lunedì 26 maggio 2025

Ambiente batte cemento: il Consiglio di Stato dà ragione alla Provincia di Monza e Brianza


Una nuova sentenza del Consiglio di Stato, pubblicata il 29 aprile 2025, conferma un principio sempre più centrale nella gestione del territorio: la tutela dell’ambiente e del paesaggio viene prima del diritto a costruire.

La vicenda nasce nel Comune di Brugherio, dove alcuni proprietari terrieri e la società Immobiliare Gerla avevano fatto ricorso contro la Provincia di Monza e Brianza. Il motivo? Una modifica al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), approvata nel 2013, che aveva vincolato un’area inizialmente prevista come edificabile, impedendo nuove costruzioni.

Secondo i ricorrenti, si trattava di una decisione “a sorpresa”, presa solo al momento dell’approvazione finale del piano, e senza che fossero fornite motivazioni sufficienti o data la possibilità di partecipare e fare osservazioni. Ma i giudici hanno avuto un’altra opinione.

La terza sezione del Consiglio di Stato ha chiarito con forza che l’ambiente e il paesaggio sono beni primari, tutelati dalla Costituzione, e che le amministrazioni pubbliche possono - anzi devono - imporre limiti all’edificazione quando servono a proteggerli. Questo vale anche se l’area era originariamente destinata a nuovi edifici.


Il principio guida è quello dello “sviluppo sostenibile”, che non significa costruire sempre di più, ma mantenere una buona qualità della vita per tutti, anche per le generazioni future. E questo passa anche dalla riduzione del consumo di suolo, uno degli obiettivi centrali del PTCP.

Secondo la sentenza, la Provincia non ha preso una decisione arbitraria. Al contrario, ha seguito raccomandazioni della Regione Lombardia, ha valutato gli studi tecnici (tra cui quelli del Politecnico di Milano) e ha cercato di salvaguardare spazi aperti rimasti, in un’area - la Brianza - già pesantemente urbanizzata.

I giudici hanno ricordato che la pianificazione paesaggistica ha un valore superiore rispetto alla semplice pianificazione urbanistica comunale. Insomma, se un Comune dice “qui si può costruire”, ma il piano provinciale - per motivi ambientali - dice “no”, prevale il secondo.

Un altro punto sollevato dai ricorrenti riguardava la mancanza di ripubblicazione del piano dopo l’introduzione dei nuovi vincoli. Anche qui, però, il Consiglio di Stato è stato chiaro: non ogni modifica impone di ripubblicare tutto il piano. Questo sarebbe necessario solo se ci fosse stata una riscrittura radicale, cosa che non è avvenuta. Le modifiche, infatti, riguardavano solo una parte specifica del territorio e rientravano negli obiettivi già fissati.


Questa sentenza ha un significato molto chiaro: non esiste un diritto acquisito a costruire solo perché un’area era prevista come edificabile. Le esigenze di tutela ambientale possono (e devono) prevalere, specie in territori ad alta densità come quelli attorno a Milano.

Si tratta di un messaggio forte per chi si occupa di edilizia, urbanistica e sviluppo del territorio: la pianificazione non può più essere guidata solo dall’interesse economico o immobiliare, ma deve fare i conti con la crisi climatica, l’inquinamento, e la necessità di proteggere ciò che resta del nostro paesaggio.

2 commenti:

  1. Allora una seria e fattibile speranza esiste x contrastare la speculazione immobiliare. Chi l'avrebbe detto.. viene proprio dal presidente leghista Sant'Ambrogio!! Ma saprà migliorare ed andare fino in fondo anche con le giunte di cdx? Ed in merito alla pedemontana la sentenza del coniglio di stato non vale?

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    1. Grazie del commento che ci permette di chiarire alcuni punti.

      Anzitutto, nel 2013, anno in cui è stato approvato il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) della Provincia di Monza e Brianza, il presidente della Provincia non era Santambrogio, ma Dario Allevi. Quindi, le scelte strategiche di quel piano non sono attribuibili all’attuale presidente.

      Per quanto riguarda la Pedemontana, la situazione è diversa da quella oggetto della sentenza recente. I PTCP sono effettivamente sovraordinati rispetto ai Piani di Governo del Territorio (PGT) dei singoli Comuni, cioè possono limitarne o indirizzarne le scelte, soprattutto in materia ambientale e paesaggistica.

      Tuttavia, la Pedemontana è considerata un’infrastruttura strategica a livello sovraregionale, e proprio per questo si colloca al di sopra del PTCP stesso nella gerarchia degli strumenti di pianificazione. Questo significa che, anche in presenza di vincoli ambientali o paesaggistici posti dalla Provincia, un’opera come la Pedemontana può comunque essere realizzata, in quanto rientra nelle competenze di livello statale o regionale superiore.

      Purtroppo, è un classico esempio di come la tutela del territorio si scontri spesso con logiche infrastrutturali “calate dall’alto”. La sfida ora è fare in modo che, anche in questi casi, si salvaguardi il più possibile l’ambiente e la qualità della vita dei cittadini.

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