sabato 1 febbraio 2025

Il Coordinamento "Salviamo il Monte San Primo" contro la politica dell’assurdo


C’è chi sogna di sciare tra le nuvole, chi immagina distese di neve immacolata e chi, più pragmaticamente, decide di costruire un comprensorio sciistico dove la neve non cade più. Benvenuti sul Monte San Primo, a pochi chilometri da Milano, dove un manipolo di amministratori locali ha deciso di sfidare non solo la natura, ma anche il senso comune.

Come riporta Vanity Fair in un articolo che definisce il progetto “assurdo”, l’idea è quella di realizzare un piccolo comprensorio sciistico tra i 1.120 e i 1.650 metri di quota, su una montagna dove di neve naturale, negli ultimi anni, ne è caduta ben poca. Del resto, perché farsi scoraggiare da dettagli irrilevanti come il cambiamento climatico, le temperature sempre più alte o la semplice realtà dei fatti? Basta crederci, no?

L'articolo pubblicato su Vanity Fair

Il Monte San Primo, situato nel cuore del Triangolo Lariano, aveva già ospitato impianti sciistici negli anni ’60 e ’70. All’epoca, c’era ancora abbastanza neve per giustificare tre skilift e altrettante piste, chiuse nel 2000, poi riaperte, poi richiuse definitivamente nel 2013. Se già allora la situazione non era delle migliori, oggi la prospettiva è ancora meno rosea: temperature più alte, meno neve e il progetto di riportare lo sci su una montagna che sembra aver già detto chiaramente di preferire il verde al bianco.

Eppure, gli amministratori locali non demordono. Forse, nella loro fervida immaginazione, vedono il Monte San Primo come una nuova Cortina, una piccola St. Moritz in riva al Lago di Como, un’attrazione turistica che attira folle di sciatori... Magari in canottiera e occhiali da sole.

Fortunatamente, non tutti hanno deciso di spegnere il cervello davanti a questo piano surreale. Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente e portavoce delle 35 associazioni che compongono il Coordinamento "Salviamo il Monte San Primo", ha dichiarato senza mezzi termini: “Ormai a credere che sia un progetto 'sano' resta solo chi amministra (male) la Comunità Montana Triangolo Lariano e il Comune di Bellagio, bontà loro...”

Un modo elegante per dire che siamo di fronte all’ennesimo esempio di amministratori che si ostinano a non vedere quello che è sotto gli occhi di tutti: la neve non c’è più, e se anche tornasse, non durerebbe abbastanza per rendere sostenibile un comprensorio sciistico.

Ma a quanto pare, nella politica locale, c’è chi preferisce ignorare la realtà pur di difendere scelte discutibili. Forse pensano che, con qualche bacchetta magica (o meglio, qualche cannone sparaneve a pieno regime), si possa trasformare una montagna ormai primaverile in una pista da sci perenne.

Come sottolinea Vanity Fair, negli anni ’60 l’idea poteva anche avere un senso. Ma nel 2024, scommettere su un comprensorio sciistico a così bassa quota è come investire in carrozze trainate da cavalli sperando di battere le auto elettriche. E mentre la natura continua a dimostrare che il Monte San Primo non è più un luogo per sciare, la politica locale continua a volerlo imbiancare a tutti i costi, anche solo con una mano di vernice bianca.

Forse, più che un progetto sciistico, servirebbe un corso accelerato di geografia e climatologia per chi amministra. Perché se c’è una cosa che questo piano dimostra, è che la realtà può anche scivolare via… peccato che qui non ci sia più neve per farlo.

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