Seregno (zc) - Nel giardino pubblico all’angolo tra via Platone e via Erodoto, due cedri maestosi, simbolo di bellezza e continuità, si trovano al centro di una vicenda che potrebbe portare al loro abbattimento (cliccare qui). In una dimensione surreale, due grandi figure della storia del pensiero, Platone ed Erodoto, si ritrovano a discutere del destino di questi alberi. Sebbene Platone sia nato pochi anni prima della morte di Erodoto e i due non siano stati contemporanei, il fatto che i cedri si trovino all’incrocio di due vie che portano i loro nomi sembra aver creato, idealmente, un’occasione per farli incontrare e riflettere insieme.
Erodoto: (ammirando i cedri) Questi alberi raccontano storie di epoche passate, come fanno i miei scritti. Ogni ramo è un capitolo, ogni foglia una testimonianza. Platone, perché gli uomini di oggi vogliono distruggere ciò che narra la grandezza del tempo?
Platone: (riflettendo) Mio caro Erodoto, è il mito del progresso a ingannare gli uomini. Essi cercano di costruire un futuro senza riconoscere il valore del passato. Ogni albero abbattuto è una connessione spezzata con il mondo ideale, dove il bello e il giusto convivono.
Erodoto: (con tono malinconico) Nei miei viaggi ho visto popoli venerare gli alberi come sacri, simboli di continuità tra gli dei e gli uomini. Come possono ora considerare questi cedri solo ostacoli da rimuovere?
Platone: (annuendo) Questi alberi non sono solo alberi. Essi rappresentano l’armonia naturale che gli uomini dovrebbero preservare. Eppure, mi domando: non esiste forse un modo per conciliare le necessità della città con il rispetto per la natura?
Erodoto: (con fervore) Le mie storie ci insegnano che ogni scelta ha conseguenze. I governanti dovrebbero sapere che abbattere questi alberi significa lasciare un vuoto non solo nel paesaggio, ma anche nell’anima della comunità. La memoria collettiva è radicata tanto nella natura quanto nella pietra.
Platone: (pensieroso) Forse è proprio il dialogo a salvarli. Come la nostra conversazione ora. Se i cittadini e i governanti discutessero insieme, potrebbero trovare una soluzione che rispetti l’armonia del tutto. Una metrotranvia che curva attorno alla vita anziché spezzarla.
Erodoto: (sorridendo) Parli da filosofo, Platone. Io, cronista, credo nel potere delle storie. Mostrate la bellezza di questi cedri e il rimpianto che seguirà la loro perdita. Nessun cuore umano può rimanere indifferente.
Platone: (riflettendo) Mio caro Erodoto, è il mito del progresso a ingannare gli uomini. Essi cercano di costruire un futuro senza riconoscere il valore del passato. Ogni albero abbattuto è una connessione spezzata con il mondo ideale, dove il bello e il giusto convivono.
Erodoto: (con tono malinconico) Nei miei viaggi ho visto popoli venerare gli alberi come sacri, simboli di continuità tra gli dei e gli uomini. Come possono ora considerare questi cedri solo ostacoli da rimuovere?
Platone: (annuendo) Questi alberi non sono solo alberi. Essi rappresentano l’armonia naturale che gli uomini dovrebbero preservare. Eppure, mi domando: non esiste forse un modo per conciliare le necessità della città con il rispetto per la natura?
Erodoto: (con fervore) Le mie storie ci insegnano che ogni scelta ha conseguenze. I governanti dovrebbero sapere che abbattere questi alberi significa lasciare un vuoto non solo nel paesaggio, ma anche nell’anima della comunità. La memoria collettiva è radicata tanto nella natura quanto nella pietra.
Platone: (pensieroso) Forse è proprio il dialogo a salvarli. Come la nostra conversazione ora. Se i cittadini e i governanti discutessero insieme, potrebbero trovare una soluzione che rispetti l’armonia del tutto. Una metrotranvia che curva attorno alla vita anziché spezzarla.
Erodoto: (sorridendo) Parli da filosofo, Platone. Io, cronista, credo nel potere delle storie. Mostrate la bellezza di questi cedri e il rimpianto che seguirà la loro perdita. Nessun cuore umano può rimanere indifferente.
Nella loro conversazione immaginaria, Platone ed Erodoto ci ricordano che il progresso e la tutela della natura non devono essere inconciliabili. Speriamo che le loro voci, riecheggiando tra i rami di questi magnifici cedri, possano ispirare i cittadini e le autorità a trovare una via che preservi il valore di ciò che è eterno anche nel nostro mondo frenetico.
Nel frattempo, i cedri continuano a svettare, testimoni di una bellezza che speriamo non debba mai diventare solo un ricordo.
Purtroppo viviamo di ricordi in merito a questi alberi soprattutto per quelli più grandi e nobili quasi storici almeno nella memoria collettiva e personale. DA POCO abbattuto il cedro di piazza Segni, quello maestoso presso il distributore Esso di via allo stadio/via Milano, i grandi e numerosi alberi di via Parini...etc citando solo quelli più recenti!! Sono il primo a volerli abbattere quando sono malati o pericolanti ma contemporaneamente chiedo perchè non si pubblicizza, anche con un cartello semplice senza cercare eventuali delibere varie.., che "l'albero abbattuto sarà sostituito con altri presso la via...." e potrebbe essere dedicato ad una classe o a un bambino/a che se ne prenderà virtualmente cura. E' naturale che per gli alberi esistenti occorre una adeguata ed efficace manutenzione ma qui è meglio evitare possibili polemiche.....
RispondiEliminaGrazie per aver condiviso il tuo pensiero. Nel caso specifico dei due cedri di via Platone, è bene sottolineare che le piante sono sane e non presentano problemi di sicurezza. Purtroppo, l’abbattimento è legato a questioni viabilistiche e alla riorganizzazione dell’incrocio per la metrotranvia. Siamo però convinti che, volendo, si potrebbe trovare una soluzione alternativa per preservare questi splendidi alberi ed evitare una perdita irreparabile per il quartiere.
EliminaPer quanto riguarda il tema più generale del taglio degli alberi, condividiamo pienamente la tua osservazione. Troppo spesso l’indebolimento e la morte delle piante sono causati da cattiva manutenzione, potature mal eseguite o lavori stradali vicini che compromettono le radici o compattano il terreno. Interventi realizzati in modo frettoloso, senza adeguati protocolli, mettono a rischio alberi che rappresentano un patrimonio comune da salvaguardare.
La tua proposta di coinvolgere la popolazione, sia per informare che per partecipare alle nuove piantumazioni, è davvero preziosa. Pensare, per esempio, di dedicare gli alberi sostitutivi a classi scolastiche o a bambini, creando una sorta di legame simbolico e un impegno condiviso, è un’idea che potrebbe sensibilizzare e rafforzare il rapporto tra la comunità e l’ambiente.
Speriamo che queste riflessioni e proposte arrivino agli amministratori pubblici e che ne facciano tesoro, promuovendo politiche capaci di tutelare il verde urbano e trovare soluzioni sostenibili.
I cedri di via Platone sono un esempio di quanto sia importante agire con consapevolezza: una volta persi, non li potremo mai riavere.