a Serravalle Spa, la concessionaria autostradale passata recentemente dal controllo della Provincia di Milano a quello di Regione Lombardia, di cui domani si svolgerà l'assemblea dei soci per l'approvazione di un bilancio temerario. La società, già spolpata dalle scorrerie clientelari della politica oltre che dal calo di traffico sulla propria rete, deve garantire l’aumento di capitale per proseguire i cantieri di Pedemontana. Le banche, come sempre generose elargitrici verso operazioni 'garantite' dalla politica, hanno già anticipato un nuovo finanziamento di 62 milioni, che si somma all'esposizione per 250 milioni di prestito-ponte ulteriormente prorogato a favore di Pedemontana, somme comunque insufficienti a garantire il completamento di una infrastruttura da 5 miliardi di euro. “Esulteranno tutti coloro, famiglie in difficoltà o imprese in cerca di liquidità per investimenti, che in questi anni hanno bussato invano alle porte degli istituti finanziari – commenta Dario Balotta, responsabile trasporti di Legambiente Lombardia - L’esperienza di Brebemi dovrebbe pur insegnare qualcosa. Le motivazioni che giustificavano Pedemontana 30 anni fa non esistono più, il territorio è sempre più ferito e non è in grado di reggere ulteriore consumo di suolo, mentre automobilisti e camionisti non saranno disposti a pagare tariffe doppie di quelle della media nazionale: il fiasco è assicurato, ma non è troppo tardi per fermare l'avanzata di Pedemontana”.

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